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Da: Schmidt et al.. Fisiologia Umana 1

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Academic year: 2021

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Da: Schmidt et al.. Fisiologia Umana

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ASSE ELETTRICO  CARDIACO 

Nella diagnostica è  importante valutare  l’orientamento del vettore  elettrico ventricolare (asse  elettrico cardiaco), che dà  un’indicazione sulla  direzione media di  attivazione dei ventricoli e  sul potenziale medio  generato  dai ventricoli  Applicando la concezione di  Einthoven e analizzando,  nelle derivazioni agli arti,  l’ampiezza del complesso  QRS, che è espressione  della proiezione del vettore  sull’asse di derivazione, si  può risalire al vettore  risultante, che esprime la  depolarizzazione 

ventricolare

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­30 

­60 

­90 

+30 

+60  +90 

+120  +150  +/­ 180 

­150 

­120 

aVL 

aVF 

aVR  II 

III  aVL  aVR 

II  III 

aVF 

L’orientamento  dell’asse  elettrico  cardiaco  si  valuta  costruendo  il  vettore  risultante    su  un  sistema  di  coordinate  polari  ottenute  partendo  dall’inclinazione degli assi di derivazione agli arti

Gli assi di derivazione delle  bipolari DI, DII e DIII, sono i  lati del triangolo di 

Einthoven o le loro  parallele, passanti per il  centro. Così: 

DI 0°, DII 60° e DIII 120° 

Gli assi di derivazione delle  unipolari aVR, aVL e aVF  sono le bisettrici degli  angoli del triangolo di  Einthoven. Così: 

aVR 30°, aVL 150° e aVF 90° 

Ampiezza complesso  QRS in DI = Proiezione 

vettore QRS 

Ampiezza complesso  QRS in DIII = Proiezione 

vettore QRS  Vettore QRS risultante 

70°

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In condizioni normali, l’asse  elettrico cardiaco è compreso tra 0° 

e 90°­110° (media 60°). Deviazioni  nell’ambito normale sono legate  alla posizione anatomica del cuore  che può variare da soggetto a  soggetto 

Deviazioni a Sn o a Ds rispetto al  normale possono indicare  alterazioni della propagazione  dell’eccitamento quali si verificano  in caso di ipertrofia di un ventricolo  o blocchi di branca 

Nella  diagnostica  cardiaca  l’ECG  permette  di  rilevare  alterazioni  nell’eccitamento  che  a  loro  volta  possono  essere  causa  o  conseguenza  di  disturbi  della  funzionalità  cardiaca.  Le  informazioni  che si ricavano sono relative a: 

• Frequenza:  Distinzione  tra  frequenza  normale  (60­90/min),  tachicardia (oltre i 90/min), bradicardia (sotto i 60/min) 

• Origine dell’eccitamento: ritmo sinusale, nodale o idio­ventricolare 

• Alterazioni  del  ritmo:  aritmie  sinusali,  extrasistolie,  flutter,  fibrillazione 

• Alterazioni della conduzione: Ritardi o blocchi di conduzione 

• Alterazioni  della  propagazione:  Ipertrofie  ventricolari,  blocchi  di  branca 

• Indicazioni di insufficiente circolazione coronarica 

• Indicazioni  circa  la  localizzazione,  l’estensione  e  il  decorso  di  un  infarto al miocardio

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Fisiopatologia dell’ECG  L’ampiezza delle onde non ci  consente di trarre molte  conclusioni (può dipendere  dalle condizioni di 

registrazione), a meno che non  ci siano alterazioni 

particolarmente evidenti. 

Ciò che risulta immune dalle  condizioni di  registrazione  sono i tempi e la morfologia del  tracciato. 

Sono proprio questi elementi,  quindi, quelli su cui dovremo  concentrare la nostra 

attenzione. 

Modificata, da http://butler.cc.tut.fi/~malmivuo/bem/bembook/ 

Variazioni  di  potenziale  misurate  extracellularmente  durante  le  diverse  fasi  dell’eccitamento  ventricolare 

Corrispondenti fasi  dell’eccitamento registrate  intracellularmente

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Da: Silverthorn Human Physiology 

• La  distanza  tra  due  onde  è  detta  tratto  o  segmento. 

Rappresenta un periodo in cui non si registrano differenze di  potenziale. 

• Segmento  P­R:  Dalla  fine  dell’onda  P  all’inizio  del  complesso QRS. Gli atri sono totalmente depolarizzati 

• Segmento S­T: Dalla fine dell’onda S all’inizio dell’onda T. I 

ventricoli sono totalmente depolarizzati

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I periodi che comprendono tratti e onde sono definiti intervalli  (vedi  intervallo  P­Q  o  P­R,  dall’inizio  dell’onda  P  all’inizio  dell’onda Q). 

• Intervallo P­R: Tempo di conduzione atrio­ventricolare 

• Intervallo Q­T: Tempo di depolarizzazione e ripolarizzazione 

ventricolare

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Il  tessuto  danneggiato  non  è  polarizzato  (potenziale  =  0  mV).  Di  conseguenza in quasi tutte le condizioni costituisce un dipolo assieme  al tessuto normalmente polarizzato. Tuttavia, quando tutto il tessuto è  depolarizzato (~10 mV) il dipolo praticamente non esiste più.  Questa  fase costituisce quindi la vera linea isoelettrica del tracciato (punto J). 

Modificata, da http://butler.cc.tut.fi/~malmivuo/bem/bembook/

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Infarto della parete anteriore Infarto apicale della parete posteriore

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