16 DOMENICA, 21 MAGGIO 2017
Quanti sono i libri di e su mons. Luigi Bettazzi?
Moltissimi. E tutti interessanti, capaci di cogliere gli aspetti fondamentali di un percorso umano e religioso straordinario. Nel breve e intenso saggio
«Ricordi. Vita e pensiero in Luigi Bettazzi» (Ara- bafenice, Boves, pp.125) viene presentato un itine- rario inedito nel quale emergono aspetti nuovi di una personalità molto più complessa di quella che appare.
Questo libro è un interessante profi lo che lega la storia di un uomo di oltre novant'anni con alcuni passaggi cruciali della vita della società e della Chiesa nella storia contemporanea: da Treviso a Bologna, da Roma ad Ivrea, dall'Italia al mondo. Il volume è il risultato di un percorso. Tutto nasce da un lungo colloquio a tre, durato alcuni anni, tra il protagonista, mons. Bettazzi, prete, vescovo, uomo
di Dio nella storia, e i giornalisti Michele Ruggiero e Luca Rolandi. «Ricordi.
Vita e pensiero in Luigi Bettazzi» non è una biografi a o una rilettura critica e storiografi ca di una delle perso- nalità più originali e avanzate del cattolicesimo con- temporaneo, ma il frutto di un dialogo a cuore aperto. Un colloquio, corale, disteso e famigliare nel quale emergo- no alcune parole chiave, realtà e domande, speran- ze e sofferenze. spesso inevase.
Un viaggio introspettivo nella memoria di un uomo di fede che ha saputo e ancora riesce a sorprendere e sorprendersi a parlare di Gesù Cristo e della sua Parola di salvezza in un modo plurale, diviso, spesso indifferente ma sempre alla ricerca di un senso della cose e soprattutto del vivere. Fiumi di parole sono stati spesi per raccontare la nostra società
«liquida» e globalizzata, dove confi ni e riferimenti sociali si perdono e si ricompongono in modo fl uido e precario, mentre il potere si allontana dal controllo delle persone. Eppure, da tutta questa generale, indefi nita struttura sociale, ecco materia- lizzarsi e moltiplicarsi in tutto il mondo solidi muri di pietra o di fi lo spinato, vigilati dagli uomini e dalla tecnologia. Mons. Luigi Bettazzi racconta e si interroga, spera e prega e continua a domandare e a domandarsi come si possa essere uomini e donne del proprio tempo.
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GENOCIDIO CULTURALE – UN TESTO PATRIMONIO DI QUELL’UMANITÀ CALPESTATA DAI CONFLITTI. UNA VOLTA RESTAURATO, POTRÀ ESSERE RESTITUITO ALLA SUA TERRA D’ORIGINE
Il manoscritto salvato
dalla follia
d ella guerra d ella guerra
Fra gli stand del Salone, un antico libro sacro della Chiesa siriaca-
cattolica, risalente al XVI secolo, proveniente dalla più importante città cristiana del Kurdistan iracheno, sottratto alla devastazione dell’Isis dall'Arcivescovo di Mosul e consegnato ai volontari Focsiv
U
n libro a n t i c o , p r e z i o s o , i n d i f e s o , r o v i n a t o , testimone di una cul- tura ricca e patrimonio di quell’umanità che le guer- re e i confl itti calpestano e distruggono. Un libro che, ritrovato e restaurato, po- trà essere restituito alla sua terra, come le migliaia di persone che, salvate grazie all’impegno di tante Ong, curate e aiutate, sperano un giorno di poter tornare in Iraq, in Siria, nelle città da cui sono fuggite minacciate dalle bombe, da violenze e torture. Un libro, un con- sorzio di Ong, una cam- pagna, «Humanity-Essere umani con gli esseri uma- ni», con al centro l’uomo, le sue sofferenze, il riscatto della sua dignità anche at- traverso la memoria di una cultura millenaria.Questo il signifi cato di quel- lo che i visitatori del Salone del libro di Torino potran- no cogliere presso lo stand
«Progetto Prodige», grazie alle tecnologie di realtà
virtuale sviluppate con il Progetto Prodige e alla col- laborazione fra Siti e Focsiv–
Volontari nel mondo. Prota- gonista un antico libro sacro della Chiesa siriaca-cattolica proveniente dalla più im- portante città cristiana del Kurdistan iracheno: Qa- raqosh, nell'antica Piana di Ninive. Un manoscritto che racconta e ricorda le miglia- ia di profughi in fuga dalla guerra, il processo di an- nientamento delle diverse popolazioni, la distruzione di interi territori ed il «ge- nocidio culturale» in atto in tutto il Medio-Oriente.
Il manoscritto che i visitato- ri potranno ammirare era stato individuato lo scorso gennaio dai giornalisti Lau- ra Aprati e Marco Bova, suc- cessivamente consegnato dall'Arcivescovo di Mosul, monsignor Yohanna Bu-
tros Mouché, quindi nelle mani dei volontari Focsiv, poi giunto in Italia grazie all'impegno diretto del mi- nistro dei Beni e delle Atti- vità culturali e del turismo, Dario Franceschini, e di Verderame progetto cultura di Giulia Silvia Ghia. Oggi è ricoverato presso Icrcpal (Istituto centrale per il re- stauro e della conservazione del patrimonio archivistico e librario), che ne effettue- rà il restauro nei prossimi mesi, studiandone i conte- nuti e dandone una datazio- ne e collocazione storica. Al termine del restauro il libro sacro tornerà nelle mani del legittimo proprietario, l'Ar- civescovo di Mosul.
«L'estirpare le radici pro- fonde della cultura di un popolo signifi ca recidere in modo defi nitivo i lega- mi complessi che si intrec- ciano nel tessuto sociale di una società umana. Non a caso la storia ci ricorda che spesso il distruggere le ve- stigia, il dare fuoco ai libri ha provocato la defi nitiva scomparsa di alcuni popoli, delle loro tradizioni, della loro lingua. È cancellare
la memoria degli uomini», ha sottolineato Gianfranco Cattai, presidente Focsiv,
«da tre anni siamo a fi anco ai tanti sfollati nel campi di Ankawa 2 e Aishti ad Erbil, a Kirkuk e Al Kosh e ora in quelli spontanei nati sulla strada per Mosul. Un lavo- ro condotto ugualmente in Libano, Siria, in Turchia dai volontari delle sette Ong so- cie Focsiv aderenti alla cam- pagna ‘Humanity’. Oltre a creare le condizioni per una vita dignitosa ed a pensare alla ricostruzione del futu- ro di queste persone, siamo consapevoli che mesi di oc- cupazione, di violenze, di guerra e di condizionamen- to ideologico hanno inciso profondamente nel loro animo. Dobbiamo, quindi, volgere il nostro impegno soprattutto alla ricostruzio- ne del tessuto sociale con
l'educazione e la formazio- ne, grazie alle quali si posso- no recuperare le tradizioni e la cultura millenaria di accoglienza e tolleranza di tutto il Medio Oriente. Per questo crediamo che il recu- pero del manoscritto possa simbolicamente rappresen-
Mille libri
per i più poveri
Si intitola «Non di solo pane vive l’uomo», ed è il progetto del Banco alimentare del Piemonte Onlus, pre- sente al Salone del libro di Torino.
Accanto al recupero e alla ridistri- buzione quotidiana di alimenti messi a disposizione delle persone in diffi coltà (ben 6.325 tonnellate di cibo nel 2016), il Banco alimentare del Piemonte, grazie all’appoggio di Gl Events Italia e della Fondazione per il libro, in collaborazione con il quotidiano «La Stampa», si pone l’obiettivo di raccogliere mille libri da offrire ai poveri che partecipe- ranno alla «Cena a Mille» tra Natale e Capodanno.
Sul modello della tradizionale Colletta annuale, nello stand T17 del Banco alimentare presso il Padiglione 3 sarà dunque possibile partecipare alla creazione di questa nuova comunità che associa lettori, autori, editori con chi è ai margini e rischia di sentirsi escluso. Ogni giorno i volumi raccolti, acquistati al Salone o portati dai visitatori, verranno contati e pesati su una grossa bilancia, con l’obiettivo di raccogliere mille volumi, pari a circa due quintali di parole, emozioni, idee, storie, pensieri.