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Le tombe reali

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Academic year: 2021

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Le tombe reali

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C

APITOLO

18. T

OMBE REALI E DEPOSITI DI

IMBALSAMAZIONE

: A

MENHOTEP

IV, T

UTANKHAMEN E

A

Y

§ 1. Le tombe di Amenhotep IV (KV 25), Tutankhamen (KV 62) e Ay (KV 23) § 1.1. Dislocazione topografica e architettura delle sepolture

Amenhotep III scelse per la propria inumazione una valle che si espande per diversi chilometri a ovest della valle principale e la cui imboccatura si raggiunge sulla strada per la Valle dei Re molto prima della tomba di Ramesse VII (la prima tomba della valle principale), all’altezza dell’attuale biglietteria e di un piccolo posto di polizia turistica (tav. XXIXa). Non è chiara la ragione di questa scelta, che oltretutto allontana la sepoltura dalla supposta protezione della vetta piramidale di Qurna. L’ipogeo venne scoperto nel 1799 durante la spedizione di Napoleone Bonaparte (1769-1821) e da diversi anni a questa parte, pur con una recente interruzione, viene studiato dall’Università di Waseda (Giappone).

Per gli altri due ipogei scavati nelle vicinanze si propone una ricostruzione di questo tipo: la tomba KV 25 venne scavata da Amenhotep IV come propria sepoltura prima della decisione di trasferire la Corte e la necropoli reale ad el-Amarna1; la KV 23 venne inizialmente scavata da Tutankhamen come propria

sepoltura, ma usurpata da Ay alla morte del giovane sovrano, cui venne destinata una tomba secondaria nella valle principale (KV 62), forse la tomba destinata da Tutankhamen allo stesso Ay (una tomba piccola, non decorata, tipica di personaggi non reali sepolti nella Valle dei Re come Yuya e Tuya, i genitori di Tiy).

1 La tomba venne scoperta nel 1817 da G.B. Belzoni e sgomberata da O. Schaden negli anni ’70

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In effetti la KV 25 ha le proporzioni di una tomba reale, pur non essendo terminata né decorata (da qui sia l’incertezza nell’attribuzione sia la proposta che fosse stata realizzata da Akhenaten e poi abbandonata ai tempi del trasferimento); essa è costituita da un ingresso accuratamente scavato e da un corridoio della larghezza di 2,37 m, usuale per una tomba reale2. Questa tomba venne ritrovata ancora sigillata da G. Belzoni, che vi rinvenne sette mummie della XXI-XXII dinastia e una più antica sottoposta a ribendaggio3.

La KV 23 ha pure le caratteristiche di una tomba reale, con tre corridoi, uno spazio per il pozzo (non scavato) e una camera funeraria, però piuttosto piccola e senza pilastri. È probabile che, pur usurpando la tomba realizzata per Tutankhamen, Ay non riuscì a terminarne la costruzione nel suo breve regno di quattro anni. Si adotta qui per la prima volta a Tebe l’asse rettilineo della tomba, utilizzato da Akhenaten per la sua tomba amarniana e rimasto canonico per le successive tembe reali tebane.

Altre tre tombe interessano direttamente la nostra indagine: sono la KV 55, la KV 62 e la KV 57 nella valle principale. La prima, cui verrà dedicato il prossimo capitolo, costituisce uno dei misteri più intricati dell’antico Egitto. Possiamo per ora sintetizzare che si tratta senza dubbio della sepoltura di un principe amarniano (o una principessa, il sesso dell’inumato non è ancora stato stabilito con definitiva certezza), interrato a Tebe dopo il rientro da el-Amarna con un corredo di grande qualità artistica ma di composita origine, raccogliendo i nomi della Grande Sposa Reale di Amenhotep III Tiy, di Akhenaten, di Semenkhkara e della sposa secondaria di Akhenaten Kiya. A ciò si deve aggiungere che la sepoltura venne violata e sottoposta ad accurata operazione di

damnatio memoriae qualche tempo dopo la sua chiusura, creando una situazione

di generale disordine. In ogni caso anche qui si trattava dell’utilizzo affrettato di una tomba non finita, essendo la KV 55 semplicemente costituita da un corridoio, una camera e una nicchia-annesso.

La KV 62 non ha per nulla l’aspetto di una tomba reale, né nella pianta disordinata né, tantomeno, nelle proporzioni: essa è costituita da una breve rampa

2 HORNUNG E., La Valle dei Re, Einaudi, Torino 2004, p. 26.

3 O. Schaden ritiene che ci sono buone probabilità che la mummia sia quella di Ay, tolta dalla

tomba dissacrata, sempre secondo Schaden, da Horemheb al tempo dei sacerdoti che curarono tutte le risepolture regali; SCHADEN O., Clearance of the Tomb of King Ay (WV-23), in JARCE 21

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di scale, un corridoio, un paio di anguste camere e un paio di annessi. La decorazione appare sommaria e inaccurata, limitata alla sola camera funeraria, evidentemente realizzata nel periodo di tempo tra la morte del re e la sua inumazione (o addirittura dopo l’interramento4, in quanto alcuni dipinti sono stati fatti sui muri ); tuttavia, il corredo funebre con cui venne deposto Tutankhamen è senza dubbio il più ricco mai trovato, essendo costituito anche da elementi del corredo di altre persone (Akhenaten e Semenkhkara in particolare).

§ 1.2. Iconografia e testi

Nel caso di Tutankhamen ed Ay, a causa della ristrettezza del tempo a disposizione, le tipiche scene e i testi dell’Amduat si riducono a brevi citazioni e a singole scene (la barca solare di Kheper, la fila di babbuini adoranti, etc.). Nel caso di Ay compaiono per la prima volta in una tomba reale anche citazioni dal Libro dei Morti.

Nella tomba di Tutankhamen compare per la prima volta Isi e in quella di Ay Nephti e i quattro figli di Horo (che però già erano presenti sul sarcofago reale).

Le tombe di transizione di Tutankhamen ed Ay hanno infine due elementi che le rende particolarmente interessanti: nella prima vi è una scena di funerale e di cerimonia di apertura della bocca che è del tutto inusuale per una tomba reale; nella seconda una ricca scena di caccia all’ippopotamo e di uccellagione che fino ad allora appariva solo nelle tombe private tebane e che da quel momento in poi scomparirà del tutto. Se per questa seconda scelta non si riesce a trovare una spiegazione adeguata, se non in parte attribuendo alla scena il tradizionale significato simbolico che rimanda alla rinascita del defunto nell’Aldilà5, per la prima scena siamo in grado di trovare una risposta soddisfacente. La decorazione venne diretta senza dubbio dal successore Ay; egli, essendo sì imparentato con la

4 In quanto alcuni dei dipinti sono stati stesi sui due muri che separano la cripta interrata dalla

prima camera; cfr, Dodson A., After the pyramids. The Valley of the Kings and beyond, The Rubicon Press, Guildford–King’s Lynn 2000, p. 77.

5 L’iconografia del re che afferra un’oca per le ali compare già in Età amarniana: si segnala una

talatat appartenente alla Collezione Schimmel e pubblicata da J.D. Cooney, in cui Akhenaten è ritratto nello stesso atteggiamento, ma in una scena di culto piuttosto che di caccia (in effetti il re, oltre a trattenere l’animale per le ali con una mano, gli spezza il collo con l’altra mano). Il significato magico della composizione è lo stesso delle scene di sacrificio di tori addobbati, di caccia ai leoni nel deserto, di massacro dei nemici tipiche dell’iconografia regia; cfr. COONEY J.D., Amarna Reliefs from Hermopolis in American Collections, Brooklyn Museum, New York 1965, p.

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Famiglia reale amarniana, ma non avendo particolari mezzi di legittimazione per salire al trono (oltre a sposare la vedova Ankhesenpaaten, che poi misteriosamente scomparirà, non essendo lei la regina rappresentata nella KV 23), decise di prestare particolare enfasi al suo primo atto di governo come successore di Tutankhamen. È un primo atto che costituisce nel contempo la legittimazione tipica di un nuovo sovrano: l’interramento del predecessore attuato con pietà “filiale”. Ecco perché è rappresentata la scena del funerale con la bara del giovane Tutankahmen seguita dai dignitari del regno e l’officiante del servizio funebre è lo stesso Ay, che indossa la pelle di pantera, simbolo di dignità sacerdotale, ma anche la kepresh e l’urèo, segni inequivocabili di una ottenuta regalità.

§ 2. Altre cache amarniane?6

Nel febbraio 2006 gli archeologi della University of Memphys (Tennessee) guidati da O. Schaden, mentre stavano lavorando sui resti delle abitazioni degli antichi operai della Valle dei Re nell’ambito del Amenmesses Tomb Project, rinvennero una piccola tomba, subito chiamata KV 63.

L’ipogeo si trova al centro della Valle dei Re, dove il sentiero principale si biforca a E e ad W, ed è costituito da un pozzo della profondità di ca. 4 m che conduce ad un’unica camera di ca. 3 m2 di superficie.

All’interno vennero trovati alcuni sarcofagi in legno dipinto e una ventina di giare sigillate. L’apertura di un piccolo sarcofago da parte degli archeologici egiziani deluse le aspettative di studiosi e pubblico, poiché vuoto. Ciò portò la maggior parte degli studiosi a credere che si trattasse, più che di una tomba, di un deposito di imbalsamazione, dove erano stati sepolti oggetti usati nei rituali funebri.

La lettura dei geroglifici pA ‘Itn mandò in fibrillazione gli studiosi, che ritennero di aver trovato la tomba di Ankhesenpaaten, moglie di Tutankhamen. A prescindere dal fatto che l’integrazione è quantomai audace, dato che il termine pa

Aten, in uso ovviamente soprattutto in Età amarniana, si trova in decine e decine

6 I.R., Una tomba vicino a Tutankhamon. L’ultima sorpresa della Valle dei Re, in «Corriere della

Sera», 11 febbraio 2006, p. 23; BIGNAMI L., Egitto, un nuovo sarcofago: “È la moglie di Tutankhamon”, in «La Repubblica», 6 giugno 2006.

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di formule diverse7, in mancanza di un cartiglio non è possibile che esso sia qui parte del nome di una regina.

Va infine considerato che la Grande Sposa Reale di Tutankhamen, al momento della morte, aveva già cambiato in maniera definitiva il proprio nome da Ankhesenpaaten in Ankhesenmon. Il fatto che la sepoltura sia così vicina alla tomba di Tutankhamen certo indica con buona probabilità nell’Età amarniana la sua datazione, ma non si deve trattare per forza della regina di Tutankhamen; la folta schiera di personaggi amarniani sopravvissuti ad Akhenaten senza tomba o sepoltura è quindi pronta a candidarsi al possesso della KV 63.

Aggiungiamo come postilla finale che N. Reeves, sulla base di rilevazioni geomagnetiche, aveva da tempo individuato la cavità di KV 63 e sarebbe pronto a segnalare una nuova, ipotetica e futura KV 64, da lui individuata a suo tempo se le Autorità gli consentissero di effettuare gli scavi.

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