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ALTRE MISURAZIONI RADIOGRAFICHE
Le prime descrizioni della displasia dell’anca avevano sottolineato l’importanza di determinare una tecnica in cui specifiche misurazioni radiografiche potessero essere usate per rendere la diagnosi di questa condizione patologica più obiettiva (Morgan e Stephens, 1985).
Misura di Rhodes-Jenny
Per misurare la profondità dell’acetabolo, Rhodes e Jenny nel 1960 hanno suggerito un confronto tra gli angoli dell’osso pubico e del margine acetabolare dorsale. Questo veniva realizzato effettuando un confronto delle misurazioni fatte tra i due effettivi margini acetabolari craniali ed i due punti in cui il margine otturatorio della branca acetabolare del pube interseca la superficie ventrale del margine acetabolare craniale (Fig. 19).
Nei soggetti con acetaboli poco profondi, la seconda misura è inferiore ai 2/3 della prima misura (Rhodes e Jenny, 1960).
Figura 19 - Radiogramma ventrodorsale di una pelvi che illustra il metodo di misurazione di Rhodes-Jenny. 1) prima misurazione; 2) seconda misurazione, il confronto determina la profondità della volta acetabolare. (Morgan e Stephens, 1985).
In caso di una nuova produzione ossea lungo il margine acetabolare, le misurazioni devono essere eseguite attraverso l’effettivo margine acetabolare craniale, e non attraverso il nuovo margine creato dall’esostosi ossea
Arco di Shenton
Sulla proiezione ventrodorsale standard della pelvi è possibile tracciare un arco che si estende dal margine mediale del foro otturato, passa intorno al margine craniale di detto foro e raggiunge la corticale mediale del collo femorale. Questo è un arco continuo, non interrotto, nell’articolazione normale, mentre, in condizioni displasiche, con la lussazi
dorsale della testa femorale, esso non raggiunge la corticale del collo Stephens, 1985).
Figura 20 - Disegno della proiezione ventrodorsale della pelvi che mette in evidenza l'uso dell'arco di Shenton quale indice della lussazione della testa femorale. A destra l'arco è intatto ed indica un'articolazione normale; a sinistra l'arco deve interrompersi e, quindi, l’anca è sublussata con dislocazione laterale della testa del femore (freccia).
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In caso di una nuova produzione ossea lungo il margine acetabolare, le misurazioni devono eguite attraverso l’effettivo margine acetabolare craniale, e non attraverso il nuovo margine creato dall’esostosi ossea (Lawson, 1963).
Sulla proiezione ventrodorsale standard della pelvi è possibile tracciare un arco che si estende margine mediale del foro otturato, passa intorno al margine craniale di detto foro e raggiunge la corticale mediale del collo femorale. Questo è un arco continuo, non interrotto, nell’articolazione normale, mentre, in condizioni displasiche, con la lussazi
dorsale della testa femorale, esso non raggiunge la corticale del collo
Disegno della proiezione ventrodorsale della pelvi che mette in evidenza l'uso dell'arco di Shenton quale indice della lussazione della testa femorale. A destra l'arco è intatto ed indica un'articolazione normale; a sinistra ve interrompersi e, quindi, l’anca è sublussata con dislocazione laterale della testa del femore (freccia). (Morgan e Stephens, 1985).
In caso di una nuova produzione ossea lungo il margine acetabolare, le misurazioni devono eguite attraverso l’effettivo margine acetabolare craniale, e non attraverso il nuovo
Sulla proiezione ventrodorsale standard della pelvi è possibile tracciare un arco che si estende margine mediale del foro otturato, passa intorno al margine craniale di detto foro e raggiunge la corticale mediale del collo femorale. Questo è un arco continuo, non interrotto, nell’articolazione normale, mentre, in condizioni displasiche, con la lussazione laterale e dorsale della testa femorale, esso non raggiunge la corticale del collo (Fig. 20) (Morgan e