• Non ci sono risultati.

Le carte geologiche a piccola scalaThe small scale geological maps

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "Le carte geologiche a piccola scalaThe small scale geological maps"

Copied!
20
0
0

Testo completo

(1)

RIASSUNTOLa rappresentazione dei caratteri geologici e geotematici del territorio in forma sintetica è un’esigenza che continua a stimolare i geologi, soprattutto per la ricerca di nuove e moderne metodologie di rappresentazione.

Il Servizio Geologico d’Italia ha prodotto, sia in proprio che partecipando ad attività di ricerca internazionali, numerose carte a scala di sintesi, che vanno dalla Carta geologica d’Europa in scala 1:5.000.000, alle 5 edizioni della Carta Geologica d’Italia in scala 1:1.000.000, a quelle geologiche regionali, purtroppo in serie incompleta, alla scala 1:250.000.

Analogamente, il Servizio ha elaborato e prodotto carte geofisiche gravimetriche e aeromagnetiche a piccola scala che coprono l’intero territorio nazionale.

Un cenno a parte merita poi la serie speciale dei piani-rilievo geologici, rappresentazioni tridimensionali di porzioni di territorio o modelli di particolari contesti geologici, che hanno seguito e corredato la realizzazione della cartografia geologica quale strumento di supporto didattico e di divulgazione della conoscenza del territorio.

PAROLE CHIAVE: Cartografia geologica, cartografia geofisica, piani-rilievo geologici

ABSTRACT The representation of the geologic and geothematic characters of the territory in synthetic form is a demand that stimulates the geologists to seek new and modern methodologies of representation.

The Geological Survey of Italy produced a lot of synthesis maps, such as the geological Map of Europe 1:5,000,000 scale or the Gravimetric and Aeromagnetic maps 1:1,000,000 scale.

Particular attention is devoted to the Collection of geological reliefs, realised in support of the Geological Map of Italy from 1877 to 1920. They were used not only as a teaching tool and in decision-making contexts but also to promote and disseminate the Italian geological knowledge.

KEY WORDS: Geological maps, geophysical maps, geological reliefs

Le carte geologiche a piccola scala The small scale geological maps

Mem. Descr. Carta Geol. d’It.

100 (2017), pp. 73 - 92 figg. 12; tabb. 3

(2)

1. – LA CARTA GEOLOGICA INTERNAZIONALE DELL’EUROPA E DELLE AREE ADIACENTI IN SCALA 1:5.000.000

COMPAGNONI B. (*) La seconda edizione della Carta geologica interna- zionale dell’Europa e delle aree adiacenti (The 1:5 million International Geological Map of Europe and Adjacent Areas - IGME 5000), coordinata e compilata da Kristine Asch (ASCH, 2005), è stata stampata nel 2005 ad Hannover dal Bundesanstalt für Geowissenschaften und Rohstoffe (BGR) (fig. 1).

Questa Carta geologica è il risultato del coordina- mento dei contributi di Servizi Geologici, Università ed Istituti di 48 nazioni europee e delle aree ad esse confinanti.

La Carta è stata sviluppata e realizzata in forma digi- tale con il Geographic Information System (GIS), che contiene molte più informazioni di quelle presenti sulla carta stampata. A tutte le informazioni associate si può acce- dere digitalmente con il GISrelated IGME 5000 database.

In questa versione della Carta, stampata in offset, le unità geologiche (sedimentarie, ignee e metamorfiche) sono identificate da un colore e una abbreviazione indicanti l’età geocronologica delle rocce.

Nella Legenda le unità sedimentarie sono suddivise per Ere (Cenozoico, Mesozoico, Paleozoico e Precambriano) e Piani. Ad eccezione del Cenozoico, ogni Piano è suddi- viso, quando possibile, in inferiore, medio e superiore.

Le unità ignee (intrusive ed effusive) sono suddivise per Ere; però sulla Carta si è indicato, ove possibile, anche il Piano.

Le unità metamorfiche sono suddivise a seconda del grado di metamorfismo (alto, medio, basso e indiffe- renziato) con dei soprassegni rossi di differente grafia, da collocare sui colori relativi all’età delle rocce che hanno subito il metamorfismo.

Per le aree marine, principalmente quelle oceaniche, sono stati usati, a volte, anche dei soprassegni di orien- tamento e colore differente, da collocare su affiora- menti datati, per evidenziare, ad esempio, particolari caratteristiche geomorfologiche e strutturali.

Sulla Carta, aree contigue aventi stessa età, ma lito- logia differente, sono separate da limiti geologici, ma hanno ambedue lo stesso colore.

Le unità che hanno età compresa in più Piani, come ad esempio Permo-Trias o Mesozoico, sono identificate con il colore del componente più antico con sigle sovraimposte che forniscono dettagli circa la loro specifica età (P-T, MZ).

Sebbene sulla Carta si è preferito evidenziare la geo- logia del pre-Quaternario, tutti gli affioramenti delle rocce effusive quaternarie sono stati cartografati. In alcune aree (regioni desertiche del Medio Oriente e del Nord Africa) dove la geologia del pre-Quaternario non è ben cono- sciuta si sono conservate le coperture dei terreni eolici del Quaternario Per convenzione l’età della base del Pleisto- cene è stata fissata a 1.8 Ma, sebbene, tradizionalmente, per i depositi continentali europei è posta a 2.6 Ma.

Il contributo relativo alla cartografia riguardante il territorio italiano è stato elaborato da M. Amanti, B.

Compagnoni e P. Lembo del Servizio Geologico d’Italia.

2. – LA CARTA GEOLOGICA D’ITALIA ALLA SCALA DI 1:1.000.000 DAL 1881 AL 2011

PANTALONI M. (**) La realizzazione della prima edizione della Carta geologica d’Italia in scala 1:1.000.000 prese avvio im- mediatamente dopo l’Unità d’Italia, avvenuta nel 1861, la costituzione del Regio Comitato Geologico e l’avvio del progetto per la Carta Geologica d’Italia al 100.000.

Si cominciò a lavorare al progetto subito dopo la pubblicazione, da parte del Comitato Geologico, di al- cuni fogli geologici “strategici”; la 1aedizione della carta venne pubblicata nel 1881, in occasione del 2° Con- gresso Internazionale di Geologia di Bologna.

Dopo il lavoro di sintesi coordinato da Igino Cocchi finalizzato alla stesura di una carta in scala 1:600.000 presentato all’Esposizione Universale di Parigi nel 1867 74 COMPAGNONI B. PANTALONI M.

Fig. 1 – Stralcio cartografico della Carta geologica d’Europa e delle aree adiacenti in scala 1:5.000.000.

– Detail of the 1:5,000,000 Geological map of Europe.

(*) già Servizio Geologico d’Italia (**) Servizio Geologico d’Italia, ISPRA

(3)

(PANTALONIet alii, questo volume), fu l’Abate Stoppani a proporre l’idea per la realizzazione di una carta di sin- tesi del territorio da parte dell’Ufficio Geologico (DE STEFANI, 1882). Per la stesura dell’opera, parte delle in- formazioni vennero dedotte dalle carte geologiche re- gionali fino ad allora realizzate, a causa delle numerose lacune presenti nei rilievi geologici avviati in modo si- stematico da troppo poco tempo e ancora su estensione geografica limitata. Poi, per motivi legati alla diversità dei criteri di rilevamento e dei metodi di rappresenta- zione, per la redazione della Carta si resero necessarie addirittura delle ricognizioni sul terreno finalizzate al- l’armonizzazione dei dati geologici. Questo però non risolse i problemi generali dell’impostazione generale della Carta e il risultato soffrì quindi di numerosi difetti nell’uniformità della rappresentazione.

Questa Carta (fig. 2) rappresentò però il primo mo- mento di confronto e di discussione sia sull’ordina- mento generale dei terreni, ancora in attesa di una

convenzione generale, sia sui metodi di rappresenta- zione. Studiando la legenda, appare di particolare inte- resse la chiave di lettura dell’epoca relativamente alle unità intrusive, definite “graniti sedimentarii antichi” e

“graniti eruttivi”.

Questa prima edizione della Carta Geologica d’Ita- lia al milione contiene, almeno parzialmente, i risultati degli studi relativi al confronto fra lo schema crono- logico a quel tempo prevalente, derivato dalla strati- grafia dei terreni dell’Europa centrale (la cd. facies germanica) e quanto derivava dalle osservazioni com- piute dai geologi sulle facies meso-cenozoiche italiane.

Questo problema, in parte affrontato ma non risolto in questa Carta, condizionerà profondamente, per oltre 50 anni, lo sviluppo della geologia italiana.

La base topografica è rappresentata da una carto- grafia usata per la rappresentazione della rete ferrovia- ria, a scala di un decimetro per grado, equivalente quindi alla scala di 1:1.111.111.

Fig. 2 – La prima edizione della Carta geologica d’Italia in scala 1:1.000.000, presentata nel 1881 al II Congresso Geologico Internazionale di Bologna.

- The first edition of the Geological Map of Italy, 1:1,000,000 scale, presented at the II International Geological Congress in Bologna in 1881.

(4)

Nel 1882 De Stefani, nell’adunanza della Società Geologica Italiana a Verona, presenta una nota di analisi della Carta al milione (DESTEFANI, 1882) mettendo in evidenza alcune interessanti osservazioni, suggerendo di tenerle in considerazione nella realizzazione della successiva edizione.

Proprio in seguito agli approfondimenti suggeriti da De Stefani, e grazie anche ai progressi compiuti nel rile- vamento geologico del territorio italiano, nel 1889 venne stampata la 2aedizione della Carta geologica al milione che, come indicato sul frontespizio, “è stata compilata in base ai rilevamenti eseguiti dagli Ing. del Corpo Reale delle Miniere e su lavori editi di geologi italiani e stranieri” (fig. 3).

Fu però ancora De Stefani che, tre anni dopo, pub- blicò sul Bollettino della Società Geologica Italiana una serie di osservazioni critiche su questa seconda

edizione (DESTEFANI, 1891). Affermò di “sorvolare”

sulla non ancora raggiunta convenzione in merito all’“ordinamento dei terreni” ma avanzò diverse cri- tiche, alcune delle quali di ordine lessicale, disappro- vando l’uso del termine Cretacico, e altre relative alla distinzione delle unità in legenda, come la distinzione tra “Gneiss centrale” e “Graniti e Sieniti”. De Stefani evidenziò le innovazioni introdotte nell’area alpina oc- cidentale, ma si mostrò invece molto conservativo in merito all’attribuzione al Permiano degli Scisti cristal- lini affioranti in Sicilia e Calabria che, secondo lui, mo- dificò la precedente opinione di “quegli arcidotti scienziati che sono il Pareto e il Gastaldi”. Giunse anche a

dichiarare la propria preferenza per la precedente edi- zione della Carta in seguito ad errate attribuzioni relative alla successione sedimentaria dell’Italia cen- tro-orientale. Suggerì un età pliocenica per i depositi della Valle Tiberina ed un riesame della Zona gessoso- solfifera, che auspicò venisse addirittura eliminata nelle edizioni successive.

Una indubbia innovazione della seconda edizione fu l’utilizzo della Carta del Regno d’Italia alla scala 1:1.000.000 pubblicata nel 1885 dall’Istituto Geografico Militare.

L’intera produzione della Carta risultò esaurita dopo meno di un decennio dalla sua pubblicazione, eviden- ziando la necessità di una nuova edizione, aggiornata con i più recenti rilevamenti compiuti dai geologi del R. Ufficio Geologico.

Questa iniziativa venne però bloccata dallo scoppio della Prima Guerra Mondiale, e solo nel 1925 il R.

Comitato Geologico affidò a Vittorio Novarese (fig. 4), uno dei più illustri scienziati dell’epoca, ingegnere del R. Ufficio Geologico (ARGENTIERI & PANTALONI, 2013), l’incarico di realizzazione della 3aedizione, con la prescrizione di escludere qualsiasi ricognizione sul terreno, per accelerare i tempi di realizzazione.

La carta venne completamente rieditata, grazie alle innovazioni introdotte derivate dai molteplici progressi compiuti nel rilevamento, sia nella parte peninsulare che, in particolare, nella differenziazione della catena alpina.

Iniziata nel 1926, la Carta venne pubblicata tra il 1929 e il 1931 in 6 fogli; questa versione è caratterizzata da una legenda profondamente modificata rispetto alle precedenti versioni: vennero stabilite 21 unità per il se- dimentario, 11 unità per le rocce vulcaniche e 5 per le unità cristalline. La successione sedimentaria venne di-

76 PANTALONI M.

Fig. 4 – L’ingegner Vittorio Novarese, Direttore Onorario del R. Ufficio d’Italia, autore della 3aedizione della Carta geologica d’Italia al milione.

- Vittorio Novarese, Honorary Director of the R. Geological Survey, author of the 3rd edition of the Map.

Fig. 3 – La 2aedizione della Carta geologica d’Italia in scala 1:1.000.000 del 1889, riveduta a seguito dei nuovi rilevamenti effettuati per la Carta

geologica d’Italia in scala 1:100.000.

- The second edition of the Map realized in 1889, revised after the field surveys made for the realization of the 1:100,000 scale Geological map of Italy.

(5)

stinta in base ai caratteri geocronologici, mentre per le altre rocce venne usato un criterio distintivo di tipo pe- trografico. Vennero risolte, dopo molti anni di discus- sioni, le controversie di parallelismo tra la facies germanica e la facies alpina: il Mesozoico venne infatti diviso in 6 unità e venne affrontato il problema delle argille scagliose, almeno in Appennino settentrionale.

Alla data di completamento della carta, il R. Ufficio Geologico aveva prodotto 130 fogli della Carta geolo- gica d’Italia al 100.000, mentre di altri 50 esistevano già le minute di rilevamento. Inoltre erano state realizzate carte parziali o regionali a diversa scala che vennero poi integrate con nuovi elementi provenienti da pubblica- zioni e da studi inediti.

La parte transfrontaliera venne desunta dalla 2aedi- zione della Carta geologica della Francia a scala 1:1.000.000 di Michel-Levy del 1905, dalla Carta geologica della Sviz- zera al 500.000 di Heim e Schmidt del 1911 e da carte rea- lizzate dall’Istituto Geologico di Vienna per la parte orientale (NOVARESE, 1932; PANTALONIet alii, 2015).

Rispetto alla precedente edizione venne poi elimi- nata la rappresentazione simbolica dei giacimenti mi- nerari (lignite, salgemma, ecc.) perché nel frattempo l’Ispettorato delle Miniere aveva iniziato la realizzazione della Carta Mineraria d’Italia alla scala 1:500.000 (CORPOREALE DELLEMINIERE, 1926-1935?).

Le maggiori innovazioni, così come evidenziato dallo stesso NOVARESE(1932), derivano dal rilevamento sistematico realizzato in gran parte del territorio italiano dal R. Ufficio Geologico; tra le tante, è significativo ri- cordare quelle relative alla precisa distinzione dei calce- scisti mesozoici nelle Alpi occidentali, allo studio dei quali proprio Novarese dedicò gran parte del suo la- voro. Nella catena alpina venne distinta, inoltre, la parte di successione di origine sedimentaria da quella di ori- gine ignea di età permiana.

La base topografica usata fu quella prodotta dall’IGM in 6 fogli, edizione 1927, modificata con l’aggiunta del- l’Alto Adige fino al limite settentrionale della Vetta d’Ita- lia. Sotto l’aspetto cartografico si adottò una gamma di colori quanto più possibile vicina a quella della Carta Internazionale d’Europa, adattata alle esigenze locali.

Federico Sacco, in una nota pubblicata sul Bollet- tino della Società Geologica (SACCO, 1938), afferma che “fu pubblicata in questo periodo la tanto desiderata Carta geologica d’Italia al milionesimo che richiese naturalmente al- l’Ufficio un intenso lavoro di preparazione, di coordinamento e di esecuzione”, rendendo merito oltre che al lavoro di Novarese, anche a quello dei disegnatori F. Cozzolino e A. Di Pasquale.

La 4a edizione della Carta venne pubblicata nel 1961, curata dall’allora Direttore del Servizio Geologico d’Italia, Enzo Beneo (fig. 5) (MORETTI, 1990); il disegno e la redazione della Carta vennero affidate ad A. Di Pa- squale. In questo caso si tratta di una revisione dell’edi- zione del 1931, compiuta prevalentemente attraverso una migliore definizione delle unità in legenda: per il sedimentario venne introdotta la descrizione litologica delle singole unità, l’ambiente di sedimentazione e, in alcuni casi, le formazioni corrispondenti.

Nonostante i relativamente modesti miglioramenti, a questa edizione va dato il merito di aver riproposto a

distanza di 30 anni una carta geologica di sintesi del Paese, proprio in un periodo in cui le Scienze geologi- che, anche in Italia, stavano evolvendo in maniera molto rapida (CASTELLARINet alii, 2011).

Nel 2011, in occasione dell’anniversario dei 150 anni dell’Unità d’Italia, a dimostrazione dell’evoluzione scientifica e culturale delle Scienze della Terra nell’ul- timo mezzo secolo, il Servizio Geologico d’Italia ha pubblicato in forma cartacea la 5aedizione della Carta geologica d’Italia in scala 1:1.000.000 (fig. 6). La carta, già definita negli aspetti geologici ma non ancora pub- blicata a causa della mancanza di una moderna base to- pografica, venne presentata in occasione del 32°

Congresso Internazionale di Geologia a Firenze nel 2004 (COMPAGNONI, 2004; PANTALONI, 2011).

Questa edizione costituisce, per il grande inter- vallo di tempo passato dalla precedente edizione (oltre 50 anni), un elemento rappresentativo del- l’enorme progresso scientifico compiuto dalle scienze geologiche. La sua realizzazione ha impegnato molti geologi e tecnici ed è stata effettuata attraverso l’analisi e la sintesi dei risultati ottenuti nell’ambito del progetto di cartografia geologica nazionale (CARG), oltre che la revisione dell’enorme mole di lavori scientifici pubbli- cati negli ultimi anni. Obiettivo di questo lavoro carto- grafico è quello di diffondere in ambito scientifico, ma anche in quello didattico, la conoscenza geologica del territorio. Una delle finalità della carta è quella di far ar- rivare ad un pubblico molto ampio di studiosi, di inse- gnanti, di studenti e di appassionati, una sintesi delle moderne conoscenze geologiche del Paese.

Fig. 5 – Enzo Beneo, Direttore del Servizio Geologico d’Italia tra il 1950 e il 1966, curatore della 4aedizione della Carta d’Italia al milione.

- Enzo Beneo, Director of the Geological Survey of Italy from 1950 to 1966, curator of the 4thedition of the 1:1,000,000 scale Geological map.

(6)

La legenda è stata strutturata partendo dalla tradi- zionale suddivisione delle rocce in base alla loro origine (sedimentaria, metamorfica, intrusiva ed effusiva), ul- teriormente suddivise in base alla litologia, all’età, al- l’ambiente deposizionale, al ciclo orogenetico nel quale sono state coinvolte, al grado di metamorfismo.

A margine del campo carta è stato poi inserito uno Schema strutturale, nel quale sono stati rappresentati i maggiori domini strutturali, relazionati agli orogeni alpini ed ercinici, alla vergenza del sistema orogenetico ed al tipo di crosta del dominio paleogeografico originario.

Il risultato finale è sostanzialmente diverso rispetto alle precedenti versioni a scala simile. Il prodotto ottenuto è una carta geologica nella quale, oltre alla “convenzio- nale” caratterizzazione litologica, è stata messa in evi- denza l’evoluzione geodinamica; la conseguenza è quindi quella di fornire un valido ausilio alla comprensione della storia geologica e geodinamica della penisola italiana.

La base topografica è derivata dalla sovrapposizione e semplificazione dei 6 fogli della carta in scala 1:1.000.000 pubblicata nel 2006 dall’IGMI.

Per l’allestimento cartografico è stato poi adottato il Manuale cromatico di riferimento per la stampa delle carte geologiche, realizzato per il progetto CARG ed impostato secondo gli standard cartografici internazionali.

Questa edizione, inoltre, compie un enorme passo in avanti in termini di rappresentazione cartografica;

l’utilizzo dei sistemi informativi geografici (GIS) e l’al- lestimento per la stampa attraverso processi digitali (PANTALONIet alii, 2008) hanno permesso la gestione di molti diversi colori e retini, garantendo la rappresen- tazione di superfici di dimensioni ridotte e consentendo quindi diverse possibili “chiavi di lettura” (tab. 1).

78 PANTALONI M.

Carta geologica d’Italia alla scala 1:1.000.000

Edizione - anno di

pubblicazione A cura di Tipografia Note

I - 1881 R. Ufficio Geologico Stabilimento Litografico Virano e Teano

Carta geologica in 2 fogli; edita in occasione del II Congresso Geologico Internazionale (Bologna, 1881) alla scala di 1:1.111.111 II - 1889 R. Ufficio Geologico R. Stabilimento

C. Virano Carta geologica in 2 fogli;

riveduta e corretta della precedente III – 1929/1931 R. Ufficio Geologico Stabilimento

L. Salomone Carta geologica in 6 fogli

V. Novarese

IV - 1961 Servizio Geologico d’Italia Litografia Artistica

Cartografica, Firenze Ristampa rielaborata dall’edizione precedente in un foglio E. Beneo

V - 2011

Servizio Geologico d’Italia - ISPRA

S.EL.CA., Firenze Carta geologica in 1 foglio corredata da Note illustrative Geologia: B. Compagnoni,

F. Galluzzo, R. Bonomo, F. Capotorti, C. D’Ambrogi,

R. Di Stefano, R. Graziano, L. Martarelli , M. Pantaloni, M.L. Pampaloni, V. Ricci Cartografia e GIS: D. Tacchia,

G. Masella, V. Pannuti, R. Ventura, V. Vitale

Tab. 1 – Schema riassuntivo delle 5 edizioni della Carta geologica d’Italia alla scala di 1:1.000.000.

- Summary of the 5 editions of the Geological map of Italy 1:1,000,000 scale.

Fig. 6 – La 5a edizione della Carta geologica d’Italia alla scala 1:1.000.000, realizzata dal Servizio Geologico d’Italia nel 2011 in occasione del 150°

anniversario dell’Unità d’Italia.

- The 5thedition of the Map, printed in the occasion of the 150thanniversary of the Unification of Italy.

(7)

3. – LE CARTE AEROMAGNETICHE E GRAVIMETRICHE D’ITALIA ALLA SCALA 1:1.000.000 E LA CARTA GRAVIMETRICA D’ITALIA ALLA SCALA 1:1.250.000

CESI C. (*), EULILLI V. (**) , FERRI F. (**) Ogni cartografia è figlia del suo tempo. Essa ri- flette il livello della tecnologia all’epoca disponibile per l’acquisizione, elaborazione e rappresentazione dei dati, le esigenze di conoscenza avvertite nella comu- nità scientifica e socio-economica e, come nel caso di

“dati proprietari” di interesse commerciale ed econo- mico, il livello di possibile liberalizzazione dei dati stessi.

Gli anni ’80, quando inizia la produzione di carto- grafia geofisica a piccola scala, sono gli anni in cui il Servizio geologico d’Italia è ancora incardinato nella Direzione generale delle miniere dell’allora Ministero dell’industria, commercio e artigianato, per conto della quale esegue anche rilievi geofisici in alcune aree mi- nerarie della Toscana. In quegli stessi anni si rafforza il rapporto di collaborazione con la società AGIP nell’ambito delle finalità che costituiscono il “core business” delle attività del Servizio Geologico d’Italia, indirizzate alla realizzazione e pubblicazione della cartografia ufficiale dello Stato italiano a scale adeguate alle diverse esigenze, accompagnata dal dovuto corredo di informazioni. È utile ricordare che la stessa missione di realizzazione della cartografia geologica d’Italia alla scala 1:100.000 era nata sostanzialmente in ambito minerario, con la costituzione del R. Ufficio geologico del Corpo delle miniere per dare una risposta alla necessità di accertare l’entità delle risorse minerarie del Paese, in merito alle quali l’appena costituito Stato unitario italiano si accorse di non possedere alcun li- vello di conoscenza sistematica.

3.1. – LA CARTA GRAVIMETRICA D’ITALIA ALLA SCALA

1:1.000.000

La Carta gravimetrica d’Italia alla scala 1:1.000.000 è stata realizzata nel 1989 dal Servizio Geologico d’Italia e da AGIP ed è la prima Carta gravimetrica di sintesi nazionale basata sul cospicuo archivio di dati gravime- trici reso disponibile in quegli anni dalla comunità geo- fisica italiana e che sarà poi utilizzato anche per la Carta gravimetrica a corredo del Modello Strutturale d’Italia del CNR pubblicata nel 1992 alla scala 1:500.000. Sono state infatti elaborate 234.100 stazioni gravimetriche di terra messe a disposizione da AGIP (più del 90% del totale), dal Servizio Geologico d’Italia, da Istituti uni- versitari, Enti e varie Società private. Furono inoltre uti- lizzate 6.200 stazioni di fondo mare, fornite da AGIP

e dall’Osservatorio Geofisico Sperimentale (OGS), consentendo la copertura delle aree marine più vicine alla linea di costa.

La densità media di misura risultante è stata di 1 sta- zione/km2in pianura, 0,7 stazioni/km2nelle aree ap- penniniche e nel Mare Adriatico e 0,1 stazioni/km2 nelle aree alpine e del Mar Tirreno. Per l’attribuzione dei valori di gravità osservata è stata scelta come stazione gravimetrica di riferimento quella di Roma - Facoltà di Ingegneria (esterno) della Rete fondamentale italiana – R.F.I. 1955, con valore di 980.362,40 mGal, seguendo le norme pubblicate nel 1972 della Commis- sione Geodetica Italiana. È da tenere presente che il ci- tato valore di g differisce da quello attribuito alla medesima stazione dalla International Gravity Standardi- zation Net 1971 (IGSN-71, MORELLI, 1974), il che com- porta la non immediata confrontabilità dei valori di questa Carta gravimetrica con quelli di altre mappe si- milari che comunemente adottano i valori IGSN71. Le correzioni topografiche, per le quali si è utilizzata una densità costante di 2,67 g/cm3, sono state calcolate da AGIP per l’intorno fino a 20 km dalla stazione di mi- sura e dal Servizio Geologico d’Italia per l’estensione da 20 a 166.736 km dalla stazione stessa. L’AGIP ha anche curato il calcolo delle Anomalie di Bouguer ed il tracciamento delle relative isoanomale.

La Carta, pubblicata in 2 Fogli, rappresenta le isoa- nomale di Bouguer a due colori (rosso per le anomalie positive e blu per quelle negative), tracciate con equidi- stanza di 10 mGal su una base semplificata topografico - geologica, con relativa legenda, desunta dalla “Carta Mineraria d’Italia” alla scala 1:1.000.000 (SERVIZIO GEOLOGICO D’ITALIA, 1973).

3.2. – LA CARTA AEROMAGNETICA D’ITALIA ALLA SCALA

1:1.000.000

Negli anni tra il 1970 e 1980 l’AGIP, nel contesto della sua attività di ricerca mineraria, ivi incluse le ri- sorse geotermiche, aveva prodotto un insieme di rile- vamenti delle anomalie del campo magnetico terrestre del territorio nazionale compresa l’estensione al mare territoriale, utilizzando tecnologie allora d’avanguardia, rese disponibili dalle Compagnie contrattiste: rilievi condotti con magnetometri a vapori di cesio capaci di una risoluzione di 0,01 nT, trasportati fuori bordo da aerei appositamente equipaggiati, e sistemi di localizza- zione adeguatamente precisi nella determinazione delle linee e delle traverse di volo lungo le quali si procedeva all’acquisizione dei dati (tab. 2) e nella determinazione della quota di volo (1).

È in questo contesto di interazioni tra livello tecno- logico disponibile all’epoca in AGIP, missione carto- grafica ufficiale del Servizio Geologico d’Italia, cordone ombelicale con la Direzione generale delle miniere e

(*) Presidenza del Consiglio dei Ministri (**) Servizio Geologico d’Italia, ISPRA

(1)Nel dettaglio: su un totale di 265.305 km di linee registrate, non tutte utilizzate per la carta 1:1.000.000, circa 199.293 km furono acquisiti con un magnetometro CFS con sensibilità 0.01 nT, mentre per i 66.012 km restanti fu impiegato un magnetometro VARIAN con sensibilità di 0,02 nT. Per il posizionamento furono utilizzati un ricevitore Loran C ed un altimetro con precisione 10’.

(8)

opportunità di mettere a disposizione della comunità scientifica dati “proprietari” fondamentali per la cono- scenza della struttura geologica del Paese, che prese corpo la pubblicazione della Carta aeromagnetica d’Ita- lia alla scala 1:1.000.000 quale Carta ufficiale dello Stato Italiano.

Per la realizzazione della Carta sono state effettuate le usuali elaborazioni che comprendono la correzione dei dati registrati per variazioni di quota, variazioni diurne e compensazioni agli incroci tra linee e traverse.

Inoltre per ciascuna area rilevata, sulla base dei relativi gradienti regionali in Df e Dl del campo misurato, è stato determinato il campo geomagnetico di riferi- mento verificandone la congruenza con l’IGRF 1976 che pertanto può essere considerato il campo di riferi- mento. Fa eccezione il solo rilievo dell’area del Canale di Sicilia per il quale il campo di riferimento è costituito

dall’IGRF 1980.3. Il campo magnetico residuo è stato così ottenuto come differenza tra i valori osservati e quelli del campo di riferimento. Le isoanomale magne- tiche sono state ottenute per interpolazione su una gri- glia di 4x4 km. I valori del campo residuo sono stati elaborati tramite un processo di continuazione verso l’alto, omogeneizzandoli alla quota di riferimento di 8.500 piedi, fatta eccezione per l’area della catena alpina per la quale è stata mantenuta la quota originale di ri- lievo di 13.300 piedi. Per quanto riguarda la rappresen- tazione dei dati, le isoanomale magnetiche del campo totale hanno una equidistanza variabile di 5,50 e 250 nT per mantenere la leggibilità della Carta, in colore rosso per le anomalie positive ed in blu per quelle ne- gative. Analogamente a quanto effettuato per la carta gravimetrica dalla stessa scala, le isoanomale del campo magnetico sono sovrapposte ad una base informativa

80 CESI C. - EULILLI V. - FERRI F.

Denominazione

AREA Anno GRIDkm Quota

Gradiente Regionale

Esecutore Committente

linee e traverse km di volo nT/km Nord Est

nT/km

Sicilia S.E. 1971 4 x 8 2.000 3.345 0.857 CGG AGIP 3.900

Calabria 1973 5 x20

3.000

3.288 0.878 CGG AGIP 17.200

7.000

Sicilia 1975 5 x 5 6.900 3.3 0.81 AEROSERVICE AGIP 13.536

Pianura Padana 1976 5 x 5

4.000 2.98 0.66

AEROSERVICE

AGIP 25.300

5.000 3.09 0.82 Università

Padova 920

Alpi 1976 5 x 5 13.300 2.69 0.62 AEROSERVICE AGIP 13.080

Sardegna 1976

2.5 x 5 4.500

3.232 0.726 CGG

AGIP 10.462

5 x 10 6.500 EMSA 9.852

Friuli 1977 5 x 5 8850 2.655 0.742 CGG AGIP 3.050

Italia

meridionale 1977

5 x 7,5 4.800

3.232 0.726 CGG AGIP 69.173

10 x 15 8.500

Italia centrale 1978-1979

5 x 7,5 4. 800

3.270 0.513 CGG

AGIP 71.586

10 x 15

8.500

1,5 x 7,5 RIMlN 3.856

Bolzano - Aosta 1978 5 x 7,5 13.300 3.232 0.72 CGG CNR 3.972

Canale di Sicilia 1980 4 x 4

1.000 1980.3 IGRF 1980.3 IGRF HUNTING AGIP 13.176 4 x 8

TOTALE 259.063

Tab. 2 – La tabella riporta le principali informazioni inerenti i rilievi geofisici aerei utilizzati per la realizzazione della Carta Aeromagnetica d’Italia.

- The table displays the main information on the aerogeophysical surveys used for the construction of the Aeromagnetic map of Italy.

(9)

geologica derivata dalla “Carta Mineraria d’Italia” alla scala 1:1.000.000 (SERVIZIO GEOLOGICO D’ITALIA, 1973). Quest’ultima scelta è derivata dall’esigenza di realizzare un confronto cartografico immediato tra il quadro delle isoanomale magnetiche, comunque lette nel contesto della loro rappresentazione in termini di campo totale alle nostre latitudini, e la distribuzione delle varie formazioni rocciose costituenti il nostro ter- ritorio, che sono state allo scopo raggruppate per genesi e caratteristiche litologiche, il che riflette in parte anche le caratteristiche legate alla loro suscettività magnetica.

3.3. – LA CARTA GRAVIMETRICA D’ITALIA E MARI LIMITROFI ALLA SCALA1:1.250.000

Nel 2005 è stata realizzata dal Servizio Geologico d’Italia, allora Dipartimento Difesa del Suolo dell’Agen- zia per la Protezione dell’Ambiente e per i Servizi Tecnici (APAT), una nuova Carta gravimetrica d’Italia e mari limitrofi (fig. 7) alla scala 1:1.250.000, frutto di una collaborazione con ENI - Exploration & Production ed OGS - CARS (Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale - Cartography and Remote Sensing).

Fig. 7 La Carta gravimetrica d’Italia e mari limitrofi pubblicata nel 2005.

The gravity map of Italy and surrounding seas published in 2005.

(10)

Per questa Carta oltre ai dati disponibili nella Banca Dati Geofisici del Servizio Geologico, già impiegati per la precedente Carta al milione, sono stati utilizzati, per la prima volta in una cartografia ufficiale, anche i dati gra- vimetrici marini di superficie estratti dal database di OGS ed i dati di terra della Corsica, grazie ad una collabora- zione con il BRGMCDG/MA (Bureau de Recherches Géolo- giques et Minières), Servizio geologico francese. Questo importante contributo di dati ha consentito di ampliare notevolmente la rappresentazione del campo gravime- trico specie delle aree marine. È stato poi possibile inte- grare il dataset così ottenuto con alcuni dati gravimetrici delle aree extraterritoriali alpine fornite da OGS, assicurando così una corretta rappresentazione delle anomalie gravime- triche anche presso la linea di confine settentrionale.

Analogamente ad altri prodotti di Servizi geologici europei, si è scelto di calcolare l’anomalia di Bouguer usando una densità di 2,67 g/cm3per la parte emersa mentre l’elaborazione dei dati marini, la maggior parte dei quali è stata acquisita lungo linee di navigazione, è consistita nel calcolo della Anomalia in Aria Libera (free air). Di conseguenza particolare cura è stata applicata nella fase di elaborazione, seguendo i migliori standard disponibili, e per la costruzione dei necessari modelli digitali del terreno a diversa risoluzione, utilizzando a tale scopo anche i dati di quota NASA SRTM (Shuttle Radar Topography Mission) per l’area della Corsica e lungo il confine svizzero mentre per le aree offshore si è utiliz- zato il modello digitale del terreno Gtopo30 dell’USGS.

Per le stazioni di terra le Anomalie di Bouguer sono state calcolate usando la formula standard

BA = Go – (N + F + B + T) dove:

BA = Anomalia di Bouguer;

Go = gravità osservata riferita alla IGSN-71;

N = gravità teorica o normale;

F = correzione in Aria libera;

B = correzione di Bouguer per la calotta;

T = correzione topografica.

I parametri per il calcolo della gravità normale sono quelli del Geodetic Reference System 1980. Il termine B è stato calcolato utilizzando la soluzione esatta della for- mula di Talwani (TALWANIM., 1973).

Il dataset offshore è stato elaborato fino al calcolo dell’Anomalia in Aria libera usando la seguente for- mula: FA = Go + E – N dove:

FA = Anomalia in Aria libera;

Go = gravità osservata riferita alla IGSN-71;

E = correzione di Eotvos per gli effetti del moto di navigazione;

N = gravità normale.

L’insieme dei valori di anomalia gravimetrica è stato in seguito interpolato tramite kriging su una griglia re- golare quadrata con cella elementare di 1 km.

Ulteriori innovazioni sono state introdotte per la cartografia: il campo gravimetrico è rappresentato con il contour delle isoanomale ogni 10 mGal e campitura secondo una opportuna scala cromatica a 35 colori.

Tale campitura a colori si compone con un effetto di ombreggiatura (shaded relief, avente una sorgente virtuale di illuminazione posta a Nord Est ad una altezza di 45°) consentendo una migliore lettura degli elementi geofi- sici e strutturali a scala regionale.

4. – LA CARTA GEOLOGICA D’ITALIA ALLA SCALA 1:500.000

COMPAGNONI B. (*) Il Servizio Geologico d’Italia ha pubblicato la prima edizione della Carta geologica d’Italia alla scala 1:500.000, in cinque fogli, negli anni 1976 (foglio 5), 1978 (foglio 4), 1980 (foglio 3), 1983 (fogli 1 e 2) (COMPAGNONIet alii, 1976/1983) (fig. 8).

L’impulso a stampare questa nuova Carta di sintesi è dovuto principalmente all’emanazione della Legge del 3 gennaio 1960 n.15 “Completamento e aggiorna- mento della Carta geologica d’Italia” (Legge Sullo). Con essa si dava finalmente copertura finanziaria per portare a termine il rilevamento e la stampa della Carta geologica d’Italia alla scala 1:100.000, i cui primi fogli si erano ini- ziati a rilevare e stampare sul finire del 1800, ma i lavori sul terreno erano stati del tutto interrotti a causa della Seconda Guerra mondiale. A seguito di questa Legge si stabilì sia di completare il rilevamento e la stampa dei fogli al 100.000 non ancora rilevati, sia di aggiornare quelli già editi, ma scientificamente superati.

Il Servizio Geologico d’Italia, tenendo conto di tutti i dati di cartografia geologica che man mano venivano evidenziati dai nuovi rilevamenti, decise di realizzare una nuova edizione della Carta geologica d’Italia, ini- zialmente alla scala di 1:1.000.000.

Per la realizzazione di una prima bozza della carto- grafia, il Servizio Geologico richiese inizialmente ad al- 82 CESI C. - EULILLI V. - FERRI F. COMPAGNONI B:

(*) già Servizio Geologico d’Italia

Fig. 8 – Copertina delle Note illustrative della Carta geologica d’Italia alla scala 1:500.000.

– Cover of the Explanatory notes of the map.

(11)

cune Università e al Gruppo di lavoro per il vulcanico, impegnati nel progetto, di presentare entro l’anno 1970 degli elaborati cartografici di sintesi delle varie aree di propria competenza, tenendo presente che la legenda doveva essere cronostratigrafica, come proposto dal Comitato Geologico, supervisore del Progetto.

Gli elaborati cartografici, che si resero disponibili alla scadenza (anno 1970), si presentarono di difficile assemblaggio, sia per la diversità delle legende adottate sia per le differenze di interpretazione, come eviden- ziato al contatto di aree adiacenti. Questa bozza fu pre- sentata nel 1974 alla scala 1:500.000, dalla quale, per riduzione, sarebbe nata quella alla scala di 1:1.000.000. Il Comitato Geologico accettò la bozza della Carta geolo- gica e deliberò che venisse stampata alla stessa scala con cui era stata presentata (fig. 9).

Per la stesura della Carta geologica alla scala 1:500.000 gli Autori si sono avvalsi della cartografia geologica ufficiale alla scala 1:100.000, della Carta geo- logica alla scala 1:25.000 della Regione Calabria, dei ri- levamenti inediti giacenti presso il Servizio Geologico (relativi alla Sicilia ed alle Alpi orientali) e, in varia mi- sura, dei contributi del Gruppo di lavoro per il vulca- nico (per gli apparati vulcanici), di C. D’Amico (per la Calabria meridionale), di U. Pieruccini (per Toscana, Umbria e Marche), di G. Pisa (per le Alpi orientali), dell’Osservatorio Geofisico Sperimentale di Trieste (per le aree marine) e di R. Selli (elementi puntiformi della geologia marina del foglio 5).

Per le zone extraconfine ci si è basati quasi esclusi- vamente sulle carte geologiche di sintesi delle singole nazioni (Francia, Svizzera, Austria e Malta).

L’utilizzazione delle fonti, edite ed inedite, di carto- grafia geologica è stata limitata al 1974, anno in cui la versione definitiva della Carta geologica fu sottoposta al Comitato Geologico.

Essendo modificata l’impostazione della legenda (per la prima volta in essa sono presenti anche elementi di geologia marina), la nuova Carta geologica risultò più aggiornata delle precedenti carte di sintesi alla scala 1:1.000.000.

La legenda è stata suddivisa in 127 tasselli, riguardanti la geologia terrestre (87 relativi alle rocce sedimentarie, suddivisi secondo l’età, l’ambiente di sedimentazione e la litologia; 15 relativi alle rocce vulcaniche, suddivise se- condo l’età e le caratteristiche petrografiche; 13 relative alle rocce plutoniche, suddivise in cicli relativi alla loro messa in posto e le caratteristiche petrografiche; 12 rela- tivi alle rocce metamorfiche, comprese le ofioliti, suddi- vise sia secondo l’orogenesi e il grado di metamorfismo, sia secondo le caratteristiche petrografiche) e in 12 tasselli riguardanti elementi di geologia marina (evidenziati so- prattutto attraverso il rilevamento sismico): le aree sono state distinte da differenti colori a seconda delle loro ca- ratteristiche lito- e cronostratigrafiche. Per una lettura più immediata della carta, le varie associazioni litologiche presentano una stessa simbologia, ma diverso colore a seconda dell’età.

Per una più esauriente interpretazione scientifica della Carta, nei singoli tasselli si sono inseriti i nomi di alcune delle più note e diffuse formazioni. In tal modo si è evi- denziato come la presenza di più formazioni in uno

stesso tassello afferma che esse, oltre ad essere coeve, hanno lo stesso significato paleogeografico-ambientale.

Va specificato, anche che, membri di differente li- tologia di una stessa unità formazionale sono stati in- seriti in tasselli corrispondenti alle indicazioni litologiche. In alcuni casi identiche formazioni appa- iono riferite a età diverse, in ciò si è tenuto conto di quanto è stato indicato nelle Carte alla scala 1:100.000.

Alcune formazioni sedimentarie, successivamente metamorfosate, sono state inserite tra le unità sedimen- tarie coeve, quando è stato possibile individuarne l’ori- ginaria formazione (ad esempio nelle Alpi, in Toscana e in Calabria).

Va tenuto presente che la cartografia degli affiora- menti geolitologici presenti nella Carta alla scala 1:500.000 non deriva dalla semplice riduzione fotomec- canica di quelli della scala 1:100.000 perché, data la dif- ferenza tra le due scale di rappresentazione, si sarebbero perdute alcune evidenze geologiche, che va- leva la pena mantenere.

Per questo, a volte sono stati eliminati i terreni di copertura (alluvioni recenti, detriti, morene) a favore delle rocce sottostanti; a volte affioramenti litologici di superficie limitata, ma ritenuti significativi, sono stati ingranditi a dimensioni leggibili, mentre si sono elimi- nati quelli di esigua estensione, se ampiamente presenti in aree contigue. In presenza di una successione com- posta da numerosi termini, quelli di minore spessore sono stati resi evidenti riducendo arealmente quelli maggiormente estesi.

Va sottolineato che in questa Carta non si è ritenuto opportuno, d’accordo con il Comitato Geologico, ri- portare alcuna linea tettonica, non tanto per la scala adottata, quanto per la disuniformità della documenta- zione allora disponibile e per la discutibile interpreta- zione di alcune situazioni strutturali.

Poiché la base topografica della Carta al 500.000 de- riva dall’adattamento e semplificazione delle diverse basi topografiche delle carte al 100.000, la distribuzione delle unità litostratigrafiche è stata uniformata sola- mente alla rete idrografica e non ai centri urbani, del resto indicati schematicamente.

Fig. 9 – Stralcio del foglio 1, Italia settentrionale, della Carta in scala 1:500.000.

– Detail of the sheet 1, Northern Italy.

(12)

5. – LE CARTE GEOLOGICHE REGIONALI PANTALONI M. (*) Fu solo nella metà degli anni ’70 che si comincia a lavorare alle prime elaborazioni di una Carta Geo- logica Regionale d’Italia, “da utilizzare eventualmente anche come base di carte tematiche regionali” (JACOBACCI, 1976). Viene esplicitato di aver usato, per tale scopo, le carte regionali dell’IGM sino a quel momento pubbli- cate, e cioè quelle della Lombardia, del Veneto, del Friuli – Venezia Giulia, del Trentino – Alto Adige e della Toscana. Per l’Abruzzo e il Molise venne ritenuto opportuno utilizzare, per lo stesso scopo, le basi topo- grafiche in scala 1:250.000 edite per uso militare sempre dall’IGM.

Di queste elaborazioni, però, vengono pubblicate solo alcune carte, tutte caratterizzate da un interessante contenuto scientifico ma un diverso “stile” cartogra- fico, segno evidente dell’appartenenza ad una serie car- tografica non ben definita e, di conseguenza, “non ufficiale”.

La prima carta pubblicata, nonostante non fosse stata elencata tra quelle topografiche disponibili, fu quella dell’Umbria, cui fecero seguito quella del Veneto, della Lombardia e, sebbene ad una scala diversa, quella di Sardegna e Corsica.

5.1. – CARTA GEOLOGICA DELL’UMBRIA IN SCALA

1:250.000

La Carta geologica dell’Umbria viene pubblicata nel 1980 sotto l’egida del Servizio Geologico d’Italia, di- retto all’epoca da Alfredo Jacobacci, e il Dipartimento per l’assetto del territorio della Regione Umbria.

La base topografica è costituita dalla Carta Tecnica Regionale d’Italia in scala 1:250.000 della Litografia Ar- tistica Cartografica (LAC) di Firenze, e la rappresenta- zione geologica deriva dall’elaborazione dei fogli geologici in scala 1:50.000 e 1:100.000 ricadenti nel- l’area, compiuta da B. Compagnoni e M. Valletta, geo- logi del Servizio Geologico d’Italia. A questi si sono affiancati G. Martelli, per la stratigrafia del sedimenta- rio, G. Nappi, per stratigrafia del vulcanico e G. Pialli per i caratteri strutturali del settore occidentale. L’alle- stimento cartografico e il disegno venne affidato a F. Zuchi; lo stile cartografico segue, a grandi linee, quello che si stava applicando per la cartografica geologica in scala 1:50.000 in sperimentazione, che aveva già visto la pubblicazione dei fogli 611 Mistretta, 636 Agrigento e 652 Capo Passero, realizzati dall’Ente Minerario Siciliano (GALLUZZO& PICHEZZI, questo volume).

In legenda vengono inseriti simboli relativi alle ri- sorse (miniere e ligniti), ai siti di interesse paleontolo- gico o preistorico, agli elementi di natura strutturale.

Tra questi, curiosa la dizione per la “Linea di accavalla- mento tettonico” che viene completata da un’attribu- zione di responsabilità: “secondo G. Pialli”.

Le unità vengono descritte con il classico criterio lito-biostratigrafico, partendo dalle unità triassiche (Cenerone e Calcare cavernoso), per finire con le tipi- che unità oloceniche di copertura detritica e di frana.

Persiste la suddivisione in colonne sfalsate per differen- ziare le unità vulcaniche da quelle sedimentarie, a loro volta bipartita per origine marina o continentale, tipica dei fogli in scala 1:100.000 ma che verrà abbandonata nei fogli in scala 1:50.000. Viene invece tralasciata la classica nomenclatura con lettere e numeri per adottare quella esclusivamente numerica (dal numero più basso per le unità oloceniche al più alto per quelle più antiche).

Nella carta non compare uno schema dei rapporti stratigrafici, tuttavia a margine vengono riportati altri due elementi cartografici: una Carta derivata della per- meabilità potenziale e una Carta derivata della tendenza all’instabilità (fig. 10), entrambe in scala 1:500.000, te- matismi particolarmente significativi per la regione in esame. Per il tematismo dell’instabilità, tuttavia, nono- stante lo schema sia frutto di una elaborazione basata sui caratteri litologici dei sedimenti e sulle informazioni disponibili sui fenomeni franosi, viene dichiarata una origine dei dati non omogenea.

5.2. – CARTA GEOLOGICA DEL VENETO IN SCALA

1:250.000

Nel 1988 viene pubblicata, sotto l’egida del Servizio Geologico d’Italia, della Segreteria regionale per il ter- ritorio della Regione del Veneto e dell’Istituto di Geo- logia dell’Università di Padova, la Carta geologica del Veneto in scala 1:250.000.

La responsabilità scientifica dell’opera, coordinata da G.V. Dal Piaz, spetta all’Istituto di Geologia dell’Uni- versità di Padova, e vede la partecipazione di ricercatori della stessa università e con un contributo dell’AGIP per i dati di sottosuolo della pianura veneto-friulana.

La redazione della carta deriva da rilievi inediti degli Autori e dall’elaborazione delle Carte geologiche delle Tre Venezie, della Carta geologica d’Italia in scala 1:100.000, del Modello strutturale del CNR, oltre che di decine di carte allegate a pubblicazioni scientifiche (fig. 11).

La programmazione dei lavori e il coordinamento cartografico vengono sviluppati dalla Regione del Veneto, con la collaborazione del Servizio Geologico d’Italia, mentre l’allestimento cartografico vede impegnata la S.EL.CA. di Firenze, che ne curerà anche la stampa.

La Carta, predisposta per la pianificazione regionale del Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (L.R.

28/1976; L.R. 61/1985 e L.R. 9/1986), risulta partico- larmente completa dal punto di vista informativo.

La Legenda geologica è suddivisa in unità che rag- gruppano diverse formazioni su basi cronostratigrafi- che, anche con litologie diverse. Le unità di basamento vengono raggruppate in sequenze metamorfiche su base locale (Agordo, Recoaro, ecc. e Catena paleocar- nica) suddivise poi su base cronostratigrafica. La legenda viene chiusa con le classiche unità quaternarie;

84 PANTALONI M.

(*) Servizio Geologico d’Italia, ISPRA

(13)

anche qui la denominazione viene strutturata con ter- mini numerici, talvolta differenziati con lettere a pedice.

Lo stile cartografico è assolutamente originale, senza rispetto delle regole standard del Servizio Geologico, indice di un allestimento autonomo, non

“obbligato” da regole editoriali.

Come detto, la Carta presenta schemi a margine di estremo interesse scientifico e applicativo: delle Sezioni geologiche alla stessa scala della carta; uno Schema strutturale in scala 1:750.000; uno Schema dei rapporti stratigrafici, redatto da P. Grandesso e P. Mietto; uno schema di Sezioni idrogeologiche della pianura; una serie di 21 Colonne stratigrafiche dei sondaggi profondi della Pianura, e uno Schema geologico del sottosuolo della Pianura veneta, in scala 1:1.500.000, entrambi rea- lizzati da AGIP. Da notare che alcuni elementi di carat- tere idrogeologico vengono riportati già in legenda, oltre alla indicazione delle aree idrotermali.

5.3. – CARTA GEOLOGICA DELLALOMBARDIA IN SCALA

1:250.000

La Carta geologica della Lombardia in scala 1:250.000, realizzata dal Servizio Geologico d’Italia in- sieme alla Dipartimento di Scienze della Terra dell’Uni- versità degli Studi Milano, la Regione Lombardia e il Centro di studio per la stratigrafia e petrografia delle Alpi centrali del CNR di Milano, viene pubblicata nel 1990. I numerosi Autori della Carta sono stati coordi-

nati da A. Montrasio, mentre il Direttore del Servizio Geologico era A. Todisco; la stampa viene curata dal- l’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato.

La carta è stata compilata usando le Carte geologi- che del Servizio Geologico d’Italia e quelle del Magi- strato delle Acque; la redazione della carta è stata integrata con lo studio di cartografie più aggiornate di diversi Autori italiani e stranieri, anche inedita.

Nella compilazione della Carta è stato seguito il cri- terio formazionale e le unità rappresentate suddivise in base all’appartenenza ai due settori, alpino o appenni- nico. A loro volta, le unità della catena alpina vengono differenziate in base all’appartenenza nei gruppi delle Pennidi, delle Austridi e nel Sudalpino; un gruppo a parte è rappresentato dalle rocce magmatiche s.s. o leg- germente metamorfosate. Il gruppo delle unità del Quaternario continentale (“Villafranchiano”), com- prende anche il Ceppo lombardo, o formazioni simili, di età Pliocene sup. – Pleistocene inf.

Curiosamente, in una nota a margine della carta viene riportata una indicazione sulla “Chiave di lettura della le- genda”; nella nota si riporta la definizione esatta di “For- mazione”, tratta dal Codice Italiano di Nomenclatura Stratigrafica (CINS, AZZAROLI& CITA, 1968); si ricorda poi che per quanto riguarda le unità metamorfiche di ba- samento era in corso una profonda revisione. In legenda vengono poi distinti i nomi formazionali coniati se- guendo le regole proposte nel CINS o quelli “consolidati nell’uso”. Questa carta rappresenta forse uno dei primi

Fig. 10 – Stralcio della Carta derivata della tendenza all’instabilità, in scala 1:500.000.

– Detail of the slope instability trend derived map.

(14)

esempi di applicazione rigorosa delle regole di nomen- clatura stratigrafica, che sono state “faticosamente” uti- lizzate da parte della comunità scientifica.

Gli unici elementi a cornice della carta sono uno Schema dei rapporti stratigrafici e uno Schema tettonico della Lombardia ed aree limitrofe in scala 1:1.000.000, tratto dal Modello strutturale d’Italia del CNR.

5.4. – CARTA GEOLOGICA E STRUTTURALE DELLA

SARDEGNA E DELLACORSICA, IN SCALA1:500.000 Una Carta aventi caratteri simili alle precedenti, ma concepita e realizzata con una diversa “storia”, è la Carta geologica e strutturale della Sardegna e della Corsica, in scala 1:500.000, pubblicata nel 2001.

Oltre al diverso fattore di scala, questa Carta com- prende oltre ad una regione italiana, la Sardegna, anche l’intera isola francese della Corsica. Si tratta quindi di un raro caso, almeno per l’Italia, di una Carta geologica transfrontaliera.

Nata dalla collaborazione tra Servizio Geologico d’Italia, Bureau de Recherches Géologiques et Minières (BRGM) francese, Assessorato all’Industria della Re- gione Autonoma della Sardegna e la Collectivité Territo-

riale de Corse, la Carta è stata coordinata da L. Carmi- gnani dell’Università di Siena e da P. Rossi del BRGM.

La stampa, invece, viene curata dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato di Roma.

La legenda, ovviamente bilingue in italiano e francese, vede la suddivisione in 70 unità, suddivise in base all’ap- partenenza alla catena collisionale ercinica, alla connes- sione con la fase estensionale post-collisionale, alla copertura autoctona del margine continentale europeo, alla catena collisionale della Corsica alpina o connesse all’apertura del Bacino balearico, del Tirreno settentrio- nale o meridionale, seguendo la lunga e complessa storia evolutiva di queste due isole del Mediterraneo.

Uno sguardo approfondito è stato dato all’assetto strutturale, distinguendo con diversa simbologia le fasi tettoniche erciniche e alpina.

Questa carta è stata realizzata dopo un lungo pe- riodo di studio degli Autori nelle due isole e costituisce, senza dubbio, una sintesi delle profonde conoscenze geologiche che troveranno poi i loro frutti nel lavoro di armonizzazione dei fogli geologici in scala 1:50.000 realizzati in Sardegna, oltre che rappresentare un inte- ressante esempio di partenariato internazionale in am- bito geologico e cartografico.

86 PANTALONI M.

Fig. 11 – Carta geologica del Veneto in scala 1:250.000.

– Geological map of Veneto region, 1:250.000 scale.

(15)

6. – LA COLLEZIONE DEI PIANI-RILIEVO DEL SERVIZIO GEOLOGICO D’ITALIA:

DAL RECUPERO DELLE OPERE ALLA VALORIZZAZIONE

D’ANDREA M. (*) Testimoni di un’epoca e segno tangibile della vo- lontà di uomini di scienza e di governo e dell’abilità di tecnici, di artisti e di artigiani, i “plastici” hanno saputo trasmettere immagini fedeli e immediatamente com- prensibili del territorio per le più ampie applicazioni ci- vili e militari: dalla pianificazione delle attività belliche della Grande Guerra e delle imprese coloniali, alle sin- tesi prodotte per l’avvio di importanti attività estrattive e industriali, agli studi legati al rischio geologico, alla di- dattica, alla diffusione delle conoscenze geologiche del territorio italiano in occasione delle Esposizioni Uni- versali, tra la fine del XIX secolo e l’inizio del ’900, alla pianificazione delle grandi opere infrastrutturali della Nazione.

I piani-rilievo geologici, rappresentazioni tridimen- sionali di porzioni di territorio o modelli di particolari contesti geologici, hanno seguito e corredato la realizza- zione della cartografia geologica quale strumento di sup- porto didattico e di divulgazione della conoscenza del territorio. Per quanto riguarda in particolare l’Italia, va posta in risalto innanzitutto la ricca produzione su scala nazionale tra l’ultimo quarto dell’800 e il primo venten- nio del ’900, collegata all’avvio del progetto della Carta geologica d’Italia presso il R. Ufficio Geologico; altre opere vengono realizzate nell’intervallo tra i due conflitti mondiali, altre ancora dopo la II Guerra mondiale, nel- l’arco temporale che dagli anni ’50 del ’900 arriva ai giorni nostri e vede impegnati numerosi istituti e musei.

La rappresentazione plastica, considerata innanzi- tutto un indiscusso supporto didattico e uno strumento per la divulgazione dell’avanzamento delle conoscenze geologiche, ha altresì reso più diretto e comprensibile il dialogo con le strutture di governo del territorio. Gli anni a cavallo fra i due secoli, che seguirono le guerre per l’unità d’Italia, furono anni cruciali per la crescita economica e industriale del Paese e per la costruzione di un unico mercato interno oltre che di una nuova unità politico-amministrativa. In questa situazione era vitale per il nuovo Stato conoscere a fondo il territorio e le sue risorse minerarie. Fu proprio questo a dare avvio alla fioritura di studi geologici, stratigrafici e mi- nerari. Uno dei prodotti di questo fermento fu la rea- lizzazione in serie di piani-rilevo riguardanti il territorio italiano, con l’utilizzo di materiali diversi.

6.1. – LACOLLEZIONE DEI PIANI-RILIEVO DELSERVIZIO GEOLOGICO D’ITALIA

La Collezione dei piani-rilievo realizzati a corredo della Carta geologica d’Italia dal 1877 fino al 1920 (date della prima e dell’ultima opera dell’attuale rac- colta), anche se costituita oggi solo da 17 opere(1), è una tra le più cospicue del genere in Italia. Realizzate per la maggior parte in gesso o metallo e poi dipinte ad olio, queste opere rappresentano aree importanti per l’economia industriale dell’epoca (Isola d’Elba, Massa Marittima, Montecatini - Val di Cecina, Sicilia), per il rischio geologico (Vulcano Laziale, Monte Ve- suvio, Monte Etna, Provincia di Napoli, Campi Fle- grei, Isola d’Ischia) o perché aree notevoli dal punto di vista geologico - geomorfologico (Gruppo del M.

Bianco, M. Argentario, M. Soratte) (fig. 12, tab. 3).

Venivano commissionate per rispondere all’esigenza di una rappresentazione della realtà geologica più ef- ficace (costituiscono di fatto il 3D dell’epoca) rispetto a quella delle carte tecniche, delle quali erano sempre precise trasposizioni, e utilizzate non solo come stru- mento didattico e in contesti decisionali, ma anche come strumento di immagine e di diffusione delle co- noscenze geologiche della neonata Nazione Italia e portate alle Esposizioni Universali tra la fine dell’800 e l’inizio del ’900 (FULLONI, 2012; D’ANDREA, 2012).

La Collezione, ritenuta rappresentativa dell’immagine del territorio, è stata invitata a partecipare, nel 2011, alle celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, ed esposta nella mostra “Alle radici dell’Identità Nazionale. Italia Nazione Culturale”, allestita dal Museo del Risorgimento nel Complesso Monumentale del Vittoriano a Roma. È oggi catalogata mediante l’uti- lizzo delle Schede di Pre-catalogo “OA (Opere d’Arte) dell’Istituto Centrale per il Catalogo e la Do- cumentazione (ICCD) e descritta nella monografia “I Plastici Storici del Servizio Geologico d’Italia”(FULLONI, 2012).

Insieme con le Collezioni paleontologiche e lito-mi- neralogiche del Museo agrario geologico del Servizio Geologico d’Italia (oltre 150.000 campioni e reperti), con la strumentazione tecnica storica, busti, altri cimeli e opere d’arte, questa raccolta, inserita a pieno diritto nella Sezione “Collezioni storiche” è oggi patrimonio dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale ISPRA (D’ANDREAet alii, 2015) e, come tutto il patrimonio museale del Servizio Geologico, fino al 1995 conservato ed esposto a Palazzo Canevari (sede storica del R. Ufficio Geologico, in Largo di Santa Su- sanna a Roma), anche questa è stata imballata e imma- gazzinata, e ancora oggi, dopo oltre 20 anni, attende di

(*) Centro Nazionale Educazione, Formazione e Reti Bibliotecarie e Museali per l’Ambiente, ISPRA

(1)Da un confronto con la Guida all’Ufficio Geologico del 1904, redatta a metà del periodo della produzione plasticistica a cavallo dei due secoli, mancano nell’attuale Collezione ben 8 plastici: 2 plastici dell’Isola d’Ischia, il plastico delle Alpi Apuane, il plastico dell’Anfiteatro Morenico del lago di Garda; i plastici delle Isole: Lipari (in carta pesta), Salina e Alicudi, il plastico dell’Isola di Capri e Penisola Sorrentina (in carta pesta). Fino al 1995 l’edificio rappresentò assieme al suo prestigioso Museo il “Servizio Geologico d’Italia”. Successivamente, a seguito della necessità di ristrutturare lo stabile, fu necessario il trasferimento degli uffici, della prestigiosa Biblioteca e di tutte le Collezioni (in un primo momento portate per la maggior parte negli hangar del Centro Polifunzionale della Protezione civile a Castel Nuovo di Porto, più tardi ricongiunte alle altre nei magazzini ISPRA). Vicende amministrative portano intanto il Servizio Geologico ed il suo patrimonio documentale (Biblioteca e Collezioni) ad appartenere prima al Ministero per l’Ambiente, poi alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, quindi all’APAT e finalmente nel 2008 all’ISPRA.

(16)

essere nuovamente esposta e garantita alla pubblica fruizione(2).

L’ISPRA, attraverso il Servizio attività museali, ne ha curato il recupero, lo studio, il restauro e la valoriz- zazione. Inoltre ha promosso un’indagine a scala nazio- nale sulla presenza di questi particolari manufatti d’arte

e scienza non solo nei principali musei di geologia (dove costituiscono analoghe e altrettanto cospicue col- lezioni), ma in vari istituti, scuole e presso privati citta- dini. La ricerca, tuttora in corso, ha permesso di delineare una prima panoramica dell’opera plasticistica nel suo insieme e delle aree italiane e mediterranee rap-

88 D’ANDREA M.

Fig. 12 La Collezione dei plastici del Servizio Geologico d’Italia. Sullo sfondo: Schizzo geologico dell’Italia redatto da Giuseppe Gabriel Balsamo Crivelli, allegato al Volume “Sullo stato geologico dell’Italia” di G. Omboni (Ed. F. Vallardi, 1856).

- Geological reliefs of the Geological Survey of Italy. On background sketch of geological map of Italy made by Balsamo Crivelli in 1856.

(2)Non cambia molto purtroppo per le Collezioni, che non saranno più esposte, ad esclusione di una selezione di reperti fossili e di campioni dei materiali edilizi e decorativi e delle Collezioni di pietre decorative “F. Pescetto” e “P. De Santis”. Questa selezione, resterà esposta in vetrine, fino al 2012 nella sede ISPRA di Via Curtatone, 3 (nell’edificio di stile razionalista costruito negli anni ’50 del ’900 per la Federconsorzi, nel Quartiere Macao), ma non sarà aperta al pubblico.

Nel 2012, verrà quindi anch’essa imballata e raggiungerà, nei magazzini, il resto del patrimonio.

(17)

Collezione dei plastici del Servizio Geologico d’Italia (1877-1920) PIANI RILIEVO

(Immagini non in scala) DENOMINAZIONE

E INVENTARIO ESECUTORE

DATAZIONEE

MATERIALE COSTITUTIVO

E MISURE D’INGOMBRO Rilievo geologico del Gruppo1

del Monte Bianco Scala 1: 50.000 N. Inv.: R. Ufficio Geologico 148-I;

Servizio Geologico 550 cat. I.

Attrib. Amedeo Aureli 1900-1915

Gesso dipinto in cornice

lignea 112 x 64 cm (x max 15 cm )

Rilievo geologico del 2

Comune di Livorno e delle Isole Pianosa

e Gorgona Scala: 1: 25.000 per le

orizzontali, 1: 15.000 per le verticali N. Inv.: R. Ufficio Geologico 144;

Servizio Geologico 560;

D.S.T.N. 5844.

Amedeo Aureli 1914

Gesso e carta dipinti in cornice lignea

Dimensioni:

85,5 x 74,5 cm (x max 10 cm)

Rilievo geologico di 3

Montecatini – Val di Cecina e dintorni

Scala 1: 25.000 N. Inv.: R. Ufficio Geologico 146;

Servizio Geologico 559, cat. I;

D.S.T.N. 5843 cat. I.

Attrib. Amedeo Aureli 1883-1906

Gesso dipinto ìn cornice

lignea 95 x 87 cm (x max 16 cm)

Rilievo geologico dei 4

dintorni di Massa Marittima Scala 1: 25.000 N. Inv.: R. Ufficio Geologico 147;

Ufficio Geologico d’Italia 215;

Servizio Geologico 1080-I;

D.S.T.N. 6004 cat. I.

Attrib. Amedeo Aureli 1893

Gesso dipinto ìn cornice

lignea 117 x 114 cm (x max 11 cm) Tab. 3 – I piani rilievo del Servizio Geologico d’Italia (da D’ANDREA2012, modif.).

– The plan-reliefs of the Geological Survey of Italy.

(18)

90 D’ANDREA M.

Rilievo geologico dell’Isola5

d’Elba Scala 1:25.000 N. Inv.: R. Ufficio Geologico 141;

Ufficio Geologico d’Italia 209-I;

Servizio Geologico 1079 cat. I;

D.S.T.N. 6003 – cat. I

Attrib. Amedeo Aureli post 1882

Gesso dipinto in cornice lignea

148 x 114 cm (x max 12 cm)

Rilievo geologico del Monte6

Argentario Scala 1:25.000 N. Inv.: D.S.T.N. 5842 cat. I.

Amedeo Aureli 1919

Legno e carta dipinti 98,5 x 84 cm (x max 12 cm)

Rilievo geologico del Monte7

Soratte – Valle del Tevere Scala 1:25.000 N.Inv.: R.Ufficio Geologico280–I;

R. Ufficio Geologico 143–I;

Servizio Geologico d’Italia 558 cat. I;

Servizio Geologico 982 cat. I.

Ignoto 1920 circa

Gesso dipinto ìn cornice

lignea 44 x 40 cm (x max 6 cm)

Rilievo geologico del 8

Vulcano Laziale Scala 1:25.000 N. Inv.: R. Ufficio Geologico 159;

Servizio Geologico 561 cat. I;

D.S.T.N. 5845 cat. I.

Attrib. Amedeo Aureli fine XIX secolo

Gesso dipinto ìn cornice

lignea 106 x 96 cm (x max 9 cm)

Rilievo geologico dei 9

Dintorni di Roma Scala: 1:100.000 N. Inv.: R. Ufficio Geologico 157;

Servizio Geologico 561 cat. I;

D.S.T.N. 5848 cat. I.

Domenico Locchi fine XIX secolo

Gesso e carta dipinti in cornice lignea

93 x 72 cm (x max 5 cm)

(19)

Rilievo geologico dei Campi10

Flegrei Scala 1:50.000

N. Inv.: R. Ufficio Geologico 149 – I;

Servizio Geologico 552 cat. I;

D.S.T.N. 5836 ca. I.

Amedeo Aureli 1915

Gesso e carta dipinti in cornice lignea

71 x 67 cm (x max 6 cm)

Rilievo geologico della 11

Provincia di Napoli e delle sue adiacenze Scala 1:100.000 N. Inv.: R. Ufficio Geologico 158;

Servizio Geologico 556;

D.S.T.N. 5840 cat. I.

Domenico Locchi 1889

Gesso e carta dipinti in cornice lignea

100 x 78 cm (max 10 cm)

Rilievo topografico 12

del Monte Vesuvio Scala 1:25.000

N. Inv.: R. Ufficio Geologico 156 –I;

R. Ufficio Geologico 294 – I;

Servizio Geologico 685 cat. I;

D.S.T.N. 5901cat. I.

F. Pistoja (Istituto Topografico

Militare) 1878

Zinco con ramatura galvanica 64,5 x 54,2 cm

(x max 9 cm)

Rilievo geologico 13

del Monte Vesuvio Scala 1:25.000

N. Inv.: R. Ufficio Geologico 145 – I;

Servizio Geologico 685 cat. I;

D.S.T.N. 5835 cat. I.

Amedeo Aureli 1906

Gesso e carta dipinti in cornice lignea

70 x 62 cm (x max 10 cm)

Rilievo geologico dell’Isola14

d’Ischia Scala 1:10.000 N. Inv.: R. Ufficio Geologico 158;

Servizio Geologico 684 cat. I;

D.S.T.N. 7233 cat. I.

Attrib. Amedeo Aureli 1884

Gesso e carta dipinti in cornice lignea

124 x 100 cm (x max 18 cm)

Riferimenti

Documenti correlati

"PROGETTO DI UN PONTE IN CALCESTRUZZO ARMATO PRECOMPRESSO COSTRUITO PER

- Descrizione delle unità stratigrafiche del Distretto Vulcanico del Monte Etna - Explanatory notes of the stratigraphic units belonging to the Mount Etna Volcanic

In origine, prima della fase orogenica del- l’Oligo-Miocene (Stadio Balearico), nei settori in- terni la successione sedimentaria delle Unità Sicilidi era costituita alla

Questi depositi sono attribuiti alla Formazione Serra delle Concazze del Vulcano Ellittico in base alla giacitura (in Serra Giannicola Piccola e nella cresta immediatamente a

Dal 2002 a oggi sono stati datati 41 campioni con la tecnica 40 ar/ 39 ar del riscal- damento incrementale su pasta di fondo, 40 prove- nienti dalla successione vulcanica etnea e

A partire da circa 13 ka fa (livello di tefra M1 di C OLTELLI et alii, 2000) il vulcano Mongibello ha prodotto dai suoi crateri sommitali numerosi eventi esplosivi parossistici

Durante questo secolo si è verificata un’eruzione laterale nell’alto versante nord-occiden- tale non riportata nelle fonti storiche che ha generato una limitata colata lavica

L'andamento delle linee di riva durante le fasi della risalita può essere espresso mappando schematicamente le facies di spiaggia (se e dove preservate almeno parzialmente) o il