Capitolo 4
LA GESTIONE DEGLI ASPETTI AMBIENTALI
4.1. VALUTAZIONE DEGLI ASPETTI AMBIENTALI
Gli aspetti ambientali relativi alle attività svolte da Ecolevante vengono valutati secondo la procedura PG 14.31 (gestione degli aspetti ambientali) che si applica anche alla progettazione di nuove attività, prodotti e servizi, nonché all’acquisto di nuovi impianti, macchinari o materiali. L’analisi delle attività svolte dall’azienda, al fine di identificare gli aspetti ambientali diretti, viene eseguita determinando:
• le quantità e le tipologie di rifiuti conferiti;
• le attività che possono avere impatti sulle acque: consumi idrici, scarichi idrici, produzione di rifiuti liquidi;
• le attività che possono avere impatti sull’atmosfera: emissione di sostanze volatili organiche ed inorganiche, emissione di sostanze lesive per lo strato di ozono, emissione di polveri, emissione di biogas, emissione di odori;
• le attività che possono avere impatti sul suolo: eventuali contaminazioni dovute agli scarichi o ai rifiuti liquidi, eventuali contaminazioni dovute alle ricadute al suolo delle emissioni in atmosfera, rifiuti solidi prodotti;
• le attività che comportano il consumo di materie prime, risorse naturali ed energia: consumo energetico, consumo di combustibili, consumo di prodotti tecnici, chimici e di materiali inerti;
• le attività che possono avere impatti sull’ambiente circostante: rumori interni ed esterni, modifica visiva del paesaggio, influenza sulla flora e sulla fauna.
Per l’identificazione degli aspetti ambientali indiretti vengono invece considerate:
• le attività che comportano il trasporto in entrata e in uscita dall’impianto, compresi i conferimenti dei rifiuti;
• le attività o i servizi che vengono eventualmente affidate a terzi, compreso il trattamento del percolato.
Ogni aspetto ambientale individuato viene analizzato per valutare il relativo impatto sull’ambiente e quindi il miglior parametro utilizzabile per il suo monitoraggio. Per determinare l’entità dell’impatto associato ad un determinato aspetto ambientale, in caso di regolare svolgimento delle attività, vengono considerati i seguenti criteri:
• evoluzione degli indicatori associati all’aspetto ambientale: si osserva l’andamento dell’indicatore individuato per il monitoraggio dell’aspetto;
• disponibilità di tecnologie e prassi: si confrontano le misure adottate per il contenimento dell’impatto ambientale con quanto tecnologicamente disponibile al fine di individuare possibili lacune del sistema adottato e strategie di miglioramento;
• effettive e potenziali conseguenze sull’ambiente: si valuta se l’attività ha o può avere conseguenze sull’ambiente;
• criticità in modalità di gestione e controllo: viene valutato il livello di controllo che l’azienda ha sull’aspetto in esame;
• rispetto della conformità legislativa: per i parametri sottoposti a regolamentazione viene valutato il rispetto dei limiti e lo scostamento dal limite massimo consentito;
• sensibilità del contesto ambientale: viene valutata la sensibilità sia dell’ambiente in quanto tale sia della popolazione.
Nel caso invece di situazioni anomale vengono considerati i seguenti parametri:
• frequenza eventi: si valuta la frequenza con cui si sono verificate situazioni di operatività anomale o emergenze;
• tempo di risposta agli eventi: si valutano i tempi di segnalazione/presa d’atto dell’anomalia o emergenza e i tempi di intervento;
• tempi di ripristino: si valutano i tempi occorsi per il ripristino della situazione alle condizioni di regolare funzionalità;
• adeguatezza procedure/istruzioni di intervento: si valuta se le istruzioni o procedure previste per la situazione di emergenza verificatasi sono risultate adeguate alla situazione.
Per ognuno di tali criteri sono stabilite diverse definizioni, a ciascuna delle quali è associato un punteggio in base alla gravità descritta dalla definizione stessa (tabelle 4.1 e 4.2). A ciascun aspetto ambientale, per ogni criterio, si attribuisce quindi il punteggio corrispondente alla definizione più appropriata; la classe d’impatto dell’aspetto in esame corrisponde al punteggio più alto raggiunto da uno qualsiasi dei criteri considerati.
In funzione della classe d’impatto attribuita a un determinato aspetto ambientale si definiscono le azioni da intraprendere e le priorità di azione, in particolare:
• C.I.=3 (aspetto molto significativo) aspetto da migliorare immediatamente o nel breve periodo mediante interventi tecnici e/o organizzativi;
• C.I.=2 (aspetto significativo) aspetto da migliorare immediatamente o nel medio – lungo periodo mediante interventi tecnici e/o organizzativi;
• C.I.=1 (aspetto poco significativo) aspetto da tenere sotto controllo al fine di garantire la continuità della sua corretta gestione nel tempo;
• C.I.=0 (aspetto non significativo) aspetto che può essere trascurato, mantenendo semplicemente una traccia della sua esistenza ai fini di una sua eventuale futura valutazione.
Tabella 4.1 – Criteri per la determinazione dell’impatto associato ad un determinato aspetto ambientale (situazioni anomale) PUNTEGGIO CRITERI (situazioni anomale) 3 2 1 0 n.a. Frequenza degli eventi Giornaliera/
settimanale Mensile Annuale Pluriennale
Mai verificato Tempo di risposta agli eventi Segnalazione in tempi lunghi o tempi molto lunghi di intervento
Segnalazione non immediata con tempi brevi di intervento Segnalazione immediata e intervento in tempi brevi Segnalazione immediata e intervento tempestivo Evento mai verificato Tempi di
ripristino Lunghi Medi Veloci Iimmediati
Evento mai verificato Adeguatezza procedure/ istruzioni di intervento
Non presenti per l’emergenza o l’anomalia verificatasi Previsto l’evento ma le procedure/indicazioni non erano sufficientemente adeguate Presenti ma non esaurienti Presenti e chiare Evento mai verificato
Tabella 4.2 – Criteri per la determinazione dell’impatto associato ad un determinato aspetto ambientale (svolgimeno regolare attività)
PUNTEGGIO CRITERI (svolgimento regolare attività) 3 2 1 0 Evoluzione degli indicatori associati all’aspetto ambientale
Gli indicatori sono peggiori rispetto al periodo precedente
Gli indicatori sono stabili rispetto al periodo precedente
Gli indicatori sono migliori rispetto al periodo precedente Disponibilità di tecnologie e prassi L’aspetto, valutato in base ai relativi indicatori, risulta al di sotto del livello standard del settore ed è migliorabile in modo determinante e ben individuato
L’aspetto, valutato in base ai relativi indicatori, risulta migliorabile alla luce delle
tecnologie/prassi standard del settore mediante interventi economicamente praticabili
L’aspetto, valutato in base ai relativi indicatori, non risulta migliorabile alla luce delle tecnologie/prassi standard del settore
Effettive e potenziali conseguenze sull’ambiente Gravi conseguenze effettive sull'ambiente Gravi conseguenze potenziali e moderate conseguenze effettive sull'ambiente Moderate o gravi conseguenze potenziali e lievi o nessuna conseguenze effettive sull'ambiente Lievi conseguenze potenziali e nessuna conseguenza effettiva sull'ambiente Criticità in modalità di gestione e controllo Non esistono procedure o istruzioni specifiche o contratti di fornitura con terzi e tale assenza può comportare difformità rispetto al SGA adottato Contenimento impatto affidato a terzi o regolato da procedure con rilevazione di NC Contenimento impatto affidato a terzi con contratto e tenuto sotto controllo senza aver rilevato NC
Esistono procedure e istruzioni specifiche e non sono state rilevate N.C. o non esistono in quanto non necessario per la conformità al sistema SGA adottato
Rispetto conformità legislative
Sono presenti casi di superamento dei limiti imposti
Parametri compresi tra il 100% e l’80% del limite imposto
Parametri compresi tra 80% e il 20% del limite imposto o il
discostamento non è quantificabile
Parametri inferiori al 20% del limite imposto o non normato Sensibilità del contesto ambientale Frequenti lamentele, contestazioni o campagne di sensibilizzazione Sporadiche lamentele, contestazioni o campagne di sensibilizzazione Nessuna lamentela, contestazione o campagna di sensibilizzazione
Nel definire gli obiettivi ambientali dell’azienda vengono tenuti in considerazione gli aspetti risultati significativi; inoltre sulla base della significatività dei vari aspetti ambientali viene stabilita la frequenza e le modalità di esecuzione dei monitoraggi. I dati relativi all’ultima valutazione effettuata dall’azienda al momento dell’elaborazione del presente lavoro sono riportati nelle tabelle 4.3 e 4.4:
Tabella 4.3 - Aspetti ambientali indiretti
ASPETTI INDIRETTI
Trattamento di rifiuti liquidi prodotti presso impianti terzi autorizzati Trasporto di rifiuti in ingresso
Fornitori di servizi
Tabella 4.4 - Aspetti ambientali diretti
ASPETTI DIRETTI
Rifiuti liquidi prodotti: percolato Altri rifiuti liquidi prodotti
Ricaduta di emissioni inquinanti (miele, latte, olivo) Consumo di energia elettrica
Rumore interno
SIGNIFICATIVO
Rifiuti in ingresso Rifiuti solidi prodotti
Contaminazione acque di falda Contaminazione del suolo Emissioni in atmosfera Odori
Rumore esterno Consumo di gasolio Consumo di materiale inerte Consumi idrici
Gestione rischio incendio
POCO SIGNIFICATIVO
Consumi prodotti tecnici
Consumo prodotti chimici NON SIGNIFICATIVO
PCB Amianto
Sostanze radiogene
Sostanze lesive per lo strato di ozono
ASSENTE E NON APPLICABILE
Il monitoraggio dei vari aspetti ambientali viene eseguito secondo il piano di monitoraggio ambientale descritto nel modulo ALL 10.02.05 “frequenza dei campionamenti”; la raccolta dei dati deve avvenire secondo le indicazioni riportate in tabella 4.5:
Tabella 4.5 - Modalità di monitoraggio degli aspetti ambientali ASPETTO AMBIENTALE MODALITA’ RILEVAMENTO
DATI
GRANDEZZE DA RILEVARE
Rifiuti gestiti dati da MUD kg rifiuti suddivisi per
macrotipologie
Rifiuti solidi prodotti dati da MUD kg rifiuti suddivisi per codice CER
dati da MUD kg rifiuti suddivisi per tipologia Rifiuti liquidi prodotti
caratteristiche da analisi chimiche esterne/interne
mg inquinanti contenuti / kg inquinanti smaltiti
Protezione della falda dati da analisi chimiche esterne
/interne inquinanti contenuti mg/l
km percorsi da veicoli aziendali CO2 totale emessa (calcolo
con tabella UNEP) Emissioni in atmosfera: gasolio
gasolio utilizzato per mezzi interni l di gasolio consumato, CO2 totale emessa
dati da centralina meteo
dati da deposimetri mg totali polveri e inquinanti dati da centralina SOV mg/m3 inquinanti e tipologia dati da centralina polveri
aerodisperse mg totali polveri e inquinanti Emissioni in atmosfera: emissioni
diffuse
dati da analisi quali-quantitative sost. campionate
inquinanti in mg/kg o µg/kg Emissioni in atmosfera: biogas dati da analisi chimiche esterne
/interne
contaminanti in mg/ m3 e totale m3
Emissioni in atmosfera: CFC
tipo di refrigerante impiegato e quantità ricaricata (da bolla o fattura)
kg e tipologia analisi da laboratorio esterno su
miele, olivo, latte, terreni, foglie inquinanti in mg/kg o mg/l Ricaduta emissioni su ambiente esterno
effetti sulla mutagenesi da relaz. analisi esterne
Consumo di combustibili fatture e DdT l gasolio,TEP
Energia lettura contatore
(in alternativa fatture gestore) kWh, TEP lettura contatore
(in alternativa fatture gestore) m
3
Acqua
DdT per acqua potabile
consegnata m
3
Altri materiali: inerte DdT o fatture di acquisto kg
Altri materiali: prodotti tecnici DdT o fatture di acquisto kg di olio, lubrificanti vari,… Altri materiali: prodotti chimici DdT o fatture di acquisto e schede
tecniche
kg o g prodotti per tipologia e classe di pericolo
Altri materiali: prodotti deodorizzanti e disinfestanti
DdT o fatture di acquisto e schede tecniche
kg o g prodotti per tipologia e classe di pericolo
Altri materiali: carta toner, inchiostri DdT o fatture di acquisto numero pezzi acquistati per tipologia
Comunicazioni esterne da registro delle comunicazioni
esterne elenco eventi
Rumore interno da valutazione rumore interno Lep(d) rilevati per postazione Rumore esterno da valutazione rumore esterno Leq(A) rilevati per postazione Trattamento percolato da schede fornitori
trasportatore e smaltitore percolato, con dati relative autorizz. e modalità qualifica
Trasportatori da schede fornitori nuovi eventuali fornitori e
modalità qualifica Laboratori esterni da schede fornitori nuovi eventuali fornitori e
4.2. ASPETTI AMBIENTALI INDIRETTI
Le modalità di gestione degli aspetti ambientali indiretti legati alle attività svolte presso la discarica Ecolevante sono riassunte in tabella 4.6:
Tabella 4.6 – Gestione degli aspetti ambientali indiretti ASPETTO
AMBIENTALE MODALITA’ DI GESTIONE
Trasporto dei rifiuti
• definizione di un percorso extraurbano per raggiungere l’impianto
• divieto di sostare col motore acceso nel piazzale antistante la discarica
• programmazione dei conferimenti per evitare affollamento
• dispositivi per evitare il ribaltamento accidentale dei veicoli
• lavaggio ruote dei mezzi prima di lasciare l’impianto Trattamento del
percolato
• conferimento presso impianti autorizzati Fornitori di servizi
• selezione accurata dei prodotti per la disinfestazione e valutazione delle schede di sicurezza prima dell’utilizzo
• scelta di laboratori esterni qualificati e audit annuali
4.3. ASPETTI AMBIENTALI DIRETTI
La tipologia, la frequenza e le modalità di esecuzione dei monitoraggi ambientali (riportati nel modulo ALL 10.02.03) sono stabilite dalla direzione in base alle prescrizioni autorizzative, agli obiettivi di miglioramento prefissati, alla disponibilità di strumentazione e risorse interne e alla disponibilità e affidabilità dei fornitori esterni. I risultati delle analisi vengono confrontati con i valori di riferimento di legge, valutati rispetto allo storico e archiviati nel raccoglitore “determinazioni analitiche monitoraggi ambientali”.
Tutti gli strumenti usati per i monitoraggi ambientali vengono sottoposti regolarmente a manutenzione e taratura (vedi procedura PO 09.05).
I limiti e i riferimenti per i monitoraggi ambientali sono riportati in tabella 4.7:
Tabella 4.7 – Valori limite di riferimento per i monitoraggi ambientali
DETERMINAZIONI LIMITI E/O RIFERIMENTI
Acque di percolazione Decisione 2000/532/CE Acque di falda D.Lgs 152/06
Gas/vapori organici aria 50 ppm totali (*) Polveri aerodisperse aria 3 mg/Nm3 (**) Grandezze meteo-climatiche Nessuno
(*) limite quantitativo interno deciso in seguito alla valutazione effettuata sullo storico di tali determinazioni (**) valore limite previsto dalla normativa tedesca TA-Luft 1986
4.3.1. Rifiuti in ingresso
La quantità di rifiuti conferiti viene rilevata mediante pesatura su pesa presente nell’area servizi dell’impianto.
Per quanto riguarda invece la caratterizzazione qualitativa, prima dell’accettazione dei rifiuti in discarica, il laboratorio interno effettua delle analisi per la valutazione dei parametri riportati in tabella 4.8:
Tabella 4.8 – Parametri rilevati per la caratterizzazione qualitativa dei rifiuti in ingresso
TAL QUALE TEST DI CESSIONE
Metalli Solv. alogenati Solv. organici aromatici e non Arsenico Cadmio Cromo VI
Oli IPA Fenoli Mercurio Piombo Rame
Residuo a 600 °C Residuo a 105°C pH Selenio pH
Questi rappresentano i parametri ricercati comunemente, altri possono essere ricercati in funzione di particolari provenienze del rifiuto.
4.3.2. Dati meteoclimatici
La centralina meteorologica, installata nel febbraio 2002, permette il controllo in continuo dei seguenti parametri:
• temperatura;
• piovosità;
• direzione ed intensità del vento;
• umidità.
I dati rilevati dalla stazione meteoclimatica sono utilizzati anche per valutare le ricadute al
suolo delle polveri e quindi per il
posizionamento delle centraline di
campionamento. In caso di mancato
funzionamento della centralina, a causa di guasti o manutenzioni, Ecolevante continua a monitorare tali dati attingendo a quelli raccolti da stazioni meteoclimatiche vicine.
Foto 4.1 – Centralina meteo
4.3.3. Emissioni in atmosfera
4.3.3.1. Polveri aerodisperse
La quantità di polveri aerodisperse è rilevata in continuo da 3 centraline, dotate di allarme acustico nel caso in cui vengano superate le quantità critiche; non essendo previsto un limite di legge di riferimento per le polveri aerodisperse, come valore di controllo interno si considera il limite previsto dalla normativa tedesca (TA-Luft 1986) pari a 3 mg/Nm3, tuttavia le medie registrate sono al di sotto di tale limite (figura 4.1).
0,00 0,10 0,20 0,30 0,40 0,50 0,60 0,70 0,80 0,90 1,00 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 m g /m c
Figura 4.1 – Quantità media delle polveri aerodisperse
Le caratteristiche qualitative delle polveri sono invece determinate mensilmente; il campionamento, della durata di 3 o 4 giorni, viene effettuato mediante pompe di aspirazione munite di filtro. L’analisi chimica delle polveri, effettuata dal laboratorio esterno, prevede la valutazione della concentrazione degli inquinanti riportati in tabella 4.9:
Tabella 4.9 – Parametri rilevati per la caratterizzazione delle polveri aerodisperse
Alluminio Antimonio Arsenico Bario Berillio Boro
Cadmio Calcio Cobalto Cromo Ferro Magnesio
Manganese Nichel Piombo Rame Selenio Stagno
Tallio Tellurio Vanadio Sodio Potassio Zinco
Nel grafico in figura 4.2 è riportato l’andamento nel tempo (anni dal 2000 al 2006) dei parametri per i quali sono sempre stati trovati valori al di sopra dei limiti di rilevabilità:
0 50 100 150 200 250 300 350 Al Ba B Ca Fe Mg Cu Na K Zn g /m c 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006
A mezzo di una centralina viene inoltre monitorato, ogni due settimane, il quantitativo di SOV presenti in aria.
Le emissioni diffuse da parte dell’impianto vengono analizzate semestralmente dal laboratorio esterno per la determinazione dei parametri riportati in tabella 4.10, tali parametri sono sempre stati trovati al di sotto dei limiti di rilevabilità.
Tabella 4.10 – Parametri rilevati per la caratterizzazione delle emissioni diffuse IPA: fenantrene, antracene, acenaftene, benzo-a-antracene,
benzo-a-pirene, benzo-p,j,k-fluorantene
SOV: benzene, toluene, xilene, acetato di etile, alcole isobutilico
4.3.3.2. Polveri sedimentabili
Nel 2002, in occasione dell’attivazione del 2° lotto, sono stati installati in discarica sei deposimetri per la raccolta delle polveri sedimentabili:
• quattro di questi (due a monte e due a valle) vengono portati bimestralmente al presidio di prevenzione per essere analizzati;
• due vengono sottoposti ad analisi mensile da parte del laboratorio esterno (fino al 2006 tali analisi erano effettuate semestralmente);
• un campione viene sottoposto annualmente a test di mutagenesi.
4.3.3.3. Qualità del biogas
Da marzo 2006 viene rilevata mensilmente la composizione del biogas (in termini di contenuto di anidride carbonica, ossigeno, metano e acido solfidrico) ai due pozzi perimetrali posti a nord e a sud della discarica ed ai pozzi interni.
Nei grafici in figura 4.3 e 4.4 sono riportati gli andamenti delle concentrazioni (espresse i mg/m3) riscontrate nei pozzi esterni e in due pozzi presi ad esempio per ciascun lotto della discarica. C H 4 C O 2 O 2 H 2 S C H 4 C O 2 O 2 H 2 S mar lug nov 0 5 10 15 20 25 mg/mc mar apr mag giu lug ago sett ott nov dic
Figura 4.3 – Caratteristiche del biogas prelevato ai pozzi perimetrali della discarica (anno 2006)
C O 2 C H 4 O 2 H 2 S C O 2 C H 4 O 2 H 2 S mar 0 10 20 30 40 50 60 70 80 mg/mc mar giu sett dic
Figura 4.4 – Caratteristiche del biogas prelevato ai pozzi interni Pz. E 113 (1° lotto) e Pz. 202 (2°
lotto) (anno 2006)
4.3.3.4. Emissioni dai mezzi di trasporto
Le emissioni dai mezzi di trasporto sono valutate in base ai consumi di carburante, seguendo le tabelle di conversione della IPPC Guidelines for National Green House
Gas Inventories, ed.1996. In particolare per la stima delle emissioni di CO2 viene
considerato il valore medio di densità del gasolio pari a 0,825 kg/l e il fattore di conversione: 1 tonnellata di gasolio = 1,08 tep (tonnellate equivalenti di petrolio)
I dati relativi all’emissione di CO2 sono riportati in tabella 4.11 e rappresentati nel
grafico in figura 4.5.
Tabella 4.11 – Emissioni di CO2 da parte dei mezzi di trasporto
anno CONSUMO GASOLIO (l) tep EMISSIONE CO2 (t)
2000 203200 181,1 7,54 2001 222200 198,0 8,24 2002 279000 248,6 10,35 2003 294000 262,0 10,91 2004 253904 226,2 9,42 2005 231214 206,0 8,58 2006 297029 264,7 11,02 Pz. 113 Pz. 202
0 2 4 6 8 10 12 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 to n n .
Figura 4.5 – Andamento nel tempo delle emissioni di CO2
4.3.3.5. Emissione di odori
Gli odori in discarica sono prodotti dal processo di fermentazione della sostanza organica e dall’alterazione nel tempo dei rifiuti, anche inorganici.
Nonostante i rifiuti conferiti presso l’impianto siano poveri di sostanze biodegradabili, e la diffusione degli odori sia limitata dalla particolare collocazione all’interno di una cava dove la circolazione di aria è minima, Ecolevante adotta tecniche specifiche per evitare la diffusione nell’ambiente di odori sgradevoli:
• copertura giornaliera dei rifiuti con materiale inerte;
• captazione e recupero del biogas;
• installazione di un sistema filtrante a carboni attivi sui silos di stoccaggio del percolato per il trattamento dell’aria in uscita durante il caricamento dei silos stesso, per evitare fuoriuscita di odori sgradevoli;
• capping provvisorio dei lotti in fase di assestamento;
• trattamenti deodorizzanti effettuati con l’utilizzo di un Tifone, apparecchiatura altamente specializzata per la nebulizzazione di prodotti deodorizzanti biologici costituiti da essenze naturali tipiche della macchia mediterranea.
4.3.4. Produzione di rifiuti
4.3.4.1. Rifiuti solidi
I rifiuti solidi prodotti dalla discarica derivano dalle attività di supporto allo smaltimento dei rifiuti, svolte nei locali a servizio della discarica.
Come si può osservare dai dati riportati in tabella 4.12, tra i rifiuti non pericolosi prodotti presso l’impianto, oltre a quelli relativi alle attività di ufficio, ci sono i filtri dell’aria dei mezzi, stracci, indumenti protettivi e i fanghi della fossa Imhoff; gli oli esausti sono invece tra i rifiuti pericolosi prodotti e vengono conferiti a terzi per essere recuperati.
Tabella 4.12 – Produzione di rifiuti solidi
QUANTITA’ PRODOTTA (kg)
RIFIUTI SOLIDI CER
2002 2003 2004 2005 2006 Toner per stampanti esauriti non pericolosi 80318 12 10 11 10 14 Assorbenti, materiali filtranti e indumenti protettivi 150203 120 160 115 92 187
Fanghi delle fosse settiche 200304 2940 2560 2460
TOTALE NON PERICOLOSI 132 170 3066 2662 2661
Filtri olio 160107* 116 123 101 45 100
Batterie esauste/batterie al piombo 160601* 110 95 95 178
Rifiuti contenenti mercurio 060404* 41 18 25
Imballaggi contenenti residui di sostanze pericolose o contaminati da
tali sostanze 150110* 18 15 70
Materiali da costruzione a base di amianto 170605* 5090
TOTALE PERICOLOSI 116 233 255 173 5463
4.3.4.2. Rifiuti liquidi
In tabella 4.13 sono riportati i dati relativi alla produzione di rifiuti liquidi, diversi dal percolato, dal 2002 al primo semestre 2006:
Tabella 4.13 – Produzione di rifiuti liquidi diversi da percolato
QUANTITA’ PRODOTTA (kg) RIFIUTI LIQUIDI (DIVERSI DA PERCOLATO) CER
2002 2003 2004 2005 2006
Oli minerali usati 130208* 897,5 1346 1353 735 1140
Soluzioni acquose e di lavaggio 070701* 8500 7480 7760 9960
TOTALE PERICOLOSI 9397,5 1346 8833 8495 11100
Soluzioni acquose di scarto diverse da quelle di cui alla
voce 161001 161002 42110 209260 449360 369220
TOTALE NON PERICOLOSI 42110 209260 449360 369220
4.3.4.3. Percolato
La produzione di percolato è monitorata mediante la registrazione delle quantità (in kg) conferite presso gli impianti di trattamento; vengono inoltre registrati i valori dei contalitri presenti in impianto, essendo però questi soggetti ad avarie temporanee, a causa della presenza di solidi sospesi, si considera come dato significativo quello rilevato dal registro di scarico. I dati relativi alla produzione di percolato, dal 2000 al 2006, sono riportati in tabella 4.14:
Tabella 4.14 – Produzione di percolato
anno PERCOLATO SMALTITO (Kg) PERCOLATO SMALTITO (Kg) / RIFIUTI CONFERITI (Kg) 2000 3556940 0,032 2001 3.576360 0,025 2002 4553920 0,023 2003 7584780 0,029 2004 15777380 0,076 2005 18154440 0,098 2006 17428860 0,055
Nel grafico in figura 4.6, le barre rappresentano la quantità di percolato prodotto, mentre la linea rappresenta il rapporto tra i kg di percolato prodotto e i kg di rifiuti conferiti in discarica: 0 2000 4000 6000 8000 10000 12000 14000 16000 18000 20000 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 to n n . 0,00 0,02 0,04 0,06 0,08 0,10 0,12 to n n ./ to n n .
PERCOLATO SMALTITO (tonn.) PERCOLATO SMALTITO (kg) / RIFIUTI CONFERITI (kg) Figura 4.6 – Produzione di percolato
A partire dal 2003 è stato registrato un aumento del percolato prodotto; questo dato va analizzato alla luce di alcuni fattori tra cui le tipologie di rifiuti conferiti (più o meno umidi), le precipitazioni meteoriche e l’estensione della superficie in coltivazione esposta alla pioggia (tabella 4.15).
Tabella 4.15 – Percolato smaltito in relazione ai mm di pioggia e alla quantità di fanghi conferiti anno PERCOLATO SMALTITO (kg) mm PIOGGIA PERCOLATO SMALTITO (kg) / mm PIOGGIA FANGHI CONFERITI (tonn.) PERCOLATO SMALTITO (kg) / FANGHI CONFERITI (tonn.) 2003 7584780 867 8,75 24080,46 314,98 2004 15777380 863 18,28 69009,85 228,63 2005 18154440 625 29,05 48985,5 370,61 2006 10029820 958 18,19 107489,3 162,14
Per quanto riguarda la caratterizzazione qualitativa del percolato, ad ogni scarico (settimanalmente) vengono effettuate delle analisi da parte del laboratorio interno, per la rilevazione dei parametri riportati in tabella 4.16:
Tabella 4.16 – Parametri rilevati per la caratterizzazione del percolato ad ogni scarico
Ammoniaca Cloruri COD Cromo VI Ferro
Nitriti Manganese pH Solfuri Rame
Ogni tre mesi anche il laboratorio di S. Croce sull’Arno effettua delle analisi sul percolato, distinguendo tra quello prodotto dal 1° e dal 2° lotto; in particolare vengono rilevati i parametri riportati in tabella 4.17:
Tabella 4.17 – Parametri rilevati per la caratterizzazione trimestrale del percolato
Azoto ammoniacale Cadmio Cloruri Cromo VI COD Oli e grassi
Piombo pH Rame Residuo secco a 105°C Solfati Metalli
Inoltre, a partire dal 2006 e con cadenza trimestrale, 3 campioni di percolato diversi per il 1° lotto e 1 campione per ciascuno dei due catini d el 2° lotto vengono analizzati da un laboratorio esterno.
Le caratteristiche medie del percolato smaltito dal 2003 al 2006 sono riportate in tabella 4.18:
Tabella 4.18 – Caratteristiche medie percolato
PARAMETRO 2003 2004 2005 2006 CONC. LIMITE (decisione 2000/532/CE, art. 2) pH 8,3 8 8,3 7,8 - COD (mg/kg) 11552 17425 20136 11257 - Azoto ammoniacale (mg/kg) 4839 6616 6501 5377 - Cloruri (mg/kg) 19695 24638 14751 11743 - Solfati (mg/kg) 132 64,3 71,5 187 - Oli e grassi (mg/kg) <10 < 10 < 10 22 - Alluminio (mg/kg) 0,7 < 0,1 5,9 1,2 - Arsenico (mg/kg) <0,1 < 0,1 < 0,5 <0,5 757 Boro (mg/kg) 4,9 8,1 57,2 39,22 - Cadmio (mg/kg) <0,1 < 0,1 < 0,5 <0,5 613 Cromo totale (mg/kg) 3,5 5 9,7 4,2 - Cromo VI (mg/kg) <0,1 < 0,1 < 0,5 <0,5 1000 Ferro (mg/kg) 3,4 2,76 2,125 1,3 - Manganese (mg/kg) 0,9 0,2 1 0,5 157982 Mercurio (mg/kg) <0,1 < 0,1 < 0,5 <0,5 1000 Nichel (mg/kg) 0,8 0,8 0,4 0,7 1000 Piombo (mg/kg) 0,6 < 0,1 0,4 <0,5 5000 Rame (mg/kg) 0,8 < 0,1 < 0,5 0,5 160455 Selenio (mg/kg) <0,1 < 0,1 < 0,5 <0,5 30000 Stagno (mg/kg) <0,1 < 0,1 < 0,5 <0,5 - Tellurio (mg/kg) <0,1 < 0,1 < 0,5 <0,5 30000 Benzene (mg/kg) <1 < 1 < 1 <1 -
Solventi org. Clorurati
(mg/kg) <1 < 1 < 1 <1 -
In base a tali caratteristiche, il percolato prodotto è classificabile come rifiuto non pericoloso ai sensi della decisione 2000/532/CE (modificata dalle decisioni 2001/118 CE, 2001/119/CE e 2001/573/CE).
Nelle figure di seguito sono rappresentati graficamente alcuni dei dati analitici sopra riportati riguardanti la qualità del percolato e i dati relativi alle analisi svolte nel 2006 suddivisi per lotti e per catini:
0 5000 10000 15000 20000 25000 30000
media 2003 media 2004 media 2005 media 2006
p
p
m
COD Azoto ammoniacale Cloruri
Figura 4.7 – Caratteristiche medie del percolato
0 10 20 30 40 50 60 70 Al B Cr tot Fe Mn Ni Pb Cu p p m 2002 2003 2004 2005 2006 Figura 4.8 – Metalli nel percolato (1° lotto)
0 10 20 30 40 50 60 70 Al B Cr tot Fe Mn Ni Pb Cu p p m 2002 2003 2004 2005 2006 Figura 4.9 – Metalli nel percolato (2° lotto)
C O D N H 4 + C lo ru ri C O D N H 4 + C lo ru ri GEN GIU 0 5.000 10.000 15.000 20.000 25.000 mg/kg GEN MAG GIU OTT
Figura 4.10 – Caratteristiche medie del percolato per lotti (anno 2006)
4.3.5. Qualità delle acque di falda
La falda sottostante la discarica è molto profonda e ben protetta sia da strati impermeabili di argilla sia dal doppio sistema di impermeabilizzazione del catino della discarica; il sistema di drenaggio secondario, realizzato per captare eventuali percolazioni dal primo telo, garantisce un ulteriore grado di tutela della qualità del suolo e delle acque. A partire dal 2006 viene effettuato un monitoraggio trimestrale anche dei pozzi spia del sistema di captazione secondario (presente per il 1° lotto e per il 2° lotto catino A) con analisi chimico-fisica del percolato eventualmente presente; i parametri ricercati sono elencati in tabella 4.19:
Tabella 4.19 – Parametri rilevati per la caratterizzazione del percolato dai pozzi spia
pH Sostanza secca Residuo a 600°C Densità
Punto di infiammabilità COD Azoto ammoniacale Cloruri
Solfati Benzene Toluene Xilene
Etilbenzene Glicole etilenico Solv. org. clorurati a basso PM Oli e grassi
Oli minerali Alluminio Antimonio e composti Argento
Arsenico e composti Bario e composti Berillo e composti Boro
Cadmio e composti Calcio Cobalto e composti Cromo VI
Cromo tot Ferro Magnesio e composti Manganese e composti
Mercurio e composti Molibdeno e composti Nichel e composti Piombo e composti Rame tot Selenio e composti Stagno e composti Tallio e composti Tellurio e composti Vanadio e composti Zinco e composti
La qualità dell’acqua di falda viene comunque monitorata, mensilmente, mediante analisi chimiche e chimico-fisiche su campioni prelevati da 4 pozzi di controllo posti idraulicamente a monte ed a valle dell’impianto; le analisi sono effettuate da laboratori esterni e vengono analizzati i parametri riportati in tabella 4.20:
1° lotto
Tabella 4.20 – Parametri rilevati per la caratterizzazione delle acque di falda
Temperatura Livello statico pH Conducibilità a 20°C TOC
Ammonio Nitrato Nitrito Cloruri Durezza
Bicarbonato Alluminio Antimonio Arsenico Bario
Berillio Boro Cadmio Calcio Cromo tot
Ferro Magnesio Manganese Mercurio Nichel
Piombo Potassio Rame Selenio Sodio
Stagno Tallio Tellurio Vanadio Zinco
Coliformi tot Coliformi fecali Escherichia coli Fluoruri BOD5
Cianuro Fenoli Argento Cromo VI Fosforo
Ossidabilità Solfati Benzene Etilbenzene Stirene
Toluene p-Xilene Anilina Difenilamina p-Toluidina
Solv. clorurati Benzo-a-pirene Benzo-a-antracene Benzo-b-fluorantene Benzo-k-fluorantene Benzo-g,h,i-perilene Crisene Dibenzo-a,h-antracene
Indeno-1,2,3-c,d-pirene
Pirene Acrilammide PCB Pesticidi fosforati Pesticidi tot Sommatoria
organoalogenati
In particolare, viene seguito l’andamento di alcuni parametri caratteristici del percolato allo scopo di evidenziare eventuali variazioni di concentrazione nell’acqua prelevata dai pozzi a monte e a valle della discarica e quindi verificare l’influenza della discarica (figure 4.11, 4.12, 4.13 e 4.14); tuttavia per molti parametri si trovano valori al di sotto del limite di rilevabilità dei metodi.
Figura 4.11 – Caratteristiche dell’acqua di falda (pozzo a monte PM1)
Figura 4.12 – Caratteristiche dell’acqua di falda (pozzo a monte PM2)
POZZO PM1 0 5 10 15 20 25 2001 2002 2003 2004 2005 2006 p p m 0,0 0,2 0,4 0,6 0,8 1,0 1,2
Nitrato Boro Zinco
POZZO PM2 0 5 10 15 20 25 2001 2002 2003 2004 2005 2006 p p m 0,0 0,2 0,4 0,6 0,8 1,0 1,2
Figura 4.13 – Caratteristiche dell’acqua di falda (pozzo a valle PV1)
Figura 4.14 – Caratteristiche dell’acqua di falda (pozzo a valle PV2)
Le analisi dei campioni prelevati dai pozzi a valle vengono effettuate settimanalmente anche dal laboratorio della discarica allo scopo di tenere costantemente sotto controllo i parametri riportati in tabella 4.21; annualmente tale matrice viene sottoposto a anche ad analisi di mutagenesi.
Tabella 4.21 – Parametri rilevati per il monitoraggio settimanale dei pozzi a valle
pH Metalli Nitriti Cloruri Solfati Solventi
Cromo VI Cianuri Fenoli IPA Fluoruri PCB
4.3.6. Incidenza su terreno e prodotti agricoli
Ecolevante analizza la qualità delle principali produzioni agricole dell’area adiacente alla discarica confrontandola con quella di prodotti analoghi, di qualità controllata, venduti su scala nazionale; in particolare vengono monitorati latte, miele, olive e/o foglie di ulivo e terreno agricolo.
POZZO PV2 0 5 10 15 20 25 2002 2003 2004 2005 2006 p p m 0,0 0,2 0,4 0,6 0,8 1,0 1,2
Azoto Boro Zinco
POZZO PV1 0 5 10 15 20 25 2001 2002 2003 2004 2005 2006 p p m 0,0 0,2 0,4 0,6 0,8 1,0 1,2
4.3.6.1. Latte
Dal 1999, con cadenza semestrale, vengono analizzati dei campioni di latte prelevati da aziende agricole in agro di Grottaglie, nei pressi della discarica, e, per confronto, quelli prelevati da un'azienda agricola sempre in provincia di Taranto ma distante dalla discarica. I parametri ricercati sono indicati in tabella 4.22; nelle figure di seguito sono riportati graficamente i risultati più significativi emersi in sede di analisi:
:
Tabella 4.22 – Parametri ricercati per il monitoraggio del latte
LATTE VICINO 0,0 0,5 1,0 1,5 2,0 Ba Cr tot Mn Ni Pb Cu tot V p p m 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 LATTE VICINO 0 5 10 15 20 25 30 Al B Fe Zn p p m 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006
Figura 4.15 – Andamento dei parametri significativi per il latte prelevato da zone vicine alla discarica
pH Alluminio Antimonio Argento Arsenico
Bario Berillio Boro Cadmio Calcio
Cromo Ferro Magnesio Manganese Mercurio
Nichel Piombo Rame Selenio Stagno
LATTE LONTANO 0,0 0,5 1,0 1,5 2,0 Ba Cr tot Mn Ni Pb Cu tot V p p m 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 LATTE LONTANO 0 5 10 15 20 25 30 Al B Fe Zn p p m 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006
Figura 4.16 – Andamento dei parametri significativi per il latte prelevato da zone lontane dalla
discarica 0,0 0,2 0,4 0,6 0,8 1,0 1,2 1,4 Ba Cr tot Mn Ni Pb Cu tot V p p m Latte vicino Latte lontano
Figura 4.17 – Confronto dei parametri significativi nel latte vicino e lontano dalla discarica (anno
4.3.6.2. Olive
Semestralmente, dal 1999, vengono analizzati campioni di olive, o foglie d'ulivo a seconda del periodo, prelevati da uliveti vicini e lontani dalla discarica.
In particolare vengono rilevati gli IPA al fine di valutare, oltre che l’impatto generato dall’attività di scarico dei rifiuti, anche il contributo delle attività di trasporto.
Nelle figure 4.18 e 4.19 sono riportati i risultati delle analisi effettuate dal 2001 al 2006.
METALLI OLIVE VICINE
0 50 100 150 200 250 300 350 400 450 Al Sb As Ba B Cr tot. Fe Mg Mn Ni Pb Cu tot. Sn V Zn p p m 2001 2002 2003 2004 2005 2006
METALLI FOGLIE VICINE
0 200 400 600 800 1000 1200 Al Sb As Ba B Cr tot. Fe Mg Mn Ni Pb Cu tot. Sn V Zn p p m 2001 2002 2003 2004 2005 2006
METALLI OLIVE LONTANE 0 50 100 150 200 250 300 350 400 450 Al Sb As Ba B Cr tot. Fe Mg Mn Ni Pb Cu tot. Sn V Zn p p m 2002 2003 2004 2005 2006
METALLI FOGLIE LONTANE
0 200 400 600 800 1000 1200 Al Sb As Ba B Cr tot. Fe Mg Mn Ni Pb Cu tot. Sn V Zn p p m 2002 2003 2004 2005 2006
Figura 4.19 – Metalli nelle olive e nelle foglie di ulivo prelevate da zone lontane dalla discarica
4.3.6.3. Miele
Semestralmente viene analizzato un
campione medio di miele prodotto da quattro alveari posti all’interno del perimetro della discarica e lo si confronta con del miele distribuito in commercio. I parametri ricercati sono pH, metalli e solventi clorurati.
Si riportano nelle figure di seguito i dati riguardanti il contenuto di metalli relativi al miele prelevato dagli alveari presenti in
discarica e a quello acquistato al
supermercato. Foto 4.2 – Campionamento miele Ecolevante
CARATTERISTICHE MIELE ECOLEVANTE 0 200 400 600 800 Al Ba B Cd Ca Cr tot Fe Mg Mn Ni Pb Cu tot V Zn p p m 2002 2003 2004 2005 2006
Figura 4.20 – Caratteristiche chimiche del miele Ecolevante
CARATTERISTICHE MIELE COMMERCIALE
0 200 400 600 800 Al Ba B Cd Ca Cr tot Fe Mg Mn Ni Pb Cu tot V Zn p p m 2002 2003 2004 2005 2006
Figura 4.21 – Caratteristiche chimiche del miele commerciale
0 200 400 600 800 Al Ba B Cd Ca Cr tot Fe Mg Mn Ni Pb Cu tot V Zn p p m
Miele ecolevante Miele commerciale
Figura 4.22 – Confronto tra le caratteristiche dei miele commerciale e del miele discarica (anno 2006)
4.3.6.4. Terreno
Il laboratorio esterno effettua determinazioni della concentrazione di sostanze contaminanti in campioni di terra prelevati da zone limitrofe e da aree non interessate dalla discarica per poterli confrontare. In tabella 4.23 sono riportati i parametri analizzati e nelle figure seguenti i risultati delle analisi effettuate tra il 2002 e il 2006 :
Tabella 4.23 – Parametri rilevati per il monitoraggio del terreno agricolo
Alluminio Antimonio Argento Arsenico Bario
Berillio Boro Cadmio Calcio Cobalto
Cromo tot Ferro Magnesio Manganese Mercurio
Nichel Piombo Rame Selenio Stagno
Tallio Tellurio Vanadio Zinco Benzo-a-antracene
Benzo-a-pirene Benzo-b-fluorantene Benzo-j-fluorantene Benzo-k-fluorantene TERRA VICINA 0 50 100 150 200 250 Ba B Crtot. Ni Pb Cu tot. V Zn p p m 2002 2003 2004 2005 2006
Figura 4.23 – Caratteristiche terreno vicino alla discarica
TERRA LONTANA 0 50 100 150 200 250 Ba B Crtot. Ni Pb Cu tot. V Zn p p m 2002 2003 2004 2005 2006 Figura 4.24 – Caratteristiche terreno distante dalla discarica
4.3.7. Livello di rumore
Nel maggio 2006 è stata effettuata l’ultima valutazione del rumore esterno e durante le misure non si è mai registrato un valore della pressione acustica istantanea superiore a 80 dB(A).
Per quanto riguarda invece il rumore esterno, il Comune di Grottaglie non ha ancora provveduto alla classificazione acustica dell’area in cui è sita la discarica, è tuttavia ragionevole supporre che l’area sia classificabile come area di classe V (prevalentemente industriale) o area di classe VI (esclusivamente industriale) ai sensi del DPR 14/11/97; i livelli di rumore esterno, dalle misurazioni effettuate nel giugno 2002 e ripetute a novembre 2006, sono comunque risultati entro i limiti previsti per un’area di classe IV (di intensa attività umana).
4.3.8. Consumi
4.3.8.1. Consumo idrico
L’acqua necessaria per l’alimentazione dell’impianto antincendio e per il lavaggio ruote dei mezzi viene prelevata da un pozzo artesiano, per gli usi civili e per il laboratorio viene invece utilizzata acqua potabile fornita in cisterne in quanto la zona non è servita dall’acquedotto comunale.
I dati relativi al consumo di acqua sono riportati in tabella 4.24 (gli anni precedenti al 2003 non sono confrontabili perché è cambiato il metodo di misura del consumo dell’acqua di pozzo):
Tabella 4.24 – Consumo di acqua (periodo 2003-2006)
4.3.8.2. Consumo di materiale inerte
Ogni sera, dal lunedì al giovedì, la cella coltivata durante la giornata viene ricoperta con materiale inerte, proveniente dalle cave circostanti; il venerdì sera si procede ad un ricoprimento più accurato utilizzando 10 mezzi (da circa 40 tonnellate) invece che 5. In un anno, considerando 52 settimane lavorative, può essere stimato un consumo di circa 65.000 tonnellate di materiale inerte (tuttavia nel 2004 e nel 2005 ne sono stati acquistati quantitativi maggiori, circa 85000 tonnellate nel 2004 e circa 40000 nel 1° semestre del 2005, a causa dei lavori eseguiti sul 1° e 2 ° lotto).
A partire dal 2005 si è deciso di valutare il consumo di tale materiale monitorando le quantità acquistate; si riportano in tabella 4.25 i dati attualmente raccolti:
Tabella 4.25 – Consumo di materiale inerte (periodo 2005-2006) anno ACQUA DI POZZO (m3) ACQUA POTABILE ( m3)
2003 11250 163,8
2004 15775 150
2005 16271 120
2006 12600 132
anno MATERIALE INERTE (tonn.)
2005 (1° sem.) 40287
2005 (2° sem.) 97989
2006 (1° sem.) 45268
4.3.8.3. Consumo di prodotti tecnici e prodotti chimici
Tra i prodotti tecnici consumati in discarica rientrano i reagenti utilizzati nel laboratorio dell’impianto elencati nella tabella di seguito:
Tabella 4.26 – Consumo di prodotti tecnici e prodotti chimici
CONSUMO REAGENTE MODALITA’ FORNITURA ANALISI FALDA ANALISI PERCOLATO MEDIO ANNUO FALDA MEDIO ANNUO PERCOLATO TOTALE MEDIO Mineral stabilizer bott. 50 ml 0,2 ml 0,2 ml 9 ml 14 ml ½ bottiglia
Polyvinil alcol bott. 50 ml 0,2 ml 0,2 ml 9 ml 14 ml ½ bottiglia
Nessler bott. 50 ml 2 ml 2 ml 90 ml 140 ml ½ bottiglia
Nitraver 6 kit 100 pz 1 bustina - 45 pz - ½ kit
Nitraver 3 kit 100 pz 1 bustina - 45 pz - ½ kit
Nitraver 2 kit 100 pz 1 bustina 1 bustina 45 pz 70 pz 1 kit
AgNO3 (0,1 N)
bott. 1000 ml 10 ml 10 ml 450 ml 700 ml 1 bottiglia
Sulfide 1 bott. 1000 ml 2 ml 2 ml 90 ml 140 ml 2 bottiglie
Sulfide 2 bott. 1000 ml 2 ml 2 ml 90 ml 140 ml 2 bottiglie
Sulfaver 4 kit 100 pz 1 bustina - 45 pz - ½ Kit
Ferrozine kit 50 pz 1 bustina 1 bustina 45 pz 70 pz 2 Kit
Acid ascorbic kit 100 pz 2 bustina 2 bustina 90 pz 140 pz 2 Kit Alkaline
cyanide
bott. 50 ml 1 ml 1 ml 45 ml 70 ml 2 bottiglie
Pan indicator bott.100 ml 1,4 ml 1,4 ml 63 ml 98 ml 1 e ½
bottiglie
Cuver 1 kit 50 pz 1 busta 1 busta 45 pz 70 pz 2 kit
Chroma ver 3 kit 100 pz 1 busta 1 busta 45 pz 70 pz 2 kit
MgSO4 bott. 250 g - 1 punta di
spatola
- - -
Ag2SO4 bott. 100 g - 2 g - 140 g 1 e ½
bottiglie
H2SO4 conc. bott. 2500 ml - 150 ml - 10.500 ml 4 bottiglie
K2Cr2O7 (0,25 N)
bott. 1000 ml - 50 ml - 3.500 ml 3 e ½
bottiglie
Bisogna inoltre considerare l’utilizzo di oli lubrificanti, non pericolosi, per la manutenzione di macchinari e attrezzature, il cui consumo è riassunto in tabella 4.27:
Tabella 4.27 – Consumo di oli lubrificanti
Dal 2004 viene monitorato anche il consumo di prodotti deodorizzanti (principalmente digestori enzimatici) e disinfestanti impiegati per l’abbattimento degli odori provenienti dall’impianto; i dati ad oggi raccolti sono riportati in tabella 4.28:
Tabella 4.28 – Consumo di deodorizzanti
anno OLI LUBRIFICANTI (kg)
2000 552 2001 1237 2002 871,5 2003 1223 2004 1103 2005 445 2006 1140 anno DEODORIZZANTI (l) 2004 550 2005 865 2006 950
4.3.8.4. Consumo di energia
Le fonti di energia utilizzate in discarica sono il gasolio e l’energia elettrica; quest’ultima dal marzo 2002 è fornita dall’ENEL (i gruppi elettrogeni che prima fornivano l’energia elettrica sono rimasti come riserva in caso di interruzione dell’erogazione da parte dell’ENEL); i dati relativi ai consumi di energia elettrica sono riportati in tabella 4.29 e rappresentati graficamente in figura 4.25 :
Tabella 4.29 – Consumo di energia elettrica
anno CONSUMO ENERGIA ELETTRICA (MWh) ENERGIA ELETTRICA (kWh) / RIFIUTI GESTITI (tonn.) 1999 850,200 52,70 2000 733,800 6,55 2001 730,800 5,20 2002 54,472 0,28 2003 80,389 0,30 2004 90,300 0,43 2005 112,630 0,61 2006 112,950 3,91 0 100 200 300 400 500 600 700 800 900 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 M W h 0 10 20 30 40 50 60 k W h /t o n n .
CONSUMO ENERGIA ELETTRICA ENERGIA ELETTRICA/RIFIUTI GESTITI
Figura 4.25 – Consumo di energia elettrica
Pur non essendo aumentata la quantità di rifiuti conferiti, nel 2005 e 2006 si è registrato un aumento del consumo di energia elettrica dovuto ai lavori di allestimento del catino B del 2° lotto.
Il gasolio viene invece utilizzato per i mezzi addetti alla movimentazione dei rifiuti il suo consumo è riassunto in tabella 4.30:
Tabella 4.30 – Consumo di gasolio
anno CONSUMO GASOLIO (litri) GASOLIO (litri)/ RIFIUTI GESTITI (tonn.)
2000 203200 1,80 2001 222200 1,60 2002 279000 1,40 2003 294000 1,10 2004 253904 1,20 2005 231214 1,20 2006 297029 1,75
0 50000 100000 150000 200000 250000 300000 350000 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 li tr i 0,0 0,2 0,4 0,6 0,8 1,0 1,2 1,4 1,6 1,8 2,0 li tr i/ to n n .
CONSUMO GASOLIO GASOLIO/RIFIUTI GESTITI
Figura 4.26 – Consumo di gasolio per tonnellate di rifiuti in ingresso
I punti di campionamento per i monitoraggi effettuati da Ecolevante, che ricadono all’interno del perimetro della discarica, sono riportati nella planimetria in figura 4.27.
Figura 4.27 – Planimetria dei campionamenti
In tabella 4.31 sono invece riassunti i parametri ambientali monitorati dal laboratorio interno (Grottaglie, S. Croce sull’Arno).
Tabella 4.31 – Analisi ambientali effettuate dal laboratorio interno Matrice
ambientale Tipo di analisi
Punto di
campionamento Frequenza
pozzi a valle settimanale
acqua di falda chimico-fisica
pozzi a monte mensile
percolato chimico-fisica per ciascun lotto prima di ogni
smaltimento
emissioni
gassose quantitiva SOV
misurazioni su ciascun
lotto bisettimanale
polveri
aerodisperse quantitiva
3 centraline fisse
Dust-Track giornaliera
dati
meteoclimatici
precipitazioni, temperatura, direzione e velocità
del vento, evaporazione, umidità centralina meteo giornaliera
4.4. INDIVIDUAZIONE DI AZIONI DI MIGLIORAMENTO MEDIANTE IL
CONFRONTO CON LE BAT
Nelle tabelle di seguito sono riassunte le tecniche descritte nel BREF relativo agli impianti di trattamento dei rifiuti e che riguardano gli aspetti ambientali legati alle attività svolte da un’installazione di questo tipo. In particolare sono riportate le tecniche relative alla gestione dell’energia e delle materie prime, quelle finalizzate alla riduzione del consumo di acqua e alla prevenzione dell’inquinamento delle acque e le tecniche per la riduzione del rumore e delle vibrazioni.
Per le varie tecniche viene indicato il grado di soddisfazione raggiunto nella discarica Ecolevante e vengono suggeriti eventuali processi di miglioramento.
• Gestione dell’energia e delle materie prime
Tabella 4.32 – Stima delle perdite nel consumo e nella produzione di energia PERDITE NEL CONSUMO E NELLA PRODUZIONE DI ENERGIA
1. analisi dei dati relativi ai consumi energetici in termini di energia liberata; il consumo di elettricità, ad
esempio, può essere espresso in consumo primario di energia utilizzando dei fattori di conversione nazionali/regionali (nel Regno Unito per la fornitura pubblica di elettricità di viene generalmente usato un fattore pari a 2,6). Un esempio di come potrebbero essere riportati i dati è presentato nella tabella seguente:
Consumo di energia Fonte di energia
Liberata (MWh) Primaria (MWh) % del totale Elettricità * Gas Combustibili liquidi Rifiuti Altro * specificare la sorgente
2. analisi dei dati relativi all’energia prodotta dall’impianto 3. rappresentazione schematica dei bilanci energetici
Tabella 4.33 – Utilizzo di combustibili puliti
UTILIZZO DI COMBUSTIBILI PULITI 1. utilizzo di combustibili con un minor contenuto di carbonio, zolfo e particolato 2. utilizzo di veicoli elettrici
Tabella 4.34 – Tecniche per migliorare l’efficienza energetica
AUMENTO DELL’EFFICIENZA ENERGETICA
1. sviluppo di un piano per l’efficienza energetica al fine di valutare i costi e i benefici per le diverse opzioni
possibili
2. integrazione della gestione dell’energia all’interno del sistema di gestione ambientale
3. adozione di particolari misure operative e gestionali per le attività che comportano i maggiori consumi, quali: impianti di raffreddamento e condizionamento dell’aria
motori
sistemi per la compressione di gas sistemi per la distribuzione di vapore riscaldamento e acqua calda per gli uffici manutenzione delle caldaie
4. adozione di tecniche per ridurre i consumi di energia, e di conseguenza le emissioni, quali: isolamento degli edifici
illuminazione efficiente manutenzione dei veicoli
riduzione delle distanze di pompaggio ottimizzazione dei motori
recupero di calore
minimizzare i movimenti dei veicoli
5. adozione di tecniche di base a basso costo per evitare inefficienze energetiche grossolane e quindi emissioni
inutili di calore in aria o in acqua (ad esempio inserendo semplici sistemi di controllo)
6. fissare il tempo di funzionamento dei macchinari ad alto consumo energetico
7. monitoraggio dei consumi energetici mediante il calcolo del consumo di energia specifico di ogni attività e la
definizione di indicatori chiave di efficienza su base annua (ad esempio MWh/tonn di rifiuti trattati)
8. minimizzazione delle emissioni dai motori diesel 9. utilizzo del biogas per produrre calore ed elettricità
10. analisi sui consumi al fine di individuare possibili misure per il risparmio energetico
Tabella 4.35 – Selezione delle materie prime
SELEZIONE DELLE MATERIE PRIME
1. identificare i materiali e le sostanze utilizzati e che possono avere un impatto sull’ambiente: la loro
composizione chimica se rilevante, le quantità usate, le modalità di impiego, l’impatto ambientale se noto (ad esempio la biodegradabilità, il potenziale di bioaccumulo, la tossicità) ed eventuali materiali alternativi a impatto minore
2. giustificare l’utilizzo di ogni sostanza di cui esista un’alternativa meno pericolosa
3. implementare delle procedure per la revisione periodica dei nuovi sviluppi riguardanti le materie prime
utilizzate
4. implementare delle procedure per il controllo della composizione delle materie prime utilizzate
La discarica oggetto di studio ha consumi energetici/impiantistici e di materie prime estremamente ridotti per poter applicare i criteri riportati nel BREF; tuttavia, avendo iniziato nel 2006 a produrre energia dal biogas, un eventuale processo di miglioramento può essere individuato nella definizione di un bilancio energetico tra energia consumata e prodotta.
Allo stato attuale si può esclusivamente ipotizzare un bilancio energetico sulla base dei consumi di gasolio (per la movimentazione dei rifiuti) e dell’energia prodotta, in quanto i consumi elettrici non sono riconducibili ai vari utilizzi che ne vengono fatti. Tale bilancio non è ad oggi calcolabile a causa dell’esigua disponibilità di dati relativi all’energia prodotta.
Sulla base di tali considerazioni, un ulteriore processo di miglioramento è individuabile nell’analisi dei consumi elettrici suddivisi, eventualmente con l’introduzione di ulteriori contatori, tra quelli propri delle attività lavorative e quelli per le attività collaterali (uffici); in tal modo sarebbe possibile completare in via definitiva il bilancio energetico globale dell’impianto.
• Riduzione del consumo di acqua e prevenzione dell’inquinamento delle acque
Tabella 4.36 – Tecniche per ridurre il consumo di acqua e per prevenire la contaminazione delle acque RIDUZIONE DEL CONSUMO DI ACQUA E PREVENZIONE DELL’INQUINAMENTO S. P.S. N.S. 1. monitoraggio del consumo di acqua mediante la predisposizione di diagrammi di flusso e
di bilanci di massa per le attività che utilizzano acqua; definizione di obiettivi di efficienza in modo da ottimizzare l’utilizzo di questa risorsa
2. identificazione e quantificazione delle eventuali perdite di acqua 3. riciclo dell’acqua all’interno del processo
4. scarico separato delle acque di superficie che non possono essere riutilizzate 5. trattamento delle acque che possono essere riutilizzate
6. minimizzazione della quantità di acqua utilizzata per i lavaggi 7. impermeabilizzazione dell’area che ospita l’impianto
8. controllo dei serbatoi e dei pozzi, soprattutto se interrati
9. predisposizione di un sistema separato per la raccolta delle acque meteoriche 10. predisposizione di sistemi di drenaggio diversi per le diverse tipologie di acqua da
raccogliere
11. predisposizione di vasche di raccolta
12. definizione di specifiche modalità di trattamento per ogni tipo di effluente prodotto 13. definizione di procedure finalizzate ad assicurare che gli effluenti abbiano le
caratteristiche tali da poter essere avviati allo scarico o al trattamento
14. identificazione degli effluenti che potrebbero contenere composti pericolosi (cianuri,
solfuri, composti aromatici, benzene, idrocarburi, metalli)
15. identificazione dei principali costituenti chimici degli effluenti e del loro comportamento
nell’ambiente
16. adozione di sistemi per evitare che l’effluente by-passi il sistema di trattamento 17. applicazione delle seguenti tecniche alle strutture interrate:
definizione della posizione dei drenaggi, dei pozzi e delle vasche
applicazione di criteri ingegneristici al fine di minimizzare le perdite e di rilevarle facilmente
progettazione di strutture di contenimento secondarie definizione di un programma di ispezione e manutenzione
18. applicazione delle seguenti tecniche alle strutture in superficie:
descrizione in dettaglio le strutture utilizzate (capacità, permeabilità, resistenza agli agenti chimici, ecc.)
definizione di un programma di ispezione e manutenzione
19. raggiungimento dei seguenti valori di emissione prima di effettuare lo scarico (mediante
la combinazione delle BAT):
Water parameter Emissions values associated with the use of BAT (ppm)
COD 20 -120
BOD 2- 20
Heavy metals (Cr, Cu, Ni, Pb, Zn)
0,1 – 1 Highly toxic heavy metals :
As Hg Cd Cr VI) < 0,1 0,01 - 0,05 < 0,1 - 0,2 < 0,1 – 0,4 x x x x x x x x x x x x x x x x x n.a. x
• Riduzione di rumore e vibrazioni
Tabella 4.37 – Tecniche per ridurre rumore e vibrazioni
RUMORE E VIBRAZIONI S. P.S. N.S.
1. definizione di un piano di gestione del rumore
2. manutenzione dei macchinari il cui deterioramento potrebbe causare un aumento del
rumore
3. isolamento acustico delle aree in cui si ha maggiore produzione di rumore
x x n.a.
Da quanto sopra riportato si può affermare che per quanto riguarda la gestione delle acque e del rumore, la discarica oggetto di studio soddisfa i requisiti suggeriti a livello comunitario.
Solo un aspetto relativo alla gestione delle acque (punto 1, tabella 4.36) risulta parzialmente soddisfatto; questo riguarda il monitoraggio dei consumi di acqua mediante la predisposizione di diagrammi di flusso e bilanci di massa per le attività che utilizzano acqua e la definizione di obiettivi di efficienza in modo da ottimizzarne l’utilizzo. Tuttavia tale aspetto non può essere approfondito in quanto l’impianto non possiede contatori separati per la rilevazione dei consumi di acqua, i quali non sono quindi riconducibili alle varie attività che ne fanno uso (impianto antincendio, lavaggio ruote dei mezzi, abbattimento polveri, uffici, laboratorio).
4.5. RIELABORAZIONE INDICI
La norma ISO 14001, all’allegato 3, riporta la necessità di valutare gli aspetti ambientali sulla base non dei singoli valori sperimentali ottenibili, ma sulla base di indici che evidenzino le prestazioni ambientali di una organizzazione e che consentano il confronto da un anno all’altro al fine di valutare l’andamento delle prestazioni ambientali stesse.
A questo proposito sono stati presi in esame gli indici elaborati da Ecolevante per la valutazione della propria efficienza ambientale e, per alcuni di essi, sono state proposte indicizzazioni alternative che permettono di visualizzare in modo più immediato l’impatto generato dalla discarica.
In particolar modo nei paragrafi successivi verranno discussi gli indici suggeriti per la valutazione di quei parametri che, non avendo un limite di legge o di confronto noto, necessitano di maggiore attenzione nella valutazione del loro andamento.
Per questi sono state calcolate le medie dei valori analitici rilevati (il criterio di determinazione del numero di analisi da considerare per il calcolo dei valori medi verrà discusso matrice per matrice perché dipende dalla frequenza dei monitoraggi) e di esse sono stati analizzati gli andamenti, così come sono stati confrontati i singoli valori ottenuti con il valor medio del periodo di riferimento.
Nel calcolo delle medie, in conformità con quanto indicato nel rapporto Istisan 04/15, i valori al di sotto del limite di rilevabilità del metodo sono stati presi pari alla metà del limite analitico. Per quei parametri per i quali non è mai stato trovato un valore al di sopra del limite non sono state calcolate le medie.
4.5.1. Polveri sedimentabili
Dal gennaio 2006 vengono eseguite mensilmente le analisi delle polveri sedimentate su due campionatori posti in prossimità del 2° lotto de lla discarica, e le analisi bimestrali su quattro campionatori posti 2 a monte e 2 a valle dell’intera discarica.
Le analisi mensili sono realizzate da un laboratorio diverso rispetto a quello che effettua i campionamenti bimestrali, e il criterio di calcolo delle concentrazioni di inquinanti è diverso per i due laboratori: nel primo caso si riportano le concentrazioni degli inquinanti rispetto alla quantità di polveri raccolta nel deposimetro (mg/kg), nel secondo si riportano le concentrazioni rispetto all’area di raccolta e rispetto al numero giorni in cui è stato effettuato il campionamento (mg/mq*d).
I dati sarebbero raffrontabili soltanto operando alcune approssimazioni ed eseguendo un discreto numero di calcoli, per tale motivo si è ritenuto poco attendibile operare un
confronto diretto dei valori riscontrati. Tuttavia eseguendo tale calcolo in prima approssimazione è stato possibile concludere che le analisi bimestrali danno sempre una valutazione in difetto del carico inquinante presente nelle polveri; per questo motivo si è scelto di rielaborare i dati disponibili per le determinazioni mensili.
Per ciascun campionatore è stata eseguita una valutazione degli andamenti dei parametri esaminati a partire dal 2006 in quanto negli anni precedenti i campionamenti avvenivano con cadenze più distanziate e, in funzione del criterio di analisi, questo non permette di avere risultati confrontabili per polveri raccolte con frequenze diverse.
Nella rielaborazione dei dati non sono stati presi in considerazione il selenio e il tallio in quanto sono stati sempre trovati al di sotto dei limiti di rilevabilità dei metodi (indicati in blu in tabella 4.37) e il tellurio, per il quale sono stati trovati valori al di sopra del limite soltanto in tre valutazioni su dodici analisi eseguite (colorazione rosa barrata in tabella 4.38).
Tabella 4.38 – Selezione dei parametri da esaminare per le polveri sedimentabili
PARAMETRO DEPOSIMETRO 1 DEPOSIMETRO 2
Polveri totali raccolte
Alluminio Antimonio Argento Arsenico Bario Berillio Boro Cadmio Calcio Cromo tot Ferro Magnesio Manganese Mercurio Nichel Piombo Rame tot Selenio Stagno Tallio Tellurio Vanadio Zinco
• In blu i parametri trovati sempre al di sotto dei limiti di rilevabilità dei metodi;
• In rosa i parametri trovati almeno una volta al di sopra dei limiti di rilevabilità dei metodi (se barrati il valore è risultato al di sopra dei limiti solo raramente).
I parametri per i quali è stata effettuata la rielaborazione sono riassunti in tabella 4.39.
Tabella 4.39 – Parametri esaminati per le polveri sedimentabili
I singoli valori ottenuti da ciascuna analisi sono stati messi a confronto con il valor medio calcolato con i dati raccolti per quel campionatore dall’inizio del 2006 (i risultati sono riportati in allegato 4).
Una rappresentazione di questo tipo permette di visualizzare in modo immediato gli scostamenti dei parametri analizzati rispetto alla media e di conseguenza di rivolgere principalmente l’attenzione a quei parametri le cui oscillazioni sono più ampie.
Polveri totali raccolte Berillio Magnesio Stagno
Alluminio Boro Manganese Vanadio
Antimonio Cadmio Mercurio Zinco
Argento Calcio Nichel
Arsenico Cromo tot Piombo
Inoltre, un innalzamento anomalo di un parametro in entrambi i deposimetri farebbe ipotizzare un inquinamento momentaneo e di conseguenza potrebbero essere disposti immediati controlli sui rifiuti conferiti in quel periodo al fine di verificare eventuali influenze da parte dell’impianto.
Una tale situazione permetterebbe di individuare controlli mirati anche su altre matrici che potrebbero risentire di tale inquinamento (ad esempio per ricaduta sui terreni circostanti o sui prodotti agricoli).
A titolo di esempio si riportano in figura 4.18 i grafici relativo all’andamento dell’antimonio; in entrambi i deposimetri si registrano per questo metallo valori di picco sopra la media per le analisi effettuate nei mesi di aprile, ottobre e novembre. Dal confronto con i dati relativi alle analisi del terreno (vedi allegato 6) è emerso un corrispondente innalzamento di questo parametro nel corso del 2006 che, tuttavia, non è confermato da pari innalzamenti nelle altre matrici (olive, latte e miele).
DEPOSIMETRO 1 0 2 4 6 8 10 12 14
gen-06 feb-06 mar-06 apr-06 mag-06 giu-06 lug-06 ago-06 set-06 ott-06 nov-06 dic-06
m g /k g Antimonio media Sb DEPOSIMETRO 2 0 2 4 6 8 10 12 14
gen-06 feb-06 mar-06 apr-06 mag-06 giu-06 lug-06 ago-06 set-06 ott-06 nov-06 dic-06
m
g
/k
g
Antimonio media Sb
Figura 4.18 – Andamento nel 2006 della concentrazione dell’antimonio nei deposimetri 1 e 2
Sono state inoltre calcolate, per ciascun deposimetro, le medie semestrali e i valori medi di ciascun semestre sono stati a loro volta confrontati tra loro in modo da evitare che un eventuale aumento nel tempo non venga riscontrato a causa del calcolo progressivo del valor medio.