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Capitolo 5 – Cenni di acustica negli spazi per spettacolo all'aperto

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Capitolo 5 – Cenni di acustica negli spazi per

spettacolo all'aperto

5.1 • Introduzione

Mentre la letteratura tecnica relativa allo studio dell'acustica in ambienti confinati è ricca anche di schemi di calcolo che consentono di progettare uno spazio confacente alle specifiche caratteristiche di destinazione d'uso, per gli spazi per spettacoli all'aperto le pubblicazioni sono senz'altro in minor numero e fanno riferimento prevalentemente agli studi relativi all'inquinamento acustico. Più che progettare una struttura che consenta di propagare adeguatamente i suoni che lo spettatore udirà in occasione dello spettacolo, lo studio dell'acustica per gli spazi per spettacoli all'aperto ha come obiettivo primario valutare che le interferenze esterne non siano tali da disturbare lo svolgersi della manifestazione.

Nel particolare caso allo studio, ci si limiterà a considerazioni di massima relative a entrambi gli aspetti: da un lato si cercherà di applicare le conoscenze relative alla propagazione del suono per valutare il grado di fruibilità dello spettacolo, dall'altro si indicheranno le procedure necessarie per valutare il rumore di fondo e si effettueranno valutazioni di massima sulla resa acustica della struttura in esame.

5.2 • Il suono

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essere definito come “evento acustico”. Se queste oscillazioni hanno frequenze comprese tra 20 e 20.000 Hz, cioè lunghezze d'onda comprese tra 17 m e 17 mm, allora sono in grado di generare sensazioni uditive: in questo caso si parla di suono. Il suono è quindi una perturbazione della pressione del mezzo attraverso cui si propaga, sia esso l'aria, o altro elemento gassoso, liquido o solido. Questa definizione del suono fa riferimento alla sua natura “fisica”, cioè allo stimolo che produce la perturbazione di pressione. Il suono, tuttavia, può essere esaminato anche da un punto di vista “psicofisico”, cioè come eccitazione del meccanismo dell'udito: in questo caso l'elemento di riferimento è la sensazione.

Questi due approcci allo studio del suono rappresentano gli ambiti entro i quali si muove l'acustica: il bisogno di trovare leggi matematiche che possano rendere oggettivo e misurabile qualcosa di soggettivo come la percezione sonora.

Ciò che è fondamentale per la propagazione del suono è il mezzo: se

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facciamo suonare un tamburo sotto una campana di vetro in cui sia stato prodotto il vuoto, non vi sarà alcun suono. Il fenomeno acustico, quindi, coinvolge tre elementi: la sorgente, il mezzo e il ricevitore. L'evento che costituisce la sorgente sonora sposta le particelle d'aria che si trovano nelle immediate vicinanze dalla loro posizione originaria; queste a causa delle forze elastiche che le legano tra di loro tendono a riprendere la posizione di equilibrio ma, per l'inerzia, la oltrepassano iniziando una serie di oscillazioni prima di fermarsi.

Queste oscillazioni si propagano tra le particelle vicine, determinando delle variazioni di pressione nell'aria stessa che si muovono “trasportando” il suono. In altre parole, nella propagazione del suono non sono le particelle di aria che vengono propagate ma la variazione di pressione. Le particelle del mezzo, compresse e rarefatte a causa delle onde di perturbazione che le investono, oscillano intorno alla loro posizione di equilibrio lungo la direzione della propagazione delle onde

Figura 25: Compressione e rarefazione dell'aria nella propagazione del suono

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sonore: le onde sonore sono dunque longitudinali.

Se mettiamo in grafico la pressione rispetto al tempo, otterremo – nel caso più semplice di suono puro – un'andamento sinusoidale: la pressione varia tra un massimo nei punti di compressione e un minimo nei punti di rarefazione intorno al valore di base della pressione atmosferica, che al livello del mare con temperatura di 0° C è di circa 105 Pa (1 Pa = 1 N/mq

= 10 dyne/cmq). Le onde sonore, nella realtà, raramente corrispondono a quelle di un suono puro con andamento puramente sinusoidale; generalmente sono onde complesse che, in virtù del teorema di Fourier, possono essere sintetizzate in onde sinusoidali con differenti frequenze, ampiezze e fasi, assommate tra loro. Le grandezze di riferimento, in ogni caso, saranno:

• lunghezza d'onda: è la distanza che un'onda compie nel tempo per completare un'oscillazione completa, detta anche periodo; può

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anche essere individuata come la distanza da un punto dell'onda sinusoidale al corrispondente punto dell'onda sinusoidale successiva.

• frequenza: è il numero di oscillazioni nell'unità di tempo ed è quindi uguale all'inverso del periodo.

Lunghezza d'onda e frequenza sono legate tra loro dalla relazione:

λ= c f

dove:

c = velocità del suono nel mezzo (m/sec) f = frequenza (Hz)

λ = lunghezza d'onda

La velocità di propagazione del suono c è propria di ciascun mezzo e dipende dalla sua densità e, soprattutto nel caso dell'aria, dalla temperatura. Le grandezze di riferimento per alcuni mezzi sono le seguenti:

Tabella B: velocità del suono nei mezzi

Mezzo Velocità (m/sec) gomma 1000 acqua 1370-1400 vetro 5200-6100 calcestruzzo 5400 aria 344

Nel caso dell'aria, come accennato, la velocità di propagazione del suono varia fortemente con la temperatura, secondo una legge che può essere approssimata con la seguente formula:

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c= 331,4+0,6t (°C )

In campo libero, il suono prodotto da una sorgente puntiforme si propaga uniformemente in tutte le direzioni. Se immaginiamo una sfera di raggio

r con al centro il punto in cui ha origine il suono, la superficie di una

sfera di raggio 2 r sarà investita dalla stessa intensità del suono. Questo vuol dire che l'intensità del suono decresce con il quadrato della distanza dalla sorgente.

Di seguito altre grandezze fisiche di particolare importanza relative al suono.

Pressione sonora

La pressione sonora p è la variazione di pressione rispetto alla pressione di quiete prodotta dal fenomeno sonoro. La pressione sonora può assumere valori positivi o negativi, corrispondenti alla compressione o rarefazione del mezzo, e varia col tempo. Si può infatti anche parlare di

pressione sonora istantanea, cioè riferita ad un certo istante, ma più

spesso si fa riferimento alla pressione sonora efficace, cioè alla media quadratica della pressione sonora istantanea p(t) in un intervallo di tempo T:

peff=

T1

0

T

p2dt

La pressione sonora efficace può facilmente essere misurata con gli strumenti normalmente disponibili, ha valore sempre positivo e, nel caso di onda sinusoidale, è pari a:

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peff= pmax

2

Intensità del suono

È la quantità di energia che attraversa un area di sezione unitaria orientata normalmente alla direzione di propagazione:

I= p2 ρc

dove:

p = pressione sonora (N/mq) c = velocità del suono (m/sec)

ρ = densità del mezzo (kg/m3), per l'aria pari a 1,18

Il prodotto ρ c si chiama impedenza acustica caratteristica, è tipica del mezzo e per l'aria è pari a 400 rayl (1 rayl = 1 Pa sec/m).

Potenza sonora

La potenza sonora W di una sorgente è la quantità di energia sonora totale emessa dalla sorgente nell’unità di tempo.

W=IS= p2 ρcS

dove:

p = pressione sonora (N/mq) c = velocità del suono (m/sec) ρ = densità del mezzo (kg/m3)

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L'unità di misura della potenza sonora è il watt (w); dal momento che spesso le potenze sonore che si incontrano sono molto basse, si usa spesso il picowatt (pw) pari a 10-12 watt.

Vengono anche introdotte alcune grandezze più vicine alla natura psicofisica del suono, utili a quantificare la percezione soggettiva.

Il livello di potenza

Data l'ampia variabilità delle grandezze relative alla “forza” di un suono (potenza, pressione, ecc.) è più opportuno, anche in considerazione del fatto che la percezione consente più facilmente valutazioni relative che assolute, introdurre un riferimento basato su una scala logaritmica. Date queste considerazioni, si introduce la definizione di livello di potenza in riferimento alla potenza W0 :

Lw=log

(

WW

0

)

dove:

W è la potenza da misurare W0 = 1 picowatt = 10-12 watt

Il livello di potenza così espresso si misura in bell, ma per maggiore comodità si preferisce usare la decima parte del bell, ovvero il decibel; in questo caso il livello di potenza sarà pari a:

Lw=10log

(

WW

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Il livello di pressione

Analogamente si può fare riferimento al livello di pressione sonora espresso rispetto alla pressione p0 = 2·10-5 Pa.

Lp=20log

(

p

p0

)

in decibel (dB)

L’intervallo dei valori per il livello va allora da 0 a 120 dB.

La tabella B riporta valori di livello della pressione sonora di alcuni rumori caratteristici.

db(A) esempio valutazione soggettiva

140 in prossimità di un motore a jet

assordante 130 soglia del dolore

120 macchina per chiodatura

110 motociclo in accelerazione a pochi metri di distanza 100 clacson di automobile a pochi metri di distanza

molto forte 90 strada urbana rumorosa

80 locale pubblico rumoroso

forte 70 locale di dattilografia

60 traffico automobilistico libero

moderato 50 conversazione normale

40 radio TV a basso volume

debole 30 ambiente residenziale medio

20 ticchettio orologio

debolissimi 10 fruscio foglie

0 soglia di udibilità

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Il livello di intensità

Si può operare la stessa scelta anche per l’intensità sonora con un valore di riferimento convenzionalmente assunto pari a I0 = 10-12 w/m2:

Li=10log

(

I

I0

)

in decibel (dB)

Nella tabella C viene evidenziata la relazione esistente tra pressione sonora espressa in µPa, l'intensità sonora espressa in W/mq e il livello sonoro in decibel: questo raffronto giustifica la scelta della scala logaritmica.

pressione sonora

µPa intensità sonoraW/mq livello sonorodB

20 0,000000000001 0 60 0,00000000001 10 200 0,0000000001 20 600 0,000000001 30 2.000 0,00000001 40 6.000 0,0000001 50 20.000 0,000001 60 60.000 0,00001 70 200.000 0,0001 80 600.000 0,001 90 2.000.000 0,01 100 6.000.000 0,1 110 20.000.000 1 120

Tabella D: relazione tra pressione, intensità e livello sonoro

Può essere utile esplicitare alcune precisazioni relative alle grandezze appena definite: mentre il livello di potenza sonora fa riferimento all'energia emessa dalla sorgente ed è quindi indipendente dalle condizioni ambientali, il livello di pressione sonora dipende dalla

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potenza e dalla distanza della sorgente, oltre che dalle caratteristiche dell'ambiente in cui si propaga il suono. Generalmente, gli strumenti così come l'orecchio umano rilevano la pressione sonora mentre per risalire alla potenza della sorgente occorrono procedimenti di calcolo.

5.3 • La sensazione sonora

Le sensazioni sonore non dipendono solo dal livello di pressione sonora ma anche dalla composizione in frequenza del suono. Infatti, l’apparato uditivo introduce una ponderazione del livello sonoro dipendente dalla frequenza, ed al segnale così elaborato il cervello attribuisce un certo livello, necessariamente soggettivo, di sensazione sonora. Per valutare le sensazioni sonore occorre quindi impiegare strumenti di misura che, in qualche modo, imitino i processi fisiologici appena descritti fornendo dei risultati corrispondenti alle valutazioni medie illustrate nel seguito.

Il legame empirico tra i livelli medi di sensazione sonora, che vengono valutati in phon, e le pressioni sonore, che vengono valutate in decibel (dB), è stato determinato statisticamente in funzione della frequenza. Esso è rappresentato graficamente nella figura 4 dove sono riportate le varie curve isofoniche, cioè le curve i cui punti rappresentano combinazioni di frequenze e livelli di pressione sonora efficace che vengono percepiti con la stessa intensità soggettiva.

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Come si vede, le curve isofoniche sono definite in modo da far coincidere i valori in phon e decibel alla frequenza di 1000 Hz. Inoltre, le curve sono tagliate in alto al livello di 120 dB, pressione sonora corrispondente a quella che molti definiscono la soglia del fastidio, e in basso alla curva isofonica 4,2 phon, tratteggiata ed indicata con MAF (Minimum Audible

Field), cioè minimo livello di pressione sonora a cui un suono è udibile in

condizioni di ascolto normale.

Dal diagramma o audiogramma risulta poi chiaramente che l’orecchio umano è più sensibile alle frequenze medio-alte della banda acustica (500 - 5000 Hz), con un massimo di sensibilità intorno ai 3500 Hz, mentre

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presenta rapidi cali di sensibilità alle basse ed alle alte frequenze. Infine va notato che la scala delle frequenze, utilizzata in ascissa, è logaritmica. Il motivo, anche in questo caso, è fisiologico: l’orecchio umano risponde in modo logaritmico alle variazioni di frequenza, ed è sensibile non tanto alle variazioni di frequenza ∆f quanto alle variazioni di frequenza rispetto al livello esistente ∆f/f. Per convincersene basti ricordare che, ad esempio, ogni passaggio da un’ottava musicale all’ottava superiore implica un raddoppio di frequenza.

Per correlare il rilievo oggettivo delle pressioni sonore misurate alle sensazioni soggettive medie, gli strumenti di analisi acustica impiegano dei filtri di ponderazione – elettrici, elettronici o digitali – che attenuano le componenti del suono aventi frequenze alle quali l’orecchio umano ha sensibilità ridotta. Per la normalizzazione di questi filtri sono state definite le quattro curve di ponderazione illustrate nella figura 5, i cui andamenti sono tali che

• la curva A corrisponde all’incirca, alla curva isofonica di 40 phon; • la curva B corrisponde all’incirca, alla curva isofonica di 70 phon; • la curva C corrisponde all’incirca, alla curva isofonica di 100 phon e • la curva D corrisponda all’incirca, alle sensazioni di ugual fastidio.

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Ragioni di semplicità hanno successivamente portato ad abbandonare quasi completamente l’uso della curva B ed a privilegiare l’impiego della curva A nelle situazioni di uso pratico, riservando l’impiego della curva C alla valutazione dei disturbi arrecati da rumori impulsivi isolati, e l’impiego della curva D alla valutazione dei disturbi arrecati dai rumori aeronautici. I valori ottenuti da una misura per la quale si sia impiegata una curva di ponderazione vanno espressi riportando l’indicazione della curva stessa. Un livello di pressione sonora espresso in dB(A) indicherà, ad esempio, l’utilizzazione filtro ponderatore che realizza la curva A. Queste curve possono essere utili per confrontare la misurazione del rumore effettuata tramite i misuratori di livello sonoro o fonometri, strumenti adatti a trasformare la pressione sonora in segnale elettrico da elaborare successivamente in maniera opportuna al fine di ottenere gli

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indici descrittori del livello di rumore.

5.4 •Propagazione del suono all'aperto

Per semplicità, si consideri il campo di onde sferiche prodotte da una sorgente puntiforme. Una tale ipotesi è solo apparentemente restrittiva, dal momento che le sorgenti di dimensioni finite si comportano come puntiformi a distanze sufficientemente grandi rispetto alle loro dimensioni. Se la sorgente irradia con intensità uniforme in tutte le direzioni, a qualsivoglia distanza r > 0 dalla sorgente si ha:

I= W

4πr2

Se invece si ammette che l'irradiazione del suono non avvenga in maniera uniforme in tutte le direzioni, si introduce il fattore di direzionalità Q:

I=Q W

4πr2

Il contributo del fattore di direzionalità diventa importante quando, come nel caso di un teatro all'aperto, la sorgente puntiforme si trova su una superficie riflettente o in un angolo in cui convergono due o tre superfici riflettenti. I valori del fattore di direzionalità in questi casi sono piuttosto elevati, come si vede esaminando la figura 6, e non possono essere trascurati nei calcoli.

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A parte il contributo dato dal fattore di direzionalità, anche l'ambiente esterno condiziona fortemente la propagazione del suono, favorendola oppure ostacolandola a seconda delle condizioni. Sono complessi fenomeni dissipativi legati agli effetti del vento, del gradiente di temperatura, all’assorbimento di energia sonora da parte dell’aria e delle superfici lambite dall’onda di pressione come per esempio il terreno e la vegetazione.

Il livello medio di pressione sonora nella posizione del ricevitore, in bande di ottava in condizioni di sottovento, va calcolato nel range di frequenze che va da 63 Hz a 8000 Hz oppure ponderate secondo la curva di ponderazione A, utilizzando la relazione:

Lp=LW+D−Ageo−Aatm−Aground−Arefl−Ascreen− Amisc

dove:

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LW è il livello di potenza sonora della sorgente

D è l’indice di direttività della sorgente

Ageo è l’attenuazione da divergenza geometrica (sferica nel caso di

sorgente puntiforme)

Aatm è l’attenuazione dovuta all’assorbimento da parte dell’aria

Aground è l’attenuazione per effetto del suolo

Arefl è l’attenuazione dovuta a riflessioni da parte di ostacoli

Ascreen è l’attenuazione dovuta a effetti schermanti

Amisc è l’attenuazione dovuta alla somma di altri effetti come la presenza

di fogliame lungo la linea di propagazione, la presenza di un insediamento industriale, la propagazione attraverso un insediamento urbano.

È opportuno esaminare ciascuna componente, tenendo presente che ai fini del calcolo tutte le sorgenti sonore vengono ridotte a puntiformi.

temperatura e vento

La variazione di temperatura e il vento sono due fattori che influenzano in maniera molto diretta la velocità e la direzione di propagazione del suono, soprattutto a distanze elevate, dell'ordine di centinaia di metri. Come è già stato accennato, la velocità del suono nell'aria varia con la temperatura secondo una legge che, per valori della temperatura considerati normali quindi non troppo lontani dallo 0, può essere approssimata come segue:

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c= 331,4+0,6t (°C )

Durante le ore notturne, o in altre situazioni (neve, ghiaccio) in cui la superficie del suolo è fredda, si ha un gradiente termico in altezza positivo, in altre parole la temperatura è maggiore mano a mano che cresce la distanza dal suolo. Conseguentemente, anche la velocità del suono aumenterà con l'altezza e la direzione di propagazione tenderà ad incurvarsi verso il basso.

In questa situazione la propagazione del suono a distanza risulta accresciuta dallo sfruttamento dell'energia che normalmente si disperderebbe verso l'alto. Normalmente avviene il contrario, cioè il suolo accumula più calore dell'aria e quindi la temperatura diminuisce con l'altezza; in questa situazione la direzione di propagazione tende ad incurvarsi verso l'alto peggiorando la ricezione del suono anche per distanze piuttosto brevi.

Il vento può influenzare fortemente la propagazione del suono, modificando la direzione in cui essa avviene e aumentandone o diminuendone la portata. Se, infatti, raffiguriamo vettorialmente

Figura 30: curvatura delle onde di propagazione con gradiente termico positivo

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l'emissione sonora e il vento, la effettiva propagazione avverrà secondo un vettore che è somma vettoriale dei due. Per questo motivo, avere il vento che soffia alle spalle della scena in direzione degli spettatori rappresenta la condizione ideale.

assorbimento da parte dell'aria

Nella propagazione del suono all’aperto non è trascurabile, a grandi distanze, l’assorbimento da parte dell’aria. Questo è legato a effetti dissipativi, attriti interni al mezzo, che convertono parte dell’energia in calore. L’effetto è rilevabile considerando distanze pari a varie lunghezze d’onda. L’assorbimento è legato a due processi: l’assorbimento classico e il rilassamento rotazionale e vibrazionale delle molecole di ossigeno nell’aria.

Il primo include le perdite per diffusione e radiazione, le perdite dipendenti dalla condizione termica, significative alle basse frequenze, e le perdite da attrito che sono proporzionali al quadrato della frequenza, quindi rilevanti ad alte frequenze.

Nel range dell’udibile, l’assorbimento classico e responsabile solo dell’1% dell’assorbimento da parte dell’aria e può essere in generale trascurato. Nel secondo processo si riscontra che il rilassamento vibrazionale è preponderante rispetto a quello rotazionale ed è la causa principale dell’assorbimento del suono da parte dell’aria.

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propagazione, dalle impurità presenti nell’aria, dalla temperatura e dall’umidità. In generale l’assorbimento aumenta con la frequenza, con il decrescere dell’umidità (quindi con l’aumento della densità) e con il decrescere della temperatura, salvo che per alte frequenze e bassi valori di umidità.

Come si osserva dalla tabella D, a frequenze minori di 1000 Hz, con un’umidità relativa del 50% l’attenuazione dovuta all’aria è dell’ordine di 1-2 dB per chilometro, ma sale notevolmente alle alte frequenze. Quindi la semplice distanza altera lo spettro del rumore penalizzando le alte frequenze. t RH frequenza (Hz) (°C) (%) 63 125 250 500 1000 2000 4000 8000 10 70 0,1 0,4 1,0 1,9 3,7 9,7 32,8 117 20 70 0,1 0,3 1,1 2,8 5,0 9,0 22,9 76,6 30 70 0,1 0,3 1,0 3,1 7,4 12,7 23,1 59,3 15 20 0,3 0,6 1,2 2,7 8,2 28,2 88,8 202 15 50 0,1 0,5 1,2 2,2 4,2 10,8 36,2 129 15 80 0,1 0,3 1,1 2,4 4,1 8,3 23,7 82,8

Tabella E: coefficiente di attenuazione atmosferica (dB/km)

effetto del suolo

L'attenuazione dovuta al suolo è data dall'interferenza del suono diretto con il suono riflesso dal terreno stesso; le seguenti considerazioni assumono l'ipotesi di superficie piatta, orizzontale o di pendenza costante. Lo spazio tra sorgente e ricevitore è diviso in tre regioni:

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 regione della sorgente: copre uno spazio pari a trenta volte l'altezza della sorgente (hs) purché inferiore alla distanza

sorgente-ricevitore proiettata sul terreno (dp);

 regione del ricevitore: va dal ricevitore fino a una distanza pari a trenta volte l'altezza del ricevitore (hr) anche in questo caso

limitata al massimo alla distanza sorgente-ricevitore dp;

 regione intermedia: è compresa tra le due precedenti purché sia soddisfatta la condizione dp < (30 hs + 30 hr).

Il fattore terreno G descrive le proprietà del terreno ed è pari a 0 nel caso di terreno duro (pavimentazione, acqua, ghiaccio, cemento, terreni a bassa porosità), a 1 in caso di terreno poroso (erba, alberi, terreno coltivabile arato, ecc.) e assume un valore intermedio nel caso di terreno misto.

Per la valutazione dell'attenuazione dovuta al terreno occorre dapprima calcolare le attenuazioni relative alle tre regioni sopra descritte in funzione delle relative caratteristiche del terreno usando apposite tabelle. L'attenuazione totale dovuta al terreno sarà data dalla somma delle tre.

È possibile effettuare una valutazione più rapida dell'attenuazione dovuta al terreno Aground se sussistono le seguenti condizioni:

 spettro sonoro a larga banda o prevalentemente piatto (senza rilevanti componenti tonali);

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 si voglia calcolare solo il livello di pressione ponderato “A” nella posizione del ricevitore.

In questo caso si usa la formula:

Aground=4,8−2hm d

(

17+ 300 d

)

dove d = distanza sorgente-ricevitore

hm = altezza media del cammino di propagazione dal suolo

Eventuali valori negativi devono essere sostituito dal valore nullo.

schermi o barriere

Le barriere acustiche sono costituite da ostacoli fisici posti tra la sorgente S e il ricevitore A lungo la linea di propagazione del suono. Sorgente e ricevitore quindi non si “vedono”.

È essenziale che tali ostacoli abbiano un potere fono isolante alto, almeno 15-20 dB, altrimenti il suono che li attraversa non può risultare trascurabile.

Se tali condizioni sono soddisfatte le onde sonore possono raggiungere il ricevitore solo per diffrazione sui bordi della barriera, e non seguendo un percorso diretto.

L’attenuazione acustica dovuta alla barriera è rappresentata dal termine ∆L, ovvero dalla differenza tra il livello di pressione sonora in un dato punto in assenza della barriera Lp,0 e il livello di pressione sonora Lp,b che

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∆L = Lp,0 – Lp,b

Nel caso più generale l’energia acustica emessa dalla sorgente S raggiunge il ricevitore A attraverso la barriera, seguendo i diversi percorsi:

 diffrazione sul bordo superiore e sui bordi laterali della barriera (B,C,D),

 trasmissione attraverso lo schermo (SA),

 riflessioni e diffrazioni prodotte da sup. investite dal campo acustico della sorgente (SEA).

Nel caso di una barriera di altezza h infinitamente lunga, l’energia che raggiunge l’ascoltatore è quella trasmessa per diffrazione e l’attenuazione acustica della barriera può essere valutato facendo riferimento alla teoria di Maekawa (1968) attraverso la relazione:

∆Ld=10log (3+20 N ) per sorgenti puntiformi

∆Ld=10log (2+5,5 N ) per sorgenti lineari

in cui N rappresenta il numero di Fresnel (sempre positivo) pari a: δγ

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N= 2δ γ

dove:

γ = lunghezza d'onda della perturbazione sonora

δ = SB + BA – SA, differenza di percorso del raggio sonoro diretto e di

quello che subisce diffrazione; in caso di schermi profondi, δ = SB + BC+ CA – SA.

effetto della vegetazione

La presenza di un manto erboso, così come la presenza di piante e alberi attenua la propagazione dell’energia sonora ma i suoi effetti sono minor di quanto la sensibilità comune porti a credere: cominciano ad essere sensibili solo su distanze elevate e con spessori della cortina arborea ragguardevoli.

Diagrammi empirici consentono di ottenere una valutazione di massima dell'attenuazione che si riesce ad avere per effetto della vegetazione. A titolo indicativo in trenta metri di bosco fitto si può avere

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un’attenuazione di 5 dB.

5.5 •I teatri all'aperto

Parlare di teatri all'aperto in ambito architettonico significa fare immediatamente riferimento al teatro greco. Prima degli esempi forniti dalla civiltà ellenistica, infatti, i pochi spazi progettati per ospitare spettacoli teatrali avevano il solo scopo di consentire la visione della scena, contenendo la distanza tra attore e spettatore al di sotto di una decina di metri. Tra di questi il teatro di Cnosso a Creta, in cui fino a 500 persone potevano trovare posto sulle gradinate disposte su tre lati di uno spiazzo centrale rettangolare adibito a feste e giochi a carattere religioso.

Figura 33: il teatro situato nei pressi del palazzo di Cnosso a Creta

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Queste strutture, tuttavia, non erano progettate seguendo alcun criterio acustico a parte il ridurre la distanza tra attore e spettatore. Bisogna arrivare agli studi di Aristosseno, filosofo greco vissuto alla fine del IV secolo avanti Cristo, per avere i primi principi di acustica architettonica. L'enunciazione di base di Aristosseno era che le onde acustiche si propagano “come le onde di uno stagno, ma anche in verticale”. Egli comprese quindi che le onde acustiche si propagano come onde sferiche; in base a questo principio, i teatri greci furono realizzati inclinando il piano destinato agli spettatori in modo che le onde acustiche dirette li intercettassero senza incontrare ostacoli. Il teatro di Epidauro è stato costruito da Policleto il Giovane, contemporaneo di Aristosseno, avendo in mente questo criterio guida e presenta una inclinazione di circa 26° delle gradinate per meglio intercettare le onde sferiche.

Recenti studi hanno posto l’accento anche sul comportamento diffrattivo delle singole gradinate semicircolari. Agli spettatori, oltre al suono diretto proveniente dal proscenio e a quello riflesso dalla parete che lo delimita posteriormente, giunge anche la diffrazione multipla di tutte le

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gradinate che si trovano alle loro spalle, le quali agiscono in pratica da retro-riflettori.

Tale fenomeno assume molta importanza per i suoni alti (per il teatro di Epidauro la soglia sta proprio a 500 Hz), ed è invece molto debole per i mormorii degli spettatori, i rumori di vento e altri suoni ambientali relativamente profondi. Possiamo parlare di un effetto di filtraggio. Naturalmente anche gli armonici più bassi della voce umana vengono penalizzati, ma essi sono ricostruiti nell'orecchio dell'ascoltatore per la presenza dei tantissimi armonici elevati emessi dalle corde vocali.

Oltre alla forma vera e propria del teatro i greci utilizzavano altri accorgimenti per migliorarne l’acustica: gli scenari erano costituiti da telai rivestiti in pelle alti anche 10-12 metri, ossia l’altezza dell’estremo gradone della cavea in modo che le ultime file fossero soggette all’onda diretta rinforzata dalle riflessioni sul fondale scenico. Il palcoscenico era pavimentato in legno, in posizione elevata in modo da avere una

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notevole influenza sull’inclinazione dei raggi sonori, a parità di altre condizioni, infatti, con un palco sopraelevato risultava minore l’assorbimento del suono da parte degli spettatori, permettendo a questo di raggiungere anche le file più alte con una certa intensità. Inoltre leggeri riquadri in legno venivano posti tra gli intercolumni del proscenio, in modo da formare una cassa armonica al di sopra del piano della scena.

Questi accorgimenti costituiscono ancora oggi indicazioni utilissime per la realizzazione di un teatro all'aperto. Si potrebbe addirittura arrivare a dire che la scienza dell'acustica non ha fatto grandi passi avanti nel settore della progettazione dei teatri all'aperto da Aristosseno in poi. Sicuramente, buona parte della riuscita acustica dell'opera sta nella scelta del luogo destinato alla realizzazione dell'opera: la lontananza da fonti di rumori come autostrade, ferrovie o aeroporti è condizione primaria (che, come vedremo, nel caso in esame non è rispettata dalla localizzazione ma il disturbo è fortemente attenuato dalle condizioni ambientali) questo perché all’interno del teatro dovrà essere garantito un livello di rumore non superiore ai 40 dB.

Se il teatro è costruito in un terrapieno o altra struttura che lo inglobi, è bene che questa sovrasti l'ultima gradinata in modo da risultare una barriera acustica efficace. Una barriera verde, soprattutto se a foglie molto fitte e ampiamente diffusa, può essere molto utile per attenuare eventuali rumori esterni. Se un luogo è spesso spazzato da un vento

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superiore ai 10-15 km/h, questo può far deviare la normale propagazione rettilinea delle onde sonore; in questo caso è opportuno orientare lo spazio in modo che il vento soffi alle spalle della scena. Naturalmente è bene limitare anche eventuali rumori interni, ad esempio quelli dei passi di spettatori negli spazi di accesso che devono essere pavimentati in maniera da limitare il calpestio.

Le dimensioni del teatro, dove non sono previsti impianti di amplificazione, sono strettamente legate ad una buona audizione della voce umana. I limiti di udibilità sono stati studiati da vari sperimentatori che hanno ottenuto risultati leggermente diversi tra loro.

Per determinare l’intelligibilità della parola a diverse distanze dalla sorgente, si usa il metodo delle prove di articolazione. La percentuale media di articolazione è ottenuta dalla lettura di alcune liste standardizzate di parole prive di significato, generalmente gruppi monosillabici, e gli ascoltatori situati in vari punti del teatro scrivono quello che percepiscono. L’attore che legge è sul palcoscenico nella posizione della sorgente sonora. Dal confronto di ciò che ha letto e di quello che gli ascoltatori hanno trascritto si stabilisce la percentuale media di articolazione. In condizioni atmosferiche di calma la percentuale del 75%, ovvero il limite appena soddisfacente per la comprensione del parlato, si ha ad una distanza dalla sorgente sonora di 42 metri di fronte, 30 metri di fianco e 16 metri di spalle.

(30)

sono contenuti in 40 metri di profondità e 50 metri di larghezza. Tuttavia se la scena è circondata da un adatto riflettore sonoro, queste dimensioni possono essere ampliate.

5.6 • Quadro normativo

Secondo quanto scritto nel Libro Verde dell’Unione Europea sulle Politiche future in materia di inquinamento acustico del 1996, l'inquinamento acustico provocato dal traffico, dall'industria e dalle attività ricreative costituisce uno dei principali problemi ambientali a livello locale nelle aree urbane. Si ritiene che circa il 20% della popolazione dell'Europa occidentale sia esposta a livelli di rumorosità considerati inaccettabili da scienziati e esperti sanitari, ovvero superiori a 65 dB(A), e che altri 170 milioni di persone risiedono in aree con livelli compresi tra 55 e 65 dB(A), che sono livelli meno elevati, ma comunque seriamente dannosi. Il rumore può, quindi, costituire un reale danno alla salute.

Il problema è dovuto in larghissima parte alla grande diffusione, dei mezzi di trasporto individuali e collettivi; in base agli studi effettuati risulta, infatti, che la principale sorgente di rumore è rappresentata dal traffico stradale che affligge i nove decimi della popolazione europea esposta a livelli superiori a 65 dB(A).

Nonostante ci sia stata negli ultimi quindici-venti anni una notevole diminuzione nei livelli di emissione dei veicoli, non si sono avuti sviluppi

(31)

significativi nell‘esposizione al rumore: sembra in particolare aumentata l‘esposizione a livelli compresi fra 55 e 65 dB(A), apparentemente come risultato del rapido incremento dei volumi di traffico stradale.

I dati raccolti indicano la tendenza del rumore ad estendersi sia nel tempo, occupando anche il periodo notturno, sia nello spazio, interessando anche le aree rurali e suburbane; il previsto aumento negli anni futuri dei veicoli e del relativo chilometraggio, l'aumento del traffico aereo e lo sviluppo dei treni ad alta velocità sono ulteriori elementi di forte preoccupazione per le loro ripercussioni dal punto di vista dell‘inquinamento acustico.

A fronte di queste problematiche gli Stati Membri dell‘Unione Europea hanno redatto e adottato la Direttiva europea 2002/49/CE del 25 giugno 2002, che appare molto importante in quanto definisce un approccio comune volto ad evitare, prevenire o ridurre, secondo le rispettive priorità, gli effetti nocivi, compreso il fastidio, dell'esposizione al rumore ambientale.

“I dati relativi ai livelli di inquinamento acustico dovrebbero quindi essere rilevati, ordinati e presentati secondo criteri confrontabili” ed è necessario “fissare metodi comuni di valutazione del rumore ambientale e una definizione dei valori limite, in base a descrittori armonizzati atti alla determinazione dei livelli sonori. Tocca agli Stati membri stabilire concretamente tali valori limite tenendo conto tra l’altro della necessità di applicare il principio della prevenzione per preservare zone silenziose

(32)

negli agglomerati. I descrittori acustici comuni selezionati sono Lden per

determinare il fastidio e Lnight per determinare i disturbi del sonno”

definiti, a livello nazionale dal Decreto Legislativo n.194 del 19 agosto 2005 di attuazione della Direttiva europea.

Al momento dell’adozione della Direttiva europea in Italia, è già ben consolidata una metodologia per la mitigazione del rumore e la direttiva dà l'occasione di integrarla e migliorarla.

Legge Quadro n. 447 del 26 Ottobre 1995.

È la legge che stabilisce i principi fondamentali in materia di tutela dell’ambiente esterno e dell’ambiente abitativo dall’inquinamento acustico, ai sensi e per gli effetti dell'articolo 117 della Costituzione. Tra le definizioni troviamo quella di inquinamento acustico che è molto più ampia e articolata rispetto a quella di rumore del DPCM del 1 Marzo 1991 e ne dilata il settore di tutela.

La legge individua anche una nuova figura professionale: il tecnico competente che ha il compito di svolgere le attività tecniche connesse alla misurazione dell’inquinamento acustico, alla verifica del rispetto o del superamento dei limiti e alla predisposizione degli interventi di riduzione dell’inquinamento acustico.

Art. 2 Definizioni

(33)

abitativo o nell'ambiente esterno tale da provocare fastidio o disturbo al riposo ed alle attività umane, pericolo per la salute umana, deterioramento degli ecosistemi, dei beni materiali, dei monumenti, dell'ambiente abitativo o dell'ambiente esterno o tale da interferire con le legittime fruizioni degli ambienti stessi.

[…]

c) sorgenti sonore fisse: gli impianti tecnici degli edifici e le altre installazioni unite agli immobili anche in via transitoria il cui uso produca emissioni sonore; le infrastrutture stradali, ferroviarie, aeroportuali, marittime, industriali, artigianali, commerciali ed agricole; i parcheggi; le aree adibite a stabilimenti di movimentazione merci; i depositi dei mezzi di trasporto di persone e merci; le aree adibite ad attività sportive e ricreative

d) sorgenti sonore mobili: tutte le sorgenti sonore non comprese nella lettera c)

e) valori limite di emissione: il valore massimo di rumore che può essere emesso da una sorgente sonora, misurato in prossimità della sorgente stessa

f) valori limite di immissione: il valore massimo di rumore che può essere immesso da una o più sorgenti sonore nell'ambiente abitativo o nell'ambiente esterno, misurato in prossimità dei ricettori

g) valori di attenzione: il valore di rumore che segnala la presenza di un potenziale rischio per la salute umana o per l'ambiente

(34)

h) valori di qualità: i valori di rumore da conseguire nel breve, nel medio e nel lungo periodo con le tecnologie e le metodiche di risanamento disponibili, per realizzare gli obiettivi di tutela previsti dalla presente legge.

7. I valori di cui al comma 1, lettere e), f), g) e h) sono determinati in funzione della tipologia della sorgente, del periodo della giornata e della destinazione d'uso della zona da proteggere.

8. I valori limite di immissione sono distinti in:

a) valori limite assoluti, determinati con riferimento al livello equivalente di rumore ambientale

b) valori limite differenziali, determinati con riferimento alla differenza tra il livello equivalente di rumore ambientale e il rumore residuo.

Prima della legge quadro, dal DPCM 1/3/91 erano fissati i soli limiti di immissione, assoluti e differenziali. I limiti di emissione erano specificati, per particolari sorgenti, da normativa specifica. La legge innova e introduce anche i valori di attenzione e di qualità.

Nell’impostazione della legge quadro si nota l’attenzione a rumori che segnalano la presenza di un potenziale rischio per la salute o per l’ambiente e la qualità agli obiettivi di tutela.

(35)

Art. 8 Disposizioni in materia di impatto acustico

7. l progetti sottoposti a valutazione di impatto ambientale ai sensi dell'articolo 6 della legge 8 luglio 1986, n. 349, [...] devono essere redatti in conformità alle esigenze di tutela dall'inquinamento acustico delle popolazioni interessate.

8. Nell'ambito delle procedure di cui al comma 1, ovvero su richiesta dei comuni, i competenti soggetti titolari dei progetti o delle opere predispongono una documentazione di impatto acustico relativa alla realizzazione, alla modifica o al potenziamento delle seguenti opere:

a) aeroporti, aviosuperfici, eliporti;

b) strade di tipo A (autostrade), B (Strade extraurbane principali), C (strade extraurbane secondarie), D (strade urbane di scorrimento), E (strade urbane di quartiere) e F (strade locali)

[…] e) impianti sportivi e ricreativi; […]

9. È fatto obbligo di produrre una valutazione previsionale del clima acustico delle aree interessate alla realizzazione delle seguenti tipologie di insediamenti:

[…]

(36)

e) nuovi insediamenti residenziali prossimi alle opere di cui al comma 2.

DPCM del 14 Novembre 1997

Il Decreto determina i valori limite delle sorgenti sonore.

Tutti i limiti (emissione, immissione) e valori (attenzione, qualità) si basano sul “livello energetico medio secondo la curva di ponderazione A” (curva che simula la sensibilità dell’orecchio umano). Il limite di emissione, il limite assoluto di immissione, il valore di attenzione e il valore di qualità sono fissati come “livello equivalente” (LAeq) riferito all’intero periodo di riferimento (che può essere diurno oppure notturno). Il limite assoluto di immissione, il valore di attenzione e il valore di qualità vengono determinati come somma del rumore prodotto da tutte le sorgenti di rumore esistenti in un dato luogo (il decreto lo chiama rumore ambientale). L’emissione invece va riferita a una sorgente specifica ed è quindi un livello di sorgente che si valuta in corrispondenza di punti ricettori utilizzati da persone e comunità.

Il limite differenziale di immissione invece utilizza ancora un LAeq valutato su un tempo di misura rappresentativo del fenomeno sonoro della specifica sorgente che si vuol valutare.

Art. 1 Campo di applicazione

 Il presente decreto, in attuazione dell'art. 3, comma 1, lettera a) della legge 26 ottobre 1995, n. 447, determina i valori limite di

(37)

emissione, i valori limite di immissione, i valori di attenzione ed i valori di qualità, di cui all'art. 2, comma 1, lettere e), f), g) ed h); comma 2; comma 3, lettere a) e b), della stessa legge.

 I valori di cui al comma 1 sono riferiti alle classi di destinazione d'uso del territorio riportate nella tabella A allegata al presente decreto e adottate dai comuni ai sensi e per gli effetti dell'art. 4, comma 1, lettera a) e dell'art. 6, comma 1, lettera a), della legge 26 ottobre 1995, n. 447.

Art. 2. Valori limite di emissione

8. I valori limite di emissione, definiti all'art. 2, comma 1, lettera e), della legge 26 ottobre 1995, n.447, sono riferiti alle sorgenti fisse ed alle sorgenti mobili.

9. I valori limite di emissione delle singole sorgenti fisse di cui all'art. 2, comma 1, lettera c), della legge 26 ottobre 1995, n. 447, sono quelli indicati nella tabella B allegata al presente decreto.

Art. 3. Valori limite assoluti di immissione

15.I valori limite assoluti di immissione come definiti all'art. 2, comma 3, lettera a), della legge 26 ottobre 1995, n. 447, riferiti al rumore immesso nell'ambiente esterno dall'insieme di tutte le sorgenti sono quelli indicati nella tabella C allegata al presente decreto.

(38)

Art. 7. Valori di qualità

1. I valori di qualità di cui all'art. 2, comma 1, lettera h), della legge 26 ottobre 1995, n. 447, sono indicati nella tabella D allegata al presente decreto

(39)

Tabella F: classificazione del territorio comunale (art. 1)

CLASSE I aree particolarmente protette: rientrano in questa classe le aree nelle quali la quiete rappresenta un elemento di base per la loro utilizzazione: aree ospedaliere, scolastiche, aree destinate al riposo ed allo svago, aree residenziali rurali, aree di particolare interesse urbanistico, parchi pubblici, ecc.

CLASSE II aree destinate ad uso prevalentemente residenziale: rientrano in questa classe le aree urbane interessate prevalentemente da traffico veicolare locale, con bassa densità di popolazione, con limitata presenza di attività commerciali ed assenza di attività industriali e artigianali CLASSE III aree di tipo misto: rientrano in questa classe le aree urbane

interessate da traffico veicolare locale o di attraversamento, con media densità di popolazione, con presenza di attività commerciali, uffici con limitata presenza di attività artigianali e con assenza di attività industriali; aree rurali interessate da attività che impiegano macchine operatrici

CLASSE IV aree di intensa attività umana: rientrano in questa classe le aree urbane interessate da intenso traffico veicolare, con alta densità di popolazione, con elevata presenza di attività commerciali e uffici, con presenza di attività artigianali; le aree in prossimità di strade di grande comunicazione e di linee ferroviarie; le aree portuali, le aree con limitata presenza di piccole industrie.

CLASSE V aree prevalentemente industriali: rientrano in questa classe le aree interessate da insediamenti industriali e con scarsità di abitazioni.

CLASSE VI aree esclusivamente industriali: rientrano in questa classe le aree esclusivamente interessate da attività industriali e prive di insediamenti abitativi

(40)

Tabella G: valori limite di emissione - Leq in dB(A) (art. 2)

Classi di destinazione d’uso del territorio Tempi di riferimento

diurno (06.00-22.00) notturno (22.00-06.00)

I aree particolarmente protette 45 35

II aree prevalentemente residenziali 50 40

III aree di tipo misto 55 45

IV aree di intensa attività umana 60 50 V aree prevalentemente industriali 65 55 VI aree esclusivamente industriali 65 65

Tabella H: valori limite assoluti di immissione - Leq in dB (A) (art.3) Classi di destinazione d’uso del territorio Tempi di riferimento

diurno (06.00-22.00) notturno (22.00-06.00)

I aree particolarmente protette 50 40

II aree prevalentemente residenziali 55 45

III aree di tipo misto 60 50

IV aree di intensa attività umana 65 55 V aree prevalentemente industriali 70 60 VI aree esclusivamente industriali 70 70

Tabella I: valori di qualità - Leq in dB (A) (art.7) Classi di destinazione d’uso del territorio Tempi di riferimento

diurno (06.00-22.00) notturno (22.00-06.00)

I aree particolarmente protette 47 37

II aree prevalentemente residenziali 52 42

III aree di tipo misto 57 47

IV aree di intensa attività umana 62 52 V aree prevalentemente industriali 67 57 VI aree esclusivamente industriali 70 70

(41)

DM del 16 Marzo del 1998

Con questo decreto vengono descritte le tecniche di rilevamento e misurazione dell’inquinamento acustico, data la necessità di armonizzarle e tenendo conto delle peculiari caratteristiche del rumore emesso dalle infrastrutture di trasporto.

Vengono così definitivamente abbandonate le metodologie e le tecniche di misurazione fissate dal DPCM 1/3/91 e rimaste transitoriamente in vigore dopo l’emanazione del DPCM 14/11/97. I due decreti assieme quindi, il DPCM 14/11/97 e il DM 16/3/98, si integrano e fissano limiti, indicatori utilizzati per la definizione dei limiti, metodologie e tecniche per il controllo del rispetto dei limiti.

[...]

Art. 2. Strumentazione di misura

1. Il sistema di misura deve essere scelto in modo da soddisfare le specifiche di cui alla classe 1 delle norme EN 60651/1994 e EN 60804/1994. Le misure di livello equivalente dovranno essere effettuate direttamente con un fonometro conforme alla classe 1 delle norme EN 60651/1994 e EN 60804/1994. Nel caso di utilizzo di segnali registrati prima e dopo le misure deve essere registrato anche un segnale di calibrazione. La catena di registrazione deve avere una risposta in frequenza conforme a quella richiesta per la

(42)

classe 1 dalla EN 60651/1994 ed una dinamica adeguata al fenomeno in esame. L'uso del registratore deve essere dichiarato nel rapporto di misura.

2. I filtri e i microfoni utilizzati per le misure devono essere conformi, rispettivamente, alle norme EN 61260/1995 (IEC 1260) e EN 1/1994, EN 2/1993, EN 3/1995, EN 61094-4/1995. I calibratori devono essere conformi alle norme CEI 29-4. 3. La strumentazione e/o la catena di misura, prima e dopo ogni

ciclo di misura, deve essere controllata con un calibratore di classe 1, secondo la norma IEC 942:1988. Le misure fonometriche eseguite sono valide se le calibrazioni effettuate prima e dopo ogni ciclo di misura, differiscono al massimo di 0,5 dB. In caso di utilizzo di un sistema di registrazione e di riproduzione, i segnali di calibrazione devono essere registrati.

4. Gli strumenti ed i sistemi di misura devono essere provvisti di certificato di taratura e controllati almeno ogni due anni per la verifica della conformità alle specifiche tecniche. Il controllo periodico deve essere eseguito presso laboratori accreditati da un servizio di taratura nazionale ai sensi della legge 11 agosto 1991, n. 273.

5. Per l'utilizzo di altri elementi a completamento della catena di misura non previsti nelle norme di cui ai commi 1 e 2 del presente articolo, deve essere assicurato il rispetto dei limiti di tolleranza

(43)

della classe 1 sopra richiamata.

Art. 3. Modalità di misura del rumore

1. I criteri e le modalità di esecuzione delle misure sono indicati nell'allegato B al presente decreto di cui costituisce parte integrante.

2. I criteri e le modalità di misura del rumore stradale e ferroviario sono indicati nell'allegato C al presente decreto di cui costituisce parte integrante.

3. Le modalità di presentazione dei risultati delle misure sono riportate nell'allegato D al presente decreto di cui costituisce parte integrante.

[...]

ALLEGATO A Definizioni

1. Sorgente specifica: sorgente sonora selettivamente identificabile che costituisce la causa del potenziale inquinamento acustico. 2. Tempo a lungo termine (TL): rappresenta un insieme

sufficientemente ampio di TR all'interno del quale si valutano i

valori di attenzione. La durata di TL è correlata alle variazioni dei

fattori che influenzano la rumorosità di lungo periodo.

3. Tempo di riferimento (TR): rappresenta il periodo della giornata

all'interno del quale si eseguono le misure. La durata della giornata è articolata in due tempi di riferimento: quello diurno

(44)

compreso tra le h 6,00 e le h 22,00 e quello notturno compreso tra le h 22,00 e le h 6,00.

4. Tempo di osservazione (TO): è un periodo di tempo compreso in TR

nel quale si verificano le condizioni di rumorosità che si intendono valutare.

5. Tempo di misura (TM): all'interno di ciascun tempo di osservazione,

si individuano uno o più tempi di misura (TM) di durata pari o

minore del tempo di osservazione in funzione delle caratteristiche di variabilità del rumore ed in modo tale che la misura sia rappresentativa del fenomeno.

6. Livelli dei valori efficaci di pressione sonora ponderata «A»: LAS ,

LAF , LAI. Esprimono i valori efficaci in media logaritmica mobile

della pressione sonora ponderata «A» LPA secondo le costanti di

tempo "slow" "fast", "impulse".

7. Livelli dei valori massimi di pressione sonora LASmax , LAFmax , LAImax.

Esprimono i valori massimi della pressione sonora ponderata in curva «A» e costanti di tempo "slow", "fast", "impulse".

8. Livello continuo equivalente di pressione sonora ponderata «A»: valore del livello di pressione sonora ponderata «A» di un suono costante che, nel corso di un periodo specificato T, ha la medesima pressione quadratica media di un suono considerato, il cui livello varia in funzione del tempo:

(45)

LAeq,T=10log

[

1 t2−t1

0 T p A 2(t ) p02 dt

]

[dB(A)]

dove LAeq,T è il livello continuo equivalente di pressione sonora

ponderata «A» considerato in un intervallo di tempo che inizia all'istante t1 e termina all'istante t2 ; pA(t) è il valore istantaneo

della pressione sonora ponderata «A» del segnale acustico in Pascal (Pa); p0 = 20 μPa è la pressione sonora di riferimento.

9. Livello continuo equivalente di pressione sonora ponderata «A» relativo al tempo a lungo termine TL (LAeq,TL): il livello continuo

equivalente di pressione sonora ponderata «A» relativo al tempo a lungo termine (LAeq,TL) può essere riferito:

a) al valore medio su tutto il periodo, con riferimento al livello continuo equivalente di pressione sonora ponderata «A» relativo a tutto il tempo TL, espresso dalla relazione:

LAeq,TL=10log

[

1

N

i=1

N

100,1(LAeq,TR)i

]

[dB(A)]

essendo N i tempi di riferimento considerati

b) al singolo intervallo orario nei TR. In questo caso si individua un

TM di 1 ora all'interno del TO nel quale si svolge il fenomeno in

esame. (LAeq ,TL) rappresenta il livello continuo equivalente di

pressione sonora ponderata «A» risultante dalla somma degli M tempi di misura TM, espresso dalla seguente relazione:

LAeq,TL=10log

[

1

M

i=1

M

(46)

dove i è il singolo intervallo di 1 ora nell'iesimo TR. È il livello che si confronta con i limiti di attenzione.

10.Livello sonoro di un singolo evento LAE, (SEL): è dato dalla

formula: SEL=LAE=10log

[

t1 0

t1 t2 p2A(t ) p02 dt

]

[dB(A)] dove

t1 − t2 è un intervallo di tempo sufficientemente lungo da

comprendere l'evento

t0 la durata di riferimento

11. Livello di rumore ambientale (LA): è il livello continuo equivalente di pressione sonora ponderato «A», prodotto da tutte le sorgenti di rumore esistenti in un dato luogo e durante un determinato tempo. Il rumore ambientale è costituito dall'insieme del rumore residuo e da quello prodotto dalle specifiche sorgenti disturbanti, con l'esclusione degli eventi sonori singolarmente identificabili di natura eccezionale rispetto al valore ambientale della zona. È il livello che si confronta con i limiti massimi di esposizione:

1) nel caso dei limiti differenziali, è riferito a TM;

2) nel caso di limiti assoluti è riferito a TR.

12.Livello di rumore residuo (LR): è il livello continuo equivalente di pressione sonora ponderato «A», che si rileva quando si esclude la

(47)

specifica sorgente disturbante. Deve essere misurato con le identiche modalità impiegate per la misura del rumore ambientale e non deve contenere eventi sonori atipici.

13.Livello differenziale di rumore (LD): differenza tra il livello di rumore ambientale (LA) e quello di rumore residuo (LR):

LD = (LA – LR)

14.Livello di emissione: è il livello continuo equivalente di pressione sonora ponderato «A», dovuto alla sorgente specifica. E' il livello che si confronta con i limiti di emissione.

15.Fattore correttivo (Ki): è la correzione in dB(A) introdotta per tener conto della presenza di rumori con componenti impulsive, tonali o di bassa frequenza il cui valore è di seguito indicato:

per la presenza di componenti impulsive KI = 3 dB per la presenza di componenti tonali KT = 3 dB

per la presenza di componenti in bassa frequenza KB = 3 dB

I fattori di correzione non si applicano alle infrastrutture dei trasporti.

16.Presenza di rumore a tempo parziale: esclusivamente durante il tempo di riferimento relativo al periodo diurno, si prende in considerazione la presenza di rumore a tempo parziale, nel caso di persistenza del rumore stesso per un tempo totale non superiore ad un'ora. Qualora il tempo parziale sia compreso in 1 h il valore del rumore ambientale, misurato in Leq(A) deve essere

(48)

diminuito di 3 dB(A); qualora sia inferiore a 15 minuti il Leq(A)

deve essere diminuito di 5 dB(A).

17.Livello di rumore corretto (LC): è definito dalla relazione:

LC = LA + KI + KT + KB

ALLEGATO B Norme tecniche per l’esecuzione delle misure [...]

2. La misura dei livelli continui equivalenti di pressione sonora ponderata «A» nel periodo di riferimento (Laeq,TR) può essere

eseguita:

a) per integrazione continua. Il valore LAeq,TR viene ottenuto

misurando il rumore ambientale durante l'intero periodo di riferimento, con l'esclusione eventuale degli interventi in cui si verificano condizioni anomale non rappresentative dell'area in esame;

b) con tecnica di campionamento. Il valore LAeq,TR viene calcolato

come media dei valori del livello continuo equivalente di pressione sonora ponderata «A» relativo agli intervalli del tempo di osservazione (T0)i . Il valore di LAeq,TR è dato dalla relazione:

LAeq,TR=10log

[

1

TR

i=1

n

100,1(LAeq,T0)i

]

[dB(A)]

3. La metodologia di misura rileva valori di (LAeq,TR) rappresentativi

(49)

esame, della tipologia della sorgente e della propagazione dell'emissione sonora. La misura deve essere arrotondata a 0,5 dB. 4. Il microfono da campo libero deve essere orientato verso la

sorgente di rumore; nel caso in cui la sorgente non sia localizzabile o siano presenti più sorgenti deve essere usato un microfono per incidenza casuale. Il microfono deve essere montato su apposito sostegno e collegato al fonometro con cavo di lunghezza tale da consentire agli operatori di porsi alla distanza non inferiore a 3 m dal microfono stesso.

[...] 6. Misure in esterno.

Nel caso di edifici con facciata a filo della sede stradale, il microfono deve essere collocato a 1 m dalla facciata stessa. Nel caso di edifici con distacco dalla sede stradale o di spazi liberi, il microfono deve essere collocato nell'interno dello spazio fruibile da persone o comunità e, comunque, a non meno di 1 m dalla facciata dell'edificio. L'altezza del microfono sia per misure in aree edificate che per misure in altri siti, deve essere scelta in accordo con la reale o ipotizzata posizione del ricettore.

7. Le misurazioni devono essere eseguite in assenza di precipitazioni atmosferiche, di nebbia e/o neve; la velocità del vento deve essere non superiore a 5 m/s. Il microfono deve essere comunque munito di cuffia antivento. La catena di misura deve essere

(50)

compatibile con le condizioni meteorologiche del periodo in cui si effettuano le misurazioni e comunque in accordo con le norme CEI 29-10 ed EN 60804/1994.

8. Rilevamento strumentale dell'impulsività dell'evento:

Ai fini del riconoscimento dell'impulsività di un evento, devono essere eseguiti i rilevamenti dei livelli LAImax e LASmax per un tempo di misura

adeguato. Detti rilevamenti possono essere contemporanei al verificarsi dell'evento oppure essere svolti successivamente sulla registrazione magnetica dell'evento.

9. Riconoscimento dell'evento sonoro impulsivo:

Il rumore è considerato avente componenti impulsive quando sono verificate le condizioni seguenti:

- l'evento è ripetitivo;

- la differenza tra LAImax e LASmax è superiore a 6 dB;

- la durata dell'evento a -10 dB dal valore LAFmax è inferiore a 1 s.

L'evento sonoro impulsivo si considera ripetitivo quando si verifica almeno 10 volte nell'arco di un'ora nel periodo diurno ed almeno 2 volte nell'arco di un'ora nel periodo notturno.

La ripetitività deve essere dimostrata mediante registrazione grafica del livello LAF effettuata durante il tempo di misura TM.

LAeq,TR viene incrementato di un fattore KI così come definito al

punto 15 dell'allegato A.

(51)

Al fine di individuare la presenza di Componenti Tonali (CT) nel rumore, si effettua un'analisi spettrale per bande normalizzate di 1/3 di ottava. Si considerano esclusivamente le CT aventi carattere stazionario nel tempo ed in frequenza. Se si utilizzano filtri sequenziali si determina il minimo di ciascuna banda con costante di tempo Fast. Se si utilizzano filtri paralleli, il livello dello spettro stazionario è evidenziato dal livello minimo in ciascuna banda. Per evidenziare CT che si trovano alla frequenza di incrocio di due filtri ad 1/3 di ottava, possono essere usati filtri con maggiore potere selettivo o frequenze di incrocio alternative. L'analisi deve essere svolta nell'intervallo di frequenza compreso tra 20 Hz e 20 kHz. Si è in presenza di una CT se il livello minimo di una banda supera i livelli minimi delle bande adiacenti per almeno 5 dB. Si applica il fattore di correzione KT come definito al punto 15 dell'allegato A, soltanto se la CT tocca una isofonica eguale o superiore a quella più elevata raggiunta dalle altre componenti dello spettro. La normativa tecnica di riferimento è la ISO 266:1987.

11.Presenza di componenti spettrali in bassa frequenza:

Se l'analisi in frequenza svolta con le modalità di cui al punto precedente, rileva la presenza di CT tali da consentire l'applicazione del fattore correttivo KT nell'intervallo di frequenze compreso fra 20 Hz e 200 Hz , si applica anche la correzione KB

(52)

così come definita al punto 15 dell'allegato A, esclusivamente nel tempo di riferimento notturno.

Legge Regionale 9 maggio 2001, n. 15

La Regione Emilia-Romagna ha emanato, in attuazione dell'art. 4 della Legge 26 ottobre 1995, n. 447, la legge regionale n. 15 del 9 maggio 2001 che assegna ai Comuni il compito di realizzare la classificazione acustica del territorio; inoltre prevede l'obbligo per le imprese, entro sei mesi dall'approvazione della classificazione acustica, di verificare la rispondenza dei propri valori ai limiti di legge ed eventualmente di predisporre un piano di risanamento. Naturalmente la legge prevede l'emanazione di varie delibere attuative. Tra queste:

 Delibera della Giunta Regionale del 24/04/2006 n. 591 (55.14 kB)

Individuazione degli agglomerati e delle infrastrutture stradali di interesse provinciale ai sensi dell'art.7 c. 2 lett.a) Decreto Legislativo 19 agosto 2005 n. 194 recante 'Attuazione della direttiva 2002/49/ce relativa alla determinazione e alla gestione del rumore ambientale'.

 Delibera della Giunta Regionale del 14/04/2004 n. 673 (40.76 kB)

Criteri tecnici per la redazione della documentazione di previsione di impatto acustico e della valutazione del clima acustico ai sensi della LR 9/05/01, n.15 recante "Disposizioni in

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materia di inquinamento acustico"

 Delibera di Giunta Regionale del 08/07/2002 n. 1203 (8.73 kB)

Direttiva per il riconoscimento della figura di tecnico competente in acustica ambientale

 Delibera della Giunta Regionale del 21/01/2002 n. 45 (38.79 kB)

Criteri per il rilascio delle autorizzazioni per particolari attività ai sensi dell?art. 11, comma 1 della L.R. 9 maggio 2001, n. 15 recante 'Disposizioni in materia di inquinamento acustico'

 Delibera della Giunta Regionale del 09/10/2001 n. 2053 (86.70 kB)

Criteri e condizioni per la classificazione acustica del territorio ai sensi del comma 3 dell'art. 2 della L.R. 9 maggio 2001, n. 15 recante "Disposizioni in materia di inquinamento acustico"

Art. 2 Classificazione acustica

1. Per l'applicazione dei valori previsti all'art. 2, comma 1, lett. e), f), g) e h) della Legge n. 447 del 1995 i Comuni provvedono alla classificazione acustica del proprio territorio per zone omogenee.

2. I Comuni possono individuare territori di rilevante interesse paesaggistico-ambientale e turistico per i quali si applicano valori inferiori a quelli previsti al comma 1; tali riduzioni non si applicano ai servizi pubblici essenziali di cui all'art. 1 della Legge 12 giugno 1990, n. 146 recante "Norme sull'esercizio del diritto di

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sciopero nel servizi pubblici essenziali e sulla salvaguardia dei diritti della persona costituzionalmente tutelati".

3. Per le finalità di cui ai commi 1 e 2 la Giunta regionale entro sessanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge, sentita la Commissione consiliare competente, fissa i criteri e le condizioni per la classificazione del territorio comunale, secondo quanto previsto dall'art. 4, comma 1, lett. a) e f), della Legge n. 447 del 1995.

4. All'interno del territorio urbanizzato o suscettibile di urbanizzazione le aree contigue, anche appartenenti a comuni contermini, non possono avere valori che si discostano in misura superiore a 5 dBA di livello sonoro equivalente misurato secondo i criteri generali stabiliti dal Decreto del Ministero dell'Ambiente 16 marzo 1998 recante "Tecniche di rilevamento e di misurazione dell'inquinamento acustico" .

[…] Art. 5

Piani comunali di risanamento acustico

1. I Comuni adottano il Piano di risanamento acustico qualora:

a) non sia possibile rispettare nella classificazione acustica il divieto di cui al comma 4 dell'art. 2, a causa di preesistenti destinazioni d'uso del territorio;

Figura

Figura 24: la propagazione del suono nel mezzo
Figura 25: Compressione e rarefazione  dell'aria nella propagazione del suono
Figura 26: l'onda sonora
Tabella B: velocità del suono nei mezzi Mezzo Velocità  (m/sec) gomma 1000 acqua 1370-1400 vetro 5200-6100 calcestruzzo 5400 aria 344
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Riferimenti

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