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Ninna nanna per piccoli criminali, by Heather O'Neill

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6/5/2020 Ninna nanna per piccoli criminali at Iperstoria

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IPERSTORIA

Testi Letterature Linguaggi

Ninna nanna per piccoli criminali

NINNA NANNA PER PICCOLI

CRIMINALI

di Heather O'Neill

Milano, Mondadori, 2008.

S T P .

“Insieme saremmo stati molto forti. Il mondo avrebbe pagato per quello che ci aveva fatto. Se non fossi riuscita ad essere una libellula, altri avrebbero sofferto con me.” Una scrittura fresca e deliziosamente pop per raccontare una ninna nanna crudele e spietata.

Dopo Christiane F., J.T. Leroy e rispettivi sbiaditi emuli, davvero c’è bisogno dell’ennesimo libro che racconta gli abusi e la vita disastrata di una ragazzina dodicenne? Decisamente sì, poiché in questo libro ciò che fa la differenza è la comunicatività dell’autrice, la creatività descrittiva.

Nella lettura della ninna nanna di Heather O’Neill sono molti i riferimenti a Christiane F. Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino e allo spietato Ingannevole è il cuore più di ogni cosa, frutto di un’operazione di marketing alquanto discussa.

Il titolo (nell’originale, Lullabies for little criminals) è davvero specchio del contenuto del libro: una ninna nanna continua, un perpetuo bisogno di un abbraccio della buonanotte, nella storia di un viaggio nella città di Montreal con lo scopo di conservare un frammento di innocenza, un riflesso di un’infanzia mai vissuta realmente. L’intelligenza e l’acume della protagonista straziano: Baby, una bambina di dodici anni perfettamente cosciente della situazione che la circonda, vive con maturità e lucidità cristalline l’infanzia che in realtà continua ad attendere.

Baby vive con il padre Jules, di 26 anni. Con lui cambia una casa dopo l’altra, da un isolato all’altro della periferia di Montreal, in fuga da spacciatori ed ex amici del padre con cui lo stesso è in debito… Nuove stanze e monolocali le tolgono la certezza di un nido verso il quale tornare dopo la scuola, eppure lei arreda e colora i suoi spazi, a ogni trasloco lascia una sua impronta. Quando Jules si ammala di tubercolosi, passando da un centro di riabilitazione all’altro, Baby viene spedita in vari orfanotrofi, in contatto con altri bambini disadattati e fredde assistenti sociali: la carrellata di personaggi che Baby incontra nell’anno descritto nel romanzo lascia il lettore frastornato, senza fiato.

Il suo bisogno di affetto e di compiacere chiunque per avere in cambio un affetto di baci e carezze la porta ad affezionarsi in fretta a Lucas, l’orfano-teppista che finge di essere drogato, e a Mary, l’affettuosa e amorevole infermiera che la accoglie in casa sua assieme ai due figli Felix e Johnny e a numerosi altri personaggi. Felix in particolare fa da spalla a Baby in una delle scene più surreali dell’intero romanzo: una sera i due ragazzini, smaniosi di provare le ‘gioie’ della droga tanto decantate dai loro amici (è ovunque, la norma di una vita qualunque…) ma piuttosto inesperti nel campo, si preparano un piatto di spaghetti conditi con un sugo speciale di funghi allucinogeni.

Il periodo più positivo per Baby è paradossalmente proprio questo,

Aggiornato il 12 Novembre 2012 Iscrizione nel Registro della Stampa del Tribunale di Verona col n. 1399 dal 6 giugno 2000. « HOME ARCHIVIO EVENTI INFORMAZIONI NEWSLETTER PERCORSI TEMATICI REDAZIONE RISORSE ONLINE RUBRICHE Nessuna categoria FEEDS RSS

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6/5/2020 Ninna nanna per piccoli criminali at Iperstoria

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poiché quando Jules esce dal centro è scontroso e irascibile, sull’orlo della pazzia e diventa un fantasma da cui Baby fugge, alla ricerca di una figura paterna che pensa di trovare in Alphonse, spacciatore e magnaccia.

Il rapporto con il padre tossicomane è affascinante: senza pietismi e inutili orpelli compassionevoli la scrittrice dipinge un quadro denso di affetti e reale amore, come se Jules per Baby fosse il figlio da proteggere, difendere e aiutare con il suo stesso amore. Il padre da accudire, i continui traslochi e l’amica-mito Marika (“Ero pazzamente innamorata di lei perchè le mancava un dito e non dava mai una risposta diretta su dove fosse finito. Un giorno mi disse: «Quando si compiono dodici anni bisogna perdere la verginità»”) spingono Baby verso una crescita obbligata e rapidissima.

È inevitabile leggere il romanzo e vedere in filigrana le immagini delle versioni cinematografiche di Ingannevole è il cuore più di ogni cosa e Christiane F. in cui una metropoli disfatta diventa il set di deliranti dialoghi e fughe a perdifiato per la città, dove lo smog e il fumo delle fabbriche ammantano i personaggi di perdizione e disillusione. Non è un film di David Lynch, dove il mistero e l’immoralità dei personaggi sono velati di sensualità e struggimento. Nei film citati c’è un perpetuo senso di catastrofe imminente, ma allo stesso tempo la sensazione che ci possa essere ben poco peggio di ogni abuso, ogni violenza, o semplicemente ogni parola, inferti nella pellicola, e lo spettatore rimane teso a domandare a se stesso: “E ora che può accadere?”.

Al contrario di Ingannevole è il cuore più di ogni cosa, fin troppo compiaciuto nella scelta di descrivere i fatti attraverso il binomio crudezza/dolcezza, Ninna nanna per piccoli criminali è realistico ed efficace senza la pretesa di voler turbare a tutti i costi. L’autrice arricchisce il romanzo con piccoli espedienti decisamente riusciti: ogni capitolo si chiude con una frase simbolo degli avvenimenti raccontati, una conclusione breve e concisa dal tono ingenuo e innocente, come le ‘chiusure’ dei temi delle scuole elementari. Così si rivela la maturità e il talento di una scrittrice capace di comunicare in una breve frase tutta la crudeltà del mondo di Baby, e l’ingenuità, la vitalità e la ricerca d’amore della protagonista: “Impossibile era tornare bambini, ed è questo che dovrebbe sconvolgere. A ben pensarci la cosa più preziosa che ci viene tolta nella vita è l’infanzia”.

Benché molto studiata, la scrittura di Heather O’Neill risulta scorrevole, con spazio anche per qualche sorpresa, come la scossa inferta al lettore quando viene a conoscenza di cosa sia il latte al cioccolato, bevanda preferita di Jules e amici. Geniale, un vero colpo da maestro.

La traduzione di Katia Bagnoli ha sicuramente reso giustizia all’opera e al suo linguaggio, seppur con qualche cedimento in alcune frasi dove la logica del discorso è sottomessa all’effetto e alla sonorità dei termini utilizzati.

Il libro, pubblicato nel 2006 in Canada, patria dell’autrice, è stato eletto all’unanimità miglior libro dell’anno dal pubblico canadese. 22 Luglio 2008

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