• Non ci sono risultati.

La corrispondenza commerciale tra Giovan Pietro Vieusseux e i gabinetti di lettura negli Stati italiani preunitari (1822-1839)

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "La corrispondenza commerciale tra Giovan Pietro Vieusseux e i gabinetti di lettura negli Stati italiani preunitari (1822-1839)"

Copied!
55
0
0

Testo completo

(1)

La corrispondenza commerciale tra Giovan Pietro

Vieusseux e i gabinetti di lettura negli Stati italiani

preunitari (1822-1839)

Analisi generale della corrispondenza

Nel tentativo di individuare i rapporti che Giovan Pietro aveva con gli allora esistenti gabinetti di lettura del Granducato di Toscana e di altri Stati italiani mi sono servito, come già accennato, del Copialettere conservato presso l'Archivio Storico dell'istituto. I limiti cronologici della ricerca sono il 1822, anno in cui ha inizio la stesura del copialettere, e il 1839, data arbitraria che abbiamo scelto, come già s'è detto, per motivi pratici, dato che il copialettere, regolarmente redatto fino al 1863 non è stato ancora completamente indicizzato; anche se non mancheranno riferimenti agli anni immediatamente successivi legati generalmente alla continuità della corrispondenza con gabinetti di lettura avviati grazie al sostegno di Giovan Pietro negli anni compresi entro i limiti cronologici indicati: 1822-1839.

L'interrogazione dell'indice tematico e nominale è avvenuta in più fasi. Dopo una prima, ampia, ricerca dall'indice chiuso dei soggetti, per la voce “gabinetti di lettura”, dalla quale ho ottenuto 150 risultati, 5 dei quali riguardanti il 1840 ancora indicizzato solo per quanto riguarda i primi mesi dell'anno, ho ampliato i risultati ottenuti facendo singole ricerche per nome e luogo di destinazione. I documenti così ottenuti sono un corpus di circa 200 lettere indirizzate da Giovan Pietro a più di 60 destinatari. Cercare di trarne delle tipologie risulterebbe poco utile per cui rimanderò ad una loro

(2)

contestualizzazione ogni volta che ce ne sarà bisogno. Del resto capiterà spesso di parlare di personaggi come Tommaseo verso il quale una qualsiasi presentazione sembra inopportuna, ma al contempo di personaggi come Francesco Orioli o Pierre Senn, di certo non universalmente conosciuti ma riconoscibili nei loro rispettivi ambiti d'interesse, come anche di perfetti sconosciuti che non hanno lasciato che labili tracce.

Tra i luoghi di destinazione delle lettere, 30 in tutto, alcuni sono anche i luoghi oggetto del contenuto delle missive stesse, altri solo luoghi di destinazione, spesso momentanei, dove risiede il destinatario. A Verona, ad esempio, viene indirizzata una lettera a Filippo De Jager che però richiede il pagamento degli «Annali di Padova» da parte del gabinetto di lettura di Lucca. Anche in questo caso il semplice luogo di destinazione potrebbe trarre in inganno ma ugualmente possiamo trarne alcune informazioni interessanti. Dei 30 luoghi di destinazione interessante è notare come appena 2 siano a sud di Roma (Napoli e Palermo)1.

Non mi spingo oltre con analisi di questo genere anche perchè essendo realizzate su documenti selezionati arbitrariamente o comunque tramite una ricerca per soggetto si rischia di dare false informazioni se non del tutto false quantomeno viziate. Certo è che i rapporti con il Regno delle Due Sicilie furono sempre difficoltosi e soprattutto a Napoli Giovan Pietro non riuscì mai a trovare un corrispondente fidato mentre più vivaci furono i rapporti con gli intellettuali siciliani e alcune loro accademie e gabinetti.

1 Rapporti certi il Vieusseux li ebbe anche con Ettore Fanoj e il Gabinetto di lettura di Catania, si veda MARIA IOLANDA PALAZZOLO, Editori, librai e intellettuali. Vieusseux e i

(3)

In ogni caso individuare tra le lettere del ginevrino quali avessero come fine quello dell'allestimento di un gabinetto di lettura non è sempre semplice. In alcuni casi il rapporto con taluni gabinetti non viene formalizzato e il Vieusseux si limita a ricevere le associazioni alle riviste, oltretutto avendo come destinatario un proprio corrispondente. In altri casi, non ci viene data nessuna informazione circa l'uso di libri e riviste spedite dal Vieusseux e solo con una analisi incrociata con altre fonti si riesce a scoprire la natura di certe richieste. A Luigi Vangucci Giovan Pietro il 3 settembre 1842 invia una lettera con la quale definisce un contratto di abbonamento per la biblioteca circolante senza dare ad intendere che la richiesta del titolare della tipografia Cino di Pistoia riguardi l'apertura di un gabinetto di lettura. La conferma l'abbiamo nel già citato articolo della «Rivista europea» del 18422, dove troviamo l'indicazione circa l'allestimento di un piccolo gabinetto da parte dei soci della tipografia Cino. Mi sembra dunque probabile che tra le lettere di Giovan Pietro, anche per il periodo di tempo preso in esame si possano riuscire ad individuare altri rapporti, magari indiretti e formalizzati nelle sole associazioni alle riviste, con proprietari e gestori di gabinetti e sale più o meno piccole di lettura.

Infine, del nucleo di documenti presi in esame ho preferito, anziché una presentazione cronologica, individuare alcuni temi con i quali, del resto, cercherò di perorare la tesi della diffusione della lettura e della cultura promossa da Giovan Pietro Vieusseux tramite il suo gabinetto e il sostegno agli istituti simili che si proponevano di nascere grazie al suo aiuto. Un impegno costante che, solo poche volte, nel copialettere,

2 Sullo stato attuale della letteratura in Toscana. Lettera quarta al ch. Sig. Gottardo Calvi, in «Rivista Europea», anno V, parte III, 1842.

(4)

lascia trapelare lo slancio passionale del Vieusseux ma che si traduce nella grande professionalità con la quale si prodiga per questi nuovi istituti.

Vieusseux e i gabinetti di lettura

L'attività di Vieusseux, inevitabilmente, lo porta ad intrattenere rapporti con vari gabinetti di lettura nati in tutta la penisola italiana. Di taluni gestisce solamente gli abbonamenti alle riviste provenienti per lo più dalla Francia mentre con altri instaura rapporti più complessi quando anche non gli venga richiesta una parte attiva nell'allestimento degli istituti nascenti o nella loro gestione.

A pochi anni dall'apertura del suo Gabinetto Giovan Pietro era già promotore di diverse attività ed era dalla sue mani che passavano le speculazioni culturali di un certo rilievo che si promuovevano in Italia. Soprattutto quando si trattava di allestire dei gabinetti di lettura era a lui che ci si rivolgeva, principalmente per due motivi. Primariamente perchè si riconosceva la riuscita del suo stabilimento e la sua organizzazione professionale ma anche per un motivo pratico, essendo il Viesseux addentro ai meccanismi commerciali del mercato del libro per avere una consulenza meramente commerciale. Vieusseux indicava loro dove e in che modo sottoscrivere le associazioni alle riviste, indicava loro i prezzi più convenienti e i metodi di pagamento, suggeriva le “vie” tramite quale far pervenire le riviste. Ma i consigli e i benevoli rimproveri di Giovan Pietro comprendevano tutte le attività con le quali si trovavano a dover fare i conti i suoi corrispondenti. A Glauco Masi nel 1823 rimprovera

(5)

l'improvvido inserimento nel catalogo del suo gabinetto di lettura della recente pubblicazione “Dei cristiani e dei Barbareschi”3, «opuscolo tanto interessante» del quale Giovan Pietro non riesce a capire le difficoltà di smercio nella città labronica se non con l'inserimento di questo nel catalogo del gabinetto. Il Masi infatti aveva smerciato pochi esemplari di codesta opera proprio perchè, gli rimproverava il Vieusseux, aveva avuto l'imprudenza di inserirla nel catalogo del suo gabinetto di lettura rendendola disponibile alla curiosità dei lettori.

Se si fosse limitato a questo sarebbe stato ricordato come un ottimo mercante, si, ma niente di più. Ma Giovan Pietro aveva scelto di partecipare alla vita culturale e civile toscana, e lui che “intellettuale” non si professava, e non era, pure riuscì ad intervenirvi in maniera tanto riconoscibile. Organizzatore culturale, si dirà di lui, per l'abilità con la quale sapeva far fruttare le opportunità che gli si presentavano, i talenti che aveva modo di riconoscere negli altri e in generale la capacità che ebbe di intervenire concretamente nella formazione di un opinione pubblica, di un pensiero, che fu ben riconoscibile ed è tuttora riconosciuto come quello della borghesia moderata toscana. Pensiero che Giovan Pietro ebbe il merito non tanto di creare ma di educare, di orientare, di formare: «ed il Vieusseux era veramente nato fatto per essere capitano, e un sicuro istinto lo guidava anche dove avrebbe fallito la dottrina. Egli, che poco sapeva di lettere, riusciva, forse appunto per questo, a tenere in accordo gli umori diversi dei letterati»4.

3 I cristiani e i barbareschi. Ginevra: settembre 1822. L'opera, di Jean-Émile Humbert, era stata edita in traduzione anonima, in realtà di Antonio Renzi, dalla tipografia di Capolago perchè fosse distribuita ai partecipanti al Congresso di Verona della Santa Alleanza.

4 MARCO TABARRINI, Vita e ricordi d'italiani illustri del secolo XIX. Firenze: Barbera, 1884, p. 65.

(6)

Tra le fonti documentarie consultate non abbiamo la corrispondenza in entrata al gabinetto e non è dunque possibile vedere in che termini venisse richiesta la consulenza e l'aiuto del Vieusseux ma le sue missive di risposta mostrano la affabilità di Giovan Pietro verso destinatari, nei confronti dei quali spesso si mostrava fraterno e paziente, soprattutto quando non erano “addetti ai lavori” ed erano quindi completamente estranei al mercato del libro e alle sue regole come anche alle più ovvie consuetudini.

Di alcuni di questi istituti del resto non rimane traccia se non nel suo copialettere e la loro storia viene testimoniata dai rapporti che il ginevrino vi intrattenne. Di molti di questi istituti infatti è quasi impossibile ricostruire la storia, fine che del resto non si prefigge la tesi, piuttosto ci importa constatare il tipo di rapporto che Giovan Pietro intrattenne con questi istituti e la maniera con la quale si avvicina alle diverse realtà locali.

Dalla corrispondenza, dunque, emerge un Vieusseux sempre compiaciuto della nascita di nuovi istituti simili al suo, per i quali si prodigherà in consigli ma anche in azioni concrete riguardanti associazioni a riviste o invii di libri. Istituti per i quali Vieusseux metterà a disposizione la sua biblioteca circolante, realizzando un particolare tipo di contratto per l'invio di un cospicuo numero di volumi alla volta. Un Vieusseux che da un lato non dimentica il suo pragmatismo da mercante, qualora l'apertura di un nuovo gabinetto di lettura possa rappresentare nuove sottoscrizioni alle sue riviste o nuovi canali commerciali e contatti in zone poco coperte dalla sua “rete” commerciale, e dall'altro non disdegna il guadagno tutto morale che un nuovo gabinetto di lettura può rappresentare in una città o regione e

(7)

dunque il bene che ne consegue ai fini del progresso, della nascita di una opinione pubblica critica e di un dibattito in grado di promuovere la causa nazionale.

Nel 1824 scriveva a Leopardi: «Io non ho altra virtù, Sig. Conte Stimatissimo, che un amore ardente per il pubblico bene, intenzioni rette e perseveranza. Ho capito che lo spirito del secolo ed i bisogni della società, in Italia più che altrove, richiedevano uno stabilimento e un giornale rivolto essenzialmente alle scienze morali»5. Parole meno alte e assai più pragmatiche sono quelle che emergono dal copialettere ma mi pare essenziale ricordare queste, bellamente coniate per il poeta di Recanati, come lo sfondo che accompagna i gesti e le parole di Giovan Pietro nella corrispondenza con i titolari dei vari gabinetti di lettura che qui prenderò in esame.

Stato Pontificio - La corrispondenza di Viusseux ha fatto emergere contatti con alcuni gabinetti di lettura presenti sul territorio pontificio e più in particolare, oltre Roma, anche con Bologna, Todi, Macerata e Forlì.

Indirizzate a Roma sono tre lettere che dimostrano i rapporti con due diversi gabinetti di lettura della capitale pontificia. La prima è spedita a Pietro Capobianchi6 e porta la data 19 febbraio 1825, lettera di risposta ad una missiva con la quale Capobianchi faceva noto al Vieusseux di aprire un gabinetto di lettura e chiedeva consiglio. «Per

5 GIACOMO LEOPARDI, Epistolario. Torino: Bollati Beringhieri, 1998, vol. I, p. 777.

6 Pietro Capobianchi, direttore della spedizione delle Gazzette e sottosegretario della posta pontificia di Roma, fin dalla metà degli anni venti dell'ottocento fu collaboratore di Vieusseux, sia per la distribuzione dell'«Antologia», sia per una più generale attività di intermediazione libraria. Tenne una bottega libraria e dal 1854 divenne editore con sede in via Vignaccia n.19.

(8)

dare una certa inquadratura a quest'impresa» Giovan Pietro elenca alcune riviste ch'è necessario avere ma sconsiglia per cominciare di dare troppa estensione al progetto e giudicando troppo esigua la somma suggerita da Capobianchi come quota associativa: «Io le dico la mia opinione, tocca a lei poi giudicare, che è sul luogo che non conosco punto»7. Di questo gabinetto, o del suo effettivo allestimento, non ho altre testimonianze ed è probabile che non venne mai realizzato. Sicuramente esistito è invece il gabinetto di lettura:

«in via Delle Convertite n. 20 presso il compilatore e direttore del Diario di Roma, dalle ore 9 della mattina sino alle 7 della sera, a comodo di chi vuol leggere, restano esposti giornali italiani, inglesi, francesi, spagnuoli e tedeschi, i quali possono anche aversi in casa dalle ore 7 pomeridiane sino alle otto e mezza della mattina del giorno seguente. Trovansi pure in questo gabinetto di lettura giornali scientifici e letterari»8.

Proprietario dunque è Gaetano Cavalletti, direttore del «Diario di Roma», del quale non risultano rapporti diretti con Vieusseux quantomeno dal copialettere dove vi è una sola lettera a lui indirizzata. Maggiori informazioni circa questo gabinetto li abbiamo in una pubblicazione del 1843 che ci informa che il suddetto gabinetto di via Delle Convertite era stato istituito nel 1834 ma «prima di tale istituzione, nel medesimo luogo in piazza di Sciarra, ove si distribuivano il Diario, e le notizie, eravi un gabinetto letterario che

7 CV, II, p. 460.

8 Manuale di notizie risguardanti le scienze, le arti, e i mestieri della città di Roma per l'anno

(9)

riusciva angusto in proporzione dei concorrenti»9. Lo stesso gabinetto viene citato nella lista di gabinetti cittadini di Roma sia in un «Almanacco» del 184110 che nel «Mercurio» di Roma del 184311, pubblicazioni realizzate con un impostazione tipografica molto simile e con l'inserimento solo dei dovuti aggiornamenti. Sotto la voce “gabinetti di lettura” troviamo, oltre il già citato gabinetto di Cavalletti, altri quattro nomi:

«Merle Pietro negoziante di libri, via del corso nun. 348 e 349, e piazza Colonna num. 350, abbonamento di lettura di libri in ogni lingua. Gallarini Giovanni, negoziante di libri Piazza di Monte Citorio n. 19, 20, 21, abbonamento di libri di ogni genere, e di musica a soli paoli 6 il mese. Monaldini Venanzio Negoziante di libri Piazza di Spagna n. 79. Scalabrini Benigno, negoziante di libri via delle convertite n. 19»12.

Proprio con Benigno Scalabrini Giovan Pietro intrattiene un ampio rapporto epistolare già dal 1825 e dal copialettere risultano diversi contatti proprio in merito all'allestimento del gabinetto di lettura che citato nell'«Almanacco» del 1841 non viene più citato nel «Mercurio» di Roma del 1843, pur rimanendo la lista dei nomi e la stessa

9 Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica: da S.Pietro fino ai giorni nostri. Compilazione del Cavaliere Gaetano Moroni Romano. In Venezia: dalla tipografia emiliana, 1843, vol. X, p. 24.

10 Almanacco letterario, scientifico, giudiziario, commerciale, artistico, teatrale etc., ossia

raccolta di circa 10.000 indirizzi, ed altre interessanti notizie per comodo di ogni classe di persone. Roma: tipografia dei classici, 1841, p. 33.

11 Il Mercurio di Roma, ossia grande raccolta di indirizzi e notizie de' pubblici e privati

stabilimenti, dei professori di scienze, lettere, ed arti; de' commercianti; degli artisti. Roma: tipografia delle scienze, 1843, p. 210.

(10)

impostazione tipografica immutata, il che ci farebbe pensare ad una chiusura dello stabilimento prima di quella data. Una prima lettera indirizzata a Scalabrini è del 182813 e insiste sulla convenienza di avere talune riviste come il «Globe» o la «Bibliothèque Britannique», di cui parleremo successivamente. Del 1830 è la risposta ad una lettera di Scalabrini che gli conferma il progetto di apertura del gabinetto di lettura e chiede informazioni sulla possibilità d'avere un giornale inglese.

«Vedo con piacere che abbiate pensato di impostare un gabinetto di lettura e fate benissimo a volervi un foglio inglese. Ma poiché io possa occuparmi della vostra commissione conviene che sappiate cosa vi costerà un tal foglio e che mi autorizzate a farne la spesa»14.

La corrispondenza tra i due rimane limitata e probabilmente referente di Vieusseux anche per Scalabrini fu Pietro Capobianchi. Null'altro sappiamo di questo gabinetto che comunque abbiamo visto esiste dal 1830 almeno fino al 1841.

Pochi sono i contatti con Bologna perlomeno fino agli anni '40, come ci testimonia anche Alessandro Volpi15, e ancora di meno i contatti con i suoi gabinetti di lettura. Unico contatto in tal senso ci risulta quello con Francesco Orioli16 al quale scrive nel gennaio del

13 CV, III, p. 470. 14 CV, IV, p. 213bis.

15 Cfr. ALESSANDRO VOLPI, Commercio e circuiti culturali: Giovan Pietro Vieusseux, un

borghese di inizio ottocento. Pisa: Pacini, 2008.

16 Francesco Orioli fu letterato e uomo politico della provincia di Viterbo, nel 1815 fu nominato professore di fisica all'Università di Bologna. Fondò il giornale il «Fattore di Campagna». Di

(11)

1828 in risposta ad una sua lettera circa l'allestimento di un gabinetto di lettura. Vieusseux lo indirizza a Croletti, alle poste di Torino, per ricevere nel modo più conveniente quelle riviste che egli stesso non potrà provvedergli da Firenze e aggiunge:

«Del resto io vi dichiaro che incaricandomi di un affare che esigerebbe ogni giorno di posta, delle cura continuate, intenderei di farlo per riguardo vostro imperochè l'utile non potrebbe mai corrispondere alla fatica, ma lo farei se si tratta di servirvi e di facilitarvi e facilitare lo stabilimento di Bologna»17.

Da una lettera spedita a Bologna nel 1838 apprendiamo che il nuovo segretario del gabinetto di Macerata è Luigi Marini18. Da questa data in avanti, infatti, proprio a Marini sono indirizzate una serie di lettere nelle quali si confermano abbonamenti a riviste, come la «Gazzetta di Genova», o la spedizione di riviste come «Il Progresso», che tramite Celestino Facchini gli giungevano da Bologna, e di un collo di libri tramite la diligenza, che confermano il funzionamento del gabinetto19. La sua esistenza del resto ci viene confermata anche nell'agosto del 1839 con una lettera al segretario del gabinetto letterario di Macerata non più indirizzata a Marini bensì a Pietro Giuliani, il cui rapporto epistolare con Vieusseux continua fino al 1847 anche se molto esiguamente. Un primissimo contatto con un

orientamento liberale, nel 1831 fu membro del governo bolognese provvisorio e ministro dell'istruzione pubblica. Venne arrestato e costretto all'esilio fino al 1846 quando in seguito alla ricevuta amnistia ritornò a Bologna. Scrisse per l'«Antologia» e Vieusseux lo invitò più volte a figurare tra i relatori della rivista.

17 CV, III, p. 399. 18 CV, XII, p. 805.

(12)

gabinetto di lettura a Macerata però sembra che Vieusseux l'avesse avuto già nel 1828 quando in una lettera a Benedetto Mancini scriveva: «io vi faccio piacere di darle nota di quei giornali che credo utili per lo stabilimento da lei diretto»20. In quel caso indirizzava Mancini alla direzione delle Poste di Milano, per quanto riguarda le riviste che gli consigliava in nota e dava alcune indicazioni sulle vie commerciali altrimenti perseguibili e alla fine aggiunge:

«Il mio stabilimento sta aperto dalle ore 8 della mattina fino alle 10 della sera. Del rimanente è montato talmente in grande che ho d'uopo di molti commessi e per conseguenza di sostenere delle spese fortissime che non starebbero in armonia coll'indennità che può somministrare una città di provincia»21.

Altra città di provincia nella quale un libraio allestisce un gabinetto di lettura è la città di Forlì dove aveva la sua bottega Francesco Bazzotti. Il rapporto epistolare con Vieusseux comincia nel 1838 e dura fino al 1848 ma è del 1840 una lettera con la quale Giovan Pietro ci informa delle intenzioni di Bazzotti di allestire un gabinetto: «Se si trattasse di montare costì una società di lettura, vi consiglierei i seguenti giornali francesi»22. La lettera prosegue dando indicazioni circa riviste francesi ma anche scientifiche e mediche. Ma il prosieguo della corrispondenza non ci fornisce altre informazioni circa il destino di questo gabinetto le cui commissioni si mischiano a quelle della

20 CV, III, p. 401. 21 Ibidem. 22 CV, XIII, p. 42.

(13)

bottega libraria all'interno della quale molto probabilmente nasce. Di diversa natura doveva invece essere il gabinetto diretto da Angelo Martini proprio perchè non legato ai mestieri del libro. Una sua lettera giunge a Vieusseux nel 1829 da Todi, dove si ha intenzione di aprire un gabinetto letterario la cui direzione è affidata ad Angelo Martini. Giovan Pietro lo indirizza a Pietro Capobianchi incaricato dell'associazione e della diramazione dell'«Antologia» per tutti gli stati pontifici23. I consigli di Vieusseux proseguono in un'ampia lista di riviste, per la quale rimetto al capitolo successivo. Ma né il copialettere né altre fonti ci danno altre indicazioni circa questo gabinetto di lettura, come del resto sui rapporti con Todi che fino al 1840 sono testimoniati nel copialettere da sole tre lettere lì indirizzate. Regno Lombardo-Veneto - Per quanto riguarda i rapporti di Vieusseux con i gabinetti di lettura del Regno Lombardo-Veneto essi possono limitarsi al solo caso di Venezia, ed i motivi sono facili da individuarsi, vista la presenza di una vera e propria capitale editoriale come era Milano alla quale Giovan Pietro stesso si rivolgeva per ricevere pubblicazioni periodiche e librarie. Frequenti sono i suoi rapporti con la Posta di Milano e specialmente con l'Ufficio spedizione delle Gazzette a cui scrive ad esempio nel 1837 per la spedizione degli «Opuscoli di matematica e fisica» al gabinetto di

lettura di Lucca24, e contemporaneamente confermandone

l'associazione ad Anton Fortunato Stella sempre per conto del suddetto gabinetto25. Alla ditta Dumolard Louis et fils si affida invece per

23 CV, III, p. 712. 24 CV, VII, p. 469. 25 CV, VII, p. 482.

(14)

gestire le sue spedizioni e i suoi conti in Lombardia; nel dicembre del 1837 richiede il pagamento di una certa somma da parte del Gabinetto di Piacenza26, e nel 1839 sempre tramite Dumolard spedisce due copie della «Gazzetta di Pisa» al Gabinetto di Vicenza. Proprio di questo gabinetto di lettura si dà notizia nell'«Antologia» del maggio 1832 dove si legge:

«A Vicenza si è ordinato un nuovo gabinetto di lettura: ha più di cento venti soci tra i vicentini che tengono un lodevolissimo spirito associativo. Vi sono in questo gabinetto tutti i migliori giornali, molte opere nuove: ed è sempre frequente di giovani soci che desiderano istruirsi colla lettura e coll'utile conversare. Valga l'esempio per altre città della parte settentrionale d'Italia»27.

Anche con Verona i suoi rapporti possono essere ricondotti ad un ruolo di intermediazione offertogli dall'ufficio della Posta. Infatti è a Filippo De Jager che Vieusseux indirizza alcune lettere per chiedere spedizioni di riviste locali come nel caso degli «Annali di Padova» per il gabinetto di Lucca nel 183728 o riviste provenienti dalla Germania o

dall'Impero Austro-Ungarico come fa nel 1839 a vantaggio del gabinetto di Livorno29. Un Gabinetto però vi esisteva sin dal 1808 e gli «Annali di statistica» del 1846 vi dedicano un ampio articolo ripercorrendone la storia e dando dettagli circa il suo ordinamento,

26 CV, X, p. 754.

27 «Antologia», n. 137, maggio 1832, p. 74. 28 CV, VII, p. 504.

(15)

numero di associati e materiale posseduto30.

Un gabinetto di lettura esisteva anche a Padova ma non sembrano emergere rapporti diretti tra Vieusseux e la sua direzione. Di questo gabinetto del quale gabinetto abbiamo la nota curiosa circa una sua titolatura con la formula inglese “club”31 sappiamo che nel 1836 fa stampare dalla tipografia della Minerva un catalogo dei giornali politici, scientifici e letterari offerti in lettura32.

Soffermandoci ora sulla corrispondenza di Vieusseux assai più corposi e interessanti risultano i rapporti con Venezia e alcuni suoi gabinetti di lettura. Un gabinetto pare esistesse già a partire dal 1810, da quanto si legge in un dizionario di erudizione stampato nel 185833,

e prendeva il nome di “Ateneo”. L'istituto va inserito in quella categoria di società letterarie, book club volendo ritornare alla nomenclatura anglosassone, nate all'interno di accademie preesistenti e che di fatto si allontanano dal modello commerciale del gabinetto di lettura del quale invece fanno parte la maggior parte degli istituti che abbiamo fin qua visto e che vedremo più avanti. Il primo gabinetto veneziano di cui abbiamo notizia tramite la corrispondenza di Giovan Pietro è invece quello aperto nel luglio del 1832 da Giovan Battista Missiaglia in una delle procuratie di piazza San Marco. Il gabinetto di lettura, Gabinetto all'Apollo, viene ricordato insieme a quello

30 Annali universali di statistica, economia pubblica, geografia, storia, viaggi e commercio, compilati da Francesco Lampato. Milano: presso la società degli editori degli annali universali delle scienze e dell'industria, 1846, volume settimo della serie seconda, gennaio-febbraio-marzo, pp. 312-316.

31 Alquanti cenni intorno alla vita di Michele Colombo. Parma: per Giuseppe Paganino, 1838, p. 19.

32 La notizia è ricavata da «Bibliografia Italiana», 1837, a. III, p. 56.

33 Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica, da S. Pietro sino ai giorni nostri specialmente

intorno […], compilazione del cavaliere Gaetano Moroni Romano. In Venezia: dalla tipografia

(16)

fiorentino negli «Annali di statistica» del 1846 a proposito dell'inaugurazione di un biblioteca circolante di educazione avvenuta nell'aprile del 1845 a Cremona dove si legge:

«In Toscana introdusse le biblioteche circolanti, venticinque anni sono, il sig. Vieusseux direttore del gabinetto letterario di Firenze. In Venezia fino dal 1832, il sig. Gio. Battista Missiaglia univa al suo gabinetto di lettura anche una bibioteca circolante. Ma pare che quella sia circoscritta per la sola Venezia»34.

Con il gabinetto in questione Vieusseux ebbe pochi rapporti, quantomeno legati alla diretta gestione del gabinetto, mentre intrattenne con il suo proprietario in qualità di libraio e tipografo una fitta corrispondenza che durò dal 1822 al 1847. Nel 1832 Vieusseux scrive a Missiaglia di essere venuto a conoscenza dell'apertura del suo gabinetto35, e nel 1836 fa ancora riferimento al suo gabinetto per sapere se riceve delle riviste greche ed eventualmente se fosse possibile riceverle anche a Firenze36.

Ben più importante la corrispondenza a proposito di un altro gabinetto veneziano che si proponeva di nascere in concorrenza di quello di Missiaglia e che di fatto finì con l'acquisirlo. Suo corrispondente fu Giovanni Bernardini, le cui vicende sono legate ad Antonio Papadopulo e all'impresa del Gondoliere. Papadopulo dopo

34 Annali universali di statistica, economia pubblica, geografia, storia, viaggi e commercio, compilati da Francesco Lampato. Milano: presso la società degli editori degli annali universali delle scienze e dell'industria, 1846, volume settimo della serie seconda, gennaio-febbraio-marzo, p. 195.

35 CV, V, p. 29. 36 CV, VIII, p. 888.

(17)

aver acquistato la tipografia di Paolo Lampato ne affida a Bernardini la gestione. La tipografia in breve si amplia con un negozio librario e il gabinetto di lettura37. È a questo punto che si inserisce la consulenza di Vieusseux che, informato da Emilio De Tipaldo, interviene a favore del nuovo istituto. Proprio a De Tipaldo scriveva il 12 gennaio del 1839 «del resto godo di quel che mi dite e che un nuovo gabinetto letterario possa rappresentare un punto di contatto tra il Bernardini e me»38. La notizia dell'apertura del nuovo gabinetto suscita in Vieusseux un vivo interesse che si manifesta nelle due lettere che scrive a Bernardini il 15 e il 17 gennaio del 1839. Giovan Pietro, infatti, si sbilanciò molto a favore del nuovo gabinetto, anche per i buoni rapporti tra Bernardini e l'amico Tommaseo. A Venezia però abbiamo già visto esisteva il gabinetto di Missiaglia il quale versava in pessime condizioni economiche ed era continuamente vessato dalla censura asburgica, vessazione che continuerà anche nei confronti di Bernardini. Giovan Pietro si schiera subito a favore di quest'ultimo, in virtù anche di una circolare con la quale Missiaglia annunciava la chiusura del proprio gabinetto per il 10 gennaio e poi ritirata ma non prima che Vieusseux si impegnasse a favore del nuovo stabilimento. Di fatto scrive a Bernardini «non sarà difficile fare scomparire quello di Missiaglia il quale ha pochi mezzi» e gli preannuncia il discorso che farà al Missiaglia:

«S’io non avessi saputo dietro la vostra circolare

37 Per una storia del Gondoliere si veda: MARINO BERENGO, Una tipografia liberale della

Restaurazione. Il Gondoliere, in Libri, tipografi, biblioteche. Ricerche storiche dedicate a Luigi Balsamo, a cura dell'Istituto di biblioteconomia e paleografia. Università degli studi di

Parma. Firenze: Olschki, 1997, pp. 336-341. 38 CV, XI, p. 142.

(18)

che rinunciavate al vostro Gabinetto, non mi sarei cimentato ad una intrapresa la quale in una città come le nostre sono sembrava una gara odiosa, ma fidandomi nelle parole della vostra circolare, ho annunziato l’apertura di un Gabinetto, limitandomi a riguardo vostro alla sola lettura nelle stanze ch’io intendo di aprire al pubblico. […] Io dunque vi propongo cosa assai più ragionevole, voi vorreste continuare il vostro gabinetto perché sapete molto bene che senza un Gabinetto una circolante richiama poca gente, e viceversa; e perché fareste delle spese per la montatura e bene io comprerò ogni cosa mobilia, carta, e circolante, compreso ben inteso come roba usata, ma ad una stima fatta da persone da bene di pur durante due anni vi abbuonerò il 25 % cioè questo su tutti gli antichi vostri associati che continueranno con me»39.

Poi aggiungeva al Bernardini di starsene tranquillo perchè «il Missiaglia ha bisogno di contanti e se non è matto accetterà. Ora tocca a voi il riflettere se tal cosa può convenirvi. A me pare di si»40. L'interesse di Giovan Pietro al Gabinetto di Bernardini viene confermato in una nuova missiva spedita a De Tipaldo pochi giorni dopo nella quale scriveva: «Al Bernardini riguardo al gabinetto ho scritto due lunghe lettere. Esse serviranno a provargli quanto desidero un esito fortunato a qualunque sua intrapresa»41. Nasceva così il gabinetto di lettura di proprietà del Gondoliere, dunque finanziato da Papadopoli, e la cui direzione era affidata a Bernardini. Ma sia la

39 CV, XII, p. 913. 40 Ibidem. 41 CV, XII, p. 930.

(19)

tipografia, sia il negozio librario come anche il gabinetto furono costantemente sotto l'occhio vigile della censura asburgica. E che l'attività di Bernardini fosse tenuta sotto controllo ce lo dimostra anche Vieusseux allorquando scrive a Tommaseo a proposito di Bernardini con velato riferimento alla censura asburgica: «Come va il suo gabinetto letterario? Ha egli fatto bene? O non posso avere opinioni»42. Il gabinetto fu chiuso nel 1842 dopo che nell'estate del

1841 i magazzini del Gondoliere avevano subito un'accurata perquisizione che aveva portato al ritrovamento di circa duecento volumi proibiti con divieto di prima e seconda classe. Nel dicembre del '41 la condanna definitiva per Bernardini fu di 15 giorni di carcere con il pagamento di 100 fiorini che ovviamente portarono all'uscita dalle scene pubbliche di Bernardini e alla sua completa rovina.

Ducato di Parma, Piacenza e Guastalla - Un primo gabinetto di lettura fu aperto a Piacenza nel 1820 ad opera di Pietro Giordani. Di fatto l'apertura di questo gabinetto avviene quasi in contemporanea con quello di Vieusseux stesso e simile sarà il suo orientamento culturale e politico. Giordani che di li a poco sarà assiduo

frequentatore di Palazzo Buondelmonti nonché redattore

dell'«Antologia» vi farà giungere molti giornali francesi di orientamento liberale e l'intento del gabinetto sarà quello morale di risvegliare le coscienze dei cittadini piacentini dal torpore dell'ignoranza. Il gabinetto in questione fu da subito oggetto dell'attenzione del governo e variamente perseguito oltre che

(20)

costantemente controllato43. Il gabinetto vide succedersi diversi presidenti e rimase in vita fino al 1842 anche se una sua effettiva chiusura si ebbe nel 1831, quando in seguito ai tumulti scoppiati a Parma, fu soppresso in data 5 aprile.

È indicativo che la soppressione avvenisse contemporaneamente a quella del gabinetto di Parma, al quale era gemellato.

A Parma il gabinetto di lettura era nato nel 1815 e contava nel 1820 più di 170 soci mentre 81 erano i soci del gabinetto di Piacenza. Suo fondatore era Francesco Pastori, personaggio al quale Vieusseux si legò al fine di promuoverne e favorirne varie iniziative editoriali. Il gabinetto era posizionato in Borgo Regale n. 14 e non rappresentava infatti la sola attività di Pastori che possedeva un negozio librario e nel 1828 aveva cominciato la pubblicazione della «Bibliografia Italiana». Questa non era la sola rivista di cui era l'editore infatti, cessata la «Bibliografia Italiana» con il n. 39 nel 1829, pubblicò l'«Eclettico», foglio politico che Vieusseux faceva giungere nelle sale di palazzo Buondelmonti in cambio dell'«Antologia», e che al suo interno conteneva una rubrica di novità letterarie che continuava in piccolo il disegno editoriale della Bibliografia. Nel 1830/31 l'«Eclettico» divenne il foglio ufficiale del governo provvisorio. Legato alle idee di Fourier fu tra le poche riviste italiane che promossero le idee del socialismo utopico e che in Toscana ebbero un discreto seguito come dimostra l'interessamento verso le idee sansimoniane che mostrarono lo stesso Vieusseux e il gruppo dei moderati nella prima metà degli anni '30.

43 Per un approfondimento sulle vicende di Pietro Giordani e del gabinetto di lettura di Piacenza Cfr. Un'istituzione giordaniana: il gabinetto di lettura di Piacenza, In SCHIPPISI RANIERI,

(21)

Dopo i moti del 1831 Pastori fu costretto a fuggire da Parma, città nella quale ritornerà solo nel 1846, un anno prima di morire. Dapprima si trasferì a Lugano dove iniziò la pubblicazione de «L'istruttore del popolo», rivista ispirata alle idee mazziniane, che fu diffusa in Italia ancora una volta per mezzo di Vieusseux. Bandito anche dalla Svizzera si rifugiò a Parigi dove il progetto della «Bibliografia Italiana» venne ampliato con la pubblicazione di una «Bibliographie Universelle» che si proponeva di indicare le migliori pubblicazioni di tutti i paesi. Qui fondò anche l'Istituto italiano con annesso gabinetto di lettura italiano e straniero. Sue notizie infatti ci giungono da Tommaseo al quale Pastori era legato da vincolo di amicizia e che tentò sempre di dargli aiuto. Nel 1835 infatti scrive a Capponi: «Il Pastori apre, o dice di aprire, un gabinetto; e io, per agevolargli la cosa, promisi il Progresso e l'Agrario mandatimi da Vieusseux»44. Mentre nel 1837 è Vieusseux che gli scrive: «Ho paura il Pastori otterrà poco. Io gli fo un piccolo invio di quel che mi trovo avere; ma poco ne spero. Vorrei poterlo servire; ma si vede troppo ch'egli è senza mezzi»45.

Un ultimo contatto sempre a Parma è quello con Pietro Fiaccadori, tipografo-librario, che nel 1830 lo informa di aver allestito un gabinetto di lettura46.

Ancora una volta i personaggi che promuovono le idee liberali in Italia hanno nomi e vicende legate a Giovan Pietro Vieusseux e al suo gabinetto di lettura.

44 NICCOLÒ TOMMASEO, GINO CAPPONI, Carteggio inedito dal 1833 al 1874, per cura di I. Del Lungo e P. Prunas. Bologna: Zanichelli, 1911, vol. I, p. 347.

45 CV, X, p. 696. 46 CV, IV, p. 308.

(22)

Regno di Sardegna - Verso il regno di Sardegna non emerge nessun tipo di rapporto diretto nei confronti di nessun gabinetto di lettura di quei territori. Pure possiamo segnalare una lettera del febbraio 1824 indirizzata a Ricci Ferdinando al gabinetto letterario di Genova47 al quale dal 1823 al 1828 indirizza poco più di una ventina di lettere. A Torino Vieusseux ebbe rapporti con Giuseppe Bocca che nel 1822 gli annunciava l'apertura di un gabinetto di lettura48. Altri rapporti legati ad eventuali gabinetti di lettura rimandano a istituti di vari regni italici e sono legati alla corrispondenza con Croletti Giuseppe prima e con il figlio Luigi dopo. In una lettera del maggio del 1828, proprio a Giuseppe Croletti, però Vieusseux parla di un invio di alcuni volumi dell'«Antologia» al gabinetto di lettura di Torino49. Sempre in una lettera indirizzata a Torino ma a Francesco Bertero nel luglio 1836 apprendiamo di un gabinetto di lettura a

Mondovì al quale Vieusseux deve fare una spedizione50. Fondato nel

1829 come apprendiamo da una pubblicazione del 184251. Sempre a Torino un gabinetto di lettura esisteva nel 1830 in piazza Carignano, casa Morelli, porta n. 6, nei mezzanini52. Anche in Sardegna si apriva nella città di Cagliari già dal 1828 un gabinetto di lettura53. Ma per questi gabinetti e altri che probabilmente esistevano nel territorio del Regno di Sardegna non abbiamo riscontri nella corrispondenza di

47 CV, II, p. 166. 48 CV, I, p. 149. 49 CV, III, p. 486. 50 CV, VII, p. 34.

51 Dizionario geografico, storico, statistico, commerciale degli stati del regno di sua maestà re di

Sardegna, compilato per cura del professore Goffredo Casalis. Torino: G. Maspero librajo e

Cassone e Marzorati tipografi, 1842, vol. X, p. 669. 52 «Gazzetta piemontese», n. 63, 27 maggio 1830. 53 «Gazzetta piemontese», n. 63, 24 maggio 1828.

(23)

Giovan Pietro Vieusseux.

Ducato di Lucca - Anche a Lucca Vieusseux intrattiene rapporti con diversi gabinetti di lettura. Già nel 1823 scrive a Domenico Lucchesi «Ella mi fa noto di essersi deciso di prendere dieci opere per l'uso dei suoi abbonati»54. Ma di questo gabinetto di lettura non ho altre tracce, ed il rapporto epistolare tra Lucchesi e Vieusseux non ha seguito limitandosi a quella sopra citata e ad un'altra lettera di poco precedente. Probabilmente esisteva tra i due un intermediario, che gestiva per conto di Giovan Pietro gli abbonamenti sia a riviste, sia alla biblioteca circolante. Più prolungato invece il rapporto epistolare con Giovanni Barsotti. La prima lettera con argomento l'allestimento di un gabinetto di lettura è del 31 maggio 183655. Vieusseux si preoccupa di dare una certa quadratura allo stabilimento nascente soffermandosi soprattutto sulle riviste di cui è opportuno e possibile disporre. In chiusura è interessante notare che l'accenno ai libri della biblioteca circolante e a quelli che sarebbe utile avere da consultarsi venga rimandato come una faccenda da affrontare successivamente all'allestimento della sala di lettura e alle associazioni alle varie riviste. Nel maggio dell'anno successivo Vieusseux si rallegra per l'effettiva apertura del gabinetto e le lettere successive mostrano la conferma di associazioni e l'invio di varie riviste. Ancora nel dicembre del 1839 infatti chiede a Barsotti quali siano le riviste alle quali intenda abbonarsi per il nuovo anno56. Mentre è del febbraio del 1840 una lettera a Francesco Baroni, libraio, al quale consiglia «per il suo

54 CV, II, p. 34. 55 CV, VIII, p. 728. 56 CV, XII, p. 1584.

(24)

gabinetto» la «Guida dell'educatore» e il «Progresso»57.

Regno delle Due Sicilie - Con il Regno delle Due Sicilie non emergono lettere che trattino direttamente l'allestimento di gabinetti di lettura, né contatti con gestori di gabinetti, quantomeno per gli anni trattati, mentre diversi contatti soprattutto in Sicilia emergono nella seconda metà dell'ottocento. Nel 1842 una lettera è indirizzata al gabinetto di lettura di Messina, con una sola replica nel 1845; una del 1858 indirizzata al gabinetto di lettura di Siracusa. Fino al 1840 quella dei rapporti con la Sicilia orientale è una vistosa assenza,, già fatta

notare58, che viene confermata dalla mancanza di documenti

indirizzati a Catania o Messina riguardanti gabinetti di lettura eventualmente presenti in queste zone. Del resto fino al 1840 troviamo una sola lettera spedita a Catania e 3 a Messina, mentre delle 308 lettere indirizzate in tutta la Sicilia ben 294 vengono spedite a Palermo.

Dei gabinetti di lettura in Sicilia abbiamo un lungo resoconto in un articolo pubblicato nel «Giornale di Sicilia» del 183959; il primo, ci dice Salvatore Costanzo autore dell'articolo, gabinetto siciliano venne fondato nell'agosto del 1827 a Catania per opera dei soci dell'Accademia Gioienia, mentre ad opera dello stesso autore, di Michele Amari e del barone Vito Ondes Reggio nel 1833 si istituisce un gabinetto di lettura a Palermo. Del 1834 è la fondazione del gabinetto di lettura realizzato ad Acireale ad opera dell'Accademia de' zelanti. Nel 1836 è Vincenzo Mortillaro che allestisce un nuovo

57 CV, XIV, p. 1065.

58 Cfr. MARIA IOLANDA PALAZZOLO, Editori, librai e intellettuali, cit.

59 Sui gabinetti di lettura, memoria di Salvatore Costanzo, in «Giornale di scienze e Arti per la Sicilia», a. XVII (1839), vol. 65, pp. 24-34.

(25)

gabinetto di lettura a Palermo nella sede del Giornale di scienze ed arti per la Sicilia, di cui era direttore, e benchè poco frequentato ancora esistente nel 1839. Sempre nel 1836 è a Trapani che viene aperto il Caffè alla Rotonda, che benchè non fosse un vero e proprio gabinetto di lettura rendeva fruibili un buon numero di giornali. Nessun gabinetto esisteva invece a Messina dove invano si era tentato di aprirne uno per iniziativa soprattutto di Carmelo La Farina nel 1836, e Messina si doterà di un gabinetto di lettura solo nel 1840.

Gabinetti di lettura ci sono, ovviamente anche a Napoli, che già se ne era dotata sul finire del settecento, e nella prima metà dell'ottocento altri ne ebbe. Due vengono ricordati in Itinerario delle Due Sicilie del 182860, uno in Strada S. Brigida ed un secondo in strada S. Giacomo. Del 1832 è un gabinetto di lettura aperto alla Riviera di Chiaia. Maggiori notizie infatti le abbiamo dal Manuale del forestiero che però viene stampato nel 184561 dove alla voce gabinetti di lettura troviamo il gabinetto letterario di Giuseppe Tempestirri, strada S. Brigida 56, il gabinetto di lettura British library and reading rooms, Riviera di Chiaia 267 palazzo Friozzi, il gabinetto letterario della signora Rachele Però, strada S. Giacomo 19. Un gabinetto letterario, diretto dal sig. D. Francesco Garofalo, Largo trinità maggiore 6, 7 e 8, lo troviamo sotto la voce “Librerie”62. Con nessuno di questi gabinetti però emerge un tipo di contatto diretto di Vieusseux.

Granducato di Toscana - Ben più corposa, ovviamente, la

60 Itinerario delle Due Sicilie, opera del cav. G. Quattromani. Napoli: dalla Reale tipografia della Guerra, 1827, p. 87.

61 Manuale del forestiero in Napoli, impresso a cura del magistrato municipale. Napoli: presso Borel e Bompard, 1845. p. 132.

(26)

corrispondenza con le diverse province del Granducato di Toscana, che mostra una grande vivacità di iniziative in merito all'allestimento di gabinetti di lettura.

Una delle comunità con le quali Vieusseux ebbe rapporti legati alla presenza di gabinetti di lettura fu quella di Pistoia. In particolare tra il 1830 e il 1831 anni nei quali riscontriamo un fitto scambio epistolare con Ernesto Vecchi, Alessandro Degli Innocenti e Giovan Battista Boccaccini. Un primo contatto con Pistoia Vieusseux l'aveva avuto già nel 1823 con Domenico Mazzoni, che avrebbe voluto fare un abbonamento per una società di lettori. Giovan Pietro però si mostra poco fiducioso e gli scrive «a solo riguardo vostro mi presterei a far tutto questo, disanimato come sono per esperienza da queste cose dei quali non hanno potuto avere durata né a Livorno né a Arezzo né in qualunque altro luogo per mancanza di unione nei componenti la società»63. Tralasciando questo contatto, di cui non abbiamo altra memoria né seguito, è con un incontro personale con Ernesto Vecchi64 che ha inizio una lunga corrispondenza che testimonia la nascita e lo sviluppo di un gabinetto di lettura a Pistoia. Vieusseux dunque ha modo di parlare direttamente con Vecchi nel dicembre del 1829 se il 29 del mese gli scrive:

«In conformità di quanto ho avuto il piacere di trattare direttamente con voi eccomi a trasmettervi le condizioni alle quali io potrò contribuire allo stabilimento di quel gabinetto di lettura progettato da

63 CV, I, p. 337.

64 Ernesto Vecchi fu un funzionario dell'amministrazione generale del Registro prima a Grosseto poi a Pistoia e dal 1832 a Volterra. Fu uno dei corrispondenti della fitta rete di contatti commerciali di Giovan Pietro Vieusseux, testimoniata dalla presenza del suo nome nella lista dei destinatari del copialettere commerciale di Vieusseux fin dal 1822.

(27)

una società di pistoiesi»65.

Nella lettera segue un vero e proprio contratto stipulato per il deposito di libri della circolante, di cui tratteremo nel dettaglio più avanti. Il 30 gennaio 1830 l'abbonamento alla circolante sembra essersi concluso felicemente e Vieusseux scrive a Giovan Battista Boccaccini:

«Il sig. Ernesto Vecchi, per mezzo del quale ho già combinato con una società di lettura di Pistoiesi un'associazione per l'invio di un giornale francese quotidiano e di cento circa volumi alla volta della mia biblioteca circolante, detto sig. Vecchi che col mese di febbraio si darà principio coll'affare, e che con lei dovrò corrispondere per gli invii dei libri»66.

I rapporti con il gabinetto di Pistoia proseguono testimoniati dall'invio di riviste e pacchi di libri. Il 6 febbraio Vieusseux scrive a Boccaccini: «ricevo la grata vostra […] con un pacco contenente 47 volumi che mi rimandate, ve ne spedisco subito altri 40 come dall'annessa nota per mezzo del medesimo procaccia»67. Lo stesso accade per il mese di marzo68. Del mese di settembre sono invece due lettere spedite rispettivamente a Vecchi e Boccaccini nelle quali Vieusseux mostra di aver preso atto del fallimento della società di lettura, come comunicatogli da Boccaccini, al quale scrive: «Io sono veramente dolentissimo di sentire che una città come Pistoia, ed una

65 CV, IV, p. 210. 66 CV, IV, p. 232. 67 CV, IV, p. 241. 68 CV, IV, p. 281.

(28)

popolazione colta come la sua, non possono somministrarvi i mezzi di continuare in una intrapresa ch’era di utile universale, e per la quale dal canto mio faceva tutto ciò che dipendesse da me»69. A Vecchi d'altro canto scrive:

«Rispondo alla vostra di ieri e vi rimando un numero, anzi alcuni numeri dell'Eco, per mettervi nel caso di far apprezzare l'opportunità d'un associazione. Ma come combinare la domanda che mi fate colla disdetta del Boccaccini […] Sarebbe veramente dolorosa cosa che la gioventù pistojese si mostrasse tanto indifferente di lasciare perire sul bel principio la società di lettura. Io spero ancora in voi ma spero poco! Il pagare qualche paoli all'anno per l'istruzione per l'alimento intellettuale e cosa che poca aligna ancora in toscana e non solo in provincia ma anche a Firenze, ove non vedo aumentare il numero dei miei associati mentre pur troppo vanno aumentando le mie spese»70.

L'abbonamento comunque viene rinnovato fino al dicembre 1830 e il 21 del mese Vieusseux scrive a Boccaccini: «fra 9 giorni scade pare non doversi rinnovare il nostro contratto riguardo alla biblioteca circolare»71. Ma la società di lettura non si estingue o quantomeno in termini pratici continua a fornire lo stesso servizio una nuova società di lettura della quale si fa carico Degli Innocenti. Sempre nella lettera del 21 dicembre Vieusseux scrive: «vi prego poi caldamente di ritirare

69 CV, IV, p. 453. 70 CV, IV, 454. 71 CV, IV, 542.

(29)

e mettere insieme per rimandarmi i libri che rimangono nelle vostre mani e dei quali avete già annesso la nota e pure di rimandarmi quella nota approvata e sottoscritta dal sig. Ernesto Vecchi a nome della nuova società di lettura che sembra dovere combinare»72. La corrispondenza con Degli Innocenti, se si esclude una lettera del 1835, cessa nel dicembre del 1832 senza alcun riscontro circa il proseguimento o meno della società di lettura. Un nuovo contratto per la biblioteca circolante, per l'invio di 200 volumi, verrà realizzato nel 1842 con Malachia Toni il quale aveva realizzato già a partire dal 1835 una sorta di circolo di lettura nella propria bottega libraria. Garante era stato Luigi Vangucci, della tipografia Cino, il quale aveva già stipulato con Vieusseux un contratto di associazione alla circolante nel settembre del 184173 e che dal 1838 intratteneva rapporti epistolari con il Vieusseux che si era incaricato di smistare tramite la sua rete commerciale volantini e fogli politici dal taglio apertamente liberale stampati dal Vangucci.

Del 1828 sono le lettere indirizzate a Gaetano Becherini74 nelle quali si promuove l'allestimento di un gabinetto di lettura ad Arezzo. Qui è proprio da Giovan Pietro che nasce la proposta di allestire una sala di lettura. «Voi» scrive nell'aprile del 1828 «dovreste farvi coraggio ed aprire costì un gabinetto letterario come hanno fatto a Siena»75. Nella lettera immediatamente successiva di cui abbiamo memoria, quella del 7 giugno 1828, tra Vieusseux e Becherini si parla già di abbonamenti a varie riviste italiane e straniere puntualmente consigliate da Giovan Pietro. Il gabinetto è già in fase di allestimento

72 Ibidem.

73 CV, XVI, p. 1255.

74 Becherini Gaetano, libraio-editore operante ad Arezzo dal 1820. 75 CV, III, p. 466.

(30)

e la sua prossima apertura impegna Vieusseux a trovare alcuni giornali che è «troppo importante per voi farvi trovare [...] all'apertura del gabinetto»76.

La corrispondenza mostra quali erano le difficoltà e gli intoppi quotidiani che rallentano invii e spedizioni di riviste. Inoltre Becherini non essendo avvezzo a questi circuiti commerciali si scoraggia presto fino anche a mostrarsi diffidente nei confronti di Vieusseux stesso. A giugno Vieusseux si mostra sorpreso del contenuto di una lettera di Becherini al quale dice: «mi farebbe pentire di essermi adoperato all'apertura del vostro stabilimento»77. Motivo delle lamentele di

Becherini era l'invio di alcune riviste che contrariamente a quanto credeva Becherini sarebbero state spedite da Milano e che mancavano nel pacco arrivatogli da Firenze. Infatti scrive Vieusseux:

«se invece della posta voleste avere i giornali colle spedizioni dei librai non gli riceverete che tre mesi dopo la loro pubblicazione, cosa contraria allo scopo che deve proporsi ogni gabinetto letterario, cioè la sollecitudine, senza della quale non potrebbe mai sostenersi. Anche gli altri giornali che ho commessi per conto vostro vi giungevano per la posta. Se volete dunque le cose vadano bene non fate delle eccezioni che non hanno principio e rispondete piuttosto a quella parte della mia lettera che facendovi conoscere ch'io ho già dovuto sborsare l'ammontare delle vostre associazione v'invitavo a rimettermi l'equivalente somma»78.

76 CV, III, p. 502. 77 CV, III, p. 509. 78 Ibidem.

(31)

Nonostante questo attrito Vieusseux continua il suo impegno a favore del gabinetto di lettura di Arezzo e appena tre giorni dopo invia a Becherini una nuova lettera nella quale scrive:

«poiché all'apertura del vostro gabinetto in Arezzo voi siate in grado di offrire ai vostri associati una certa varietà di libri da trattenerli piacevolmente io volentieri mi presto a stabilire presso di voi un deposito di quelli della mia biblioteca circolante nella convergenza di 200 o 300 volumi. Col suggerirvi questo espediente che vi toglie alla necessità di subito sborsare una vistosa somma in libri, io ho voluto provarvi che prendo un vivo interesse alla vostra intrapresa e che desidero di vederla prosperare»79.

Poi, parlando delle associazioni a riviste e gazzette, fa notare a Becherini l'importanza di non interromperle al fine di evitare ritardi e altri inconvenienti. Dal proseguo della corrispondenza emerge la richiesta di informazioni sui costi e sulla possibilità di far giungere ad Arezzo nuove riviste, e nel luglio del 1828 Vieusseux gli scrive: «sentirò poi con piacere che aumenta il numero dei vostri associati, e che i libri della mia biblioteca circolante sono stati graditi»80. Ma l'impresa di Becherini stenta ad ottenere consensi dando vita a nuovi malumori e a nuovi attriti con Vieusseux che nuovamente gli ripete: «io non vorrei avere a pentirmi dell'assistenza usatavi per la creazione

79 CV, III, p. 511. 80 CV, III, p. 535.

(32)

del vostro gabinetto»81. La lamentela nasce da alcune riviste ricevute da Becherini provenienti dalla Francia, «voi non ignoravate» gli scrive Giovan Pietro «che i fascicoli a fogli che vengono per la posta pagano un forte dazio»82. Becherini gli aveva altresì comunicato di voler sospendere l'associazione alla «Revue Encyclopedique» che comunque era già stata pagata per l'anno intero, tanto che Giovan Pietro si vede costretto a scrivergli:

«Voi mi dite che non avete nemmeno aperto il pacchetto degli annali di viaggi e mi pregate di far sospendere la spedizione della Revue Encyclopedique. Io non intendo nulla a questo discorso: spiegatevi meglio.- L'associazione alla rivista è pagata: io potrei dire al mio libraio di ritirarla per spedirla per mezzo libraio; ma tali ritardi farebbero torto al vostro gabinetto, e poco vi farebbe risparmiare, imperocchè più d'un fascicolo al mese non dovrete ricevere in seguito. Mi rincresce di vedervi così poco coraggioso; e mi dispiace anche che non mi abbiate ancora rimandato libri, chiedendomene altri.- ciò mi prova che poca premura c'è per leggere o piuttosto poco ve n'occupate. Dopo un mese avreste dovuto distinguere quali sono le opere che non sono gradite da codesti associati»83.

I rapporti con Becherini del resto stentano a migliorare e ad agosto Vieusseux risponde a due sue lettere di cui scrive: «la prima le dico

81 CV, III, p. 548. 82 Ibidem. 83 Ibidem.

(33)

schiettamente mi aveva messo di mal umore e gli affari non si trattano a quel modo»84. Becherini continua a lamentarsi degli intoppi legati alla spedizione delle riviste alle quali ha preso associazione, mostrando chiaramente la sua inesperienza, tanto che Vieusseux gli scrive: «la mancanza di un fascicolo di un giornale non è motivo per troncare un'associazione»85. Nonostante i rapporti tra i due non siano idilliaci, Giovan Pietro continua a mostrarsi accondiscendente e gli scrive: «Simili intoppi accadono ogni giorno a me, e sono inevitabili. Anzi per non lasciarvi verun pretesto di lamento, vi rimetto il mio fascicolo di maggio, ed aspetterò da Parigi quello che ora manca alla mia collezione»86. E sulla questione del gabinetto scrive:

«Del resto, mi pare difficile che possiate portare avanti il vostro stabilimento se vi lasciate sconcertare da simili miserie. Caro amico, se vedeste da vicino quali sono le difficoltà che devo superare per il buon andamento del mio gabinetto, non pensereste a farmi delle osservazioni per ciò che vi accade a voi»87.

Le ultime lettere del 1828 confermano l'infelice esito del gabinetto di lettura di Arezzo e del rapporto tra i due. Nel settembre di quell'anno Vieusseux gli scrive:

«Prendete dunque le vostre misure per scansare qualunque ritardo che potrebbe essere nocivo al

84 CV, III, p. 560. 85 Ibidem. 86 Ibidem. 87 Ibidem.

(34)

vostro Gabinetto. Con davanti questo replicato avviso vi provo l'interesse che prendo tuttavia al vostro stabilimento ma non posso fare a meno che di dolermi del vostro contegno a mio riguardo che non è certamente il più conveniente»88.

Ma è a dicembre che abbiamo la conferma della chiusura dello stabilimento e del fallimento dell'impresa di Becherini al quale scrive: «Mi duole assai per voi e per la cosa in se che la vostra intrapresa non sia riuscita come desideravamo tutti»89.

Un gabinetto di lettura viene progettato nel 1824 anche a Siena dove Onorato Porri90 avanza l'ipotesi di installare uno stabilimento

letterario91. La corrispondenza in merito a tale stabilimento ha seguito con un nuovo destinatario nel 1826, anno nel quale il progetto passa nelle mani di Ernesto Rossini, libraio, anche se ci pare di capire che l'allestimento non avvenga in tempi brevi se è solo nel 1828 che Vieusseux gli scrive:

«vedo con piacere che finalmente si è decisa l'apertura in Siena di un gabinetto letterario, e prestandomi volentieri ai suoi desideri, mi affretto a rimetterle una nota dei giornali che a senso mio sono sufficienti ma pur necessari per dar principio allo stabilimento in questione»92.

88 CV, III, p. 585. 89 CV, III, p. 646.

90 Porri Onorato, fu tipografo, editore e libraio dal 1805 al 1872. Vicino al programma culturale di Vieusseux ricevette il sostegno e l'aiuto finanziario di Francesco Spannocchi Piccolomini, nobile senese.

91 CV, II, p. 417. 92 CV, III, p. 401.

(35)

Lo stabilimento di Siena si avvale di Bernardino Pianigiani come corrispondente di Vieusseux, ed è a quest'ultimo che invia libri e riviste e richiede i pagamenti per conto del gabinetto di lettura93. La corrispondenza prosegue nel 1829 con Giovanni Spannocchi Piccolomini per mezzo del quale Vieusseux contribuisce allo stabilimento di una biblioteca circolante progettata per la Società dei Filodrammatici di Siena, realizzando con quest'ultimo un contratto per l'invio di libri della biblioteca circolante di Palazzo Buondelmonti, che verrà affidata alle cure di Onorato Porri94. Così leggiamo in una storia di Siena:

«Fu pertanto nel 7 Marzo dell'anno 4828, che valendosi della concessione Governativa del 4 Febbrajo, a spese di alcuni Componenti quella Società, venne aperto in una Sala in via della volpe al N. 4342, questo Gabinetto, che fino dal suo principio fù il luogo di riunione di tutti coloro che miravano con libero pensiero ad un medesimo scopo; perocchè oltre l'accesso gratuito, che vi avevano tutti i Filodrammatici come proprietarj, fu frequentato fin d'allora da molti estranei alla Società con una tenue annua retribuzione; e fu sì grande il concorso, che dal retratto delle associazioni si ebbero i mezzi di mantenere il gabinetto per ben due anni, nel corso dei quali ebbe una Cassa propria, e fu diretto dalla Sezione Critica della Società, e da una Sezione aggiunta, sotto la ispezione di due Socj Filodrammatici per turno. I giornali, che vi si

93 CV, III, p. 643. 94 CV, IV, p. 74.

(36)

trovavano, erano 24 fra Italiani ed Esteri, si accrescevano a seconda del numero degli Associati, e dalle ore nove antimeridiane alle due pomeridiane e nelle prime tre ore della sera il gabinetto era aperto»95.

Nel giugno del 1831 il gabinetto di lettura si trasferì in via De' Codennacci n. 839, dove rimase annesso all'Accademia dei Filodrammatici che nel frattempo si aggregò con quella dei Rozzi che contribuiva annualmente al mantenimento del gabinetto.

Contatti Vieusseux li ebbe anche con un gabinetto di lettura apertosi a Sansepolcro, sul finire degli anni venti, anni che furono per il borgo granducale posto al confine con lo Stato Pontificio gli anni della rinascita economica e culturale. La prima notizia in merito al gabinetto di lettura di Sansepolcro emerge da una lettera spedita a Francesco Gherardi Dragomanni nel 1827 nella quale Vieusseux scrive:

«rilevo con piacere dal medesimo che il sig Antonio Gigli Speziale di codesta Città sia venuto nella determinazione di formarne un deposito di libri, per far fronte alle continue domande dei paesani, e degli abitanti del vicino stato pontificio, e che dal canto suo ella si propone di giovare con danari alla di lui intrapresa. Questa determinazione prova che il bisogno di lettura e di maggior attenzione si fa generalmente sentire, e che se ovunque si trovassero mecenati filantropi come voi la diffusione dei lumi sarebbe assai più rapida. Io

(37)

non metto in dubbio che il sig Gigli volendo occuparsene con attività non possa fare delle eccellenti operazioni nell’atto che farà un bene infinito a suoi paesani»96.

Il nuovo contatto con il Borgo di Sansepolcro significava per Vieusseux avere rapporti con una zona strategica vista la posizione della cittadina toscana al confine con lo Stato Pontificio e difatti sempre a Dragomanni aggiunge:

«Il borgo è situato in modo da potere facilmente spedire molti libri negli stati che più ne abbisognano; io intendo parlare di quei del Papa; e se la scelta di quei libri sarà fatta con giudizio lo smercio anderà sempre crescendo. Non facendo io il commercio libraio e non avendo alcuni libri da vendere che per occasione limitatissima è la nota di quelle opere che ho presentimente disponibili e che qui annesso le rimetto. Ma se il sig. Gigli potesse diffondere costì e negli stati del Papa maggiormente che non lo sono i miei due giornali l’antologia e l’agrario, e se si sottoscrivesse per un certo numero di copie io gli farei tali ribassi da assicurargli un onesto profitto»97.

La corrispondenza infatti prosegue con Antonio Gigli, farmacista che si distinse per il suo orientamento politico tanto che le memorie locali lo ricordano ancora nel 1849, all'età di 61 anni, sul Gianicolo con Garibaldi. Il rapporto epistolare tra Gigli e Vieusseux fa emergere

96 CV, III, p. 379. 97 Ibidem.

(38)

l'invio da parte di quest'ultimo di riviste e pacchi di libri della circolante nella cittadina toscana fino al 1834, anno nel quale viene realizzata l'associazione al «Progresso» di Napoli98. Nel 1835 la corrispondenza verso il gabinetto di Sansepolcro viene indirizzata alla Società Gherardi e Pichi che installa un nuovo gabinetto o più probabilmente prosegue l'attività del gabinetto già avviato da Gigli. La nuova società dura sicuramente fino a tutto il 1835 data nella quale Vieusseux gli invia un resoconto riguardante l'abbonamento a tutte le più importanti Gazzette italiane99. La corrispondenza continua poi col solo Dragomanni e non abbiamo più notizie riguardanti il gabinetto in questione; solo sappiamo che nel gennaio del 1838 Vieusseux si rallegra per la notizia di un nuovo gabinetto di lettura di cui il Dragomanni ha avuto cura d'informarlo. Il nuovo stabilimento è guidato da Giovan Battista Franceschi Marini, ma scrive Vieusseux a Dragomanni:

«Perché io possa suggerire cose utili al Marini bisogna ch’io sappia all’incirca quanti sarebbero gli associati al suo Gabinetto, quali di quelli che intendono il francese e quanto la somma ch’egli potrebbe dedicare per associazioni de giornali. Quando avrò questi dati io gli farò un progetto il più discreto per le commissioni, e quello ch’io riterrò il più utile»100.

Le lettere successive però confermano la mancata riuscita del

98 CV, V, p. 279. 99 CV, VI, p. 392. 100 CV, IX, p. 184.

(39)

gabinetto di lettura ed è Vieusseux stesso che si trova a sconsigliarne l'apertura, viste le notizie ricevute da Marini che invita a continuare solo nel caso in cui trovasse associati per almeno un anno101. Infine è nell'aprile del 1838 che Vieusseux gli mostra il suo dispiacere per il fallimento del suo progetto102.

Del 1831 è invece una lettera a Giacomo Fabroni di Marradi, abbonato al gabinetto fiorentino, al quale Giovan Pietro scrive: «mi rincresce che lei non abbia ancora trovato il mezzo di combinare una società di più persone per la lettura dei libri»103.

Un progetto per un gabinetto di lettura viene avanzato anche da Pescia, promotore è Girolamo Toschi Vespasiani presente come destinatario con sole due lettere nel copialettere di Giovan Pietro Vieusseux. In una di queste, del marzo 1838, riguardo al progetto di un gabinetto di lettura Vieusseux consiglia innanzitutto di raccogliere una ventina di firme come atto iniziale per la formazione di una società di lettura, mentre da parte sua potrebbe garantire l'invio di opere della sua biblioteca circolante104. Ma di questo progetto non abbiamo più tracce.

Anche a Cortona Vieusseux spedisce una lunga lettera al fine di favorire un gabinetto di lettura lì progettato da Villifranchi al quale propone il solito contratto per la circolante, l'associazione alle riviste di cui è editore nonché l'intermediazione per le altre riviste e gazzette sia italiane che estere105.

Situazione analoga si presenta a Montevarchi dove interlocutore di

101 CV, X, p. 797. 102 CV, X, p. 889. 103 CV, IV, p. 679. 104 CV, X, p. 839. 105 CV, V, p. 291.

(40)

Vieusseux è Giovan Battista Dami mentre il progetto di un gabinetto di lettura riguarda Bartolazzi al quale Giovan Pietro invia il catalogo della sua biblioteca circolante106.

Ricca è la corrispondenza con la città di Livorno, dove esistevano diversi gabinetti di lettura. Una prima notizia emerge dalla «Gazzetta di Firenze» del 20 settembre 1823 nella quale si trova un “Avviso” di un nuovo giornale stampato a Livornoin cui si dice: «chiunque vorrà profittarne potrà indirizzarsi al sig. Gaetano Paganucci direttore del suddetto gabinetto»107. Dunque esisteva a Livorno un gabinetto scientifico-letterario di cui era direttore Gaetano Paganucci al quale Vieusseux scrive due lettere tra il febbraio e il marzo del 1824 nelle quali conferma l'invio della rivista «L'osservatore Medico», e richiede il pagamento per l'«Antologia,» indirizzandolo all'intermediazione dei Senn108. Del maggio 1823 è invece una lettera a Glauco Masi109 in cui si allude ad un suo gabinetto di lettura110. Nel 1826 sempre a Masi scrive a proposito dell'opera La morale applicata alla politica di Joseph Droz: «ve ne mando 40 copie con n. 3 cartelloni uno dei quali vi piaccia mandarlo al gabinetto letterario e gli altri due affiggerli»111. Il riferimento ad un generale gabinetto di Livorno appare in diverse lettere tra il 1828 e il 1832, indirizzate a Pierre Senn a cui Giovan Pietro richiede la riscossione di diverse somme per associzioni a

106 CV, IV, p. 959.

107 «Gazzetta di Firenze», 20 settembre 1823, n. 113. 108 CV, II, p. 170; CV, II, p. 208.

109 Glauco Masi fu un tipografo-editore di Livorno, e attivo diffusore di opuscoli rivoluzionari e di opere vietate dalla censura. Masi ebbe ricorrenti noie con la polizia granducale, che nel 1834 ne chiuse la stamperia con l'accusa di aver pubblicato clandestinamente alcune opere storiche sulla rivoluzione francese.

110 CV, I, p. 527. 111 CV, III, p. 76.

Riferimenti

Documenti correlati