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PROVINCIA di PALERMO COMUNE di CARINI

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Academic year: 2022

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PROVINCIA di PALERMO COMUNE di CARINI

REGIONE SICILIA

IL RICHIEDENTE (timbro e firma) IL PROGETTISTA (timbro e firma)

Sede legale: Via G. Galilei, 9/11, 90044 - Carini (PA) Tel.: 091-8668680

Email: rubbinosrl@libero.it Pec: rubbinosrl@pec.it Pa

r t i t a i . v . a . : 0 6 5 7 7 7 7 0 8 2 6

Rubbino S.r.l.

Rubbino S.r.l.

Rubbino S.r.l.

Via Galileo Galilei, 9/11 90044 Carini (PA) Tel.: 091-8668680 Email: rubbinosrl@libero.it

Pec: rubbinosrl@pec.it P.Iva: 06577770826

Nuovo S.r.l.

Strada Gaglierano, 70 65013 Città Sant'Angelo (PE) P.Iva 02185910680

mobile (+39) 339.3255861 - (+39) 329.7609789 e-mail: info@nuovosrl.it url: www.nuovosrl.it

Fase Preliminare al P.A.U.R., ai sensi dell'art. 26-bis del D.Lgs. 152/2006 ss.mm.ii., per un centro di stoccaggio e recupero rifiuti, impianto di essiccamento fanghi e valorizzazione energetica rifiuti solidi da realizzarsi in c.da Dominici s.n.c. (p.lla 2651 del Foglio n. 16) nel

Comune di Carini (PA).

Rubbino S.r.l.

Impianto di essiccamento fanghi e valorizzazione energetica rifiuti solidi

Relazione geologica e idrogeologica

Art.26 bis

---- ----

Carini (PA)

Firmato digitalmente da:

FIEROTTI MARIA ELENA Firmato il 03/02/2022 10:57

Seriale Certificato: 166737694527189027229609092015107545212

Valido dal 09/12/2019 al 08/12/2022 ArubaPEC S.p.A. NG CA 3

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Il Geologo:

Dott.

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ROGETTO PER LA REALIZZAZIONE DI UN

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Relazione Geologica

(4)

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ROGETTO PER LA REALIZZAZIONE DI UN

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ENTRO DI STOCCAGGIO E RECUPERO RIFIUTI

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IMPIANTO DI ESSICCAMENTO FANGHI E VALORIZZAZIONE ENERGETICA DEI

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DA REALIZZARSI IN

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1. P

REMESSA

La presente relazione espone i risultati di uno studio geologico-sismico eseguito dietro incarico conferito alla scrivente dalla ditta Rubbino s.r.l. inerente il progetto per la realizzazione di un Centro di stoccaggio e recupero rifiuti, impianto di essiccamento fanghi e valorizzazione energetica dei rifiuti solidi non pericolosi, inscritto in catasto al foglio di mappa 16 particella 2651.

La Societa “Rubbino S.r.l.” con sede legale in Via Galileo Galilei 9/11 – 90044 - del Comune di Carini (PA), azienda già attiva nel settore del trattamento e smaltimento rifiuti intente realizzare un impianto di essiccamento fanghi e valorizzazione energetica dei rifiuti solidi non pericolosi.

La realizzazione dell’opera prevede la costruzione e l’esercizio di un impianto costituito da due linee cosi definite:

Linea 1 – Impianto di essiccazione fanghi (Operazioni D9-D15-R3-R13);

Linea 2 – Impianto di coincenerimento (Operazione R1)

Gli impianti progettati sono finalizzati allo smaltimento di fanghi disidratati non pericolosi con conseguente produzione di energia elettrica e termica da utilizzare per l’autosostentamento della piattaforma.

Lo sviluppo del progetto segue le linee dei principi dell’ingegneria chimica e delle operazioni unitarie dell'ingegneria sanitaria - ambientale nonchè delle migliori tecnologie disponibili (BAT) adottabili dal punto di vista tecnico ed economico.

il progetto prevede: la demolizione e ricostruzione di alcuni degli edifici esistenti, la sostituzione della pesa d’ingresso con una di 18 m di lunghezza e la realizzazione di una fascia perimetrale a verde e recinzione di 2 metri di altezza.

In prossimità del cancello d’ingresso della piattaforma, sarà realizzato un edificio a più livelli: parte d’esso sarà dedicato a uffici, laboratorio, magazzino, spogliatoi e locali di servizio indispensabili per una buona gestione della piattaforma, e parte sarà costituito da locali tecnici.

Adiacente a questo primo edificio sarà realizzato il capannone per lo stoccaggio e l’essiccamento fanghi a base rettangolare 44x25 m e altezza di circa 11,5 metri.

Questo edificio sarà chiuso è posto in leggera depressione per garantire 3 ricambi

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3

A fianco degli edifici descritti, sarà costruita una tettoia e delle vasche di stoccaggio al servizio del gassificatore per la produzione dell’energia elettrica

Il lavoro affidato dalla ditta committente alla sottoscritta geologo Dott.ssa Caterina Caradonna, iscritta all’Albo dell’O.R.G. di Sicilia con il numero 1452, svolto a norma del D.M. del 11/3/88 e succ. modifiche ed integrazioni “norme tecniche riguardanti le indagini sui terreni e sulle rocce, la stabilità dei pendii naturali e delle scarpate, i criteri generali e le prescrizioni per la progettazione, l’esecuzione, il collaudo delle opere di sostegno delle terre e delle opere di fondazione, e a quanto previsto della L.R. vigente ha lo scopo di individuare:

- i caratteri litologici, dell’area interessata dal progetto;

- la natura e le caratteristiche geotecniche del terreno in cui sorge l’impianto oggetto di ampliamento in oggetto, per stabilirne le condizioni di stabilità;

- la statica dei manufatti e tecnologia edilizia;

- lo studio idrogeologico del territorio nelle immediate vicinanze per individuare la presenza di falde idriche che potrebbero influenzare il suo stato;

- il rilevamento dei sistemi di convogliamento delle acque (coperture, tetti, scarichi ecc.), in grado di nuocere i manufatti;

- le caratteristiche dell’ambiente in cui sono collegati i manufatti, in relazione all’aspetto geomorfologico, all’esposizione geografica, in modo da ottenere informazioni particolareggiate sulle condizioni climatiche.

Sono state considerate altresì le classificazioni richieste dal DM 17/01/2018 sulle Nuove Norme Tecniche per le Costruzioni.

A tal fine sono state individuate e descritte:

- le eventuali situazioni di pericolosità geologia e sismica.

A tali obiettivi si è giunti attraverso un rilevamento di superficie dettagliato, su tutta l’area interessata dal progetto e nei suoi immediati intorni, l’acquisizione di dati rilevati da notizie bibliografiche esistenti sull’area in studio, nonché dai dati ricavati da una campagna di indagini geognostica costituita da un numero adeguato di pozzetti esplorativi (P1 e P2) eseguiti nell’area oggetto di ampliamento in studio atti ad identificare tutte le caratteristiche litotecniche e gli spessori delle coltri di copertura e del substrato sedime di fondazione del manufatto in progetto e l’esecuzione di un’indagine sismica passiva attraverso l’analisi realizzata con tomografo elettronico

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digitale TROMINO ai soli fini della determinazione delle caratteristiche elastiche del terreno ottenute dall’analisi spettrale delle componenti vibrazionali del terreno, ossia attraverso l’analisi dei rumori del terreno. Inoltre ai sensi del DM 17/01/2018, sulle Nuove Norme Tecniche per le Costruzioni, la definizione delle onde trasversali S ha permesso la determinazione del parametro Vseq e la caratterizzazione dei terreni ai sensi della suddetta normativa. (ved. Relazione Indagine sismica passiva Tromografica allegata)

Quindi, al fine di fornire alla committenza utili suggerimenti per un'opportuna scelta delle soluzioni progettuali da adottare è stata redatta la seguente cartografia di analisi, sulla base di aerofotogrammetrie in scala 1:25.000 e 1:10.000 fornite dal Comune di Carini:

- n°1 “carta geologica” nella quale si riportano tutti i litotipi affioranti, il loro andamento geometrico, la stratigrafia e gli elementi strutturali, corredata da una colonna stratigrafica che evidenzia le caratteristiche strutturali della zona. Per la simbologia di questa carta si è fatto riferimento alla Guida al rilevamento della Carta Geologica d’Italia in scala 1:50.000 (1992) del Servizio Geologico Nazionale;

- n°1 “corografia” in scala 1:25.000 con l’ubicazione del sito di progetto;

- n°1 “planimetria catastale” in scala 1:2.000;

- n°1 Carta del Rischio Idrogeologico in scala 1:10.000;

- Stratigrafia pozzetti esplorativi in scala 1:100;

- Indagine Sismica Passiva Tromografica

Per i riferimenti topografici ci si è avvalsi della cartografia esistente:

Foglio 249 III N.E. "Carini” (Carta d'Italia, I.G.M.I.) ed aerofotogrammetrie in scala 1:10.000 fornite dal Comune di Carini (PA).

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5

2. I

NQUADRAMENTO

G

EOGRAFICO

L’area interessata dallo studio ricade nel comune di Carini, topograficamente nella tavoletta I.G.M.I. 1.25.000 “Foglio 249 III N.E. "Carini”

Nella Carta Tecnica Regionale ricade nella sezione, n°594070, in scala 1:10.000.

L’area di progetto descritto di forma rettangolare è ubicata all’interno dell’agglomerato industriale del Comune di Carini, e precisamente nei punti di coordinate geografiche UTM 38° 9.090’ Lat. Nord e 13° 11.821’ Long Est, a una quota topografica di circa m. 43 s.l.m.

La struttura industriale di proprietà della ditta Rubbino a S.r.l. è ubicata nell’area Zona Industriale di Carini.

Il suolo su cui è sarà realizzato l’impianto è individuato al catasto foglio di mappa 16 particella 2651 del Nuovo Catasto Terreni.

L’intera area in cui sorge l’impianto ricade in via Dominici 51 ed ha destinazione di zona “Area con impianti industriali esistente” come Piano Asi allegato

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Corografia scala 1:25.000 Foglio 249

III NE “CARINI”

Ubicazione dell’area interessata dal progetto

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Stralcio P.R.G.C.

(11)

Stralcio Planimetrico Catastale scala 1:2.000

Ubicazione dell’area interessata dal progetto

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8

3. R

EGIME

V

INCOLISTICO

L’area interessata dallo studio non è sottoposta a vincolo idrogeologico R.D.

3267/323.

Non ricade nella fascia di rispetto dai corsi d’acqua di 150 m L. 431/’85 e risulta quindi libera da ogni vincolo.

L’area in esame non rientra nelle aree perimetrate dall’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente - “Piano Straordinario per l’Assetto Idrogeologico” descritte come aree a rischio R4, R3, R2 e R1 e zone a Pericolosità Geomorfologica P1 e P2 –P3, P4- P.A.I.- Area Territoriale tra il Bacino Idrografico del Fiume Oreto e Punta Raisi (040) (Decreto Luglio 2006).

Inoltre non risultano, nel corpo della descrizione dei dissesti idrogeologici, problematiche di alcun tipo per l’area in esame.

In allegato si riporta lo stralcio della Carta del Rischio Idrogeologico e del Dissesto idrogeologico, in scala 1:10.000.

Con l’entrata in vigore dell’OPCM 3274 del 2003 nell’ambito della classificazione dell’intero territorio nazionale, il Comune di Carini è stato classificato come zona 2 cioè, “zona con pericolosità sismica media, ove si possono verificare terremoti abbastanza forti- 0,15 ≤ PGA < 0,25g”.

La Regione Sicilia ha imposto l’obbligo del calcolo antisismico per tutte le zone sismiche del tipo 2, con accelerazione orizzontale con probabilità di superamento pari al 10% in 50 anni (ag/g) 0.15-0.25, e accelerazione orizzontale di ancoraggio dello spettro di risposta elastico (ag/g) 0,25.

La legislazione vigente affronta il problema del “Rischio sismico” essenzialmente con il DM 17/01/2018, sulle Nuove Norme Tecniche per le Costruzioni che modifica la legge n°64 dello 02/02/1974 e precisamente con ordinanza OPCM 3274 come modificato dall’OPCM 3134 del 3/5/2005 che detta provvedimenti per le costruzioni con particolari prescrizioni per zone sismiche e definisce la Categoria dei Suoli di Fondazione e con OPCM 3907/2010 e OPCM 4007/2012-(Contributi per interventi di prevenzione del Rischio Sismico), Legge 24/06/2009 n°77.

(13)
(14)

12

4. I

NQUADRAMENTO

G

EOMORFOLOGICO

Allo scopo di ottenere un’approfondita conoscenza del territorio è stata effettuata un’indagine atta all’identificazione ed alla rappresentazione cartografica di tutte le forme, i depositi e i processi connessi con l’attività antropica e con l’azione della gravità e delle acque superficiali che non ha, comunque, individuato elementi morfologici aventi requisiti di rarità scientifica o interesse tali da poter essere classificati come “emergenze” e quindi suscettibili di tutela ai sensi delle predette leggi regionali, nè elementi o forme che abbiano influenzato, in modo significativo, la risposta sismica del suolo sollecitato da azioni sismiche.

L’assetto morfologico dell’area interessata dal lavoro di rilevamento è strettamente legato alla natura dei litotipi rilevati e all’evoluzione strutturale verificatesi nella Sicilia Occidentale a partire dal tardo periodo Cretaceo (circa 70 milioni di anni fa) caratterizzata da una tettonica di tipo compressivo.

All’interno dell’area territoriale si possono distinguere due differenti ambienti morfologici, uno pianeggiante ed uno montuoso che, con un andamento ad U, racchiude le zone di pianura che si affacciano sulla costa nord-occidentale .

L’elemento morfologico pianeggiante è rappresentato principalmente dalla Piana di Carini, la cui porzione orientale è caratterizzata dai termini del Flysh Numidico (argille siltose ed arenarie gradate con brecciole a Lepidocicline) e piu ad est dai calcari di Piattaforma Giurassici e Cretacici, che costituiscono la dorsale montuosa di Monte Columbrina che sovrasta l’area di progetto

Questa zona risulta costituita da rocce prevalentemente calcaree appartenenti al Teziario-mesozoico, generalmente stratificate con pendenze che non superano i 40°

circa, talora massicce, fratturate, fessurate e carsificate.

L’area di progetto ricade nel Versante settentrionale del territorio Siciliano in un bacino minore tra Fiume Oreto e Punta Raisi (Cartografia C.T.R. 594070).

Sotto il profilo delle caratteristiche idrografiche Il reticolo idrografico è in genere poco sviluppato in corrispondenza degli affioramenti calcareo arenacei caratterizzati da una discreta permeabilità per fratturazione, mentre risulta organizzato in aste torrentizie quando interessa gli affioramenti marno-argillosi e argillosi.

Il pattern dei piccoli dreni presenti nell’area è di tipo controllato (strutturale), con andamento rettilineo e basso grado di gerarchizzazione limitato generalmente al

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primo ordine (Vallone Scavo Morto, Vallone Gugliotta) posti a distanza tale da non avvertire azioni di richiamo.

Il rilevamento geomorfologico non ha evidenziato nelle aree studiate, la presenza di movimenti gravitativi, o notevoli azioni erosive connesse con la idrografia superficiale, nè fenomeni di evoluzione geomorfologica, che comunque, possano far volgere in senso negativo l’attuale stabilità dei siti di progetto.

L’area in esame non rientra nelle aree perimetrate dall’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente - “Piano Straordinario per l’Assetto Idrogeologico” descritte come aree a rischio R4, R3, R2 e R1 e zone a Pericolosità Geomorfologica P1 e P2 –P3, P4- P.A.I.- P.A.I.- Area Territoriale tra il Bacino Idrografico del Fiume Oreto e Punta Raisi (040) (Decreto Luglio 2006).

(16)

14

5. G

EOLOGIA

Nell’area in studio le condizioni logistiche non hanno certamente agevolato l’opera di rilevamento geologico: l’alto grado di antropizzazione, caratterizzato da una intensa attività agricola e da una recente urbanizzazione, inibisce infatti il riconoscimento visivo dei litotipi presenti, ricoperti ovunque da una coltre di terreno vegetale. Di contro, le osservazioni ricavate da scavi eseguiti da privati in terreni limitrofi, unitamente ai numerosi dati bibliografici esistenti ed alla discreta conoscenza del modello geologico-strutturale del territorio di Carini, hanno permesso il raggiungimento degli obiettivi preposti.

Inoltre, l’indagine diretta del sottosuolo costituita da n°2 pozzetti esplorativi in posizione centrale all’interno del terreno, come da planimetria allegata, ha permesso di distinguere e mappare i principali termini geologici e ricostruire la sequenza stratigrafica presente nel sottosuolo dell’area indagata: le formazioni geologiche, di seguito descritte, sono state ordinate in sequenza temporale dalla più recente alla più antica:

5.1CALCARI E CALCARI DOLOMITICI A MEGALODONTIDI; 5.2.CALCILUTITI A CALPIONELLE E RADIOLARI;

5.3.FLYSH NUMIDICO-

5.1. CALCARI DOLOMITICIE CALCARI STROMATOLITICI E LOFERITICI

Si tratta di calcari dolomitici, mal stratificati, passanti verso l’alto a calcari algali di colore bianco avorio a frattura scheggiosa regolarmente stratificati in banchi 20-30 cm di spessore (G. Giunta & V. Liguori 1972) in cui si notano spesso fenomeni di ricristallizzazione.

Si presentano in strati di spessore variabile da qualche centimetro al metro e più, talora massicce, fratturate, fessurate e carnificate.

Affiorano su tutto il massiccio calcareo di Monte Erice e nell’area di progetto costituendone il substrato che ospita il piano fondazionale del manufatto da realizzare come da progetto con spessori massimi prossimi a m.200. I terreni più antichi della “Formazione Calcari Dolomitici e calcari stromatolitici e loferitici” sono ascrivibili al Trias superiore-Lias, secondo le nozioni bibliografiche più attendibili.

(17)

5.2.CALCILUTITI A CALPIONELLE E RADIOLARI.

Si trattasi di calcilutiti e brecce calcaree indifferenziate, compatte e ben cementate, di colore dal biancastro al grigio, in genere mal stratificate, con abbondanti resti di Ellipsactinie, Diceratidi, Coralli Crinoidi; l’età è Cretaceo inferiore-Malm.

5.3-FLYSH NUMIDICO

Si tratta di Argilliti più o meno siltose alternate localmente a sottili straterelli quarzarenitici a disposizione prevalentemente caotica ed arenarie gradate con brecciole a Lepidocicline; la porzione argillosa di tale formazione presenta un colore giallastro in superfice con inclusioni di argille color bruno mentre in profondità diventa compatta assumendo una colorazione grigio - scuro, la stratificazione è praticamente assente. sono ascrivibili al Langhiano inf. - Oligocene sup., secondo le nozioni bibliografiche più attendibili.

(18)

LEGENDA

Argille siltose (Flysh Numidico) (Eocene sup.)

Calcilutiti a calpionelle e radiolari (Titonico)

Calcari stromatolitici (Cretaceo inf.-Malm)

Carta Geologica

Scala 1/10.000

Ubicazione area in esame

(19)

6

. C

ARATTERISTICHE

C

LIMATICHE

I fattori che concorrono alla definizione del clima sono molteplici: precipitazione, temperatura, venti, pressione atmosferica, umidità e altri di minore importanza.

Allo scopo di avere un quadro sintetico delle caratteristiche climatiche, sono stati presi in considerazione alcuni dei principali fattori climatici.

Questi esercitano una influenza determinante sull’evoluzione del paesaggio mediante i processi erosivi, ma soprattutto influenzano il regime idrologico attraverso il deflusso superficiale delle acque e la loro infiltrazione.

In questo studio sono stati presi in considerazione soltanto le precipitazioni e le temperature sia per la loro maggiore importanza sia per l’irreperibilità dei dati relativi agli altri fattori.

I dati climatici utilizzati sono stati acquisiti dagli annali del Servizio Idrografico del Regione Siciliana, relativi a periodi di osservazione di 60 anni (1940-2000).

6.1 PLUVIOMETRIA

Per ottenere un quadro d’insieme delle precipitazioni piovose che interessa l’area in esame si è fatto riferimento alle stazioni pluviometriche presenti nell’area.

La scelta è stata eseguita secondo il Metodo dei Topoieti, l’area di influenza in cui ricade la zona in esame, è stata individuata mediante la costruzione dei poligoni di Thiessen .

I dati sono relativi alla stazione di Isola delle Femmine, 4 mt. s.l.m., Coordinate UTM 4229376N 346760E. s.l.m., rispettivamente con periodo di funzionamento negli anni 1940-2000;

Da dai dati rilevati è stata desunta l’altezza media annua delle piogge è di 569,23 mm. (calcolata per un sessantennio con il metoto dei topoieti) e la frequenza delle stesse e di 72g,p./a (distribuzione udometrica per anni pluviali decorrente da settembre ad agosto), mentre per quanto riguarda l’andamento pluviometrico annuo, si nota che i mesi più piovosi sono ovunque quelli invernali (dicembre e gennaio), con valori medi di piovosità di 116,9 mm, mentre quelli meno piovosi sono quelli estivi (giugno e luglio), con valori medi di piovosità di 8,1 mm.

(20)

18 6.2TERMOMETRIA

L’analisi termometrica di una certa area presuppone l’esistenza di apposite stazioni di misure poste all’interno dell’area o nelle sue immediate vicinanze; per lo studio delle condizioni termiche del territorio in esame, pertanto si è tenuto conto dei dati termometrici relativi alla stazione Isola delle Femmine, i dati elaborati si riferiscono al periodo 1973-2000. Sulla base dei dati a disposizione, si sono elaborati i valori medi mensili delle temperature.

Dall’esame delle temperature (Graf. 2), si evince che nei mesi più caldi, da Giugno a Settembre, la temperatura non scende al di sotto dei 20°, con valori massimi, in Luglio ed Agosto di oltre 25°, mentre le minime mensili, relativi ai mesi più freddi, Gennaio e Febbraio sono comprese fra gli 11° e i 12°. Il valore medio annuo della temperatura e di 18° C e l’escursione termica media annua è di 9,4°C.

(21)

7. C

AR ATTER IST ICHE

I

DR O GEO LO GIC HE

Prima di analizzare le caratteristiche geotecniche dei terreni indagati è necessario, in questa sede, fare almeno una stima delle loro proprietà idrauliche. Sono, infatti, queste proprietà che regolano principalmente il comportamento del terreno variamente sollecitato. In particolare, poi, l’acqua costituisce uno dei fattori che influenzano maggiormente la resistenza e la compressibilità delle terre.

L’indagine sulle caratteristiche idrologiche dei terreni affioranti ha permesso di classificare in base alla permeabilità i litotipi rilevati. Le calcilutiti e calcisiltisi e marne che costituiscono il litotipo affiorante nel sito di progetto, con di idrografia superficiale limitata solo a pochi solchi di natura torrentizia, presentano permeabilità elevata per fessurazione.

Pertanto si può attribuire al valore di coefficiente di permeabilità k il seguente range di valori :1 x 10-4 < k < 1 x 10-3 cm./sec. Questo, generalmente, fa ipotizzare rapide dissipazioni delle sovrapressioni indotte dall’applicazione dei carichi esterni, determinando una più rapida variabilità del “carico limite” nel tempo.

La falda acquifera è reperibile a notevole profondità in relazione ai livelli argillosi intercalati. Si può escludere, pertanto, la presenza e/o una oscillazione della stessa almeno a profondità d’interesse, tale da avere ripercussioni di rilievo sulle caratteristiche fisico-meccaniche del terreno sedime delle fondazioni.

Sicuramente, comunque, sarà riscontrabile un'umidità generalizzata riconducibile ai primi tre tipi di acqua (di adsorbimento, pellicolare, capillare sospesa), visto che ci muoviamo all'interno della subzona di aerazione.

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20

8. I

N DAGIN I

G

EOGNO STIC HE E

C

AR ATTER ISTICHE

S

TR ATIGRAFIC HE Per la conoscenza dell’immediato sottosuolo e per la determinazione dello spessore della coltre superficiale, come anticipata in premessa, al fine di pervenire a un razionale dimensionamento strutturale delle opere d’arte, per gli scopi geologici - applicativi di progetto, è stata eseguita un’ indagine geognostica, attraverso l’esecuzione di n2 pozzetti esplorativi e un’indagine di laboratorio attraverso l’esecuzione d’analisi e prove geotecniche, su campioni indisturbato prelevati dai sondaggi

Tutti i contenitori sono stati opportunamente sigillati per evitare l’essiccazione del campione e contrassegnati con etichette identificatrici.

Sulla planimetria generale è possibile visualizzare la loro ubicazione.

I sondaggi e i pozzetti geognostici effettuati hanno consentito di delineare sommariamente la stratigrafia dell’area, ma soprattutto lo spessore della coltre superficiale rimaneggiata e la presenza del litotipo sedime di fondazione,

E’ stata così ricostruita la successione litologica puntuale, cosi come rappresentata nelle colonne stratigrafiche allegate.

La correlazione dei dati stratimetrici e litologici raccolti, ha permesso di rappresentare, nelle colonne stratigrafiche allegate, le caratteristiche stratigrafiche del sottosuolo indagato.

Si descrivono di seguito, i litotipi rinvenuti sulle verticali dei pozzetti essi sono costituiti da calcari dolomitici stratificati

I pozzetti P1 e P2 hanno messo in luce, in accordo con i dati del rilevamento geologico di superficie, la presenza del terreno vegetale di colore da bruno a marrone scuro con inclusioni di frammenti lapidei fino alla profondità di – 0,60 m. dal p.c., seguono da -0,60m. a -3,30 i calcari dolomitici stratificate, talora massicci fessurati, fratturati e carsificate, poco coerente e mediamente compressibili in generale a scarsa erodibilità Le colonne stratigrafiche che seguono, danno comunque, un’indicazione dettagliata dei tipi litologici rinvenuti, delle loro caratteristiche e quote relative; nonché i punti dove sono stati prelevati i campioni per l’esecuzione delle analisi e prove geotecniche di laboratorio.

(23)

Stralcio Planimetrico Catastale scala 1:2.000

Ubicazione dell’area interessata dal progetto

P1 pozzetto esplorativo

indagine tromografica

TR1

P2 TR1 P1

(24)

Committente : Rubbino s.r.l. Pozzetto P1

Responsabile: Dott. Geol. Caterina Caradonna

Prof. Dal p.c.

Colonna

Stratigrafica

0,00

- 1,00

- 2,00

- 3,00

- 4,00

Descrizione Stratigrafica Campioni

R: Rimaneggiati

Prof. Della falda

R:Rimaneggiati

Scala 1:100

Terreno agrario misto a porzione detritica di origine calcarea

PROGETTO PER LA REALIZZAZIONE DI UN IMPIANTO DI ESSICCAMENTO FANGHI E VALORRIZZAZIONE ENERGETICA DEI RIFIUTI SOLIDI NON PERICOLOSI

Roccia calcarea di colore biancastro fratturata (Tufo Verde) fratturata e di buona consistenza

Campione disturbato P1R1 (1,00-1,20 m.)

(25)

Committente : Rubbino s.r.l. Pozzetto P2

Responsabile: Dott. Geol. Caterina Caradonna

Prof. Dal p.c.

Colonna

Stratigrafica

0,00

- 1,00

- 2,00

- 3,00

- 4,00

Descrizione Stratigrafica Campioni

R: Rimaneggiati

Prof. Della falda

R:Rimaneggiati

Scala 1:100

Terreno agrario misto a porzione detritica di origine calcarea

PROGETTO PER LA REALIZZAZIONE DI UN IMPIANTO DI ESSICCAMENTO FANGHI E VALORRIZZAZIONE ENERGETICA DEI RIFIUTI SOLIDI NON PERICOLOSI

Roccia calcarea di colore biancastro fratturata (Tufo Verde) fratturata e di buona consistenza

Campione disturbato P1R1 (1,00-1,20 m.)

(26)

24

9. C

ARATTERISTICHE

F

ISICO

- M

ECCANICHE

Ai fini della caratterizzazione meccanica dei terreni di fondazione, si è ritenuto opportuno utilizzare i parametri tecnici ricavati da campioni disturbati prelevati da n°2 pozzetti esplorativi (P1, P2), eseguiti in posizione centrale all’interno del terreno, per mezzo di un martello perforatore.

Sono stati quindi stimati dei valori dei parametri geotecnici del terreno sedime di fondazione.

Le caratteristiche tecniche principali del terreno di fondazione possono essere così descritte:

- il materiale di copertura, costituito da una coltre di materiale sciolto a grana media, derivante dall’alterazione dei calcari sottostanti, di colore da bruno a marrone scuro con inclusioni di frammenti lapidei; le sue caratteristiche tecniche sono da considerarsi molto scadenti per cui se ne consiglia la totale asportazione in fase di realizzazione di manufatti.

Il substrato costituito da calcari dolomitici, si tratta di rocce lapidee stratificate, talora massicce fessurate, fratturate e carsificate, poco coerente e mediamente compressibili in generale a scarsa erodibilità. Pertanto è opportuno, per tale litotipo, attribuire ai parametri geotecnici i seguenti valori minimi, ad una profondità di circa un metro dal p.c.:

- peso dell'unità di volume () è variabile da 2,12 a 2,15 t/m3 - carico di rottura “r”Maximum strength di 15548 KPa.

-  (angolo d'attrito interno) = 30°;

- c (coesione) = 0,01 ton./mq.

(27)

10. C

LASSIFICAZIONE

S

ISMICA

D

EI

T

ERRENI

In ossequio alle direttive del DM 17/01/2018 sulle Nuove Norme Tecniche per le Costruzioni sono state attenzionate le problematiche riguardanti il fattore pericolosità sismica locale, che rappresenta il primo passo per la riduzione del rischio sismico.

La pericolosità sismica, intesa come la misura dello scuotimento al suolo atteso in un dato sito, è legata, oltre che alle caratteristiche sismotettoniche dell’area ed alla propagazione delle onde, anche alle caratteristiche geologiche locali. E’ noto, infatti, che in occasione di eventi sismici di una certa rilevanza, si verificano effetti connessi a particolari condizioni geologico-geomorfologiche che producono danni anche molto diversificati su manufatti di caratteristiche strutturali analoghe, situati anche a breve distanza.

A tale scopo è stata pianificata una campagna un’indagine sismica passiva attraverso l’analisi realizzata con tomografo elettronico digitale TROMINO ai soli fini della determinazione delle caratteristiche elastiche del terreno ottenute dall’analisi spettrale delle componenti vibrazionali del terreno, ossia attraverso l’analisi dei rumori del terreno.

La campagna di indagine ha previsto l’esecuzione di un rilevamento spazio temporale ben definito e su una superficie opportunamente preparata e lisciata. La presente metodologia ha permesso di evidenziare quantitivamente le geometrie del substrato indicando discontinuità sismiche presenti legate a variazioni litologiche

Inoltre ai sensi del DM 17/01/2018, sulle Nuove Norme Tecniche per le Costruzioni, la definizione delle onde trasversali S ha permesso la determinazione del parametro Vseq e la caratterizzazione dei terreni ai sensi della suddetta normativa.

E’ stato quindi determinato il valore di Vs eq che è rispettivamente per TR1, Vs eq

= 658,57 m/s..

Adottando la classificazione vigente in materia antisismica ai sensi del DM 1//01/20!8, sulle Nuove Norme Tecniche per le Costruzioni i terreni individuati nell’indagine eseguita, appartengono alla Categoria Litostratigrafia B, ovvero depositi di “sabbie o ghiaie molto addensate o argille molto consistenti con spessori di

(28)

26

m/sec.” (ovvero Nstp ≥50 nei terreni a grana grossa e Cu30 ≥ 250 KPa nei terreni a grana fine).

Alla configurazione sismostratigrafica individuata si può adottare la seguente categoria topografica (D.M. 17 gennaio 2018) alla quale corrispondono i seguenti valori massimi di coefficiente di amplificazione topografica:

Categoria Caratteristiche della superficie topografica St

T1 Superficie pianeggiante, pendii e rilievi isolati con

inclinazione media i ≤ 15° 1,0

(29)

COMUNE DI CARINI

Indagine Sismica passiva HVSR

OGGETTO : Progetto di IMPIANTO DI FORNITURA BIODIESEL DA OLI DI FRITTURA O GRASSI O POME da realizzarsi a Carini Z.I. Via Domi nici n. 51.

COMMITTENTE

IL GEOLOGO

(30)

1

1.Premessa

Il presente lavoro, eseguito dal sottoscritto Vito Gaglio, geologo, iscritto all’Albo Regionale dei Geologi di Sicilia, è lo studio sismico di un'area, interessata dal Progetto di IMPIANTO DI ESSICAMENTO FANCHI E VALORIZZAZIONE BENERGETICA DEI RIFIUTI SOLIDI

NON PERICOLOSI -Carini Z.I. Via Dominici Il mio incarico prevede lo studio sismico dell'area visto l'entrata in vigore della Nuova Normativa

Tecnica, ovvero il Decreto Ministeriale del 17 Gennaio 2018; con la presente è stata eseguita una campagna geofisica costituita da n. 1 sondaggio sismico del tipo HVSR denominato Tr1 al fine di poter individuare la frequenza fondamentale del sito f

0

ed assieme ad essa estrapolare i dati di V

s,eq

come richiesto dalla suddetta normativa.

2.Cenni sulla teoria della tecnica HVSR La tecnica HVSR permette in primo luogo di valutare la frequenza di vibrazione naturale di un sito.

Successivamente, come ulteriore sviluppo, la stima del parametro normativo Vs,eq attraverso un processo di inversione del problema iniziale. Le ipotesi alla base della tecnica sono: una

concentrazione del contenuto in frequenza localizzato maggiormente in quelle basse (tipicamente al di sotto dei 20 Hz); assenza di sorgenti periodiche e/o con contenuto in alte frequenze; le sorgenti di rumore sono uniformemente distribuite intorno alla stazione di registrazione. Se queste sono

soddisfatte, la tecnica può essere suddivisa nelle fasi che vengono di seguito illustrate.

Si esegue una registrazione del rumore ambientale lungo tre direzioni ortogonali tra loro (x,y,z) con una singola stazione. Tale registrazione deve essere effettuate, secondo le indicazioni del progetto SESAME, per una durata non inferiore ai 20 minuti.

Si esegue un’operazione detta di windowing, in cui le tre tracce registrate vengono suddivise in finestre temporali di prefissata durata. Secondo le indicazioni del succitato progetto SESAME tale dimensione, detta Long Period, deve essere almeno pari ai 20 secondi. Si ottiene così un insieme di finestre “long”, che sono sincronizzate fra le tracce.Queste finestre vengono filtrate in base a dei criteri che permettono di individuare l’eventuale presenza di transienti (disturbi temporanei con grandi contributi nelle frequenze alte) o di fenomeni di saturazione.Per ciascuna delle finestre rimanenti, quindi ritenute valide, viene valutato lo spettro di Fourier. Quest’ultimo viene sottoposto a tapering e/o lisciamento secondo una delle varie tecniche note in letteratura e ritenute all’uopo idonee. Successivamente si prendono in considerazione gli spettri delle finestre relative alle tracce orizzontali in coppia. Ovvero, ogni spettro di una finestra per esempio della direzione X, ha il suo corrispettivo per le finestre nella direzione Y, vale a dire che sono relative a finestre temporali sincrone. Per ognuna di queste coppie viene eseguita una somma tra le componenti in frequenza secondo un determinato criterio che può essere, ad esempio, una semplice media aritmetica o una somma euclidea. Per ciascuna coppia di cui sopra, esiste lo spettro nella direzione verticale Z, ovvero relativo alla finestra temporale sincrona a quelle della coppia. Ogni componente in

frequenza di questo spettro viene usato come denominatore nel rapporto con quello della suddetta

coppia. Questo permette quindi di ottenere il ricercato rapporto spettrale H/V per tutti gli intervalli

temporali in cui viene suddivisa la registrazione durante l’operazione di windowing.Eseguendo per

ciascuna frequenza di tali rapporti spettrali una media sulle varie finestre, si ottiene il rapporto

spettrale H/V medio, la cui frequenza di picco (frequenza in cui è localizzato il massimo valore

assunto dal rapporto medio stesso) rappresenta la deducibile stima della frequenza naturale di

vibrazione del sito.L’ulteriore ipotesi che questo rapporto spettrale possa ritenersi una buona

(31)

approssimazione dell’ellitticità del modo fondamentale della propagazione delle onde di Rayleigh, permette di confrontare questi due al fine di ottenere una stima del profilo stratigrafico.

Tale procedura, detta di inversione, consente di definire il profilo sostanzialmente in termini di spessore e velocità delle onde di taglio. Avendo quindi una stima del profilo della velocità delle onde di taglio, è possibile valutarne il parametro normativo Vs,eq.

2.1 Strumentazione

Di seguito sono elencate le caratteristiche tecniche della stazione: Sismografo SARA SR04HS Numero canali: 3 Convertitore A/D: 24 bit (SD) Range dinamico: 124dB @ 100SPS

Campionamento: simultaneo sui tre canali Sensibilità: 2V p-p (119nV/count)

Compatibilità ingressi: sensori elettrodinamici e sensori attivi (4V p-p con jumpers interni) Sincron. Real Time Clock: da GPS via PPS modulato

Precisione rispetto a UTC: <50ms

Antenna GPS: amplificata e connettore BNC CPU: AVR RISC processor @ 11.592MHz Temperatura operativa: -30/+60°C

Velocità: programmabile da 9600 a 115200 baud Certificazioni: CE (EN55022, EN55011)

(32)

3

TR1- Tracce in input

Dati riepilogativi:

Durata registrazione: 1200 s

Frequenza di campionamento: 300.00 Hz Numero campioni: 360689

Direzioni tracce: Nord-Sud; Est-Ovest; Verticale.

Grafico tracce

Finestre selezionate Dati riepilogativi:

Numero totale finestre selezionate: 48 Numero finestre incluse nel calcolo: 35 Dimensione temporale finestre: 25.000 s Tipo di lisciamento: Konno & Ohmachi Percentuale di lisciamento: 5 %

Grafico tracce con finestre selezionate:

(33)

Rapporto spettrale H/V Dati riepilogativi:

Frequenza massima: 60.00 Hz Frequenza minima: 0.50 Hz

Tipo lisciamento: Konno & Ohmachi Percentuale di lisciamento: 5.00 %

Tipo di somma direzionale: Media geometrica Coefficiente di banda: 40.00

Curva HVSR Tr1 Risultati:

Frequenza del picco del rapporto H/V: 35,05 Hz ±1.14 Hz

Verifiche SESAME:

(34)

5

Ellitticità della curva HVSR (in nero quella sperimentale)

Profilo delle velocità delle onde di taglio (velocità medie onde di taglio Vs m/s)

Modello stratigrafico

Dati riepilogativi:

Numero strati: 4

Valore di disadattamento: 0.38

(35)

Dati della sismostratigrafia:

Conclusioni

Nell'interpretazione

del

sondaggi

o eseguito

Tr1 si è cercato di individuare sperimentalmente la frequenza caratteristica del sito, visto che questa risulta essere fondamentale nel calcolo strutturale per la costruzione degli edifici. Risulta essere fondamentale evitare che un edificio abbia la stessa frequenza caratteristica del sito in cui sorge, perchè se questo avvenisse, in caso di terremoto si assisterebbe a fenomeni di doppia risonanza, che come si è visto in seguito a dei terremoti, portano al collasso della struttura. Per cui, in seguito a studi eseguiti, si èappurato che la frequenza

caratteristica di un edificio si può calcolare con buona approssimazione con la seguente formula:

Frequenza naturale edificio (Hz)= 10 Hz/numero di piani di progetto Ovviamente, dalla precedente formula si può facilmente capire come da un punto di vista

ingegneristico, è utile sotto i 10 Hz, poiché al di sopra di questo valore non è assolutamente

658,57

(36)

7

stato di alterazione e fessurazione , quindi si è prodotta la seguente colonna sismostratigrafica interpretativa.

LEGENDA

Calcari fratturati Calcari compatti

Coltre di alterazione

Viste le considerazioni fin qui fatte, è possibile formulare le seguenti con clusioni:

- Nell'interpretazione del sondaggio eseguito Tr1, si è avuto un picco a 35,05 Hz ±1.14 Hz , che non può essere assunto come frequenza caratteristica f

0

del sito , in quanto questa frequenza così elevata

è dovuta al contato fra la copertura, composta essenzialmente dal suolo con le rocce in posto.

-vista la tabella riassuntiva precedentemente allegata la Vs,eq ricavata è stata 658,57 m/s per cui nel sito in questione il suolo di fondazione è rappresentato da terreni di tipo B, ovvero “Rocce tenere e depositi di terreni a grana grossa molto addensati o terreni a grana fina molto consistenti caratterizzati da un miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di velocità equivalente compresi tra 360 m/s e 800 m/s ”, ai sensi del Decreto Ministeriale del 17 Gennaio 2018.

-Stralcio Planimetrico con ubicazione sondaggio HVSR Tr1

Salemi

Gennaio 2022 Il Geologo

(37)

11. C

ONCLUSIONI

Il presente studio è stato condotto attraverso un lavoro di rilevamento geologico esteso ad un’area di circa 2 km2 attorno al lotto di proprietà della ditta Rubbino s.r.l.

inerente il progetto per la realizzazione di un impianto di essiccamento fanghi e valorizzazione energetica dei rifiuti solidi non pericolosi, in contrada Dominici nel Comune di Carini.

Con l’ausilio dei dati ricavati dal programma d’indagine diretta del sottosuolo costituita da n°2 pozzetti esplorativi (P1, e P2 ved. Stralcio planimetrico allegato), eseguiti in posizione centrale all’interno del terreno, per mezzo di un escavatore con pala meccanica e una campagna geofisica costituita da un’indagine sismica passiva tromografica atta all’acquisizione dei rumori spontanei del terreno in n°1 stazione di rilevamento denominata TR1, è stato possibile accertare che i terreni destinati al ricovero del piano fondazionale possano garantire nel tempo la stabilità dei manufatti da realizzare.

L’area interessata dal progetto in oggetto è inserita in un contesto geologico che possiamo ritenere “in equilibrio”: l’area di progetto si presenta poco acclive (5°a10°), privo d’evidenti strutture tettoniche a brevi distanze, d’asperità e d’importanti affioramenti naturali, essendo peraltro influenzata dall’intervento antropico, mentre l’assenza di un’idrografia superficiale di rilievo, rappresentata soltanto dal Fiume Torto che scorre a Est dal sito di progetto, non fa temere pericoli d’esondazione. Tale condizione di “equilibrio” è inoltre supportata da una tipologia di clima particolarmente mite, in cui solo raramente si manifestano parossismi meteorologici che possano avere, almeno per l’area in studio, dirette, immediate conseguenze sul territorio.

Geologicamente l’area interessata dal progetto è costituita nella totalità da rocce lapidee stratificate, talora massicce fessurate, fratturate e carsificate, poco coerente e mediamente compressibili in generale a scarsa erodibilità. Dal punto di vista geomorfologico non sono in atto condizioni di disequilibrio che possano condurre a eventuali fenomeni d’instabilità: i bassi valori d’acclività e l’assenza di fenomeni erosivi accelerati nel ristretto ambito del terreno indagato, assicurano che si è in presenza di una situazione di sostanziale equilibrio geomorfologico. Non sono state,

(38)

29

tutela ai sensi delle leggi regionali vigenti in materia di salvaguardia del territorio (Circ. A.R.T.A- 20 Giugno 2014, n. 3. (STUDI GEOLOGICI PER LA REDAZIONE DI STRUMENTI URBANISTICI) nè aree boschive o aree sottoposte a vincolo di rimboschimento, né aree carsiche comprensive di grotte o doline. Tale area inoltre non non rientra nelle aree perimetrate dall’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente - “Piano Straordinario per l’Assetto Idrogeologico” descritte come aree a rischio R4, R3, R2 e R1 e zone a Pericolosità Geomorfologica P1 e P2 –P3, P4- P.A.I Area Territoriale tra il Bacino Idrografico del Fiume Oreto e Punta Raisi (040) (Decreto Luglio 2006).

L’indagine sulle caratteristiche idrologiche dei terreni affioranti (ved.

“4.CARATTER ISTICH E IDROG EOLOGICH E”) ha permesso di escludere la presenza d’acqua a profondità d’interesse e/o una eventuale oscillazione della falda idrica che possa avere ripercussioni sulle caratteristiche fisico-meccaniche del terreno ricovero del piano fondazionale, costringendo il progettista a modificare le scelte progettuali.

Dal punto di vista geotecnico il litotipo ricovero del piano fondazionale dei manufatti in progetto è stato definito come una calcilutiti e calcisiltiti di buone caratteristiche geotecniche anche se intensamente fratturate e fessurate,” e quindi sono in grado di recepire i modesti carichi del manufatto da ricostruire Tuttavia, a garanzia e funzionalità del manufatto da realizzare, si consiglia il tecnico progettista di attenersi, in fase di calcolo della struttura, al valore dei parametri geotecnici stimati (ved.“5.CA RATTERIZZA ZIONI GEOTECNICH E”).

Con riferimento alle “Norme tecniche per il progetto sismico di opere di fondazione e di sostegno dei terreni” l’area in esame ricade in “zona” definita “2” con accelerazione orizzontale con probabilità di superamento pari al 10% in 50 anni (ag/g) 0.25, ed accelerazione orizzontale di ancoraggio dello spettro di risposta elastico (ag/g) 0,25.

Inoltre ai sensi del DM 17/01/2018, sulle Nuove Norme Tecniche per le Costruzioni, la definizione delle onde trasversali S ha permesso la determinazione del parametro Vseq e la caratterizzazione dei terreni ai sensi della suddetta normativa.

E’ stato quindi determinato il valore di Vs eq che è rispettivamente per TR1, Vs eq = 658,57 m/s..

(39)

Adottando la classificazione vigente in materia antisismica ai sensi del DM 1//01/20!8, sulle Nuove Norme Tecniche per le Costruzioni i terreni individuati nell’indagine eseguita, appartengono alla Categoria Litostratigrafia B, ovvero depositi di “sabbie o ghiaie molto addensate o argille molto consistenti con spessori di diverse decine di metri e caratterizzati da valori di Vs eq compresi tra 360 e 800 m/sec.” (ovvero Nstp ≥50 nei terreni a grana grossa e Cu30 ≥ 250 KPa nei terreni a grana fine).

In generale, si può ritenere che non esistono condizioni di pericolosità geologiche evidenti, che possano complicare o impedire l’eventuale realizzazione di manufatti il cui carico statico venga, comunque, mantenuto inferiore al valore di carico ammissibile del terreno sedime di fondazioni.

In ogni caso per una corretta esecuzione dell'opera si raccomanda il direttore dei lavori di volere gentilmente informare la scrivente affinchè possa presenziare l'opera di sbancamento e di realizzo definitivo per procedere ad una ispezione al fine di verificare le ipotesi di progetto a garanzia dell'incolumità dei manufatti e della collettività.

Il Geologo

Dott.ssa Caterina Caradonna

(40)

31

(41)

Il Geologo:

S

T U D I O I D R O G E O L O G I C O

- A

M B I E N T A L E A S U P P O R T O D E L

P

R O G E T T O P E R L A R E A L I Z Z A Z I O N E D I U N

C

E N T R O D I S T O C C A G G I O E R E C U P E R O R I F I U T I

,

I M P I A N T O D I

E S S I C C A M E N T O F A N G H I E V A L O R I Z Z A Z I O N E E N E R G E T I C A D E I R I F I U T I S O L I D I N O N P E R I C O L O S I

,

D A R E A L I Z Z A R S I I N

C. DA D

O M I N I C I S

.

N

.

C

.

N E L

C

O M U N E D I

C

A R I N I

(PA) .

Procedura PAUR. ai sensi dell’art. 27-bis del D.Lgs. 152/2006 e ss.mm. ii.

C o m u n e d i C a r i n i

C

I T T À

M

E T R O P O L I T A N A D I

P

A L E R M O

I

L

T

ECNICO

D

ITTA

RUBBINO S.R.L.

Relazione Idrogeologica-

Ambientale

(42)

C

OMUNE DI

C

ARINI

Città Metropolitana di Palermo

S

TUDIO IDROGEOLOGICO

-A

MBIENTALE A SUPPORTO DEL

P

ROGETTO PER LA REALIZZAZIONE DI UN

C

ENTRO DI STOCCAGGIO E RECUPERO RIFIUTI

,

IMPIANTO

DI ESSICCAMENTO FANGHI E VALORIZZAZIONE ENERGETICA DEI RIFIUTI SOLIDI NON PERICOLOSI

,

DA REALIZZARSI IN

C. DA D

OMINICI S

.

N

.

C

.

NEL

C

OMUNE DI

C

ARINI

(PA).

Procedura PAUR. ai sensi dell’art. 27-bis del D.Lgs. 152/2006 e ss.mm. ii.

R

ELAZIONE

I

DROGEOLOGICA

-A

MBIENTALE

D

ITTA

: R

UBBINO S

.

R

.

L

.

G

EOLOGO

: D

OTT

.

SSA

C

ATERINA

C

ARADONNA

(43)

1. P

REMESSA

La presente relazione espone i risultati di uno studio idrogeologico, ambientale conferito allo scrivente dalla ditta Rubbino s.r.l. eseguito al fine di accertare la stratigrafia e le caratteristiche idrologiche, con particolare riferimento al grado di assorbimento, dei terreni interessati dal progetto per la realizzazione di un Centro di stoccaggio e recupero rifiuti, impianto di essiccamento fanghi e valorizzazione energetica dei rifiuti solidi non pericolosi, di cui si richiede l’autorizzazione ai sensi dell’art.208 del D.Lgs.152/06 -Procedura PAUR. ai sensi dell’art. 27-bis del D. Lg.

152/2006 e ss.mm. ii. da ubicare nella Z.I. di Carini (PA) in via Dominici.

La Societa “Rubbino S.r.l.” con sede legale in Via Galileo Galilei 9/11 – 90044 - del Comune di Carini (PA), azienda già attiva nel settore del trattamento e smaltimento rifiuti intente realizzare un impianto di essiccamento fanghi e valorizzazione energetica dei rifiuti solidi non pericolosi.

La realizzazione dell’opera prevede la costruzione e l’esercizio di un impianto costituito da due linee cosi definite:

Linea 1 – Impianto di essiccazione fanghi (Operazioni D9-D15-R3-R13);

Linea 2 – Impianto di coincenerimento (Operazione R1)

Gli impianti progettati sono finalizzati allo smaltimento di fanghi disidratati non pericolosi con conseguente produzione di energia elettrica e termica da utilizzare per l’autosostentamento della piattaforma.

Lo sviluppo del progetto segue le linee dei principi dell’ingegneria chimica e delle operazioni unitarie dell'ingegneria sanitaria - ambientale nonchè delle migliori tecnologie disponibili (BAT) adottabili dal punto di vista tecnico ed economico.

Tale studio viene redatto ai fini della verifica dell’idoneità dei terreni affioranti nel sito di interesse allo smaltimento su suolo e nei primi strati del sottosuolo delle Acque meteoriche di dilavamento, opportunamente trattate in ossequio alle normative vigenti (D. Lg n°152 del 11/05/99 allegato 5, Circolare 10/04/1987 n°14854, 19906 del 4/4/2002, in attuazione dell’art.113 del D. Lgs 152/06 e ss.mm. e ii., al fine della salvaguardia degli aspetti ambientali e della valutazione dei rischi idraulici e idrogeologici del suolo e sottosuolo interessato.

Le soluzioni progettuali specifiche previste per il trattamento depurativo delle acque meteoriche afferenti ai piazzali ed alle strade interne dell’impianto, e alle coperture e agli scarichi civili sono dettagliatamente descritte nella Relazione tecnica

(44)

3

Il progetto prevede, inoltre, un parziale riutilizzo delle acque meteoriche depurate per l’irrigazione delle aree a verde in coerenza con quanto disposto nell’art. 2 comma 2 del R.R. 26/2013, e la restante parte viene inviata direttamente (tramite by-pass) allo scarico nella rete fognaria consortile.

Lo studio è stato condotto attraverso un preliminare lavoro di rilevamento geologico, geomorfologico ed idrogeologico esteso ad un’area di circa 2 Km2 attorno al sito di progetto, supportato dalla osservazione diretta della stratigrafia del sottosuolo attraverso la realizzazione di pozzetti esplorativi all’interno del lotto della committenza.

Numerose sezioni geologiche naturali hanno contribuito alla ricostruzione della successione stratigrafica del sottosuolo, riportata nella cartografia allegata.

Sono stati, quindi, redatti i seguenti elaborati allegati:

-COROGRAFIA in scala1:25.000;

-STRALCIO PLANIMETRICO CATASTALE IN scala1:2.000;

-CARTA GEOLOGICA IN SCALA 1:10.000;

-CARTA IDROGEOLOGICA IN SCALA 1:10.000;

-COLONNA IDROGEOLOGICA IN SCALA 1:500.

Per i riferimenti topografici ci si è avvalsi della cartografia esistente:

Foglio 249 III N.E. "Carini” (Carta d'Italia, I.G.M.I.) ed aerofotogrammetrie in scala 1:10.000 fornite dal Comune di Carini (PA).

(45)

2. T

IPOLOGIA DEGLI SCARICHI

:

All’interno dell’impianto sono già___0 presenti linee di raccolta separate delle varie tipologie di acque in quanto destinate, ciascuna, ad un diverso tipo di trattamento o destinazione finale.

Le diverse tipologie di acque che generano scarichi idrici o che vanno smaltite sono le seguenti:

• acque di dilavamento tetti e coperture;

• acque di prima e seconda pioggia, di dilavamento piazzali o di transito veicoli;

• acque di dilavamento aree interne di lavoro, che chiameremo acque tecnologiche;

• acque provenienti dai servizi igienici.

Le reti di raccolta previste nello stabilimento sono le seguenti:

- rete di raccolta acque meteoriche da scarichi pluviali;

- rete di raccolta acque piazzale esterno;

- rete di raccolta acque tecnologiche;

- rete di raccolta servizi igienici.

Le acque provenienti dalle coperture saranno confluite direttamente allo scarico, dal momento che sono acque non contaminate.

Le acque di prima pioggia o di dilavamento del piazzale saranno accumulate in una vasca e sottoposte a sedimentazione e disoleazione per essere successivamente scaricate in fognatura. Tutti i piazzali, in particolar modo le aree di transito dei mezzi, di nuova realizzazione saranno interamente impermeabilizzate al fine di evitare infiltrazioni di possibili inquinanti nel terreno e saranno realizzate idonee pendenze e pozzetti per la raccolta delle acque di dilavamento.

Per ulteriore sicurezza sotto tutte le opere civili sarà posta una guaina impermeabilizzate in HDPE dello spessore di 2 mm. Inoltre, le reti di raccolta acque, in particolare acque contaminate, saranno realizzate esclusivamente con tubazioni continue e con pozzetti di raccolta a fondo inclinato.

Le acque di seconda pioggia, a carico inquinante considerato nullo, saranno scaricate direttamente, tramite by-pass, nella fognatura pubblica.

Le acque tecnologiche del capannone dell’essiccamento e dell’area sotto copertura destinata alla

gassificazione saranno raccolte in una vasca di accumulo di nuova realizzazione per essere successivamente inviate a smaltimento. Le superfici delle aree di lavoro di nuova realizzazione saranno interamente impermeabilizzate al fine di evitare

(46)

5

contaminazione dei piazzali esterni mediante ruote sporche dei mezzi. Le acque tecnologiche saranno raccolte in una vasca della capacita di 10 m3 e poi inviate a smaltimento presso impianti terzi autorizzati. I reflui provenienti dai servizi (acque nere) saranno confluite nella fognatura pubblica

(47)

2. I

NQUADRAMENTO

G

EOGRAFICO

L’area interessata dallo studio ricade nel comune di Carini, topograficamente nella tavoletta I.G.M.I. 1.25.000 “Foglio 249 III N.E. "Carini”

Nella Carta Tecnica Regionale ricade nella sezione, n°594070, in scala 1:10.000.

L’area di progetto descritto di forma rettangolare è ubicata all’interno dell’agglomerato industriale del Comune di Carini, e precisamente nei punti di coordinate geografiche UTM 38° 9.090’ Lat. Nord e 13° 11.821’ Long Est, a una quota topografica di circa m. 43 s.l.m.

La struttura industriale di proprietà della ditta Rubbino a S.r.l. è ubicata nell’area Zona Industriale di Carini

Il suolo su cui è sarà realizzato l’impianto è individuato al catasto foglio di mappa 16 particella 2651 del Nuovo Catasto Terreni.

L’intera area in cui sorge l’impianto ricade in via Dominici 51 ed ha destinazione di zona “Area con impianti industriali esistente” come Piano Asi allegato

(48)

Corografia scala 1:25.000 Foglio 249

III NE “CARINI”

Ubicazione dell’area interessata dal progetto

(49)

Stralcio Planimetrico Catastale scala 1:2.000

Ubicazione dell’area interessata dal progetto

(50)

Stralcio P.R.G.C.

(51)

4. REGIME VINCOLISTICO

L’area interessata dallo studio non è sottoposta a vincolo idrogeologico R.D.

3267/323.

Non ricade nella fascia di rispetto dai corsi d’acqua di 150 m L. 431/’85 e risulta quindi libera da ogni vincolo.

L’area in esame non rientra nelle aree perimetrate dall’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente - “Piano Straordinario per l’Assetto Idrogeologico” descritte come aree a rischio R4, R3, R2 e R1 e zone a Pericolosità Geomorfologica P1 e P2 – P3, P4- P.A.I.- Area Territoriale tra il Bacino Idrografico del Fiume Oreto e Punta Raisi (040) (Decreto Luglio 2006).

Inoltre non risultano, nel corpo della descrizione dei dissesti idrogeologici, problematiche di alcun tipo per l’area in esame.

In allegato si riporta lo stralcio della Carta del Rischio Idrogeologico e del Dissesto idrogeologico, in scala 1:10.000.

Con l’entrata in vigore dell’OPCM 3274 del 2003 nell’ambito della classificazione dell’intero territorio nazionale, il Comune di Carini è stato classificato come zona 2 cioè, “zona con pericolosità sismica media, ove si possono verificare terremoti abbastanza forti- 0,15 ≤ PGA < 0,25g”.

La Regione Sicilia ha imposto l’obbligo del calcolo antisismico per tutte le zone sismiche del tipo 2, con accelerazione orizzontale con probabilità di superamento pari al 10% in 50 anni (ag/g) 0.15-0.25, e accelerazione orizzontale di ancoraggio dello spettro di risposta elastico (ag/g) 0,25.

La legislazione vigente affronta il problema del “Rischio sismico”

essenzialmente con il DM 17/01/2018, sulle Nuove Norme Tecniche per le Costruzioni che modifica la legge n°64 dello 02/02/1974 e precisamente con ordinanza OPCM 3274 come modificato dall’OPCM 3134 del 3/5/2005 che detta provvedimenti per le costruzioni con particolari prescrizioni per zone sismiche e definisce la Categoria dei Suoli di Fondazione e con OPCM 3907/2010 e OPCM 4007/2012-(Contributi per interventi di prevenzione del Rischio Sismico), Legge 24/06/2009 n°77.

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Ubicazione area in esame

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5. I

NQUADRAMENTO

G

EOMORFOLOGICO

Allo scopo di ottenere un’approfondita conoscenza del territorio è stata effettuata un’indagine atta all’identificazione ed alla rappresentazione cartografica di tutte le forme, i depositi e i processi connessi con l’attività antropica e con l’azione della gravità e delle acque superficiali che non ha, comunque, individuato elementi morfologici aventi requisiti di rarità scientifica o interesse tali da poter essere classificati come “emergenze” e quindi suscettibili di tutela ai sensi delle predette leggi regionali, nè elementi o forme che abbiano influenzato, in modo significativo, la risposta sismica del suolo sollecitato da azioni sismiche.

L’assetto morfologico dell’area interessata dal lavoro di rilevamento è strettamente legato alla natura dei litotipi rilevati e all’evoluzione strutturale verificatesi nella Sicilia Occidentale a partire dal tardo periodo Cretaceo (circa 70 milioni di anni fa) caratterizzata da una tettonica di tipo compressivo.

All’interno dell’area territoriale si possono distinguere due differenti ambienti morfologici, uno pianeggiante ed uno montuoso che, con un andamento ad U, racchiude le zone di pianura che si affacciano sulla costa nord-occidentale.

L’elemento morfologico pianeggiante è rappresentato principalmente dalla Piana di Carini, la cui porzione orientale è caratterizzata dai termini del Flysh Numidico (argille siltose ed arenarie gradate con brecciole a Lepidocicline) e piu ad est dai calcari di Piattaforma Giurassici e Cretacici, che costituiscono la dorsale montuosa di Monte Columbrina che sovrasta l’area di progetto

Questa zona risulta costituita da rocce prevalentemente calcaree appartenenti al Teziario-mesozoico, generalmente stratificate con pendenze che non superano i 40°

circa, talora massicce, fratturate, fessurate e carsificate.

L’area di progetto ricade nel Versante settentrionale del territorio Siciliano in un bacino minore tra Fiume Oreto e Punta Raisi (Cartografia C.T.R. 594070).

Sotto il profilo delle caratteristiche idrografiche Il reticolo idrografico è in genere poco sviluppato in corrispondenza degli affioramenti calcareo arenacei caratterizzati da una discreta permeabilità per fratturazione, mentre risulta organizzato in aste torrentizie quando interessa gli affioramenti marno-argillosi e argillosi.

Il pattern dei piccoli dreni presenti nell’area è di tipo controllato (strutturale),

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13

Il rilevamento geomorfologico non ha evidenziato nelle aree studiate, la presenza di movimenti gravitativi, o notevoli azioni erosive connesse con la idrografia superficiale, nè fenomeni di evoluzione geomorfologica, che comunque, possano far volgere in senso negativo l’attuale stabilità dei siti di progetto.

L’area in esame non rientra nelle aree perimetrate dall’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente - “Piano Straordinario per l’Assetto Idrogeologico” descritte come aree a rischio R4, R3, R2 e R1 e zone a Pericolosità Geomorfologica P1 e P2 – P3, P4- P.A.I.- P.A.I.- Area Territoriale tra il Bacino Idrografico del Fiume Oreto e Punta Raisi (040) (Decreto Luglio 2006).

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