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Capitolo 2 2.1.

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Capitolo 2

2.1. Scopo della tesi

Lo scopo della tesi è studiare le problematiche della rete di drenaggio delle acque meteoriche di Follonica e proporre vari tipi di intervento per migliorarne il funzionamento.

Dopo aver individuato il bacino di competenza della zona più soggetta ad allagamento durante fenomeni di pioggia brevi ma intensi è stato eseguito un rilievo sia altimetrico sia planimetrico della rete con opportuno aggiornamento delle carte e della nomenclatura di pozzetti e collettori.

(2)

Il bacino sopra rappresentato è delimitato da una linea detta spartiacque o di displuvio, che racchiude la superficie le cui acque piovane alimentano la rete.

La linea spartiacque segue l’andamento delle linee di cresta del suolo.

Inoltre è stata realizzata una documentazione sulla geometria di gran parte dei pozzetti di ispezione con allegati fotografie e filmati.

Le zone sottoposte ad allagamento sono evidenziate nella carta:

Zona Salciaina soggetta a frequenti allagamenti

(28−8−05; 6−11−05; 15−11−05)

Pozzetto saltato per funzionamento in pressione del collettore

Zona del fosso di via Lazio soggetta a frequenti allagamenti

(3)

La tesi comprende le seguenti tavole grafiche: a) Planimetria generale in scala 1:2000 b) Carta con zone soggette ad allagamento c) Rilievo dei pozzetti di ispezione

d) Profili longitudinali dei collettori e) Carta con foto dei canali riceventi

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2.2. Normativa

Le leggi e le normative vigenti non prevedono particolari trattamenti per le acque pluviali prima del versamento nei corpi idrici (al di fuori di una semplice stacciatura, che può sempre risultare opportuna), anche se tali acque contengono spesso sostanze inquinanti in misura non trascurabile. Le acque di pioggia infatti già quando raggiungono il suolo possono avere una forte acidità e contenere inquinanti di natura chimica che sono presenti nell’atmosfera all’interno dei centri urbani; successivamente esse effettuano un’azione di lavaggio sul suolo aumentando il loro carico inquinante. Da varie ricerche effettuate è risultato che le caratteristiche delle acque piovane che giungono alla fognatura risultano assai variabili in funzione di molti fattori, i principali dei quali sono la natura delle superfici da cui provengono, il periodo di siccità che precede la pioggia, la durata e l’intensità della pioggia stessa; inoltre tali caratteristiche variano nel corso di un evento pluviometrico, essendo le prime acque di pioggia notevolmente più inquinate.

Si deve tenere in considerazione inoltre l’azione di lavaggio della parete dei collettori di fognatura.

La normativa di riferimento:

ƒ Decreto Legislativo 11 maggio 1999, n. 152

“Testo aggiornato del decreto legislativo 11 maggio 1999, n. 152, recante: “Disposizioni sulla tutela delle acque dall’inquinamento e recepimento della direttiva 91/271/CEE concernente il trattamento delle acque reflue urbane e della direttiva 91/676/CEE relativa alla protezione delle acque dall’inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole” , a seguito delle disposizioni correttive ed integrative di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 258”

ƒ Schema di Decreto Legislativo recante norme in materia

(5)

Le due norme citate trattano le acque meteoriche per ciò che riguarda la disciplina degli scarichi.

L’articolo che riguarda le finalità è il medesimo per entrambe:

“1. Le disposizioni di cui alla presente sezione definiscono la disciplina generale per la tutela delle acque superficiali, marine e sotterranee perseguendo i seguenti obiettivi:

a) Prevenire e ridurre l’inquinamento e attuare il risanamento dei corpi idrici inquinanti;

b) Conseguire il miglioramento dello stato delle acque ed adeguate protezioni di quelle destinate a particolari usi;

c) Perseguire usi sostenibili e durevoli delle risorse idriche, con priorità per quelle potabili;

d) Mantenere la capacità naturale di autodepurazione dei corpi idrici, nonché la capacità di sostenere comunità animali e vegetali ampie e ben diversificate; e) Mitigare gli effetti delle inondazioni e della siccità contribuendo quindi a:

1) Garantire una fornitura sufficiente di acque superficiali e sotterranee di buona qualità per un utilizzo idrico sostenibile, equilibrato ed equo; 2) Ridurre in modo significativo l’inquinamento delle acque sotterranee; 3) Proteggere le acque territoriali e marine e realizzare gli obbiettivi degli

accordi internazionali in materia, compresi quelli miranti a impedire ed eliminare l’inquinamento dell’ambiente marino, allo scopo di arrestare o eliminare gradualmente gli scarichi, le emissioni e le perdite di sostanze pericolose prioritarie al fine ultimo di pervenire a concentrazioni, nell’ambiente marino, vicine ai valori del fondo naturale per le sostanze presenti in natura e vicine allo zero per le sostanze sintetiche antropogeniche;

f) Impedire un ulteriore deterioramento, proteggere e migliorare lo stato degli ecosistemi acquatici, degli ecosistemi terrestri e delle zone umide direttamente dipendenti dagli ecosistemi acquatici sotto il profilo del fabbisogno idrico. 2. Il raggiungimento degli obiettivi indicati al comma 1 si realizza attraverso i seguenti strumenti:

(6)

a) L’individuazione di obiettivi di qualità ambientale e per specifica destinazione dei corpi idrici;

b) La tutela integrata degli aspetti qualitativi e quantitativi nell’ambito di ciascun distretto idrografico ed un adeguato sistema di controlli e di sanzioni;

c) Il rispetto dei valori limite agli scarichi fissati dallo Stato, nonché la definizione di valori limite in relazione agli obiettivi di qualità del corpo recettore;

d) L’adeguamento dei sistemi di fognatura, collettamento e depurazione degli scarichi idrici, nell’ambito del servizio idrico integrato;

e) L’individuazione di misure per la prevenzione e la riduzione dell’inquinamento nelle zone vulnerabili e nelle aree sensibili;

f) L’individuazione di misure tese alla conservazione, al risparmio, al riutilizzo ed al riciclo delle risorse idriche;

g) L’adozione di misure per la graduale riduzione degli scarichi, delle emissioni e di ogni altra fonte di inquinamento diffuso contenente sostanze pericolose o per la graduale eliminazione degli stessi allorché contenenti sostanze pericolose prioritarie, contribuendo a raggiungere nell’ambiente marino concentrazioni vicine ai valori del fondo naturale per le sostanze presenti in natura e vicine allo zero per le sostanze sintetiche antropogeniche;

h) L’adozione delle misure volte al controllo degli scarichi e delle emissioni nelle acque superficiali secondo un approccio combinato.

3. Il perseguimento delle finalità e l’utilizzo degli strumenti di cui ai commi 1 e 2, nell’ambito delle risorse finanziarie previste dalla legislazione vigente, contribuiscono a proteggere le acque territoriali e marine e a realizzare gli obiettivi degli accordi internazionali in materia.”

D.L. 11/05/99 n. 152:

L’Art. 29 da disposizioni in merito allo smaltimento delle acque meteoriche, consentendo lo scarico sul suolo o nei primi strati del sottosuolo, per gli scarichi di acque meteoriche convogliate in reti fognarie separate. Questo consente di adottare tutti quei sistemi di infiltrazione alternativi alle vasche di laminazione purchè non siano troppo profondi, tali cioè da pregiudicare lo stato qualitativo delle falde.

Inoltre si fa riferimento alle acque meteoriche all’Art. 39 per quanto riguarda le acque di prima pioggia e di lavaggio di aree esterne.

(7)

Queste acque possono apportare sostanze inquinanti nella rete poiché “lavano” le superfici, un esempio è la superficie stradale dove si depositano particelle inquinanti emesse dagli scarichi delle auto.

“1. Ai fini della prevenzione di rischi idraulici ed ambientali, le regioni disciplinano: a) le forme di controllo degli scarichi di acque meteoriche di dilavamento

provenienti da reti fognarie separate;

b) i casi in cui può essere richiesto che le immissioni delle acque meteoriche di dilavamento, effettuate tramite altre condotte separate, siano sottoposte a particolari prescrizioni, ivi compresa l’eventuale autorizzazione.

2. Le acque meteoriche non disciplinate ai sensi del comma precedente non sono soggette a vincoli o prescrizioni derivanti dal presente decreto.

3. Le Regioni disciplinano altresì i casi in cui può essere richiesto che le acque di prima pioggia e di lavaggio delle aree esterne siano convogliate e opportunamente trattate in impianti di depurazione per particolari casi nelle quali, in relazione alle attività svolte, vi sia il rischio di dilavamento dalle superfici impermeabili scoperte di sostanze pericolose o di sostanze che creano pregiudizio per il raggiungimento degli obbiettivi di qualità dei corpi idrici.

4. E’ comunque vietato lo scarico di acque meteoriche nelle acque sotterranee.”

Schema di Decreto Legislativo:

Non ci sono sostanziali modifiche rispetto al D.L. 11/05/99 n. 152 per quanto riguarda la disciplina degli scarichi delle acque meteoriche trattate nella parte terza: “Norme in materia di difesa del suolo e lotta alla desertificazione, di tutela delle acque dall’inquinamento e di gestione delle risorse idriche”. In particolare gli articoli sono: L’Art. 103 ghe riguarda gli scarichi al suolo;

L’Art. 113 per acque di dilavamento e acque di prima pioggia.

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“1. Tutti gli scarichi sono disciplinati in funzione del rispetto degli obbiettivi di qualità dei corpi idrici e devono comunque rispettare i valori limite previsti nell’Allegato 5 alla parte terza del decreto. […]”

L’Allegato 5 tratta i limiti di emissione degli scarichi idrici.

I valori limite di emissione in acque superficiali e in fognatura sono riportati nella tabella 3:

Numero Parametri unità di Scarico in acque Scarico in rete parametro misura superficiali fognaria (*)

1 pH 5,5-9,5 5,5-9,5

2 Temperatura °C (1) (1)

colore non percettibile con non percettibile con 3

diluizione 1:20 diluizione 1:40 odore non deve essere non deve essere 4

causa di molestie causa di molestie

materiali assenti assenti

5 grossolani Solidi 6 speciali totali (2) mg/L ≤ 80 ≤ 200 BOD5 (come 7 O2) (2) mg/L ≤ 40 ≤ 250 COD (come 8 O2) (2) mg/L ≤ 160 ≤ 500 9 Alluminio mg/L ≤ 1 ≤ 2 10 Arsenico mg/L ≤ 0,5 ≤ 0,5 11 Bario mg/L ≤ 20 - 12 Boro mg/L ≤ 2 ≤ 4 13 Cadmio mg/L ≤ 0,02 ≤ 0,02 14 Cromo totale mg/L ≤ 2 ≤ 4 15 Cromo VI mg/L ≤ 0,2 ≤ 0,2 16 Ferro mg/L ≤ 2 ≤ 4 17 Manganese mg/L ≤ 2 ≤ 4 18 Mercurio mg/L ≤ 0,005 ≤ 0,005 19 Nichel mg/L ≤ 2 ≤ 4 20 Piombo mg/L ≤ 0,2 ≤ 0,3 21 Rame mg/L ≤ 0,1 ≤ 0,4 22 Selenio mg/L ≤ 0,03 ≤ 0,03 23 Stagno mg/L ≤ 10 24 Zinco mg/L ≤ 0,5 ≤ 1

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Cianuri totali 25 (come CN) mg/L ≤ 0,5 ≤ 1 Cloro attivo 26 libero mg/L ≤ 0,2 ≤ 0,3 Solfuri 27 (come H2S) mg/L ≤ 1 ≤ 2 Solfiti 28 (come SO3) mg/L ≤ 1 ≤ 2 Solfati 29 (come SO4) (3) mg/L ≤ 1000 ≤ 1000 30 Cloruri (3) mg/L ≤ 1200 ≤ 1200 31 Fluoruri mg/L ≤ 6 ≤ 12 Fosforo totale 32 (come N) (2) mg/L ≤ 10 ≤ 10 Azoto ammonia 33 cale (come NH4) (2) mg/L ≤ 15 ≤ 30 Azoto nitroso 34 (come N) (2) mg/L ≤ 0,6 ≤ 0,6 Azoto nitrico 35 (come N) (2) mg/L ≤ 20 ≤ 30 Grassi e olii 36 animali/vegetali mg/L ≤ 20 ≤ 40 37 Idrocarburi totali mg/L ≤ 5 ≤ 10 38 Fenoli mg/L ≤ 0,5 ≤ 1 39 Aldeidi mg/L ≤ 1 ≤ 2 Solventi organici 40 aromatici mg/L ≤ 0,2 ≤ 0,4 Solventi organici 41 azotati (4) mg/L ≤ 0,1 ≤ 0,2 42 Tensioattivi totali mg/L ≤ 2 ≤ 4 43 Pesticidi fosforati mg/L ≤ 0,1 ≤ 0,1 Pesticidi totali 44 (esclusi i fosforati) (5) mg/L ≤ 0,05 ≤ 0,05 tra cui: 45 -aldrin mg/L ≤ 0,01 ≤ 0,01 46 -dieldrin mg/L ≤ 0,01 ≤ 0,01 47 -endrin mg/L ≤ 0,002 ≤ 0,002 48 -isodrin mg/L ≤ 0,002 ≤ 0,002 49 Solventi clorurati (5) mg/L ≤ 1 ≤ 2

(10)

il campione non è accettabile quando il campione non è accettabile quando dopo 24 ore il numero dopo 24 ore il numero Saggio di tossicità

acuta (5) degli organismi degli organismi immobili è uguale o maggiore immobili è uguale o maggiore mg/L

del 50% del totale del 80% del totale

(1) Per i corsi d’acqua la variazione massima tra temperature medie di qualsiasi sezione del corso d’acqua a monte e a valle del punto di immissione non deve superare i 3 °C. Su almeno metà di qualsiasi sezione a valle tale variazione non deve superare 1 °C. […]Per i canali artificiali, il massimo valore medio della temperatura dell’acqua di qualsiasi sezione non deve superare i 35 °C, la condizione suddetta è subordinata all’assenso del soggetto che gestisce il canale.

Per il mare e per le zone di foce di corsi d’acqua non significativi, la temperatura dello scarico non deve superare i 35 °C e l’incremento di temperatura del corpo recipiente non deve in nessun caso superare i 3 °C oltre i 1000 metri di distanza dal punto di immissione. Deve inoltre essere assicurata la compatibilità ambientale dello scarico con il corpo recipiente ed evitata la formazione di barriere termiche alla foce dei fiumi. (2) […]

(3) Tali limiti non valgono per lo scarico in mare, in tal senso le zone di foce sono equiparate alle acque marine costiere, purchè almeno sulla metà di una qualsiasi sezione a valle dello scarico non vengono disturbate le naturali variazioni della concentrazione di solfati o di cloruri.

(4) In sede di autorizzazione allo scarico dell’impianto per il trattamento di acque reflue urbane, da parte dell’autorità competente andrà fissato il limite più opportuno in relazione alla situazione ambientale e igienico sanitaria del corpo idrico recettore e agli usi esistenti. Si consiglia un limite non superiore ai 5000 UFC/100 mL.

(11)

2.3. Elaborazione dei dati pluviometrici

La stazione di misura di Follonica è costituita da un pluviometro registratore a bilanciere.

Fig. 2.3. Carta delle stazioni pluviometriche

(12)

Curva segnalatrice di possibilità climatica

La legge che lega l’altezza h di pioggia alla durata t è detta curva segnalatrice di possibilità climatica o pluviometrica.

h = atnTrm

Con h in mm, t in ore, a in mm/oran, Tr in anni.

I valori delle costanti a, n, m possono essere ricavati elaborando i dati pluviometrici di una data stazione di misura e facendo riferimento o ad un determinato caso critico dei dati storici, o al tempo di ritorno Tr con il quale l’altezza h si verifica.

Per la stazione di Follonica i parametri a, n, m valgono:

t<1 ora t>1 ora

a n m a n m

28,622 0,493 0,204 28,009 0,262 0,232

Curva segnalatrice di possibilità climatica per Tr=1 anno

Tr (anni) h (mm) t (ore) t(min) h (mm) t (ore)

1 12,053 0,17 10' 29 1 14,702 0,25 15' 32,224 1,5 16,928 0,33 20' 34,727 2 20,649 0,50 30' 36,801 2,5 25,187 0,75 45' 38,588 3 29 1,00 60' 40,166 3,5

Curva segnalatrice di possibilità climatica Tr=1 anno 0 10 20 30 40 50 0,00 0,50 1,00 1,50 2,00 2,50 3,00 3,50 4,00 t (ore) h ( m m ) t<1 ora t>1 ora

(13)

Curva segnalatrice di possibilità climatica per Tr=2 anni

Tr (anni) h (mm) t (ore) t(min) h (mm) t (ore)

2 14,039 0,17 10' 33,777 1 17,124 0,25 15' 37,533 1,5 19,717 0,33 20' 40,448 2 24,050 0,50 30' 42,864 2,5 29,336 0,75 45' 44,944 3 33,777 1,00 60' 46,782 3,5

Curva s e gnalatrice di pos s ibilità clim atica Tr=2 anni 0 10 20 30 40 50 0,00 0,50 1,00 1,50 2,00 2,50 3,00 3,50 4,00 t (ore) h ( mm) t<1 ora t>1 ora

Curva segnalatrice di possibilità climatica per Tr=5 anni

Tr (anni) h (mm) t (ore) t(min) h (mm) t (ore)

5 17,174 0,17 10' 41,321 1 20,949 0,25 15' 45,915 1,5 24,120 0,33 20' 49,481 2 29,422 0,50 30' 52,437 2,5 35,888 0,75 45' 54,982 3 41,321 1,00 60' 57,231 3,5

Curva segnalatrice di possibilità climatica Tr=5 anni 0 10 20 30 40 50 60 70 0,00 0,50 1,00 1,50 2,00 2,50 3,00 3,50 4,00 t (ore) h ( mm) t<1 ora t>1 ora

(14)

Eventi di pioggia significativi per Follonica

I dati di pioggia riguardanti il comune di Follonica provengono dall’Ufficio Idrografico e Mareografico di Pisa.

Il materiale fornito consiste in pluviogrammi in forma cartacea riguardanti gli anni dal 1999 al 2005 compresi.

Da questi sono stati selezionati gli eventi di pioggia di breve durata e forte intensità più rappresentativi.

Tali eventi sono stati confrontati con date, fornite dal comune di Follonica, in cui si sono verificati problemi di allagamento nelle zone studiate per riscontrarne una corrispondenza.

Tali date riguardano l’anno 2005: • 28 agosto 2005

• 9 settembre 2005 • 6 novembre 2005 • 15 e 16 novembre 2005

Inoltre è stato segnalato un evento di pioggia considerevole avvenuto nel gennaio 1993 che ha causato molti disagi in particolare nella zona di Salciaina. Sono stati rialzati gli argini con mezzi appositi per contenere gli allagamenti del centro abitato.

(15)

Fig. 2.7. Zona al confine con il centro abitato

Di seguito sono riportati i pluviogrammi e le curve cumulate di pioggia degli eventi più significativi dei vari anni.

(16)

Pluviogrammi e Curve Cumulate di Pioggia

Anno 1999

Pluviogram m a 29 agosto 1999 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 0 0,1 t (ore) 0,2 0,3 h ( m m )

Curva cum ulata 29 agosto 1999 0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20 0,0 0,1 t (ore) 0,2 0,3 h ( m m ) Pluvio g r amma 2 1 o t t o b r e 1 9 9 9 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 0 0,5 t (ore) 1 1,5 h ( m m )

Curva cum ulata 21 ottobre 1999 0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 0,0 0,5 t (ore) 1,0 1,5 h ( mm) Pluviogram m a 3 novem bre 1999 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 0 0,5 t (ore) 1 1,5 h ( m m )

Curva cum ulata 3 novem bre 1999 0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 0,0 0,5 t (ore)1,0 1,5 h ( m m )

(17)

Anno 2000

Pluviogram m a 1 ottobre 2000 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 0 0,5 1 t (ore)1,5 2 2,5 3 h (m m)

Curva cum ulata 1 ottobre 2000 0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 0,0 0,5 1,0 t (ore)1,5 2,0 2,5 3,0 h ( mm) Pluviogram m a 24 novem bre 2000 0 2 4 6 8 10 0 0,5 1 1,5 2 2,5 3 3,5 4 4,5 5 5,5 6 t (ore) h (m m )

Curva cum ulata 24 novem bre 2000 0 5 10 15 20 0,0 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0 3,5 4,0 4,5 5,0 5,5 6,0 t (ore) h ( m m ) Pluviogramma 30-31 dicembre 2000 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 0 0, 5 1 1, 5 2 2, 5 3 3, 5 4 4, 5 5 5, 5 6 6, 5 7 7, 5 8 8, 5 9 9, 5 10 10 ,5 11 11 ,5 12 t (ore) h ( mm) Curva cumulata 30-31 dicembre 2000 0 5 10 15 20 25 0, 0 0, 5 1, 0 1, 5 2, 0 2, 5 3, 0 3, 5 4, 0 4, 5 5, 0 5, 5 6, 0 6, 5 7, 0 7, 5 8, 0 8, 5 9, 0 9, 5 10, 0 10, 5 11, 0 11, 5 12, 0 t (ore) h ( mm)

(18)

Anno 2001

Pluviogram m a 5-6 m aggio 2001 0 2 4 6 8 10 0 0,5 1 1,5 2 2,5 3 3,5 4 4,5 t (ore) h (m m )

Curva cum ulata 5-6 m aggio 2001 0 5 10 15 20 0,0 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0 3,5 4,0 4,5 t (ore) h ( mm)

Anno 2002

Pluviogram m a 26 agosto 2002 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 0 0,5 t (ore) 1 1,5 h ( m m )

Curva cum ulata 26 agosto 2002 0 5 10 15 20 25 30 0,0 0,5 t (ore ) 1,0 1,5 h ( mm) Pluv iogramma 22 se tte mbre 2002 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 0 0,1 0,2 0,3 0,4 0,5 t (ore ) h ( m m )

Curva cum ulata 22 settem bre 2002 0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 0,0 0,1 0,2t (ore)0,3 0,4 0,5 h ( mm) Pluviogramma 18 novembre 2002 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 0 0,5 t (ore) 1 1,5 h ( mm)

Curva cum ulata 18 nove m bre 2002 0 5 10 15 20 25 0,0 0,5 t (ore ) 1,0 1,5 h ( m m )

(19)

Pluviogram m a 31 dice m bre 2002 0 2 4 6 8 10 0 0, 5 1 1, 5 2 2, 5 3 3, 5 4 4, 5 5 5, 5 6 6, 5 7 7, 5 8 8, 5 9 9, 5 10 t (ore ) h ( m m ) Curva cumulata 31 dicembre 2002 0 10 20 30 40 0, 0 0, 5 1, 0 1, 5 2, 0 2, 5 3, 0 3, 5 4, 0 4, 5 5, 0 5, 5 6, 0 6, 5 7, 0 7, 5 8, 0 8, 5 9, 0 9, 5 10, 0 t (ore) h ( m m )

Anno 2003

Pluviogramma 27 maggio 2003 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 0 0,5 t (ore)1 1,5 2 h ( mm) Curva cumulata 27 maggio 2003 0 5 10 15 20 25 30 0,0 0,5 1,0 1,5 2,0 t (ore) h ( mm) Pluviogram m a 25 agosto 2003 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 0 0,5 t (ore) 1 1,5 h ( mm)

Curva cum ulata 25 agosto 2003 0 10 20 30 40 50 60 0,0 0,5 t (ore) 1,0 1,5 h ( mm)

(20)

Anno 2004

Pluviogramma 25 luglio 2004 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 0,0 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0 t (ore) h ( mm)

Curva cum ulata 25 luglio 2004 0 2 4 6 8 10 12 14 16 0,0 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0 t (ore) h ( mm) Pluviogramm a 15 settem bre 2004 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 0,0 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0 3,5 4,0 4,5 t (ore) h ( mm) Curva cumulata 15 settembre 2004 0 5 10 15 20 25 30 0,0 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0 3,5 4,0 t (ore) h ( m m ) Pluviogramma 4 dicembre 2004 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 t (ore) h ( mm) Curva cumulata 4 dicembre 2004 0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 0, 0 0, 5 1, 0 1, 5 2, 0 2, 5 3, 0 3, 5 4, 0 4, 5 5, 0 5, 5 6, 0 6, 5 7, 0 7, 5 8, 0 8, 5 9, 0 9, 5 10 ,0 10 ,5 11 ,0 t (ore) h ( mm)

(21)

Anno 2005

Pluviogramma 28 agosto 2005 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 0,00 0,50 1,00 1,50 2,00 2,50 3,00 3,50 t (ore) h ( mm) Curva cumulata 28 agosto 2005 0 5 10 15 20 25 30 35 0,0 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0 3,5 t (ore) h ( m m ) Pluviogramma 9 settembre 2005 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 0,0 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0 3,5 4,0 4,5 5,0 5,5 6,0 6,5 7,0 7,5 t (ore) h ( mm) Curva cumulata 9 settembre 2005 0 10 20 30 40 50 60 0,0 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0 3,5 4,0 4,5 5,0 5,5 6,0 6,5 7,0 7,5 t (ore) h ( m m )

(22)

Pluv iogramma 20 ottobre 2005 0 2 4 6 8 10 0,0 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0 3,5 4,0 4,5 5,0 5,5 t (ore) h ( mm) Curva cumulata 20 ottobre 2005 0 5 10 15 20 25 30 0,0 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0 3,5 4,0 4,5 5,0 t (ore) h ( m m ) Pluviogram m a 21 ottobr e 2005 0 2 4 6 8 10 0,0 0,1 0,2 0,3 0,4 0,5 t (ore) h ( m m )

Curva cum ulata 21 ottobre 2005 0 2 4 6 8 10 12 0,0 0,1 0,2 0,3 0,4 0,5 t (ore ) h ( m m )

Figura

Fig. 2.1. Bacino di competenza
Fig. 2.2. Carta delle zone soggette ad allagamenti
Fig. 2.4. Pluviografo a bilanciere
Fig. 2.7. Zona al confine con il centro abitato

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