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José Maria Ferreira de Castro nacque nel 1898 a Ossela, nella regione della Beira Litoral, in una povera famiglia di contadini.

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2. BIOGRAFIE DEGLI AUTORI TRADOTTI

2.1 José Maria Ferreira de Castro (1898-1974)

José Maria Ferreira de Castro nacque nel 1898 a Ossela, nella regione della Beira Litoral, in una povera famiglia di contadini.1

Nel 1911, a soli dodici anni, si imbarcò sulla nave a vapore Jerôme e sbarcò a Belém do Pará, città vicina alla foce del Rio delle Amazzoni, dove per alcune settimane fu ospite di un conterraneo al quale era stato raccomandato.

Tra 1912 e 1914 scrisse le sue prime crónicas e i suoi primi racconti, che descrivono le ingiustizie e le sofferenze da lui stesso provate durante la sua esperienza lavorativa nel Sertão.

Negli anni seguenti visse in condizioni di estrema miseria, facendo i lavori più umili per poter sopravvivere.

Finalmente nel 1916 pubblicò il suo primo romanzo Criminoso por

Ambição, e riuscì a migliorare il proprio livello economico grazie anche alla

collaborazione con diversi giornali e riviste.

Nel 1919, ormai affermatosi come grande scrittore, decise di tornare a Ossela, e tentò la carriera di scrittore e giornalista a Lisbona, fondando il giornale O Luso con Nuno Romano. Questo giornale aveva come scopo quello di avvicinare la realtà portoghese e quella brasiliana. Ma il giornale ebbe vita breve e Ferreira de Castro si impoverì di nuovo.

1 Sulla biografia dell’autore, cfr. Paulo DA COSTA, Fotobiografia de Ferreira de Castro, sul sito Internet: http://www.paulodacosta.com/ferreira.htm (data di accesso: 3 marzo 2010).

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Come ci ricorda Paulo da Costa, fu tra 1921 e 1922 che ebbe inizio il percorso di Ferreira de Castro nel giornalismo professionale, ispirato ai movimenti della giustizia sociale che si stavano affermando nel Paese. Collaborò al giornale Imprensa Livre, fondò la rivista «Hora», rivolta all’arte e alle questioni sociali, lavorò poi per il giornale O Tempo e per la rivista «A B C». Pubblicò Mas…, il primo dei suoi libri editi in Portogallo, e il romanzo Carne Faminta. Nel 1926 fu eletto Presidente del Sindicato

dos Profissionais da Imprensa, opponendosi alla Censura.

Emigrantes fu pubblicato nel 1928 e segnò l’inizio della sua fortuna di

scrittore sia in Portogallo che all’estero. Grazie alla pubblicazione di questo romanzo, Ferreira de Castro fu considerato uno dei precursori del Neorealismo portoghese. Sempre nel 1928 fondò e diresse con Campos Monteiro il magazine «Civilização», pubblicato a Oporto.

Nel 1929 Ferreira de Castro viaggiò per la prima volta in Francia e fece un reportage su Andorra, scrivendo alcune cronache pubblicate poi nell’opera Velhos Mundos e Pequenas Civilizações.

In seguito alla morte della sua compagna Diana de Lis passò un lungo periodo di crisi e depressione, che lo allontanò dalla letteratura e lo fece riparare nell’isola di Madera alla ricerca dell’ispirazione. Qui scrisse il romanzo Eternidade, pubblicato nel 1933. L’anno seguente viaggiò tra l’Italia e la Corsica. Abbandonò il giornalismo professionista per dedicarsi esclusivamente alla produzione letteraria. La Academia das Ciências di Lisbona gli conferì il Premio Ricardo Malheiros per il romanzo Terra Fria.

Nel 1936 iniziò a scrivere dei libri che non riuscì a portare a termine a causa delle restrizioni di questo periodo alla libertà di pensiero. Prese allora la decisione di non tornare a scrivere per la stampa portoghese fino a che si sarebbe mantenuto il regime di Censura.

Nel 1938 si sposò, a Parigi, con la pittrice spagnola Elena Muriel, rifugiata della Guerra Civile spagnola e lavorò come inviato speciale in Europa Centrale per il giornale A Noite di Rio de Janeiro.

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Tra 1941 e 1945 scrisse il romanzo A Volta ao Mundo, che riscosse un successo impressionante.

Dopo il 1945 affermò pubblicamente la sua adesione al movimento democratico, continuando la sua lotta contro la Censura.

Dal 1962 al 1964 fu presidente della Società Portoghese degli Scrittori. Nel 1968 venne pubblicato simultaneamente in Portogallo e in Brasile il romanzo O Instinto Supremo e l’Unione Brasiliana degli Scrittori presentò la sua candidatura al Premio Nobel della letteratura, insieme a quella di Jorge Amado.

Morì il 29 giugno del 1974 in un ospedale di Oporto.

2.2 Miguel Torga (1907-1995)

Miguel Torga, pseudonimo di Adolfo Correia Rocha, nacque nel 1907 a S. Martinho de Anta, un piccolo paese di Trás-os-Montes vicino a Vila Real, da una famiglia di umili contadini ed ebbe un’infanzia difficile durante la quale lavorò duramente per aiutare il padre nei campi.2

Dopo un breve periodo in seminario a Lamego, a tredici anni i genitori lo fecero emigrare in Brasile, dove visse e lavorò cinque anni nella fazenda di uno zio nel Minas Gerais.

Nel 1925 tornò in Portogallo e dopo aver terminato il liceo dal 1928 frequentò il corso di Medicina a Coimbra, dove si laureò nel 1933, e in seguito iniziò a esercitare a S. Martinho de Anta e in altre località vicine.

Inizialmente, dal 1929 al 1930, si legò al gruppo della rivista «Presença», il cui spirito critico si opponeva all’accademismo e al giornalismo tradizionale, facendo predominare l’individuo sulla collettività,

2 Sulla biografia dell’autore, cfr. Clara ROCHA CRABBÉ, Miguel Torga, Fotobiografia, Publicações Dom Quixote, Lisboa 2000.

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lo psicologico sul sociale, l’intuizione sulla ragione, cosa che ne fece la rivista che maggiormente riuscì a diffondere il cosiddetto “secondo Modernismo” portoghese3. Il passaggio di Torga da «Presença» fu decisivo per la sua formazione letteraria e per le sue esperienze editoriali seguenti. Il distacco dalla rivista riflette, invece, una caratteristica fondamentale della sua personalità letteraria: un animo impetuoso e intransigente che lo tenne lontano per tutta la vita dalle scuole letterarie e dai circoli culturali portoghesi.

Nel 1930 fondò con Branquinho da Fonseca la rivista «Sinal», molto influenzata dallo spirito presencista, della quale uscì solamente un numero. Nel 1936 fondò un’altra rivista, «Manifesto», anche questa di breve durata, che difendeva un Umanismo letterario di base reale e a-retorica, allontanandosi così dall’individualismo e dall’esteticismo di «Presença».

Come ci fa notare anche Clara Rocha nella Fotobiografia di suo padre, l’esperienza personale rurale, legata alla vita dei campi a contatto con la natura, portò lo scrittore di Trás-os-Montes a solidarizzare con la natura umana nella lotta contro tutte le forze che opprimono la dignità dell’uomo: le tirannie politiche e lo stesso Dio. Miguel Torga è quindi il poeta del mondo rurale, la voce delle forze ancestrali che animano l’istinto umano nella sua drammatica lotta contro le leggi che lo rendono prigioniero. La sua opera, ricca di simbolismo religioso e biblico, ha proprio questa missione: il legame dell’autore con la terra, con la regione natia, con il Portogallo, con i suoi conterranei e con tutta la Penisola Iberica ne sono le costanti.

Decisivo fu anche il suo intervento civico contro l’Estado Novo e la denuncia dei crimini della guerra civile spagnola e della dittatura di Franco,

3 Il “primo Modernismo” portoghese era sorto nel 1915 attorno alla rivista «Orpheu», per la quale lavorarono personalità artistiche del calibro di Mário de Sá Carneiro, Fernando Pessoa e Almada Negreiros. Di «Orpheu» uscirono solamente due numeri, molto aperti ai nuovi e innovativi movimenti artistici europei e in contrasto con la produzione letteraria installatasi nella cultura portoghese a partire dalla fine degli anni Settanta del XIX secolo (in particolare quella di Júlio Dantas).

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che gli costò la condanna di alcune opere da parte della Censura. Ecco perché secondo molti critici, tra i quali Helena Roseta, «Torga encarna o “velho Portugal” por duas vias: pela grande cumplicidade com a terra e com as gentes e pelo critério ético que presidiu à sua vida e dele fez uma verdadeira “consciência crítica” nacional»4, ancora oggi ammirata e studiata.

Fu autore di romanzi, saggi, opere teatrali e poesie.

Oltre al romanzo autobiografico A Criação do Mundo, i cui primi quattro giorni furono pubblicati tra 1937 e 1939 e gli ultimi due tra 1974 e 1981, degne di nota sono le raccolte di racconti Bichos (1939) e Montanha (1941), quest’ultima confiscata dalla Censura e fatta stampare di nuovo nel 1955 a Rio de Janeiro con il titolo Contos da Montanha, permettendone così anche la circolazione clandestina in Portogallo.

Un’altra opera biografica di Torga è il Diário, continuamente aggiornato e pubblicato in diciassette volumi, che ci parla della vita di Adolfo Correia da Rocha, e non come A Criação do Mundo del suo alter ego Miguel Torga.

Nel 1950 pubblicò Portugal, interessante raccolta di testi sulle diverse realtà culturali e umane del suo paese.

Nel 1992 ricevette il Prémio Vida Literária, attribuito per la prima volta dall’Associação Portuguesa de Escritores e fu considerato la Personalità dell’Anno 1991 dall’Associação dos Correspondentes da Imprensa

Estrangeira.

Morì nel 1995 dopo una lunga malattia.

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2.3 José Rodrigues Miguéis (1901-1980)

José Rodrigues Miguéis nacque a Lisbona nel 1901 ma passò la maggior parte della sua esistenza all’estero (in Belgio e negli Stati Uniti).5 Nonostante parlasse benissimo lo spagnolo, il francese e l’inglese scrisse solamente in portoghese e i temi e i fatti narrati nelle sue cronache sono impregnati di una sana portoghesità.

Fu durante gli studi universitari che si accentuarono le caratteristiche fondamentali della sua personalità letteraria. Quando si iscrisse alla Facoltà di Giurisprudenza a Lisbona, infatti, si avvicinò al giornalismo e alla letteratura e iniziò a manifestarsi anche il suo interesse per la politica, sempre vicino alle idee liberali ereditate dal padre. In questo periodo si lasciò coinvolgere anche nelle attività del Gruppo della rivista «Seara Nova»6, costituitosi nel 1921, e le prime esperienze di intervento civico rafforzarono ulteriormente le sue idee politiche.

Il 1929 rappresentò per Miguéis l’anno decisivo per la trasformazione della sua vita. La Junta de Educação Nacional gli conferì una borsa di studio che gli permise di partire per il Belgio, a Bruxelles, dove ebbe l’opportunità di studiare Scienze Pedagogiche, materia che lo aveva sempre affascinato.

Tornò a Lisbona solo nel 1933, e collaborò al primo numero della rivista «O Globo», della quale assunse la direzione accanto a Bento de Jesus Caraça. Ma l’iniziativa ebbe esito negativo perché il giornale fu ritirato dalla Censura dopo il secondo numero. Collaborò anche con la rivista «O Diabo».

5 Sulla biografia dell’autore, cfr. Mário NEVES, José Rodrigues Miguéis. Vida e Obra, Nosso Mundo – Caminho, Lisboa 1990.

6 Rivista fondata nel 1921 da Raul Proença e da un gruppo di intellettuali portoghesi dell’epoca, dal carattere essenzialmente dottrinario e critico. I componenti di questo gruppo si dichiararono «poetas militantes, críticos militantes, economistas e pedagogos militantes», come possiamo leggere nell’editoriale del primo numero della rivista del 15 ottobre 1921. Dopo l’instaurazione della dittatura in seguito alla rivoluzione del 28 maggio 1926, il gruppo di «Seara Nova» diventò uno dei più attivi nella lotta ideologica contro il salazarismo, nonostante la Censura e le difficoltà economiche.

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Ma l’anno più importante nella vita di questo scrittore fu sicuramente il 1935, quando gravi preoccupazioni perturbarono la sua tranquillità. La sua compagna tornò in Belgio perché non sopportava più l’ambiente di Lisbona, e lui decise di emigrare negli Stati Uniti. Miguéis vedeva l’America come un paese libero, perenne fonte di iniziative creative, dove avrebbe potuto esprimere al meglio il suo pensiero e la sua letteratura. Lasciò così il Portogallo in un momento di grave crisi, caratterizzato dall’oscurantismo di un sistema in cui stavano aumentando le violenze contro le forze dell’Opposizione, dalle limitazioni alla libertà di espressione e di pensiero e dall’intensificazione delle forze di polizia.

Con la dittatura militare istituita dopo il movimento del 28 maggio 1926, si era infatti consolidato il conservatorismo fascista del regime indicato nella Costituzione del 1933, con il predominio di Salazar. Il fatto che molti amici di Rodrigues Miguéis furono esiliati o cacciati dalle loro occupazioni ufficiali lo spinse il 29 giugno 1935 ad imbarcarsi sull’Arlanza. Questa nave faceva la spola tra Southampton e Buenos Aires, con scalo a Funchal, Lisbona, La Coruña e Cherbourg, assicurando il trasporto degli emigranti. Lo scopo del suo viaggio era raggiungere il porto britannico per prendere la Normandie, nave a vapore di lusso, molto confortevole, che aveva inaugurato da poco le traversate rapide dell’Atlantico. Osservatore attento e perspicace com’era, Rodrigues Miguéis non fece a meno di approfittare del viaggio per raccogliere del materiale interessante per la cronaca che avrebbe aperto il volume pubblicato nel 1962 con il titolo

Gente da Terceira Classe.

Dopo alcuni giorni di permanenza in Inghilterra, Rodrigues Miguéis prese la Normandie a Southampton e arrivò a New York il 7 luglio 1935, data che segna l’inizio di un lungo esilio volontario (con qualche ritorno in Portogallo di durata non superiore ai due anni) fino alla sua morte nel 1980.

Il problema più grave che Rodrigues Miguéis dovette affrontare nel nuovo paese fu quello del visto. Infatti il suo passaporto aveva il visto di

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semplice turista (con validità di sei mesi), e quando si avvicinò la scadenza le autorità dei servizi dell’immigrazione iniziarono ad assediarlo. Un amico avvocato riuscì a fargli avere il visto permanente di immigrato, dopo averlo fatto entrare in Canada, raccomandandolo come segretario personale del diplomatico brasiliano Rafael Correia de Oliveira, direttore del Dipartimento Culturale del Brasile a New York.

Solo nel 1942 ottenne la cittadinanza americana, e continuò a lavorare per alcune riviste, tra cui il «Reader’s Digest».

Per tutti gli anni Quaranta visse momenti di intenso lavoro e di gravi preoccupazioni. Soffrì di seri problemi di salute ed ebbe anche l’opportunità di tornare in Portogallo per la prima volta. Il suo sogno sarebbe stato passare in Portogallo il resto della sua vita e continuare là la sua carriera di scrittore. Ma il suo rientro durò solo due anni. Fu di nuovo in Portogallo per brevi periodi tra 1957 e 1959, tra 1963 e 1964, e tra 1966 e 1967.

Morì in un ospedale di New York il 27 ottobre 1980 in seguito a un attacco cardiaco, e le sue spoglie tornarono in Patria come lui stesso aveva sempre desiderato.

2.4 Herberto Helder (1930)

Herberto Helder è nato il 23 novembre 1930 a Funchal, nell’isola di Madera, da una famiglia di origine ebrea.7

Nel 1948 si iscrisse alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Coimbra e dopo un anno passò alla Facoltà di Lettere, dove si dedicò alla Filologia Romanza, senza però terminare il corso.

7 Sulla biografia dell’autore, cfr. il sito Internet:

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Nel 1954 tornò a Madera e l’anno seguente, a Lisbona, frequentò il Café Gelo8 con Mário Cesariny, Luiz Pacheco, João Vieira e Hélder Macedo, lavorando anche come pubblicitario.

Influenzata moltissimo dal pensiero del Grupo do Café Gelo, la letteratura di Herberto Helder si presenta come sintesi delle avanguardie moderniste (dal Futurismo al Surrealismo) con il Neosimbolismo del poeta tedesco Rilke.

Nel 1958 pubblicò il suo primo libro di poesie O Amor em Visita.

Gli anni seguenti visse tra la Francia, l’Olanda e il Belgio, paesi dove svolse lavori umili e marginali. Ad Anversa visse nella clandestinità e fece da guida ai marinai nei sobborghi della prostituzione.

Tornato in patria nel 1960 lavorò nelle biblioteche itineranti della

Fundação Gulbenkian, percorrendo i paesi e i villaggi del Basso Alentejo,

della Beira Alta e del Ribatejo.

Durante il suo soggiorno a Lisbona nel 1963, anno in cui lavorò per l’Emittente Nazionale come redattore del notiziario internazionale, pubblicò

Os Passos em Volta, ripubblicato poi l’anno seguente.

Nel 1968 partecipò alla pubblicazione di un libro sul Marchese di Sade, per il quale fu processato e condannato. Ottenne la sospensione della pena, ma fu licenziato dalla Radiotelevisione portoghese. Si rifugiò quindi nel campo della pubblicità e fu direttore letterario di una casa editrice. La Censura gli sospese la pubblicazione di Apresentação do Rosto.

Nel 1970 viaggiò tra la Spagna, la Francia, il Belgio, l’Olanda e la Danimarca, e pubblicò per la terza volta Os Passos em Volta.

Nel 1971 si trasferì in Angola, dove lavorò come reporter di guerra per una rivista di cui era redattore.

8 Locale situato in Praça do Rossio a Lisbona, frequentato dalle più grandi personalità intellettuali e artistiche appartenenti alla corrente surrealista degli anni Cinquanta. Il cosiddetto Grupo do Café

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Nel 1973 negli Usa pubblicò Poesia Toda, opera che contiene tutta la sua produzione lirica, e provò (senza successo) a pubblicare anche Prosa

Toda.

Nel 1975 passò alcuni mesi in Francia e Inghilterra per poi tornare a Lisbona, dove lavorò in radio e per alcune riviste.

Nel 1976 partecipò all’edizione e organizzazione della rivista «Nosa», molto aperta alla letteratura latino-americana, africana e spagnola.

Negli anni seguenti pubblicò Cobra, O Corpo, O Luxo, A Obra e

Photomaton e Vox per poi abbandonare la sua attività e vivere

nell’anonimato.

2.5 Nuno Manuel Caupers de Bragança (1929-1985)

Nuno Bragança non è un autore molto studiato e per la sua biografia mi sono dovuta aiutare con articoli di riviste letterarie.9

Nacque a Lisbona nel 1929 da una famiglia dell’alta aristocrazia cattolica portoghese.

I suoi primi scritti risalgono alla metà degli anni Cinquanta e furono pubblicati sulla rivista «Encontro», organo ufficiale della Joventude

Universitária Católica. In essi è già evidente quel particolare stile che

unisce l’esperienza surrealista al noveau roman francese e alla letteratura americana degli anni Quaranta. Relativamente a quest’ultima, Nuno Bragança si ispira a quella densa di pathos e di grande spessore psicologico, dai periodi lunghi e sinuosi e dalla cura meticolosa dello stile e del linguaggio di William Faulkner e a quella invece più minimalista e concisa

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Sulla biografia dell’autore, cfr. Carlos ANTUNES, Exemplo de Homem, in «Jornal de Letras, Artes e Ideias», 25/10/1995, pp. 6-7; Helena BARBAS, Fragmentos de um retrato, in «Expresso», 04/11/1995, pp. 110-115; António MEGA FERREIRA, Um homem e a sua “Estação”, in «Jornal de Letras, Artes e Ideias», 12/02/1985, pp. 5-6.

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di Ernest Hemingway, che ha come protagonisti uomini dall’indole stoica, chiamati a mostrare di sapersela cavare in situazioni di disagio. Troviamo in lui anche ispirazioni al Modernismo inglese, soprattutto a quello di Thomas Stearns Eliot.

Nuno Bragança aveva una grande passione per il cinema. Oltre ad aver fatto parte del cineclub universitario Centro Cultural de Cinema, fu critico cinematografico di alto livello e autore dei dialoghi del film Os Verdes

Anos di Paulo Rocha (1962), considerato uno dei film che aprirono le porte

al Cinema Novo portoghese.

Fortemente contrario al regime di Salazar ed esponente di spicco del cosiddetto catolicismo progressista, si unì al Movimento de Acção

Revolucionária (MAR) e alla Resistência Cristã, per avvicinarsi

successivamente ai movimenti di estrema sinistra e alle Brigadas

Revolucionárias, fondate da Carlos Antunes e Isabel do Carmo nel 1971.

Oltre a contribuire in prima persona all’introduzione di armi ed esplosivi nel paese, si impegnò per indebolire dall’interno la politica fortemente repressiva e reazionaria dello Stato. Entrò così a far parte del

Fundo de Desenvolvimento de Mão de Obra e fu tra i fondatori del Serviço Nacional de Emprego (1965).

Dal 1968 al 1972 lavorò a Parigi presso l'OECD (Organisation for

Economic Co-operation and Development), prima come delegato

portoghese e, in seguito, come consulente per alcune ricerche sulla disoccupazione nei paesi membri in via di sviluppo.

Rientrato in patria nel 1972, a partire dal 25 Aprile 1974 collaborò con il Ministero del Lavoro del governo rivoluzionario.

Per quanto riguarda il suo impegno in ambito letterario, fu uno dei fondatori della rivista «O Tempo e o Modo» e collaborò anche con altre riviste, tra cui «Seara Nova» e «Jornal de Letras, Artes e Ideias», per la quale firmò, a partire dal primo numero del 1981 e in maniera discontinua fino alla sua morte, la rubrica As Palavras na Areia.

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Il suo primo romanzo, A Noite e o Riso, fu pubblicato nel 1969 e a esso seguirono Directa (1977) e Square Tolstoi (1981), mentre la raccolta di racconti Estação fu pubblicata nel 1984. Dello stesso anno è Regresso, l’ultimo suo articolo a essere pubblicato sulle pagine del «Jornal de Letras, Artes e Ideias».

Dopo la sua morte, avvenuta il 7 Febbraio 1985, nel 1990 fu pubblicato il racconto Do Fim do Mundo e tutta la sua produzione fu poi raccolta nelle

Riferimenti

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