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RISULTATI E DISCUSSIONE

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Academic year: 2021

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10%

41% 45%

5% 0%

Classe 1 - Livello di benessere scarso Classe 2 - Livello di benessere sufficiente Classe 3 - Livello di benessere discreto Classe 4 - Livello di benessere buono Classe 5 - Livello di benessere ottimo

VALUTAZIONE 2010

Il campione esaminato era composto da 38 allevamenti di ovini di razza Sarda, 2 di Massese, uno di Comisana e uno di Sarda e Comisana. I sistemi di allevamento riscontrati erano prevalentemente di tipo semi-estensivo (78%) ed estensivo (22%). Con riferimento al disciplinare produttivo, gli allevamenti convenzionali sono stati sedici e quelli biologici solo sei; mentre la restante parte (20) era composta da aziende aderenti al sistema di certificazione “Agriqualità”. Le aziende visitate avevano una consistenza media di 588 ± 361 capi, con 2,2 ± 0,9 addetti alla custodia per allevamento.

Dall’analisi dei dati ottenuti nella prima valutazione degli allevamenti, si evidenzia una condizione di benessere mediamente soddisfacente, coerente con quanto già riscontrato in una precedente indagine da Giuliotti et al. (2008).

Il punteggio medio ottenuto dalle aziende è stato di 14,4 ± 6 punti che rientra nella classe di benessere 3 corrispondente al giudizio discreto. Come si può vedere (Graf. 1) solo il 10% delle aziende è stato giudicato in classe 1 (scarso benessere); tuttavia si deve anche segnalare che nessun allevamento del campione si è meritato il giudizio più alto.

Grafico 1 - Distribuzione del campione per classi di benessere (2010)

Nella tabella 1 sono riportati il range dei punteggi, i valori minimi e massimi, i valori medi e la variabilità dei punteggi ottenuti in ogni macroarea. Le Macroaree C ed E sono le sole a non avere ottenuto punteggi negativi, a differenza delle Macroaree A, B e D.

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Tabella 1 - Range ottenibile, punteggi minimi, massimi, medi e variabilità dei punteggi ottenuti nelle varie macroaree

Di seguito vengono descritti i risultati ottenuti per ciascuna macroarea.

MACROAREA A (management aziendale e personale)

In questa macroarea il giudizio di merito è influenzato dal numero di addetti alla cura degli animali, dalla partecipazione del personale a corsi di formazione, dalla manutenzione degli impianti automatici e dell’impianto di mungitura, dalla pratica delle mutilazioni sugli animali, dalla gestione del parto e dello svezzamento, dalla presenza di predatori sul territorio e di protezioni adottate.

Nel grafico successivo (Graf. 2) è riportata la distribuzione percentuale dei livelli di benessere assegnati alle aziende in questa macroarea; si può notare la mancanza del livello più alto e la percentuale rilevante di aziende classificata con un livello scarso (19%).

Grafico 2 – Distribuzione percentuale delle aziende per classe di benessere (Macroarea A)

Macroarea ottenibile Range ottenuto Minimo Massimo ottenuto Media DS A -12,5 ÷ 8,5 -5 3,5 1,1 2,6 B -12 ÷ 22 -0,5 12,5 6,6 3,7 C -3,5 ÷ 11 0 7,5 3,0 1,9 D -8,5 ÷ 10,5 -4,5 8 0,6 3,0 E -6 ÷ 15 0,5 7,5 3,2 1,8 Totale -42,5 ÷ 67,0 3,5 28,3 14,4 6,0

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Una delle cause che generano questa situazione è la scarsa partecipazione degli addetti di stalla a corsi di formazione (circa la metà del campione); gli allevatori, peraltro, lamentano la mancanza di offerta di corsi specifici sul benessere degli animali (Giuliotti et al., 2008). Questo costituisce un fattore negativo, sebbene non imputabile ai titolari di azienda, poiché il personale addetto agli animali può non essere in grado di riconoscere criticità riguardanti il benessere e di intervenire correttamente (Boivin et al., 2003).

Un altro fattore che ha inciso sul basso punteggio della Macroarea A è stata l’incapacità di molti allevatori di riconoscere la comparsa di anomalie di funzionamento dell’impianto di mungitura; infatti, il 42% degli allevatori non conosceva i parametri di pressione del vuoto e il numero di pulsazioni/min della macchina. La corretta manutenzione dell’impianto di mungitura e la conoscenza dei parametri tecnici sono aspetti importanti per una mungitura rispettosa del benessere delle pecore (Pazzona, 2011).

Un altro parametro che ha fortemente compromesso il livello di benessere nella Macroarea A è stato il ricorso alle mutilazioni: è stata riscontrata un’eccessiva frequenza di allevatori che praticano il taglio delle orecchie (24%); mentre il taglio della coda, praticato dal 21% del campione, è eseguito all’età media di 37,7 ± 40,6 giorni, con il rischio di causare maggior fastidio e dolore agli agnelli per l’intervento in età avanzata senza ricorso ad anestesia (Fitzpatrick et al., 2006). Riguardo alla modalità di svezzamento, si è registrato che solo il 42% degli allevatori adotta un approccio brusco che secondo la letteratura, risulta il migliore in termini di stress da distacco (Orgeur et al., 1998). L’età media di svezzamento era pari a 51,1 ± 14,1 giorni, perciò nella maggior parte dei casi viene preferito uno svezzamento tardivo. Tre aziende praticavano lo svezzamento a 35 giorni, età indicata come troppo precoce e compromettente il benessere dell’agnello (Sevi e Casamassima, 2009).

La tosatura ed il pareggio degli unghioni hanno registrato punteggi negativi per una gestione spesso incostante.

Infine, l’aspetto che ha influenzato negativamente il giudizio della Macroarea A, ha riguardato la presenza di predatori e l’assenza od inefficacia dei mezzi di difesa

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adottati (cani o recinti elettrificati); questa situazione si è presentata in sette allevamenti (16% del campione).

MACROAREA B (sistemi di allevamento e stabulazione)

La macroarea contiene parametri che rilevano le superfici a disposizione degli animali (in ovile ed al pascolo), la presenza di aree dedicate alle pecore malate e a quelle partorienti, le condizioni di manutenzione e pulizia delle attrezzature, la gestione dello spazio in cui le pecore sostano in attesa della mungitura.

La rispondenza ai requisiti di benessere in questa macroarea è risultata alquanto buona, come si può notare dal grafico 3; in particolare si segnalano le percentuali più alte rispetto alle altre macroaree, sia per il livello di benessere buono che per quello ottimo (rispettivamente 36% e 19%). Tuttavia, giudizi insoddisfacenti sono stati raggiunti nel 12% dei casi.

Grafico 3 – Distribuzione percentuale delle aziende per classe di benessere (Macroarea B)

Tale risultato è dovuto soprattutto al sistema di allevamento estensivo, che riduce il tempo trascorso in ovile, ed agli spazi di pascolo a disposizione degli animali (mediamente 108 ± 63 ha per azienda) che assicurano uno sfruttamento non eccessivo del pascolo.

Gli spazi a disposizione in ovile risultano in media 1,1 ± 0,5 m2/capo.

Durante i sopralluoghi non è stata rilevata la presenza di pericoli (fondi ciechi e sporgenze) e le condizioni delle attrezzature erano mediamente soddisfacenti. Gli spazi d’isolamento per l’infermeria erano presenti solo nel 27% delle aziende, spesso ricavati grazie all’uso di recinti mobili. Una corretta gestione dovrebbe

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garantire in questi spazi un buon comfort, una lettiera adeguata, la disponibilità di acqua e il contatto visivo con il resto del gregge (D.Lgs 146/2001).

Nella maggior parte delle aziende non erano presenti spazi dedicati al parto per cui sono stati assegnati punteggi negativi per la maggiore esposizione al rischio di predazione o l’impossibilità di assicurare cure in caso di complicazioni (Sevi e Casamassima, 2009). Molti allevatori (60%) lasciano la possibilità alle femmine di partorire al pascolo e le separano dal gregge dopo il parto, permettendo loro di instaurare un buon legame madre-figlio. In ovile dovrebbero essere presenti anche aree recintate per le pecore gravide con una superficie ≥ 2 m2/capo, con lettiera pulita ed acqua sempre a disposizione (Gelasakis et al., 2010).

Infine, la macroarea si occupa della presenza di un’idonea area di attesa pre-mungitura. Solo nel 21% degli allevamenti è stata prevista una zona dedicata specificatamente per l’attesa della mungitura; mentre la restante maggioranza degli allevatori (79%) utilizza barriere mobili per creare recinti temporanei nell’ovile. Questa area dovrebbe essere coperta, provvista di abbeveratoi, suddivisa per gruppi di mungitura e con un collegamento agevole alla sala mungitura; queste accortezze sono necessarie per ridurre lo stress causato da fenomeni di competizione (Mills, 2011).

MACROAREA C (controllo ambientale)

In questa macroarea è stata valutata la presenza di strategie di controllo delle condizioni ambientali all’interno delle strutture di stabulazione e al pascolo. E’ stata rilevata la superficie finestrata in rapporto alla superficie dell’edificio, l’apporto d’illuminazione artificiale, il tipo di copertura, la portata di ventilazione estiva per il numero di capi stabulati, la presenza di mezzi per contrastare il caldo estivo (tetto coibentato, ombreggianti, ventilatori), la presenza di odori anomali, i ripari sul pascolo (tipologia e m2/capo). Il grafico che segue (Graf. 4) mostra la distribuzione percentuale delle aziende nelle varie classi di benessere all’interno della Macroarea C. Dall’osservazione del grafico emerge che sono prevalsi i giudizi sufficiente (38%) e discreto (24%).

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Grafico 4 – Distribuzione percentuale delle aziende per classe di benessere (Macroarea C)

Nel 91% dei casi si è riscontrata la mancanza di mezzi idonei per ridurre lo stress da caldo in ovile.

Gli altri elementi analizzati sono stati giudicati positivamente, sia per quanto riguarda la ventilazione e l’illuminazione che per la generale assenza di odori in ovile. E’ da tenere presente che questo dato può essere influenzato dalla stagione del rilevamento; in questo caso i sopralluoghi si sono svolti in un periodo compreso fra luglio ed ottobre 2010, in cui il gregge utilizzava poco le strutture di stabulazione.

Anche sul pascolo è stata rilevata una diffusa inadeguatezza dei ripari. Questi sono costituiti nella maggior parte dei casi da vegetazione arborea o arbustiva, spesso insufficiente per tutto il gregge e talvolta del tutto assente (14% dei casi). L’esposizione al caldo estivo senza mezzi di refrigerio adeguati (ventilazione in stalla e ripari sul pascolo), comporta nelle pecore la diminuzione delle difese immunitarie e della ricerca di cibo (Caroprese, 2008).

MACROAREA D (alimentazione ed acqua di bevanda)

Questa macroarea prevede la valutazione degli aspetti legati all’alimentazione, all’acqua di abbeverata, alla pulizia delle mangiatoie e degli abbeveratoi, al numero dei punti di abbeverata. Dal grafico che segue (Graf. 5) è possibile vedere che la situazione negli allevamenti rispetto alle caratteristiche oggetto dell’indagine, è assai lacunosa.

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Grafico 5 – Distribuzione percentuale delle aziende per classe di benessere (Macroarea D)

La metà del campione non ha raggiunto un punteggio sufficiente per la macroarea.

Solo il 41% degli allevatori si affida alla consulenza di professionisti specializzati in nutrizione animale, mentre le analisi sugli alimenti sono programmate solo nel 16% del campione.

Il parametro che influisce più pesantemente nell’attribuzione del giudizio negativo è legato al numero di abbeveratoi. Infatti, molto spesso è stato riscontrato un numero insufficiente di punti di abbeverata per gruppo, sia al pascolo che in ovile. Il 6% del campione presentava abbeveratoi molto sporchi (con acqua stagnante ed incrostazioni). L’utilizzo di fonti naturali per l’abbeverata è frequente (45%) ed esse risultano poco controllate dal punto di vista chimico e microbiologico, poiché il 33% degli allevatori non esegue analisi annuali dei pozzi o delle sorgenti utilizzate. Solo due aziende del campione erano dotate di un impianto di depurazione/potabilizzazione dell’acqua non di rete.

Il 62% delle aziende non incrementava gli abbeveratoi sul pascolo nel periodo estivo, mentre solo il 52% aveva una riserva di acqua, per eventuali necessità. Il fabbisogno idrico delle pecore varia in relazione a molti fattori come la quantità di erba assunta e il suo stadio vegetativo, le temperature, l’età degli animali (Enne et al., 2006) per cui non è possibile riferirsi a dati univoci sulle quantità da somministrare. E’ tuttavia fondamentale la cura di questo aspetto poiché sono riconosciuti gli effetti deleteri sulla salute, sulla produzione di latte e sul benessere animale causati da un inadeguato apporto idrico o da una scarsa qualità

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dell’acqua. Un insufficiente apporto idrico può compromettere il benessere degli ovini, generando competizione, disidratazione nei soggetti più deboli e riduzione della produzione lattea (Aganga, 2001; Casamassima et al., 2008).

MACROAREA E (aspetti igienico-sanitari e comportamentali)

Questa macroarea riguarda importanti parametri in grado di condizionare lo stato di salute degli animali come la gestione della lettiera, la frequenza di disinfezione degli ambienti di stabulazione, la presenza di un piano di assistenza veterinaria programmata, il monitoraggio delle cellule somatiche nel latte, il controllo di mosche e roditori, la predisposizione di una zona di quarantena, la valutazione dell’aspetto esteriore degli animali ed il loro comportamento.

Per questi aspetti (Graf. 6) sono emerse elevate percentuali di aziende a cui sono stati attribuiti i giudizi sufficiente e discreto (rispettivamente 41% e 29%), ma si evidenzia anche una percentuale rilevante del giudizio scarso (12%).

Grafico 6 – Distribuzione percentuale delle aziende per classe di benessere (Macroarea E)

La maggior parte degli allevatori intervistati ha dichiarato di aggiungere regolarmente paglia alla lettiera (una o due volte a settimana), ma la rimozione completa della stessa è compiuta solo una volta l’anno ma, durante tale operazione, nel 26% dei casi non è prevista la disinfezione dei locali.

Questi dati hanno contribuito ai punteggi bassi di questa macroarea, in quanto non è garantito un adeguato comfort di stabulazione ed il mantenimento di buone condizioni igienico–sanitarie per le mammelle delle pecore (Caroprese, 2008).

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Altri parametri che hanno penalizzato il giudizio di questa macroarea sono stati: la quasi totale assenza di piani sanitari programmati (93%) e di controllo di mosche e roditori (95%), la mancanza di una zona di quarantena (48%) e la somministrazione di trattamenti antielmintici senza un preventivo monitoraggio della carica parassitaria (69%). Quest’ultimo fattore contribuisce alla diffusione del fenomeno di farmaco-resistenza, risulta inquinante per l’ambiente e aumenta i costi di gestione dell’allevamento (Varady et al., 2011).

Il monitoraggio delle cellule somatiche è garantito dai caseifici che eseguono l’analisi del latte conferito con cadenza bimestrale. La quasi totalità degli intervistati sostiene di non aver mai superato il valore soglia di 1.500.000 cell/ml.

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0% 7%

17%

42%

34% Classe 1 - Livello di benessere scarso Classe 2 - Livello di benessere sufficiente Classe 3 - Livello di benessere discreto Classe 4 - Livello di benessere buono Classe 5 - Livello di benessere ottimo

VALUTAZIONE 2012

Il punteggio medio ottenuto dalle aziende è stato di 27 ± 7,5 corrispondente a una classe di benessere 4 e al giudizio buono. Dal grafico 7 è possibile osservare l'assenza di aziende con il punteggio più basso, mentre sono 14 le aziende che hanno raggiunto quello massimo (34% del campione).

Grafico 7 - Distribuzione del campione per classi di benessere (2012)

Nella tabella 2 sono riportati il range ottenibile, i valori minimi e massimi, i valori medi e la variabilità dei punteggi ottenuti in ogni macroarea. Le Macroaree B ed E non hanno ottenuto punteggi negativi, mentre ciò è avvenuto per le Macroaree A, C e D.

Tabella 2 - Range ottenibile, punteggi minimi, massimi, medi e variabilità dei punteggi ottenuti nelle varie macroaree.

Di seguito vengono descritti i risultati ottenuti per ciascuna macroarea.

Macroarea ottenibile Range ottenuto Minimo Massimo ottenuto Media DS A -12,5 ÷ 8,5 -4 5 2,4 2,4 B -12 ÷ 22 0,5 15 8,4 4,4 C -3,5 ÷ 11 -1 7,5 3,0 2,1 D -8,5 ÷ 10,5 -2 9 4,0 2,4 E -6 ÷ 15 3 13 9,5 2,1 Totale -42,5 ÷ 67,0 10,5 38,5 27,2 7,5

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MACROAREA A (management aziendale e personale)

I punteggi ottenuti (Graf. 8) denotano una percentuale non trascurabile di aziende a cui è stato attribuito un giudizio scarso (15%). Questo risultato è stato sicuramente penalizzato dalla scarsa possibilità di frequentare corsi di formazione poiché, negli ultimi anni, le associazioni di categoria hanno organizzato pochi eventi formativi sul territorio. L'aumento dei controlli agli impianti di mungitura, previsti in molte combinazioni della misura non ha determinato un sensibile aumento del punteggio di questa macroarea. Sulle altre voci della Macroarea A non ci sono stati cambiamenti di rilievo.

A più della metà delle aziende è stato attribuito un punteggio rientrante nelle classi di benessere 4 (48%) e 5 (17%).

Grafico 8 – Distribuzione percentuale delle aziende per classe di benessere (Macroarea A)

MACROAREA B (sistemi di allevamento e stabulazione)

Nella macroarea la situazione dimostra una elevata rispondenza ai requisiti di benessere (Graf. 9) tanto che il giudizio “ottimo” è rappresentato dal 41% del campione. I fattori che hanno concorso maggiormente al miglioramento di questa macroarea sono la gestione del gregge in fase di mungitura, attraverso la predisposizione di un'area di attesa adeguatamente dimensionata (0,30 m2/pecora), coperta e con abbeveratoi a disposizione e la suddivisione del gregge in gruppi di mungitura, per diminuire la competizione ed agevolare un accesso organizzato in sala di mungitura.

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Grafico 9 – Distribuzione percentuale delle aziende per classe di benessere (Macroarea B)

MACROAREA C (controllo ambientale)

In questa macroarea si è verificato un aumento delle aziende a cui è stato attribuito un giudizio scarso. Questo risultato è stato influenzato dalla stagione tardo autunnale in cui si sono svolti i sopralluoghi; in tale periodo gli animali hanno fatto maggior utilizzo dell’ovile ed è per questa ragione che è stata avvertita una maggiore presenza di odori nocivi nella stalla. Si è registrato anche un aumento delle aziende classificate nel livello ottimo (22%) grazie a interventi di coibentazione del tetto.

Grafico 10 – Distribuzione percentuale delle aziende per classe di benessere (Macroarea C)

MACROAREA D (alimentazione ed acqua di bevanda)

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livello di benessere ottimo. Il risultato è stato raggiunto prevalentemente grazie all'aumento dei punti di abbeverata in ovile e sul pascolo, previsti come impegni della Misura 215. Per i restanti parametri della macroarea non ci sono state modifiche sostanziali.

Grafico 11 – Distribuzione percentuale delle aziende per classe di benessere (Macroarea D)

MACROAREA E (aspetti igienico-sanitari e comportamentali)

In questa macroarea la quasi totalità delle aziende (90%) si è collocata nella classe di benessere 5 corrispondente ad un livello ottimo. Il provvedimento che ha maggiormente contribuito a tale risultato è stato la predisposizione di un piano programmato di controlli sanitari con assistenza veterinaria. In effetti, questo intervento, previsto dalla Misura 215, è stato adottato da quasi tutti gli allevatori inseriti nell’indagine.

Grafico 12 – Distribuzione percentuale delle aziende per classe di benessere (Macroarea E)

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CONFRONTO DEI RISULTATI (2010-2012)

Il confronto dei dati ottenuti dai due monitoraggi, ha permesso di porre in risalto il miglioramento della situazione di benessere negli ovini da latte, a dimostrazione dell’efficacia degli interventi volti a migliorare le condizioni d’allevamento.

Il grafico 13 riporta il confronto tra le percentuali degli allevamenti nelle diverse classi di benessere delle due successive valutazioni e mette in evidenza il netto miglioramento delle condizioni degli animali in seguito all'applicazione degli interventi adottati grazie alla Misura 215.

Grafico 13 – Confronto tra le due valutazioni del benessere (2010-2012)

La tabella sottostante (Tab. 3) riassume i dati delle due valutazioni confermando il miglioramento dei punteggi parziali, del punteggio totale e della classe TOS-BOL.

Tabella 3 – Confronto dei dati ottenuti dalle due valutazioni del benessere

2010 2012

Macroarea Minimo Massimo Media Minimo Massimo Media

A -5 3,5 1,1 -4 5 2,4 B -0,5 12,5 6,6 0,5 15 8,4 C 0 7,5 3,0 -1 7,5 3,0 D -4,5 8 0,6 -2 9 4,0 E 0,5 7,5 3,2 3 13 9,5 Totale 3,5 28,3 14,4 10,5 38,5 27,2 TOS-BOL 1 4 2,4 2 5 4,0

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Visualizzando graficamente i valori del 2010, rispetto a quelli teorici (Graf. 14), si può notare come le aziende con livello di scarso benessere abbiano raggiunto i punteggi più alti rispetto al loro scaglione di appartenenza. Anche i punteggi delle aziende di livello discreto hanno raggiunto il limite massimo della propria categoria; mentre le aziende con giudizio sufficiente e buono si sono mantenute su valori medi di punteggio, rispetto al loro range teorico.

Grafico 14 – Valutazione 2010: Punteggi ottenuti (rettangoli) e range teorico (linee rosse) per classe di benessere

Questa situazione iniziale ha permesso, nel 2012, il passaggio alla classe superiore attraverso l'adozione di piccoli interventi. Infatti, sono scomparsi gli allevamenti giudicati con un livello di benessere scarso determinando uno spostamento di numerose aziende verso il livello di benessere più alto (Graf. 15).

Grafico 15 – Valutazione 2012: Punteggi ottenuti (rettangoli) e range teorico (linee rosse) per classe di benessere

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Il grafico 16 visualizza l’incremento medio ottenuto dal campione di allevamenti relativo ad ogni macroarea, al punteggio finale ed alla classe di benessere (TOS-BOL). I punteggi realizzati nella seconda valutazione sono stati tali da far avanzare mediamente le aziende di più di una classe di benessere.

Grafico 16 – Incremento medio per ciascuna macroarea, per il punteggio totale e per la classe di benessere (2012-2010)

La macroarea che ha maggiormente migliorato il suo punteggio è la “E” (6,3 punti); al contrario, non ha evidenziato nessun miglioramento quella relativa al controllo ambientale (C).

Per quanto riguarda il management aziendale (Macroarea A) ed i sistemi di allevamento e stabulazione (Macroarea B), i miglioramenti del benessere hanno riguardato soprattutto la fase di mungitura attraverso la manutenzione programmata dell’impianto e la corretta gestione della zona di attesa.

La Macroarea C, relativa al controllo ambientale, non ha contribuito al miglioramento del benessere negli allevamenti per due motivi: gli impegni previsti richiedevano interventi strutturali non facilmente sostenibili dagli allevatori (coibentazione del tetto); l’altro motivo è stato il peggioramento delle condizioni ambientali riscontrate in ovile, a causa della stagione in cui si è svolto il secondo monitoraggio.

L’aumento dei punti di abbeverata per il gregge (Macroarea D) e la predisposizione di un piano di assistenza veterinaria programmata (Macroarea E),

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hanno contribuito in maniera determinante al miglioramento del livello di benessere aziendale.

La valutazione del benessere “ante-impegni” (2010) aveva evidenziato alcuni aspetti deficitari dell’allevamento ovino in Toscana; in particolare la disponibilità di acqua sul pascolo e la gestione sanitaria del gregge.

La maggior parte degli allevatori aderenti alla Misura 215, ha colto l’opportunità di intervenire sugli aspetti di benessere più carenti. Infatti, il 76% del campione (32 allevamenti) ha scelto di effettuare gli interventi migliorativi nelle Macroaree A, D ed E.

Durante i sopralluoghi aziendali è comunque emersa, da parte degli allevatori, la presa di coscienza riguardo alla tutela del benessere animale e l’importanza del loro ruolo nel perseguire tal fine. Inoltre, essi hanno dimostrato di saper cogliere l’opportunità offerta dagli strumenti di incentivo, come la Misura 215, allo scopo di realizzare interventi migliorativi della qualità di vita degli animali in allevamento.

Figura

Tabella 1 - Range ottenibile, punteggi minimi, massimi, medi e variabilità   dei punteggi ottenuti nelle varie macroaree
Tabella 2 - Range ottenibile, punteggi minimi, massimi, medi e variabilità dei  punteggi ottenuti nelle varie macroaree.
Tabella 3 – Confronto dei dati ottenuti dalle due valutazioni del benessere

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