Attualità, storia e cultura esoterica Dicembre 2020
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FASCISMO E MASSONERIA:
UN INEVITABILE SOPRUSO di Antonio Binni
Grafica, impaginazione, editing a cura di Franco Ardito
Fascismo e Massoneria:
un inevitabile sopruso
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a Storia, con i suoi venti vorti- cosi, non è mai opera dell’uomo.
Il motore della Storia sono le idee, che gli uomini abbracciano e che portano avanti con fatica e spesso, per non dire quasi sempre, con copioso sangue e ama- re lacrime.
In questo scritto ci limite- remo pertanto unicamente al confronto, sul piano ide- ale, dei principi sui quali si fondano i due fenomeni oggetto di indagine, senza invece scendere alla disa- mina delle vicende che li hanno coinvolti, dandole per note.
Non crediamo, infatti, che l’ostilità del Fascismo nei confronti della Massoneria possa essere valutata come una delle tante battaglie contro i “nemici interni”
che il Fascismo dovette affrontare nella sua scalata al potere.
A nostro sommesso ma ponderato avviso, se la Massoneria fu decapitata, ciò in realtà è avvenuto unicamente perché Fa- scismo e Massoneria, sul piano dei principi, sono fra loro assolutamente incom- patibili, avendo diverse e opposte visioni della società e dell’uomo che la abita.
Dal primo angolo prospet- tico (diversa visione della
società) sembra a noi che la violenza fascista sia stata del tutto necessitata, posto che, altrimenti, non sareb- be stato possibile al Fasci- smo realizzare quel quid novi di così vasta portata da non ammettere margini di sopravvivenza a nes- sun’altra visione politica.
Donde il principio cardine:
“Tutto nello Stato. Nulla al di fuori dello Stato”.
Il Fascismo, nel suo fon- damento, è concezione di una élite che si prefiggeva il compito di plasmare la massa amorfa del popolo, allineato, volente o nolen- te, ad un programma di vita calato dall’alto, dove, per definizione, non esiste alcuno slancio né autono- mia creatrice. Perché tutto è già stato studiato, pensa- to e prestabilito per creare
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e determinare un modello di pensiero e di vita unico ed esclusivo.
Quanto dire l’antitesi più totale e assoluta alla vi- sione massonica di una società di liberi e uguali, allacciati fra loro dal vin- colo della più sentita e pro- fonda fratellanza; società, per antonomasia, aperta al contributo intellettuale e politico di tutti, segnata- mente contraddistinta da quel fenomeno associativo che è massima espressione e realizzazione dell’essere umano: fenomeno dove abita per definizione il plu- ralismo, argine all’accen- tramento statale, migliore antidoto possibile al totali- tarismo.
Diversità, dunque, abissali, inevitabilmente destinate al conflitto senza quartiere e, perciò, alla cancellazio- ne della parte meno nume- rosa.
Il Fascismo, sempre sul piano ideale, si presenta come privo di una qual- siasi spiritualità, avendo privilegiato l’azione come atto puro. Donde l’assenza di una qualsiasi cura alla formazione interiore.
All’opposto la Massoneria, per sua natura, ha radice spirituale profonda, volta com’è al trascendente, con riferimento puntuale a correnti dottrinali preesi- stenti che l’hanno costitu-
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ita “scuola” e cattedra di valori spirituali.
E’ ineluttabile, pertanto, che la Massoneria, anche dal profilo qui in esa- me, si presentasse isti- tuzionalmente come una ferma antagonista del Fascismo. Donde, per il Fascismo, la inevitabile, necessitata persecuzione violenta, anche in concreto, di un pensiero intellet- tuale e spirituale osta- tivo alla realizzazione di un programma totalizzante.
l Fascismo, per come propostosi, è fenome- no privo di una qual- siasi radice culturale propria, incentrato com’era sulla violen- za distruttiva di tutto ciò che divergeva da un futuro prefigurato come massa informe di popolo silente e obbediente.
La Massoneria, all’op- posto, ha da sempre una propria tradizione di pensiero, che af- fonda le proprie radi- ci nell’Illuminismo, nell’enciclopedismo e, più in generale, in tutto quel retroterra culturale che è l’im- mediato anteceden- te della rivoluzione francese: pensiero di sostanziale libertà.
Fatale pertanto che la Mas- soneria, con i suoi valori, con i suoi simboli e con i suoi rituali, divenisse, del
Fascismo, una intollerabile antagonista.
Dal secondo profilo consi- derato (l’idea dell’uomo),
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il contrasto ideologico, se possibile, è ancora più marcato, perché la diffe- renza fra l’uomo fascista e l’uomo massone è di asso- luta inconciliabilità.
L’uomo “nuovo” fascista è suddito ubbidiente, privo di qualsiasi individualità intesa come valore. La sua dignità, lungi dall’essere qualità innata destinata a durare per sempre, assume invece importanza e valo- re solo dopo essere stata assorbita nel numero, che è l’unica forza riconosciu- ta, perché solo il numero rileva e non già invece le singole individualità che lo compongono.
L’uomo “nuovo” massone è per contro una delicata opera alchemica, posto che prevede una lenta ma progressiva trasformazione dell’individualità profana in “altro da sé”, in “altro migliore di sé”, completa emancipazione che, per definizione, è l’opposto dell’annichilimento dell’in- dividuo, poiché l’uomo
“nuovo” massone è pronto a impegnarsi nella società con un proprio diretto con- tributo, frutto dell’insegna- mento ricevuto in loggia
e nella pratica degli Alti Gradi.
Il conflitto fra queste due visioni dell’uomo era poi fatalmente, quanto ine-
vitabilmente, tanto più aspro quando si consideri che, tanto la Massoneria quanto il Fascismo, ave- vano di mira come campo di affermazione i “ceti medi”.
Il che rende poi manife- sta la ragione per la quale il Fascismo, proibendo la Massoneria, ha di ne- cessità dovuto colpire la burocrazia e i militari, quali magna pars degli iscritti alla Massoneria. La instaurazione dello Sta- to fascista doveva infatti
obbligatoriamente passare attraverso l’assimilazione dell’apparato burocratico e militare, tradizionalmente, invece, legati alla concezio- ne di uno Stato essenzial- mente liberale.
Ma le pagine scorrono. È giunto pertanto il momen- to di congedarsi.
Massoneria e Fascismo, come si è dimostrato, sul piano dei principi erano espressioni di due opposte concezioni della società e dell’uomo. L’eliminazio- ne della Massoneria fu,
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Un tempio massonico distrutto dai fascisti
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dunque, una conseguenza ineluttabile di quella che, non a sproposito, fu defi- nita “guerra di religione”, perché la Massoneria fu non solo messa al bando ma pure perseguitata, con le stesse identiche mo- dalità di una guerra fra religioni, sia pure civili e laiche.
A voler considerare il pro- blema dal punto di vista altrui, la cancellazione del- la Massoneria fu dunque il prezzo che il Fascismo, più di ogni altro avversario,
fu costretto a pagare per affermare il trionfo della propria “rivoluzione”.
Rimane, da ultimo, a chiedersi perché, al tema affrontato, sia stata da noi dedicata ancora tanta attenzione, visto che, in realtà, si tratta di avveni- menti lontani nel tempo.
Ma, per dirla con Orazio (Satire, I, 1, 69-70), questa storia “ci” riguarda (De te fabula narratur).
Il passato, sia pure stri- sciante, sembra infatti ri- proporsi! Da qui l’interesse
allo studio dell’argomento, visto che, oggi come allora, vi è ancora chi inneggia a quel tipo di sovranità po- polare che, come già a suo tempo il Fascismo, rifiuta le istituzioni rappresenta- tive in nome di una demo- crazia delle masse, nella quale il popolo governereb- be in modo indipendente e autonomo.
Non vorremmo pertan- to che, ai giorni nostri, si incorresse nello stesso identico errore che a suo tempo commise la Mas- soneria, che, com’è noto, ebbe tardiva consapevo- lezza della tragedia, prima pensata e poi attuata a suo danno dal Fascismo mus- soliniano.
Questo nonostante non facciano per certo difet- to campanelli d’allarme, quali alcuni progetti di legge ancora pendenti in Parlamento, finalizzati a svuotare di contenuto il diritto di associazione, pur sancito dall’art. 18 della lex legum, natural- mente in aperto e plateale danno della Massoneria di casa nostra con motiva- zioni – si noti – del tutto identiche a quelle invocate dal Fasci-
smo per
farla uscire di scena con carattere prioritario rispet- to ai partiti politici e poi ai sindacati.
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