Tecnica ecoguidata per
l’impianto dei PICC e Midline
Servizio di Anestesia e Rianimazione Ospedale “G. Fracastoro” San Bonifacio (Vr)
ULSS 20 Verona Direttore: G. Castellano
1-3 dicembre 2009
TERZA EDIZIONE DELLE GIORNATE CREMONESI SUGLI ACCESSI VENOSI Camera di Commercio di Cremona
Dr. Piersandro Sette
Breve storia degli accessi venosi (1)
Werner Forssman (1929)
Experiments on a cadaver were productive. I was able to catheterize any vein in the antecubital fossa and was able to regularly reach the right ventricle, before encountering resistance. Subsequent dissection showed the catheter, which was also palpable, present in the cephalic or basilic vein, extending through the subclavian and innominate veins, to the superior vena cava and into the right heart itself. I next undertook experiments on a living subject, namely on myself. I first convinced a colleague to puncture a vein in my right antecubital fossa with a large needle. I next advanced a well-oiled ureteral catheter size 4 Charriere in diameter through the needle into the vein. The catheter allowed itself to be advanced with trivial ease to 35 cm.Luft FC. The birth of a common procedure. Annals Int Med.1994;120:974 Forssmann W. Catheterization of the right heart. Klinische Wochenschrift. 1929; 45:2085-7
1960
: cateteri venosi centrali
per il
monitoraggio
del
paziente critico e per
cardiochirurgia
inseriti
perifericamente (vene degli
arti superiori e inferiori) con
inserimento “
catheter through
needle
”
Wilson JN, Owens JC. Continuous monitoring of venous pressure in optimal blood volume maintenance. Surg Forum 1961;12:94-6.
Breve storia degli accessi venosi (2)
1960-70
: progressivo
abbandono di tali cateteri
per le complicanze:
tromboflebiti
(teflon, polivinilcloruro,silastic)
dimensioni elevate
(sistema di inserzione)Ryan JA Jr, Abel RM, Abbott WM, Hopkins CC, Chesney TM, Colley R, Phillips K, Fischer JE. Catheter complications in total parenteral nutrition. A prospective study of 200 consecutive patients. N Engl J Med. 1974;290:757-61.
Cavafix Certo
Breve storia degli accessi venosi (3)
Quali accessi venosi
possiamo utilizzare
oggi?
Tecnica ecoguidata per l’impianto dei PICC e Midline
Nel corso degli anni sono stati introdotti numerosi
presidi per accessi venosi, non solo a
breve
ma
anche a
medio
e
lungo
termine, alla luce della
crescente necessità di gestire terapie endovenose
diversificate…
Tecnica ecoguidata per l’impianto dei PICC e Midline
Tecnica ecoguidata per l’impianto dei PICC e Midline
I cateteri centrali
Accessi venosi a medio termine: PICC
Caratteristiche:
cateteri morbidi (silicone
o PUR alifatici)
cateteri non tunnellizzati
utilizzo discontinuo
punta aperta o chiusa
sia intraospedaliero che
domiciliare
utilizzo per infusioni e.v.
protratte (< 3 mesi)
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I cateteri periferici
Accessi venosi a medio termine: Midline
Caratteristiche:
infusioni periferiche previste
per > 6 gg
silicone o PUR alifatici
costo medio-alto
valvolati o non valvolati
vari calibri (ideale: 4 Fr)
rimuovere soltanto a
fine
uso
o in caso di
complicanza
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Si tratta di cateteri flessibili, inseriti in vene ad alto flusso dalla fossa antidecubitale e fatti avanzare in vena ascellare (MIDLINE) o in vena cava superiore (PICC)
Accessi venosi a medio termine: PICC e Midline
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Il posizionamento ecoguidato
Perché il
posizionamento
ecoguidato dei
cateteri?
Tecnica ecoguidata per l’impianto dei PICC e Midline
Il posizionamento ecoguidato
Tecnica ecoguidata per l’impianto dei PICC e Midline
Tecnica ecoguidata per l’impianto dei PICC e Midline
Il posizionamento ecoguidato
Tecnica ecoguidata per l’impianto dei PICC e Midline
Il posizionamento ecoguidato
Tecnica ecoguidata per l’impianto dei PICC e Midline
Il posizionamento ecoguidato
PICC
Midline
Dispositivi concettualmente differenti
Trattazione
unitaria
nell’ambito della
procedura di posizionamento eco-guidato
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Impianto “blind” di un PICC-Midline
• MALFUNZIONAMENTO
(kinking su piega del
gomito)
• LIMITE INVALICABILE IN PZ. CON ESAURIMENTO
PATRIMONIO VENOSO PERIFERICO SUPERFICIALE
• TROMBOFLEBITE
(traumatismi da
mobilità su piega del
gomito)
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LA SOLUZIONE
Posizionamento
eco-guidato
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Utilizzo dell’ecografo
Posizionamento
eco-guidato
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• Localizzazione vene periferiche non visibili né palpabili in sede profonda al III medio di braccio
• ABOLIZIONE LIMITI DI INDICAZIONE(vene sempre incannulabili anche nel pz. con esaurimento patrimonio venoso)
• ABBATTIMENTO FATTORI DI RISCHIO PER
MALFUNZIONAMENTO O TROMBOSI
(non traumi da piega del gomito)
• BASSO RISCHIO COMPLICANZE
IMMEDIATE
(arteria e nervi evitabili) Posizionamento eco-guidato
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Riconoscimento delle strutture vascolari
Vena: immagine circolare anecogena Vena: - comprimibile - NON pulsatile Arteria: - NON comprimibile
- PULSATILE sotto compressione
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Il posizionamento ecoguidato
„Pull off, Joanne!
Pull off! ...
You‘ ve already hit an artery!“
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Quali vene scegliere?
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1. Vena BASILICA
Miglior compromesso tra
superficialità(in media 1.5 cm) e
calibro(0.4 – 10 mm) Rettilinea – poche valvole Confluenza obliqua in ascellare Lontana da strutture nobili
2. Vene BRACHIALI 3. Vena CEFALICA
Molto superficiale e comprimibile Calibro in riduzione in senso caudo-craniale
Tortuosa – valvole
Confluenza ortogonale in ascellare
Utile nei pazienti OBESI/ANASARCATICI
Scelta della vena
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vena basilica
• Sufficientemente
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vene brachiali
• Seconda scelta
• Vicine all’arteria
brachiale
• Vicine al nervo
brachiale
• Calibro spesso
inferiore alla basilica
• Aspetto a “mickey
mouse”
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vene brachiali: varianti anatomiche
VARIANTI ANATOMICHE
- Posizione reciproca arteria – vene dapaziente a paziente
- Confluenza basilico-brachio-ascellare variabilissima (da pericubitale a periascellare)
- Anastomosi reciproche multiple (con scomparsa o persistenza delle collaterali)
- Numero vene: da 1 a 3 + eventuali collaterali minori (rami muscolari)
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Vena cefalica
• Terza scelta
• Superficiale ma piccola,
tortuosa, ricca di valvole,
esposta a traumatismi
• Impianto in ascellare a 90°
• Alto rischio di tromboflebite
• Alto rischio di malposizioni
• Utile nei pz. obesi o
edematosi
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Manovre preliminari
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Scelta sito di puntura
SEMPRE
dominante, non paretico
o non immobilizzato per esiti
neurologici / traumatici
1. Scelta dell’arto
2. Scelta della vena
1. Basilica
2. Brachiale
3. Cefalica
N.B. compatibilmente con calibro, decorso, tortuosità
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In caso di PICC
Misurazione
III medio di clavicola Arto esteso, abdotto a 90°
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Posizione sonda ecografica-ago
Scansione “asse lungo”(longitudinale) + puntura assiale
Scansione “asse corto”
(trasversale) + puntura assiale
Ago paralleloal fascio di
ultrasuoni Ago perpendicolareal fascio di ultrasuoni
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Posizione sonda ecografica-ago
Scansione “asse lungo”(longitudinale) + puntura assiale
Scansione “asse corto”
(trasversale) + puntura assiale
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Mano libera e supporti per ago
Dipende dall’
esperienza
e dall’
abilità
dell’operatore
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Studio ecografico vene braccio con e senza
laccio
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Lavaggio delle mani
L’operatore deve
SEMPRE
lavarsi le mani
prima di
iniziare l’inserzione di
qualsiasi catetere
BARRIERE ANTISETTICHE FONDAMENTALI
*
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Disinfezione della cute
E’ fortemente raccomandata
la disinfezione della cute con
clorexidina al 2% con alcool
isopropilico
per non
danneggiare il catetere
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Facilitazione venipuntura ecoguidata
Sull’arto è presente un elettrodo ECG (fuori dal campo sterile)
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Allestimento del campo sterile
L’operatore deve
SEMPRE
indossare:
• cuffia
• mascherina
• guanti sterili
• vestaglia sterile
BARRIERE ANTISETTICHE FONDAMENTALI
• ampio campo sterile
*
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Preparazione del materiale-PICC Kit
L’ideale sarebbe
disporre di kit
preconfezionati
contenenti
GIA’ TUTTO
il
materiale necessario
per l’impianto dl
catetere
BARRIERE ANTISETTICHE FONDAMENTALI
*
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Preparazione sonda e rivisualizzazione vena
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Puntura ecoguidata
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Rimozione ago, anestesia e incisione cute
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Inserzione microintroduttore – dilatatore peel-away
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Preparazione del catetere
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Rimozione microintroduttore e inserimento PICC
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Inserimento PICC con giugulare compressa
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“Sbucciatura” peel-away
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Controllo punta PICC con ECG
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Aspirazione e lavaggio
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Fissaggio con suture-less
BARRIERE ANTISETTICHE FONDAMENTALI
*
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Medicazione sterile con cerotto trasparente
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Nonostante l’ecografia…
• Puntura arteriosa (ipovolemia, shock)
• Puntura nervosa
• Rx torace (per PICC)
• Nursing nei reparti di degenza per
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PICC Team dedicato
• Gruppo misto
• Multiprofessionale
(medico – infermieristico)• Multispecialistico
(anestesia, chirurgia, infettivologia, cardiologia, oncologia, gruppo operatorio…)• Nursing corretto
in tutti i reparti ospedalieri
• “Rintracciabilità”
del catetere e della sua gestione
post-impianto
• Risk management
concreto
(controllo infezioni, controllo trombosi, limitazione procedure rischiose, garanzia di appropriatezza, anagrafica del device…)Tecnica ecoguidata per l’impianto dei PICC e Midline