Progetto di un edificio sportivo polifunzionale nel nuovo campus scolastico di pontedera_Candidato: Christian Preziosi_ matricola: 455002_Relatori: Prof. Arch. Luca Lanini, Dott. Arch. Giovanni Santi Ph.D._DESTeC_Scuola di Ingegneria_a.a. 2017/2018_Tavola 1
Focus sull’edilizia scolastica in italia: anno di costruzione, barriere architettoniche, consumi energetici, investimenti, ecc.
L’ESPERIENZA “EUROPEA” DI
MIES VAN DER ROHE
Una spinta al cambiamento si ha alla fine del XIX secolo. In questo periodo il bisogno di nuovi edifici è così importante da dare la possibilità agli architetti di sperimentare nuove forme e funzioni. Dopo anni di cre-scita caotica si arriva agli anni 30 del 900, periodo nel quale, il rifugiato negli Stati Uniti, Mies van der Rohe viene incaricato di realizzare il campus dell’Illinois Institute of Technology.
Mies van der Rohe volle fortemente realizza-re un master plan che mettesse ordine alla progettazione. Partendo dal modulo neces-sario per realizzare lo spazio a lui congeniale per questo tipo di insegnamento, crea una griglia da 24 moduli per 24. Questa proget-tazione al contrario, dal modulo minimo quale il tavolo, determinò lo sviluppo nelle varie direzioni del campus.
PRIME PIANIFICAZIONI
Il primo esempio di progettazione di un intero campus sarà l’Union College, risalente al 1813, ad opera di Jaques Ramée. Il proget-to di Ramée respingerà l’aspetproget-to monastico chiuso dell’istruzione. Il progetto è caratte-rizzato da una grande corte centrale rettan-golare contenuta tra due edifici a L conte-nenti gli alloggi per studenti e professori. La corte apre prospetticamente su un grande colonnato ad U contenente tre edifici più un grande Pantheon centrale. Un cambio di marcia avvenne grazie a Thomas Jefferson, fine architetto oltre che 3º presidente degli Stati Uniti d’America. Egli si occupò a tre-centosessanta gradi della costruzione della University of Virginia. Il progetto prevedeva due ali parallele contenenti le aule ai lati di un grande prato di forma rettangolare, collegate da un edificio rotondo e dai suoi colonnati.
ESEMPI ITALIANI E DIFFERENZE
DAL MODELLO AMERICANO
L‘origine antica delle istituzioni universitarie italiane, potrebbe essere la causa delle so-stanziali differenze con i modelli di campus nati in altre nazioni. La storia dei campus in Italia inizia molto in ritardo. Il primo esem-pio di campus nel vero senso del temine è rappresentato dall’Università della Calabria, costruita sulle colline di Arcavata, vicino Cosenza nel 1972. Gli edifici sono organizza-ti attorno ad un grande asse viario che gli conferisce un aspetto prettamente urbano nonostante la locazione in aperta campa-gna. Venendo a casi più recenti, possiamo prendere ad esempio il nuovo Campus Universitario di Forlì. Questo è collocato ai margini del centro storico della città, e il suo progetto si fa carico di rigenerare, riqualifi-care, integrare il tessuto urbano. Gli edifici dell’ex Ospedale Morgagni vengo così riqua-lificati e connessi con nuovi edifici-percorso.
A sinistra: Vista aerea del campus dell’Illinois Institute of Technology
A fianco: L’ingresso della Crown Hall
A sinistra: La pianta del campus della University of Virginia progettata da Thomas Jefferson
A fianco: Una veduta del cortile centrale
A sinistra: Il campus dell’Università della Calabria A fianco: La sede dell’Università di Bologna a Forlì
evoluzione del modello di campus dei college americani, Esempi italiani e differenze dal modello utilizzato oltreoceano
PERCHÉ
TRASFORMARE
LE SCUOLE IN
UN CAMPUS?
1_
LA VOLONTÀ DI STUDENTI E COMUNE
Nel processo partecipativo “Village People” ideato dal comune,
realizzato con i ragazzi dell’anno accademico 2014/2015, gli
studenti hanno individuato chiaramente le loro necessità,
riassunte nella nuvola sulla destra
2_
I NOTEVOLI RISPARMI DI GESTIONE
Sempre più comuni in Italia si stanno dotando di campus
scolastici riunendo il più possibile le scuole superiori. Questo al
fine di garantire migliori servizi dividendo i costi fra più istituti
3_
MIGLIORARE L’ESPERIENZA FORMATIVA
Il campus migliora l’esperienza dei ragazzi, mettendoli al
centro di una nuova dimensione educativa a loro misura con
l’obiettivo di far si che gli anni trascorsi non siano anonimi
GLI ELEMENTI DEL CAMPUS
• Le strutture didattiche: Rappresentano il vero
fulcro di un campus, nonché l’elemento da cui non si può prescindere. Che si parli o meno di campus o villaggio scolastico, le strutture didattiche rappre-sentano l’ambiente in cui il sapere viene tramesso e per questo costituiscono la maggior parte delle strutture presenti. Oltre ad essere numerose, devo-no essere versatili e devodevo-no comprendere vari tipi di aule, tra cui le aule per le lezioni frontali, aule per funzioni speciali, laboratori multifunzionali, aule per le conferenze.
• Le biblioteche: Storicamente sono sempre state
il centro di riferimento architettonico dei grandi campus, anche se hanno avuto un decorso diverso tra l’Europa e le vecchie colonie oltreoceano. I cam-pus più antichi in Europa, infatti, fondati attorno all’inizio del secondo millennio, videro la nascita delle loro biblioteche solo qualche secolo più tardi. Mentre nel vecchio continente le biblioteche na-scevano come completamento di un preesistente campus, oltreoceano succedeva esattamente il contrario.
• Centri di ricerca: La fioritura dei centri di ricerca
all’interno dei campus si ha nel secondo dopo-guerra. Rappresentano più che altro l’istruzione universitaria.
• Centri per attività extracurricolari:
Rappresenta-no elementi estremamente importanti nella vita quotidiana di un campus sebbene non siano fun-zioni puramente istituzionali. La loro espressione principale è rappresentata dagli auditorium e dai teatri che sostanzialmente esplicano due funzioni principali, quali provvedere alla necessità di avere uno spazio ampio per assemblee e avere uno spa-zio adatto all’arte alla musica e al teatro.
• Attività amministrative: Includono tutte le
funzio-ni di direzione scolastica e di gestione di professori e studenti, relativamente a tasse, iscrizioni, stage e tirocini ecc. Nelle progettazioni sono sempre state relegate negli edifici in cui venivano considerate convenienti.
• Residenze: Anche in questo caso, grandi
differen-ze vi furono tra Europa e Stati Uniti. Nel vecchio continente gli educatori non avevano alcun inte-resse per gli studenti al di fuori della loro parteci-pazione a lezione. Nelle colonie invece si adottò il modello Oxford secondo il quale gli studenti dovevano condividere una vita “accademica”. Così nacquero dei veri e propri dormitori in cui dormiva-no e mangiavadormiva-no gli studenti.
• Centri per attività sportive: Le attività sono le
più disparate, dagli sport “al chiuso” quali tennis, basket, pallavolo, pallamano, calcetto, ecc. a quelli più dispendiosi a livello di attrezzature quali nuo-to, pallanuonuo-to, o quelli da praticare in uno stadio all’’aperto.
• Circolazione interna e parcheggi:
Rappresen-tano gli elementi più difficoltosi da regolare all’in-terno del campus. Le nuove tendenze vanno nella direzione di campus liberi il più possibile dalle auto, cercando soluzioni alternative al traffico veicolare.
• Attività supplementari: Sono tutte quelle funzioni
che integrano la vita all’interno dei campus e che la rendono gradevole. Comprendono le funzioni di ristorazione con mense ristoranti e caffetterie, quelle di vendita al dettaglio, ecc
Fonte: Schoolbook 2 Presidenza del consiglio dei ministri
Fonte: Schoolbook 2 Presidenza del consiglio dei ministri
Fonte: Schoolbook 2 Presidenza del consiglio dei ministri
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Fonte: Il Sole 24 Ore Fonte: Miur, Anagrafe