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ETTORE FIERAMOSCA
Dramma lirico in quattro atti di E.
AUGUSTO BERTA
(dal romanzodi Massimo d'Azeglio)
MUSICA
di C ADOLFO CANTÙ
«StfT
OFFICINE GRAFICHEDELLAS.T.E.N.
(SocietàTipografico-EditriceNazionale)
PROPRIETÀ LETTERARIA
&
jt, j.PERSONAGGI
j. j. j.ETTORE FIERAMOSCA GINEVRA MONREALE FANFULLA DA LODI ZORAIDE
DON DIEGO GARCIA
IL
DUCA VALENTINO BORGIA CONSALVO
INIGO
j
AZEVEDO
> SpagnoliCORREAS
)LA MOTTA
)DE GUIGNES
FrancesiDE FORSES
]GENNARO BOSCHERINO MICHELE
IL
PODESTÀ
L'
OSTESSA
Soldati Spagnoli
ed
Italiani - Popolani ePopolane
GuatteriIN
BARLETTA
- 1503ATTO PRIMO
Lapiazza diBarletta (Aprile 1503).
A
sinistral'Osteria di Baccio daRieti (dettoVeleno) con pergo- lato sostenutodapilastri in mattoni. Sotto il pergolato, tavoleper gliavventori.A
destracasedipescatori. In fondolaspiaggia:barche, remi, attrezzidapesca. Poi il mare.All'orizzontelabruna formadel Monte Garganoed il Monastero di Santa Orsola, che sorge da unisolotto, unitoalla terra daun lungoe stretto ponticello. Il profilo del Monastero comprende la chiesa, il campanile, le torricelle, le
mura
merlate, esorgefrapalmee cipressi.È
il tramonto.Un
ultimo riso di sole illuminail Monte Gargano. Gruppi di soldati spagnoli ed italiani, di popolani e popolane, animanolascena. Dallavarietà dei costumi nasce unabella varietà di colorie di foggie.SCENA
I.Alcunepopolaneballano nel centro della scena.
Un
gruppo di sol- datigioca acarte nell'osteria.Un
altrogruppo—
versola marina—
stain attesa di qualchebarcache deve veniredalmare. Altrisoldati epopolanisi interessano alledanze.
Un soldato spagnolo
{dalfondo)
Sia
maledetto
ilblocco
!E Consalvo
?Che
aspettaad
aprirciuno sbocco
?Un soldato
italianoPazienza
fino all'alba!Giungeranno
i soccorsi diDon Diego
Garcia.—
6—
Soldati spagnoli
[dall'Osteria)
Viva Don Diego
!Sol questo
santo,che invoco
eprego, mi può
salvar!(siriprende ladanza)
Spagnolo
(alle danzatrici)
Vi colga
la vertigine, cutrettole!Smettete
!Non
sentite lafame
?Così sorde
voi siete?Italiano
Povere
cingallegre! Lasciatele ballare!La danza
èun
diversivoche
illude e fa obliare.Donne
epopolani
(seguendo la danza)Danziam
!Sia
ladanza l'inganno leggiadro che
ci fa obliar.La danza disperde ogni
affanno, se ilritmo
levenga
dalmar.
(la danza continua piùvertiginosa;poisi calma).
Un soldato
italiano (adunavedetta)Non
scerni tuuna
fusta all'orizzonte?Vedetta
Nulla.—
7—
Soldato
Troppo
corta enon
giusta è la tua vista,amico
!Don Garcia
è puntuale.Se
àpromesso, mantiene.
Uno spagnolo
Illudersi
non
vale!Non viene
!Gruppo
disoldati
E
noi simuore
difame
![intanto è entrato ilPodestà, seguitoda alcuni cittadini; tettilo cir- co?idano, lo assediano, lo stringono didomande)
Tutti
Il
Podestà!
Gruppo
didonne
{alPodestà)
Voi che
sapete, ce lo direte se àda durar molto
così!Gruppo
diuomini
Egli è pasciuto, noidigiuniam, da un giorno
interopane imploriam
!Tutti
A sacca
ilpane chiude
lassù...Chi
a noi lonega
»non mangia
più!Gruppo
disoldati Presto una fune
!Qua! Lo leghiam ed
alComune
lo trasciniam.
{incalzano, urtano,sospingono il Podestà che si schermiscepietosa- mente, cercando invano difuggire; ne nasceuna baruffa).
Tutti
[gridando)
Vogliamo pane
!Consalvo
abasso
!Morte
ai francesi![entra Fanfulla
—
sifalargo—
libera ilPodestà, che siapparta)Fanfulla
Quanto
fracasso! Siete impazziti?Calma, gente
dipoca
fede!Per un
po' di digiuno,che cosa mai succede?
Tutti Abbiamo fame
!Fanfulla
Tre
giorni si resiste apancia vuota
!E questo non
èche
ilprimo
!Basta
!Qui
civuol
l'oliosanto
!Veleno
!Olà
!Del vino
!È
ilPodestà che paga
![compariscel'ostessa, chepoiescee tornerà subito col vino, seguita
• da alcuni gualteri; Fanfulla à scovato il Podestàcheprimasi schermisce, poi sorrideedacconsente).
Tutti Evviva
ilPodestà
!Fanfulla
(all'ostessa)
Su
via, bellaragazza
!Versa
la vita incore a questa brava gente che
muor...ma non d'amore!
[l'ostessaversa il vino;tuttibevono, diventanoallegri; Fanfulla cor- teggia l'ostessa)
Io sì,
muoio d'amore per
te,bocca leggiadra
!Bocca
di baci ladra,bocca
di tentazione,bocca
di perdizione,che
parla dritto al core!Ostessa
Amore
e corson rime ormai troppo
sciupate!(sfuggendo alleinsistenze di Fanfulla)
Signore, mi
lasciate!Sono una bimba
onesta...Fuggo,
respingo, sferzo chi offendecon
loscherzo l'amor
santo,sublime!
(poichéFanfulla insiste e Uabbracciae la bacia sulcollo,ella glidà uno schiaffo,poifugge rìdendo; tuttiridono)
Fanfulla
Scontrosa
la piccina!Ma che importa
?Tornata
in vita èquesta gente
morta...(aisoldati)
Suvvia! Non
piùguardate a
lamarina.
Pe
i vostri ventri...ò una canzon
carina.(tutti s'affollano intornoa Fanfulla) State attenti, affamati
ma prodi
!Chi
vi parla èFanfulla da Lodi
!Fanfarone, spaccone, beone,
ma che
botte sadarne
e dibuone.
Servitore di tutti i
padroni che
lopaghino, buono
coi buoni,ma tremendo
coi tristi!Attualmente a
servizio d'Italia.Sovente
la
mia
pelle disangue
fu intrisa...Ma
quel giorno...Tutti Racconta
!Fanfulla
Ero a
Pisa, e servivo Firenze.Vicina
era ornai l'ora della
buona
resa degli assediati.A un
tratto, ilcapitano
fasonare a
raccolta espreca
il frutto delle nostre fatiche.Nel campo mi
ridussiansando. Mi
latravail
core
emi squadrava
ognun qual scemo
fussi.—
II—
Vitelli e i
commissari
erari nel padiglione...Vederli...
Addio, ragione!
li apostrofai:
— Somari
![tutti rìdono) Poi giù
con un
randello suldorso
aquei
vigliacchi, finché l'unsopra
l'altrogiacquero come
ciacchi.Tutti Viva
Fanfulla!Fanfulla
[continuando a narrare)
Una
sera,camuffato da
frate, lagiovane mogliera d'un
oste,con
occhiatelanguide ed
assassine,m'aveva aperto
il core,insiem con
le cantine.Fu
così, tral'amore
che
brucia e il vinche
strega,che
ilseguente mattino
l'ostetornò
abottega
etrovò vuoto
il tino...Tutti
E
lamogliera?
Fanfulla Pura quasi come
ilsuo
vino.Tutti
{ridendo)
Viva
Fanfulla!Sol questo santo
ci
può
salvar!{lolevano sulle spallee loportano in trionfo,gridando eballando;
Vanimazione èalcolmo quandoin lontananzaletrombedelcampo suonano il silenzio; coprifuoco; la luceè scemata poco a poco.;
èquasinotte; lagioia
sfuma
rapidamente;ecco: ilsilenzio;tutti sidisperdono lentamente; Fanfulla rimanesoloin sce?ia,contem- plandoilmare).Fanfulla Ora
di notte, scendicoi vivi fochi de' tuoi astri d'or!...
Tu che
le stelle accendi,alluma
lesperanze
infondo
al cor!{unacampana, dalontano,suonaV
Ave
Maria; Vostessa accendeisuoi Itimi; si sente un'altra campana, più lonta?ia,poi, dall'interno dell' osteria, s'odela voce dell'ostessa)È un
dolceamico
ilsonno!
Fratelli,
buona
notte!-
13-
SCENA
II.Fanfulla e Fieramosca.
Fieramosca avvolto in un mantello nero, entra dal fondo
—
si avvicina allaspiaggia—
si curva nell'atto dì scioglieregli ormeggi d'unabarca. Fanfulla,cheloàriconosciuto, glivaincontro:lochiama.Fanfulla Fieramosca
!Fieramosca
Sei tu?Fanfulla
Convien
scovartinell'ombra con
le nottole!T'apparti
così
da
tutti,con
la tua tristezza e ti chiudi inun
cerchio d'amarezza.,.Tu
cosìgaio un giorno
ebuon compagno!
Or che
t'ò colto,come mosca
ilragno,
la
causa
deltuo umor fammi
palese.Fieramosca Mosca non fugge ragno
sì cortese ebuono.
Il core àd'uopo
di conforto,Amico
!In
guerra oggi
si è vivo...doman morto.
Poiché
ilsegreto mio non mi appartiene che
in parte e all'avvenirpensar
conviene, e tum'apri
il tuo corbuono
eprofondo,
io ti dirò quelloche ignora
ilmondo.
Mi prometti
il silenzio?—
14- Fanfulla
Lo prometto.
FlERAMOSCA
[indicandoil Convento)
Di
quelconvento
tuben
sai laporta
!Ivi è
una donna che per
tutti èmorta,
ma non per me
eper Valentino Borgia.
Amor
ciprese a Capua.
Figlia delMonreale,
giovinetta divina,ignara d'ogni male,
m'amò Ginevra. —
Cieca, volubile fortunadell'armi
un
dìmi
trasse lungida
lei.— Sol una cosa ebbi sempre
incore:— Ginevra! Un
sol pensiero:Ginevra
!E
iltempo
volse. Il turbinante, fiero vortice della vita ciavea
disgiunti.[unapausa)
A Roma
la rividi.
Era donna
!Moglie
aun
talche
sinoma Graiano
d'Asti, ai soldi—
allor—
del Valentino.Un giorno ero
allaporta
di
casa
sua.La
fantem'urla piangendo: — È morta!
Morta d'un
misteriosomale improvviso
e bieco,ignoto
a tutti...—
A Santa
Cecilia il funeralesi fece
con gran pompa. —
Inagguato/
spettrale, io stavo nella notte entro lavuota
chiesa,presso
la bara,quando uno
scaccino, intesa l'ansia delmio
respiro, biascicò:—
Sei tu
l'uomo
delValentino?
Iovado. Veglia
tu— galantuomo
-che a codeste avventure
àil'anima
piùadusa.
E
sene andò lasciando
laporta un
po' socchiusa.Solo
!con
lei, inquel
silenzioimmenso, dove aleggiava
l'eco delleparole
stranedell'omuncolo
bieco!Ah! vederla
!vederla anco una
volta!Mi spasimava l'anima
nelcore
em'accendeva un
desiderio atroce:— Vederla
!Rivederla anco una
volta!Ripercosse
la voltadella cripta
un sommesso
scricchiolio di ferriche mordean
le fibre e inodi
dellegno d'una
bara,ad uno ad
uno,sconficcando
i chiodi del coperchio.— Una
face vigilava nellapenombra.
Ella
m'apparve! Bianca!
Divinamente
bella!Oh come stanca
! Sacrilegionon
fu— ne
attesti Iddio—
se le
mie labbra suggellar
lesue
!Miracoloso bacio
!Ecco
: simossero
le
sue
labbra,che un
fiato di calorescaldava ancora!
Fu
virtùd'amore
?Le sue membra
gentili si riscossero.Era
viva!Era
viva!—
i6—
e
palese appariva
del
Valentino
l'operanefanda!
Era viva
!Era viva
!Le
uscia dallabbro un suono
di lamento...Ed
io potei ridurla insalvamento...
Era
viva!Era
viva!Ma
ilmio povero
cor d'ansiamoriva, mentre un
pietosoamico, sovra un remo
curvo,
ansimava a guadagnar
la rivaad
Ostia.Fanfulla
E
ilBorgia seppe?
FlERAMOSCA
Certo
seppe.Ei
la sa viva e la ricercaancora
!«
A Messina da prima
la nascosi« in
un Chiostro
edovei solennemente
« giurar
che sempre, sempre a me
diletta«
sarebbe
stata come... una... sorella.«
E
l'adoro!E ne spasimo
!Fanfulla
Infelice!
FlERAMOSCA
« Poi,
come
tutta Italia inarmi
sorse,« brandii la
spada —
scesi qui in Barletta«
con
lei,che
inquel convento
vive e aspetta€ le sorti della guerra.
-
iy—
«
Ogni
sera lavedo.
« Confortatrice
buona, a
lei diletta,« è Zoraide, la strana saracena,
«
che un
leganoveneziano,
aManfredonia,
«
avea
buttata a mare... Io la salvai« e al fianco di
Ginevra,
« fedele ancella,
amica,
l'allogai ».Ed
orche
tutto sai,promettimi
sul Cristoche
se l'armi ame
fossero fatali, semordessi
lapolve come un
tristo,su Ginevra
eZoraide
veglierai!Fanfulla
Dio scampi! Ma
vegliar sovr'esse giuro.FlERAMOSCA Se
m'assista iltuo
cor, vivo securo.L'ora
è tarda. Ella m'aspetta...Addio
!Fanfulla Amico, addio
!{Lentamente Fìeramosca sì allontana.
—
Fanfullaresta pensoso unistante,loguardaepoi, come ascacciare la tristezza, crolla le spallesorridendo).
Ah! Ah! Che calamita
l'amor!Esso
fa il diavolo eremita![Sorride
—
discendela scena, intanto che da sinistra giunge Inigo, cavalcando unagiumenta).SCENA
III.Inigo, Fanfulla, l'Ostessa.
Inigo [urlando)
Oste! Veleno,
dico!dove
ti sei cacciato?Ostessa
{entrando)
Veleno dorme,
Inigo
Dorme
?Povero
disgraziato!Par Toste
inun paese avvezzo
adigiunare
èun magro
affar...Ostessa Lo credo —
Ma
seposso
bastare,son serva
vostra.Inigo
Serva? Ti nomino
regina.Sveglia Veleno.
Digliche scenda
giù in cucina.Ostessa
Incucina? A
farche?
Inigo
A preparar
la cena.Siamo
in sette.Affamati
!Torniamo
stanchi, morti—
19—
da un lungo
cavalcare.Abbiam
ricco bottino di bestiame.Fra
ilgrosso
e quello più piccino,sono
trecento capiche ora stanno
in Barletta.Fanfulla Quanta
grazia diDio!
Ostessa
Che
squisita cenetta! (entranell'osteria).
Fanfulla
Si mangia... finalmente!
Viva Don Diego!
Inigo
E ancora
non
basta,amico mio
!Avrem
degli invitati!Tre
cavalier francesiche abbiamo
imprigionati.Tre
pezzi grossi!Un
d'essi èLa
Motta...un barone che
fatremar
la terra... a parole.Fanfulla
Un barone!!
(L'ostessa, che èrientrata, s'affanna aprepararela tavola).
Inigo
Siamo
in molti!Affamati! Non
temer... i fratelli diFrancia pagheranno cena
e'riscatto. Presto!Va... Corri!
Al mio
ritornoc'intenderem
sul resto.Bella ragazza,
addio!
{esce conFanfulla).
SCENA
IV.Boscherino, Valentino Borgia, Michele.
La
scenarimane vuota zm istante; Vostessa, di dentro, ripete la suacanzone. Boscherinovienedall'osteria: entra,appendeilumi sopra le tavole, apparecchiale mense. Intanto approda\un canotto dalmareallaspiaggia;ne sbarcanoil
Duca
ValentinoBorgia eMichele. Costui precede ilpadronee cammina curvo sottoilpesod'im bagaglio.Valentino
[aMichele)
Va. Ordina un
ristoroed un buon
letto enon
tradirmi.Qui
lamia presenza
dev'essere un
mistero.{Micheleentrasottoilpergolato.Boscherinolovede,losaluta.Michele nonglibada: entrafrettoloso nell'osteria.Il
Duca
simuove,Bo- scherino che lovede, rimane allibito, lasciandocaderea terraunadellestoviglieche stava disponendosulla tavola).
Boscherino Madonna!
IlDuca
Val...Valentino
{rudemente, interrompendolo)
Finisci il
nome che
or or tigorgogliò dentro
la strozza, sevuoi perder
la lingua!{inlimandoglisilenzio)
Siamo
intesi?BOSCHERINO
(balbettando)
Intesi... sì...
perdóno!.. O' una gran
fretta.Abbiamo cena grassa questa
sera.Valentino Chi
aspettate?Boscherino
Don Diego
e...compagnia.
Valentino
Non
voglio esserveduto. Accompagnarmi
tu devi alle
mie
stanze.O' da
parlarti.Boscherino Comandate,
eccellenza!(Gesto imperiosodi Valentino. Enira?ionell'Osteria. Sisente avvici- narsiun Corodi soldati).
Coro
L'aspre
faticheposino
alfin!Pace
èun capace boccal
di vin,Nel vino
èun gaio
spirtolegger che splende — accende
core e pensier.(Intanto Vosiessa,edalcuniguatierifinisconodipreparareletavole.
Moltilumi sullalunga mensatuttacandida di lini
—
riscintillante di stoviglie edi boccalirilucenti).SCENA
V.Don
Diego,La Motta,De
Guignes,De
Forses, Inigo, Azevedo, Correas eSoldati./soldati,che sonoentraticantando, assai disordinatamente,ed àmio presoposto allamensa, s'inchinanoquandopassa
Don
Diego.Don Diego
(ai tre prigionierifrancesi)
Sul campo
ci siammazza.
Si sbudellail
prossimo,
si picchia, si martella,ma
qui—
traprodi —
rinverdisce il fiore dell'amicizia esfuma ogni
rancore.Senza
rancore,dunque,
econ serena
fraternità, v'invito tuttia cena!
[a
La
Motta)Un prode come
voi, sepure accada che
sia prigion,deve serbar
laspada.
Vi
fu tolta lavostra? Cortesia
vuol che una ne
abbiate.Ecco
lamia!
(gli offrela spadaegliela cinge; Azevedo e Correas fannoaltret- tantocon
De
GuigneseDe
Forses; si strvigono cavallerescamente le mani).Ostessa
A
tavola,messeri
!Ecco
: è servito.La Motta
E
noifaremo onore
al eaio invito.—
23—
Diego La
Motta... il vostro posto.(a
De
Guignes)E questo
è il vostro...[tuttisiedono) Sazia,
Veleno,
l'appetito nostro.E
sian copiosi i piatti e ilvino
schietto.La Motta Oh benvenuto,
arrosto di capretto![E portato un gran piattoche vien deposto nel centro della tavola;
Don
Diego scalca con unasciabola econ lapuntadell'armadi- stribuisceipezzidi carne; ttitli mangianoebevono allegramente;tuttimeno Inigo che rimanetriste epensoso).
Diego
{levandola coppa)
Camerati
diFrancia! Dover m'impone bere
alla vostra salutequesto primo
bicchiere.Dirà Consalvo
ilprezzo
di riscatto e di taglia...Io
bevo
allabravura che mostraste
in battaglia![tutti, meno Inigo, sialzano ebevono)
Inigo!
E
tuche pensi? Perchè con
noinon bevi?
Inigo
Penso
almio buon Castagno!
Diego
Bever con
noi tu devi.Inigo
M'ànno
ucciso il cavallo!Più
caro, in fede mia,m'avrei
d'esser ferito, io stesso.Son prodezze
ben degne
di francesi.—
24— La Motta
«Si sa... in guerra, carezze
«ce
n'èper
tutti: bestie e uomini...Inigo
«Vigliacco •
«è chi
mira
al cavallo anziche
all'uom...{poiriprendendosi)
«L'attacco
«
dev'essere
leale.Non
certoun
italiano«combatterebbe
inmodo
così scorretto estrano!».
La Motta
{spavaldo)
Ah
!Ah
!Ti
duole,amico,
pel tuoronzino
?E
bello,per un
soldato,amare
nel cavalloun
fratello!E scuso
la parola.Spesso
ildolor
sragiona...Ma quanto
agli italiani, in tutto ilmondo suona
lor
fama
di vigliacchi... poltroni... traditori!..E un
italiano il Borgia,quel demone
delmale!
Voi
tutti ricordateGinevra Monreale...
Oggi,
in Barletta... qui... io vidiun
tal soldatoche amò Ginevra
aRoma...
Inigo Italiano?
La Motta
Italiano.
—
25—
Inigo
Il
nome?
La Motta
Non
ricordo. Il fatto è assailontano
nel tempo...Inigo
Le sue armi
?La Motta
Corazza
liscia e fosca.Cotta
di maglia.Sciarpa
azzurra...Tutti
Fieramosca
!La Motta Fieramosca
!Inigo
Un eroe
!La Motta
Non siam
deltuo
parere.E un
italiano e basta! Io liconosco.
Tutti poltroni, fannulloni,., razza di farabutti!Inigo
Offendere
gli assentiè
viltà.—
26—
La Motta
• [levandosiarrogantemente)
Giovinotto
!Vuoi
tu smaltir la cena,senza pagar
lo scotto?Inigo
(inpiedi)
Non senza
avertiprima
ricacciato giù, in gola, la tua vigliacca eimmonda,
tristissima parola!10
stimo
gli italiani perfetti cavalieri;uomini d'armi
esperti, e coraggiosi, e fieri...Vuoi
tu farne laprova?
La Motta
Adesso
e in tutte l'ore!...Inigo
Del
valore italianomi
fomallevadore.
La Motta
Sia pur
!Non temo
alcuno.Ciò che ò
dettomantengo.
E
incampo aperto
echiuso con
laspada sostengo.
Inigo
Contro chiunque?
La Motta
*
Contro chiunque
efermo
attendo.(mormorio di stupore ed'indignazioneneisoldati)
Inigo
11
pegno?
La Motta
{trae dal petto unacroce, la bacia, la consegna a
Don
Diego)Questo. —
Iltuo?
[litigo che àinmano unamedaglia, la bacia,facendosi un segno di croce,poi Vaffida a
Don
Diego)Diego
I vostri
pegni
ioprendo.
Degni d'uomini
fortison
leparole
e gli atti.Accettata
la sfida, resta a fissarne i patti.Inigo
Nel nome
italiano,dove
ti piaccia, io t'offro,per
teed
i tuoi, battaglia, incampo aperto
e chiuso;a .tutto
sangue;
a tuttearmi che
siano d'uso.Accetti i patti?
La Motta
Accetto.
Diego
Sta bene. Ai due campioni
noibeviamo ed
ai forti di tutte le nazioni.La Motta
Io,
Francese,
allaFrancia vuoto
ilnappo che
ò inmano.
Inigo
Ed
io,Spagnolo, bevo
al valore italiano![tuttibevono levando etoccandolecoppe)
-
28-
Diego
Compagni,
l'ora è tarda.Andiamo.
Arrivederci.Notte porta
fortuna.Inigo
Notte
porti consiglio.Una voce dal mare
[in lontananza)
La
nottescesa
è già...La luna
palpita sul mar...O
pescator,non
indugiar...Cala lentamentela tela.
FINE DELL'ATTO PRIMO
ATTO SECONDO
Il cortile del Convento di SantaOrsola.
(Aprile 1503).
Un
loggiatocirconda un piccolo giardino, nel centro del qualeè un pozzo, protetto daunatettoia, sorretta dapilastri in pietra, sui quali si arrampicano edere e convolvoli. In fondo un muricciuolo che dà sul mare, verso il Golfo di Barletta.Ad
un'apertura delmuro
corrisponde una scalettache scende al mare. Di fiancoèla piccolacasaincuidimorano GinevraeZoraide—
attiguaalconvento delle Suore—
ombreggiata di palme e cipressi. In lontananza, laforma della chiesa.
È
il vespro,ma
tuttavia chiaro.SCENA
I.Al
levarsi della lela Zoraide,sedutaad tm telaio, sia ricamando ilmanlello cheleie Ginevraoffriranno a Fìeramosca.
Un
altrotelaio è pressoquellodi Zoraide.Seandònol'oralontani canti sacridimonache salmodiatiti nella chiesa del Convento. Zoraide, ricamando, canta.La
ballata della gazzella.Zoraide
Dopo lungo vagar per
l'infocata pianura,una
gazzella,esausta
dalla sete,intese il chioccolar delle segrete linfe
d'una
soreiva.La sorgente
s'aprivaun
picciolvarco
fra glienormi massi
:nel
fondo
ella fuesàva,appariva —
spariva,rifiutandosi al
labbro che
sui sassiinvano sanguinava
per
giungerla.— Pregava
invan
l'affranta,povera
gazzella:— Acqua
viva— acqua
bella, tutta freschezza e brividi d'argento, arrestatiun momento
!Acqua
bella— acqua
viva,fa
che
ingorgo o
in ruscello tisospinga
la forzache
ti famobile
e viva;sì
che
conforto lamia
sete attinga.—
Ma sorda
l'acqua viva nelsuo fondo
fuggiva,appariva —
spariva,e la gazzella
esàusta moriva.
%[si odoìioda lontano vocidal mare; Zovaìdes'arrestaun istante;
pausa).
Sì
come
la gazzella anch'io sospiro,mi struggo
dalla sete;
languisco per
segretesmanie che sono spasimo
e deliro...Fieramosca,
ilmio sogno d'amor, che imploro
eagogno,
simile all'onda fuggitiva, oblia;e
non vede,
enon
sentequest'anima dolente
che
di lui,che per
lui,arde
econsuma
!(siodeun canto interno di suore).
Canto
diSuore
De profundis clamavi ad
te,Domine ZORAIDE
In
freddo
emuto
oblio negletto,l'amor mio
va come nebbia che vapora
esfuma
nelgorgo
atro del Nulla...Canto
diSuore Requiem
aeternam...Amen,
(Zoraiderimane comerapitadal volo dei suoi pensieri).
SCENA
II.Ginevra eZoraide.
Ginevra
(entrando)
O mia
sorella,quale sogno
insegui?Zoraide
(chesi èripresa edominala sua emozione) Sì...
sognavo!
Gli intrichi del ricamo,per
la stranezza della fantasia,mi suggerian
pensieri strani.—
Io vidi,—
32—
sì
come
insogno,
il soleluminoso
delmio dolce
paese...E pure
udiiil
blando ritmo de
lesue
canzoni.Ginevra
Canzoni
intono
triste, a giudicareda l'umidor
degli occhi tuoi!ZORAIDE
Io triste?
Sono
anzi lieta—
vedi—
e ti sorrido!Orsù,
allavoro
!Tu,
piuttosto, rechii segni, in fronte,
d'una gran
tristezza!E
sai d'essereamata!
el'amarezza
ti sta negli occhi!
Ginevra
[chesi è messaaltelaio)
E dentro
il cor, pietosaZoraide mia
!Zoraide Mettiamo un
fiordalisoquassù, a
sinistra!Ginevra
Farà un
bell'effetto......
quando
glisplenderà
sul forte petto, di soldato e d'eroe!—
33—
ZORAIDE
Ah vedi?
In visoti ridon gli occhi già se il tuo diletto
ti
nomino! Miracolo d'amore!
Ginevra
(sorrìdendo elavorando)
Qui
in alto, a destra,con man maestra, una miosotide
vo' ricamar.Zoraide
E
lamiosotide
fior di
memoria Ginevra Splenda una
stella fulgida e bella suun
tralcio lucido.di
verde
alloro.Zoraide
L'alloro èsimbolo
dipura
gloria.(Mentrele due donne,intente allorolavoro,ripetonoleultimeparole
,
entra Gennaro, dalla scaletta a mare, e reca al braccio una panieravuota).
34
—
SCENA
III.Ginevra, Zoraide,Gennaro.
Gennaro Buona
sera,madonna
!Ginevra
A
quest'ora?Zoraide Buona
sera,Gennaro
!Di dove
si*
vien?
Gennaro Di
città.Zoraide Che
notizie?Gennaro Tutte buone. Anzitutto
òvuotato
la paniera.Fu grasso
ilmercato!
Tutto quanto
òvenduto.
Zoraide Tutte
buone... dicesti poc'anzi...Udiam
l'altre notizie...Ginevra
t
Racconta.
—
35—
Gennaro Più non urge
ilpaese
l'angoscia di languirper
lafame. Don Diego
lo fornì di
vivande.
Zoraide
Sialode
alSignor!
Gennaro E
sialode
aDon Diego per
lanuova che ancor non
sapete.La
migliore di tutte.Zoraide Non
farmimorire
!Gennaro Tre
cani francesison
fatti prigioni.Ginevra
Dicesti?{fra sé)
Graiano —
chisa? —
forse lui![forte)
Francesi?...
Ma
i nomi?... Li sai?-
36- Gennaro
Non
li so.Con nessun
parlo mai.Quest'oggi però
dovetti violar laregola muta che
soglio osservar.In piazza,
un
cotal m'invitaa
parlar, cuiniuno
rispostapotrebbe negar.
Mi chiedo tremando:
— Costui che vorrà?
Ma piego
alcomando,
poi ch'è ilPodestà.
E
a fianco di lui,suo degno compar, un
orrido ceffoche
ilboia mi
par.— Saper
noivogliam
notizie di talmadonna
gentilche
a core ci sta.Nascosta
laggiù, nel tacito asil delchiuso convento, che pensa? che
fa?Del
bel cavalierche a
leiva per mar
sul far
d'ogni
notte,—
37—
ci devi informar.
.
Che
fare?Che
dir?La lingua
tremò...Poi quel
che sapea
di voi raccontò.Io forse fui vii,
ma vecchio
ornai son...'
M'umilio, madonna,
vi
chieggo
perdon...(s'inginocchia, baciando la manoa Ginevra)
Ginevra
Levati, vecchio.Perdonato
sei...Chi poteva
costringerti amentir?
(Gennarosi alza) Lasciaci!
Buona
notte!Gennaro Buona
notte!(esce; intanto siè andataoscurando leniamenie lascena;leduedonne lavorano qualcheistante ancorainsilenzio, finché l'oscurità s'è fatta densa; si alzano, ripongonoil lavoro).
Ginevra
Già l'ampia
notte lepalpebre abbassa sovra
le stelle d'or.—
Egli verrà!(Zoraideesce; Ginevrasiappressa almuricciuolo che dominailmare
eguarda l'orizzontetorbido divaporicrepuscolari).
38
SCENA
IV.Ginevra
(sola)Nel
respiro delmar quanta
dolcezza,quando
la notte chiara l'accarezza!Graiano,
a cuimi lega un sacramento,
viv'egli?— E
aldubbio
atrocemi sgomento.
Passo
così i miei giorni nel peccato,poi
che ad un
altro diedi il cor.—
L'insania dellamia colpa
sperdi,o Vergin
pia!...Ammansa
inme questa rovente smania
e libera dalmal l'anima mia!
{dopo una pausa dipensieroe dimeditazione, risolutamente)
Non
lovedrò mai
più!Lascerò questo
asiloche
protesse ilnostro amore.
Il cor si frangerà... Morrò... lo sento...
ma
ti farò tacer,povero
core! [piange]No
! Ch'eglinon
sospetti iltradimento
!Insensata! Che penso? E avrò
ilcoraggio
di lasciarlo così? «Non
forse ilvento
« gli dirà la
mia strada?
e ilmite raggio
«dell'astro
che ogni
notteusiam guardare
«quando cantiam l'amore
in faccia almare?»
No! No!
Ch'ei sappia! Parlerò...Bisogna!
Per
le estasi passate,per
la pia—
39—
pace perduta che
ilmio
coreagogna, per
la salvezza dell'animamia!
(Si appoggia, sfinita al muricciolo. In lontananza sì sente unavoce sperduta di pescatore; è scesa la notte chiara e serena, tutta biancadi luna; Ginevra ascolta ilcanto, scruta il mare, scopre labarcadi Fìeramosca, che approdaall'isola).
Ecco! Dal mare
già vien la gioia, ladolcezza arcana
che mi
fa viva!Ei giunge
!La barca
èancor
lontana,ma fende
i flutticome una
saetta!Un arcangelo
eipar entro
illunare
albor,che
fad'argento
e cielo emare.
(Si sporge dal muro, guardando, agitata da un crescente desiderio impaziente.
Ad
untratto dà in un grido digioiaemuove, cor- rendo, incontroaFieramosca che entraperla scalettaamare).SCENA
V.Fieramosca, Ginevra.
(Si vedono
—
s'i?iconirano—
cadonol'unafra le bracciadell'immobilmente)
.
Ginevra Tu
sei quipresso
ame,
o
sospirato, o attesoardentemente
!Fieramosca
Ah
così!Presso
a te,viver vorrei
—
diletta— eternamente!
—
40—
Ginevra Un
fervor, dolce al cor,in
questo
istanteverso
temi spinge!
FlERAMOSCA
Folle error!Frena
il cor,poi
che
ilDestin
nei lacci suoi ci stringe!Il
Destin che
l'ardenteparola dell'amore
sullabbro
ci strozza;
il
Destin che
fanodo
allagola ed
il fiato ingorgoglio
cimozza,
se lafebbre
delsenso trascenda
oltre ilsegno
ch'ei stesso tracciò.Non
dubitar! Ionon bestemmio
eimpreco.
Di
ciòche pensi
è ne' miei detti un'eco.Eco
gentil di quellapoesia
che
ti scolora in viso, obuona, o
pia!Che
ti fa bianca,che
ti fatremare mentre
tu implori:— Lasciami sognare!
[Sospingedolcemente Ginevra verso ilsedile di pietra; siedono. Gi- nevraabbandonala testasull'omerodi Fieramosca).
(a 2)
Sognar
! Sì,sognare, oh dolcezza
che nome
nelmondo non
à!Sognar ne
lablanda
carezzade
l'auranotturna che va
nel cielo, nelmar,
su la terradicendo
paroled'amor;
in
pace mutando
la guerra, la vita stellando di fior!{Repentinamente,con unsussulto,quasiuscisse daun sogno, Ginevra trasalisce,si ritrae).
Fieramosca
Perchè,Ginevra, paurosamente da me
ti scosti? Eri così fidente dianzi!Non temer,
nullami vince quando ò
giurato!Non
sei tu la dolce sorella?Non tremar! Sacra mi
sei fino allamorte
!E
tutto ti vorreidare
ilmio sangue
!Ginevra
Serbalo
il tuosangue pe
'1 dì lontano, in cui la patria chiami...FlERAMOSCA
Lontano?
Ilgiorno
ègiunto! Non
lo sai?Ginevra Una nuova sciagura?
FlERAMOSCA No! Divina
è l'orache
s'appressa.Ginevra
[con crescentecommozione)
Tremo
e ascolto!—
42—
FlERAMOSCA
Non dunque
a te notizia dellagran gesta
ègiunta che
siprepara? Un'alba
dinova
gloriaspunta per
noiche
l'italianonome ascriviamo a
gloriaportar
suicampi
.fervidi di strage e di vittoria!La Motta,
lospavaldo
francese, insultò tuttii soldati d'Italia,
chiamando
farabutti,canaglia
vii, poltroni,quanti sentiam
l'onore dibrandir spada
italica!— Nel
ribaldo furoreaggiunse
vituperi a vituperi... e tacque.L'oltraggio
fu raccolto euna
disfidanacque.
Son ruggenti
leoni gli italiani, se offesi.Tredici italiani
con
tredici francesisi batteran, fra poco, sui
campi
di Barletta.E avrem
vittoria!Avremo —
finalmente!— vendetta!
Ginevra
(inpredaallapiù vivaesaliazione)
Ah
senon
fossi fragiledonna,
pel patrio suolooffrirei la
mia
vita!Non
partiresti solo!FlERAMOSCA
(eslalico,fissandoquasi unavisionedigloria)
Oh
Italia!Benedetto
nome che suoni amore,
centuplica nel pettod'ognun
di noi, fedeli tuoi figli e cavalieri, le forze e gli entusiasmi, sìche superbi
e fieri ti esaltiam nelcimento!
(esalta?idosiebrandendo la spada neII'alto dichipronunciaungiu- ramentosolenne)
—
43—
A
noiche consacrammo a Te
la nostraspada
; a noiche
tisognammo
bella, divina,
grande, coronata
di gloria, fache doman
sorrida, sulcampo,
la Vittoria!{Ginevra, comeaffascinata, seque la preghiera di Fieramosca, ene ripetele ultime parole,congli occhiaccesi, sfavillanti; poi, affer- rando Velsa della, spadadi Fìeramosca, ne baciala lamaeleva verso ilcielo lafronte).
Ginevra
L'anima mia
vien teco. Trionferai losento!
Vinto non
tornerai![L' emozionela vìnce, dà in uno scrosciodi piatito).
Fìeramosca
Piangi? Perchè Ginevra?
Ginevra Non
piango, ecco, è finito.[si ricomponee sorride;entra Zoraide)
Fìeramosca
Benvenuta, Zoraide
!SCENA
VI.Ginevra,Fìeramosca, Zoraide.
Zoraidereca,appesaadunbraccio,unapanieradifruita,focacce,ecc.;
in una manoà mia bocciadi vino bianco; apparecchia una merenda sopra il sedile di pietra sul quale,prima, avrà distesounatovaglia candida.
Zoraide
Ecco
lacena
:pane
e frutta saporose, dolcicome
giulebbe.Una
sfogliatabruna.
Annaffierete il tutto... coi...
raggi
dellaluna!
-
44—
Ginevra Buona Zoraide
!FlERAMOSCA
E
fida!Zoraide
Costante
nelpeccato d'amarvi troppo! Orsù,
creature,mangiate!
Di puro amor
silangue.
FlERAMOSCA
E
simuore
!Zoraide
Assaggiate questa
focaccia.FlERAMOSCA
[mangiando)'
Buona! Ottima
in fedemia!
Ed anche
tu,Ginevra,
gustala... L'allegriaspesso
vien dal palato.Zoraide
Dice un proverbio:
Il riso è il filod'una trama
tessuta in paradiso.FlERAMOSCA
Proverbio
d'or! Sorridi,Ginevra!^
Alla tua testa faccia la gioia aureola.Lo
saiche avrem gran
festadomani? Di Consalvo
la figlia...-
45—
Ginevra
Donna
Elvira?FlERAMOSCA
Appunto! Sta per giungere. Da
tanto la sospira!Zoraide
Udii
laudarla molto,come un
astro...una
stella....FlERAMOSCA
Ionon
lo so...ma
dicono...Ginevra
È dunque
tanto bella?FlERAMOSCA
Dicono! Meraviglia
dipuro oro
filato lasua
capigliatura...Ginevra
E dove
era celatoquesto grande
tesoro?FlERAMOSCA
A Taranto. — Malata.
Trepidò
assaiConsalvo, ma
poi è risanata.Per
salutarne,appunto,
il ritorno alla vita, gliamici
suoi,Consalvo,
a lieta festa invita.Avremo
giostre e caccie etregua
d'armi.Zoraide
Evviva
!-
40—
Ginevra
E
bello!E commovente!... E quando, adunque,
arriva?FlERAMOSCA
Una
scortad'onore va domani
a incontrarla...Io
sono
fra i presceltiche andranno
a salutarla.Ginevra
{rósa dalla gelosia)
«Altre
armi
affilaamore
!Zoraide
«
Assista
la fortuna« chi ci vien... dalla luna!
Ginevra
« Il cielo s'arricchisce
«
d'una
novella stella!FlERAMOSCA
«
Gelosa, mia
sorella?Zoraide
«
Certe
stelleàn
fulgori«
che conquidono
i cuori!Ginevra Troppo vago
è quel fiore!Guardati dall'amore
!FlERAMOSCA
{pensieroso)
Amor
!Strana
parolache senso
piùnon
à, sev'abbarbagli un sogno,
di gloria e libertà!—
47—
Ginevra
{frase)
Amor,
fataiparola che
dolorarmi
fa...se
penso
almio
fedele ch'ei forsemi
torrà!ZORAIDE
(aparte)
Amor
!Crudel parola che spasimar mi
fa! Ilpovero amor mio
chi
mai
lo scoprirà?{rimangono tutti un istante come assorti, ciascuno in un proprio pensiero).
FlERAMOSCA
Già
dall'estremomar
pallida e scialba rideuna
fiocaprima
luce d'alba.È
la vitache chiama
!Addio, Ginevra
!{intantoche Zoraide sparecchiae ripone nellapanieragliavanzidella cena, Fieramosca cinge laspada ed indossa ilmantello).
Ginevra
{cheavrà cercato divincere ilmorsogeloso chela rode,si stringerà a Fieramosca, mentre Zoraide esce).
Ettore, ascolta! Il
vero
dimmi... e se piùnon m'ami!
Svelami
il tuomistero
!Così non mi
lasciar!-
48-
#
FlERAMOSCA
{rassicurandola concarezza fraterna)
T'amo! E
ilmio puro amore
null'altro
può
eguagliar.{Labacia infronterispettosamente;poisìsciogliedaleiescenderiso- lutamente per la scaletta. Ginevra s'affaccia al muricciuolo e rimane a seguir Fieramosca con lo sguardo, salutando con le bracciae le maniprotese.
—
Nel momentoincuièpartiloFiera- mosca,Zoraide è rientrala in scena; essaloguarda,col petto ansante, stando indisparte,singhiozzando.—
Rideilmarenella prima luce delgiornonuovo; ride,dalontano,d'unrisod'oro:ma
lascena rimanetuttavìa inpenombra; muoiono le ultime stelle.
La
figuradìGinevra contemplatrice spicca, immobile, sullosfondo luminoso; Zoraidesinghiozza, solitaria).Calala tela.
FINE DELL'ATTO SECONDO
ATTO TERZO
Lacameradi Ginevra nel Convento.
In fondo, adestra,unloggiatochesiprotendesulmare; asinistra, un'alcova chiusadatende, col letto di Ginevra.
Una
tavola e sulla tavola un lume; un divano orientale; un inginocchiatoio sotto un quadro della Madonna; untelaio da ricamo; qualche sedia; uno scrigno.—
In primopiano, asinistra, unaportachedànellacamera di Zoraide; simmetricaalla prima, altraporta a destra.Una
porta avetratadà sulla loggia.Aldi là del loggiato, all'orizzonte, laCittà di Barletta, incendiata dai fuochi di un rosso e luminoso tramonto.SCENA
I.Nelprofondo silenzioclaustrale del luogo, Ginevra, appoggiata ad unadellecolonnedel loggiato, contempla ilprofilo della città, che si illuminapocoa poco, amisura che scemalaluce del tramonto.
Alcunebianchecolombepassano davanti al loggiato; una di esse si ferma, Ginevralaprende, Vaccarezza.
La Canzone delle Palombe.
Ginevra
Bianche palombe che
di là venite,che con
l'arcode
Tali accarezzastel'aria ch'egli respira, a colei
che
sospira dite:—
l'avete visto? L'incontraste,bianche palombe che
di là venite?-
5o—
Messaggere d'amor candide
e belle, sorellede
lanuvola
e del raggio,è
d'amore o
d'oblio la sorte del cormio?
Voi che
sapete, ditemi ilmessaggio, messaggere d'amor candide
e belle![lìberaa volo la colomba, lasegue con lo sguardo, la saluta con le mani... Poi, quandola colomba è sparita, sisentepresacome da unbrivido d'affanno edipaura).
Sola!
Nessun che questo gran
silenziorompa
colsuon d'una parola amica!
Tremo. Perchè?
[inquieta s'accosta allaporta di Zoraidee chiama)
Zoraide
![brevepausa)
Non risponde
![apre la porta, s'affaccia) Partita!
Strana assenza
!E suo costume congedarsi quando
esce.[Mutandotono, conunsussulto che viene da tin sospetto o da una improvvisadivinazione)
«
O non sarebbe
« costei la
causa
dell'angosciamia?
»Essa l'ama
in silenzio. Millesegni
l'accusano!Ed
è bella!Oh
assai più bella dime! L'ama
in segreto... «Invano
tenta celarsiamor! Anclie
semuto, amore
parla
per
gli occhi.Ahimè!
»Forse anche
Ini]...«
O mio povero
corpieno
di spine!«
Atroce dubbio! Angoscia senza
fine!...[Rimane un istante i?itenta, smarrita, aguardarfuoridelterrazzo, conVansia dì chi attende e soffre, quando, da destra, entrano Zoraide e Gennaro. Zor"aide segue Gennaro, saluta umilmente, cercando quasidi nascondersi).
5i
SCENA
II.Ginevra, Zoraide,Gennaro.
Ginevra
(a Zoraide) Sei tu?
Zoraide Madonna
!è
Ginevra
Perchè
in tanto oblio m'ài tu lasciata... esenza una parola?
-E pur m'amasti un giorno!
Zoraide
E t'amo ancora
!Son giovane —
lo sai...Amo
la gioia...Oggi
al Castello eragran
festa.Ginevra
E
vieni di là?.Zoraide Di
là,Madonna.
t
—
52— Gennaro
Afìfemmia mai non
vidi festa piùgaia
e bella!Elvira di
Consalvo, un
fulgore,una
stella!Volgeva
gli occhi atorno come
chi dardi scocca.E ne scoccò
dei dardi aFieramosca!
E.lui?
ZoRAII^E {fremendo)
Ginevra
Gennaro
Sciocca!
Ci stava al gioco.
Né
sipuò
dagli torto!Farebbero
quelli occhi resuscitareun morto
!Ginevra Racconta.
Gennaro V'interessa?
Ginevra
Moltissimo. Racconta.
*
Gennaro
Quante dame
e cavalieri nella luce dei doppieri!Si trincava, si
danzava, sovra
tutti ellaregnava,
la figliola diConsalvo.
Un messere,
vecchio, calvo,con
lei fece ilprimo
ballo.Ma
ilsuo piede cadde
in falloperchè
il fiato glimancava...
E
lamusica sonava
!Si ritrasse il
danzatore
inesperto e ilvago
fioreecco
in braccio a Fieramosca...ZORAIDE
(Il ricordo
— ahimè
!— m'attosca
!)Ginevra
{che vigilaZoraidé)
(Ed ancor ne
freme!...)Gennaro
.«
L'onda
« della
danza
lasua bionda
«
chioma
scioglie. In quelmomento
«
— o
mirabileportento
!—
«
per
quel vorticesonoro
« corre
un gran barbaglio
d'oro ».Tutti
ammirano
lacoppia che
nel turbine si sdoppia, s'allontana, s'avvicina...Egli il re...
Lei
la regina...— Oh
divina!irrompe
eclama una voce — ed
alladama
si
prosterna un
cavaliere«
—
cottaazzurra
emaglie nere
»ed
a leitende
le braccia.—
Viimarrano
!—
- gli urla in facciaFieramosca
e lo schiaffeggia.L'adunanza rumoreggia
tumultuando
:— Bravo
!Bravo
!Donna
Elviraondeggia,
sviene...Poi
siseppe che
il villano soldataccio èun
talGraiano
d'Asti.
Ginevra
(con terrore)
Ài
detto?Gennaro
Un
talGraiano.
I
Serve
Francia,ma
è italiano.Ginevra (Dunque
vive!)(sì abbandona a Zoraide che la sostiene).
Gennaro
(confuso, dolente
)
Perdonate
!Zoraide
Malaccorto
!Ginevra
Basta
!Andate
!Gennaro
Chiedo venia
agiunte mani!
Ginevra
[accomiatandolo)
Buon Gennaro!...
{Vìa Gennaro, Zoraide acce?inaaseguirlo, Ginevra la ferma con gesto)
Tu
rimani.SCENA
III.Ginevra, Zoraide.
Ginevra
Io ti vidi poc'anzi impallidirequando
coluinarrava
efremer d'uno spasimo
atroce.Vuoi
tudirmene
ilperchè?
Zoraide
il pallor stesso stava in volto a te.