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Academic year: 2021

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Appendice B

Linguistica e Prime Definizioni

La linguistica generale `e la scienza che studia le caratteristiche principali dell’espressione linguistica [19]. `E possibile studiare il linguaggio umano da diverse prospettive, che possono essere ridotte a due: la prima `e la visione delle strutture e dell’evoluzione del linguaggio umano inteso come un orga-nismo naturale. L’altra visione `e l’analisi dei meccanismi e delle regole che l’uomo attiva nel processo di produzione e di comprensione del linguaggio.

In seguito presentiamo alcune definizioni che saranno utili in seguito per introdurre altri concetti riguardanti il linguaggio naturale [27].

• Linguaggio: con il termine “linguaggio” si intende, in generale, la capacit`a d’uso di un qualsiasi sistema di simboli adatti a comunicare, mentre, in particolare, `e intesa come la facolt`a, congenita negli esseri umani, di comunicare tra loro per mezzo delle parole di una lingua.

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succes-sione con altre, produce le parole di una lingua.

• Lingua: sistema fonematico, grammaticale e lessicale per mezzo del quale gli appartenenti ad una comunit`a comunicano tra loro.

• Alfabeto: insieme di segni grafici, disposti in un preciso ordine, che tendono a rappresentare ognuno un suono di una determinata lingua.

• Dizionario: libro nel quale sono raccolte e spiegate (in ordine al-fabetico) le parole e le locuzioni di una lingua, nel loro complesso o limitatamente a determinati periodi, aspetti o settori. I vocaboli del dizionario sono detti lemmi o forme base.

• Lemma: la parola, il nome o la locuzione di cui si tratta ciascun articolo di un dizionario; pu`o essere detto anche “entrata”.

• Forma: aspetto morfologico della parola, variante lessicale (ad esem-pio, la forma del femminile, la forma plurale o le forme attive e passive del verbo).

• Lessico: l’insieme dei vocaboli e delle locuzioni che costituiscono una lingua o un settore di essa.

• Grammatica: il complesso delle strutture fonologiche, morfologiche, sintattiche e della tradizione grafica di una lingua.

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La Struttura delle Parole

Le parole si possono scomporre in elementi grammaticali (o morfemi ), ognu-no dei quali ha un ruolo ben preciso: prefisso, radice, suffisso, desinenza. Analizzando, per esempio, la parola “fortuna” possiamo distinguere due elementi: la radice (componente lessicale originaria), che rappresenta il significato, e la desinenza che indica la forma singolare. La parola “for-tunato”, invece, possiede il suffisso “at”, mentre in “infortunato” vi `e un prefisso:

prefisso radice suffisso desinenza fortun- at- o in- fortun- at- o

• Affisso: elemento che, incorporandosi in una parola, ne forma un’al-tra di significato e valore diverso; gli affissi si distinguono in prefissi, infissi e suffissi. Il prefisso `e il primo elemento della parola composta che deriva dall’abbreviazione di una parola autonoma. L’infisso `e la parte formativa che viene inserita nella radice. Infine il suffisso `e l’ele-mento linguistico che, posposto ad un tema o ad una radice, concorre alla formazione della parola.

• Monema: la pi`u piccola unit`a linguistica dotata di significato o di funzione grammaticale.

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• Morfema: ogni elemento che all’interno della parola serve ad indi-carne la funzione grammaticale.

• Radice: elemento irriducibile, presente in tutta una famiglia di pa-role, portatore dell’idea comune fondamentale (ad esempio “am-” in “amore”, “amare”, “amicizia”, ecc.).

• Tema: la parte della parola che resta togliendo la desinenza e che per-mette l’immediata inserzione degli elementi di flessione (in certe circo-stanze coincide con la radice, mentre a volte ha qualche informazione in pi`u, per esempio “amor-” per “amore” e “amic-” per “amicizia”).

• Enclitico: si dice di parola atona che, nella pronuncia, si appoggia alla parola precedente (si contrappone al proclitico). Ad esempio, le particelle “si”, “ti” e “mi” (datemi ).

• Proclitico: si dice di particella priva di accento che nella pronuncia si appoggia alla parola seguente (per esempio, si affitta, non ti lavare).

• Locuzione: combinazione fissa di due o pi`u parole che esprime un concetto particolare e unitario e che ha, nel lessico, un’autonomia propria come le parole singole (sono esempi “a mano a mano” e “a quattr’occhi”).

Ogni vocabolo base, formato da radice e desinenza, si definisce primitivo, mentre, con l’aggiunta di particolari suffissi, si formano le parole alterate

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oppure, annettendo con prefissi e/o suffissi, si formano le parole derivate. I suffissi nelle parole alterate non ne modificano il significato, ma conferiscono particolari “sfumature”, mentre le parole derivate, a differenza delle alterate, acquisiscono un significato autonomo rispetto alla parola primitiva.

• Morfologia: settore della linguistica che studia la struttura delle parole, i processi di flessione, derivazione e composizione.

• Flessione: termine indicante tutti i tipi di variazione morfologica (cambi di affissi, desinenze, ecc.) mediante i quali una parola assume differenti funzioni grammaticali e sintattiche.

• Alterazione: procedimento di formazione degli alterati. Particolare tipo di suffissazione dove il significato della parola di base non muta nella sua sostanza, ma il soltanto in alcuni aspetti (quantit`a, qualit`a, ecc.): ne sono esempi il diminutivo, il vezzeggiativo e il superlativo.

• Derivazione: processo di formazione di una parola nuova da un’altra gi`a esistente, mediante suffissi o prefissi (esempio “drogheria” da droga, “preavviso” da avviso, “imbrigliare” da briglia).

• Composizione: formazione di una nuova unit`a lessicale per combina-zione di altre preesistenti; parola composta, esempio: “caposquadra”, “rompighiaccio”.

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Analisi Grammaticale

I vocaboli della lingua italiana si possono suddividere in nove categorie gram-maticali o parti del discorso. In esse si possono distinguere due gruppi: le parti variabili, quelle cio`e che si accordano grammaticalmente con le altre parole e che quindi possono cambiare la loro forma, e le parti invariabili, che invece hanno un’unica forma.

Variabili Invariabili articolo avverbio sostantivo preposizione aggettivo congiunzione pronome interiezione verbo

La morfologia `e la disciplina che descrive e analizza le forme delle pa-role e i loro cambiamenti in rapporto alla funzione che svolgono nelle frasi. L’analisi grammaticale (o morfologica) consiste nelle seguenti operazioni: 1. classificazione delle varie parole assegnando ciascuna di esse ad una

delle nove parti del discorso;

2. indicazione, per ongi parola classificata, di tutte le caratteristiche morfologiche (genere, numero, tipo, ecc.).

In presenza di termini omografi (cio`e con uguale grafia, ma origine, si-gnificato e spesso pronuncia diversi) la classificazione risulta indispensabile

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per risolvere i problemi connessi all’ambiguit`a e per individuare il ruolo della parola stessa nel contesto in cui si trova.

Articolo

L’articolo `e un “piccolo” elemento variabile del discorso che viene inserito prima del sostantivo per introdurlo ed individuarlo determinandone il ge-nere e il numero. Un articolo pu`o essere determinativo (“il”, “la”, “gli”), indeterminativo (“un”, “uno”) o partitivo (“del”, “delle”, “dei”).

Sostantivo

Il nome o sostantivo ha, nel processo linguistico, funzione di tipo semantico (relativo al significato). Esso serve a denominare entit`a concrete o astratte ed `e caratterizzato da genere e numero. Sul piano sintattico il sostanti-vo costituisce la parte fondamentale di ogni sintagma nominale (o gruppo nominale), cui possono essere associati articoli e aggettivi.

Aggettivo

L’aggettivo `e una parte variabile del discorso che non ha esistenza autonoma, ma deve essere usato con un nome da cui dipende grammaticalmente (ovvero si accorda in genere e numero). L’aggettivo serve a determinare un sostan-tivo a attribuirgli una qualit`a. Si possono distinguere aggettivi qualificativi (“felice”, “allegro”), dimostrativi (“questo”, “quello”), possessivi (“mio”,

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“vostre”), indefiniti (“ogni”, “qualsiasi”), interrogativi (“quale”, “quanti”) e numerali (“sette”, “quinto”).

Verbo

Il verbo `e una parte variabile del discorso che designa un’azione o uno sta-to in riferimensta-to ad un soggetsta-to e fornisce la collocazione nel tempo. Esso rappresenta l’elemento pi`u importante della frase senza il quale non `e pos-sibile esprimere un pensiero. Analizzare un verbo significa determinare la coniugazione (ovvero la voce verbale di appartenenza), il modo (indicativo, congiuntivo, condizionale, imperativo, infinito, participio, gerundio), il tem-po (presente, imperfetto, futuro, passato), la persona, il genere, il numero, la forma (attiva, passiva, riflessiva, pronominale, impersonale), la possibile fun-zione (ausiliare, causativa, fraseologica, servile) e l’eventuale caratteristica formale (coniugazione regolare o irregolare, difettivo).

Pronome

All’interno di una frase, il pronome ha la funzione di sostituire il sostan-tivo o, eventualmente, anche altri elementi del discorso. In generale esso designa persona o cosa non nominata esplicitamente: si riconoscono pro-nomi personali (soggetto: “io”, “egli”; complemento oggetto: “me”, “lei”; complemento indiretto: “mi”, “ti”), possessivi (“mio”, “nostri”), dimostra-tivi (“questa”, “codesti”), indefiniti (“qualche”, “nessuno”), reladimostra-tivi (“che”,

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“cui”) e interrogativi (“quale”, “quanto”).

Avverbio

L’avverbio `e la parte del discorso che si aggiunge ad un’altra parola per modificarne il significato, qualificandolo o precisandolo. A differenza degli aggettivi, gli avverbi sono invariabili e si aggiungono, oltre ai nomi, anche ad aggettivi, altri avverbi o ad un’intera frase per cambiarne il significato. L’avverbio serve a determinare un verbo (“sto bene”), un aggettivo (“po-co intelligente”) o un altro avverbio (“troppo crudamente”) in rapporto a tempo, luogo, quantit`a, modo, ecc.

Preposizione

Parte invariabile del discorso che preposta ad una parola della frase, la pone in relazione con un altro termine della stessa frase. La preposizione `e invariabile e serve a formare complementi, cio`e relazioni per collegare due elementi di una frase: preposizioni proprie (“di”, “a”, “da”, ecc.), improprie (“davanti”, “dopo”) e articolate (risultanti dalla fusione di una preposizione propria con un articolo determinativo, “delle”, “degli”).

Congiunzione

La congiunzione `e utile per collegare due parole di una proposizione (espres-sione di senso compiuto formato da un soggetto, un predicato ed eventuali

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complementi) o due proposizioni in un periodo. Il rapporto di unione crea-to da essa pu`o essere di coordinazione o subordinazione. Le congiunzioni possono essere condizionali (“se”, “purch´e”), finali (“affinch´e”, “perch´e”), cusali (“poich´e”), temporali (“mentre”, “quando”), ecc.

Interiezione

L’interiezione o esclamazione `e la parte invariabile del discorso che esprime sensazioni, emozioni o stati d’animo: esse ha intensit`a espressiva, ma non ha alcuna funzione dal punto di vista sintattico. Usualmente viene indi-cato il tipo di interiezione: di stupore (“oh!”), di dolore (“ahi!”), di gioia (“evviva!”), ecc.

Sintassi e Discorso

La sintassi `e lo studio delle relazioni con cui le parole si combinano tra loro per formare le frasi. In grammatica si parla di discorso per far riferimento a tutto ci`o che viene detto, scritto, letto: ovvero la manifestazione di un pensiero. L’elemento pi`u semplice e fondamentale del discorso `e la propo-sizione, mediante la quale viene dato un messaggio di senso compiuto. Il discorso pu`o anche essere costituito da pi`u proposizioni dando luogo ad un periodo, un complesso di frasi concatenate fra loro. In conseguenza del-la suddivisione del discorso in proposizioni e periodi, si avr`a una sintassi semplice ed una sintassi composta.

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La sintassi semplice analizza le proposizioni nei suoi elementi, sia fon-damentali che aggiuntivi (soggetto, predicato, ecc.). La sintassi composta analizza il periodo nella sua costituzione (principale o dipendente) e nei suoi legami (coordinazione o subordinazione). Viene fatta, dunque, distinzione tra analisi logica, che tende ad esaminare la struttura della frase semplice (o proposizione) evidenziando il ruolo di ogni sua parte, e analisi sintattica, che invece considera la struttura della frase complessa o del periodo.

Analisi Logica

L’analisi logica consiste nell’individuare le categorie sintattiche e i rapposti fra i vari elementi della frase, ovvero la loro funzione logica: soggetto, pre-dicato, complemento oggetto (o diretto), complementi indiretti, attributi e apposizioni.

Soggetto

Il soggetto `e l’elemento in una proposizione che compie l’azione o la persona o la cosa che si trova nella condizione espressa dal verbo. Qualunque parte del discorso sostantivata pu`o essere un soggetto, ma nella maggior parte dei casi `e un nome.

Predicato

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il verbo, nel predicato verbale, o la parte nominale, nel predicato nominale.

Complemento Oggetto

Il complemento oggetto `e ci`o su cui va a finire l’azione: `e l’elemento che subisce l’azione del verbo. Nella forma passiva diventa soggetto e si lega al verbo senza preposizioni.

Complementi Indiretti

I complementi indiretti si legano al verbo mediante preposizioni. A seconda dell’azione espressa dal verbo, questi si possono classificare in complemento di termine, di mezzo, di luogo, di tempo, di modo, ecc.

Attributi

L’attributo, in genere un aggettivo o un participio con valore di aggettivo, serve ad attribuire una qualit`a, una propriet`a o uno stato al soggetto o al sostantivo a cui si riferisce e con esso concorda in genere e numero (“vestito bianco”, “case moderne”).

Apposizione

Il nome che ne accompagna un altro per meglio determinarlo si definisce apposizione. Essa accosta solo il sostantivo e concorda con l’elemento nomi-nale (non necessariamente soggetto) nel numero (“il fiume Arno”, “Dante,

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poeta italiano”). L’apposizione `e abbinata o meno da attributo ma si pu`o presentare anche introdotta da preposizioni (“entrai per ultimo in classe”).

Analisi Sintattica

L’analisi sintattica (o analisi del periodo) consiste nel determinare i rapporti che sussistono tra le varie frasi semplici che compongono, appunto, il periodo; lo scopo di questa consiste nella verifica della correttezza delle frasi e nella determinazione della loro struttura.

Una frase pu`o essere composta da una sola proposizione indipendente o, molto frequentemente nella lingua scritta, da un insieme di due o pi`u propo-sizioni che sono tra loro legate da rapporti di coordinazione o subordinazio-ne. In analisi sintattica vengono solitamente individuate la frase reggente o principale, quelle subordinate o dipendenti e quelle coordinate, indicando il tipo di relazione (coordinante o subordinante implicito o esplicito), il grado e la funzione logica svolta.

La frase principale `e l’elemento perno che regge il pensiero significativo del periodo; le dipendenze possono verificarsi come coordinazione per asin-deto (cio`e senza legami, ma solo con la punteggiatura) o per polisinasin-deto con congiunzioni (che forniscono il tipo di coordinazione). La dipendenza subordinata si differenzia a seconda del grado (primo se subordinata alla principale, secondo se subordina una subordinata di primo grado e cos`ı via) e possono essere esplicite o implicite: quelle del primo tipo hanno un verbo

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di modo finito (indicativo, congiuntivo, imperativo), mentre le altre hanno un verbo di modo indefinito (gerundio, participio, infinito), Le dipendenze subordinate svolgono, inoltre, una funzione logica in relazione al verbo della frase cui si subordinano e possono, quindi, essere soggettive, oggettive, oltre che complementari, svolgendo la funzione di comlementi.

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