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INTERVENTI DI SALUTO P

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Academic year: 2021

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INTERVENTI DI SALUTO

PIETROROSELLI

Assessore all’Agricoltura della Provincia di Firenze

Porto gli auguri della Provincia e del suo Presidente Andrea Barduc- ci, oggi impegnato a Roma, dove si voterà per la definitiva chiusura delle Province e l’istituzione delle Città metropolitane. Ringrazio il Prof. Cian- cio per aver scelto di venire in questa Sala a celebrare ancora una volta l’a- pertura dell’anno accademico. Siamo onorati di ospitarvi di nuovo. La Provincia chiude, si trasforma in “Città metropolitana” e questo non spo- sterà l’ambito territoriale perché la Città metropolitana insisterà sul territo- rio della vecchia Provincia; però questo potrebbe trascinare qualche effet- to a cui bisogna stare attenti, soprattutto noi che abbiamo a cuore il terri- torio rurale. Cambia il nome e come sappiamo i nomi sono portatori di significati profondi. “Provincia” si riferisce ad un’area vasta, “città” è un concetto che trascina dentro le mura il territorio. In questa trasformazione di nome non vorremmo che il mondo rurale abbia a subire una minore attenzione nelle politiche di strategie di intervento e nella gestione necessa- ria per un’attenta cura del territorio, ma anche in termini di azione strate- gica e di sviluppo. In questi giorni l’IRPET nel suo rapporto ha rilevato che la bilancia dei pagamenti per il settore agroalimentare in Toscana ha un risultato in positivo per la prima volta dal 2012. Questo sta a significare che il settore agroalimentare, il mondo rurale, non è più da considerare un aspetto marginale dello sviluppo economico. In Toscana registriamo un terzo del turismo agro-turistico d’Italia. Questo perché abbiamo un terri- torio ricco e prezioso, ben tenuto, che dà forza ed energia allo sviluppo.

Dobbiamo non solo pensare che allora il territorio rurale, compresi la montagna e i boschi, si cura e si tutela solo per salvaguardare quello che avviene a valle. Bisogna riconsiderare le strategie sul piano scientifico, avere quella forza e capacità di rinnovare le azioni perché questo settore abbia l’attenzione e lo sviluppo necessario che solo la ricerca è in grado di suggerire. Il mondo forestale è strategicamente importante. In Toscana la metà della superficie del territorio è a bosco. Ma non dobbiamo pensare solo in termini meramente statistici: il bosco aumenta perché diminuisce la campagna; non è così, il bosco, come ci insegnate, deve essere gestito con cura e attenzione affinché possa diventare utile e produttivo.

Vi ringrazio per l’attenzione e spero che per il 64° Anno accademico siate ospitati dalla Città metropolitana.

– L’Italia Forestale e Montana / Italian Journal of Forest and Mountain Environments 69 (3): 153-159, 2014

© 2014 Accademia Italiana di Scienze Forestali

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DONATOMONACO

Comandante regionale del Corpo Forestale dello Stato della Toscana

Grazie Signor Presidente dell’invito, rivolgo un ringraziamento e un saluto – a nome del Capo del CFS, che per impegni istituzionali si è dovuto trattenere a Roma – anche a tutte le Autorità e ai gentili ospiti presenti. Ses- santatre anni, sono una tappa evidentemente importante per la vita dell’Ac- cademia Italiana di Scienze Forestali.

Alla luce della legge di riordino n. 36 del 2004, la missione principale del CFS è il contrasto ai crimini contro l’ambiente: è infatti sotto gli occhi di tutti la gravità delle conseguenze che questi crimini possono avere sulla salute e sulla sicurezza delle persone. Salute e sicurezza che rappresentano due beni fondamentali che lo Stato deve assicurare ai cittadini come pre- condizione per un ordinato sviluppo della società. Lo spettro della tipolo- gia di reati e la gravità che questi possono raggiungere è talvolta difficil- mente immaginabile. Basta pensare ai livelli di inquinamento scoperti nella terra dei fuochi, o ai danni causati, anche in Toscana, dalle piogge di fine gennaio, sul fronte del rischio idrogeologico, per rendersi conto dell’entità dei danni causati dalla scarsa attenzione per l’ambiente.

Il Corpo Forestale dello Stato è determinato e fortemente impegnato nel dare il proprio contributo affinché l’ambiente in cui viviamo sia più rispettato e più sicuro. Lo sta facendo in modo particolare, ma non solo in questo modo, sul fronte del controllo del territorio e delle indagini per sco- prire i luoghi ove sono o sono state svolte attività illecite e per individuarne i responsabili, adeguando anche le proprie strutture e riallocando le proprie risorse, umane in particolare, nella maniera più opportuna. In questa ottica sempre più stretti sono i contatti con le procure, in particolare attraverso le sezioni di Polizia Giudiziaria, e con la Direzione Investigativa Antimafia.

Ma questo certamente non basta, ed è necessario che la cultura e il rispetto dell’ambiente entrino a far parte del sentire comune, fino ad inci- dere concretamente sugli stili di vita dei cittadini e sul modo di operare delle imprese. Ed è per questo che siamo grati all’Accademia per l’insosti- tuibile attività che svolge da 63 anni in questa direzione, contribuendo alla ricerca, alla maturazione di nuove idee, a far sì che le necessità legate al rispetto per l’ambiente e quelle, spesso contrastanti, dell’economia almeno provino a trovare momenti di sintesi.

La particolare difficoltà del momento politico istituzionale che l’Italia sta vivendo, impone a tutti soggetti interessati al bene comune un impegno straordinario, oltre che in termini di lavoro, anche di lungimiranza, sensibi- lità, organizzazione, per rendere ai cittadini un servizio sempre migliore pur nel rispetto della pressante necessità di ridurre le spese. Anche su questo

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fronte ritengo di poter dire che il Corpo Forestale dello Stato ha fatto la sua parte. Proprio nella nostra regione infatti, si sta concludendo una riorganizza- zione delle strutture mirata alla sostituzione delle sedi in locazione passiva con altre in uso gratuito, o alla trasformazione di concessioni a titolo oneroso in concessioni a titolo gratuito da parte delle amministrazioni locali, con un abbattimento del 90% dei costi in precedenza sostenuti. Accanto all’azione mirata al contenimento dei costi però, si è affiancata anche un’azione volta a potenziare le strutture del Corpo in Sardegna, la cui attuazione è stata affida- ta al Comando Regionale della Toscana: sono state aperte, sempre secondo i canoni di economicità nell’individuazione delle sedi già adottati in Toscana, tre sezioni di PG a Cagliari, a Sassari e a Nuoro, un nucleo operativo CITES a Cagliari, una Squadra Nautica per gli Ecosistemi Marini e Costieri a Capre- ra. A breve saranno aperti anche un Nucleo per il Contrasto dei Crimini Agroalimentari a Sassari, un Nucleo Operativo CITES a Olbia ed un ufficio di coordinamento di tutte le predette strutture.

Il titolo della prolusione che seguirà a breve richiama l’esigenza di una solida base scientifica a supporto delle molteplici funzioni richieste alle foreste europee. Sono convinto che, in un’ottica più ampia, una solida base scientifica sia necessaria a supporto di ogni attività che abbia a che fare con l’ambiente e con la sua gestione.

Vorrei concludere facendovi partecipi di una breve considerazione.

Salute e sicurezza alimentare sono due beni fondamentali. Lo sono sempre stati ma forse oggi più che mai la collettività annette a questi due beni un valore di grandissimo rilievo. Lo verifichiamo noi nella nostra attività quoti- diana di controllo e di accertamento come polizia e non sono in ambito nazionale; in questo senso vorrei portarvi anche l’esperienza di uno spacca- to a livello europeo. Lunedì e martedì prossimo saremo, anche assieme ai colleghi carabinieri, in un gruppo di lavoro che si chiama Enviromental cri- minality network, che ha come obiettivo quello di costruire una rete di informazioni che dovrebbe agevolare uno scambio di expertises, ovvero uno scambio di esperienze delle migliori pratiche su come approcciarsi ai pro- blemi relativi alla salute agroalimentare.

La considerazione che abbiamo fatto, anche con altri colleghi, è que- sta. Mentre nel passato recente, 4-5 anni fa, questo gruppo di lavoro, si occupava di questioni che noi stessi ritenevamo tutto sommano secondarie o perlomeno problematiche meno attinenti alla nostra area territoriale (il problema dei pesticidi per esempio), adesso sempre con maggior forza si porta all’attenzione come la salvaguardia del territorio – e del territorio rurale a questo punto – sia la pre-condizione per vivere in una situazione di salubrità dell’ambiente. La multifunzionalità delle foreste richiama imme- diatamente un altro argomento, quello dell’efficienza, efficienza collegata a

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questo punto ad una riorganizzazione complessiva, a una revisione di spesa, a una razionalizzazione di tutta la macchina della Pubblica Amministrazio- ne; questo impone a noi della Pubblica Amministrazione, un esame serio, su base scientifica, come il richiamo che è nel titolo della prolusione che terrà dott.ssa Bucella, “Base scientifica per la multifunzionalità dei boschi”

e una base scientifica, direi, forte, significativa per quanto riguarda noi come operatori di polizia per svolgere questa attività di controllo.

Auguro grande successo a questa giornata e auguro che l’Accademia continui questa sua preziosa opera di stimolo e di elaborazione di nuove idee a vantaggio del mondo forestale.

CARLOCHIOSTRI

Responsabile del Settore “Forestazione, promozione dell’innovazione e interventi comunitari per l’agroambiente” della Regione Toscana

Grazie Presidente, porto i saluti dell’Assessore all’Agricoltura della Regione Toscana Gianni Salvadori, che mi ha pregato di leggere il suo inter- vento.

Gli impegni istituzionali odierni legati alla convocazione a Roma della Commissione Politiche Agricole mi impediscono di partecipare a questa importante cerimonia di inaugurazione del 63° Anno accademico dell’Ac- cademia Italiana di Scienze Forestali.

La Toscana rappresenta da sempre un centro di eccellenza per il mondo forestale; ospita università importanti, centri di ricerca quali il CNR e il CRA. Inoltre, l’Accademia Italiana di Scienze forestali ha la propria sede a Firenze.

Come ho più volte ricordato il bosco non può essere considerato un bene monumentale con esclusiva valenza paesaggistica e/o ambientale.

Occorre invece diffondere sempre di più la cultura e la coltura del nostro patrimonio forestale. È questo l’obiettivo cui devono tendere gli orienta- menti accademici per diffondere soprattutto tra le nuove generazioni l’idea che il bene foresta, se opportunamente gestito attuando i principi della gestione forestale sostenibile, è in grado di produrre reddito, occupazione, tutela ambientale e soprattutto stabilità idrogeologica. I corsi di laurea in scienze forestali si collocano pertanto in un contesto di recupero della gestione dei soprassuoli in un’ottica di visione integrata del bosco come bene in grado di assolvere a molteplici funzioni. Il settore forestale con le relative filiere attivabili riveste indubbiamente grande rilevanza in Italia e ancor più in Toscana data la sua alta superficie boscata (oltre 1 milione e 100.000 ettari con coefficiente di boscosità superiore al 50%).

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Il Governo regionale crede molto alle potenzialità che il settore fore- stale può esprimere, non solo per le ricadute ambientali, ma anche per lo sviluppo economico sostenibile delle attività agroforestali. Il bosco ‘multi- funzionale’ interessando gran parte del territorio collinare e montano, assu- me una funzione di primo ordine per la tutela idrogeologica del territorio oltre a svolgere funzioni di conservazione degli aspetti paesaggistici (coste, isole, colline interne e aree montane) connessi con l’attività turistica e con la qualità dell’aria (assorbimento di anidride carbonica).

Oggi siamo di fronte a diverse possibilità per rilanciare il settore fore- stale. È infatti in corso di definizione la nuova politica per lo sviluppo rurale 2014/2020 che lascia ampio margine agli interventi forestali e all’incentiva- zione dell’innovazione del settore stesso anche attraverso le opportunità offerte dai PEI. Occorre anche fare riferimento a Horizon 2020 tra gli stru- menti finanziari verso i quali, a mio avviso, il mondo scientifico e della ricerca deve tendere come reale possibilità di sviluppo dell’innovazione e della conoscenza: per il biennio 2014/2015, sono individuate specifiche azioni sui temi di interesse forestale quali la diminuzione del divario tra la ricerca e l’innovazione, l’incentivazione della gestione forestale sostenibile, l’adattamento delle foreste ai cambiamenti climatici e l’approvvigionamento di energia sicura, pulita ed efficiente. In tal senso la Rete ERIAFF (Rete Europea per l’Innovazione in Agricoltura e Forestazione che a oggi racco- glie circa 40 regioni europee) promossa dalla Regione Toscana nel 2012, rappresenta un ottimo supporto per l’individuazione dei fabbisogni comuni e il mondo accademico e scientifico potrebbero valorizzare le proprie eccel- lenze e affermare una leadership a livello europeo soprattutto per la foresta- zione ‘mediterranea’.

Oltre alle opportunità finanziarie mi preme ricordare l’impegno della Regione Toscana a livello centrale con la partecipazione ai tavoli nazionali istituiti per la rivisitazione del D. Lgs 227/01 (Legge di orientamento per il settore forestale) e per il relativo alla filiera foresta legno. Sottolineo inoltre che, ai fini di una migliore gestione dell’immenso patrimonio boschivo che siamo chiamati ad amministrare, si è rafforzato il rapporto ormai più che ventennale con il Corpo Forestale dello Stato e con piacere anticipo che a maggio, in occasione dell’inaugurazione della nuova sede del Comando regionale del Corpo Forestale dello Stato sarà firmata la nuova convenzione tra Regione Toscana e CFS alla presenza del Ministro per le politiche agri- cole e forestali.

Concludo ringraziando il Presidente dell’Accademia Italiana di Scien- ze Forestali Prof. Orazio Ciancio per avermi invitato a questa importante ricorrenza e ricordo che l’iniziativa di oggi si colloca in un anno che è ini- ziato con i festeggiamenti per i 100 anni dall’avvio del primo anno accade-

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mico dell’allora Regio Istituto forestale nazionale diventato poi Facoltà di Agraria e oggi Corso di Laurea in Scienze Forestali, che terminerà con un appuntamento di grande rilievo rappresentato dal II Congresso Internazio- nale di Selvicoltura organizzato dall’Accademia Italiana di Scienze Forestali in stretta collaborazione con la Regione Toscana in programma per la fine di novembre a Firenze, inserito tra gli eventi propedeutici a EXPO 2015.

MARCELLOPAGLIAI

Già Direttore del Centro di Ricerca per l’Agrobiologia e la Pedologia del Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura, Firenze

Signor Presidente Orazio Ciancio, Autorità, Accademici, Signore e Signori, il Prof. Michele Stanca, Presidente dell’Unione Nazionale delle Accademie per le Scienze Applicate allo Sviluppo dell’Agricoltura, Sicurez- za Alimentare e Tutela Ambientale, impossibilitato a partecipare mi ha pre- gato di rappresentarlo in questa solenne cerimonia.

Come molti di voi sanno, UNASA è costituita da 11 Accademie, l’As- sociazione Italiana delle Società Scientifiche Agrarie – ISSA – la Società Agraria di Lombardia, la Società Economica della Provincia di Salerno.

UNASA fa parte della UEA.

Quando un’Accademia inaugura il proprio Anno accademico, UNASA ha il dovere di partecipare e così è per me un grande onore porge- re a voi tutti il saluto di UNASA.

UNASA continua la sua attività sul territorio nazionale in collabora- zione con le sue Accademie-membro e partecipa attivamente a tutte le ini- ziative che riguardano l’Agricoltura, la Selvicoltura, la Sicurezza Alimentare e l’Ambiente.

Ha assunto l’impegno di diffondere in forma accessibile anche ai non addetti ai lavori le novità scientifiche che vengono prodotte nei laboratori e le tecnologie mature da trasferire direttamente in azienda. Questo è uno degli aspetti che UNASA sta affrontando, anche attraverso il suo Comitato esecutivo, i Presidenti delle Accademie e Associazioni, i singoli ricercatori, tecnici e imprenditori.

Nuovi scenari si prospettano nei laboratori, nelle fabbriche e nelle aziende per le sfide che ci troviamo davanti, prime fra tutte la sicurezza ali- mentare e la protezione dell’ambiente. La scommessa sarà vincente se le diverse discipline si integreranno in una visione olistica di indagine.

UNASA attraverso le sue Accademie e Associazioni cercherà di fare da traino affinché le tecnologie mature vengano velocemente utilizzate in azienda e rendano le nostre agricoltura e selvicoltura ancor più competitive.

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Infine come italiani dobbiamo approfittare di una particolare occasio- ne: EXPO 2015. Noi non pensiamo certo ad EXPO come ad un luogo dove esporre un banchetto e lì ciascuno vendere la sua mercanzia. UNASA intende seguire due percorsi, il primo di avvicinamento a EXPO da oggi a maggio 2015, con iniziative tecnico-scientifiche, e l’altro di voler contribui- re fattivamente con le sue Accademie, durante tutto il semestre, nei vari ter- ritori. Il nostro obiettivo è quello di realizzare qualcosa di vantaggioso per la nostra comunità.

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