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La scoperta e l’evoluzione della “ Hidden Factory “ come cambiamento strutturale nella contabilità dei costi : Activity Based Management Accounting & Activity Based Costing

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Academic year: 2021

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La scoperta e l’evoluzione della “ Hidden Factory “ come cambiamento

strutturale nella contabilità dei costi :

Activity Based Management Accounting & Activity Based Costing

La Hidden Factory , da quando ne è stata scoperta ufficialmente l’esistenza , ha visto crescere la sua rilevanza come oggetto di calcolo di costi ; in questa fabbrica secondo Miller e Vollmann (1985) , i due studiosi autori della scoperta , non si ottengono prodotti , ma si producono informazioni e servizi senza i quali il vero prodotto fisico offerto dall’impresa non uscirebbe dalla fabbrica invisibile . Insieme alla Hidden Factory , vi è la Teoria sulla Catena del Valore di Michael Porter , che costituisce strumento valido per fare valutazioni dinamiche circa il raggiungimento , mantenimento e difesa , del vantaggio competitivo e per considerare in maniera efficace e formalizzata le opportunità offerte dalle tecnologia dell’informazione ; essa permette di considerare l’impresa come un sistema di attività generatrici del valore , inteso come il prezzo che il consumatore è disposto a pagare per il prodotto che soddisfa pienamente i propri bisogni , e a sua volta le tecnologie d’informazione possono influenzare notevolmente tali attività , alcune volte migliorandone l’efficacia , altre volte modificandole profondamente ; le attività aziendali , al fine di valutare le capacità competitive vengono suddivise in nove categorie generali , dove le prime cinque sono denominate attività dirette o primarie , mentre le restanti sono attività di supporto : Attività primarie

a) logistica in entrata ( beni che entrano nell’azienda ) b) attività operative ( produzione di beni o servizi ) ; c) logistica in uscita ( beni che escono dall’azienda ) ; d) marketing e vendite ;

e) servizi post-vendita ; Attività di supporto

f) approvvigionamento ( acquisto delle risorse fisiche impiegate ) ; g) sviluppo della tecnologia ( miglioramento del prodotto/processo ) ; h) gestione delle risorse umane ;

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L’elaborazione teorica di Porter , quanto quella di Miller e Vollmann permette di fare un’ analisi trasversale dell’azienda , da cui poter trarre utili indicazioni circa le possibili direzioni da intraprendere , al fine di ottenere un maggior valore aggiunto ed un vantaggio competitivo ; questo approccio permette di osservare la gestione sia internamente che esternamente evidenziando tutte quelle attività che creano valore per il cliente .

Per ciò che riguarda invece la Hidden Factory , i costi spesso aggregati in macro voci come indirect – cost , manufactoring – overheads , ancor più genericamente , overhead – expenses (spese generali) . Vengono imputati in modo semplicistico ( utilizzando le ore – macchina , o le ore uomo ) e insoddisfacente ai prodotti , anche se il loro peso negli anni è andato crescendo ; dalla ricerca della National Accounting Associations emerge che :

a. le principali distorsioni nell’attuale modo di calcolare i costi di prodotto sono dovute alla non accurata analisi dei costi indiretti e alla maggior attenzione che si presta agli accrued cost anziché al committed – cost ;

b. le principali aree di miglioramento sono quella dell’analisi overhead – cost e quella della ricerca di nuove basi per una loro eventuale imputazione ai prodotti . Se si riflette sulle cause di ciò , una possibile ipotesi interpretativa , è che queste possano ascriversi a quel crescente processo di terziarizzazione/softwarizzazione che ha caratterizzato i sistemi economici dei principali paesi .

Così la Hidden Factory è cresciuta , complice il ciclo economico favorevole della seconda metà degli anni ‘80 , ma tuttavia si rende necessario razionalizzare il processo , al fine di evitare la situazione congiunturale sfavorevole .

le componenti del sistema per l’analisi dei costi delle attività enunciate nella Hidden Factory sono :

Attività , facendo riferimento alle operazioni elementari ed ai compiti svolti quotidianamente all’interno delle diverse unità organizzative al fine di trasformare i fattori produttivi fisici o informativi ( input ) in output specifici di natura fisica o informativa ; in ogni unità organizzativa o centro di responsabilità vengono svolte diverse attività elementari , che possono essere aggregate in activity pool omogenei per tipologia di driver.

Resource drivers , descrivono le relazioni di causa-effetto prevalenti fra le consuete classi di costo per natura dei fattori produttivi e le attività , consentendo di aggregare negli activity cost-pools i costi sostenuti per lo svolgimento di specifiche attività ;

Activity drivers , sono le variabili quantitative che permettono di descrivere in termini causali il consumo delle diverse attività da parte dei diversi oggetti di calcolo ;

Cost drivers , descrivono i fenomeni che provocano l’esistenza , determinano la fisionomia e causano la quantità di svolgimento delle varie attività ;

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Misurare per gestire : la contabilità direzionale basata sulle attività ( Activity Based Management Accounting )

Al calcolo dei costi secondo la logica funzionale , allo Zero Base Budgeting e all’Overhead Value Analysis , si è aggiunta la contabilità basata sulle attività o per attività ( Activity Based Accounting – A.B.A. ) , che sarebbe ancora meglio denominare contabilità direzionale basata sulle attività ( Activity Based Management Accounting – A.B.M.A. ) .

Tale possibile modalità di impostazione della contabilità direzionale , ha diversi pregi , ma anche alcuni limiti e , proprio questi ultimi non posso essere trascurati laddove l’unica finalità attribuita a questa impostazione sia quella di determinare il costo vero completo di prodotto a livello unitario ; in questo caso si entra proprio nella logica del calcolo del costo pieno di prodotto ( Full Costing ) la cui utilità in alcuni casi non può essere negata , ma i cui limiti di arbitrarietà e soggettività sono già stati ampiamente dimostrati dalla letteratura dedicata al calcolo dei costi. L’obiettivo di calcolare il vero costo unitario di prodotto è stato purtroppo quello inizialmente proposto da molti sostenitori di quest’approccio , tant è che la denominazione con la quale inizialmente si è diffuso questo approccio è stato Activity Based Costing .

L’approccio alla contabilità basato sulle attività trova una precisa motivazione nella seguente considerazione : < tra il prodotto e il consumo di certe risorse non c’è un legame diretto > ;

pertanto non è il prodotto che in un’impresa genera direttamente i costi e non può essere quindi l’unico oggetto di calcolo a cui imputare direttamente tutti i costi . Il prodotto , infatti , per essere ottenuto e venduto richiede che vengano svolte delle attività e sono queste ultime che consumano risorse e quindi generano i costi ; in quest’ambito le singole attività sono definibili come quell’insieme di azioni o di compiti elementari che hanno per obiettivo quello di erogare un servizio o produrre un output tangibile che consenta direttamente o indirettamente , di confezionare l’offerta che l’impresa propone ai suoi clienti .

Il grado di dettaglio con il quale queste attività vengono definite può essere molto vario e la scelta non può essere che conseguente ai fabbisogni conoscitivi che ci si pone nel caso specifico ; così ad esempio un livello di dettaglio per le varie attività che è stato giudicato significativo nel caso di un’impresa di medio – piccole dimensioni è stato il seguente :

Area Ricerca e Sviluppo Ideazione Nuovi prodotti Realizzazione prototipo Ingegnerizzazione

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Area Produzione Programmazione Produzione Interna ed Esterna Singole Fasi di lavorazione Controllo Della Qualità Eliminazione Residui

Area

Acquisti

Ricerca e

Selezione dei

Fornitori

Definizione

Dei

Contratti

Controllo

Fatture

Fornitori

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Area Amministrativa Emissione Delle Fatture Gestione Dei Crediti Rapporti Contrattuali con Le banche Tenuta Della Contabilità Generale Adempimenti Fiscali

Area

Manutenzione

Manutenzione impianti

Ordinaria e straordinaria

Manutenzione stabili ed

Area verde esterna

Area

Commerciale

Acquisizione

Ordini

Evasione

Ordini

Attività per

creare e

sviluppare la

domanda

Attività per il

mantenimento

dell’area

commerciale

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Ecco quindi che secondo quest’approccio il costo di prodotto per essere calcolato correttamente impone che prima di tutto si imputino i costi alle attività ( Activity Cost Pool ) o ai processi che li hanno generati e solo successivamente , il costo totale di ciascuna attività , potrà essere imputato ai prodotti o servizi ; per far tale imputazione sarà necessario utilizzare le determinanti di costo ( Cost Driver ) .

Queste ultime sono le variabili che condizionano il costo delle singole attività , correlano l’attività e le risorse ad esse destinate con l’oggetto di calcolo , ed esprimono la complessità organizzativo – gestionale che condiziona lo svolgersi di quella specifica attività ; pertanto volendo definire le fasi logiche che caratterizzano l’introduzione di un processo di determinazione del costo di prodotto o servizio secondo l’ A.B.C. si possono indicare nelle seguenti fasi :

j) definizione delle attività e conseguente piano dei conti , con indicazione dei centri di costo per attività ;

k) attribuzione alle attività dei costi specifici e oggettivamente attribuibili ; determinazione delle risorse assorbite dalle varie attività attraverso gli indicatori di impiego delle risorse ( Resource Driver ) come possono essere le risorse uomo , ore macchina e percentuali di utilizzo ;

l) individuazione delle determinanti di costo ( Cost Driver ) relative a tutte le attività e si procede alla loro quantificazione ;

m) calcolo del costo delle singole attività per unità di determinante di costo ( Cost Driver ) dividendo il costo totale dell’attività per il valore complessivo attribuito alla determinante di costo ;

n) oppure è possibile fare una imputazione a cascata , attraverso prescelti Cost Driver , i costi delle attività di supporto , che non si reputa possibile imputare direttamente al prodotto , alle attività di produzione ed erogazione ;

o) si imputano i costi totali delle singole attività ai prodotti , moltiplicando il costo per unità di cost – driver per il valore che il cost – driver assume con riferimento al prodotto oggetto di calcolo .

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La contabilità direzionale basata sulle attività , strumento per rilevare e organizzare le informazioni relative ai costi di struttura e alle spese generali .

Le prime tre fasi del processo di introduzione dell’ A.B.C. , sono le medesime qualora decidessimo di usare l’ A.B.M.A. , ma con un obiettivo meno ambizioso : quello di determinare il costo delle singole attività ; non si cerca quindi determinare il costo vero del prodotto andando ad individuare delle relazioni assai tenui o di difficile oggettiva determinazione , ma ci si accontenta del costo per attività , superando così il limite dell’A.B.C. , qualora lo si voglia applicare al prodotto .

L’approccio alla contabilità per centri di costo , presenta anche un altro limite ovvero , quello di essere complesso nella sua applicazione , poiché richiede un impegnativo lavoro di analisi organizzativa per identificare e definire le attività al fine di giungere all’elaborazione e stesura di un piano dei conti per attività ; tale analisi può avere anche un elevato valore strategico organizzativo , ma tuttavia richiede tempo ed il coinvolgimento di una pluralità di persone .

Alcune attività , possono non coincidere con i centri di costo e responsabilità definiti secondo la logica funzionale , anzi , le medesime attività possono essere svolte in centri diversi ; a sua volta è necessario che la Direzione ne comprenda appieno il significato strategico e sfrutti tutte le potenzialità di impiego attraverso un’ indispensabile sensibilizzazione del vertice direzionale al fine di :

a) definire efficaci strategie competitive e politiche di allocazione/riallocazione delle risorse ; b) comporre scelte di esternalizzazione di attività e/o di riprogettazione delle attività e dei

processi aziendali ;

c) di poter disporre di informazioni di costo a supporto della gestione strategica ;

(la suddetta sensibilizzazione viene fatta attraverso la formazione/informazione del vertice stesso) A fronte di questi limiti , che in un’analisi costi/benefici potrebbero indurre a non far adottare l’A.B.M.A. , vi sono per altro diversi pregi in grado di controbilanciarli ; un primo pregio di questo approccio sta nel fatto che le attività da considerare come oggetto di analisi di costo non sono solo quelle di produzione ed erogazione dei servizi , ma anche tutte le altre attività correlate a queste due voci . Queste attività si sono rivelate utili per arricchire l’offerta e comunque condizionano l’efficacia con la quale vengono svolte le prime due ; le attività di supporto sono inoltre la colonna portante della Hidden Factory (quanto della Catena del Valore ) , quindi la causa prima del lievitare in molte realtà d’impresa dei costi di alcune strutture e delle spese generali .

In molte imprese si è sentita l’esigenza di affrontare il problema , estendendo la logica cliente – fornitore propria dell’ A.B.C. , anche all’interno dell’impresa nel rapporto ente erogatore del servizio – centri utilizzatori ; è questa la più recente e diffusa applicazione della contabilità direzionale basata sulle attività ( A.B.M.A. ) .

Un secondo pregio di quest’approccio è legato alla valenza strategica delle attività : poiché non tutte le attività svolte da un’impresa infatti , sono egualmente importanti nel soddisfare le esigenze dell’utenza , perciò non tutte meritano avere la medesima importanza ; per individuare le attività fondamentali c’è da porsi la domanda su “ cosa vuole il cliente e cosa si deve fare per soddisfarne i bisogni “ e la risposta sta nella semplice individuazione di quelle attività che caratterizzano l’offerta dell’impresa , quelle attività che sono imprescindibili per l’utenza , alle quali viene attribuito un valore e per le quali si è disposti a sostenerne il costo per accedervi ( attività e servizi ) .

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Gli obiettivi dell’A.B.M.A. sono :

i. predisporre accurate informazioni di costo dei servizi resi dagli enti che compongono la struttura , al fine di consentire una gestione di tali servizi e quindi dei relativi costi ; ii. orientare , per rispondere ad esigenze di controllo direzionale e di cost consciousness ,

la determinazione dei prezzi interni di trasferimento/costi di cessione dei prodotti/servizi resi fruibili attraverso l’esecuzione di determinate attività ;

iii. aiutare a comporre delle decisioni in fase di allocazione delle risorse delle varie attività per arrivare a definire :

α) su quali attività investire ;

β) su quali attività avviare dei processi di riprogettazione interna e di contenimento dei costi ;

δ) quali attività , se necessario , è possibile esternalizzare , senza intaccare la capacità competitiva dell’impresa .

Si può definire questo approccio come “ approccio ad aree “ come quella della gestione del personale , quella dei servizi generali o quella dei servizi informatici ; un possibile processo logico , a supporto è quindi il seguente :

iv. individuazione dei clienti interni dei prodotti/servizi offerti da un’unità organizzativa appartenente alle strutture di supporto , che , in situazioni di controllo direzionale evolute , sono normalmente dei centri di responsabilità ;

v. definizione dei prodotti/servizi offerti dall’unità organizzativa ; vi. compilazione della matrice cliente/prodotto – servizi ;

vii. definizione delle attività necessarie e svolte dall’unità organizzativa per rendere disponibili i prodotti/servizi definiti in precedenza ;

viii. compilazione della seconda matrice , quella prodotto – servizi/attività ;

ix. attribuzione delle risorse (attraverso resource – driver ) e quindi dei costi delle attività ; x) sommando i costi relativi alle risorse consumate per svolgere le singole attività si

determinano i costi totali delle singole attività ( activity cost – pool ) .

L’elemento qualificante dell’approccio per attività è quindi quello di non considerare gli over – head cost in un macro aggregato , ma di analizzarli in modo disgregato ; di procedere non per aree funzionali , bensì per attività che superano la logica funzionale , dove le informazioni fornite dalla contabilità direzionale possono essere utilizzate a supporto di modelli come la Catena del Valore di Porter o a supporto di un’analisi strategico organizzativa Transfunctional process .

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In secondo luogo si tratta di definire se optare per una logica di calcolo a costi variabili o una logica a costi diretti/specifici o una logica di costo pieno , decisione che risulta essere particolarmente critica soprattutto se si vuole avere tra gli oggetti di calcolo dei costi , il prodotto/servizio ; da ultimo si deve valutare se si ritiene utile o meno estendere l’approccio per attività anche al budget oppure limitarsi a fornire a consuntivo informazioni organizzate per attività .

In sintesi , nel definire le caratteristiche della contabilità direzionale si tratta di comporre delle scelte , che soddisfino gli specifici bisogni di pianificazione e controllo dell’impresa considerata , nel rispetto dei principi di selettività e flessibilità del sistema ; se l’A.B.M.A. è nato per aiutare ad affrontare la crescente complessità gestionale delle imprese , non si dimentichino gli insegnamenti di Edgar Morin (1977) : per gestire la complessità è necessario riconoscerla al fine di cercare di connettere ciò che è disgiunto , annettendovi i limiti propri.

Bisogna introdurre semplicità nelle soluzioni gestionali , nelle tecniche e negli strumenti senza mai dimenticarne i limiti legati al fatto di operare entra una situazione di generale complessità.

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Riferimenti

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