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1.1 Introduzione storica

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Academic year: 2021

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1.1 Introduzione storica

“La mirabile nostra passeggiata una delle più belle d’Italia non è molto vecchia. Quando la passeggiata non c’era, non c’erano gli stabilimenti dei bagni, mancavano i palazzi che chiudono al passeggero la vista delle colline: una concia, due mulini n rovina, un cimitero e qualche casa colonica formavano tutto il caseggiato tra la Piazza Bella Vista e Sant’Jacopo. Orti e campi giungevano quasi alla spiaggia, lungo la quale correva una angusta stradicciola vigilata da Cavalleggeri per impedire il contrabbando e le infrazioni alle leggi di sanità. Fu sin verso la metà del secolo scorso un luogo solitario e deserto ove l’alga gettata alla riva dalle mareggiate, imputridiva in alcuni luoghi ammorbando l’aria d’intorno”

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FIG 01. Livorno ai primi dell’Ottocento. Si osservino il corso irregolare della vecchia Via dei Cavalleggeri, oltre il rettilineo del fosso, le anfrattuosità della spiaggia e il forte sulla Spianata.

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Poco a sud della città di Livorno, su una formazione rocciosa pressoché pianeggiante a ridosso del mare, almeno dal secolo XII sorgeva una fortificazione di origine romana, il Castrum Liburni, situato sul promontorio che separava la zona lagunare e sabbiosa del Sinus Pisanus, situato a nord, dalla zona rocciosa a sud, detta Cala Liburnica. Già allora esistevano due zone in cui le navi trovavano rifugio: il Porto Pisano a

nord, e la Cala Liburnica ove si riparavano le più piccole e veloci navi dette libarne.

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FIG 02. Il Castrum Liburni.

Lungo il mare si snodava Strada dei Cavalleggeri che univa torri, casini di sosta, fortini. La strada veniva quotidianamente percorsa da truppe a cavallo, i Cavalleggeri, con il compito di vigilare il litorale e controllare che non venissero sbarcate merci di contrabbando o comunque non in regola con le norme della sanità.

Sull’area, detta Spianata dei Cavalleggeri, adesso occupata dalla Terrazza Ma scagni, era stato eretto, dal 1595, un ampio fortilizio prossimo al mare per l’alloggio dei soldati.

La spianata e il Forte dei Cavalleggeri vengono trasferiti dal demanio statale al Comune di Livorno nel 1867.

La proprietà del forte dei Cavalleggeri costituiva un inutile aggravio per il demanio

mentre, per la sua posizione, si rivelava un elemento strategico nell’assetto che

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4 veniva delineandosi per la città nel tratto a sud in cui era consentito un suo ampliamento sulla linea del mare.

Nella prima metà dell’Ottocento si era venuta delineando la vocazione di questo tratto costiero che rappresentava per Livorno il solo affaccio consentito sul mare poiché il settore nord, oltre le darsene portuali, si stendeva sui cordoni litoranei bassi e paludosi, poco collegabili con la città e comunque ritenuti insalubri.

La borghesia emergente che aveva sparso nella campagna circostante e sulle pendici di Montenero una raffinata serie di ville, l’ambiente cosmopolita riflesso nella

“villeggiatura” di goldoniana memoria, fanno di Livorno un centro aperto e culturalmente aggiornato, aperto alle manifestazioni di una vivace mondanità.

La moda per i bagni di acqua salata si unisce ben presto ad una delle prime

passeggiate lungomare formate in Europa, preceduta solo dalla passeggiata di

Chiaia a Napoli iniziata nel 1778 e dalla “Promenade des Anglais” di Nizza del 1822.

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5 1.2 I primi bagni

“Appena l’estate fa sentire i primi caldi la spiaggia livornese si popola di una folla cosmopolita che muta d’un tratto la fisionomia della città […] gli stabilimenti balneari danno vita ad un ambiente nuovo “chiassoso”, una Livorno così differente da quelle delle altre stagioni!”

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Così York, arguto cronista livornese, ritraeva l’atmosfera della Livorno balneare dell’Ottocento, dilettandosi in chiacchiere mondane e ritratti femminili d’altri tempi che popolavano la spiaggia livornese.

Livorno nell’Ottocento era in effetti già un’affermata stazione balneare. Le sue fortune turistico – balneari risalivano a molti anni prima, in particolare a quando un certo Baretti, console sardo e fratello del più conosciuto scrittore e studioso Giuseppe, aggirandosi nel 1780 fuori mura, sulla Spianata del Forte dei Cavalleggeri, ebbe modo di constatare la singolarità del fenomeno per il quale le alghe cominciavano qui a profumare deliziosamente

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Il Baretti pensò di sfruttare questa rara prerogativa e nel 1781, come in pieno deserto, sorsero i Bagni Baretti “…primo stabilimento di bagni di mare che si avesse con sicurezza in Italia e molto probabilmente in Europa.”

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, più tardi denominati Cocchi, ubicati in un’insenatura a ridosso della Spianata dei Cavalleggeri, sull’area corrispondente agli attuali Bagni Tirreno.

Per comprendere la portata innovativa dell’idea del Baretti basti pensare che

all’epoca la città era ancora stretta all’interno delle mura medicee, circondate a loro

volta da un’area libera da costruzioni, detta di rispetto, ed aveva sviluppato scarsi

legami con le aree poste esternamente alla cinta muraria. Il particolare lungo il

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litorale Sud si registravano alcuni rari insediamenti, orti ed unità ponderali di modesta entità.

L’originale idea del Baretti ebbe notevole fortuna tanto che sulla Spianata in poco tempo sorsero piccoli padiglioni e baracchette attrezzate per i bagni di mare. A dare più lustro alla vocazione balneare di Livorno da più fonti, antiche e recenti, si pone l’accento sul fatto che prima la regina Maria Luisa d’Etruria, poi Elisa Baiocchi fossero state attratte dalla nuova moda dei bagni naturali e risultassero tra le più assidue frequentatrici della spiaggia livornese. Per non mescolarsi alla folla della Spianata, la Reggente si recava su una scogliera nei pressi della Bellana, nota come Scoglio della Regina, dove più tardi sorse lo stabilimento omonimo.

FIG 03. Un’immagine del primo insediamento dello Scoglio della Regina.

Sono questi gli anni che vedono le prime applicazioni mediche dei principi scientifici dell’idroterapia: all’acqua di mare vengono riconosciute eccezionali doti terapeutiche nella cura di malattie di origine psichica, muscolare, cardiaca. In numerosi opuscoli pubblicati a Livorno nella prima metà dell’Ottocento, con dati alla mano, ci si affannava a dimostrare la salubrità del mare livornese, che si diceva contenesse maggior quantità di costituenti di quelle del Nord Atlantico ed in particolare grandi

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7 quantità di ferro che giunge alla spiaggia livornese dall’isola d’Elba, elemento che contribuisce considerevolmente nel rafforzare l’organismo umano

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Alla fine del Settecento il Dottor Valli raccomandava la pratica dei bagni freddi di mare per stimolare il tono muscolare, e medici illustri del tempo consigliavano venti bagni possono bastare per una cura costituente e, meno che si è vestiti e più salubre è il bagno

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In poco più di cinquanta anni la città si riempi di bagni. Ai primi del nuovo secolo vengono costruiti i Bagni Ciancolini a San Marco, detti Bagnetti. Si trattava di uno stabilimento particolarmente elegante con quattordici stanzette da bagno affrescate e dotate di tinozze in marmo di Carrara. Sempre negli stessi anni si potevano fare bagni di acqua salata presso i Bagni San Rocco, sugli scali Novi Lena, dove fu rinvenuta una polla di acqua sorgiva rivelatasi agli esami chimici benefica e ad azione purgativa.

Una vasta letteratura medica si diffonde in questi anni relativamente alle proprietà

curative dell’acqua di mare. Nel 1814 il medico francese Guigon dedica a Livorno

un’ampia trattazione proprio sotto il profilo di comoda località per la pratica della

balneazione marina

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1.3 Il lungomare e la sua espansione

Un contributo decisivo alla valorizzazione e alla sistemazione del lungomare lo si ha con l’ampliamento della cinta doganale voluto dal Granduca Leopoldo II nel 1835, il cui tracciato fu delineato dall’ingegnere Alessandro Manetti, che racchiudeva al suo interno un’area dieci volte più grande di quella dell’antica Livorno Medicea.

FIG 04. Pianta della città di Livorno, 1844. Si noti la forma circolare della linea doganale progettata dal Manetti con le sei porte doganali. Da nord a sud: Dogana d’Acqua, Porta S. Marco, Barriera Fiorentina, Porta S. Leopoldo, Barriera Maremmana, Porta a Mare.

Parallelamente si decise di valorizzare la direttrice di espansione verso Sud, rappresentata dall’antica Via dei Cavalleggeri, che, oltrepassata la “Porta a Mare”, si presentava accidentata. Con il declassamento della Strada Regia dei Cavalleggeri a strada Municipale e la decisione di rendere Strada Regia l’attuale Aurelia fino ad Antignano, si determinò lo spostamento verso terra del lusso di vetture commerciali e postali e si posero poco a poco le basi per il decollo di una nuova strada litoranea da destinare a simbolo e lustro della Livorno ottocentesca. Da questo momento in poi,

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l’attenzione di chi si occupò del governo della città fu in gran parte concentrata sulla strada del passeggio ad uso dei numerosi turisti che sceglievano Livorno quale meta delle proprie villeggiature estive. L’aspettativa dei nobili forestieri e la fama di Livorno quale primo centro balneare della Toscana e capitale europea delle vacanze

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non doveva essere delusa. La scelta di investire sulla nascente industria turistica non fu casuale ma conseguente ad un periodo di ristagno economico per la città che vedeva progressivamente perdere di importanza i lussi commerciali del proprio porto.

Tale decisione si rivelò ancora più valida dopo l’Unità d’Italia quando il porto, persi i vantaggi delle franchigie, appariva inadeguato ad un contesto nazionale e penalizzato dalla topografia della costa e dalla mancanza di collegamenti viari con l’interno. Così la stagione estiva rappresentò per molti una possibile ancora di salvataggio ed il lungomare il simbolo e l’emblema della rispettabilità della città. Con il diffondersi della moda dei bagni villeggiare a Livorno divenne segno di distinzione e di agiatezza. L’epicentro delle vacanze era il tratto di costa tirrenica che in un primo momento si estendeva da Porta a Mare, corrispondente all’odierna Piazza Mazzini, fino all’Ardenza per poi raggiungere anche il villaggio di Antignano.

FIG 05. la costruzione della Porta a Mare è anteriore di due anni al motuproprio granducale del 1835. La Porta a Mare originaria fu smantellata nel 1876, e sostituita con una più ampia a sua volta demolita alla fine dell’800.

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FIG 06. Inizio del lungomare.

Gli artefici della trasformazione del lungomare, da strada militare a via di passeggio panoramica, furono alcuni dei più noti ingegneri ed architetti del Granducato. Per primo Ignazio Faldi, ingegnere del Circondario, predispose la sistemazione a Parterre del tratto di costa compresa fra la torre di Ardenza, una torre di avvistamento lungo costa, e il limite Sud del Lazzaretto di San Leopoldo nonché la rettifica e l’ampliamento della Via del Litorale fino a San Jacopo. I lavori iniziarono nel 1835 sotto la direzione dell’aiuto ingegnere Eugenio Fabre. Le iniziative per il decoro e l’abbellimento della città furono prese anche sotto la spinta della grave epidemia colerica scoppiata proprio in quell’anno, un fatto che paralizzò i traffici del porto, e diventarono una possibile fonte di reddito sia per gli operai che vi lavorarono che per gli operatori turistici che poterono contare su un ambiente rinnovato e ordinato.

In questo contesto venne realizzata la Rotonda d’Ardenza , celebre dall’ultimo dopoguerra per la mostra di pittura di artisti labronici che annualmente vi viene organizzata.

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Il parco venne progettato da Luigi Fabbri in toni eleganti e sontuosi, con vegetazione e alberi debitamente selezionati e piantati con rinforzi in modo che il vento, in particolare il forte libeccio livornese, non li abbattesse. Il parterre fu disegnato con prati, boschetti e viali per le vetture e attrezzato con panchine in marmo di San Giuliano.

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La rotonda di Ardenza.

Sempre a questi anni risale la definizione del fronte verso terra lungo la fascia litoranea che fu realizzata nel rispetto del valore urbanistico ed ambientale del nuovo lungomare, mentre sui terreni posti all’interno proliferavano le nuove ville circondate da vasti giardini ( Villa Mimbelli, Villa Lloyd, Villa Bacci, …) punti emergenti dal punto di vista architettonico furono senz’altro i Casini d’Ardenza e Palazzo Caprilli, ambedue costruiti come strutture di servizio alla villeggiatura, una sorta di moderni residence. I primi vennero edificati da una società per azioni, nel 1840, nei pressi del Parterre di Ardenza, su progetto dell’architetto Giuseppe Cappellini, autore a Livorno del più noto Teatro Goldoni. Si trattava di un grandioso manufatto a forma di omega, provvisto di una trattoria, una sala comune da biliardo, una per l’intrattenimento mondano ed uno stabilimento balneare corrispondente agli attuali Onde del Tirreno (in origine Pejani).

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FIG 08. I bagni Pejani ad Ardenza.

Di forma più massiccia è invece lo stabile Caprilli, costruito nel 1852 dal ricco fornaio Domenico Caprilli. gli appartamenti di questo fabbricato venivano dati in affitto ai villeggianti, tra i quali una certa Maddalena Curini di cui ci è rimasto il diario con la descrizione della villeggiatura a Livorno nell’estate del 1848

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, secondo una consuetudine tipica delle ragazze di buona famiglia dell’epoca.

Dal 1844 era stato inaugurato il tratto di ferrovia Pisa – Livorno, che favorì un ulteriore incremento alla stagione estiva livornese. Le crescenti richieste di alloggi per trascorrere l’estate a Livorno, la ferrovia Leopolda giunta nell’ottobre del 1845 a Pontedera aumentando il numero di visitatori, rese necessaria la realizzazione di nuovi stabilimenti balneari, più eleganti ed attrezzati delle prime baracche di legno.

Nel 1840 Giuseppe Sante Palmieri costruì il bagno omonimo, proprio di fronte alla sua villa (attuali Bagni Acquaviva);

FIG 09. I Bagni Acquaviva in una immagine dell’epoca

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pochi anni dopo, nel 1846 il medico elbano Cerbone Squarci trasforma lo scoglio della Regina in uno

stabilimento balneare aperto al pubblico. I bagni occupano una piattaforma uniti alla costa da un ponte transitabile anche per le carrozze.

FIG 10. I Bagni Scoglio della Regina nel secolo scorso; in alto a destra si staglia il Fanale.

Nello stesso anno Vincenzo Pancaldi apre lo stabilimento balneare che diventa il simbolo della Livorno balneare, frequentato dall’alta società livornese e da illustri personalità cittadine e forestiere. Sui suoi solarium, pontili e terrazze hanno sostato Giosuè Carducci, Giovanni Pascoli, il principe Amedeo di Savoia, Ottaviano Targioni – Tozzetti, e tanti altri. I bagni Pancaldi presentano una conformazione a isolotti collegati tra loro per mezzo di ponti. Una guida della città apparsa nel 1887, usando toni celebrativi, paragona lo stabilimento ad una Venezia in miniatura.

FIG 11. Ingresso ai bagni Pancaldi in una immagine del Novecento.

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Livorno doveva difendere il proprio primato quale stazione balneare di prim’ordine, così i proprietari dei nuovi stabilimenti facevano a gara nel proporre al pubblico servizi sempre più sofisticati e all’avanguardia: cabine dotate di bathroom da cui i bagnanti potevano scendere in mare senza essere visti, sale da the, sale da lettura, ristoranti, terrazze, saloni idroterapici,ecc.

Ancora una volta ritorna l’aspetto curativo, qui coniugato con evidenti accenti di modernità. Una modernità che compare anche nell’illuminazione ormai affidata agli apparecchi elettrici.

14 arittima.

La necessità di disporre anche di luoghi per le bagnature meno esclusivi e più a buon mercato trovava la sua soluzione in alcuni stabilimenti che si affollavano attorno alle aree portuali. Sicuramente di questo tenore sono i Bagnetti Garbini, costruiti su

palafitte in mezzo al mare in prossimità dello stabilimento del Moletto, un isolotto presso la Fortezza Vecchia scomparso con la costruzione della Stazione M

FIG 12. L’isolotto all’entrata del Porto Mediceo ospitava i Bagni Il Moletto.

Nel 1856 il Comune provvide a realizzare alla Bellana, vicino ai Bagni Squarci, uno

stabilimento pubblico, chiamato dai livornesi il Baraccone di fronte al Faro (Bagni

Vittoria), rimodernato nel 1872 e abbandonato quando furono ricavati nuovi bagni

pubblici al Marzocco. Questi bagni erano frequentati dal popolo livornese, che da

sempre era solito fare bagni di mare con disinvoltura e piena libertà. Da tempo inoltre

il popolo più umile frequentava la spiaggia detta dei Mulinacci, all’inizio del

lungomare.

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FIG 13. Lo stabilimento balneare costruito davanti alla Rotonda della Bellana.

Pontili in legno, rotonde e bagni appaiono quindi come elementi forti dell’immagine urbana, luogo di pratiche collettive, ma anche nuovi strumenti di strategie di occupazione e utilizzo economico di nuove aree, aspetto questo da non sottovalutare.

L’elenco degli stabilimenti balneari che insistono sul primo tratto del nuovo passeggio è davvero impressionante. Incontriamo, nella prima metà dell’800, quasi a ridosso della Piazza di Bellavista i Bagni Vittoria, poi Sgarallino. Seguono i Bagni dello Scoglio della Regina e lo stabilimento gestito dalla famiglia Garbini, già incontrata al moletto. La lista termina con i Bagni Rinaldi, poi Trotta, i Bagni Pancaldi e infine Acquaviva (Bagni Palmieri)

FIG 14. La passeggiata a marte dalla Rotonda della Bellavista alla Spianata dei Cavalleggeri.

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Il secondo nucleo di stabilimenti balneari si distribuisce tra Ardenza ed il villaggio di Antignano; come abbiamo già visto, l’edificio dei Casini di Ardenza metteva a disposizione dei villeggianti un piccolo stabilimento balneare impiantato nel 1844, in seguito ampliato e ammodernato e messo a disposizione di chiunque (Bagni Peani).

Sulle scogliere del borgo di Antignano, in corrispondenza dell’omonimo Castello fatto edificare da Cosimo I (1562), assistiamo alla crescita di un piccolo stabilimento che, utilizzato in una prima fase dai militari del forte, viene ristrutturato e ampliato due volte nel corso del secolo, la prima nel 1838, quindi nel 1867.

Il progetto di trasformare il castello in un grandioso albergo e la progressiva urbanizzazione di queste aree decretarono il decollo dello stabilimento, che assunse la denominazione di Bagni Consani (attuali Bagni Roma).

FIG 15. I Bagni Roma ad Antignano

all’inizio del Novecento.

Nell’ultimo quarto dell’Ottocento Livorno rimase uno dei centri balneari più importanti della penisola, ma le sue spiagge, un tempo frequentate dai regnanti e dalla nobiltà, diventano meta del ceto medio benestante, mentre la vecchia prestigiosa clientela veniva attratta dall’astro nascente della vicina Viareggio.

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La proposta turistica si arricchì ulteriormente: al nuovo pubblico non bastavano più le passeggiate di parata e le conversazioni al fresco. Furono creati così nuovi spazi di svago, strutture spettacolari, dei veri e propri Cafè Chantant, secondo la moda del tempo. Il primo fu Il Giardino a Mare, situato tra il largo Bellavista e i Bagni Squarci, aperto dall’inglese Giovanni Gljm nel 1864: esso era formato da boschetti, aiuole e vialetti e dotato di un teatro e altri svaghi. Esso rappresentava in quegli anni il più elegante ritrovo serale dei livornesi e dei villeggianti.

Al Giardino seguirono la Birreria Monaco, attiva sin dal 1880 sulla Spianata dei Cavalleggeri, e lo Stabilimento Eden, sempre sulla spianata, una sorta di grandioso parco dei divertimenti con montagne russe, teatro dei fantocci, con una serrata programmazione di spettacoli di varietà.

FIG 16. Il parco dei divertimenti Eden – Montagne Russe sulla Spianata dei Cavalleggeri. Il cinematografo nasce ufficialmente a Parigi nel 1895. A Livorno, all’Eden, il cinema debutta il 30 giugno 1896. All’inizio è considerato un fenomeno da baraccone.

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Anche sui Pancaldi verrà aperto un teatro, l’Olympia, dove si esibivano compagnie teatrali di primo ordine. Gli spettacoli venivano pubblicizzati attraverso gazzettini estivi che in gran numero erano diffusi in quel periodo a Livorno, come “La Cronaca”,

“Tuffolina”, “Cri – Cri”, “La Gymkana”,

“La Spigolatrice”, “Il Mare” (a lato)

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FIG 17. Il 7 luglio 1872 nasce “Il Mare – Gazzettino Estivo”

Sono gli anni della Belle Epoque, anni che videro, fra l’altro, il nascere di una industria turistica organizzata in senso moderno, con proposte insolite e attrazioni immaginate per stuzzicare la fantasia degli avventori.

Tra le opere realizzate sul lungomare nella seconda metà dell’800, si ricorda il monumentale Albergo Palazzo,

simbolo della Livorno frivola e mondana di quell’epoca, voluto da Bernardo Fabbricotti, su progetto di Enrico Azzati, e inaugurato il 1 giugno 1884, con la denominazione “Grand Hotel

Spatz”.

FIG 18. Hotel Palazzo, 1935.

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Alla fine del secolo venne aperto l’Ippodromo Caprilli lungo la passeggiata, che si caratterizzò subito come ritrovo mondano.

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Più tardi, nel 1898, il lungomare venne prolungato fino

ad Antignano, con la costruzione di un ponte a tre arcate sul fiume Ardenza, detto Tre Ponti, così da trasformare in una via unica, senza soluzione di continuità, la strada che dai bagni popolari della Bellana arrivava ai Bagni Consani, attuali Roma, gli

antichi bagnetti del Forte di Antignano.

Anche nel Novecento si continuò ad investire

FIG 19. Locandina dell’epoca.

sull’estate livornese e, più in generale, sull’aspetto della città lungomare.

Nel 1919 venne aperto il nuovo ed ampio Stabilimento Fiume, tra l’Accademia Navale – istituto di formazione degli ufficiali della Marina Militare Italiana fondato nel 1881, simbolo del profondo legame di Livorno con il mare – e i Bagni Pejani; poco dopo fu la volta dei Bagni Lido, realizzati nei pressi della Rotonda d’Ardenza.

FIG 20. Bagni Lido, posti proprio di fronte alla Rotonda dell’Ardenza, il famoso boschetto detto anche Parterre realizzato nella prima metà dell’Ottocento.

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In seguito alla prima guerra mondiale, la Spianata dei Cavalleggeri rappresenta nel lungomare livornese una interruzione sgradevole, poiché il parco divertimenti dell’Eden era stato dismesso. Così nel 1926 la vecchia Spianata venne trasformata nella imponente Terrazza Ciano, secondo il progetto dell’ingegner Salvais, sostituendo le antiche spallette con eleganti balaustre a colonnine

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, ornamento che fu poi prolungato fino alla chiesa di San Jacopo in Acquaviva, sorta nell’attuale fisionomia nella seconda metà del secolo XVIII su una precedente pieve romanica.

La terrazza venne poi completata con un palco centrale per la musica ed ingrandita nel secondo dopoguerra.

FIG 21. Terrazza e piazzale “Costanzo Ciano”, 1935.

Dal 1945 la terrazza fu intitolata al noto compositore livornese Pietro Mascagni.

Assai frequentata durante le serate estive per l'aria fresca e il bellissimo paesaggio marino, mentre lungo la passeggiata sotto la pineta, caratteristici chalet offrivano occasioni di divertimento e svago.

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FIG 22. Comune di Livorno - 1887

Fonte: catasto storico, Archivio di Stato di Livorno.

Dall’alto al basso:

A. Rotonda della Bellana, adiacente al lazzaretto di S. Rocco;

B. l’insenatura del Molinaccio con il bagno dello Scoglio della Regina;

C. l’insenatura in cui fu realizzato il primo bagno di Livorno (Bagno Baretti, 1780);

D. la spianata dei Cavalleggeri con le prime strutture dell’Eden;

E. Il bagno Pancaldi;

F. Il bagno Palmieri (Acquaviva).

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1.4 Evoluzione storica del profilo del Lungomare nel tratto Bellana – Pancaldi fonte: catasto storico, Archivio di Stato di Livorno

Comunità di Livorno , 1823

La pianta riporta lo stato dei territori a sud dell’isediamento urbano di Livorno, lazzaretto di S. Rocco, fino al borgo di S. Jacopo. Si nota molto bene lo sviluppo della strada dei Cavalleggeri che segue l’andamento della linea di costa. Altrettanto evidenti sono gli estesi banchi di roccia affioranti di panchina livornese, nei pressi della Spianata fino al sito in cui sorgerò il bagno Acquaviva.

“[…]è la che nasce la panchina scogliosa sulla quale s’aggrava la città di Livorno.

Formata, come la dicono, di “roccia arenaria a cemento calcareo” e doverosamente coperta dai più che millenari strati di terra, questa panchina corre sotto tutto l’abitato per affacciarsi al mare sotto l’attuale piazza Mascagni, ossia vero alla scogliera dei Cavalleggeri”

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Interessante è notare l’esistenza di un fabbricato, leggermente inclinato rispetto alla linea di costa, nei pressi dell’ansa sabbiosa del Mulinaccio. L’orientamento di tale fabbricato determinerà l’asse del pontile carrozzabile dello Scoglio della Regina.

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Comune di Livorno, 1887

La pianta evidenzia nel confronto con la precedente, il sensibile cambiamento che questa parte di territorio subisce nell’arco di sessanta anni. È in questa parte centrale di secolo che la nuova destinazione d’uso realizza in maniera evidente quella trasformazione del territorio che nelle sue linee guida persiste ancora oggi.

Da nord a sud, viene realizzato il largo Bellavista, luogo da cui diparte la nuova passeggiata, il tracciato del viale e del controviale, la quinta degli edifici residenziali, il grandioso Palace Hotel.

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Da notare la presenza, In asse con il

fabbricato posto nei pressi dell’ansa

sabbiosa del Mulinaccio sopra citato, dello

stabilimento balneare Scoglio della Regina; i

banchi di scoglio affioranti sono interrati e

colonizzati dalla Spianata dei Cavalleggeri,

e dai bagni Pancaldi e Acquaviva

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Comune di Livorno, 1901

Le maggiori diversità tra questa pianta e a precedente del 1887, sono riconducibili a grosse trasformazioni verificatisi soprattutto all’esterno del territorio considerato. Si osservi l’area dei nuovi cantieri navali di Salvatore Orlando che insistono sull’area del lazzaretto di S. Rocco, la scomparsa della recente cinta daziaria con la progressiva espansione delle aree residenziali e manifatturiere.

Il profilo del lungomare resta quello precedente, senza modifiche di rilievo, mentre l’aspetto ricreativo che caratterizza quegli anni è sottolineato dalla presenza del parco dei divertimenti Eden, situato sulla Spianata dei Cavalleggeri. È qui riportata la disposizione delle sue varie attrezzature.

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Comune di Livorno, 1939

Lo scoglio della Regina, giunge allo stato di sviluppo superficiale e volumetrico finale. Nel dopoguerra viene interrato il lato a nord del ponte di collegamento tra il lungomare e lo Scoglio, sul quale verrà realizzato un campo da tennis. Solo recentemente è stata ristabilita la situazione anteriore.

Nella parte a meridione appare il molo perimetrale del porticciolo Nazario Sauro. Il bagno Baretti è protagonista di un notevole sviluppo, che lo porta a colonizzare le scogliere affioranti prospicienti.

Sulla spianata dei Cavalleggeri si concretizza un’ampia terrazza per il passeggio, che viene chiamata terrazza Ciano.

25 Aldo Guerrieri scrive nel 1950 in “Le passeggiate e i bagni di Livorno”:

“Gli stabilimenti balneari della spiaggia livornese con buona pace de’ malcontenti e

de’ critici per partito preso, sono i più belli, i più eleganti, i più comodi di tutto il

Mediterraneo”

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1.5 La passeggiata oggi

La passeggiata a mare labronica ha mantenuto sostanzialmente inalterate le proprie caratteristiche sino ai giorni attuali. Tuttavia un importante restauro ha caratterizzato la prima parte del Viale a Mare, nel tratto tra piazza Mazzini e l'Hotel Palazzo.

I lavori, avviati sul finire degli anni novanta del Novecento, hanno riportato agli antichi splendori la Terrazza Mascagni, facendone il fulcro dell'intero lungomare.

Altre modifiche sono state apportate alla passeggiata pedonale che corre parallela al viale, con la costruzione di alcune strutture commerciali (bar e gelaterie) progettate dall'architetto Cristiano Toraldo di Francia (Firenze, 1941) e che, nella loro leggera architettura contemporanea, si richiamano agli antichi chalet che un tempo si trovavano lungo la passeggiata.

Infine, un importante, quanto travagliato, restauro, ha coinvolto il complesso novecentesco dell’Acquario "Diacinto Cestoni" – centro espositivo e di ricerca su fauna e flora marina del Mediterraneo – i cui lavori di ampliamento hanno permesso di edificare un nuovo corpo semicircolare attorno alla vecchia struttura.

FIG 23. Il tempietto in Terrazza Mascagni, e l’Hotel Palazzo sullo sfondo.

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FIG 24. Vista satellitare lungomare livornese oggi, dalla Bellana all’Ardenza.

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1 – O. Testi, Un secolo di storia balneare livornese, in “Il Telegrafo”, 16 agosto 1922 2 – Yorick [P. Coccoluto Ferrigni], Cronache dei bagni di mare, Pisa 1868, p. 341.

3 – A. Guerrieri, Le passeggiate e i bagni di Livorno, Livorno 1950, p. 36

4 – A. Guerrieri, La dolce vita livornese delle regine dell’Ottocento, in “Il Telegrafo”

5 – O. Testi, Un secolo di storia balneare livornese, in “Il Telegrafo”, 16 agosto 1922 6 – D. Matteoni, Livorno la Costruzione di un’immagine, Le smanie della villeggiatura, p. 80.

7 – G. Carocci, Bagni e villeggiature in Toscana, Firenze 1900, p. 3.

8 – G. Rossi, Tempo di bagnature e di rivoluzione nell’estate livornese del 1848. Da un diario inedito,

“Quaderni della Labronica”,Livorno 1995

9 – U. Vanessa, I bagni di Mare a Livorno nell’800, p. 26.

10 - A. Guerrieri, Le passeggiate e i bagni di Livorno, Livorno 1950, p. 48 11 - A. Guerrieri, Le passeggiate e i bagni di Livorno, Livorno 1950, p. 49

12 – A. Guerrieri, La dolce vita livornese delle regine dell’Ottocento, in “Il Telegrafo”

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