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1 University of Trieste-International Center of Theoretical Physics (ICTP) PhD in Environmental Fluid Mechanics

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Academic year: 2021

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1 University of Trieste-International Center of Theoretical Physics (ICTP)

PhD in Environmental Fluid Mechanics

Fluid Dynamics Constrains Affecting the Atmospheric Vortices:

Italian Summary Student: Ivan Gladich

PhD Program Director: prof. V.Armenio University of Trieste Supervisor: prof. F.Stel ARPA FVG-CRMA Tutor: prof. G. Furlan University of Trieste Co-Supervisor: prof. D. Giaiotti ARPA FVG-CRMA

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Mesocicloni e tornado sono intensi vortici atmosferici, molto rilevanti nella quotidiana attivit`a umana essendo associati a fenomeni atmosferici tra i pi`u violenti. Nello specifico, i mesocicloni sono associati ad intense precipitazioni mentre durante un fenomeno tornadico la massima velocit`a orizzontale pu`o raggiungere i 120 ms−1.

Sebbene alcuni schemi fenomenologici per la previsione di intensi vortici verticali in atmosfera siano presenti (ad esempio gli schemi CAPE-SHEAR), l’efficacia di tali schemi rimane molto limitata come rimane lacunosa una chiara spiegazione della (termo)dinamica che porta alla formazione di tali vortici.

Questo lavoro di tesi si propone di fornire una migliore comprensione della formazione di questi fenomeni in atmosfera fornendo una base teorica capace di capire e valutare i limiti e le zone di validit`a dei comuni schemi di previsione tornadica.

Dopo due capitoli, uno di introduzione ed uno di revisione della let- teratura oggi presente (capitolo 1 e capitolo 2), la tesi sviluppa, partendo dalle equazioni fondamentali della fluidodinamica (Navier-Stokes), un set di equazioni semplificato ma adatto a descrivere fenomeni atmosferici intensi come i tornado e i mesocicloni (capitolo 3). Sucessivamente i parametri di previsione CAPE and SHEAR sono introdotti in tali equazioni tramite integrazione verticale (capitolo 4). Un evento tornadico `e sempre carater- rizzato dalla formazione di uno spot di vorticit`a molto intenso e localizzato nello spazio: questo ha suggerito l’idea di associare la tornadogenesis ad un problema di stabilit`a non lineare nello spazio di Fourier (capitolo 5). La

“nonlinear resonant wave interaction theory” ha fornito la matematica di base per lo studio di questo tipo di instabilit`a permettendo la costruzione di uno schema predittivo dei fenomeni tornadici in cui compaiono CAPE e SHEAR (capitolo 6). Il modello teorico proposto ci permette di affermare che

• La tornadogenesis `e associata solo a certi valori (bande) del diagramma CAPE-SHEAR.

• I schemi usuali CAPE e SHEAR devono essere corretti tenendo conto delle caratterisrtiche del mesociclone in cui il tornado si forma: questo punto spiegherebbe la debolezza dei comuni schemi di previsione SHEAR- CAPE.

• Il modello teorico propone un vincolo ai valori di “Bulk Richardson number (BRN)” adatti per la tornadogenesis; questo si ricollegherebbe prepotentemente a lavori numerici precedenti in cui si `e visto come il BRN regoli l’evoluzione di una supercella a singola cella temporalesca

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3 od ad eventi di tipo multicellula. Quindi, questo lavoro propone un ruolo del BRN anche nella formazione di eventi tornadici associati a mesocicloni.

I risultati sopra proposti sono confermati da una indagine statistica eseguita sul database meteorologico degli eventi tornadici in Italia e negli USA.

La tesi presenta altre due parti a corollario e sviluppo della precedente parte principale. Uno studio numerico sulla efficacia delle moderne simu- lazioni di mesocicloni `e proposta nel capitolo 7; risulta chiara dal lavoro proposto come una delle maggiori difficolt`a sia una efficace descrizione della dissipazione e della evoluzione di campi di velocit`a molto variabili nello spazio e nel tempo. Questo problema `e fondamentale nelle moderne sim- ulazione atmosferiche a mesoscala nel momento in cui si voglia raggiungere una risoluzione orizzontale inferiore ai 200m.

Nella ultima parte un approccio alla formazione di vortici intensi in atmos- fera in termini di massimizzazione del campo di helicit`a `e proposta. Questo tipo di approccio permette di vedere come la formazione di vortici verticali sia dovuta ad un meccanismo di prevenzione della dissipazione turbolenta di energia associata a moti a grande scala in energia associata a moti a piccola scala caotici e turbolenti. Questo spiegherebbe la presenza cos`ı frequente di vortici verticali in atmosfera. Il principio di massimizzazione della helicit`a risulta essere generale e applicabile anche alla studio della formazione di anti- mesocicloni e di eventi tornadici (capitolo 8) e, in linea di principio, ad in qualsiasi sitema fluido.

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