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38. TORINO FILM FESTIVAL Fuori concorso / Tracce di teatro
Meproducodasolo in collaborazione con
Teatrodilina presenta
QUASI NATALE
un film di Francesco Lagi
con
(in ordine alfabetico) Anna Bellato Francesco Colella
Silvia D’Amico Leonardo Maddalena
distribuzione Fandango
uscita
dal 26 febbraio on demand su Sky Primafila
ufficio stampa Gabriele Barcaro
340 5538425 press@gabrielebarcaro.it
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Personaggi e interpreti
Anna Bellato Chiara Francesco Colella Isidoro Silvia D’Amico Miriam Leonardo Maddalena Michele Crediti
scritto e diretto da Francesco Lagi
fotografia Edoardo Bolli
montaggio Marco Signoretti
musica Riccardo Amorese
costumi Andrea Cavalletto
scenografia Cinzia Iademarco
trucco Gaia Donata Giliberto
suono in presa diretta Angelo Bonanni montaggio del suono Giuseppe D’Amato
operatore Pietro Comini
aiuto regia Vincenzo Mineo
consulente alla produzione Luca Legnani
prodotto da Alfredo Covelli
una produzione Meproducodasolo
in collaborazione con Teatrodilina
distribuzione Fandango
Paese Italia
anno 2020
durata 87 minuti
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Sinossi
Tre fratelli si ritrovano nella casa della loro infanzia. C’è una cosa che la madre deve dire. Sono i giorni prima di Natale. C’è anche una ragazza, che si ritrova a vivere quei giorni insieme a loro. Ha un aspetto così familiare. Ci sono un’ attesa e una vicinanza forzata. Un pesce nuovo per l’acquario e un anello di fidanzamento. Vecchi quaderni di scuola e un telecomando che non si trova più. Un telefono che squilla e una vecchia storia di sciamani pellerossa. Ci sono certi spiriti, in quella casa, che faticano ad andare via.
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Note di regia
Quasi Natale nasce dal lavoro della Compagnia Teatrodilina, un gruppo di persone che fanno insieme teatro ormai da diversi anni. Il nostro lavoro si basa e si interroga sulla scrittura, sulla parola, e sulla costruzione di relazioni fra personaggi. Partendo da uno spettacolo teatrale, che si chiama anche quello “Quasi Natale”, abbiamo quindi traghettato, accompagnandone la naturale mutazione con la massima cura, quella che si riserva a un materiale estremamamente fragile, una storia con i suoi personaggi, i loro sentimenti e le loro contraddizioni. Portando tutto in un posto nuovo, che è questo film.
Francesco Lagi Francesco Lagi
Dopo aver diretto uno degli episodi del film collettivo 4-4-2 Il gioco più bello del mondo (2006), esordisce nel lungometraggio con Missione di pace (2011), selezionato a Venezia alla Settimana Internazionale della Critica. Autore e regista della web serie Connessioni – 10 incontri sentimentali (Nastro d’argento 2016 per la web serie), ha diretto anche videoclip (tra gli altri per Mannarino, Tiromancino, Bugo) e backstage (Mia madre di Nanni Moretti). Nel 2019 realizza il documentario Zigulì. È scrittore e regista delle due stagioni della serie Summertime, per Netflix e Cattleya. Per il teatro, con la compagnia Teatrodilina, ha scritto e messo in scena: Zigulì (2013); Banane (2014); Le vacanze dei signori Lagonìa (2015); Gli uccelli migratori (2015); Il bambino dalle orecchie grandi (2017); Quasi Natale (2018); Brina (2019).
Note del produttore
Quasi Natale è un film totalmente indipendente. L’idea di trasformare il testo teatrale in un progetto cinematografico ci venne in mente, con il regista Francesco Lagi, durante la prima rappresentazione dello spettacolo: dopo soli due mesi, eravamo sul set, in una villa d’epoca ferma nel tempo, sul lago di Como. Grazie agli stessi fantastici attori, che avevano ancora una memoria fresca del testo, grazie ad un lavoro di calibrazione e adattamento del regista, grazie a straordinari professionisti del cinema, con un piccolo budget abbiamo potuto girare con la cura necessaria, per due settimane e mezzo.
La lavorazione era una scommessa e per sconfiggere ogni paura, col regista abbiamo deciso di lavorare senza alcun annuncio stampa o social di inizio lavorazione: se il risultato non fosse stato di nostro gradimento, avremmo fatto finta che tutto questo non fosse mai successo… Ma già dai primissimi giorni di set successe qualcosa di magico: tutte le emozioni e le atmosfere dell’opera teatrale sembravano amplificarsi, grazie anche a una scrittura cinematografica inusuale:
nell’adattare il testo, Francesco aveva diviso la sceneggiatura in grandi sequenze. Subito avvertimmo l’effetto straniante e nostalgico di quelle scene così lunghe, che sembravano arrivare dal cinema di un altro tempo e alle quali non eravamo – non siamo – più abituati. Oggi possiamo dirlo: siamo felici del risultato, e adesso il film inizia a vivere.
Alfredo Covelli