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Academic year: 2022

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Ultime politiche antisud

LA DE GIROLAMO OFFENDE VERGOGNOSAMENTE LE DONNE DI SCAMPIA.

BOICOTTIAMO TRASMISSIONI E SPONSOR. GIÙ LE MANI DA SCAMPIA. E’

forte l’esortazione ai numerosissimi simpatizzanti del gruppo Facebook collegato Pino Aprile ed inneggiante gli interessi del meridione d’Italia.

Vergognose sono state definite dai redattori inerenti Il Movimento Equita’ territoriale, le recenti dichiarazioni dell’ex parlamentare e attuale opinionista-giornalista tv Nunzia De Girolamo a proposito di utero in affitto (“Piazza Pulita”, La7, 15/9/22): “Vengo da una regione dove già mi immagino Scampia, in cui le donne smettono di spacciare la droga e cominciano a spacciare l’utero”.

Vergognoso che la De Girolamo sia di Benevento e dovrebbe conoscere, senza preconcetti e pregiudizi di fatto “razzisti”

quella Scampia che avrebbe pure rappresentato politicamente.

Vergognoso perché dà per scontato che le donne di Scampia spaccino droga e siano disposte anche a vendersi l’utero, tuttavia va rimarcato che tale pratica accomuna da alcuni anni, una dovizia di donne provenienti da regioni indigenti annesse paesi europei, sudamericani, asiatici e baltici.

“La De Girolamo, evidentemente troppo impegnata tra balletti e apparizioni in tv, non sa quello che dice e offende migliaia di donne che a Scampia vivono e lavorano con una immensa dignità per assicurare un futuro dignitoso ai loro figli:

valori ignorati e calpestati dalla De Girolamo dalla quale non accettiamo scuse e rettifiche (“amo Scampia, non volevo dire quello” ecc. ecc.)”, infierisce lo storico e professore meridionalista Gennaro de Crescenzo.

“Invitiamo i nostri lettori a cambiare canale quando appare la De Girolamo e magari anche ad evitare di acquistare i prodotti degli sponsor delle sue trasmissioni…

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P.S. Vivo e lavoro a Scampia e le madri dei miei alunni o le mie ex alunne non sono quelle di cui parla la signora De Girolamo: giù le mani da Scampia e dalle sue donne”, incalza Gennaro De Crescenzo).

COME IL GOVERNO HA DIROTTATO IL MEGA-STABILIMENTO INTEL DA CATANIA AL NORD ITALIA

Per convincere la INTEL, lo Stato pagherà ben il 40% del totale dell’investimento… I terroni devono anche PAGARE per vedere i loro figli emigrare! sudallopposizione La rivolta del Sud non può cominciare dando il voto agli stessi partiti di destra e di sinistra che hanno creato la questione meridionale. Fai sentire il vero urlo di rivolta del Sud. Vai a votare e scrivi sulla scheda elettorale NO AD (No Autonomia Differenziata) o dillo al presidente e fai verbalizzare senza toccare la scheda. L’autonomia differenziata è la più grande rapina ai danni del Sud dal Sacco di Roma in poi. Infierisce orgoglioso Pino Aprile, autore di terroni e presidente del partito “24 agosto”.

NO A.D. (NO Abolizione della Democrazia) NO A.D. (NO Autonomia Differenziata)

di Arcangelo Addeo e’ lapidario e continua:

“Abbiamo vissuto in una democrazia (1946) anche se

“sorvegliata”, ma con le elezioni del 25 settembre la democrazia viene “abolita“.

Nel 1946 fu chiamata la DC (Democrazia Cristiana) a

“sorvegliare” gli italiani che rimanessero, nell’Europa divisa in due blocchi post Yalta, sotto l’ombrello USA.

Qualsiasi diversa scelta non era ammessa. Si spegnevano sul nascere scandali ed inchieste giudiziarie che avrebbero potuto tentare gli elettori a mandare la DC all’opposizione; anche i mafiosi, storici amici degli USA, beneficiavano di sorveglianza democratica (tutte le condanne venivano c a n c e l l a t e i n C a s s a z i o n e a d o p e r a d e l g i u d i c e ammazzasentenze).

Così fino al 1989 (caduta del muro di Berlino) ci è stato

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consentito di vivere democraticamente pur entro certi limiti che mai potevano essere superati pena le stragi (strategia della tensione). Dal 1946 al 1989 ci sono stati progressi, conquiste sociali (per tenere buono il PCI e il loro sponsor sovietico) e tante infrastrutture logistiche (strade, aeroporti, basi militari) specialmente nel Nord lasciando il Sud in condizioni di arretratezza.

Dopo la caduta del muro l’Italia è stata “trascurata” dagli USA permettendo così alla magistratura di perseguire una classe politica corrotta (ad opera di Di Pietro & C.) e la mafia (ad opera di Falcone e Borsellino). Persone giuste nel momento giusto (ad altri prima non era stato concesso!).

Col tempo la democrazia non più “sorvegliata” è passata nelle mani dei populisti (Berlusconi, Bossi/Salvini, Renzi e succedanei, Grillo, Meloni, etc.) che hanno avuto mano libera nello stravolgere leggi costituzionali. Il nostro Paese sembra una classe dove manca il professore: tutti a fare baldoria!

(scandali, evasione, corruzione, debito pubblico, riforme elettorali a proprio uso). Ogni tanto ci mandano il supplente (Monti, Draghi) ma serve solo a prendere bacchettate.

II prossimo 25 settembre saremo chiamati a votare, senza nessuna possibilità di scelta, per i soliti e stantii politici imposti dall’alto e per partiti che si sono arroccati in Parlamento senza permettere ad altri di presentarsi avendo furbescamente stabilito che le firme di presentazione di liste si raccogliessero dal 12 al 22 agosto con uffici comunali chiusi.

Siamo passati da una democrazia “sorvegliata” ad una democrazia “abolita”.

Le elezioni, incassati i vitalizi, sono state anticipate per un piano diabolico di tutti gli attuali partiti che, per non perdere voti, ci chiamano al voto prima degli impegni antipopolari in autunno (delega fiscale, riforma del catasto, legge sulla concorrenza, balneari, tassisti, etc.) richiesti dall’Europa (erogazione fondi PNRR). Con l’attuale legge elettorale i soliti partiti potranno riconfermarsi e poi far passare, oltre alle riforme indigeste, il Presidenzialismo e

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l’Autonomia Differenziata (secessione delle regioni del Nord arricchite a spese del Sud).

Di democrazia, come rappresentazione della volontà popolare, non è rimasto niente. Noi del Sud siamo chiamati a votare, senza scegliere, il peggio o il meno peggio di candidati, provenienti dal Nord senza alcun legame e conoscenza del territorio, che alla fine faranno solo gli interessi del Nord come vogliono i capi partito ovvero l’Autonomia Differenziata merce di scambio del Presidenzialismo. Il Sud è l’agnello sacrificale di questo patto scellerato che distruggerà la Costituzione e l’unità dell’Italia.

Allora non diamo la patente di guida del paese a drogati del potere o ubriachi di onnipotenza; anche se saranno eletti da una sparuta minoranza di elettori alla prima crisi saranno rimandati a casa perché litigiosi e senza una visione di sviluppo del Paese.

Piuttosto che legittimare questi personaggi e le loro nefandezze con il mio voto preferisco denunciare segnando sulla scheda elettorale

NO AD ( NO ABOLIZIONE DELLA DEMOCRAZIA – NO AUTONOMIA DIFFERENZIAT)

con la speranza di non vedere morire il SUD e le sue future generazioni.

Tale auspicio con editoriale connesso parte dalla sede Equità Territoriale Napoli.

Le Regioni del Nord, come sapete, chiedono l’autonomia differenziata.

Significa che le competenze (e quindi anche le coperture finanziarie) passano in mano alle Regioni che le richiedono.

Il trucco dov’è? Il trucco sta nel fatto che le risorse per gestire istruzione, sanità, servizi sociali ecc. sono ripartite fra le Regioni sulla base della “SPESA STORICA”; un meccanismo assurdo, doppiamente ingiusto perchè dice: “Chi in passato ha ottenuto più fondi, continuerà a riceverne di più!”.

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“Qualsiasi persona sana di mente, con un briciolo di buon senso, avrebbe definito una regola opposta a questa, cioè: chi in passato ha ricevuto di meno, in futuro riceverà di più”, ma questo alle Regioni che hanno sempre ricevuto più fondi per gestire i loro servizi non piace, ovviamente”. Si scaldano gli animi con queste affermazioni, dalle falangi politiche e giornalistiche da dal sud acquisiscono progressivo spazio.

Indovinate quali sono le Regioni che vengono avvantaggiate dalla regola (infame) della SPESA STORICA? Le Regioni che richiedono l’autonomia differenziata ovvio… quindi le Regioni del Nord!

Inoltre, quando i leghisti (e non solo) ululavano per denunciare i presunti sprechi delle Regioni del Sud, avevano pensato di essere così “gentili” da “concedere” un minimo di fondi ai poveri residenti delle zone compromesse, introducendo i LEP (Livelli Essenziali delle Prestazioni). Venne istituita una commissione bicamerale per il federalismo fiscale (si chiamava così, poi hanno cercato di addolcire (solo il nome) chiamandola autonomia differenziata), con il compito di definire questi “benedetti” LEP… ma quando iniziarono a fare i conti, si resero subito conto che per garantire quel minimo di servizi ai poveri meridionali, avrebbero dovuto versare alle Regioni del Sud molte più risorse di quelle che ricevono ancora oggi.

L’allora presidente della commissione, il leghista Giancarlo Giorgetti, infangò tutto, pronunciando l’ormai famosa e tristissima frase “applicando il meccanismo di perequazione del 100%, i dati sarebbero probabilmente scioccanti! Magari ce li fate avere in modo riservato; ne faremo un uso discreto!”

E così attendiamo la definizione dei LEP da più di 20 anni.

Con questa infame ripartizione delle risorse statali, al Sud vengono sottratti più di 60 Miliardi di euro OGNI ANNO (una cifra enorme), più di 840 Miliardi solo negli ultimi 17 anni.

Poi vi chiedete come mai esiste una così massiccia emigrazione sanitaria verso le Regioni del Nord?

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Per non parlare degli investimenti statali in infrastrutture:

dagli anni ’80 in poi gli investimenti sono sempre stati maggiori al Nord; dal ’92 in poi la spesa al Nord è stata ENORMEMENTE SUPERIORE (dalle 3 alle 4 volte in più).

Con l’autonomia differenziata vogliono rendere “legale” questo continuo furto di risorse ai danni del Sud.

Molti cittadini del Sud sono completamente ignari di questo infame trattamento che viene loro riservato; complici TV e G i o r n a l i , m o l t i a t t r i b u i s c o n o t u t t e l e c o l p e a l l e amministrazioni locali (che sicuramente hanno la loro parte di responsabilità, ma c’è anche da dire che moltissimi Comuni del Sud sono fortemente sottostaffati); eppure il vero “trucco”

alla base di questa enorme differenza non lo spiega nessuno!

I seguaci leghisti (e non solo) plaudono alle cialtronate sparate sul palco da Zaia; eppure ci sono dei DATI REALI ED UFFICIALI (reperibili anche abbastanza facilmente) che smentiscono categoricamente queste accuse rivolte al Sud.

Ma forse, per molti padani (probabilmente anche un po’

ignoranti in materia), è più semplice e/o PIU’ COMODO credere alle fandonie basate sugli stereotipi contro il Sud!

FERMARE L’ILVA? DECIDERA’ LA CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA

Sarà la Corte di Giustizia Europea a decidere nel merito della class action con cui si chiede la chiusura dell’ex Ilva di Taranto, ora Acciaierie d’Italia, a causa delle emissioni inquinanti. Lo ha deciso il 19 settembre la sezione specializzata in materia di impresa del Tribunale civile di Milano presieduta da Angelo Mambriani, esaminando l’istanza presentata da dieci cittadini di Taranto, con l’associazione

“Genitori Tarantini”, e da un ragazzo di 8 anni colpito – affermano i promotori della class action – “da un rarissimo caso di mutazione genetica”. Il procedimento sulla class action è dunque per ora sospeso in attesa che si esprima la Corte Europea che ha sede in Lussemburgo. Le tre questioni

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rimesse alla Corte sono:ruolo della valutazione di danno s a n i t a r i o n e l p r o c e d i m e n t o d i r i l a s c i o e r i e s a m e dell’Autorizzazione integrata ambientale (Aia);set delle sostanze nocive che devono essere considerate ai fini del rilascio e riesame dell’Aia;tempi di adeguamento delle a t t i v i t à i n d u s t r i a l i s v o l t e a l l e p r e s c r i z i o n i dell’Autorizzazione integrata ambientale.

I giudici chiedono alla Corte del Lussemburgo se “in presenza di un’attività industriale recante pericoli gravi e rilevanti per l’integrità dell’ambiente e della salute”, uno Stato membro come l’Italia possa, nel quadro normativo europeo,

“differire il termine concesso al gestore” per adeguarsi all’Autorizzazione integrata ambientale (Aia), con misure di tutela ambientale e sanitaria, per una “durata complessiva di undici anni”, dal 2012 al 2023.

La class action è stata lanciata dall’associazione “Genitori Tarantini” a settembre dello scorso anno. Una prima udienza al Tribunale di Milano (il capoluogo lombardo perché qui ha la sede legale l’ex Ilva) era stata fissata al 2 dicembre, poi aggiornata allo scorso 17 marzo. Quest’ultima si è regolarmente tenuta. «Siamo soddisfatti dell’esito dell’udienza di Milano – afferma Massimo Castellana di

“Genitori Tarantini” – perché adesso sarà la Corte Europea di Giustizia ad occuparsi del caso ex Ilva e di quanto sia negativo il suo impatto sull’ambiente nonché sulla vita e la salute dei tarantini ma anche di quanti lavorano in quella fabbrica». «La controparte, assistita da un folto staff di avvocati, ha cercato di smontare le nostre tesi ma non c’è riuscita – rileva Castellana -. Nell’udienza di marzo abbiamo integrato la nostra class action con ulteriori elementi. Il primo é dato dalla modifica della nostra Costituzione.

Adfnews e’ un giornale quotidiano nazionale che non intende affatto incidere negativamente sull’Unita’ del Paese oppure denigrare il Nord Italia, bensi’ riporta cronaca e notizie sul Sud anche in base ad un accordo con Pino Aprile e le

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piattaforme giornalistiche ad esso retrostanti.

In qualita’ di direttore di Adfnews.it esigo chiarire l’intento editoriale a non voler fare politica con questo giornale oppure tifare per il disfacimento economico ed amministrativo del Nord. Preferisco tuttavia fornire approfondimento informativo ed una alta percentuale di pluralismo.

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