13 novembre 2009
Brotzu: nasce Fase 1, centro pubblico ricerca farmaci
CAGLIAR. Dopo Verona e Chieti anche a Cagliari apre un centro per la ricerca farmacologica preclinica all'interno dell'azienda ospedaliera Brotzu. Si tratta del centro pubblico Fase 1, interamente partecipato e finanziato dalla Regione Sardegna, in collaborazione con l'Istituto Superiore di Sanità (Iss) e l'Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa). L'iniziativa è stata illustrata, tra gli altri, dal presidente dell'Istituto Superiore di Sanità, Enrico Garaci, dal direttore generale dell'Aifa, Guido Rasi, e dal presidente di Farmindustria Sergio Dompè. Le sperimentazioni riguarderanno nuovi agenti diagnostici e terapeutici in fase preclinica e clinica su volontari sani e pazienti oncologici. Lo sviluppo di nuovi agenti a potenziale elevata efficacia farmacologica saranno proposti da giovani ricercatori, università, strutture no profit e neonate piccole e medie imprese.
Sono attualmente quattro i prodotti di potenziale interesse in esame: un antibiotico, un antinfettivo, due molecole sviluppate dal CNR di Roma ed una dall'Università di Genova scelti dal comitato scientifico su 25 proposte giunte con il secondo bando effettuato da Fase 1 (erano sei le proposte con il primo bando, ma nessuna e' stata finanziata). Sarà, invece, pubblicato nelle prossime settimane il terzo bando come ha annunciato Francesco Marcheschi.
"Questa iniziativa contribuisce sostanzialmente ad attrarre investimenti in ricerca clinica in Italia invertendo una tendenza che vedeva una asimmetria tra dimensioni del mercato farmaceutico (3° in Europa) ed investimenti - ha precisato Guido Rasi, Direttore Generale Aifa - l'Aifa e l'Iss hanno già contribuito sostanzialmente a rimuovere i colli di bottiglia che scoraggiavano la scelta del nostro Paese". "In generale i brevetti in Italia - conclude Enrico Garaci, Presidente Iss - mancano di uno sviluppo e giacciono nei cassetti. Un reparto come Fase 1 ha anche lo scopo di attrarre i giovani ricercatori nell'area biomedica con strumenti nuovi, di rimettere nel circuito ricerche promettenti che mai avrebbero potuto essere sviluppate per valorizzarne contemporaneamente sia le ricadute terapeutiche che produttive attraverso un sistema che promuove il merito delle ricerche e la competitività, come pretende ormai tutto il sistema ricerca a livello internazionale". "La possibilità di avvalersi dei servizi specialistici dell'azienda, ma anche del suo sistema informatico di avanguardia - spiega Giampaolo Pilleri, Direttore del reparto di Ricerca Clinica Fase 1 - garantisce precisione e qualità ma anche la sicurezza del paziente.
Lavoreremo in stretta collaborazione con psicologi, radiologi, cardiologi, medici dei laboratori, oltre che con le figure specifiche che potranno rendersi necessarie".