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PROPOSTA DI TRADUZIONE Le avventure di una bottiglia di plastica

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Academic year: 2021

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PROPOSTA DI TRADUZIONE

Le avventure di una bottiglia di plastica

Una storia sul riciclaggio

1° GENNAIO

Caro Diario,

Hai mai la sensazione di essere DESTINATO a qualcosa?

Proprio ora sono una macchia densa e oleosa di petrolio greggio nascosta nelle profondità dell’oceano. Sono qui da migliaia di anni. Ma un giorno, forse, mi faranno diventare un carburante come la benzina per le macchine o per gli aerei oppure mi potranno anche trasformare in catrame o asfalto e sarò utile a costruire strade.

2 GENNAIO

Ciao Diario,

Indovina che rumore era? Era un trapano enorme! Mi ha risucchiata in un grande tubo lungo e poi nella pancia di una nave gigantesca che chiamano petroliera perché il suo interno è realizzato proprio per portare liquidi come il petrolio, e sembra un grosso acquario che galleggia e che oscilla.

La nave ha viaggiato per più di una settimana e, quando si è fermata, sono stata pompata all’interno di una raffineria di petrolio. Ora mi metteranno dentro alcune

Sento qualcosa che sbatacchia e sferraglia qui sopra. È meglio che vada a dare un’occhiata.

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macchine che mi puliranno e che mi faranno cambiare forma, così le persone mi potranno usare per fare tantissime cose come la benzina, la cera, il petrolio e la plastica.

Mi chiedo cosa mi accadrà dopo, diario? COSA DIVENTERÒ?

13 GENNAIO

Caro Diario,

La raffineria di petrolio è stata stupefacente! Frullava! Rombava! Gorgogliava! Ho subito tanti cambiamenti. Ho avuto così caldo che per poco non scomparivo quando mi sono trasformata in un gas leggero e nebuloso! E, proprio quando si è fatto più fresco e mi sono sentita di nuovo solida, è tornato il caldo e tutto è ricominciato da capo. I cambiamenti che ho subito si chiamano polimerizzazione. Prima di saperlo ero diventata un cumulo di particelle di plastica! Te lo immagini? Plastica! Alcune delle altre macchie di petrolio greggio con cui ho viaggiato sono state trasformate in un materiale pastoso, altre in un liquido denso e chiaro e altre ancora sono diventate polvere. Ma abbiamo una cosa in comune: siamo tutte pronte per essere modellate in una nuova forma.

P.s. Ehi, diario! Lo sapevi che “plastica” deriva dalla parola greca plastikos? Vuol dire facile da modellare o plasmare.

Ah, molto

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3 29 GENNAIO

Ciao Diario,

Indovina un po’! Mi hanno mandata in un impianto di fabbricazione e mi hanno riscaldata fino a che tutte le mie particelle non sono diventate belle mollicce. Ancora calda, una macchina mi ha schiacciata fino a farmi diventare di una forma simile a una bottiglia. Quando mi sono raffreddata ero una bellissima bottiglia di plastica trasparente. Mi sono sentita così leggera e resistente mentre capitombolavo in un bidone insieme a moltissime altre bottiglie. In un giorno si possono realizzare fino a dieci milioni di bottiglie di plastica. Tantissime bottiglie che vanno ad esplorare il mondo e che non tornano mai indietro!

30 GENNAIO

Ehilà Diario!

Oggi è stato molto divertente! Essere una bottiglia è magnifico! Mi hanno agganciata a una LINEA DI IMBOTTIGLIAMENTO. Wiiiiiiii! Sono planata sul nastro e ho iniziato a girare e girare, e ad andare su e giù. Lungo il percorso mi hanno lavata e sterilizzata. Poi mi hanno riempita con dell’acqua fresca! Mi hanno anche attaccato un’etichetta stupenda! Ora, tutte noi bottiglie, ci stanno mettendo in delle scatole. Non vedo l’ora di vedere il resto del mondo! Mi aspettano tante altre avventure…

FATE LARGO!

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4 13 FEBBRAIO

Ehi Diario,

Oggi sono arrivata in un negozio di alimentari. Mi hanno posizionata all’interno di un frigorifero, proprio in prima fila, da dove potevo vedere benissimo tutto quello che avevo attorno. Il negozio era pieno di contenitori di plastica di tutte le forme e misure. Mi chiedo dove andremo una volta lasciato il negozio… Forse lo scoprirò presto!

14 FEBBRAIO

Indovina un po’, Diario! Un ragazzino mi ha comprata al negozio di alimentari e mi ha portata sulla panchina di un parco dove ha bevuto l’acqua fresca tutta d’un fiato. Il sole mi batteva sul fianco. Gli uccellini cinguettavano sull’albero che mi faceva ombra. Tutto intorno c’erano fiori deliziosi. Era così bello che avrei voluto non finisse mai! Ma poi è accaduto qualcosa di ancora più stupefacente! Il ragazzino mi ha sciacquata e mi ha riempito con altra acqua, al mio interno ha messo un fiore e mi ha donato alla madre. Ero diventata un regalo di San Valentino! Sua mamma mi ha messo proprio al centro della tavola. Non c’è niente di meglio che essere una bottiglia di plastica!

Come sono BELLA!

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5 21 FEBBRAIO

Caro Diario,

Questa settimana è stata magnifica, peccato sia finita! Ho potuto vedere un sacco di cose interessanti come il negozio di alimentari e il parco e sono stata un meraviglioso vaso! Il fiore è appassito e lo hanno messo nel terriccio in modo da farlo diventare concime. Ora sono in un bidone per la raccolta differenziata ma ho molta compagnia: una bottiglia di aranciata, un barattolo di burro d'arachidi e una vaschetta di gelato.

23 FEBBRAIO

Caro Diario,

Dopo che il camion dei rifiuti mi ha presa a bordo, sono stata portata in un centro di riciclaggio dove hanno smistato tutti i diversi tipi di bottiglie e contenitori. Sono atterrata su una montagna di bottiglie di plastica: ora so dove sono finiti alcuni dei contenitori che erano sugli scaffali del negozio! Lo sapevi che siamo tutti tipi di plastica diversi? Puoi sapere di che tipo siamo guardando il numero sul simbolo di riciclaggio sul fondo del contenitore.

Questo pomeriggio tutte noi bottiglie di plastica siamo state schiacciate. Poi ci hanno ammucchiato in grandi blocchi chiamati balle.

Quale sarà la mia prossima meta? Cosa c’è di meglio della vita di una bottiglia di plastica?

Ed ecco che parto di nuovo!

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6 16 MARZO

Che giornata piena Diario! Sono arrivata al centro di recupero plastica dove mi trasformeranno in qualcosa di nuovissimo!

Mi hanno messa su un nastro dove sono stata sminuzzata, lavata, sciacquata e asciugata. Non sono più una bottiglia.

Ha iniziato a fare caldo e quasi subito sono diventata tutta soffice e molliccia. Poi sono passata attraverso un estrusore che mi ha schiacciata fino a trasformarmi in fili lunghi e sottili tipo spaghetti. Dopo mi hanno tagliata in piccoli pezzettini. Mi è piaciuto essere una bottiglia, ma penso di essere pronta per nuove avventure!

10 LUGLIO

Ehi Diario!

Non avrei mai pensato di poter essere più felice di quando ero una bottiglia di plastica, ma ora lo sono! Indovina un po’ cosa sono diventata?

Hai indovinato Diario? Sono una felpa di pile! Avresti mai immaginato che un materiale così soffice e caldo come il pile venisse dalle bottiglie di plastica riciclate? Da petrolio greggio sono diventata particelle di plastica, poi una bottiglia di plastica, poi un vaso e infine una felpa di pile riciclata. Vengo indossata da un astronauta diretto nello spazio.

Wow Diario, questo

viaggio è stato la fine del mondo!

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NUOVE PAROLE DAL DIARIO DELLA BOTTIGLIA DI PLASTICA

Balla: grande fascio di prodotti dello stesso tipo generalmente legati insieme. Centro di riciclaggio: fabbrica che usa articoli come bottiglie di plastica, giornali e lattine di alluminio e li trasforma in prodotti nuovi utilizzabili.

Concime: sostanza naturale o chimica usata per rendere il terreno più produttivo. Estrusore: macchina che lavora la plastica per ottenere lunghi filamenti.

Impianto di fabbricazione: fabbrica che usa pezzi e scorte, come particelle di plastica, e li trasforma in altri elementi che possono essere venduti o utilizzati, come le bottiglie di plastica.

Plastica: materiale derivato dal petrolio, modellabile, usato per fare borse, bottiglie e giocattoli.

Pile: tipo di tessuto derivato da oggetti di plastica riciclata come bottiglie d’acqua. Petroliera: grossa nave con un grande deposito in cui sostanze come il petrolio possono essere immagazzinate e trasportate.

Petrolio greggio: miscela di colore nero presente nel sottosuolo, dalla quale si ricavano combustibili e plastica.

Polimerizzazione: cambiamenti che il petrolio greggio deve subire quando viene trasformato in plastica.

Raffineria di petrolio: luogo in cui il petrolio greggio viene pulito e trattato per farne altre sostanze come benzina, cera e plastica.

Sterilizzare: rendere qualcosa pulitissimo. Trapano: macchina usata per fare fori.

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Il grande libro dell’ambiente per bambini

INTRODUZIONE

Quando sentiamo la parola ambiente, pensiamo a qualcosa che abbia a che fare con chi si prende cura della terra, ma in realtà è un termine di per sé scientifico e significa “tutto ciò che di vivente e non vivente esiste sul nostro Pianeta”. Gli esseri viventi sono animali, piante, batteri, alghe, funghi; gli esseri non viventi sono rocce, montagne, ruscelli, laghi, pioggia, neve ma anche nuvole, ossigeno e anidride carbonica.

Il sistema “terra” viene mantenuto in equilibrio da diversi cicli. Tutto è collegato e ogni elemento ha effetto su tutti gli altri in un modo tale che noi neanche immaginiamo. Il ciclo dell’acqua fa sì che le goccioline di umidità cadano come pioggia o neve per poi evaporare verso le nuvole e cadere ancora. Il ciclo dell’ossigeno dipende dalle piante che riforniscono la terra di quell’ossigeno consumato dagli animali e assorbono l’anidride carbonica da loro rilasciata. C’è anche un ciclo dell’energia in cui le piante utilizzano il sole per generare energia e produrre cibo per gli animali, i quali poi, quando muoiono, liberano azoto nell’ambiente che serve per nutrire altrettante piantine in via di sviluppo. Grazie a questi cicli, l’ambiente si mantiene in equilibrio.

Nonostante i vari mezzi per tenerlo in equilibrio, l’ambiente è in costante mutamento: i ghiacciai avanzano e si ritraggono, le temperature cambiano, alcuni animali si estinguono e altri si evolvono, i continenti si spostano lentamente nel corso di milioni di anni, i vulcani eruttano ed emettono anidride carbonica nell’aria, gli uragani distruggono le foreste e rimodellano le coste.

Nonostante il nostro pianeta sembri un posto grande e potente, anche noi lo stiamo trasformando sempre più. Siamo oltre si miliardi sulla terra e le nostre azioni si ripercuotono sull’ambiente: costruiamo dighe, radiamo al suolo foreste, prosciughiamo laghi e creiamo deserti. La cosa bizzarra è che quello che facciamo probabilmente un giorno ci si ritorcerà contro!

Questo libro ti darà informazioni sull’ambiente, sui vari habitat in cui si differenzia e su come il tuo comportamento incide su di lui. Imparerai come le

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persone stanno cercando di proteggerlo e come proprio tu puoi fare la differenza. Se vuoi sapere come salvaguardare l’ambiente e impegnarti ad essere più “green”, quello si chiama ambientalismo. Essere un’ambientalista è figo e il nostro ambiente ha bisogno di te!

CAPITOLO 1: COME FUNZIONA IL NOSTRO PIANETA

Cos’è l’ambiente?

La risposta, forse, ti stupirà. L’ambiente è tutto ciò che di vivente e non vivente esiste sul nostro pianeta. Il tuo ambiente interno include la famiglia, gli animali domestici e le tue piantine, ma anche i mobili, il pavimento, le finestre e persino la temperatura dell’aria che ti circonda. Se esci fuori, gli alberi, l’erba, gli insetti, gli uccelli, le nuvole, il vento e il terreno diventeranno il tuo habitat. L’ambiente può essere grande o piccolo. Se tu fossi uno scarafaggio, il tuo ambiente sarebbe solo un ceppo di legno marcio o un orto. Se fossi invece una trota di lago sarebbe la sabbia, sarebbero le rocce, le ninfee, le papere, i gerridi e tutta l’acqua in cui saresti immerso. Questa è solo una motivazione del perché è così importante che i laghi e i ruscelli siano puliti e senza rifiuti. Qualsiasi cosa l’uomo aggiunge in un ambiente acquatico danneggia tutto ciò che si trova al suo interno. Ed è l’unico ambiente che ha!

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10 PROVACI TU!

Un ambiente per lombrichi – La tazza di terra

Crea il modello di un ambiente per lombrichi, e anche un delizioso dolce per una festa!

1. Versa mezzo litro di latte freddo in una terrina.

2. Aggiungi una confezione di budino istantaneo o farcia per crostate al gusto di cioccolato.

3. Lavora l’impasto con la frusta fino a che non è ben amalgamato. 4. Aggiungi un tubetto di panna montata da poco più di due etti. 5. Unisci 50 g di biscotti Oreo triturati.

6. Dividi il composto equamente in dieci tazze di plastica. 7. Spargi sul composto di ogni tazza altri biscotti triturati. 8. Fai raffreddare i dolcetti in frigo.

9. Al momento di servirli metti una caramella gommosa a forma di lombrico in ogni tazza.

Descrivi il tuo ambiente

Sedetevi in cerchio e, a turno, dite il nome di un animale o di una pianta. La persona alla vostra destra dovrà nominare da cinque a dieci elementi che caratterizzano l’ambiente suggerito dall’animale o pianta. Ad esempio, se uno dice “cactus”, potrete rispondere “sabbia, calore, lucertola, tartaruga, rocce, serpente a sonagli, vento, scorpione, avvoltoio, beep beep”.

La nostra piccola palla blu – La nascita dell’ambientalismo

Quando gli astronauti portarono dallo spazio la prima fotografia a colori della Terra, l’umanità rimase sorpresa. Era infatti la prima volta che la gente poté vedere il pianeta in tutta la sua armonia e fragilità. Tale immagine spinse le persone a voler preservare la terra e le sue meraviglie come mai prima di allora. Da quel momento, si scatenò una progressiva lotta per salvaguardare la bellezza naturale del nostro pianeta e le sue risorse, fin tanto che c’è ancora abbastanza cibo, energia e terra da permettere l’esistenza a noi che siamo più di 6 miliardi.

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11 Lascia delle impronte “green”

Essere consapevole di come le tue azioni influiscono sul pianeta è il primo passo verso la sua tutela e verso uno stile di vita “green”. La quantità di terra e acqua che ci serve per sopravvivere è denominata la nostra “impronta ecologica” e la grandezza dell’impronta che uno lascia dipende da quante risorse della terra consuma. Ci sono tantissimi modi per conservare le risorse e mantenere il nostro pianeta pulito e in salute per le generazioni future. Tutto ciò si chiama “pensare green”. Per essere un ambientalista e “vivere green”, devi però prima capire come funziona l’ambiente. Continuando a leggere imparerai un sacco di cose sull’atmosfera, gli habitat e le risorse del nostro pianeta e capirai che ruolo abbiamo noi in tutto questo. Alla fine del libro saprai come fare la tua parte per mantenere la Terra verde e sana.

Cosa trattiene l’aria? Il ruolo dell’atmosfera

Siamo circondati d’aria, uno strato di gas tenuto sulla terra dalla gravità. La forza di gravità terrestre trattiene l’aria in un involucro attorno al pianeta spesso circa 11 km. Questo involucro è chiamato atmosfera ed è importantissimo per difenderci da quello che c’è nello spazio. La luna, ad esempio, è ricoperta da crateri provocati dalla caduta di meteoriti perché non ha l’atmosfera a proteggerla. La maggior parte dei meteoriti che avrebbero potuto colpire la terra, infatti, si inceneriscono nell’atmosfera prima di raggiungerci e ciò che vediamo è solo la scia di luce che le meteore lasciano quando si distruggono, le così dette stelle cadenti.

L’atmosfera ci protegge anche dai violenti raggi ultravioletti del sole: assorbe la maggior parte di questi raggi e ne lascia passare abbastanza per scaldarci e nutrirci. In questo modo, fa sì che non sentiamo troppo caldo quando la nostra parte del pianeta è rivolta verso il sole in una giornata d’estate o che non sentiamo troppo freddo in una notte d’inverno. Ѐ come se l’atmosfera sapesse ciò di cui abbiamo bisogno, ma, in realtà, la vita sulla Terra si è evoluta in tal maniera poiché questo involucro ha fornito le condizioni esatte che ci servono per vivere.

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12 L’atmosfera come una torta a strati

L’atmosfera terrestre si divide in cinque strati. Gli strati più vicini alla terra sono i più spessi e a mano a mano che ci si allontana diventano più sottili fino a svanire nello spazio. Un razzo, nel lasciare l’atmosfera, deve passare attraverso ogni strato per arrivare nell’universo. Quando viene lanciato dalla Terra, inizia il suo viaggio nel primo strato, la troposfera. Ѐ in questo livello che si verificano tutti i fenomeni atmosferici: si formano le nuvole, i fulmini, i venti forti, gli uragani, i tornado, la neve, la grandine e la pioggia congelantesi. Un luogo a dir poco movimentato.

Poi, il missile passa attraverso la stratosfera in cui l’aria è più calma. Lì è dove viaggiano gli aerei perché l’atmosfera, a questa altezza, li fa sobbalzare di meno. Ѐ anche il livello in cui le radiazioni ultraviolette del sole reagiscono con l’ossigeno per formare lo strato di ozono che ci protegge dai raggi solari, dannosi se ci colpiscono in grande quantità. Successivamente, il missile vola attraverso la mesosfera, il livello atmosferico che blocca la maggior parte dei meteoriti diretti verso il nostro pianeta. Continuando, il razzo raggiunge la termosfera. Ѐ lì dove la navicella spaziale compie la sua orbita intorno alla terra. Alla fine, passa attraverso l’esosfera, lo strato più esterno dell’atmosfera e il luogo in cui i satelliti compiono la loro orbita. Da lì, il missile lascia definitivamente l’atmosfera terrestre e inizia il suo viaggio nello spazio.

PAROLE DA SAPERE:

Gas che riducono lo strato di ozono: I gas che riducono lo strato di ozono sono clorofluorocarburi contenuti in refrigeranti, aerosol, solventi, fumiganti di bromometano e halon.

Smog: Lo smog è una sostanza particellare composta da ozono a livello del suolo che si forma dalla combustione di carburante in giorni caldi e assolati. La parola smog viene dalla combinazione dei termini inglesi smoke (fumo) e fog (nebbia).

Lo strato di ozono

L’ozono nell’atmosfera difende la terra dalle potenti radiazioni ultraviolette del sole e questa coperta protettiva è chiamata strato di ozono. Negli ultimi venticinque anni, però, qualcosa l’ha danneggiata. Gli scienziati hanno scoperto che i composti

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chimici chiamati CFC (clorofluorocarburi), presenti negli aerosol e nelle sostanze refrigeranti, distruggono l’ozono più velocemente di quanto ci metta a riformarsi. Per questo, nel 1978, gli Stati Uniti vietarono l’uso di prodotti che rilasciavano CFC nell’atmosfera. Secondo l’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente (EPA), togliere il refrigerante dai vecchi frigoriferi prima di buttarli via impedirebbe che venissero liberate nell’atmosfera circa 2000 tonnellate di CFC ogni anno.

C’è un buco nell’ozono!

Quando, nei primi anni ‘80, venne identificato un vero e proprio “buco dell’ozono” al di sopra del circolo polare antartico, gli scienziati avvertirono la necessità di prendere provvedimenti più seri a livello mondiale per proteggere lo strato di ozono. Nel 1987, 180 nazioni della Terra firmarono un accordo internazionale chiamato Protocollo di Montreal al fine di fermare la produzione e l’uso dei gas che riducono lo strato di ozono. Se i Paesi mantengono le promesse, la superficie si riparerà col tempo. Alcuni scienziati stimano che ci vorranno circa cinquant’anni.

Ozono cattivo

Non tutto l’ozono è buono; quando si forma sulla terra è dannoso per le persone, per i raccolti e per gli alberi. Ciò accade quando le emissioni di automobili, fabbriche e prodotti chimici si mescolano a potenti raggi solari e alte temperature; un pessimo mix che sprigiona smog nocivo in grado di causare seri problemi di respirazione. In alcune città scattano allerte ozono in cui si suggerisce alla gente di stare al chiuso e non fare esercizio quando i livelli di smog sono alti.

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14 COSA SI PUÓ FARE?

Aiuta a salvare lo strato di ozono

Ognuno di noi può dare una mano a fermare la distruzione dell’ozono nell’atmosfera. Ecco alcune piccole dritte. Per maggiori informazioni visitate il sito web dell’Agenzia per la protezione dell’ambiente: www.epa.gov/ozone.

1. Dì ai tuoi genitori di accertarsi che il condizionatore sia in buono stato e che non perda sostanze refrigeranti. Quando comprano un nuovo condizionatore, consiglia loro di sceglierne uno che usa refrigeranti non dannosi per lo strato di ozono. No refrigeranti R-22!

2. Dì ai tuoi genitori di accertarsi, quando fanno revisionare l’aria condizionata dell’auto, che i refrigeranti vengano recuperati e riciclati, e non rilasciati nell’aria. 3. Dì ai tuoi genitori di accertarsi che prima di buttare via vecchi frigoriferi, condizionatori e deumidificatori, abbiano recuperato e riciclato i refrigeranti, così da non disperderli nell’aria. (Possono chiedere all’operatore ecologico locale se il refrigerante verrà recuperato e riciclato prima di buttar via l’apparecchio).

Alla deriva! Come si formarono i continenti terrestri

Milioni di anni fa i nostri continenti non avevano la forma che hanno oggi; a dire la verità, non erano neanche continenti separati! Ad oggi, gli scienziati sostengono che le aree di terraferma erano, un tempo, una gigante massa continentale chiamata Pangaea. Negli ultimi 250 milioni di anni i continenti si sono spezzati e si sono spostati dove sono adesso, processo definito dagli studiosi “Deriva dei continenti”.

Osservandoli tutti su una cartina puoi vedere come, una volta, erano uniti. Provaci! Copia una mappa, ritaglia i continenti e uniscili insieme prendendo a modello una cartina della Pangaea. Riesci a creare il primo supercontinente?

Il terreno si muove sotto i nostri piedi?

I continenti si spostarono perché il terreno non è composto da materiale stabile e immobile, come forse penserai. La crosta terrestre è formata da una serie di placche che a mano a mano che passa il tempo si muovono, anche se molto lentamente (a volte meno di 3 cm all’anno). Ciò prende il nome di tettonica a placche. Ti sembrerà una cosa da nulla ma il movimento di queste zolle forma catene montuose, vulcani

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e causa terremoti. Quando i bordi di due placche si scontrano, possono forgiare una cordigliera. Aspetta però a tirar fuori i libri di escursionismo, questo processo dura milioni di anni. Quando due zolle sottomarine si allontanano, si forma una dorsale oceanica. A volte due placche scivolano l’una sull’altra e allora si forma una faglia, come quella di Sant’Andrea in California.

Tutta colpa delle placche!

Il movimento delle placche in prossimità di una faglia può generare terremoti o attività vulcaniche, come l’eruzione del Monte Sant’Elena nello Stato di Washington nel 1980. Nel mondo ci sono più di 500 vulcani attivi e la maggior parte si trova là dove due placche si incontrano. Le eruzioni vulcaniche sono così pericolose perché liberano gas tossici. Si crede infatti che rilascino 110 milioni di tonnellate all’anno di anidride carbonica nell’atmosfera; e tutto a causa del movimento di alcune placche!

PROVACI TU!

Crea un’eruzione vulcanica con le tue mani

Avrai bisogno di un vecchio barattolo di maionese, del bicarbonato, sapone liquido per i piatti, ketchup (facoltativo), aceto e un mucchietto di sabbia del tuo giardino (facoltativo). L’anidride carbonica rilasciata quando mescoli il bicarbonato con l’aceto è come un’eruzione di gas vulcanico!

1. Metti il barattolo nell’acquaio, o in una terrina per lasagne che possa contenere “il flusso di lava”. Se vuoi ricreare una vera e propria eruzione vulcanica, puoi anche sotterrare il barattolo in una montagnetta di sabbia a forma di vulcano nel tuo giardino. Magari prima fai una prova nell’acquaio.

2. Metti nel barattolo 20 g di lievito. 3. Aggiungi un po’ di sapone liquido.

4. Versaci 30 ml di aceto (puoi mescolarlo con il ketchup prima di aggiungerlo al composto, così da renderlo rosso come la lava).

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Acqua, acqua ovunque – Il ciclo dell’acqua

Il ciclo dell’acqua fa sì che le nostre preziose riserve rimangano sulla terra. Non ha né inizio né fine; si è compiuto per miliardi di anni, si compie e si compirà. In realtà, la quantità d’acqua sulla terra è sempre stata più o meno la stessa ma la forma e la localizzazione cambia nel corso del tempo. Analizzeremo il ciclo dell’acqua partendo da una tappa, che però non è quella iniziale, fa solo parte dell’inarrestabile ciclo.

I diversi aspetti dell’acqua

L’acqua esiste in tre forme: liquida, solida (ghiaccio) e gas e ognuna di queste è presente nella vita quotidiana. Se bevi un bicchiere d’acqua con ghiaccio in una giornata calda puoi notarle tutte e tre. L’acqua nel bicchiere rappresenta lo stato liquido, il ghiaccio quello solido e l’umidità fuori dal bicchiere è il vapore acqueo che si raffredda e si liquefà proprio davanti ai tuoi occhi! Questo processo si chiama condensazione. In ognuna di queste forme l’acqua è sempre acqua e può prendere parte al ciclo idrologico. Si può trovare nei mari, nelle calotte polari, nei fiumi, nei laghi, nelle zone umide, e anche nella neve, nelle falde acquifere e persino nell’aria, sotto forma di vapore acqueo contenuto nelle nuvole. Il sole dà il via al ciclo idrologico facendo evaporare l’acqua e portandola allo stato di vapore che sale. Poi torna ad essere pioggia o neve per poi ricominciare di nuovo.

Come si formano le nuvole

Le nuvole si costituiscono quando il vapore acqueo, riscaldato dal sole, evapora dalla terra. A contatto con l’aria fredda che si trova più in alto nell’atmosfera si condensa e si attacca a piccole particelle aeree come polvere o polline. Quando l’acqua si condensa trasformandosi in nuvole, cambia di nuovo il suo stato da gassoso a liquido. Il processo di condensazione lo puoi vedere ovunque intorno a te sulla terra: basta guardare l’erba ricoperta di rugiada o i tuoi occhialoni da sci tutti appannati. Avviene quando il vapore acqueo, caldo, incontra l’aria fredda e torna così allo stato liquido.

Quando passi attraverso un banco di nebbia, in realtà, stai passando attraverso una nuvola formatasi sulla superficie terrestre. Ciò accade quando l’aria calda e

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umida incontra l’aria fredda e il vapore acqueo si condensa proprio lì davanti a te, diventando nebbia.

Come si forma la pioggia

Le nuvole radunano tutte le minuscole goccioline e le riuniscono insieme fino a renderle grandi abbastanza per cadere sotto forma di pioggia o neve. Questo fenomeno è la precipitazione e varia a seconda dei diversi luoghi del pianeta: nei caldi paesi tropicali piove molto di più che nel deserto e, nei posti freddi, la precipitazione cade sotto forma di neve invece che di pioggia. Quando piove sulla terra, l’acqua impregna il terreno e alimenta le falde acquifere. Ѐ questa l’acqua potabile per le persone di tutto il mondo. La pioggia riempie anche fiumi e torrenti che sfoceranno nell’oceano, il nostro gigante specchio d’acqua.

Dov’è l’acqua sulla terra

Gli oceani contengono il 95 per cento dell’acqua che abbiamo sulla Terra. Oceani, mari, fiumi e laghi costituiscono circa il 90 per cento di quella che evapora nell’atmosfera. Il restante 10 per cento viene dalle piante che perdono l’acqua (traspirazione) e una piccolissima dose dai ghiacciai che evaporano (sublimazione). Con il processo di evaporazione siamo tornati al nostro punto di partenza del ciclo idrologico.

Come si formano i ghiacciai

In alcuni posti, come l’Antartide e la Groenlandia, cade più neve di quella che si scioglie e con il tempo si comprime diventando ghiaccio. L’acqua può restare sotto forma di ghiacciai per un lungo periodo, fino a che il clima terrestre non si riscalda. Allora il ghiaccio si scioglierà e riprenderà parte al ciclo idrologico. Durante l’ultima era glaciale, i ghiacciai ricoprirono gran parte del Nord America, del Nord Europa e dell’Asia e tutt’oggi il 10 per cento della superficie terrestre è congelata. L’acqua dei ghiacciai è dolce, in confronto a quella salata che si trova negli oceani, e rappresenta più del 50 per cento di quella potabile che si trova sulla terra. Poiché il nostro pianeta è turbato dal riscaldamento globale, si può vedere che anche le banchise della Groenlandia e dell’Antartide si stanno sciogliendo.

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18 Il riscaldamento globale

Riscaldamento globale è un termine utilizzato per descrivere un aumento delle temperature terrestri causato, in parte, dalle abbondanti emissioni umane di anidride carbonica nell’aria. Gli scienziati pensano che questo porterà a un mutamento climatico (un pianeta più caldo) che avrà molti effetti negativi sugli esseri viventi, tra cui noi. Alcuni cambiamenti che gli scienziati prevedono includono la variazione delle precipitazioni, l’aumento del livello del mare e altri danni a piante e animali. Troverai maggiori informazioni su questo argomento nel capitolo 4.

PROVACI TU!

Crea una nuvola con le tue mani

Avrai bisogno di una bottiglia di aranciata vuota trasparente dalla capienza di 2 litri (senza etichetta) con tappo, di acqua calda del rubinetto, di un fiammifero e dell’aiuto di un adulto.

1. Riempi la bottiglia con dell’acqua del rubinetto molto calda fino a un’altezza di circa 2,5 cm e mettila orizzontalmente.

2. Comprimi la bottiglia (non così tanto da far uscire l’acqua), mentre un adulto accende il fiammifero, lo lascia bruciare e lo spegne vicino all’apertura della bottiglia.

3. Lascia la bottiglia e vedrai che ci sarà del fumo al suo interno. Il fumo fa sì che il vapore acqueo trovi qualcosa attorno a cui condensarsi.

4. Avvita il tappo e inclina lentamente la bottiglia cosicché l’acqua bagni tutti i lati. 5. Tieni la bottiglia vicino a una finestra luminosa o a una lampada. La vedi la nuvola di fumo? Ora spremi la bottiglia. Questo aumenta la pressione dell’aria e la nuvola sparisce.

6. Lascia la presa e guarda apparire di nuovo la nuvola. Rilasciando la presa sulla bottiglia hai abbassato la pressione dell’aria che simula la bassa pressione nell’atmosfera, dove si formano le nuvole.

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19 PAROLE DA SAPERE:

Falde acquifere: Le falde acquifere sono siti sotterranei in cui l’acqua scorre attraverso sabbia, ghiaia, o anche argilla. Si trivellano pozzi nella speranza di colpire una falda acquifera per ottenere un flusso d’acqua.

Precipitazione: La precipitazione è quando l’acqua cade dal cielo sotto forma di pioggia, neve, grandine, nevischio o pioggia congelantesi.

Acque sotterranee: Le acque sotterranee sono quelle acque che scorrono sotto terra impregnando il suolo e defluendo nelle fonti e nelle falde acquifere.

Ghiacciaio: Un ghiacciaio è un’enorme massa di ghiaccio formata da neve compattata, che si muove molto lentamente. Si può trovare nelle zone montuose o vicino ai poli terrestri.

ESPERIMENTO AMBIENTALE

Le piante e il ciclo dell’acqua

Avrai bisogno di un sacchetto di plastica, un laccio e un albero o cespuglio del tuo giardino.

1. Prendi il sacchetto di plastica e copri un piccolo rametto, foglie incluse. 2. Legalo bene con il laccio.

3. Guardalo il giorno dopo. Dovrebbe esserci dell’acqua nella busta con il ramoscello. Ѐ l’acqua che la pianta ha perso durante la traspirazione e che normalmente sarebbe evaporata prendendo parte al ciclo idrologico.

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20 PROVACI TU!

Crea un ciclo dell’acqua con le tue mani

Se almeno una volta hai visto un terrario, avrai notato un minuscolo ciclo idrologico in azione. Puoi facilmente ottenere questo effetto con le tue mani. 1. Prendi un vasetto vuoto con il coperchio. Metti dei sassolini sul fondo e coprili con circa 3 cm di terriccio.

2. Vai nel bosco e sradica un mazzetto di piante. Possono essere piante qualsiasi, dell’erba va benissimo. Puoi includere il muschio o meno, basta che alla fine tu abbia un mucchietto di piantine verdi.

3. Annaffia le piante fino a che l’acqua non vada a coprire i sassolini sul fondo. 4. Ora avvita il coperchio e mettilo al sole.

5. Guarda il tuo terrario. In uno o due giorni l’acqua avrà creato la condensa sui bordi del vasetto. Da questo momento in poi non ci sarà più bisogno di annaffiare il terrario: può contare sul suo ciclo idrologico!

Fai un respiro profondo – Il ciclo dell’ossigeno

Gli esseri viventi per sopravvivere hanno bisogno di ossigeno. Inspiriamo ossigeno ed espiriamo anidride carbonica, processo chiamato respirazione. Le piante assorbono l’anidride carbonica, la trasformano in carboidrati e rilasciano ossigeno che noi consumiamo, e il ciclo continua. L’ossigeno viene usato da animali, vegetali e persino dai batteri; si consuma anche nel processo di decomposizione degli esseri viventi; di tale elemento ne fa uso il fuoco quando brucia e il metallo quando si arrugginisce (ossidazione). L’ossigeno è fondamentale per tantissimi processi in tutto il mondo! Con tutti questi esseri viventi che respirano sulla Terra, penserai che prima o poi questo gas finisca ma, fortunatamente, il ciclo dell’ossigeno ne produce continuamente di nuovo.

Come le piante ci aiutano a respirare

Il ciclo dell’ossigeno non si ferma mai, ma da dove proviene questo elemento? Per la maggior parte è prodotto dalla fotosintesi. Sia le piante terrestri che il fitoplancton (minuscole piantine microscopiche che galleggiano sulla superficie dell’oceano) usano la fotosintesi per produrre energia; e producono anche l’ossigeno! La

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fotosintesi è un processo in cui l’organismo utilizza la luce del sole, l’anidride carbonica e l’acqua per ottenere ossigeno e zucchero. Grazie al cielo esistono le piante verdi e gli altri esseri fotosintetizzanti!

Qualcuno ha fame? Il ciclo dell’energia

Ogni essere vivente sulla Terra ha bisogno d’energia per vivere ma non tutti gli organismi la ottengono allo stesso modo. Solo le piante si possono fabbricare l’energia attraverso la fotosintesi; gli animali devono mangiare vegetali o altri animali per sopravvivere. Quando gli esseri viventi muoiono, i loro corpi si decompongono e rilasciano nutrienti nell’ambiente che possono servire per alimentare nuovi vegetali o anche agenti decompositori (insetti, batteri, funghi e altri microorganismi). Tutti questi animali e queste piante prendono parte al ciclo dell’energia.

Se osservi una semplice catena alimentare puoi notare che racconta la storia di come, sulla Terra, siamo tutti connessi. Le piante, poiché si fabbricano l’energia da sole, sono chiamate produttori e vengono mangiate da erbivori come conigli, topi e cerbiatti. I carnivori, dalle donnole ai leoni delle montagne, si nutrono di altri animali, spesso gli erbivori. Infine, alcuni animali mangiano sia piante che animali ed essi prendono il nome di onnivori. Molti carnivori, come gli orsi, assumono, infatti sia vegetali che carne, avendo quindi una dieta onnivora. Quando le piante o gli animali muoiono, vengono mangiati dai decompositori. Tutti gli esseri viventi formano così una complessa rete di regimi alimentari legati l’uno all’altro, la catena alimentare!

PROVACI TU!

Il gioco predatore-preda

Impara come funzionano le catene alimentari attraverso un gioco di inseguimento. Ritrovati con degli amici e scegliete un essere vivente a testa da impersonare. Potete scegliere una pianta, un erbivoro, un carnivoro o un onnivoro. Gli erbivori rincorreranno le piante, i carnivori inseguiranno gli erbivori e gli onnivori cercheranno di acchiappare sia le piante che gli erbivori. Correte e divertitevi a cacciare!

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CAPITOLO 2: GLI HABITAT DEL MONDO

Le foreste pluviali

Ci sono foreste pluviali in tutto il mondo. Nonostante ciò, è possibile che una foresta pluviale del Sud America non abbia gli stessi tipi di piante e animali di una che si trova in Africa; quello che senz’altro hanno in comune è: calore, umidità, pioggia e alberi altissimi. Nelle foreste pluviali cadono, all’anno, almeno 200 cm di pioggia e la temperatura media è di 26⁰ C. Gli alberi sono così alti perché fanno a gara per ottenere quella luce solare di cui hanno bisogno in una foresta dalla vegetazione fitta. Tutto questo calore, questa condensa e questa umidità fanno sì che tale ambiente sia fertilissimo; gli scienziati credono infatti che le foreste pluviali possano contenere più della metà delle specie di piante e animali del pianeta. Ciò si chiama biodiversità e la foresta pluviale è famosa per questo ospitando così tante specie diverse, alcune ancora da scoprire!

Le foreste pluviali ti aiutano a respirare!

Le foreste pluviali sono preziosissime per il nostro pianeta perché la loro fitta vegetazione assorbe più luce del sole di ogni altro habitat al mondo. Lì si svolgono moltissimi processi fotosintetici, fasi importanti nel ciclo dell’ossigeno. Pensa a tutti quegli alberi che immagazzinano anidride carbonica e rilasciano quell’ossigeno di cui tanto abbiamo bisogno. Le foreste pluviali sono come giganteschi filtri verdi per la nostra atmosfera.

Le foreste pluviali sono sempre meno

Le foreste pluviali sono così preziose anche per le loro svariate specie animali, vegetali e gli enormi alberi. Eppure, quelle di tutto il mondo vengono distrutte per ottenere legname. Quando non ci sono più alberi, anche animali, insetti e piante spariscono. L’ambiente cambia totalmente. L’umidità che si poggiava sugli alberi evapora via. L’erosione spazza via il sottile strato di terra superficiale. Porzioni della foresta vengono spesso disboscate e bruciate per trasformarle in terreno coltivabile, anche se il suolo è sottile e poco adatto alla coltura. Si stima che più di 14 milioni di ettari all’anno vengano distrutti. Dal momento che le foreste pluviali

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sono così importanti per la riduzione dell’anidride carbonica e la creazione dell’ossigeno che prende parte al suo ciclo, nessuno sa con sicurezza cosa accadrà una volta scomparse tutte.

Molti animali in via d’estinzione vivono nelle foreste pluviali. Alcuni di essi sono: • Aye-aye • Scimpanzé • Gibbone • Gorilla • Giaguaro • Lemure • Gattopardo • Orangotango • Tapiro delle Ande • Tigre

Ecoturismo

Molti paesi come la Costa Rica hanno scoperto un modo per salvare le foreste pluviali e fare soldi! Il meraviglioso habitat della giungla spinge i turisti in Costa Rica per ammirare paesaggi selvaggi. Questo fenomeno si chiama ecoturismo ed è un ottimo mezzo per aiutare i paesi a proteggere alcune delle loro foreste che stanno scomparendo. La Costa Rica, in questa maniera, ha preservato il 12 per cento della sua terra sotto forma di selvaggia foresta pluviale. Forse, non ti sembrerà molto, ma quest’area verrà protetta, il che è un’ottima cosa!

LO SAPEVI?

Le tue piante arrivano dalla foresta pluviale!

Molte delle piantine da interno che si trovano nelle case provengono, originariamente, dalla foresta pluviale come il filodendro, l’orchidea e le bromeliacee. Le piante delle foreste tropicali sono adatte a sopravvivere alla fioca luce del sole sotto la spessa copertura degli alberi: una caratteristica perfetta per una pianta che dovrà vivere nel tuo salotto e essere esposta a poca luce.

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24 PAROLE DA SAPERE:

Ecoturismo: ecoturismo è quando le persone vanno a visitare un posto per ammirare animali e piante esotiche e habitat naturali. Molti paesi usano i soldi ottenuti dall’ecoturismo per aiutare l’economia proteggendo, allo stesso tempo, le risorse naturali.

ESPERIMENTO AMBIENTALE

Crea un acquazzone con le tue mani

Le foreste pluviali sono calde e umide. L’aria umida sale e si scontra con l’aria fredda che sta più in alto, causando la pioggia. Puoi produrre un acquazzone tropicale con le tue mani. Hai bisogno di due tortiere, cubetti di ghiaccio, un guanto da forno, dell’acqua fredda, una teiera elettrica e l’aiuto di un adulto.

1. Attacca il bollitore pieno d’acqua alla spina. Posiziona una tortiera vuota sul piano di lavoro di fronte al beccuccio della teiera.

2. Metti dell’acqua fredda e dei cubetti di ghiaccio nell’altra tortiera.

3. Quando la teiera bolle, indossa il guanto da forno per proteggerti la mano e mantieni la tortiera piena di acqua ghiacciata sopra il vapore che sale dal beccuccio della teiera.

4. Il vapore acqueo inizierà ad accumularsi sul fondo della tortiera piena d’acqua fredda. Si raffredderà e si condenserà. Ben presto cominceranno a cadere giù nella tortiera vuota delle goccioline di pioggia.

5. Hai appena creato un acquazzone!

I deserti

La parola deserto ci fa pensare spesso a chilometri e chilometri di dune di sabbia rovente, ma in realtà i deserti variano nel paesaggio e nella temperatura. Il deserto del Sahara, il più grande deserto caldo del mondo, è un anello di dune di sabbia bollente che si estende per tutta l’Africa. Può arrivare a toccare oltre i 51⁰ C durante il giorno, con forte vento. Di notte, non essendoci la flora che trattiene il calore, le temperature possono scendere anche al di sotto dello zero. Non tutto il Sahara si compone di dune di sabbia; il paesaggio passa da pianeggiante e ghiaiato a

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montuoso ed è punteggiato qua e là da preziose oasi che possiedono quella poca acqua e la maggior parte della vegetazione esistente nel deserto. Le oasi hanno permesso a persone e animali di creare piccoli insediamenti.

Per sopravvivere nel deserto, piante e animali devono adattarsi: molti animali sono notturni e si attivano solo durante la notte quando l’aria è più fredda; alcuni vanno in una specie di letargo e dormono nei periodi di siccità o di caldo eccessivo, la così detta estivazione; altri, come la volpe del deserto, sviluppano orecchie grandi per rinfrescarsi il corpo (in questo modo il sangue che circola nelle orecchie è vicinissimo alla superficie e si raffredda grazie alle temperature gelide della notte); altri animali ancora possono sopravvivere senza bere, ma prendendo l’acqua di cui hanno bisogno dalle piante secche che mangiano.

Molti animali in via di estinzione vivono nel deserto. Alcuni di essi sono: • Orice d’Arabia

• Cammello

• Bandicoot del deserto • Varano del deserto • Tartaruga del deserto • Topo canguro

• Chuckwalla dell’isola di San Esteban • Antilocapra americana

Deserti: non ci sono vie di mezzo

Il caldo Deserto Centrale Australiano è composto da pianure di sabbia rossa, da montagne e da ripide scogliere ed è punteggiato da laghi prosciugati che risplendono al sole creando l’illusione che ci sia dell’acqua, ma in realtà si tratta di miraggi provocati dall’alta temperatura. Con sorpresa, molti animali come il canguro si sono adattati al paesaggio arido e sopravvivono grazie alla poca acqua che ricevono dalle piante che mangiano.

Il Deserto di Sonora è composto da vaste pianure di sabbia e montagne desolate. Copre parte della California, dell’Arizona e il Messico nord-occidentale. Poiché è attraversato da alcuni rami del fiume Colorado, molti alberi, cactus e arbusti trovano abbastanza acqua per poter crescere: in Arizona si possono vedere in tutto il deserto

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i cactus di barilotto e il gigantesco Saguaro. Meravigliosi cactus in fiore e piante di yucca rendono il deserto più simile a un giardino rispetto all’infinita distesa di sabbia che siamo soliti immaginare. Quando, finalmente, piove nel deserto, le piante fioriscono e si riproducono velocemente approfittando della riserva d’acqua passeggera. Le forti piogge possono causare inondazioni improvvise e, in pochi minuti, un fiume in secca può trasformarsi in un corso d’acqua zampillante. Il deserto non conosce vie di mezzo!

I deserti freddi

Il più grande deserto al mondo non è affatto un deserto caldo, ma è un banco di ghiaccio nell’entroterra antartico. Nonostante il paesaggio sia completamente congelato, ci nevica raramente; più che altro nevica sulle coste. Strano a dirsi, questo deserto ghiacciato custodisce la maggior parte dell’acqua terrestre in una calotta spessa più di 1 km e mezzo. Un altro deserto freddo è la pianura arida e rocciosa tra la Mongolia meridionale e la Cina settentrionale, chiamata deserto del Gobi.

I deserti nel mondo stanno aumentando sempre più. Se piove anche leggermente meno, un prato brullo fa presto a diventare un deserto. Quando vengono sfruttate troppo dal pascolo del bestiame, le piante, le cui radici hanno stabilizzato il suolo e trattenuto l’acqua, spariscono. Il soprassuolo si secca e viene portato via dal vento o dall’acqua. La terra si trasforma in un deserto.

PROVACI TU!

Tieni un cactus in casa

I cactus sono piante semplici da tenere in casa perché non hanno bisogno di molta acqua. Ci sono tanti tipi di cactus fighissimi; sarebbe divertente fare una collezione sul davanzale della finestra. Assicurati solo di acquistare il cactus in un buon negozio di piante che si rifornisce da serre certificate e non da persone che li rubano dal deserto!

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27 LO SAPEVI?

La siccità

Alcuni deserti riescono a stare per lungo tempo senza pioggia. Il Deserto Atacama nel Sud America è quello più arido del mondo. Una volta, ha aspettato quattrocento anni per una pioggia.

PAROLE DA SAPERE

Oasi: Le oasi (singolare oasi) sono luoghi nel deserto in cui l’acqua affiora al livello del suolo. Ѐ qui che le piante riescono crescere e i viaggiatori possono abbeverarsi.

Miraggio: Un miraggio è l’illusione di vedere dell’acqua in lontananza, ma in realtà si tratta della luce che risplende su una pianura deserta surriscaldata.

PROVACI TU!

Crea l’ambiente perfetto

Cerca delle immagini di animali in vecchie riviste e ricalcale (o ritagliale e incollale) nel mezzo di un foglio di carta grande. Ora disegnaci intorno l’ambiente perfetto. Ad esempio, se hai trovato un elefante africano, riproduci l’erbosa savana. Aggiungi baobab e un cielo di un blu brillante. Inserisci anche un branco di zebre e una giraffa. Avrai ricreato l’ambiente di un elefante.

Le praterie

Le praterie si trovano in tutto il mondo tra le foreste e i deserti e il loro clima è più umido di un deserto ma più secco di una foresta pluviale. Sono caratterizzate per la maggior parte da erba anche se ci possono essere degli alberi qua e là. Data, però, la scarsità di quest’ultimi, molti animali delle praterie sono dei veloci corridori perché non possono usare gli alberi per costruire nidi o per sfuggire ai predatori. Nella prateria africana, chiamata Savana, branchi di zebre, gazzelle e struzzi pascolano insieme, condividendo la responsabilità di controllare se arrivano carnivori. Le mandrie di animali selvaggi possono raggiungere oltre un milione di membri: è più sicuro vivere in gruppo! Anche i predatori sono veloci: il ghepardo

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africano, considerato il mammifero più rapido della terra, può raggiungere una velocità di 112 km orari nelle brevi distanze.

La vita nelle praterie australiane

Anche nelle aride praterie australiane coperte di arbusti, gli animali sono rapidissimi, ma scappano saltellando! I canguri viaggiano in gruppi chiamati mob fino a una velocità di 56 km orari. La brulla prateria australiana, spesso conosciuta come outback1, è l’habitat di numerose specie selvatiche oltre al canguro. Qui i

viaggiatori possono trovare dingo, bandicoot, uma scoparia2 e wallaby.

Prateria o terreno agricolo?

Le praterie sono tra le terre più fertili al mondo. Possedendo il terreno perfetto per la coltivazione, molte sono state arate per essere trasformate in aree agricole. Ecco perché hanno chiamato queste zone the breadbasket of the world3. Le praterie, inoltre, sono adatte per il pascolo di grandi gruppi di bestiame e cavalli. Tuttavia, hanno arato così tanta terra che la gente ha iniziato a temere la scomparsa di tali zone. Per questo, oggi, alcune praterie di erba bassa e alta vengono protette in piccole riserve, e in Africa sono stati progettati parchi per impedire la scomparsa di animali e piante selvatiche, piano piano rimpiazzate da bestiame da allevamento. In futuro, dovremo trovare il giusto equilibrio tra conservare delle aree selvagge per la flora e la fauna originale e utilizzarne altre per coltivare il cibo di cui abbiamo bisogno.

Molti degli animali in via di estinzione si trovano nelle praterie. Alcuni di essi sono:

• Elefante africano

• Asino selvatico africano • Cane selvatico africano • Gazzella arabica • Furetto dai piedi neri 1 Area interna e remota del continente.

2 Nome scientifico della fringed lizard, lucertola tipica della prateria australiana.

3 Breadbasket è un termine inglese per indicare, figurativamente, una regione che, data la ricchezza del suolo e il clima vantaggioso, produce grandi quantità di grano.

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29 • Ghepardo

• Antilope nera africana

• Cavallo di Przewalski (Pony della Mongolia) • Antilope tibetana

• Caribù dei boschi Incendi nelle praterie

Gli incendi nella prateria sono importanti per permettere la rinascita del paesaggio. Alcune piante hanno bisogno del fuoco per far germogliare i propri semi, infatti la terra bruciata fa da fertilizzante per la piantina che deve nascere. I grandi animali possono attraversare le fiamme ma quelli piccoli scappano dal fuoco (e dai predatori) cercando riparo in tane sotterranee. Lì sono al sicuro dai violenti incendi che divampano da una parte all’altra della pianura. Il cane della prateria americano vive in grandi colonie e non si allontana mai troppo dal varco della sua tana sicura. Solo gli animali che possono entrare nel suo tunnel, come i serpenti a sonagli e i furetti dai piedi neri riescono ad acchiapparlo nella sua casetta.

Le zone umide

Le zone umide sono tra gli habitat più variegati, dimora di moltissime specie animali e vegetali. Sono importantissime per la fauna selvaggia perché ricche di cibo. Molte specie di uccelli allevano e crescono i loro piccoli in queste regioni e oche, papere, cigni e gavie migrano per tutto l’anno tra le zone umide del nord e del sud. L’abbondanza di acqua fa delle zone umide l’habitat ideale per gli insetti e per gli animali che li mangiano, quali pipistrelli, rondini e anfibi come rane e salamandre. Anche i rettili come le tartarughe, i serpenti e gli alligatori sono comuni in queste aree. Essendoci così tanti animali, spesso, i mammiferi predatori vengono proprio qui a cercare le loro prede.

Sono habitat ricchi di fauna e molti degli animali in via di estinzione vivono proprio nelle zone umide. Alcuni di essi sono:

• Tuffetto del Delacour

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• Salmone dell’Atlantico, salmone reale, salmone argentato, salmone rosso, salmone cheta

• Tartaruga di terra

• Salamandra tigre californiana • Pesce gatto

• Gallinella d’acqua comune hawaiana • Tartaruga di stagno punteggiata • Trota arcobaleno

• Storione

Una varietà di zone umide

Anche se tutte le zone umide hanno in comune l’acqua, al mondo ce ne sono di diversi tipi. Le paludi caratterizzate da piante erbacee4, spesso ai bordi di stagni e laghi, sono zone umide aperte puntellate da canne, falaschi e erba come la tifa. Le paludi con piante arboree, al contrario, presentano una fitta vegetazione caratterizzata da cespugli e alberi e camminare in questa zona può essere difficile e persino pericoloso. Le paludi di mangrovie nascono lungo le coste dove il fiume sfocia nel mare. Lì l’acqua è salmastra, cioè non è salata come quella degli oceani. Le mangrovie sono importanti per proteggere la costiera dalle inondazioni e dall’erosione.

Le torbiere si formano da stagni poco profondi in cui, con il tempo, si sono accumulate così tante piante e foglie da ricoprirli completamente, e altra vegetazione come muschi e felci si radica proprio al di sopra del pelo dell’acqua nella massa di piante marce. Piano piano, in superficie, si forma uno spesso strato chiamato torba da cui l’aria non può passare: è come, infatti, se una scodella fosse ricoperta da un involucro di plastica. Allora, le piante in decomposizione che ci sono sotto liberano acidi. Ne risulta che quello che cade nelle torbiere si decompone molto molto lentamente. Queste sono solo alcune delle numerose varietà di zona umida del pianeta.

4 Il testo inglese differenzia marsh da swamp. Come definiti sul dizionario Merriam-Webster, il primo è una zona umida caratterizzata da monocotiledoni come erba e canne. Il secondo si caratterizza per una fitta vegetazione boschiva. In italiano non vi è una differenza nella

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31 Stai attento alle piante carnivore!

Le zone umide contengono così tanta acqua che i nutrienti del terreno, a volte, vengono lavati via e allora solo piante idonee a stare in un habitat acquatico possono sopravviverci. Qualche specie di pianta si è adattata prendendo nutrienti extra dagli insetti che intrappola e assorbe. Piante cobra, drosere e Veneri acchiappamosche sono le piante insettivore che si trovano nelle zone umide, ognuna delle quali ha sviluppato particolari caratteristiche per intrappolare gli insetti.

Le piante cobra catturano le prede grazie al loro profumo dolce e a una striscia rossa all’interno di ciascuna foglia a forma di anfora che fa da scivolo agli insetti. Essi infatti seguono le strisce dentro gli ascidi in cerca di nettare e quando provano a tornare fuori, si ritrovano dei peli rigidi rivolti verso il basso che bloccano loro l’uscita. Ben presto si stancano e cadono nel liquido acido sul fondo dell’ascidio dove, con il tempo, si sciolgono.

Le drosere presentano una sostanza appiccicosa sulle foglie pelose che gli insetti scambiano per nettare. Quando un insetto vi si posa sopra, ci rimane incollato e, a questo punto, la foglia si arriccia, lo avvolge e lo dissolve.

Le Veneri acchiappamosche utilizzano un metodo geniale per catturare le prede: all’estremità di ciascuno stelo hanno una foglia a forma di conchiglia che rimane aperta mostrando la parte interna di colore rosso che attrae gli insetti. L’animaletto che vi si posa all’interno stimolerà un peletto che fa da sensore e la foglia si chiuderà. A questo punto la preda, intrappolata, verrà dissolta dalla pianta.

LO SAPEVI?

Le mummie della torbiera

Alcune torbiere sono così acide che quando, al loro interno, viene trovato un corpo umano, si conserva, come una mummia, anche per secoli. Il cadavere più antico rinvenuto in una torbiera è stato in Danimarca e sembrava avere 10000 anni!

PAROLE DA SAPERE

Insettivoro: Le piante insettivore sono piante che catturano e digeriscono insetti come nutrimento supplementare.

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Gli oceani

Se osservi un mappamondo puoi vedere tanti oceani diversi, ma, in realtà, sono tutti collegati e costituiscono i tre quarti del pianeta. L’Oceano Pacifico è il più grande, seguito da Atlantico, Indiano, Antartico e Artico. Sono così vasti ed enormi che contengono una varietà di habitat differenti. La superficie dell’oceano, colpita dalla luce del sole, si chiama dominio pelagico ed è il luogo in cui si può trovare la maggior parte della fauna marina. Qui galleggiano milioni e milioni di minuscoli fitoplancton che sopravvivono grazie alla fotosintesi dell’energia solare. Occupano il fondo della catena alimentare dell’oceano e sono nutrimento per molti animali. In questo strato oceanico ci vivono molti pesci, squali, razze, meduse, mammiferi marini e tartarughe di mare.

L’habitat raramente osservato dagli umani è il fondale oceanico, o dominio bentonico. Qui, per sopravvivere, gli animali devono essere in grado di sopportare la totale oscurità e la forte pressione dell’acqua. Alcuni si sono adattati sviluppando strane caratteristiche come quella di brillare al buio!

La barriera corallina

Un altro habitat oceanico è la barriera corallina che, dopo la foresta pluviale, si pensa che abbia il più alto grado di biodiversità. La grande varietà di flora e fauna rende l’ambiente ricco e importante.

Molti degli animali in via di estinzione vivono negli oceani. Alcuni di questi sono:

• Balena blu

• Balena della Groenlandia • Balenottera comune • Balena grigia • Capodoglio

• Foca monaca delle Hawaii • Leone marino di Steller • Megattera

• Tartaruga comune di mare • Tartaruga embricata

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33 • Tartaruga liuto di mare

• Tartaruga marina verde Mini habitat oceanici

Le pozze di marea sono un altro habitat oceanico distinto e si trovano là dove gli oceani incontrano le coste. La maggioranza delle specie si trova nelle zone di bassa marea perché lì vi è acqua, sole e sono spesso sommerse dalle onde. Gli animali in queste aree si devono adattare all’azione delle onde sviluppando dei metodi di ancoraggio così da non venire spazzati via e devono anche essere in grado di muoversi per rimanere in acqua durante i cambiamenti di marea.

PAROLE DA SAPERE:

Dominio pelagico: Il dominio pelagico è lo strato superficiale dell’oceano dove il fitoplancton riesce a catturare la luce del sole per la fotosintesi.

Le regioni polari

L’Antartide è il luogo più freddo della Terra che tocca, a volte, anche i 55⁰ sotto 0 C. Ѐ uno dei sette continenti e include il Polo Sud. La sua costa è ventilata e innevata mentre l’interno è un deserto! Questa zona, anche se è considerata l’area più arida della Terra, non è affatto simile a un deserto di sabbia caldo: è coperta da una lastra di ghiaccio spessa più di un chilometro e mezzo, ma raramente si manifestano precipitazioni nevose. Ѐ un deserto ghiacciato le cui calotte possono trattenere circa il 90 per cento dell’acqua dolce del pianeta! Pinguini, otarie orsine, foche leopardo, foche di Weddel, elefanti marini, albatri, petrelli, balene killer, krill fanno dell’oceano Antartico che circonda il continente ghiacciato la loro dimora.

L’Artide non presenta una massa di terra centrale come l’Antartide ma include gli estremi settentrionali dell’Europa, dell’Asia, del Nord America, della Groenlandia e, ovviamente, il Polo Nord. Quindi, si compone in gran parte di oceano, un oceano ghiacciato di tre metri di spessore! L’unico ambiente terrestre dell’Artide si chiama tundra artica ed è una zona gelida, brulla, coperta da permafrost in cui crescono piante solo nelle ventiquattr’ore di sole della brevissima estate artica. Quest’area paludosa non è facile da attraversare, soprattutto quando le

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aggressive zanzare scendono per nutrirsi degli animali che ci vivono. Mammiferi come il Bue muschiato, il caribù, il lemming, la volpe artica, la lepre, il lupo e l’orso polare sono vittime degli insetti pungenti dell’Artide.

Cosa sono gli iceberg

Gli iceberg sono enormi blocchi di ghiaccio che galleggiano nell’oceano. Si formano nei mesi più caldi quando si staccano da un ghiacciaio o da una banchisa. Molti provengono dalle estremità delle calotte dell’Antartide o della Groenlandia e quindi contengono acqua dolce. Sono, generalmente, molto più grandi di quello che sembra e infatti il detto secondo cui qualcosa è “la punta dell’iceberg” significa che ciò che si vede è solo una piccola parte. Normalmente, solo un ottavo dell’iceberg esce in superficie, tutto il resto si trova sott’acqua, fuori dalla nostra vista. Ciò può essere rischioso per le navi che passano. La cosa strana è che sono gli iceberg più piccoli, i così detti growler, ad essere i più pericolosi perché non vengono rilevati dai radar delle navi e non si riescono a vedere facilmente in superficie.

PAROLE DA SAPERE:

Permafrost: Il permafrost (o permagelo) è lo strato di suolo immediatamente sotto la superficie il quale rimane ghiacciato tutto l’anno e si trova principalmente nelle regioni polari.

PROVACI TU!

Orsetti polari congelati

Riempi una vaschetta per il ghiaccio con del succo di mirtillo blu (di color azzurro chiaro). Aggiungi poi tre orsetti gommosi in ognuno degli stampi cubici e lascia congelare il tutto per diverse ore. Invita alcuni amici e metti un paio di cubetti di ghiaccio nel bicchiere di ciascuno con un cucchiaino. Orsetti polari congelati per tutti!

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35 PROVACI TU!

Pericolo nascosto

Si può facilmente mostrare che gli iceberg hanno un lato nascosto. Prendi una scodella di vetro trasparente e riempila d’acqua. Facci cadere un cubetto di ghiaccio. Guarda la parte che rimane in superficie, davvero poca. Ora immaginati questo cubetto delle dimensioni della tua scuola!

Zone urbane

Sebbene, spesso, si pensa che nelle città non ci siano zone selvagge, in realtà gli spazi verdi nelle aree urbane possono esibire numerose specie di flora e fauna. Anche in una macchia d’erba di un appezzamento di terra abbandonato ci possono essere insetti come farfalle, falene, formiche, api, scarafaggi e blatte.

Non sono rari in ambienti urbani neanche mammiferi selvaggi come topi, ratti, procioni, scoiattoli, tamie, pipistrelli e cervi. Uccelli canterini, piccioni, sparvieri, falchi pellegrini, papere e gabbiani sono altresì comuni in tali luoghi così come anche rettili e anfibi che si possono trovare all’interno e nelle vicinanze di laghetti di parchi cittadini.

La flora e la fauna nelle aree urbane si sono adattate alla vita di città come se fosse un habitat selvaggio: i piccioni che, in passato, nidificavano sulle scogliere e si nutrivano di semi selvatici e vermi, ora si costruiscono il nido su edifici cittadini e mangiano briciole che trovano per strada e i falchi pellegrini, anch’essi abituati a nidificare sulle scogliere, vivono sui grattacieli e si cibano a loro volta di piccioni. Anche i parchi urbani offrono alcune possibilità equivalenti per gli uccelli selvatici di costruirsi il nido ma spesso con meno predatori che vi fanno irruzione. Ai procioni, inoltre, piace moltissimo il foraggio che trovano nelle zone urbane tant’è che spesso sono grossi il doppio dei loro parenti che vivono nelle foreste. Gli animali si abituano ai rumori del traffico e ad avere gente intorno e ciò, a volte, li può mettere nei guai se vengono sorpresi a rovistare nei bidoni della spazzatura o se vagano nel traffico.

A mano a mano che le aree urbane acquisiranno più spazio e le foreste ridurranno il loro territorio, sempre più animali selvaggi si adatteranno alla vita di città.

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36 COSA SI PUÓ FARE?

Piante e giardino urbano

I giardini urbani sono luoghi eccellenti per fornire cibo e alloggio alla flora e alla fauna cittadina. Prova a creare questi giardini in miniatura.

1. Prendi una forchetta e un sacchetto di semi di alisso. I fiori di questa pianta sono bianchi o rosa. Usa la forchetta per ammorbidire la terra tra le righe di un marciapiede (è meglio un marciapiede meno transitato). Spargi i semi nel terreno ammorbidito. Innaffialo. Controllalo in seguito. Le piantine fioriranno tutte le estati.

2. Metti un vaso di terra sul davanzale della tua finestra. Pianta dei semi di fiori che possano piacere a uccelli e farfalle. Scegli le margherite, le zinnie, le monarde e le fuchsia.

3. Appoggia un vaso con una qualsiasi pianta resistente sulla tua scala antincendio o sulla gradinata d’ingresso. Spargila di bacche, pop corn o piccoli semi ricoperti di grasso. Guarda gli uccelli che vi faranno visita!

4. Attrai gli uccelli a un albero davanti la tua finestra con lo stesso metodo. Spargilo di bacche, popcorn e semi ricoperti di grasso.

CAPITOLO 4: L’ARIA E L’ACQUA

Il cambiamento climatico

La nostra atmosfera mantiene stabili le temperature: lascia passare i raggi solari in giusta quantità cosicché la terra non sia eccessivamente calda d’estate e li trattiene così da non renderla troppo fredda d’inverno. L’atmosfera si comporta come una serra e per questo, tale fenomeno prende il nome di effetto serra. Ѐ anche grazie a lui che il nostro pianeta è così confortevole.

Successivamente, gli scienziati hanno iniziato a temere che nell’aria si fossero accumulati troppi gas serra. Le persone guidano molte più automobili e riscaldano di più le loro case rispetto a prima e tutto ciò lo si fa bruciando combustibili fossili (petrolio e benzina) e carbone. Tale combustione rilascia nell’aria gas serra come l’anidride carbonica. Al contempo, stiamo abbattendo gli alberi in quantità da record. Questi sono importanti in quanto catturano l’anidride carbonica

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nell’atmosfera e la sostituiscono con l’ossigeno di cui abbiamo bisogno. Gli scienziati, quindi, hanno paura che se ci restano meno alberi e se rilasciamo più anidride carbonica, accumuleremo nell’aria gas serra velocemente come mai prima d’ora. Tali gas potrebbero trattenere sulla terra ancora più calore e il nostro pianeta si riscalderebbe come una serra dalle finestre chiuse in una calorosa e assolata giornata d’estate.

Si alza il riscaldamento

L’aumento delle temperature sulla Terra sarebbe, forse, di pochi gradi, ma, con il tempo, potrebbe avere un notevole impatto. Gli scienziati temono lo scioglimento delle calotte polari, l’innalzamento del livello del mare, il cambiamento dei fenomeni climatici e l’alterazione degli habitat in maniera così incisiva da portare all’estinzione di molti animali. Ѐ ancora presto per conoscere tutti gli effetti del riscaldamento globale sul nostro pianeta ma è importante sapere come le nostre azioni possono fare la differenza.

Le calotte polari si sciolgono

La NASA studia la Terra via satellite dallo spazio. Da lì si possono vedere i cambiamenti delle calotte polari nella dimensione e nella forma. Si può notare che nell’Artide la banchisa si sta riducendo durante tutto l’anno (negli ultimi 25 anni è diminuita del 10 per cento). Gli scienziati hanno anche osservato satelliti che, per vent’anni, hanno rilevato le temperature della superficie terrestre e questi mostrano che c’è stato un innalzamento. Nel 2003, la più grande calotta di ghiaccio dell’Artide, stabile da 3000 anni, si frantumò nell’oceano. Il clima cambia naturalmente nel corso del tempo, ma mutamenti bruschi sono insoliti e possono segnalare un riscaldamento globale.

Che effetto ha lo scioglimento delle calotte polari sul nostro pianeta? Intanto il ghiaccio, di quel bianco splendente, riflette gran parte dell’energia solare verso lo spazio e così, più le calotte si restringono, più la terra assorbe la luce del sole, rendendo il clima ancora più caldo. Lo scioglimento dei ghiacciai mette anche a disposizione più acqua per il ciclo idrologico che può provocare un cambio nelle precipitazioni e nella salinità dell’oceano vicino ai poli, influendo sulla pesca.

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