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Election Day 20-21 settembre 2020

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Election Day 20-21 settembre 2020

Le regionali, le amministrative, le suppletive e il referendum costituzionale

(2)

Premesse

• I prossimi 20 e 21 settembre si terranno alcune consultazioni elettorali rinviate negli scorsi mesi a causa

dell’emergenza COVID-19.

• Dopo il voto in Emilia-Romagna e Calabria tenutosi a gennaio, altre sette Regioni andranno al voto per il rinnovo dei

propri Consigli e l’elezione dei nuovi Presidenti: Valle d’Aosta, Veneto, Liguria, Toscana, Marche, Campania e

Puglia.

• Contestualmente, l’intero corpo elettorale sarà chiamato ad esprimersi tramite referendum sulla riforma

costituzionale approvata lo scorso ottobre e volta a ridurre il numero dei Parlamentari di circa un terzo (da 630 a

400 Deputati e da 315 a 200 Senatori).

• Completano il quadro le elezioni amministrative in circa 1.000 Comuni, tra cui 18 Capoluoghi di Provincia, inclusi

Venezia, Aosta e Trento, e le elezioni suppletive nei collegi senatoriali Veneto 09 (Villafranca di Verona) e Sardegna

03 (Sassari), in considerazione del decesso dei Senatori in carica, Sen. Bertacco (FdI) e Sen. Bogo Deledda (M5S).

• La coalizione che sostiene il Governo non è riuscita a trovare un accordo complessivo nonostante l’appello del

Presidente del Consiglio. Solo alle regionali in Liguria e alle suppletive nel collegio sardo il PD e il M5S, senza IV,

presenteranno un candidato unitario, mentre alle amministrative sono stati trovati solo alcuni accordi isolati in

Comuni minori. Anche sul referendum non ci sarà unità, in quanto si è espresso esplicitamente a favore solo il M5S.

Compatto invece il Centrodestra, anche se sul taglio dei parlamentari si contrappongono Lega e FdI (a favore della

riforma) e FI (contraria).

(3)

Le elezioni regionali

(4)

Le Regioni al voto

1-2

Consultazioni locali con possibili risvolti nazionali

1

candidatura unitaria M5S-PD

3

le Regioni in cui IV si presenta da sola

6

le Regioni in cui si presenta

compatta la coalizione di Centrodestra ▪ I prossimi 20 e 21 settembre andranno al voto per l’elezione del Presidente e il rinnovo

del Consiglio 6 Regioni:Veneto, Liguria, Toscana, Marche, Campania e Puglia, alle quali si aggiunge laValle d’Aosta, che non prevede l’elezione diretta del Presidente.

▪ Il Centrodestra, che attualmente guida soltanto 2 delle Regioni al voto (Veneto e Liguria), si presenta compatto, mirando a confermare il trend positivo che ha portato alla vittoria in 10 delle 12 in cui si è votato dal 2018 a oggi.

▪ Diversa situazione per le forze che a livello nazionale sostengono l’esecutivo. Nonostante il via libera di Rousseau e gli appelli del Presidente del Consiglio, M5S e PD hanno trovato l’accordo su un candidato unitario solamente in Liguria, mentre si presenteranno contrapposti nelle altre Regioni. Anche all’interno del Centrosinistra manca compattezza: mentre PD e Articolo 1 si presenteranno ovunque apparentate, la coalizione «completa» con Italia Viva sarà presente solamente in 3 Regioni. Nonostante la crescita nei sondaggi, Azione di Calenda non si presenterà alle elezioni, limitandosi a dare un appoggio informale ad alcuni candidati.

(5)

Le Regioni al voto

2-2

Il Centrodestra compatto contro la coalizione di Governo a geometria variabile

Veneto CappellettiEnrico Arturo Lorenzoni SbrolliniDaniela Luca Zaia

Liguria Ferruccio Sansa Aristide Massardo Giovanni Toti

Toscana GallettiIrene Eugenio Giani Susanna Ceccardi

Marche Gian Mario Mercorelli Maurizio Mangialardi Francesco Acquaroli

Campania CiarambinoValeria Vincenzo De Luca Stefano Caldoro

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Focus: principali candidati e sondaggi

1-3

Le Regioni del Nord

Veneto

Presidente uscente: Luca Zaia (CDX)

Scontata la riconferma con ampio margine del Presidente

uscente Zaia (secondo i sondaggi attorno al 70% dei

consensi). Il dato politico più significativo sarà il confronto tra la lista del Presidente e quella della Lega: un vantaggio importante della prima potrebbe aprire un confronto sulla leadership del partito.

Luca Zaia (Lega) –In carica come Presidente della Regione dal 2010. Già Ministro dell’Agricoltura nel Governo Berlusconi IV.

Arturo Lorenzoni (Indip. CSX) – Dal 2017 Vicesindaco di Padova. Docente di Economia dell’Energia presso l’Università di Padova.

Enrico Cappelletti (M5S) – Senatore nella precedente Legislatura. Imprenditore nel settore dell’assistenza tecnica alle imprese.

altri candidati: Daniela Sbrollini (IV)

Giovanni Toti (Cambiamo!) – Leader di Cambiamo!, è in carica come Presidente della Regione dal 2015. Ex-Direttore del TG4.

Liguria

Presidente uscente: Giovanni Toti (CDX)

Ferruccio Sansa (Indip.) – Giornalista de Il Fatto Quotidiano alla prima esperienza politica.

Aristide Massardo (Indip.) – Alla prima esperienza politica, è l’ex-Preside della Facoltà di Ingegneria dell’Università di Genova.

Il Presidente uscente Toti verso la riconferma, con i sondaggi

che stimano un successo con oltre il 50%, nonostante

(7)

Focus: principali candidati e sondaggi

2-3

Le Regioni del Centro

Toscana

Presidente uscente: Enrico Rossi (CSX)

Leggero vantaggio nei sondaggi per il candidato del Centrosinistra Giani, chesi attesta circa 5 punti sopra (45 a 40%) alla leghista Ceccardi. Tuttavia, mai prima d’ora il Centrodestra si è avvicinato così tanto alla guida della Regione, storico feudo della sinistra. Potrebbe quindi rivelarsi decisivo l’apporto di IV e di Matteo Renzi.

Eugenio Giani (PD) – Presidente del Consiglio regionale in carica. Politico locale di lungo corso, già esponente del PSI.

Susanna Ceccardi (Lega)

Europarlamentare dal 2019. Nel 2016 è stata il primo esponente della Lega a essere eletto Sindaco in Toscana (a Cascina, PI).

Irene Galletti (M5S) – Consigliera regionale dal 2015, prima dell'elezione era impiegata all’aeroporto di Pisa.

Marche

Presidente uscente: Luca Ceriscioli (CSX)

Falliti i numerosi tentativi di accordo tra PD e M5S, la Regione potrebbe essere per la prima volta nella storia vinta dal

Centrodestra. Con circa il 46% dei consensi stimati dai

sondaggi, Acquaroli si attesta oltre 8 punti percentuali sopra il candidato del Centrosinistra Mangialardi, che tuttavia potrebbe beneficiare del voto disgiunto degli elettori del M5S.

Maurizio Mangialardi (PD) – Sindaco di Senigallia (AN) dal 2010 a oggi. Insegnante.

Francesco Acquaroli (FdI) – Deputato dal 2018, già candidato alla Presidenza della Regione da Lega e FdI nel 2015.

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Focus: principali candidati e sondaggi

3-3

Le Regioni del Sud

Campania

Presidente uscente: Vincenzo De Luca (CSX)

Atteso un testa a testa tra il Presidente uscente De Luca e il candidato del CDX Caldoro. Il distacco tra i due è di soltanto qualche punto percentuale (circa 43% contro 37%). Staccata la candidata del Movimento che dovrebbe attestarsi intorno al 15%. Dai sondaggi attesi molti astenuti (oltre il 50%), le cui fluttuazioni potrebbero incidere sul risultato finale.

Vincenzo De Luca (PD) – In carica come Presidente della Regione dal 2015. Già Sottosegretario alle Infrastrutture nel Governo Letta.

Stefano Caldoro (FI) – Già Presidente della Regione Campania dal 2010 al 2015, sconfitto da De Luca nel 2015. Ministro per l’attuazione del Programma nel Governo Berlusconi III. (2005-2006)

Valeria Ciarambino (M5S) – Consigliera regionale in carica dal 2015, precedentemente all’attività politica era Impiegata presso Equitalia.

Michele Emiliano (PD) – In carica come Presidente della Regione dal 2015, dopo un’esperienza come Sindaco di Bari. Magistrato.

Puglia

Presidente uscente: Michele Emiliano (CSX)

Raffaele Fitto (FdI) – Presidente della Regione Puglia tra il 2000 e il 2005. Ex-Ministro per gli Affari Regionali del Governo Berlusconi IV ed Europarlamentare in 3 legislature.

Antonella Laricchia (M5S) – Consigliera regionale uscente. Guida turistica. Laureanda in architettura.

Saltato l’accordo M5S–PD che avrebbe portato all’appoggio pentastellato a Emiliano, il candidato del CDX Raffaele Fitto è

leggermente avanti nei sondaggi (43%) sul Presidente uscente Michele Emiliano (37%). Staccata la candidata del Movimento 5 Stelle Laricchia, principale oppositrice di un apparentamento con i dem.

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Il voto nei Comuni

Oltre 1.000 Comuni al voto, 18 i capoluoghi di Provincia

• Durante l’Election Day saranno chiamati al voto per l’elezione del Sindaco e il rinnovo dei Consigli 1.184 Comuni italiani*. Di questi, 156 sono i Comuni «superiori», con una popolazione maggiore di 15.000 abitanti e 18 i Comuni capoluogo di Provincia (11 dei quali attualmente governati dal Centrosinistra).

• Per quanto riguarda i Comuni superiori la legge elettorale vigente prevede che sia eletto Sindaco il candidato che ottiene il 50%+1 dei voti espressi. Nel caso in cui nessuno

raggiunga la soglia, i due candidati con più voti si

sfideranno al ballottaggio i prossimi 4 e 5 ottobre. • Nonostante siano state trovate delle intese in alcuni

Comuni (tra cui Pomigliano D’Arco, paese d’origine del

Ministro Di Maio), PD e M5S non esprimeranno alcun

candidato unitario nei Comuni capoluogo, nei quali quindi si terrà prevalentemente una competizione tra Centrodestra, Centrosinistra e M5S.

• Tra i Comuni capoluogo al voto, il dato più significativo a livello politico sarà quello di Venezia, dove il Centrosinistra schiererà contro il Sindaco uscente Luigi Brugnaro, sostenuto dal Centrodestra, il Sottosegretario all’EconomiaPier Paolo Baretta.

*In Sicilia si terranno il 4-5 ottobre (ballottaggio 18-19 ottobre), in Sardegna il 25-26 ottobre (ballottaggio 8-9 novembre).

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Le elezioni suppletive per il Senato

La sfida per un seggio nella Sardegna settentrionale e nella provincia veronese

• Al voto il 20-21 settembre anche gli elettori dei collegi uninominali del Senato Veneto 09 (Villafranca di Verona) e Sardegna 03 (Sassari), i cui vincitori alle elezioni del 2018 – Sen. Bertacco (FdI) e Sen. Bogo Deledda (M5S) - sono deceduti nel corso del 2020.

• L’esito del doppio confronto potrebbe avere un impatto a livello nazionale considerando il margine ristretto nei rapporti di forza tra maggioranza e opposizione al Senato. Particolare attenzione, inoltre, per i risultati del collegio sardo, dove PD e M5S esprimeranno un

candidato unitario.

Sardegna 03

(Prov. Sassari + alcuni Comuni della Prov. di Nuoro) Elezioni 2018: Bogo Deledda (M5S) 41,26%, Moro

(CDX) 31,84%, Ganau (CSX) 19,01% Lorenzo Corda (Indip.) Presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Sassari, alla prima esperienza politica.

Carlo Doria (Psd’Az-Lega) – Ortopedico, vicino al Presidente della Regione Solinas, che ne ha promosso la candidatura. Alla prima esperienza politica.

Agostinangelo Marras (IV) – Avvocato penalista di Sassari, alla prima esperienza politica.

Veneto 09

(Comuni sud-occidentali della Prov. di Verona) Elezioni 2018: Bertacco (CDX) 54,04%, Bianchetti

(M5S) 23,86%, Fancicani (CSX) 15,28% Luca De Carlo (FdI) –Bellunese, deputato in carica fino allo scorso 5 agosto, quando è cessato dal mandato dopo un riconteggio delle schede delle elezioni 2018.

Matteo Melotti (PD) – Consigliere comunale a Villafranca di Verona (VR). Professore di matematica e scienze alle scuole medie.

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La riforma costituzionale del 2019

Il voto sul taglio di un terzo del numero dei Parlamentari

▪ Contestualmente alle elezioni regionali, l’intero corpo elettorale

sarà chiamato anche ad esprimersi sulla riforma costituzionale

relativa alla riduzione del numero dei Parlamentari. La riforma,

approvata in via definitiva dal Parlamento lo scorso ottobre 2019,

prevede la riduzione del numero di componenti della

Camera dei

Deputati da 630 a 400

e di quelli del

Senato da 315 a 200

.

▪ Essendo stata presentata richiesta da più di un quinto dei membri di

una delle due Camere (71 Senatori), la riforma sarà sottoposta al

voto referendario. Come previsto per i referendum costituzionali,

non sarà necessario il raggiungimento di un quorum

di votanti per

la convalida della consultazione.

▪ Nel caso di vittoria del Sì, a partire dalla prossima Legislatura sarà

ridotto di circa un terzo il numero dei membri del Parlamento

. In

questo caso, prima di un’eventuale ritorno anticipato alle urne, sarà

comunque necessario attendere i tempi tecnici (circa 3 mesi) per

ridisegnare i collegi elettorali. Nel caso di vittoria del No, la riforma

non entrerà in vigore.

▪ Considerata la forte presa presso l’opinione pubblica del tema del

taglio dei costi della politica,

è attesa una vittoria ampia del Sì

,

anche se con l’avvicinarsi del voto il fronte del No si sta ampliando.

400

630

200

(15)

Le posizioni delle principali forze politiche nazionali

Coalizioni spaccate di fronte alla riforma voluta dal M5S

• Il taglio dei Parlamentari è stato promosso dal M5S, il cui programma ha sempre avuto come priorità il taglio dei costi della politica.

• Per non minare l’equilibrio della maggioranza, nonostante i molti dubbi espressi, in particolare prima della nascita del Governo Conte II, ilPD – e contestualmente gli altri alleati IV e Articolo 1 (componente principale di LeU) – non ha ancora ufficialmente preso posizione sul referendum. La mancata approvazione della riforma elettorale, individuata dal PD come correttivo necessario al taglio dei parlamentari, ha raffreddato l’ipotesi di uno schieramento compatto a favore della riforma. Nonostante questo, numerosi esponenti si sono dichiarati contrari alla riforma a titolo personale, su tutti il Sen. Nannicini, promotore del referendum.

• Divisioni anche nella coalizione di Centrodestra. Lega e FdI sono compattamente a favore della riforma, che hanno votato lungo tutto il suo iter parlamentare, mentre FI è il principale tra i partiti maggiori schierato sulle posizioni del No. Significativa eccezione, il Capogruppo alla Camera On. Gelmini.

• Tra le formazioni minori, numerosi gli oppositori alla riforma in modo trasversale lungo tutto l’arco politico. Negli ultimi giorni anche il movimento delle «Sardine» ha annunciato la sua posizione di contrarietà al taglio.

Il fronte del Sì

Non schierati univocamente

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