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CAPITOLO IV
LA TELEMEDICINA
Negli anni ’50 negli Stati Uniti d’America la Telemedicina fu applicata agli astronauti durante le missioni spaziali, per monitorare il sistema cardiocircolatorio e per poter garantire agli stessi un’assistenza sanitaria.
A metà degli anni ’70 la Telematica, intesa come integrazione di sistemi e reti di telecomunicazione, trova applicazione nel campo dei servizi sanitari, al fine di migliorarne la qualità, l’accessibilità e l’efficienza nell’assistenza della persona, contenendo anche i costi della stessa.
In Italia le prime esperienze di trasmissione di segnali bio-medicali vennero realizzate nel 1970 dalla facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, con la sperimentazione di un prototipo di Cardiotelefono. Tra le prime consistenti sperimentazioni troviamo quelle effettuate dalla Fondazione Marconi, di Bologna, nel 1976 relative a ricerche di tele-elettrocardiografia su linee
telefoniche, le quali permettevano di inviare gli
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all’ospedale, permettendo così allo specialista di monitorarlo sulle 24 ore (62).
Tuttavia in Europa il numero di esperienze significative è finora limitato.
La Telemedicina permette un continuo passaggio di informazioni con assoluta precisione, affidabilità, aspetti importanti della salute facendo uso di apparecchiature biomedicali innovative (63).
Vitacca M. nel 2012 realizzó e pubblicó uno studio sulla
eseguibilità, efficacia e utilità della Teleassistenza
infermieristica di pazienti affetti da SLA. Vennero selezionati 73 pazienti, che successivamente alla dimissione ospedaliera, furono seguiti da un infermiere tramite contatto telefonico: furono calcolati anche i costi fissi e variabili dell’assistenza. Il tempo intercorso tra la diagnosi della malattia e l’inizio della
Teleassistenza è stato di 720 ± 971 giorni, con un totale di
5073 telefonate. Durante tutta l’assistenza il compito dell’infermiere era applicare in percorso terapeutico presente nella cartella del paziente. Esso è risultato essere utile ed efficace per l’operatore. Al termine del suo studio, infatti, Vitacca M. potè constatare che la Teleassistenza fosse uno strumento utilizzabile per gestire, in modo efficiente, un
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numero elevato di pazienti al mese (25 pazienti), con una riduzione dei costi sanitari (64).
Due anni dopo Paneroni M. (2014) ha realizzato uno studio sulla possibilità, adesione e soddisfazione di un programma di rinforzo Teleriabilitativo (TRP) per pazienti affetti da broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO). I risultati ottenuti sono stati confrontati con un programma riabilitativo ambulatoriale standard: 18 pazienti sono stati sottoposti a 28 sedute di TRP utilizzando una piattaforma satellitare che ha consentitio il telemonitoraggio, la tele-prescrizione, telefonate di videoassistenza. I pazienti hanno completato tutte le sessioni senza effetti collaterali e di loro, l’80% ha manifestato un attegiamento favorevole nei confronti del servizio, mentre il 20% ha trovato la tecnologia ostile. Al termine delle sessioni, nei pazienti che hanno portato a termine il ciclo riabilitativo, è stato possibile documentare un miglioramento della qualità della vita e dell’attività fisica quotidiana (65). Ogni
professionista sanitaro ha effettuato 14.6 ± 2.12 telefonate e 1
± 1.67 sessioni di videoconferenza per paziente.
I servizi di Telemedicina possono rappresentare una parte integrante del rinnovamento strutturale ed organizzativo della rete di assistenza del Paese. Può in particolare contribuire a migliorare ed assicurare la qualità dell’assistenza sanitaria e
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consentire la fruibilità di cure, servizi di diagnosi e consulenza medica a distanza, oltre al costante monitoraggio di parametri vitali.
L’interdisciplinarietà offerta dalla sanità in rete permette di fornire al paziente un servizio migliore, attraverso una piú rapida disponibilità di informazioni sullo stato della propria salute, consentendo di accrescere la qualità e la tempestività delle decisioni del professionista, particolarmente utili in condizioni di emergenza-urgenza.
La Telemedicina rappresenta uno dei principali ambiti di applicazione della sanità in rete. Offre potenzialità di grande rilevanza soprattutto in termini di accresciuta equità nell’accesso ai servizi socio-sanitari nei territori remoti, per mezzo del decentramento e della flessibilità di servizi fruiti; l’erogazione è resa possibile per mezzo di innovative forme di domiciliarità (66).
Con essa si viene a ribaltare la storica visione del paziente che ruota attorno ad un sistema di cure che vede l’ospedale al centro, su cui convergono i vari bisogni, a favore di un sistema integrato di risposta a bisogni complessi, incentrato sulla capillarizzazione dell’accesso. Pertanto il “focus” viene spostato dall’Ospedale al territorio e in modo particolare sul paziente che diventa protagonista del processo stesso di
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assistenza. Grande importanza è data alla domiciliarità della cura-riabilitazione soprattutto per quei pazienti che vivono distanti dalle strutture sanitarie o che sono impossibilitati a raggiungerle.
La Telemedicina trova la sua applicazione in vari ambiti che riguardano la salute del paziente: non solo come mezzo di diagnosi o trasmissione di dati clinici, ma anche nel campo riabilitativo (Teleriabilitazione).
Questo permette al paziente di svolgere la sua terapia restando comodamente a casa e al riabilitatore di monitorare i progressi dello stesso. Inoltre la Teleriabilitazione permette ai caregivers di apprendere gli aspetti essenziali del programma riabilitativo ricevendo il supporto necessario da parte del professionista. Non bisogna dimenticare che sono loro a trascorrere la maggior parte del tempo con i pazienti.
Lo sviluppo della Telemedicina consente, pertanto, di trovare nuove risposte a problemi tradizionali della medicina, creando nuove opportunità per il miglioramento del servizio sanitario, tramite una maggiore collaborazione tra professionista e paziente. Questo favorisce l’equità d’accesso all’assistenza sanitaria, operando una razionalizzazione dei costi con un possibile abbattimento degli stessi e garantendo la continuità delle cure.
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Per quanto detto la Teleriabilitazione appare possibile anche nel caso in esame soprattutto se si tiene conto che i progressi del web consentono oggi non solo la trasmissione di segnali, ma anche di immagini e video sia in tempo reale come Skype o Google+, che in differita come in Youtube. La visione multipla su schermi diversi, la possibilità di istruire in modo adeguato parenti e care-givers, di parlare con i pazienti, di guidarli nell’atto riabilitativo, rappresenta una grande opportunità per ridurre i costi della riabilitazione e di estendere l’applicazione di questa tecnologia. È per questo che nel capitolo che segue, nella stima dei costi ho voluto tener conto in maniera diretta di questa possibilità.