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teoria/pratica Separazione tra
pensiero/lavoro
È possibile produrre idee e teorie senza aver prodotto le macchine e le condizioni materiali
che le rendono possibili?
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Primo – Il lavoro e la tradizione ebraico-cristiana Secondo – La Costituzione, il lavoro, la scuola
Terzo – L’apprendistato come opportunità formativa Quarto – Crisi economica e riforma del pensiero
Quinto – I giovani tra studio, disoccupazione e lavoro Sesto – La fine del modello separatista
Dal libro della Genesi
All’inizio del racconto Dio lavora … fatica e suda Uomo creato a immagine e somiglianza di Dio
L’immagine biblica del lavoro
Lavoro = manifestazione dell’intenzionalità, libertà, amore
Parallelismo Lavoro di Dio – Lavoro dell’uomo
5– Il lavoro dei monaci – la Regola
– celebrazione delle mani come ‘organa organorum’
– libertà, ciò che l’uomo crea col corpo e con le mani è suo, di se stesso, nessuno glielo può togliere
– la mano che lavora è ‘il cervello esterno dell’uomo’
Esperienze storiche di unità tra teoria, tecnica e pratica, tra corpo e spirito, tra studio e lavoro condotte negli
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Il segreto sta nel FINE del lavoro
che contempliamo in sé anche
prima e durante il tempo in cui si svolge il lavoro, non solo alla sua conclusione
Siamo chiamati a trasfigurare l’intero della nostra vita, senza separazioni tra tempo del lavoro e
tempo del riposo, in un esercizio metafisico (spirituale?) che ci innalza verso la completezza
… per salvarci e perfezionarci –
LAVORO
Espressione creativa del sé
intenzionalità, ragione, responsabilità, libertà, amore
di chi lo esercita e con cui si esercita
La Costituzione Art. 1, comma 1:
L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro Art. 4, comma 1:
La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro Art. 4, comma 2:
Ogni cittadino ha dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e scelte, un’attività o una funzione che concorra
al progresso materiale e spirituale della società
Quale lavoro?
Un lavoro alienato?
Quale diritto?
Se fosse così …
Opposizione tra
Lavoro-formazione professionale:
afflizione, sfruttamento
dell’umano Scuola-istruzione:
maturazione e affermazione di sé
IL PREGIUDIZIO
La conferma costituzionale
Otium Neg-otium
ISTRUZIONE:
artt. 33-34, Titolo II
Rapporti etico-sociali dei cittadini = il bene
personale e il bene comune;
promozione del «pieno sviluppo della persona umana», art.3 comma 2)
FORMAZIONE PROFESSIONALE:
art. 35, comma 2, parte I, Titolo III – Rapporti economici =
fondati sull’utile
La legge ordinaria conferma il pregiudizio
L. n. 845/78, art. 1, comma 2:
regolamentazione ordinamenti strutture formative regionali
«formazione professionale è strumento della politica attiva del lavoro»
che «si svolge nel quadro degli obiettivi della programmazione economica»
E altri provvedimenti … fino ad arrivare agli anni
‘90…
Lo ‘spazio costituzionale’ per superare il pregiudizio
- Art.1 L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro
- Art.4 Il lavoro è un diritto soggettivo e un dovere civico
- Riforma Titolo V della Costituzione
“formazione professionale” sostituita con “istruzione e formazione professionale”
Affidata alle Regioni, lo Stato detta i Lep (Livelli essenziali delle
prestazioni) 15
La legislazione ordinaria … il rilancio del valore del lavoro
Tra il 2001 e il 2005 a) L.n.53/03, art.1, comma1
«SISTEMA EDUCATIVO DI ISTRUZIONE ED IFORMAZIONE»:
anche il lavoro è mezzo per l’educazione integrale della persona umana
b) L. n. 53/03, art.2, comma1, punto c
«DIRITTO-DOVERE di ISTRUZIONE E FORMAZIONE per almeno 12 anni o comunque fino all’ottenimento di una qualifica professionale»
Non più obbligo
No differenziazione tra scuole statali/paritarie e centri di istruzione e
c) EX L. 53/03 e 30/03
UNICO SISTEMA EDUCATIVO --- 3-23/24 anni Così articolato:
… docente tutor, portfolio delle competenze personali … Sotto-sistema istruzione
liceale (14-19 anni)
Apprendistato (19-29 anni) Apprendistato (15-19 anni)
Sotto-sistema istruzione e formazione professionale
secondario (14-18 anni)
Istruzione superiore o di alta formazione (18-23 anni) Istruzione universitaria (19-
24 anni)
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d)Sostituzione del paradigma culturale, epistemologico, organizzativo e didattico della SEPARAZIONE con il paradigma dell’INTEGRAZIONE
Spazio educativo unitario, legame tra teoria e pratica, percorsi flessibili intrecciabili e personalizzabili, …
Valore formativo dell’apprendistato … conoscenze (sapere) e abilità (saper fare) disciplinari e interdisciplinari come mezzi per crescere e maturare come persone
… La situazione attuale?
Normativa successiva al 2006: REINTRODUZIONE DEL PARADIGMA SEPARATISTA
Diverse riforme e decreti fino ad arrivare al 2010:
RIFORMA “MORFIORMINI”
Moratti, Fioroni, Gelmini
L. n. 182/2010 – Valore formativo dell’apprendistato
- Rientra nell’espletamento del diritto-dovere di istruzione e formazione
- Ha come fine la formazione integrale della persona
- È un vero e proprio percorso del sistema educativo di istruzione e formazione
concorrenziale e alternativo a quelli scolastici Nel 2011 – TU sull’apprendistato
Tipologie di apprendistato
1. Per l’esercizio del diritto-dovere di istruzione e formazione
2. Professionalizzante 3. Di alta formazione
Cinque malattie del sistema educativo e del pensiero dominante:
Intellettualismo
Separazionismo
Obnubilamento della dimensione formativa del lavoro
Svalutazione socio-economica e culturale del lavoro manuale
Fissismo professionale
Sapere e conoscere = sapere e conoscere qualcosa, sapere e conoscere come fare
qualcosa, sapere fare bene qualcosa
Ogni lavoro è un sapere pratico, della persona in azione, nella sua integralità
Lavorare significa essere in grado di svolgere più lavori e imparare a riconvertirli
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teoria dei
neuroni specchio
=
imitazione
intenzionalità razionale, azione
libera e responsabile
Ogni esperienza è sempre più ricca dei principi formali che
la possono descrivere e interpretare
Esiste un apprendimento basato sul corpo e sugli
schemi d’azione («non esiste mente senza corpo», «io apprendo non soltanto da quello che tu sai
ma anche da quello che tu fai»)
L’apprendistato tra téchne e epistéme
Due generi di sapere AFFINI e INTRECCIABILI
Attenzione a 3 elementi:
1.Operatività
2.Feedback riflessivo continuo e consapevolezza che ogni esperienza umana sopravanza ogni sapere a suo riguardo 3.Non bastano l’esercizio e il sapere: necessità di un
elaborato dialogo tra mastro e apprendista
Apprendistato e scuola
Tutor
Modello formativo caratterizzato da tempi distesi e senza distinzione tra teoria e pratica
Apprendistato come altra modalità oltre alla scuola per imparare e per crescere come persone
È quindi…
concorrenziale e intrecciabile con la modalità scolastica
Quattro slogan riformistici:
1. Meno professori più imprenditori 2. Meno finanza più economia
3. Meno élite più popolo
4. Meno istruzione scolastica-universitaria e più formazione secondaria e superiore in
situazione di lavoro
La malia intellettuale … 1. intellettuale vs manuale
2. cultura vs lavoro
3. «comparto conoscenza» vs «comparti lavorativi»
4. terziario e quaternario vs primario e secondario
BRAIN ECONOMY
•Chi studia, conosce e ricerca, chi non lavora
•70% della forza lavoro
•indispensabile per lo COGNITARIATO
SWEAT ECONOMY
•Chi lavora non studia, non conosce e non ricerca
•30% della forza lavoro
•da eliminare progressivamente
MANUARIATO
Negli ultimi vent’anni i giovani italiani (fino ai 29 anni) sono quasi dimezzati di numero
Strategia adottata da circa 40 anni:
spinta ad arruolarsi nella schiera dei
knowledge workers
Ma…
80% dei giovani, a 16 anni, manifesta problemi di
compatibilità con la scuola (bocciature, abbandoni, etc… - la scuola spegne l’entusiasmo creativo)
26,5% degli effettivi di ogni generazione si diploma con un ritardo da 1 a 6 anni
46% degli iscritti all’università è fuori corso
Solo il 47% è occupato ad un anno dalla laurea (e solo per 1/3 l’occupazione è attinente al percorso di
studi); tasso di attività per i laureati dai 25 ai 29 anni sceso al 68% dal 2000 al 2009
10,5% (giovani 15-24 anni) = Neet (Not in Education, Employment or Training)
Permane il pregiudizio negativo sul valore e sulle potenzialità culturali e formative
del lavoro
L’eclissi del valore della fabbrica
99% degli studenti universitari immagina di dover lavorare soltanto in uffici
L’Italia è al 2° posto in Europa nell’industria manifatturiera…
La piccola e media impresa crea occupazione:
domanda di ragazzi appena licenziati dall’obbligo di istruzione
L’eclissi del valore educativo di ogni lavoro
L’esclusione della metodologia dell’alternanza scuola-lavoro per l’intero obbligo d’istruzione (fino ai 16 anni) ha impedito ai giovani la scoperta
del valore intrinseco del lavoro
Il caso … dei buoni lavoro : sistema di pagamento del lavoro occasionale accessorio, cioè di quelle prestazioni al di fuori di un normale contratto di lavoro in modo discontinuo e saltuario, fino a un
massimo di 5000 euro annui.
Non utilizzati, sebbene la legge lo permetta anche sotto i 16 anni (sotto il controllo delle
famiglie e/o della scuola)
Perché si ritiene che,
al contrario di un lavoro “intellettuale”, svolgere un lavoro “manuale”
implichi di per sé una
bassa qualificazione professionale,
un’umanità non integralmente fiorita?
Che cosa abbiamo imparato nel corso della storia
…
La divisione del lavoro
«Chi spende la vita nel fare poche semplici operazioni, i cui effetti sono forse sempre gli stessi, non ha occasione di
esercitare la sua intelligenza o la sua creatività»
(A. Smith, 1776)
Taylor, Ford, Fiat
«Chi spende la vita nel fare poche semplici operazioni, i cui effetti sono forse sempre gli stessi, non ha occasione di
esercitare la sua intelligenza o la sua creatività»
Tecnici esperti per programmare
Operai «non molto aperti di mente» per eseguire vs
Il modello distrettista
La maggior parte delle aziende manifatturiere del nostro Paese si impronta sul modello «distrettista»
tipico della tradizione dell’economia familiare propria della civiltà contadina e artigiana
da cui proveniamo in cui
non c’era distinzione abitazione/officina, luogo geografico locale/economico globale, relazione di lavoro/relazione sociale
Le imprese «distrettiste» sanno che:
È il continuo adattamento delle grandi invenzioni «introdotte senza sosta nei loro processi produttivi a fare la differenza»
È necessaria una continua interlocuzione tra scienziato, tecnico ed operaio
I dipendenti senza testa «costano poco, pochissimo», ma «non
rendono niente, anzi guastano, rompono le macchine» (A. Salmoiraghi, 1882)
Qualsiasi lavoro doveva essere allo stesso tempo «svolto» e «spiegato»
(don Giovanni Bonsignori, 1892) 35
Tracciamo le conclusioni … Il futuro nel passato?
Attualità dell’intervento di Cavour (27 maggio 1861)
«Io credo che per favorire l’industria si conviene di favorire l’istruzione professionale, non solo nelle alte, ma nelle basse sfere degli operai. Noi
difettiamo ancora di buoni capimastri nelle nostre fabbriche […] è necessario che vi siano
alcune scuole tecniche, dove […] i veri operai che hanno un ingegno naturale, acquistino quelle
cognizioni che sono necessarie per diventare buoni capi d’arte, buoni capimastri»
Prima metà del 900
Tre strategie di rinnovamento dell’educazione e dell’insegnamento
1. Dallo specifico al generale: a partire da ogni «lavoro pratico» riuscire a «sviluppare l’attività puramente
intellettuale»
2. Popolarizzare più culture: immaginare, a fianco delle scuole improntate al modello classico-generalista,
scuole di pari dignità improntate al modello della
«cultura» e del «lavoro» popolari
3. Distinguere, ma per unire: rilancio del paradigma
“integrativo”