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Parte 3: IL PROGETTO URBANO Capitolo 1: L’IDEA GENERALE

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Capitolo 1: L’IDEA GENERALE

Parte 3: IL PROGETTO URBANO

Capitolo 1: L’IDEA GENERALE

Il concetto di base è la creazione, nell’area di HPC, di un centro di istruzione professionale e di piccole e medie imprese. Oltre al rapporto reciproco tra le due, la variabilità della scuola tecnica permette una trasformazione graduale delle costruzioni finalizzate alle aziende in base alla loro necessità. È quindi possibile reagire ad una richiesta continuamente mutabile nel tempo. Se, in una prima fase, la realizzazione della scuola professionale richiederà una conversione costante, nella seconda, si potrà avanzare gradualmente in relazione al bisogno del momento.

Si conservano i volumi della maggior parte degli edifici, vista la presenza di elementi costruttivi di alto interesse architettonico. Essi costituiscono la memoria di una tipologia di fabbricati che possono essere considerati repertorio di archeologia industriale.

L’area verrà integrata con abitazioni e servizi. L’inserimento di queste strutture, atto a ricucire e stabilire un dialogo forte con il contesto, garantirà oltre ad i servizi “fisiologici” (attrezzature commerciali, di ristorazione e residenziali) di cui necessita la zona, anche un insieme di “servizi attrattori” a scala territoriale (auditorium, sala conferenze, scuola).

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Qui non risulta economicamente conveniente mantenere gli edifici esistenti, i quali hanno un valore nullo e non fanno parte della lista dei monumenti da tutelare. In un primo momento, quindi, verrà realizzata una superficie a verde, con un percorso sul fiume, che, se da una parte permetterà la valorizzazione del Wupper , darà alla zona anche un certo grado di flessibilità. Le possibili future varianti, che dipendono dalle prime due fasi, sono la realizzazione di abitazioni oppure di uffici se i locali attuali non sono sufficienti.

1.1

LA STRUTTURA

Per quanto riguarda la struttura, quindi i corpi di fabbrica e i percorsi tra essi, gli edifici vanno a formare tre file parallele, mantenendo l’originario impianto che, come visto negli studi precedentemente descritti, era necessario conservare.

Parallelamente e perpendicolarmente a queste serie, degli assi tagliano l’area, delineando nuovi relazioni tra i suoi elementi. Essi sono sia immaginari, in quanto linee di fuga visive, sia reali, costituiti dai percorsi pedonali e dai canali. In questo modo si va a risolvere il problema della mancanza di rapporti tra Obergraben e Werksweg e si crea un legame tra l’area e l’ambiente circostante, per un ottima fruizione del sito.

Poiché nessuna importanza era data al contatto, sia visivo che fisico, con il fiume, si era perduto il rapporto con l’ambiente. Questo viene recuperato tramite una zona a verde nella parte sud-ovest dell’area. Una passeggiata pedonale si sviluppa secondo una curva armonica lungo l’affaccio sul fiume e scende a gradoni verso esso andando a formare un’ampia terrazza. Il percorso, conducendo il flusso pedonale all’interno del sito, contribuirà a dotare di una nuova identità il paesaggio e il suo godimento, oltre che ad aprire il centro abitato verso il fiume.

La zona a verde svolgerà anche la funzione di filtro, dividendo la centrale dal resto degli edifici.

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Capitolo 1: L’IDEA GENERALE

La maggior parte del traffico veicolare rimane all’esterno e viene fermato nei parcheggi, all’aperto e al coperto, ai limiti dell’area. Arrivando, sarà quindi possibile lasciare l’auto nel parcheggio e continuare a piedi.

Sarà comunque possibile accedere alla zona tramite un nuovo ingresso che risolverà il problema del limite di altezza di quello attuale. Una nuova strada sarà quindi realizzata nell’ex Obergraben che, essendo riservata ai soli dipendenti della centrale e degli uffici a sud e ai qui residenti, sarà interessata da uno scarso flusso veicolare. Per questo è previsto qui anche il passaggio di biciclette senza l’obbligo di creare un’apposita pista ciclabile.

A piedi sarà possibile entrare anche tramite una scalinata che, da Raderberg, porta direttamente nella zona a verde a sud.

L’intero complesso sarà ridefinito tramite l’accostamento tra vecchio e nuovo: alle strutture esistenti se ne accostano di nuove contrassegnate dalla semplicità delle forme e dalla riconoscibilità.

Una nuova struttura, una sorta di ponte, rafforza il sistema distributivo esistente permettendo un uso più razionale dell’insieme: attraverso di esso sarà possibile accedere al complesso I (che ospiterà la scuola) e al IV (alloggio per gli studenti) direttamente dal parcheggio esterno. Poiché sarà realizzato in vetro con struttura in acciaio, la trasparenza ne annullerà l’impatto con l’esistente. Tuttavia è stato adottato uno schema un po’ rigido, evitando così una soluzione troppo diversa dall’impianto degli edifici presenti e quindi di essere con questi stridente.

Particolare attenzione è stata posta sulla componente “acqua”. Essa, infatti, rappresenta innanzitutto il legame con il paesaggio e in particolar modo con il Wupper: i canali perpendicolari alle tre file di edifici, suggeriscono l’idea di permeabilità nei confronti del fiume. In secondo luogo costituisce il simbolo dei

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Capitolo 1: L’IDEA GENERALE 01 0 4 0 20 30 34 8 2 9 2 6

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ISTRUZIONE 1 - edificio scolastico 2 - laboratorio 3 - alloggio studenti 4 - palestra 5 - mensa UFFICI ABITAZIONI ESERCIZI COMMERCIALI 6 - caffè 7 - negozio 8 - sala conferenze 9 - centrale elettrica PERCORSO PEDONALE

PERCORSO AUTO - BICI

AREA A VERDE

La zona risulterà quindi divisa in due parti:

una pubblica, che comprende gli edifici destinati alla scuola, al caffè e negozi, e il percorso pedonale sul fiume

una privata, che comprende i laboratori per le esercitazioni scolastiche, gli uffici e le eventuali abitazioni dei dipendenti.

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1.2 LE FASI DI SVILUPPO

PRIMA FASE DI SVILUPPO

In questa fase verrà realizzato il centro di istruzione professionale. Verranno interessati i complessi I, II e IV che, facendo parte della lista dei monumenti, costituiscono una priorità rispetto agli altri. Insieme all’apertura del caffè e dei negozi nei complessi XV e XVI, la scuola servirà da centro attrattore verso l’area, permettendo la raccolta di fondi necessaria per continuare il progetto nei restanti edifici.

SECONDA FASE DI SVILUPPO

In essa verranno riorganizzati gli edifici situati al centro dell’area per poter ospitare gli uffici di piccole e medie aziende. Questo avverrà gradualmente, in relazione alla domanda di alloggio delle imprese, in modo da avere il più piccolo rischio di investimento. In questa fase verrà anche affrontato il miglioramento delle strade interne alla zona.

TERZA FASE DI SVILUPPO

Una volta che la scuola e le imprese avranno fruttato e si potrà contare su una situazione economicamente stabile, potrà essere considerata la parte a sud-ovest della zona. Una prima variante è la realizzazione di abitazioni intese soprattutto come dimore dei dipendenti delle aziende, in numero e genere adatti alla domanda. Questa prima ipotesi non è però la migliore a causa della prevalente presenza di ombra della zona. L’alternativa è la costruzione di edifici ad uso delle aziende residenti. Se questa richiesta non c’è, la superficie libera verrà lasciata a verde.

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Capitolo 1: L’IDEA GENERALE

Pianta generale di progetto

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Ponte pedonale

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Capitolo 1: L’IDEA GENERALE

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Capitolo 2: LE DESTINAZIONI D’USO

2.1 LA BERUFSCHULE

Gli edifici a servizio della scuola si concentrano nella zona nord dell’area. si è pensato a quella che in Germania è chiamata “Berufschule”, ovvero istituto di istruzione secondaria superiore tecnica e professionale con apprendistato, il cui insegnamento verrà svolto, oltre che in corsi teorici, in esercitazioni pratiche, per le quali verranno realizzati laboratori sfruttando i capannoni esistenti, e in tirocini presso le aziende che prenderanno posto nell’area.

Verranno creati anche una mensa, un bar, una biblioteca, spazi per lo sport, una sala multifunzionale (per conferenze o altro) e alloggi per gli studenti.

Attualmente le scuole professionali presenti nei dintorni di Radevormwald sono:

- Halver-Ostendorf (distanza da Radevormwald: 11 km) Eugen-Schmalenbach-Berufskolleg (ESBK)

- Remscheid (14 km) Akademie Remscheid Berufskolleg Technik Wirtschaft und Verwaltung - Wipperfürth (19 km):

Berufskolleg

- Wuppertal (22 km):

Technische Akademie Wuppertal Am Haspel

Elberfeld

Berufskolleg Barmen Berufskolleg Kohlstraße

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Capitolo 2: LE DESTINAZIONI D’USO

- Solingen (27 km):

Friedrich-List-Berufskolleg

Technisches Berufskolleg Solingen

Zentralfachschule der Deutschen Süßwarenwirtschaft - Gummersbach (43 km): Berufskolleg - Velbert (50 km): Berufskolleg Niederberg - Bergisch Gladbach (52 km): Berufskolleg

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2.2 GLI UFFICI

Gli edifici situati al centro dell’area sono sfruttati come uffici.

In Radevormwald attualmente circa 160 ha di superficie sono sfruttati per usi commerciali e industriali. Sono presenti soprattutto piccole e medie imprese, di cui la maggior parte nel campo dell’elettrotecnica, metallurgia, della lavorazione dei materiali sintetici e dell’ingegneria meccanica. La costante richiesta diretta alle piccole aziende giustifica l’ulteriore uso della zona HPC per scopi concernenti questi settori. La vicinanza della zona residenziale e la difficoltà di accesso alla zona da parte di mezzi pesanti, non permette però l’istituzione di officine o locali ad uso industriale. Verranno quindi realizzati solamente uffici.

2.3 L’ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO IN GERMANIA

Schema dell’organizzazione scolastica tedesca:

Grundschule

(4 anni)

Gymnasium

(9 anni)

Realschule

(6 anni)

Hauptschule

(6 anni)

Berufausbildung

(3 anni)

Universität

(4 anni)

Sistema duale:

2 giorni scuola (teoria)

3 giorni azienda (pratica)

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Capitolo 2: LE DESTINAZIONI D’USO

In Germania è presente la cosiddetta “Alternanza lavorativa”, la quale viene offerta dal sistema duale (sistema di istruzione che si svolge in due luoghi di formazione: a scuola, Berufsschule, e in azienda). Obiettivo di questa formazione è quello di fornire un’ampia preparazione professionale di base e le conoscenze e le abilità tecniche necessarie per svolgere un’attività professionale qualificata (il sistema duale offre circa 350 qualifiche riconosciute).

La formazione nel sistema duale è fondamentalmente aperta a tutti, dopo avere completato il ciclo dell’obbligo (dai 15 anni in poi). Due terzi dei giovani ottengono una qualifica professionale nell’ambito del sistema duale.

I corsi possono avere una durata biennale o triennale, a seconda della professione scelta.

Generalmente, gli studenti passano tre o quattro giorni alla settimana sul posto di lavoro e due giorni presso la Berufsschule. La formazione nella Berufsschule è finanziata con fondi pubblici messi a disposizione dal Land o dagli enti locali.

La formazione in azienda è regolata dalle disposizioni legislative specifiche dello Stato federale, la legge sulla formazione professionale (Berufsbildungsgesetz) e la regolamentazione sull'artigianato (Handwerksordnung) che disciplinano il rapporto di formazione professionale tra il giovane e l'azienda, oltre a tutte le questioni relative alla regolamentazione e all'organizzazione della formazione professionale.

La formazione si svolge in base a un contratto di lavoro fra l'azienda che provvede alla formazione e lo studente interessato. Questo definisce gli obiettivi della formazione (a seconda della professione prescelta), la durata, il numero di ore dedicate ogni giorno alla formazione, la modalità di pagamento e la

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programma quadro inserito poi nel programma specifico di formazione dell'azienda di riferimento.

Anche i contenuti previsti per la Berufsschule vengono stabiliti in un programma quadro che stabilisce le aree di insegnamento, gli obiettivi educativi, i contenuti dei corsi e le linee guida relative all'orario.

L'adeguatezza delle aziende e del personale responsabile della formazione viene accertata e costantemente monitorata dagli organi competenti rappresentativi dei vari settori, che svolgono anche un'attività di controllo sulla preparazione e sulla qualità della formazione.

La responsabilità della pianificazione, della gestione e del percorso di formazione, ma anche dell'assunzione degli istruttori è del Consiglio dei rappresentanti degli imprenditori (Betriebsrat).

Il sistema duale prevede un esame intermedio alla fine del secondo anno e un esame finale al termine degli studi (Ausbildungsabschlußprüfung), entrambi strutturati secondo standard generali validi a livello nazionale con lo scopo di valutare le competenze che gli studenti hanno acquisito nel corso della formazione professionale svolta in azienda e degli studi svolti nell'ambito della Berufschule.

Gli studenti che hanno completato con successo la formazione nell’ambito del sistema duale e superato con profitto l'esame finale conseguono un diploma che ne certifica la qualifica di lavoratore specializzato (Facharbeiterbrief), di assistente commerciale (Kaufmanngehilfenbrief) o di artigiano qualificato (Gesellenbrief). Allo stesso tempo, la Berufsschule rilascia un certificato di fine studi se lo studente ha raggiunto almeno risultati soddisfacenti in tutte le discipline.

Gli studenti che hanno completato la formazione professionale nell’ambito del sistema duale sono pronti per intraprendere una professione; infatti, la formazione sul luogo di lavoro li ha abituati a ogni aspetto del mondo del lavoro. Nella maggior parte dei casi, al completamento della formazione in alternanza gli studenti trovano lavoro nelle stesse aziende dove hanno svolto la formazione pratica.

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Capitolo 2: LE DESTINAZIONI D’USO

Nell'anno scolastico 1999/2000 la percentuale degli studenti iscritti all'istruzione professionale era pari al 63,2%. Nel 2001 gli studenti che frequentavano i corsi del sistema duale erano 1.784.303 su un totale di 2.692.798 di iscritti all'istruzione professionale.

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Capitolo 3: L’ARREDO URBANO

“Arredo urbano” è un’espressione che indica un preciso settore di ricerca e progetto finalizzato a riqualificare e migliorare, in senso funzionale ed estetico, gli spazi pubblici urbani attraverso la creazione di “oggetti” per l’accrescimento dei servizi e la messa a punto di strutture adeguate alle nuove necessità espresse dalla collettività. Rientrano in esso i problemi relativi alla sistemazione degli spazi verdi (aiuole, giardini, viali), alla segnaletica stradale e pubblicitaria, alla qualità dell’illuminazione pubblica (delle vie, delle piazze e dei singoli complessi monumentali); così come vi confluisce il problema più generale del rapporto pedone-automobilista e quindi l’attrezzatura dei parcheggi, le aree pedonali e i loro componenti (panchine, servizi igienici, fioriere, ecc).

L’arredo urbano si qualifica come fenomeno nuovo, in relazione all’età industriale e soprattutto postindustriale, come uno dei mezzi atti a risanare gli squilibri derivati dalla progressiva destituzione dello spazio pubblico dalla sua originale finalità associativa.

Sono definiti di arredo urbano gli interventi volti alla valorizzazione del quadro urbano e la corretta fruizione degli spazi da parte di tutti i cittadini, con particolare attenzione ai soggetti deboli. Ciò avviene attraverso la collocazione e la realizzazione di distintivi urbani, quali monumenti, fontane, decorazioni e pitture murali che, per il loro messaggio figurativo e spaziale, hanno come obbiettivo la valorizzazione degli spazi pubblici o aperti al pubblico; aree specializzate per la sosta all’aperto quindi aree verdi e percorsi pedonali, dotati di sedute, cestini porta rifiuti, fioriere, dissuasori, fontanelle, recinzioni, pensiline; cartellonistica informativa, o posta negli spazi aperti al pubblico e lungo i percorsi pedonali e stradali; aree specializzate per il gioco, le attività fisiche e socializzanti all’aperto), attrezzate appositamente per utenti di tutte le età; impianti di irrigazione e drenaggio delle aree verdi; orti urbani attrezzati; infine particolari tipi di vegetazione.

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Capitolo 3: L’ARREDO URBANO

spazio urbano costituirà il riflesso dei modi in cui la società vive e si organizza, cogliendo le relazioni, a volte molto complesse, tra lo spazio visto da fuori, cioè da quanti lo studiano, lo progettano e lo costruiscono, e lo spazio visto da dentro, cioè da quanti lo vivono e ne fruiscono. Data la particolarità e l’importanza dell’argomento per la progettazione dell’arredo urbano sono coinvolte tutte le parti che concorrono alla creazione e alla vita di uno spazio urbano: le amministrazioni locali, i progettisti, i costruttori, i produttori di oggetti e gli utenti.

Sono da considerare le problematiche legate alla sostenibilità, alla possibilità di certificazione dello spazio nel suo insieme, all’abbattimento delle barriere architettoniche, alla qualità dell’illuminazione, alla manutenzione, a problemi igienici connessi alla presenza di animali, alle stazioni di fermata dei mezzi pubblici. Sono di sicuro interesse:

ƒ spazi pedonali e percorsi pubblici (delimitatori, dissuasori, transenne, recinzioni, fioriere, cancelli, panchine e sistemi di seduta, pavimentazioni pedonali, piste ciclabili, portabiciclette, sottopassi e sovrappassi pedonali, attrezzature gioco per parchi e giardini);

ƒ contenitori (cassonetti per raccolta differenziata, cassonetti per rifiuti, cestini, distributori automatici);

ƒ unità di servizio (cabine telefoniche, chioschi e punti d’informazione, coperture per percorsi pedonali, edicole, pensiline, servizi igienici, cassette postali);

ƒ elementi di comunicazione (insegne, orologi, pannelli a messaggio variabile, segnalatori di fermata, supporti per pubblicità);

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ƒ controllo dell’ambiente (sistemi di controllo, strumenti per analisi e controlli);

ƒ forestazione urbana e verde attrezzato (campi gioco e percorsi vita, fontane, giardini zoologici e botanici, manutenzione, irrigazione, pergolati, protezione, illuminazione, vivaismo).

Mentre non esiste attività normativaper l’arredo urbano nel suo insieme, né a livello italiano, né a livello europeo, alcuni di questi prodotti, processi e servizi sono già oggetto di norme.

3.1 LA PAVIMENTAZIONE

La pavimentazione dei viali, piazze, giardini, deve rispondere a esigenze sia di ordine formale che funzionale.

Da un punto di vista puramente funzionale, materiali e posa devono essere scelti in base a una serie di caratteristiche connesse alle esigenze di fruizione. Per evitare che la pavimentazione scelta dimostri nel tempo scarsa praticità di esercizio e affidabilità e per non ricorrere troppo spesso a manutenzioni straordinarie che comportino rifacimenti e sostituzioni costose è necessario tener conto di alcune caratteristiche dei materiali: di resistenza meccanica, agli urti, agli agenti atmosferici, all’aggressione chimica, agli organismi viventi (animali e vegetali), all’usura, intervenendo eventualmente anche come fattore migliorativo attraverso, ad esempio, la scelta cromatica o la capacità di riflessione e assorbimento delle radiazioni solari; le esigenze di fruibilità dello spazio da pavimentare.

E’ importante ricordare che una pavimentazione non è costituita esclusivamente dal materiale di rivestimento, bensì da una serie di elementi tecnologici per lo smaltimento delle acque, da cordoli e delimitatori.

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Capitolo 3: L’ARREDO URBANO

3.2 COMPONENTI DI ARREDO URBANO

I componenti di arredo urbano devono rispondere a criteri semplici che mettano immediatamente in evidenza al fruitore funzione e uso, qualificando allo stesso tempo il luogo in cui sono inseriti. Uso, integrazione e comprensione sono dunque concetti fondamentali per la valorizzazione del contesto pubblico della città. Anche il rigore e la razionalità del disegno, la tecnologia di fabbricazione, i materiali impiegati, sono aspetti fondamentali. La resistenza all’ambiente aggressivo della città, l’usura, la facilità di montaggio e di manutenzione sono fattori da tenere in considerazione fin dalla stesura del progetto dell’elemento, per evitare in seguito gli alti costi di manutenzione, o addirittura la sostituzione dello stesso.

Gli ELEMENTI DI SOSTA rivestono un ruolo di primo piano tra gli elementi di arredo urbano, non solo in quanto oggetto per il relax, ma anche per il ruolo architettonico e formale all’interno dello spazio, condizionando la percezione dello stesso dal parte del fruitore. Sedute singole e modulari con o senza schienale, prodotte in serie o su disegno, devono soddisfare una serie di requisiti prestazionali che concernono dimensioni, trattamento delle superfici, sporgenze, ergonomia, e facilità di pulizia.

La panca rappresenta l’elemento base per la seduta. Non possiede né schienali né braccioli e per questo motivo è utilizzata prevalentemente per soste brevi. Il minimo ingombro ne permette la collocazione in ogni tipo di ambiente. La panchina, invece, costituita da seduta, braccioli e schienale, è più adatta al riposo prolungato e quindi può essere meglio destinata a giardini pubblici, piazze, stazioni.

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integrale, plastica riciclata, ecc.. Esistono tuttavia anche tipologie mono materiche in cemento armato, ferro, materie plastiche riciclate, pietra, mattone.

Tutti gli elementi (sedile e relativa altezza da terra, schienale relativa inclinazione) devono essere progettati per fornire un modulo di seduta comodo.

Gli elementi di recinzione, i dissuasori e le transenne sono dei delimitatori dello spazio, individuano cioè una interruzione, un limite, un percorso obbligato. Il percorso o l’area recintati vengono differenziati o separati dal loro intorno, assumendo caratteristiche di fruibilità o destinazione d’uso differente, con proprietà diverse, o semplicemente individuando una zona di pericolo. E’ importante che questi elementi si integrino coerentemente con il progetto complessivi dello spazio, con la pavimentazione, le sedute, l’illuminazione.

Le RECINZIONI separano due luoghi a diversa destinazione, o fungere come partizione dello stesso spazio, come difesa e protezione o come schermatura visiva. I maggiori problemi che si incontrano nella realizzazione delle recinzioni, sono di ordine “conservativo” dell’oggetto, legati all’aggressione da parte degli agenti atmosferici, ai gas di scarico e al fuoco. Vengono infatti realizzate con tecnologie che permettono una buona curabilità nel tempo e che necessitano di poca o nessuna manutenzione. Le materie impiegate per la realizzazione di recinzioni vanno dal legno trattato, alle materie plastiche, ai blocchi di muratura, al calcestruzzo, all’acciaio con zincatura a fuoco trattato con polveri epossidiche. Solitamente a elementi modulari, che accostati gli uni agli altri, permettono di formare perimetri recintati di diverso andamento a seconda delle esigenze.

I DISSUASORi sono elementi per la delimitazione delle aree urbane, inibitori e canalizzatori del traffico con i quali è possibile formare barriere continue o puntiformi, per circoscrivere aree pedonali. Rientrano in questa categoria paletti, panettoni, transenne, cordoli, barriere stradali. Possono essere sia mobili che fissi, ribaltabili o estraibili. Sono ancorati al terreno attraverso perni o incassi oppure semplicemente appoggiati.

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Capitolo 3: L’ARREDO URBANO

Sono realizzati in materiali lapidei, metallici, in ghisa, in calcestruzzo e in legno, con requisiti prestazionali che garantiscono la massima resistenza all’azione degli agenti atmosferici e all’urto. E’ importante che siano dimensionalmente compatibili con la funzione che devono assolvere, rispettando al contempo l’ambiente nel quale vengono inseriti.

Le TRANSENNE sono arredi provvisori, quindi mobili, costituite da elementi modulari componibili. Hanno una funzione sia divisoria sia di barriera di sicurezza dove necessario. Valgono le stesse considerazioni fatte per i dissuasori in materia di prestazioni e di attenzione al contesto. I materiali utilizzati sono ghisa, acciaio, ferro e alluminio, legno.

Nella riorganizzazione e riassetto di uno spazio pubblico urbano la FIORIERA viene introdotta non solo come elemento decorativo, ma viene spesso utilizzata a delimitazione di aree a diversa destinazione d’uso, soprattutto le aree pedonali. Per le forme circolari si predilige una collocazione dell’oggetto singolo, mentre per le altre forme, poiché modulari, sono solitamente utilizzate composte per formare isole verdi, comprendenti anche sedute.

Generalmente i materiali utilizzati sono il cls armato, il legno duro, il metallo e il materiale plastico, anche se sono sconsigliati materiali buoni conduttori di calore.

Solitamente sono rialzati dal terreno con piedini o staffe che permettono il deflusso dell’acqua, che avviene attraverso una serie di fori ricavati sul fondo del contenitore. Per facilitare gli interventi di manutenzione, la fioriera presenta, in genere, un vaso interno estraibile. Un serbatoio d’acqua in lamiera zincata, posto sotto il vaso interno, garantisce l’irrigazione automatica per effetto

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materiali e colore. Il loro posizionamento deve essere valutato in funzione del tipo di uso, della vicinanza dei luoghi di ristoro e di sosta.

Oltre a garantire la resistenza agli urti, agli agenti atmosferici, al fuoco devono garantire la facilità di svuotamento e l’occultamento dei rifiuti, tramite un coperchio che ne impedisce la dispersione. Le dimensioni correttamente utilizzate sono: altezza minima 60 cm. e massima 130 cm. diametro compreso tra i 30 e 50 cm. I materiali sono molteplici, dal metallo al legno, dal calcestruzzo alla plastica autoestinguente, con il rivestimento interno in acciaio galvanizzato, plastica rivestita, rete metallica o polietilene.

Le FONTANE si possono raggruppare in tre grosse categorie: fontanelle, fontane e vasche. Le fontanelle, grazie alle dimensioni ridotte, e allo sviluppo prevalentemente verticale, possono essere inserite in qualsiasi contesto urbano, parchi, piazze, strade, crocevia, giardini, collocate a terra e a muro. L’acqua potabile è erogata tramite rubinetti collocate ad un’altezza di circa 70÷100 cm. Sono fornite già assemblate, costituite da basamento, bacinella, griglia, rubinetto, con la parte idraulica montata, completa di tubazioni in rame fino al livello del terreno. Vengono realizzate in ghisa, pietra, marmo, cemento armato e acciaio inox.

Le fontane assolvono a una funzione più scenografica e vengono solitamente collocate in piazze o giardini, a formare giochi d’acqua. Nella sistemazione dei getti è necessario tenere in considerazione la deviazione che il vento può causare all’acqua. L’effusore può essere conformato in modo tale da aumentare la velocità dell’acqua al fine di produrre getti alti oppure adeguare la sua forma per realizzare gerri a acupola o a ventaglio.

Le vasche sono incassate nel terreno, costituite da un bacino autoportante in cemento armato o vetroresina, con molteplici variazioni di desing e capacità volumetrica che va dai 20 ai 7000 litri circa. Anch’esse svolgono una funzione decorativa e possono altresì intervenire sul microclima nel quale sono inserite, generalmente aree verdi (giardini e parchi).

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Capitolo 3: L’ARREDO URBANO

armato. Per garantire una efficiente manutenzione, dovrebbero essere dotate di un sistema di filtraggio o di un impianto di trattamento delle acque, oppure di pesci che, senza un trattamento adeguato, aiutino ad eliminare le alghe.

CHIOSCHI ed EDICOLE sono piccole strutture coperte permanenti o semi permanenti, che ospitano unità commerciali, sevizi informativi, organizzativi, di tipo assistenziale o di vigilanza.

3.3 L’USO DELL’ACQUA

Nella definizione e decorazione degli spazi pubblici è pratica antica quanto il fenomeno urbano. Se non altro perché l’acqua è innanzitutto una risorsa fondamentale attorno o in prossimità della quale si verifica l’insorgere e la fondazione della stessa città. La ricchezza apportata all’ambiente dalla presenza delle vasche e dei giochi d’acqua ha un impatto sostanziale sull’opinione pubblica che si forma a seguito di interventi di sistemazione urbana.

Si sfrutta quindi l’attitudine dell’acqua a formare vaste superfici perfettamente orizzontali nelle quali la massa stessa è sottratta alla percezione attraverso la diffrazione della luce. Oppure l’acqua viene utilizzata per le sue capacità di disgiungere e al tempo stesso ricucire: spesso fontane a canale descrivono linearmente attraverso la presenza fluida e mobile dell’acqua limiti e relazioni tra gli spazi di un progetto.

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ƒ aspetti espressivi: relativi alla presenza immateriale notturna degli effetti luminosi e alla presenza fisica diurna delle attrezzature (apparecchi e supporti)

ƒ aspetti funzionali: relativi ai requisiti d’illuminotecnica necessari per garantire condizioni di sicurezza e lo svolgimento delle varie attività nello spazio pubblico

ƒ aspetti gestionali: relativi ai consumi e alle problematiche di manutenzione.

L’insieme di questi aspetti definirà gli obiettivi del progetto luce: un’operazione complessa che richiede competenze pluridisciplinari. Parimenti all’illuminotecnica, notevole importanza andrà data alla definizione degli aspetti espressivi ed emotivi, sia relativi agli aspetti scenografici della luce, sia relativi all’impatto visivo determinato dalla presenza delle attrezzature.

Le esigenze essenziali per l’illuminazione di arredo urbano sono: - garantire la percezione di ostacoli

- permettere il riconoscimento delle persone

- agevolare l’orientamento tramite l’illuminazione del contesto - valorizzare il patrimonio monumentale

- creare un elemento di vivacità e attrazione - scoraggiare vandalismo e criminalità.

LAMPADE

Una corretta scelta delle sorgenti luminose riveste un ruolo fondamentale nella progettazione di arredo urbano.

Nello scelta bisogna in primo luogo considerare:

- la resa di colore, in quanto, generalmente, gli ambienti illuminati sono essenzialmente a carattere commerciale o svago

- efficienza luminosa, allo scopo di raggiungere il livello di illuminazione previsto con la minima potenza elettrica necessaria, determinando, in base all’elevato numero di ore di funzionamento all’anno (oltre 4.000) un considerevole risparmio di energia

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Capitolo 3: L’ARREDO URBANO

- durata, al fine di limitare i costi di manutenzione e ricambio delle lampade, sia occasionali che a programma.

APPARECCHI DI ILLUMINAZIONE

Naturalmente esistono diversi tipi di apparecchi con caratteristiche prestazionali ed estetiche differenti. Se l’impianto è a vista, l’estetica svolge un ruolo fondamentale quale criterio di scelta dell’apparecchio, che, unitamente al braccio e al sostegno, deve presentare un’insieme attraente. Elementi artigianali derivati da soluzioni progettuali “personalizzate” sono oggi decisamente rarissimi, in quanto l’impiego di prodotti di serie permette di adottare svariate soluzioni, consentendo una riduzione dei costi di impianto e apportando una vantaggiosa normalizzazione ai fini della sicurezza e della manutenzione. Il criterio di scelta della distribuzione luminosa e della dimensione apparente del gruppo ottico è altrettanto importante, perchè questi elementi determinano l’interdistanza e la disposizione dei centri luminosi, nonché il grado di abbagliamento. Considerando che il ruolo degli apparecchi è quello di controllare il flusso luminoso della lampada determinandone un’utilizzazione economica, il rendimento e/o il fattore di utilizzazione sono molto significativi; la scelta di un apparecchio da un punto di vista prestazionale va quindi effettuata consultando i parametri indicati sui cataloghi “ufficiali”.

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