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Capitolo 3 Facility Management BIM Oriented

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Academic year: 2021

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Capitolo 3

Facility Management BIM Oriented

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3.1 Facility Management

L’International Facility Management Association (IFMA) lo definisce così: “È la disciplina aziendale che coordina lo spazio fisico di lavoro con le risorse umane e l’attività propria dell’azienda. Integra i principi della gestione economica e finanziaria d’azienda, dell’architettura e delle scienze comportamentali e in-gegneristiche”.

Sebbene nella prassi quotidiana l’espressione venga spesso usata per riferirsi alla gestione della sede fisica di un’azienda (impianti di condizionamento, servizi di pulizia, rete elettrica, ecc.), nella sua accezione più estesa il Facility Management riguarda tutte le attività non strettamente riguardanti il core-business di una determinata azienda, dalle telecomunicazioni alla sicurezza.

Esso si configura come il processo di progettazione, implementazione e controllo attraverso il quale le facility (ovvero gli edifici e i servizi necessari a supportare l’attività dell’azienda) sono gestite, allo scopo di garantire i livelli di servizio idonei a soddisfare le esigenze aziendali, creando nel contempo un ambiente di lavoro di qualità, alle migliori condizioni economiche possibili.

Quello del Facility Management è perciò un approccio integrato, finalizzato a gestire servizi di supporto all’attività principale dell’azienda e quindi a contribuire ad aumentarne l’efficienza.

Di seguito i tre aspetti principali che caratterizzano il Facility Management:

Aspetto strategico: riguarda ogni decisione ascrivibile alla politica di gestione e reperimento dei servizi, di distribuzione delle risorse da impiegare per supportare gli obiettivi corporate, di scelta del fornitore, ecc.

Aspetto analitico: concerne la comprensione delle necessità dei clienti in merito ai servizi, al control-lo dei risultati della gestione e dell’efficienza nell’erogazione del servizio, all’individuazione di nuove

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tecniche e tecnologie che supportino il business aziendale

Aspetto gestionale-operativo: si riferisce alla gestione ed al coordinamento dei servizi, dei sistemi e delle procedure di erogazione.

3.1.1 Il BIM orientato al Facility Management

L’attività di ricerca nell’ambito del BIM è particolarmente attiva nello studio delle sue effettive possibilità d’implementazione per l’efficientamento delle pratiche edilizie correnti, che interessano l’intero ciclo di vita dell’immobile. L’utilizzo del BIM per il FM è diventato d’interesse per i grandi proprietari di immobili che intendono sfruttare al meglio le possibilità offerte dalla metodologia. Per questo motivo, risulta nec-essario definire un ambiente di lavoro condiviso per favorire la collaborazione e lo scambio di informazio-ni tra tutti gli attori coinvolti, a partire dalla fase di progettazione e costruzione, in modo da poter ridurre i tempi di organizzazione dell’attività di gestione e migliorarne l’efficienza e l’efficacia. Se orientato alla fase di gestione, un modello BIM diventa un vero e proprio strumento di simulazione, pianificazione ed attuazione per il gestore delle facilities, anche grazie all’approccio tridimensionale correlato agli oggetti parametrici che popolano l’ambiente, rappresentando un valido strumento per garantire il controllo e l’in-teroperabilità dei dati in modo intelligente. L’obiettivo è quello di semplificare la complessità della realtà per disporre di un modello che sia funzionale a comprendere il funzionamento e la gestione del manufatto edilizio, con una struttura implementabile nelle diverse fasi in modo da garantire un As Built dell’edificio, con i dati significativi che servono per il FM, in una base dati aggiornata, coerente ed affidabile.

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3.1.1.1 Database di informazioni sull’edificio.

La creazione di un modello BIM di un edificio permette di organizzarne la conoscenza, aumentando in modo significativo gli output e i dati disponibili, organizzando in modo automatico e strutturato gli elab-orati grafici, quali viste o sezioni, e gli abachi dei componenti. Ogni abaco consente di visualizzare tutti i campi relativi al componente, i dati geometrici, gli attributi e relativi parametri condivisi, permettendo un rapido accesso alle informazioni. L’interfaccia grafica 3D facilita la comprensione dell’edificio e la localiz-zazione spaziale degli elementi.

3.1.1.2 Inventario e localizzazione dei componenti dell’edificio e degli asset tecnologici

La potenzialità di uno strumento BIM si esprime nella possibilità di caratterizzare il modello, con le infor-mazioni specifiche correlate, sia in forma grafica che numerica, ma soprattutto nella capacità di rispon-dere ad interrogazioni complesse. Una volta modellati gli oggetti ed inserite le informazioni, è possibile richiamarli in modo strutturato attraverso abachi, impostati per tipologia, garantendo l’aggiornamento automatico dei dati in caso di variazioni. In questo modo è possibile disporre di un quadro completo dei componenti edilizi e degli asset tecnologici presenti all’interno di un locale o dell’intero edificio. Il rag-gruppamento attraverso abachi di quantità è utile per identificare gli elementi caratteristici dell’involucro e gestirli in maniera intelligente, ricavando ad esempio l’estensione della superficie trasparente rispetto a quella opaca, o per effettuare interrogazioni specifiche a seconda delle necessità.

3.1.1.3 Space management

Tradizionalmente la gestione degli spazi avviene attraverso l’utilizzo di planimetrie CAD. Grazie al mod-ello BIM è possibile disporre in modo automatico dell’inventario degli spazi dell’edificio, visualizzando tutti i locali presenti nel modello e le relative caratteristiche (superficie netta, volume netto, livello, ecc.) nell’Abaco dei locali. Poiché un dato importante per lo svolgimento delle attività di pianificazione e

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ges-tione degli spazi è determinato dalla destinazione d’uso, l’inserimento di questo parametro ha una note-vole importanza pratica.

3.1.1.4 Operation&Maintenance

Con il BIM al centro delle attività di FM, è fondamentale caratterizzare accuratamente le famiglie degli asset impiantistici, in modo da disporre di un database condivisibile per la popolazione automatica delle applicazioni di Computerized Maintenance Management System (CMMS) per una migliore qualità dei dati.

3.1.1.5 Simulazioni energetiche

Il modello, se correttamente impostato, fornisce una accurata caratterizzazione dell’involucro edilizio in termini di geometria e proprietà, dati essenziali per effettuare simulazioni in ambito energetico. Attraver-so i formati di scambio e l’interoperabilità, i dati posAttraver-sono essere trasferiti a Attraver-software energetici specifici, ottimizzando notevolmente la fase preliminare di modellazione energetica dell’edificio. In questo modo, ad esempio, è possibile ottenere la certificazione energetica dell’edificio in modo più preciso, limitando le approssimazioni sulla geometria ed una errata comprensione dell’edificio. Nonostante le potenzialità riconosciute, questo processo si caratterizza ancora dalla perdita di alcune informazioni che devono es-sere re-imputate manualmente.

3.1.1.6 Monitoraggio energetico

Parallelamente, il censimento ed il controllo spaziale della componente tecnologica risulta essere un dato significativo per le attività di monitoraggio energetico. Il modello, in quanto database grafico e tabulare, può interagire con le informazioni provenienti dal Building Management System (BMS) e dall’Energy Management System (EMS) in modo da effettuare delle analisi più approfondite in relazione alle

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car-atteristiche fisiche dell’edificio. Può essere utilizzato per tracciare i consumi energetici in relazione agli occupanti, agli spazi o alle unità organizzative, nonché visualizzare in modo grafico gli equipment, come ad esempio i terminali di illuminazione e riscaldamento/condizionamento ed i sensori per l’acquisizione delle informazioni in real time.

3.1.1.7 Valorizzazione, ristrutturazione, rifunzionalizzazione

Il modello BIM costituisce un valido supporto per effettuare possibili interventi di riqualificazione, sem-plificando la fase di analisi e di elaborazione progettuale. All’interno del medesimo modello, infatti, è pos-sibile disporre di elementi che appartengono ad una collocazione temporale diversa, introducendo così il fattore tempo. Attraverso l’Abaco delle costruzioni/demolizioni e la tradizionale visualizzazione “giallo e rosso”, ottenuta attraverso un filtro comparativo delle fasi “Stato di Progetto” e “Stato di Fatto”, è possibile individuare, quantificare e contabilizzare gli interventi edilizi, configurando scenari alternativi.

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3.2 Work Brekdown Structure

3.2.1 Introduzione

Un procedimento efficace per lo sviluppo di un progetto articola diverse combinazioni di risorse, strut-ture relazionali e pratiche operative, per rispondere a tutti i bisogni delle fasi di ideazione, progettazi-one, scelta del contraente, esecuzione e relativo controllo. Bisogna scegliere una struttura organizzata del progetto adatta a rappresentarne la complessità. A questo scopo si presta egregiamente la rappre-sentazione schematica del progetto attraverso l’uso di strumenti elementari della progettazione concet-tuale, ovvero schemi che fanno uso di grafi e matrici, e che consentono di:

semplificare il linguaggio verbale con cui si descrive il progetto;

identificare chiaramente i contenuti del progetto;

utilizzare una rappresentazione che consente una rapida lettura dei contenuti e degli obiettivi di pro-getto;

organizzare i dati progettuali con una lista di controllo da associare alle informazioni di dettaglio;

associare ai singoli elementi del processo un’etichetta che costituisce la premessa ad un possibile codice di comunicazione.

Questo modello presuppone il passaggio ad una formalizzazione universale del progetto, che permette di trasferire i contenuti a tutti i contesti e a tutti gli attori del processo, esplicitando efficacemente la strut-tura e singoli elementi progettuali, adottando un sistema di rappresentazione sintetico, che rappresenta tutte le variabili in gioco. Il modello operativo proposto deve quindi:

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classificare e ordinare i contenuti di progetto;

usare regole concettuali che permettono l’organizzazione e la rappresentazione delle idee contenute nel sistema di rappresentazione del progetto.

Questa struttura organizzata di rappresentazione del progetto è la WBS.

3.2.2 Work Breakdown Structure

La Work Breakdown Structure (WBS), letteralmente Struttura di Scomposizione dei Lavori, è definita dal Project Management Institute (PMI) come una struttura a forma di albero, composta di attività, che pos-sono organizzare, definire e mostrare graficamente lo scopo del lavoro complessivo, al fine di raggiungere gli obiettivi finali del progetto.

La WBS costituisce un sistema per suddividere un progetto in lavorazioni, componenti ed elementi gest-ibili, per fornire una comune struttura di comunicazioni, allocazioni di responsabilità, monitoraggio e gestione dello scopo del lavoro, dei costi e del programma. È sostanzialmente un diagramma a blocchi rispetto al quale sono specificate relazioni parent-child tra elementi posti ai diversi livelli gerarchici di de-scrizione. È costituita da una serie di caselle, che individuano le parti del progetto, e da linee di congiunzi-one che stabiliscono una relazicongiunzi-one gerarchica tra le caselle stesse. Al vertice del diagramma è situata una sola casella, detta Master. Il numero di livelli in cui può essere articolato un diagramma WBS è funzionale al grado di scomposizione del progetto. Al livello più basso sono situati i Work Packages, ovvero elementi d’opera o lavorazioni che sono sotto la responsabilità di un solo operatore.

La scomposizione, solitamente, si opera per livelli successivi dal generale verso l’individuazione di ogni singola attività elementare, con un processo “Top-Down”.

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Ogni casella é collegata ad uno ed uno solo degli elementi di livello superiore.

La somma degli elementi child sottostanti ad una casella parent devono costituire il 100% delle lavorazioni necessarie a descrivere la cella originaria. Se le lavorazioni sono in eccesso, o in difetto, la WBS non è corretta; potrebbero, infatti, esserci lavorazioni presenti più di una volta o al contrario lavorazioni mancanti.

Una corretta WBS permette di:

Codificare tutti gli elementi tecnici

Codificare tutte le lavorazioni

Elaborare un’analisi dei costi

Tenere sotto controllo i tempi di realizzazione dell’opera

In questo modo è possibile perseguire l’obiettivo finale mantendo gli standard di qualità richiesti della committenza nei tempi e costi previsti a monte della progettazione.

Il conclusione, la WBS può essere applicata con la stessa modalità operativa, a qualsiasi tipo di progetto architettonico. Ciascuno degli elementi costituenti l’elenco strutturato può essere analizzato singolar-mente e generare una propria elencazione, tale da gestire i dettagli dei singoli elementi, fino ad individ-uare una matrice strutturata in grado di rappresentare il progetto in tutti i suoi aspetti e nella sua intera complessità.

Poichè il progetto non può essere elaborato in una realtà al di fuori del contesto normativo, la formulazi-one della WBS deve prendere come riferimento di base uno dei sistemi di classificaziformulazi-one che normano il settore edilizio.

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3.3 Sistemi di Classificazione delle Costruzioni

3.3.1 Introduzione

Nel settore dell costruzioni l’uso di un sistema di classificazione è fondamentale avendo a che fare con descrizioni dettagliate, redazione di documenti, stime di costi, scambi di informazioni, etc. Ancora più importante, nel paradigma del BIM, classificare i modelli dei prodotti per l’edilizia in un modo standardiz-zato è uno dei passi più impotanti nell’organizzazione dei modelli di prodotti. Dando il corretto codice di classificazione, possono essere organizzati per riportare le informazioni delle costruzioni o la stima dei costi all’interno del modello dell’edificio ed inoltre possono essere classificati all’interno di database dei prodotti.

Con la crescente adozione del BIM, gli architetti e gli appaltatori spesso necessitano di organizzare un insieme di modelli di prodotti per differenti scopi come, ad esempio, la stima dei costi. Inoltre, il bisogno di scambiare le informazioni dei modelli di prodotto con i partner del progetto e i fornitori, per l’intero ciclo di vita di un edificio, sia a livello nazionale che internazionale sta crescendo. Questo enfatizza il fatto che organizzare certe informazioni in un modo sistematico è fondamentale per capire meglio ed utilizzare efficacemente le informazioni. Ad ogni modo, sono stati sviluppati vari sistemi di classiciazione da diversi paesi e istituzioni per più di cinquant’anni come BSAB in Svezia, Uniclass in Gran Bretagna, DBK in Dan-imara e OmniClass nel Nord America. Nonostante il fatto che questi sistemi di classificazione siano stati tutti sviluppati con lo scopo di classificare manufatti edilizi, ci sono rilevanti differenze tra loro. Infatti, ogni sistema ha un proprio modo di classificare i manufatti degli edifici. Lo stesso gruppo di oggetti può essere classificato differentemente nei diversi sistemi di classificazione. Il problema è che, sebbene ci

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siano stati alcuni studi sui diversi sistemi di classificazione, non c’è una chiara idea delle caratteristiche che distinguono questi sistemi l’uno dall’altro. Iniziamo esaminando l’intero campo, poi deliniamo una struttara generale che tutti i sistemi di classificazione intendono fornire. Questa impostazione ci con-sente di stabilire un metodo per le comparazioni dei sistemi di classificazione. Successivamente usando questo metodo andiamo ad esaminare i cinque principali sistemi di classificazione del Nord America, della Gran Bretagna e Nazionale. Infine, riassumeremo la comparazione di questi sistemi e identificheremo le aree per le quali necessitano di un approfondimento.

3.3.2 Struttura dei Sistemi di Classificazione

Classificare significa descrivere le entità edilizie in un modo standardizzato. Un sistema di classificazione ordina una serie di oggetti in differenti categorie, essendo queste fatte di elementi con specifiche propri-età.

Una categoria è un costrutto concettuale che si riferisce ad un gruppo di oggetti con informazioni e con una o più proprietà in comune. La classificazione organizza le categorie più generali ai livelli più alti che sono conosciuti come root levels, ovvero livelli radice. Poi, di conseguenza, le categorie più specifiche sono collocate ai livelli più bassi. Ad ogni nodo di questa gerarchia, infatti, le sottoclassi sono specializzazi-oni delle classi superiori, mentre le classi superiori sono una generalizzazione delle rispettive sottoclassi. In altre parole, le proprietà di una classe superiore sono generali e le proprietà delle sottoclassi sono specifiche degli elementi del raggruppamento.

Varie strutture di sistemi di classificazione sono state sviluppate da differenti paesi ed istituzioni come SfB e BSAB i Svezia, Uniclass in Gran Bretagna, Building 90 in Finlandia e MasterFormat o OmniClass nel Nord America. Per tradurre e mappare questi sistemi abbiamo prima bisogno di essere in grado di

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compararli basandoci su una struttura comune. Quello che le caratteristiche generali di ogni sistema di classificazione dovrebbero fornire e come questi sistemi dovrebbero essere comparati con gli altri, risul-ta poco chiaro.

3.3.3 Caratteristiche strutturali del Sistema di Classificazione Edilizia

In questo capitolo l’obiettivo principale è di mettere insieme un modello che fornisca le caratteristiche fondamentali di ogni sistema di classifcazione a scopo comparativo. Pertanto le caratteristiche strutturali dei sistemi di classificazione sono organizzate secondo quattro criteri:

Finalità e proprietà del sistema di classificazione

Struttura del sistema di classificazione

Principi di raggruppamento all’interno del sistema di classificazione

Organizzazione e tassonomia delle tabelle

Questi criteri stabiliscono la metodologia per studiare i differenti sistemi di classificazione e per distingu-ere questi sistemi. Lo studio, successivamente, investiga i principali sistemi di classificazione del Nord America, della Gran Bretagna e dell’Italia che sono utilizzati per classificare i modelli edilizi. Piuttosto che descrivere un sistema alla volta, si considera ognuno sotto i quattro aspetti sopra menzionati per dar luogo ad un raffronto più dettagliato. I sistemi di classificazione che vengono studiati sono OmniClass; MasterFormat e UniFormat usati nel Nord America; Uniclass adoperato nel Regno Unito; e UNI 8290 utilizzato in Italia.

3.3.3.1 Finalita’ e Proprietà

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definire la finalità della classificazione stessa. Lo scopo delinea le proprietà di interesse per la classificazi-one e stabilisce come un oggetto dovrebbe essere diviso all’interno delle categorie.

Pertanto, finalità e proprietà sono caratteristice fondamentali del sistema di classificazione.

3.3.3.2 Struttura del Sistema di Classificazione

La struttura fornisce una base concettuale per il settore dell’edilizia. Se questa rappresentazione con-cettuale desidera essere accettata nel settore delle costruzioni, deve avere un fondamento significativo e fortemente teoretico ed ha anche bisogno di essere rilevante in differenti contesti. Oltre ad essere una fonte di livelli di classificazione, un sistema di classificazione ben fatto recita un ruolo fondamentale come centro di informazione per tutto il ciclo di vita del progetto. Pertanto, è importante adoperare una corretta struttura per gestire le informazioni dell’edificio. L’idea è che il sistema nazionale possa essere comparato più facilmente se segguisse la medesima definizione delle categorie degli standard. Ciò for-nisce una struttura basilare di informazioni riguardo gli edifici e le principali categorie. Seguono alcuni esempi delle principali strutture:

Tra i primi sistemi di classificazione, uno dei sistemi che è stato utilizzato in diversi paesi è Construc-tion Index/Samarbetskommitten per Byggnadsfragor. Ma non può rappresentare alcuna costruzione moderna.

A causa dei limiti di CI/SfB, l’International Organization for Standardization (ISO) sviluppò un nuovo modello di sistema di classificazione. Nel 1994, una commissione tecnica dell’ISO sviluppò una nuova struttura internazionale per la classificazione edilizia.

Il report tecnico ISO del 1994 fu preso come standard con l’ISO 12006-2. Lo standard per le costruzi-oni ISO 12006-2 è un modello per sviluppare il sistema di classificazione edilizia che può essere usato dalle organizzazioni di altre nazioni o su base regionale. Il proposito della classificazione ISO fu esteso alle informazioni dell’intero ciclo di vita che includono la gestione dell’edificio ed i prodotti e descrive

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una struttura di categorie generiche che interessano le costruzioni ed il facility management. ISO 12006-2 è sviluppata per essere la base per lo sviluppo di dettagliate tabelle di classificazione ed è stato usato in molti sistemi di classificazione edilizia come i sistemi BSAB, UniClass e OmniClass. Altri modelli definiti sono le ISO 12006-3:2007 anche conosciute come buildingSMART Data Dictionary.

3.3.3.3 Principi di raggruppamento

I sistemi di classificazione delle costruzioni hanno due differenti principi di raggruppamento. Questi sis-temi di raggruppamento sono il raggruppamento in linea diretta, anche conosciuto come enumerativo o gerarchico ,e raggruppamento a faccette detto anche combinato.

Nel raggruppamento gerarchico ogni oggetto viene catalogato sotto un’unica classe; esso risulta avere un’unica possibile collocazione all’interno del sistema. La sua individuazione avviene semplicemente fa-cendo un percorso a cascata che inizia dalla macro classe per poi arrivare alla micro classe che possiede informazioni più dettagliate. In questo tipo di raggruppamento, i nuovi oggetti non possono essere classi-ficati perciò richiederebbe di essere di volta in volta aggiornato.

Il raggruppamento a faccette rappresenta un metodo di catalogazione dell’informazione la cui peculiarità consiste nell’essere un sistema aperto e adattivo. Tale classificazione sfrutta un sistema di proprietà es-clusive rappresentanti ciascuno un aspetto persistente dell’oggetto, e capaci congiuntamente di descriv-ere l’oggetto stesso in modo esaustivo. Tali attributi sono detti faccette. In una classificazione a faccette, i nuovi oggetti possono essere classificati combinando concetti esistenti.

3.3.3.4 Organizzazione e Tassonomia delle tabelle

Nel definire i criteri di suddivisione, lo scopo della classificazione ricopre un ruolo importante. Siccome la finalità di classificazione determina le proprietà ed i nodi della tassonomia, differenti scopi di classificazi-one possono risultare in differenti tassonomie degli stessi oggetti. Esempi di criteri di suddivisiclassificazi-one in un

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contesto edilizio sono le proprietà compositive e le proprietà funzionali. Inoltre, se ogni nodo della gerar-chia definisce una categoria in accordo a un solo criterio, la classificazione è conosciuta come semplice; se sono utilizzati più criteri la classifiazione è detta mista.

3.3.4 Studio dei principali Sistemi di Classificazione

In questo paragrafo, i cinque sistemi di classificazione che sono stati sviluppati tra Nord America, Regno Unito e Italia e che sono stati adoperati per la classificazione dei medelli di prodotti edilizi, sono riassunti e revisionati.

3.3.4.1 OmniClass

L’OmniClass Construction Classification System (OCCS) è realizzato per organizzare tutte le informazio-ni edilizie. Ominformazio-niClass è supportato da CSI (Construction Specifications Institute) e da CSC (Construction Specifications Canada). Varie edizioni di OmniClass, ed i suoi predecessori come MasterFormat e Uni-Format, sono stati ampiamente usati nel Nord America per molti anni. La sua importanza risiede nel suo utilizzo all’interno del National BIM Standard negli Stati Uniti.

Finalità e Proprietà

OmniClass è progettato per assistere nell’organizzazione, ordinare e recuperare informazioni da usare nella preparazione delle informazioni di progetto, costi e specifiche informazioni ed altre informazioni generate durante l’intera gestione del ciclo di vita. É utile per molte applicazioni come l’organizzazione delle librerie di materiali. La sua finalità è di fornire una classificazione per tutti i prodotti e le procedure per l’intero ciclo di vita del progetto, dall’ideazione alla dismissione. È stato concepito per comprendere

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tutti i livelli di dettaglio di un’opera.

Struttura

OmniClass segue la struttura stabilita dal report tecnico ISO 14177 che fu poi definito come standard ISO 12006-2. Esso incorpora altri sistemi oggi in uso come base di molte delle sue tabelle come Master-Format per le tabelle dei risultati di lavoro, UniMaster-Format per le tabelle degli elementi, e EPIC (Electronic Product Information Cooperation) per la strutturazione dei prodotti. Di tutte le strutture, ISO 12006-2 e ISO 12006-3, hanno un impatto più immediato su OmniClass.

Principi di raggruppamento

OmniClass è una classificazione a faccette che ha l’abilità di classificare da più punti di vista e di strutturare le informazioni. Questo ha reso OmniClass utile nella gestione delle informazioni di progetto. OmniClass utilizza 15 differenti tabelle ISO, ognuna delle quali rappresenta una differente faccetta delle informazi-oni edilizie. Ogni tabella può essere adoperata indipendentemente per classificare un particolare tipo di informazione, o può essere combinata con altre tabelle per classificare un’entità che non è presente.

Organizzazione e Tassonomia

OmniClass è composto da 15 tabelle, ciascuna delle quali tratta differenti informazioni sulla costruzione. Ogni tabella a sua volta può essere usata indipendentemente dalle altre per poter catalogare una deter-minata informazione. Queste tabelle corrispondono all’organizzazione di informazioni ISO 12006-2. Tra le 15 tabelle, la tabella 21, 22 e 23 riguardano specificamente la classificazione dei prodotti edilizi. La tabella 21 (Elementi) si basa su UniFormat, la tabella 22 si basa su MasterFormat. La tabella 23 (Prodotti) si basa su EPIC.

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3.3.4.2 MasterFormat

MasterFormat è prodotto dagli istituti di ricerca Construction Specification Institute (CSI) e Construc-tion SpecificaConstruc-tion Canada (CSC). È usato per gran parte della progettazione edilizia del Nord America ed è stato uno standard per organizzare le informazioni delle costruzioni dagli anni ’60. L’edizione del 2004 fu modificata con OmniClass come riferimento così che può essere utilizzata come una tabella Omni-Class ed essere coordinata con le altre tabelle.

Finalità e Proprietà

Il principale ambito di applicazione di MasterFormat è quello della titolazione e sistemazione di manuali di progettazione. Il suo uso originale è stato quello di organizzare offerte ed esigenze contrattuali, de-scrizioni e informazioni dei prodotti. Successivamente ha iniziato ad essere usato per la classificazione dei prodotti ed altre informazioni tecniche.

Struttura

MasterFormat è stato sviluppato basandosi sul riconoscimento di problemi di informazioni di file iniziata nel 1972 e la sua struttura fu stabilita prima dell’ISO 12006. La struttura di MasterFormat fa affidamento su indici pubblicati, pratica nel settore, ed uno sviluppo graduale.

Principi di Raggruppamento

MasterFormat è un Sistema di classificazione gerarchico. È organizzato ad elenco. MasterFormat fu pe-santemente aggiornato e nell’ultima versione furono aggiunte nuove sezioni.

Organizzazione e Tassonomia

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prodotti costruttivi e attività collegate sono titoli di un livello o “divisioni”. Ogni divisione è composta da, livello due, livello tre, livello quattro e spesso i numeri ed i titoli gradualmente descrivono aree più det-tagliate. Questi numeri e titoli sono strutturati a livello internazionale per anticipare la crescita e l’espan-sione nel futuro attraverso l’organizzazione in cinquanta divisioni. Risulta, perciò, espandibile in qualsiasi momento, senza necessità di stravolgere l’intero sistema.

3.3.4.3 UniFormat

Nel 1973 Hanscomb Associates, un consulente dei costi, sviluppò un Sistema chiamato Mastercost per l’ American Institute of Architects (AIA) mentre l’U.S. General Services Administration (GSA) stava allo stesso tempo sviluppando un proprio sistema. L’AIA e la GSA si accordarono su un sistema chiamato Uni-Format. Successivamente nel 1989, ASTM International iniziò a sviluppare uno standard per la classifica-zione degli elementi edilzi, basata su UniFormat. Questa fu rinominata UniFormat II. Nel 1995, Construc-tion SpecificaConstruc-tion Institute (CSI) e ConstrucConstruc-tion SpecificaConstruc-tion Canada (CSC) revisionarono UniFormat e l’ultima versione fu pubblicata nel 2010.

Finalità e Proprietà

UniFormat organizza le informazioni delle costruzioni secondo l’esperienza di operatore del settore in funzione dell’incidenza sui costi e frequenza di utilizzo. Siccome UniFormat organizza gli articoli in base agli elementi costitutivi, una versione modificata fu usata nelle sviluppo della tabella 21 di OmniClass. Il suo principale utilizzo è quello di format per computisti per elaborare stime dei costi riferite alle fasi di progetto.

Struttura

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costi e descrizioni delle fasi preliminari del progetto. Contiene articoli basati sul giudizio di professionisti dell’edilizia. Si riferisce a parti fisiche dell’edificio con un particolare design, costruzioni o soluzioni tec-niche in accordo con l’ISO 12006-2.

Principi di Raggruppamento

La struttura di UniFormat è gerarchica e permette l’aggregazione e la sintesi a differenti livelli.

Organizzazione e Tassonomia

UniFormat ospita le principali categorie di informazioni delle costruzioni divise in base alle specifiche fun-zioni. Queste funzioni includono nove categorie in tre livelli gerarchici. Ospita nove categorie al livello 1 come: A: sottostruttura; B: involucro; C: interni; D: impianti; E: attrezzatura e arredamenti; F: costruzioni speciali e demolizioni; G: area di lavoro; Z: generale.

3.3.4.4 Uniclass

UniClass si propose come sostituto degli standard CI/SfB che erano stati usati come Work Breakdown Structure rappresentativa in Europa. UniClass dapprima venne pubblicato nel 1997 nel Regno Unito supportato dal Construction Project Information (CPI). Nel 2011, il Comitato CPI (CPIc) appoggiò la proposta della NBS (National Building Specification) di unificare UniClass.

Finalità e Proprietà

UniClass è sviluppata con il proposito di essere un sistema di classificazione per tutti gli aspetti della pro-gettazione e del processo costruttivo. Ovvero per l’organizzazione delle librerie di materiali e per strut-turare modelli di prodotti ed informazioni di progetto.

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Struttura

UniClass fu pubblicato in accordo con la ISO 12006-2 e si proponeva di integrare molteplici tabelle es-istenti incluse la tabella 1 di SfB e la CAWS (Common Arrangement of Work Sections for building works). UniClass contiene faccette per includere CAWS per i lavori architettonici, EPIC e Civil Engineering Standard Method of Measurement (CESMM) per le misurazioni. Inizialmente era basato su la ISO TR 14177:1994 ma successivamente fu uniformato alla ISO 12006-2.

Principi di Raggruppamento

UniClass può essere definito come un sistema a Faccette gerarchico, nonostante in certe parti si rifaccia ad un sistema Enumerativo. Le tabelle associate a questa norma permettono di definire un progetto in modo molto dettagliato. Le tabelle devono essere in grado di accogliere le nuove tecnologie e quelle che ben presto verranno sviluppate.

Organizzazione e Tassonomia

UniClass aveva originariamente 15 tabelle ma UniClass II ne ha lasciate undici rappresentati faccette separate. Nonostante ogni gruppo di tabelle contenga entità simili, la sua gerarchia è composta da codici, da due a sei caratteri. Le tabelle dei risultati dei lavori di Uniclass II come per esempio la tabella J “sezioni dei lavori per gli edifici”, la tabella K “lavori di ingegneria civile”, la tabella G “elementi degli edifici” e la tabella L “prodotti delle costruzioni”, possono essere usati per classificare modelli di prodotti, ma non c’è un collegamento semplice tra queste tabelle. La classificazione e la sua successiva identificazione avviene attraverso un codice a coppie di numeri decimali, che ne descrivono il livello di dettaglio; si parte dalle prime due cifre rappresentanti il gruppo a cui appartiene l’elemento fino ad arrivare al sottogruppo in cui vengono attribuiti altri aggettivi all’elemento stesso, in grado di definirlo nel modo più preciso ed univoco possibile.

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3.3.4.5 UNI 8290

Pubblicata nel 1981, la Norma UNI 8290 è ancora attualmente la norma di riferimento in Italia dove è ampiamente diffusa.

Finalità e Proprietà

La norma è stata pensata per consentire una ordinata e organica scomposizione di un sistema edilizio in più livelli, con regole omogenee. La finalità del lavoro consiste nell’articolare un elenco voci secondo la logica delle opere compiute, al fine di permettere stime analitiche, come il costo per unità di misura dei singoli interventi necessari alla realizzazione di un opera; che stime elementari, come il costo per unità di misura delle unità tecnologiche.

Struttura

La UNI 8290 si presenta come un sistema di clafficizione gerarchico. Nuovi elementi possono essere catalogati solo se rientrano nelle categorie esistenti.

Principi di Raggruppamento

La norma si fonda su un criterio di definizione dei termini basato sulla funzione convenzionalmente at-tribuita all’oggetto, considerato come parte del sistema edilizio. L’attenzione è posta sulle categorie di elementi tecnici e peculiarità (del materiale o delle modalità di esecuzione), perché rappresentano il con-tenuto essenziale del messaggio che si vuole veicolare all’utente in termini di intervento associato ad un prezzo.

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Organizzazione e Tassonomia

La Uni 8290 prefigura una sequenza classificatoria che si basa sulla scomposizione dell’edificio in classi di unità tecnologiche; ogni classe di unità tecnologica è a sua volta scomposta in unità tecnologiche; ogni unità tecnologica è a sua volta scomposta in classi di elementi tecnici. La scomposizione può essere este-sa ad ulteriori livelli (quarto livello e successivi); la norma non contempla le voci di questi livelli, ma fiseste-sa alcuni criteri per la loro individuazione.

3.3.5 Confronto e Considerazioni

Basandoci sui criteri stabiliti in questo testo, lo studio dei cinque principali sistemi di classificazione per i modelli di prodotti per l’edilizia è riassunto nella tabella 1. Questi quattro criteri, facilitano la comparazi-one dei sistemi per esaminare punto per punto gli aspetti in comune e le differenze dei sistemi di classi-ficazione. Usando questo metodo, le caratteristiche principali di ogni sistema possono essere distinte ed analizzate in relazione agli altri sistemi. Per esempio, UniClass e Masterformat hanno diverse finalità e differenti principi di raggruppamento. Perciò, per compararli, solo la tabella corrispondente UniClass che è collegata ai risultati dei lavori può essere comparata con la tabella di MasterFormat.

Questa tabella mette anche in evidenza le aree che richiedono una maggiore attenzione quando si sche-matizzano i sistemi di classificazione. Per esempio, nello schematizzare UniClass e OmniClass, sebbene entrambi abbiano simili finalità e simili principi di raggruppamento nella classificazione dei modelli di pro-dotto, le differenze di struttura dovrebbero essere attentamente considerate. Come indica la tabella 1, le differenze fondametali negli oggetti delle categorie all’interno di OmniClass e UniClass è dovuta al fatto che i due sistemi seguono differenti schemi di strutture. Anche questi sistemi hanno differenti strategie per la loro organizzazione interna e tassonomia. Sebbene all’interno di ogni classificazione a faccette le

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tabelle possono essere usate in combinazione con le altre, le differenze nelle strategie organizzative di ogni sistema rende difficile il passaggio a tabelle di riferimento di differenti sistemi di classificazione. La sfida sta nel trovare una logica fra le tabelle con un simile terminologia, sequenza, raggruppamenti e codici. Se le tabelle degli elementi, delle sezioni dei lavori, e dei prodotti si allineassero, le sezioni dei lavori potreb-bero essere usate per collegare elementi progettati ai loro prodotti di componenti. Ma anche all’interno di un sistema di classificazione, per esempio all’interno di OmniClass o di UniClass, le tabelle non si allineano. I prossimi lavori dovrebbero incoraggiare questa analisi di comparazione per gli altri sistemi di classificazione nazionale come BSBA in Svezia e DBK in Danimarca.

Inoltre c’è bisogno di avere una linea guida strutturata per combinare i sistemi di classificazione su scala in-ternazionale. Infatti mappare le informazioni dei più importanti sistemi di classificazione di prodotti dareb-be un importante vantaggio a tutto il settore. Il rapido sviluppo dell’information technology all’interno del settore delle costruzioni e la globalizzazione delle materie costruttive e dei prodotti, richiede un coordi-namento internazionale degli standard e del sistema di classificazione. Ci sono stati alcuni studi in Svezia per uniformare BSBA con gli IFC. Gli studi futuri necessitano di chiarire come la struttura di classificazione degli IFC, un neutro open standard internazionale, possa essere coordinata con gli industry standard già consolidati ed i sistemi di classificazione. BuildingSMART Data Dictionary (bSDD) che è un’ontologia basata sugli ISO per il settore edilizio e delle costruzioni può comportarsi come un’ontologia di standardizzazione internazionale per rendere possibile il coordinamento dei sistemi di classificazione. Cosi, gli studi futuri ne-cessitano di investigare i modi di aggiungere questo livello di ontologia all’attuale sistema di classificazione di modo tale che questo strato possa fornire le capacità per comparare e mappare i sistemi di classificazione. Inoltre, un’altra questione consiste nel fatto che ci sono particolari tipologie di elementi edilizi che potreb-bero difficilmente essere classificati. Per esempio qualche volta è difficile separare le pareti delle coperture o descrivere una comune sezione di una parete. Il sistema di classificazione dovrebbe essere versatile in modo tale da poter collocare nuovi prodotti.

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3.1

Tabella 1 Sistema di Classificazione OmniClass MasterFormat UniFormat UniClass UNI 8290

Paese di Origine Nord America Nord America Nord America Regno Unito Italia

Lingua Inglese Inglese Inglese Inglese Italiano

Finalità e proprietà

Organizzazione, elencazione e re-cupero delle infor-mazioni dei pro-dotti per tutti gli elementi costrut-tivi

Specifica per or-ganizzare i risultati delle lavorazioni, i requisiti, i prodotti e le attività

Per ordinare le in-formazioni delle costruzioni, organ-izzate sulla base di parti fisiche sec-ondo l’esperienza gestionale.

Per tutti gli aspet-ti del processo di progettazione e costruzione. Per organizzare libre-rie di materiali.

Per ordinare tutte le componenti fi-siche che compon-gono l’edificio.

Struttura

ISO 12006-2, ISO 12006-3,

Pratica nel settore e graduale svilup-po ISO 12006-2, e pareri profession-ali ISO 12006-2 ISO 12006-2 Principi di

raggruppamento a faccette gerarchico a faccette a faccette gerarchico

Organizzazione e tassonomia delle tabelle

15 tabelle colle-gate categorizzate per nome e nu-mero. Una combi-nazione delle 21 tabelle permette di classificare con precisione

Una tabella con una serie di 6 nu-meri e nomi: il livel-lo 1 ha 50 divisioni ognuna delle quali è divisa in ulteriori livelli

Una tabella con codici alfanumerici e titoli in 5 livelli: il livello 1 è diviso in nove categorie divise per una fun-zione specifica. Il livello 2 individua le parti costituenti. La divisione tra le faccette è basata su 11 tabelle con lettere dell’alfabe-to e all’interno di ogni faccetta da 6 cifre.

Una tabella sud-divisa in Classi di Unità Tecnolog-iche, a loro volta suddivise in Unità Tecnologica, ulteri-ormente suddivise per Classi di Ele-menti Tecnici.

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3.4 Redazione della WBS di progetto

Per redigere la WBS del Piano di Manutenzione del Sistema di sicurezza e antincendio si è deciso di ad-ottare un’impostazione originale. In questo modo si è riusciti a descrivere nel migliore dei modi l’intero processo senza tralasciare alcun aspetto.

Per prima cosa si è andati a scomporre l’Impianto di sicurezza e antincendio in entità elementari, dette Work Breakdown Element. La lista dei WBE risultante è così composta:

Centrale di controllo e Segnalazione

Apparecchiatura di alimentazione

Gruppi soccoritori

Rilevatore manuale di incendio

Rilevatore di fumo

Pannello degli allarmi

Lampade autoalimentate

Estintore a polvere

Tubazioni in acciaio zincato

Idranti a colonna soprasuolo UNI 70

Naspi UNI 45

Serrande tagliafuoco

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Impianto di Sicurezza e Antincendio Impianto Elettrico Progetto Costruzione Impianto Sicurezza Passiva Sicurezza Attiva Piano di Manutenzione Alimentazione Terminali Tubazioni in acciaio zincato Estintori a polvere Idranti a colonna soprasuolo Naspi Porte Tagliafuoco Serrande Tagliafuoco Pannello degli allarmi Rilevatori di fumo Rilevatore manuale Centrale di Controllo Gruppi Soccorritori Apparecchiatura di alimentazione

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Successivamente si è andati a classificare ed ordinare tali contenuti seguendo un processo Top-Down e mediante regole concettuali che ne hanno permesso l’organizzazione e la rappresentazione grafica nella tipica forma ad albero.

La casella master è, chiaramente, l’Impianto di Sicurezza e Antincendio. Da qui deriva il secondo livello al quale si trovano le task: Impianto Elettrico, Costruzione Impianto, Sicurezza Passiva, Sicurezza Attiva e Progetto. Dalla task parent Impianto Elettrico derivano le caselle Alimentazione e Terminali. Alle estrem-ità del diagramma ad albero troviamo, infine, i Work Packages ovvero le unestrem-ità elementari dell’opera. Nella WBS così organizzata ogni casella risulta essere collegata ad un solo elemento del livello superiore e la somma degli elementi child di ogni task risultano rappresentare il 100% delle lavorazioni necessari a descrivere la cella parent.

É curioso notare come la WBS non contenga solamente gli elementi oggetto del Piano di Manutenzi-one, ma anche il Progetto del Piano di Manutenzione stesso. Infatti, grazie a questa operaziManutenzi-one, vengono considerati anche i tempi ed i costi necessari alla redazione del piano stesso, di modo tale da contenere la totalità delle azioni necessarie a definire la master e a garantire il perseguimento dell’obiettivo finale mantenendo gli standard di qualità richiesti nei tempi e costi previsti a monte della progettazione. Grazie a questi accorgimenti è stata ottenuta una corrretta WBS che permette di codificare tutti gli ele-menti dell’impianto di sicurezza e antincendio, di poter elaborare un’analisi dei costi e di avere il controllo dei tempi di gestione dell’impianto stesso.

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3.5 STR Vision CPM

STR Vision CPM è un software evoluto e flessibile che consente di gestire i processi di preventivazione, sicurezza, contabilità lavori e pianificazione manutentiva sia di piccoli progetti che di grandi opere. È contraddistinto da una completezza funzionale che gli consente di rispondere puntualmente alle esi-genze normative richieste dai committenti pubblici, mentre la velocità e semplicità d’uso risultano fonda-mentali nella realizzazione di computi e contabilità lavori anche per i committenti privati.

In questo software l’inserimento dei dati avviene in una griglia simile a quelle di un foglio di calcolo excel, consentendo di lavorare in modo naturale grazie a meccanismi noti quali ordinatori e filtri tipici.

STR Vision CPM non si limita alla sola preventivazione e contabilità lavori, ma permette di gestire listi-ni, fare analisi prezzi e analisi giustificative, eseguire la programmazione lavori con diagrammi di Gantt, sviluppare i piani di manutenzione dell’opera, compilare Piani di sicurezza e Capitolati speciali d’appalto, tenere un Giornale lavori giornaliero e infine estrapolare i dati in report prodotto con la business intelli-gence integrata.

Questo programma è anche uno strumento fondamentale per la progettazione ed esecuzione dei lavori con l’approccio BIM oriented. Il modulo di Quantity Take Off consente di interoperare con i software di progettazione e strutturali per completare il modello 3D del progetto con le informazioni di tempo (4D) e costi (5D), grazie allo standard IFC.

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3.5.1 Interoperabilità con software BIM

Il Quantity Take Off (QTO) è il primo modulo che consente a STR Vision di integrare in un processo BIM le fasi di preventivazione, pianificazione, gestione e contabilizzazione dell’opera edile.

Il QTO si innesca ed interagisce con la fase di progettazione e rappresenta una piattaforma aperta nella quale importare il progetto 3D dell’opera grazie all’interoperabilità garantita dallo standard internazion-ale di interscambio dati IFC.

Mediante il QTO è possibile importare differenti e molteplici file in standard IFC, anche riferiti a diverse discipline (impianti, architettura, struttura) rendendo le informazioni disponibili per analisi e per le attivi-tà di computazione, programmazione e contabilizzazione dell’Opera.

Il viewer 3D integrato in STR Vision QTO, permette di esplorare il modello 3D del progetto attraverso molteplici strumenti fra loro sincronizzati ed interagenti.

3.5.1.1 BIM Viewer

Si tratta del visualizzatore del modello tridimensionale del progetto importato. Attraverso strumenti qua-li zoom, rotazione, selezione, ed i piani di tagqua-lio, è possibile navigare agevolmente all’interno del modello.

3.5.1.2 Albero di navigazione

Il progetto dell’opera può essere anche efficacemente analizzato attraverso un albero di organizzazione gerarchica degli oggetti 3D, definibile come albero topologico. L’albero di navigazione ed il modello graf-ico 3D dell’opera sono sincronizzati; pertanto la selezione di un elemento foglia sull’albero ne determi-na la selezione sul modello grafico e viceversa. L’albero organizza gli elementi in base all’organizzazione spaziale del progetto e alla tipologia degli oggetti stessi. Nel caso siano caricati graficamente più modelli, saranno caricati altrettanti alberi di navigazione disgiunti.

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3.2

Importazione in STR Vision del mod-ello BIM tramite IFC

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3.5.1.3 Ricerca

L’analisi del progetto 3D si avvale di uno strumento di ricerca che permette di filtrare gli oggetti 3D del progetto per tipologia, impostando condizioni di filtro sulle proprietà dimensionali degli oggetti stessi. Il risultato della ricerca è evidenziato graficamente nel modello 3D.

3.5.1.4 Lettura proprietà degli Oggetti 3D

STR Vision permette di leggere le proprietà di classificazione e dimensionali degli oggetti esportate dal CAD 3D in formato IFC. In qualunque modo sia stato individuato un oggetto (selezione sull’albero di navigazione, tramite filtro, selezione sul modello grafico 3D), il sistema espone un pannello di proprietà con particolare riguardo alle proprietà geometriche-dimensionali. Tali proprietà sono rese disponibili per l’utilizzo quali take off. Ciascuna tipologia di oggetti 3D è caratterizzata dal proprio set di proprietà di-mensionali peculiari.

3.5.1.5 Take OFF

Gli strumenti di preventivazione del software si arricchiscono e potenziano grazie alla disponibilità nel modulo Vision QTO: dal progetto 3D dell’opera è possibile ricavare agevolmente le misure necessarie al calcolo delle quantità riducendo i tempi di computazione e disponendo di un maggior controllo (anche grafico) sulla qualità delle informazioni utilizzate.

Le rilevazioni possono essere composte a partire dalla griglia di inserimento dati, oppure diretta-mente selezionando un oggetto sul progetto 3D: individuata la proprietà dimensionale utile, attraver-so il drag&drop è possibile trascinarla nel campo quantità sulla riga di computo o nella rilevazione delle misure. È disponibile un editor di formule nel quale richiamare le proprietà dimensionali degli oggetti 3D. Nel calcolo delle quantità potranno essere utilizzate a detrarre o a sommare le quantità dimensionali di oggetti grafici fra loro correlati.

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La possibilità di importare tutte le tipologie di progetti 3D riferiti all’opera, permette di computare sia gli elementi architettonici che strutturali e degli impianti.

3.5.1.6 Aggiornamento del preventivo

STR Vision permette di realizzare diverse versioni di preventivo riferiti ad un medesimo lavoro e con il supporto di uno o più progetti 3D dell’opera. Ciascuna rilevazione del preventivo viene a correlarsi con uno o più oggetti 3D. A seguito del caricamento di progetti aggiornati è possibile generare un nuovo com-puto attraverso l’aggiornamento automatico delle quantità (take off) utilizzate. L’aggiornamento avviene a parità di identificativo degli oggetti, pertanto possono presentarsi situazioni importanti da evidenziare quali per esempio l’assenza nel progetto 3D aggiornato di oggetti cui fanno riferimento una o più righe di computo: tali rilevazioni possono essere contrassegnate tramite un raggruppatore che permetta l’indi-viduazione nel preventivo variante e la successiva gestione da parte dell’operatore.

3.5.1.7 4D e 5D

Attraverso l’integrazione con il modulo Programmazione Lavori 4D è possibile gestire i tempi integrando i modelli 3D ai diagrammi di Gantt di progetto. Per il 5D attraverso l’analisi prezzi e costi, unitamente al modulo Fabbisogni Programmati è possibile generare viste di budget per WBS di progetto attraverso prospetti avanzati di Business Intelligence.

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3.5.2 Piani di Manutenzione

STR Vision CPM soddisfa ogni esigenza inerente la stesura dei Piani di Manutenzione prevista dal Reg-olamento dei Contratti Pubblici e dalle recenti nuove norme tecniche, come elaborato obbligatorio per il progetto esecutivo delle opere. Per rendere più agevole ed efficace il compito dell’utente finale, è dis-ponibile una ricca Banca Dati suddivisa in Unità tecnologiche e Componenti manutentive.

Il manuale d’uso, il manuale di manutenzione e il programma di manutenzione sono gli elaborati fonda-mentali di cui si compone il Piano di manutenzione al fine di ottenere quanto serve per mantenere in efficienza nel tempo l’opera realizzata.

Le Classi di Unità tecnologiche, le Unità Tecnologiche e le Componenti manutentive conformi alle indica-zioni delle norme UNI, costituiscono le basi su cui redigere i documenti previsti dal piano manutentivo. È disponibile una ricca Banca Dati di Classi di unità tecnologiche, suddivise in Unità tecnologiche e Com-ponenti manutentive, col risultato di contenere significativamente i tempi di redazione del documento e aumentando al contempo i livelli di affidabilità tecnico-normativi richiesti.

Un piano di manutenzione può essere redatto in diverse modalità:

Piano di manutenzione ex novo: il piano di manutenzione viene redatto attingendo direttamente dalla Banca Dati di elementi/componenti manutentive, indipendentemente dalla stesura del preventivo dell’opera.

Piano di manutenzione basato sul computo: il piano di manutenzione viene redatto con forti cor-relazioni tecnico operative –anche in termini di costi- con l’opera da realizzare, poiché viene basato sull’integrazione tra banca dati e organizzazione del preventivo.

Piano di manutenzione derivato da listini o EPU: il piano di manutenzione viene ricavato in automati-co dalla memorizzazione in listini o Elenchi prezzi unitari delle previsioni manutentive.

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determinare i costi della manutenzione dell’opera;

disporre di “cruscotti” dinamici di valutazione dell’andamento dei costi della manutenzione nel tempo;

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3.6 Redazione Piano di Manutenzione in STR

Per prima cosa si è aperta la gestione “Piano di Manutenzione” e si è andati ad inserire i dati del progetto, come Data Inizio e Data Fine, Comune di Realizzazione, l’Oggetto del piano e la Relazione Tecnica. Successivamente si è importata la Banca Dati, contenente gli elementi manutentivi, tramite l’apposito co-mando. La Banca Dati ottenuta è strutturata in Categorie, Unità Tecnologiche, ed Elementi Manutentivi. Per ogni unità è presente una descrizione estesa, la modalità d’uso e un elenco di requisiti e prestazioni che vengono descritti singolarmente in maniera estesa con un livello di prestazioni ed il relativo livello di prestazioni minimo e con l’elenco delle normative di riferimento. Inoltre per ogni elemento il software individua le anomalie specifiche, ed un elenco di controlli ed interventi che dovranno essere eseguiti per mantenere l’integrità dell’elemento.

Per compilare il piano si è aperta la gestione “Piano di manutenzione” e sulla destra si è aperto il riquad-ro d’aiuto in cui si triquad-rovano le banche dati caricate nel software, tra cui la banca dati appena importata, “Banche dati manutenzioni”. A partire da questo riquadro sono state scelte le voci degli elementi ma-nutentivi relativi all’impianto antincendio e tramite un’operazione di drag & drop sono stati trascinati e rilasciati all’interno del Piano di Manutenzione. Si è proceduto così per tutti gli elementi dell’impianto antincendio.

Sono state poi personalizzate le righe del Piano aggiungendo la WBS appositamente creata per questa parte del progetto.

Una volta inserite tutte le voci, si è andati a produrre il Computo delle Risorse per calcolarne l’importo attraverso il pannello Controlli ed Interventi. Nel riquadro d’aiuto si è aperto l’Elenco Prezzi, e dopo aver scelto le voci da utilizzare, sono state trascinate direttamente nel pannello Computo delle Risorse. Si è

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poi indicata la quantità in ore. L’importo che ne deriva viene automaticamente calcolato e messo in relazi-one all’intervento corrente.

Completata la parte di calcolo dei costi, si è passati alla generazione del Programma delle Manutenzioni tramite l’omonimo comando. Viene così visualizzato il Gantt del Programma di Manutenzione con la dis-tribuzione nel tempo di tutti i controlli e di tutti gli interventi, nonchè la previsione dei costi presunti per la manutenzione del bene.

Il Piano di Manutenzione creato dal software è composto da:

Manuale d’uso, suddiviso a sua volta in Parti d’opera, Unità tecnologiche ed Elementi manutentivi. Per ogni elemento manutentivo sono indicate le modalità di utilizzo, le modalità di conservazione e le altre descrizioni aggiute durante la compilazione del piano.

Manuale di manutenzione, suddiviso per Parti d’opera, Unità tecnologiche ed Elementi manutenti-vi. Riporta le Anomalie riscontrabili, le rappresentazioni grafiche, il livello minimo prestazionale e le risorse necessarie per eseguire l’intervento manutentivo. Riporta anche il computo delle risorse defi-nite per ogni intervento e il diagramma con la pianificazione degli interventi previsti.

Programma di manutenzione, suddiviso in tre sottoprogrammi: il Programma delle prestazioni forni-te dall’opera, il Programma dei controlli, ed il Programma degli inforni-terventi.

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3.3 Grafico di Gantt e stima dei costi nel

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3.7 Considerazioni su BIM applicato al FM

Le applicazioni BIM sono state meticolosamente discusse per quanto riguarda le fasi di pianificazione, progettazione e costruzione. Il BIM applicato al Facility Management, invece, è ancora considerato un campo in crescita. La comprensione del potenziale valore aggiunto dato dal BIM nel FM è fondamentale in queste fasi iniziali. Le ricerche condotte in passato dimostrano come ci sia un accordo nel riconoscere il valore del BIM nel FM. Ciò dimostra che il valore del BIM nel FM deriva da:

Miglioramento dell’attuale processo manuale di inserimento di informazioni;

Maggior accuratezza delle informazioni relative al FM;

Incremento dell’efficienza del lavoro, in termini di velocità, per accedere ai dati e localizzare gli ele-menti.

Tuttavia ci sono alcuni ostacoli che limitano lo sfruttamento del BIM nel FM, come ad esempio:

Una mancanza di ruoli chiari e responsabilità.

La mancanza di casi studio sull’applicazione del BIM al FM.

Con questo lavoro si è voluto contribuire a crearne uno con la volontà di dimostrare la validità dell’appli-cazione del BIM al FM.

I risultati di questo caso studio dimostrano, tramite un esempio pratico, come il BIM possa portare benef-ici per l’effbenef-icienza del flusso di lavoro, dei processi, e nell’accuratezza delle informazioni affidate alle com-ponenti del progetto. Inoltre, nella mentalità procedurale e culturale nel settore dell’edilizia i responsabili del Facility Management, solitamente, sono chiamati in causa solo nelle ultimissime fasi della proget-tazione. Grazie alla metodologia BIM e all’interoperabilità tra software il passaggio dall’esportazione del modello dell’edificio alla computazione dei costi di gestione è estremamente veloce; in questo modo la

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figura del Facility Manager diventa centrale perchè in grado di valutare giorno dopo giorno con estrema rapidità i costi derivanti dalla gestione dell’opera e quindi di imporre immediate modifiche al progetto stesso. In questo settore in cui i costi di gestione sono di gran lunga superiori agli importi destinati alla costruzione, la progettazione BIM oriented risulta quindi essere un valore aggiunto sia in termini di eco-nomicità che di sostenibilità.

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Riferimenti

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