Conclusioni
Costruire un vantaggio competitivo è un’operazione lunga e difficile, che richiede un enorme investimento in risorse ed energie quindi è necessario che le imprese si comportino in modo tale da impedire ai concorrenti di erodere tale vantaggio.
Il modo più efficace per contrastare la concorrenza è quello di adottare strategie innovative che permettano all’azienda di distinguersi e attrarre maggiori clienti.
Tali strategie, però, sono caratterizzate da una grande incertezza sia per quanto riguarda gli input necessari ma soprattutto per quanto riguarda gli output, i risultati, perciò le aziende devono investire in attività di ricerca e sviluppo.
Si tratta di attività fondamentali che possono essere svolte all’interno se l’impresa ritiene di avere già accumulato nel suo patrimonio le risorse, le capacità e le competenze che le occorrono, oppure possono essere svolte all’esterno tramite accordi di collaborazione. Da tali accordi emergono numerosi vantaggi di tipo tecnologico, organizzativo, finanziario ed economico purché si tenga conto anche dei possibili rischi legati alle attività di esternalizzazione.
Certo è che, se le imprese capiscono l’importanza di una corretta progettazione e gestione del sistema di produzione delle innovazioni, otterranno dei risultati più che positivi.
Tale processo innovativo, però, non è semplice dal momento che esistono notevoli ostacoli al cambiamento sia interni che esterni all’azienda.
In un’ottica interna i blocchi al cambiamento sono rappresentati fondamentalmente da tre elementi: il successo passato, un’azienda che ha grande successo diventa più resistente all’innovazione rispetto ad una che è in una situazione di crisi; la struttura esistente, vi sono delle strutture organizzative che facilitano il cambiamento e altre che lo ostacolano; la cultura dominante, è un forte collante all’interno dell’organizzazione perché consente un’azione coordinata anche in assenza di vincoli, di procedure e di meccanismi burocratici di funzionamento, ma ha lo svantaggio di non essere modificabile in tempi brevi.
All’esterno, invece, le difficoltà di cambiamento sono attribuibili alla concorrenza. E’
necessario che le imprese mettano in atto delle strategie che tengano conto del fatto che un’azienda non opera da sola nel mercato ma è circondata da altre realtà aziendali.
Esistono diverse strategie da adottare per conservare i propri profitti ma le principali sembrano essere quelle di protezione che permettono di impedire o perlomeno ritardare
il più possibile l’ingresso dei concorrenti nel nuovo mercato o comunque l’imitazione del nuovo prodotto. Il modo migliore per prevenire l’ingresso nel nuovo mercato o l’imitazione del prodotto è possedere delle caratteristiche distintive per quanto riguarda la progettazione, produzione o distribuzione del prodotto. Ma se le conoscenze sono ampiamente disponibili non è possibile impedire l’imitazione se non brevettando l’invenzione.
Il brevetto è considerato lo strumento principe per la protezione delle innovazioni perché permette di esercitare una sorta di monopolio temporaneo di sfruttamento dell’invenzione in un territorio e per un periodo ben determinati.
Il titolare del brevetto può sia utilizzarlo direttamente che trasferire il diritto ad altri attraverso un contratto di licenza. In ogni caso, il legittimo titolare ha il diritto di impedire a terzi non autorizzati di sfruttare l’invenzione e nel caso in cui sia stata accertata l’esistenza di una violazione può chiedere il risarcimento dei danni.
Il brevetto quindi è uno strumento che può aumentare la capacità di un’azienda di beneficiare delle proprie invenzioni.
Con la ricerca empirica condotta in conclusione del lavoro di Tesi si è voluto proprio verificare se esistono e quali sono le differenze in termini di performance economico- finanziarie tra aziende che operano nello stesso settore, caratterizzate dal possesso o meno di un brevetto.
E’ emerso che le imprese in possesso di brevetto potrebbero ottenere delle performance certamente superiori se riuscissero a sfruttare maggiormente le grandi opportunità che conferisce il brevetto stesso.
Quindi è evidente che esiste un collegamento diretto tra possesso del brevetto e performance positive, ma bisogna essere in grado di utilizzare efficacemente i vantaggi legati allo sfruttamento esclusivo delle proprie invenzioni.
Ciò ci porta ad affermare che il brevetto è uno strumento utile per conseguire dei risultati positivi ma deve far parte di una strategia innovativa ben studiata che abbia come obiettivo la costruzione e la conservazione di un vantaggio competitivo di lunga durata.
