Introduzione
1
INTRODUZIONE
L’obbiettivo di questa tesi è di mostrare come l’ultima povest’ di Vladimir Sorokin, Metel’ (2010), a dispetto del suo percorso sotto l’insegna del Postmodernismo russo, risulti essere un ibrido letterario.
Metel’ infrange le aspettative del lettore perché in quest’opera Sorokin si
fa serio e si vuole confrontare con la grande letteratura russa, che durante la sua carriera tentò attivamente di decostruire.
Vuole costruire una classica povest’ russa estraendo il soggetto dalla grande enciclopedia nazionale russa: la tormenta di neve, un cliché letterario tipicamente russo, con il quale si sono confrontati alcuni dei più grandi scrittori della letteratura russa come Puškin e Tolstoj.
L’opera è un ibrido in quanto i procedimenti e le tecniche tipiche del Postmodernismo sono attenuate; Sorokin ha creato una povest’ che, oscillando tra serietà e assurdo, pone le sue basi sul tema del viaggio invernale attraverso la tormenta di neve.
La povest’ di Sorokin è una riflessione filosofica sulla Russia di Putin, una Russia che ha smarrito la strada e di cui l’autore ci mostra sulla carta un possibile futuro. Ciò che viene presentato al lettore è la visione su una Russia assurda e futuristica, caratterizzata da strane ed avanzate tecnologie, da personaggi ‘scalati’ nella dimensione, da potenti droghe e dalla presenza dell’elemento cinese a chiusura della povest’, che prosegue la linea tematica di Den’ opričnika (2006) e Sacharnyj
Introduzione
2
Nel primo capitolo si opera un’analisi del movimento del Postmodernismo russo, delle analogie e differenze con il movimento europeo e più in generale occidentale, dei suoi procedimenti caratteristici , dell’importanza del Concettualismo Moscovita e della Sots
art, proponendo, a chiusura del capitolo, la descrizione del background
culturale e letterario del periodo precedente e successivo alla perestrojka, un periodo che si chiuse con la brusca caduta dello status della letteratura e che vide nascere il dominio del discorso postmodernista.
Sorokin è considerato tra i più eminenti autori postmodernisti e la tesi, nel secondo capitolo, si sofferma sull’autore, sul suo non-rapporto con la religione, che in parte ha influenzato le sue opere ( si vedano i rituali presenti in opere come Serdca četyrech e nella Trilogia del ghiaccio), sui temi che Sorokin, scrittore anticonformista e radicale, privilegia, come per esempio il sesso, il Male nel senso ontologico del termine e la violenza. Una periodizzazione del suo percorso letterario divide le sue opere in quattro grandi momenti letterari, l’ultimo dei quali comprende un lasso di tempo che va dal 2006 ai giorni nostri.
La povest’ Metel’ appartiene a questo ultimo periodo, e il capitolo terzo ne approfondisce tutti gli aspetti con l’aiuto di frammenti testuali tradotti ed interviste dell’autore che hanno permesso di interpretare correttamente questa ultima povest’, che non possiede più il carattere ludico tipico del Postmodernismo russo.
Dalla genesi dell’opera e dal suo riassunto si passa ad esaminare dettagliatamente i personaggi principali, gli elementi della poetica dell’assurdo ed infine le reminescenze della letteratura classica russa presenti nel testo, con particolare attenzione sulla storia Chozijan i