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A MON (K99.1) C APITOLO 12. L A TOMBA DI M AY , P RIMO P ROFETA DI

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C

APITOLO

12. L

A TOMBA DI

M

AY

, P

RIMO

P

ROFETA DI

A

MON

(K99.1)

§ 1. Storia della scoperta e delle pubblicazioni

Nell’ampia concessione in mano agli archeologi dell’Istituto Archeologico Germanico del Cairo nell’area di Dra Abu el-Naga, nel 1999, durante lo sgombero di un muro del largo terrazzamento ad E delle tombe K93.11 e K93.12, vennero rinvenute quattro tombe scavate nella roccia immediatamente al di sotto del muro stesso1.

In base al rinvenimento di mattoni stampigliati al suo interno, la più settentrionale di queste tombe, chiamata K99.1, può essere probabilmente attribuita al Primo Profeta di Amon May, che tenne questa carica nei primi anni di Amenhotep IV.

In effetti, la sola presenza del mattone stampigliato dovrebbe consigliare prudenza nell’attribuzione della sepoltura: potremmo sospettare che i mattoni provengano dalle manifatture templari e, qualora questi venissero usualmente stampigliati con il nome del Primo Profeta in carica, è possibile che essi fossero a disposizione di funzionari al servizio del pontefice tebano. In questo caso, K 99.1 sarebbe semplicemente la tomba di un amministratore templare vicino a May; le dimensioni irrisorie della sepoltura, inoltre, giocano a sfavore di questa attribuzione.

§ 2. Il proprietario

May è noto anche da altre fonti, oltre che dai mattoni stampigliati sopra nominati. Insieme ad un ostracon inedito, che cita nome e titoli di May2, la

1 POLZ D. – MÄHLITZ E. – RUMMEL U. – SEILER A., Bericht über die 9. bis 12.

Grabungskampagne in der Nekropole von Dra’ Abu el-Naga/Theben-West, in MDAIK 59 (2003),

pp. 373-74.

2 University of Pennsylvania Museum, Philadelphia (N. 29.87.419); cfr. PM I 2, p. 611.

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testimonianza più eloquente che egli ha lasciato è costituita da due graffiti incisi sulle rocce dello Wadi Hammamat3. In uno si legge: “Anno IV, terzo mese della

stagione di akhet, giorno decimo; sotto la Maestà del Re dell’Alto e del Basso Egitto (Neferkheperu[ra] Uaenra)|; (il giorno) in cui il Primo Profeta di Amon May fu incaricato di procurare basalto (per) l’immagine del Signore…”. Il

secondo, parimenti datato al “terzo mese della stagione di akhet, anno IV (di

Amenhotep IV)” recita semplicemente: “Nel tempio di Amon, May, Primo Profeta [di Amon]”. Le iscrizioni sono state più volte accostate ai lavori intrapresi dal

giovane principe nel tempio di Karnak o per l’erezione dei nuovi santuari di Ra-Horakhty ad est del tempio di Amon.

La due iscrizioni, pur nella loro brevità, sono un importante documento dei primi anni del regno di Amenhotep IV e testimoniano della durata minima del periodo di tolleranza verso il dio Amon.

In un suo articolo pubblicato nel 1963, D.B. Redford propose di identificare May con un altro Primo Profeta di Amon attestato durante il regno di Amenhotep III e chiamato Ptahmose. L’identificazione verrebbe sostanzialmente proposta sulla base della constatazione che May (o Maya) costituirebbe una forma ipocoristica di un nome teoforo, probabilmente terminante in -mose. L’ipotesi è suffragata dal fatto che Ptahmose possedesse anche il titolo di “Sovrintendente a tutti i lavori del re”, il che avrebbe giustificato il suo viaggio nella regione dello Wadi Hammamat per recuperare il basalto.

Gli studiosi ritengono tuttavia che Ptahmose, il quale deteneva anche la carica di Visir, abbia servito Amenhotep III nella prima parte del suo regno, per essere sostituito nel pontificato da Meryptah, che una statua di Bubasti attesta nell’anno XX. Redford propose invece il contrario, ritenendo che la statua rappresenti l’ultimo monumento lasciato da Meryptah, cui subentrò un pontefice sconosciuto fino all’anno XXXV, data presunta dell’ascesa di Ptahmose.

Redford eluse anche il rischio di contemporaneità con Ramose, che deteneva il visirato almeno dall’anno XXX di Amenhotep III e fino ai primi anni

3 GOYON G., Nouvelles inscriptions ruprestres du Wadi Hammamat, Imprimerie Nationale, Paris

1957, nn. 90-91, pp. 106-107, tavv. XXV, XXXI. Queste due iscrizioni si aggiungono a quelle già note raffiguranti il Disco raggiato e I cartigli del re; cfr. COUYAT J. – MONTET P., Les inscriptions hiéroglyphiques et hiératiques du Ouâdi Hammâmât, Imprimerie de l’Institut Français

d’Archéologie Orientale, Le Caire 1912-1913.

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di Amenhotep IV, proponendo che verso l’anno XXX Ptahmose avesse rinunciato alla carica di Visir per mantenere quella di Primo Profeta.

Mentre l’ordine Ptahmose-Meryptah-May non presenta problemi, per l’ordine Meryptah-Ptahmose/May ricostruito da Redford bisogna postulare: 1. l’esistenza di un Primo Profeta fra Meryptah e Ptahmose non attestato; 2. la rinuncia alla carica di Visir in favore di Ramose (ma come collocare poi il Visir Amenhotep/Huy?). Infine, bisogna tenere conto dell’estrema frequenza dei teofori terminanti in -mose: se ne contano ben tredici solo nelle etichette di giara di Malqata fra gli anni XXX-XXXVII di Amenhotep III4.

§ 3. Architettura delle camere interne e dell’ipogeo

La tomba si trova nella necropoli di Dra Abu el-Naga sud, poco al di sopra di alcune tombe già note come TT 144, TT 140 e Kampp -383-5. Si dà qui una mappa del piano di roccia su cui si affaccia la tomba di May:

Figura 1. Mappa del settore della necropoli di Dra Abu el-Naga sud interessato dalle tombe K99.1-4.

Sulla facciata della tomba si apre una piccola nicchia con resti di pittura policroma, in cui sono riconoscibili il busto e la testa di una divinità femminile.

4 HAYES W.C., Inscriptions from the Palace of Amenhotep III, in JNES 10 (1951), pp. 82-104,

figg. 17-23.

5 KAMPP, p. 766, mappa VI, Dra Abu el-Naga I.

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La pianta della tomba è quella tipica a T, ma le proporzioni sono davvero modeste: la sala trasversa è larga poco più di 4 m, il corridoio è lungo solo 1,5 m e lo sloping passage non si estende per più di 9 m. Nella sala trasversa è stata stesa una mano di intonaco grossolano, ma intonaco fine e decorazioni sono completamente assenti dalla tomba.

Una corta iscrizione ad inchiostro nero, tracciata sul muro settentrionale del corridoio, “lo scriba Ptahemuia”, viene datata approssimativamente da D. Polz alla XIX dinastia.

Sul lato occidentale del corridoio si apre uno sloping passage ben eseguito e di forma regolare, caratterizzato da una duplice curvatura ad angolo retto in senso orario. Esso conduce ad un’anticamera e ad un’ulteriore stanza attigua, la piccola camera del sarcofago. In quest’ultima si trovano tre nicchie nei muri laterali, adatte all’allocazione di mattoni magici; nel mezzo della stanza un grosso incavo rappresenta o il ricovero del sarcofago o l’inizio di un pozzo.

Nell’anticamera sono stati trovati i mattoni crudi stampigliati che hanno suggerito l’identificazione del poprietario della tomba.

§ 4. La datazione della tomba

Nessun elemento ci può aiutare nella datazione precisa della tomba, probabilmente eseguita tra la fine del regno di Amenhotep III e l’inizio di quello di Amenhotep IV, poiché May era ancora vivo nell’anno IV. Di lui non si sa più nulla, in quanto non è attestato ad el-Amarna né a Tebe alla riapertura del santuario di Amon, quando il sommo pontificato sarà detenuto da Parennefer ( da non confondere con il proprietario di TT 188) e la cui sepoltura (Kampp -162-) si trova poco lontano, nella necropoli di Dra Abu el-Naga nord, nei pressi della tomba di Roy (TT 255); cfr. Capitolo 17, § 11.

Figura

Figura 1. Mappa del settore della necropoli di Dra Abu el-Naga sud interessato dalle tombe K99.1- K99.1-4

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