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Assemblea Legislativa Regionale - Servizio Informazione Prot. N. 2017/2012

Data 18/12/2012

All'attenzione dei - Capi redattori

TERREMOTO. APPROVATA LA LEGGE SULLA RICOSTRUZIONE (NESSUN VOTO CONTRARIO). DALLA TEMPISTICA ALLE 'UMI':

"RIQUALIFICARE PRESERVANDO IDENTITA' TESSUTO URBANO"

Un provvedimento “straordinario”, che “non parte da zero” ma “si intreccia con le misure già assunte con le 84 ordinanze” varate e che permette di “aumentare la qualità del patrimonio edilizio, di migliorare la sicurezza sismica e l’efficienza energetica degli edifici”. Il tutto, però, operando “nel rispetto delle caratteristiche identitarie, sia che si tratti di centri storici che di territorio rurale”: così la relatrice Paola Marani (Pd) presenta all’Assemblea legislativa il progetto di legge della Giunta regionale sulle “Norme per la ricostruzione nei territori interessati dal sisma del 20 e 29 maggio 2012”, che è stato poi approvato, dopo 14 emendamenti a firma dell’assessore alla Programmazione territoriale, Alfredo Peri, con i voti favorevoli di Pd, Pdl, Lega nord, Idv, Sel-Verdi, Fds, Udc e Gruppo Misto e l’astensione del Mov5stelle.

Insieme al progetto di legge è stato approvato, all’unanimità, anche un ordine del giorno, presentato da Gabriella Meo (Sel-Verdi) e firmato anche da consiglieri dei gruppi Pd, Fds, Mov5stelle, Idv, Udc, Lega nord e Misto, che chiede di prevedere “l’istituzione di misure economiche di sostegno alle famiglie che si trovino nell’impossibilità di fare fronte alle spese derivanti dalla propria quota delle spese di ristrutturazione”

e di individuare “meccanismi di tutela delle famiglie appartenenti alle fasce di reddito più deboli che consentano di evitare l’esproprio delle loro abitazioni”.

Il testo di legge “ha potuto avvalersi di un largo confronto con gli enti locali e le associazioni economiche che ha portato a numerose modifiche”, ricorda Marani, “e si pone l’obiettivo di offrire ai Comuni strumenti flessibili, adeguati ad affrontare la ricostruzione in tempi il più possibile celeri”, ad esempio “privilegiando sempre l’intervento diretto”. Secondo la relatrice, “il Piano della ricostruzione è lo strumento che consente di affrontare le situazioni più complesse, e può prevedere, con tempi e modalità di approvazione straordinari, delocalizzazioni, eliminazioni di edifici incongrui, nuove dotazioni di servizi, riqualificazioni di luoghi pubblici”.

Tra i punti chiave della legge, la consigliera elenca “l’individuazione delle Umi, le Unità minime di intervento, per accelerare la ricostruzione negli aggregati edilizi dove sono indispensabili progettazioni e interventi unitari”; “l’esigenza di tutela del patrimonio vincolato ai sensi della legge 42 del 2004 sui beni culturali, per cui ogni intervento è disciplinato e sottoposto al parere della sovraintendenza, e la decadenza del vincolo invece per il patrimonio vincolato dalla pianificazione comunale per cui è impossibile la fedele ricostruzione”; “l’istituzione di un apposito fondo di rotazione al quale ricorrere per consentire ai Comuni di esercitare il potere sostitutivo nei confronti delle proprietà inadempienti”; “il contrasto alla dispersione urbanistica nel territorio rurale”; “la possibilità di recupero dei volumi non ancora utilizzati entro 10 anni”; “l’incentivo a riportare l’attività e le funzioni nei centri storici”; “la priorità per gli interventi dell’aree produttive, su sola delibera del Consiglio comunale competente”, e, infine, “una vera e costante attività di monitoraggio”.

Le tempistiche stabilite dalla legge prevedono 90 giorni per i Comuni per predisporre le Umi e 90 giorni per i cittadini per presentare i progetti, e nel caso questo non accadesse si provvede con una ‘diffida’ di 30 giorni al termine della quale si procede con la definizione da parte del Comune stesso del progetto: la sintesi generale della ricostruzione passa attraverso il Piano della ricostruzione, cioè lo strumento urbanistico di natura operativa diretto a disciplinare gli interventi, su cui si dovrà esprimere entro 30 giorni dal ricevimento del piano un organismo collegiale partecipato, denominato Comitato unitario per la ricostruzione, costituito in Regione a costo zero per semplificare l’interlocuzione.

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