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Aff.mo nel SS. Cuor di G.Sac.

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anim a a bene d e lla nostra P ia S o c ie tà , mi rende sicuro che secon d erai l ’adem pim ento -d i quanto sopra.

R accom andandom i intanto a lle tue p regh iere e d a q u elle d ei tuoi gio van etti, ti saluto caram ente.

A f f .m o n e l S S . C u o r d i G.

S a c . Mi c h e l e Ru a.

R in g ra z ia m e n ti - O b b ed ien za e p o v e rtà - V o c a z io n i.

N . 17.

Torino, li 31 Gennaio 1897. Nono annivers.

della morte del venerato nostro Padre D. Bosco.

C a rissim i F i g li in G.

C .

Sono solito scegliere di preferenza questo tempo p er in ­ dirizzarvi q u alche lettera circo lare affine di av ere com odità di ringraziarvi d eg li au gu ri che in varie circostanze, nel corso d e ll’annata mi fate, com e a lla festa di S . G iovanni B attista, d i S . M ic h e le e sp ecialm en te d el N atale e del rinnovarsi d e ll’anno ed anche a S . F rancesco di S a le s. S a re b b e mio d esid erio rispondere a ciascuno in partico lare, ma in ta li c ir­

costanze, p el gran numero di lettere, mi rie sc e affatto im ­ p o ssib ile. C osì collettivam ente tutti vi ringrazio d ei voti, p re ­ g h iere, com unioni offerte per m e, e m entre vi assicuro che molto prego per voi specialm en te in q u e lle solennità, senza tralasc iar alcu n giorno d ’im plorare su tutti le celesti b e n e ­ d izioni, co lle m ie lettere intendo darvi una dim ostrazione d ella m ia riconoscenza ed affetto per voi tutti. E cco ora quanto a lla m ia volta vi auguro d al Sign o re :

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D esideroso ch e quest’anno trascorra p er voi colmo d ’ogni b en e e d ’ogni fe licità , ho pregato p erchè ciascun S alesia n o rico rdi ognora q u elle parole che noi leggiam o a p ag in a 44 d ell

'I n tro d u z io n e

a lle R eg o le . Il nostro dolcissim o D . Bosco, dopo av er condensate in poco men di tre p agin ette quanto d i m eglio i m aestri d e lla vita sp iritu ale insegnano su ll’u b b i­

d ien za, so ggiu n ge:

S e c o i e s e g u i r e t e l ’u b b id ie n z a n e l m o d o s u in d ic a to , vi p o s s o a c c e r t a r e in n o m e d i D io c h e p a s s e r e t e in C o n g r e g a z i o n e u n a vita tra n q u illa e f e l i c e .

Q uesta assicurazione d el nostro buon P a d re h a ta le una forza di persuasione sopra d e l l ’anim o m io, che per l ’affetto che io porto a lla nostra P ia S o c ie tà , a cui ho consacrato ogni respiro d e lla m ia vita, ogni palpito d el mio cuore, vorrei au gu rarle dal S ign o re che a n iun ’altra C o n gregazio n e e lla sia seconda n e lla p ratica d e lla v era e perfetta ub b id ien za, n e ll’annegazione d ella propria volontà e d el proprio giudizio.

S a r e i sicuro in tal m an iera che dessa sareb be sem pre fio­

rente ed an im ata davvero d allo spinto del suo venerato Fon­

datore. S a rà una prova che il mio augurio non riu sc ì senza frutto, la buona volontà con cui acco g lierete e sopra tutto ridurrete a lla p ratica q u eg li avvisi ed in co raggiam en ti che, secondo l'uso vi verrò scrivendo in questa m ia lettera c ir­

co lare, altern ati con notizie, q u ali consolanti e q u a li meno lie te , intorno a lla nostra P ia S o c ie tà.

1. C om e a tutti è noto, non g ià p er nostro m erito, ma per la bontà e m isericordia del Sign o re l'u m ile nostra S o ­ c ie tà ogni anno va prendendo più vaste proporzioni. P e r la conveniente direzio n e d e lle nostre C a se , com e vi fu notifi­

cato il 2 L u g lio ultim o scorso, in A m e ric a fu n ecessario

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nom inare M ons. C ostam agna V ic a r io G en erale p el versante d el P acifico , rim anendo M ons. C ag liero V ic a rio G en erale pel versante d e ll'A tla n tic o . V i fu egualm ente p artecip a ta la no­

m ina d e g l’ispettori d e ll’U rag u a y , d el B rasile, d e lla C o lom bia e del V ice-Isp etto re d el M atto Grosso. A n c h e questa volta devo darvi la notizia che fu creato un nuovo Ispettore, e questi è D . G iusep pe R o n ch ail, D irettore d e ll’O ratorio e C a s a d i P a ­ rig i, il q u a le continuerà ad av ere la sua resid en za in q u ella città. Formano la sua Ispettoria le C a se d e l N ord d e lla F ran ­ cia e q u e lle d el B elgio .

N è cred iate, o carissim i figliuoli, che siano cose di liev e momento la creazione di novelle isp ettorie e la nom ina di nuovi Ispettori. Sono d esse altrettante prove d e lla p atern a cura con cui i S u p erio ri M a g g io ri vegliano al vostro bene sp iritu ale e tem porale. E ssi stessi vorrebbero ven ir sovente a v isitarv i n e lle risp ettive C ase p e r assistervi, con sigliarvi, a iu ta rv i; più non potendo farlo p er la m o ltip licità d e lle m e­

desim e, nom inano d e g li Ispettori a questo fine, che voi a b ­ b iate , più dappresso ch e sia p o ssib ile, un p ad re, a cu i rico r­

rere con tutta fiducia ogni volta che ne sentiate il bisogno, il q u ale venga soventi volte a visitarvi, e vi aiu ti a far quel progresso che D io e la C ongregazione s’aspettano d a voi.

R ico rd an d o sovente da chi g l’ispettori e gli altri superiori lo cali vi siano stati in viati, e di q u ali facoltà siano m uniti, ho la do lce speranza che voi li considererete sem pre q u a li senti­

n elle d e lla città di D io, occhi d e lla C o n gregazione, solerti colti­

vatori d e lle anim e vostre, q u ali teneri p ad ri, co n siglieri ed am ici, q u ali rappresentanti d el R ettor M a g g io re , anzi 'q u a li rappresentanti di Dio stesso. Sp ero eziandio che voi ric e ­

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verete con grato anim o i loro av visi e col vostro zelo pro cu­

rerete loro ogni sorta di consolazioni.

2 . Q uesti p ensieri che sp o n tan ei si sono presentati a lla m ia m ente n el recare a vostra notizia che la nostra cara S o c ie tà contava una Ispettoria di p iù , mi porgono il destro d i raccom andarvi una cosa che molto mi sta a cuore riguardo a g l’ispettori. C om e di le g g ie ri potete scorgere percorrendo il libro d e lle

D elib e r a z i o n i C ap itola ri,

se g l’ispettori hanno una c a ric a d e lla m assim a im portanza, se gran d e è l’autorità ch e esercitano su lle loro C a se , sono pur grav issim i i p esi ch e debbono sostenere, sp ecialm en te nei p a e si più lontani, ove àvvi m inor facilità di rico rrere al C ap ito lo Sup erio re.

N e d eriv a quindi q u al legittim a conseguenza il dovere per tutti i confratelli, sp ecialm en te p ei D irettori, non solo di fare in modo che con gaudio essi abbiano a com piere l'ufficio loro e non sospirando, m a ancora di venir loro in aiuto nelle co se m ateriali.

V o g lio adunque sperare che non rim anga lettera m olta l ’articolo 145 d e lle nostre

D elib e ra z io n i.

S e p er tratto p ar­

tico lare d e lla P rovvidenza giungesse n elle m ani di un D irettore q u alch e sussidio straordinario, lo consegni al suo Ispettore o tutto od in q u e lla q uan tità alm eno che d all'isp etto re stesso sarà rip u tata conveniente. A n z i ciascu n a C a s a s’ad o p eri con una sagg ia econom ia di risp arm iare una q u alch e somma non d a im p iegarsi sem plicem ente in ingrandim enti od in altre cose non n ecessarie, e che forse disdicono a ll’attu ale stato finan­

ziario d e lla nostra P ia S o c ie tà , bensì d a consegnarsi a ll’ i ­ spettore per sopperire ai bisogni g en era li d e lla C o n g re g a­

zione ed a q u e lli sp ec ia li d e lla Ispettoria. N è si asp etti che

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l ’ ispettore od altro S u p erio re per iscritto o n elle sue v isite venga ad im porre l ’osservanza d i questo articolo ; m a c ia ­ scuno per coscienza e con vero spirito di o b b edienza e di ben in tesa so lid arietà com pia prontam ente questo dovere. Il vero u b b id ien te am a ed approva quanto l'u b b id ien za g li im pone, e p er e se g u irla non la perdona ad alcun sacrifizio. E ciò sia detto tanto più ancora per ciò che le

D e li b e r a z io n i

sta b ili­

scono rigu ard o al venir in aiuto a i noviziati.

3. Q ui mi pare necessario che io mi trattenga ancora con voi alcun i istanti trattando d e ll’econom ia. S e b b e n e g ià io ve l a b b ia altre volte raccom andata, sp ecialm ente n ella m ia le t­

tura in d ata 1° G ennaio 18 95 , tuttavia le relazioni d egli Ispet­

tori sullo stato di ciascu n a C a sa e più ancora i rendiconti am m inistrativi, in v iati al Prefetto d e lla C o n gregazio n e, m ’in ­ ducono a ritornare su questo argom ento, e mi giova sp erare che le m ie parole abbiano a tornare, m edian te la vostra buona volontà, di molto vantaggio a lle nostre C a se . E d è su questo punto sp ecialm en te che io vorrei veder avverato l’ a u ­ gurio che vi ho fatto in principio riguardo a ll’ub b id ien za.

S i osserva che in alcu n e C a se , in condizione meno fa­

vorevole pel numero di a llie v i e q u alità di convittori, si rie sc e non solo a far fronte a lle q u otidiane spése, ma a fare con­

sid erevo li risp arm ii, pur contentando e a llie v i e p erso n ale;

m entre in altre che trovansi in condizione molto m iglio re, q u asi non si riesce a sostenersi senza contrarre d e b iti. L a cura di ev itare spese non n ecessarie, l ’attenzione n el far le provviste, la p ratica insomma d e lle norme in d icate n e lle

D elib e r a z io n i

intorno a ll’econom ia s a ranno sicu ra g u id a ad evitare ta le inconveniente.

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Forse alcu n i confratelli si danno a cred ere ch e i S u p e ­ riori n e lle loro rep licate istanze perchè essi usino c o lla dovuta parsim onia d i quei mezzi c h e la Provvidenza c i m anda, non altro abbiano in m ira che quel poco di danaro che p er tal modo si riu scireb b e a risp arm iare. O h! p ersu ad etev i, o m iei carissim i figli, che ad un fine ben più alto tendono siffatte esortazioni ; si tratta di far sì che regni fra noi il vero sp in to di povertà, a cui ci obbligam m o per voto.

Inoltre quanto tristi non sarebbero le conseguenze d e lla m ancanza di una sagg ia econom ia nei nostri istituti, ed a q u ali ab usi p er tal modo non si ap rireb b e la p o rta !.,. S e non si cura l ’econom ia, e troppo si co n ced e a l nostro corpo nel trattam ento, nel vestiario, nei v ia g g i, n elle com odità, com e m ai av er fervore n e lle pratich e di p ie tà ? C om e esser disposti a q u ei sacrifici che sono inerenti a lla vita S a le s ia n a ? E ’ im possibile ogni vero progresso n ella perfezione, im p o ssib ile d ’esser veri figli di Don Bosco. S i d ireb b e che sul letto di m orte fosse questo il pensiero che o ccupasse più d ’ogni altro la m ente d el nostro buon P a d re ; d al suo

t e s t a m e n t o

p arrebbe che e g li niente altro più paven tasse n e’ suoi figli, poiché senza farci altre raccom andazioni, si contentò di sc ri­

vere q u este m em orande p a ro le :

V e g lia te e f a t e c h e n è l ’a m o r d e l m o n d o , n è l ’a f fe t t o ai paren ti, n è il d e s id e r i o d ’u n a vita p iù a g i a t a vi m u o v a n o a l g r a n d e s p r o p o si to d i p r o f a n a r e i s a c r i v o t i e tr a s g r e d ir e la p r o f e s s i o n e c o n c u i c i s i a m o c o n - s e c r a t i a l S i g n o r e .

D ebbo ancor aggiu n gere che l ’econom ia c i è pure im ­ posta d a ll’intenzione con cui i nostri benefattori vengono in aiuto a lle opere nostre. L a loro carità verrebbe meno

a

nostro

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riguardo qualora essi s’avvedessero che noi non facciam o retto uso d elle loro lim osine.

S e i lim iti d ’una lettera non m el vietassero, potrei narrarvi com e bene spesso le offerte che ci vengono d a vari nostri benefattori, sono il frutto di vere privazioni. Q uesto pensiero, ch e io non posso rich iam are a lla m ente senza sentirm i com­

mosso, c i g u id i in ogni circostanza d e lla vita e c i isp iri ovunque una d iscreta parsim onia nel m obilio, n el vitto, nel vestito, n e’ v iag g i e sim ili.

Forse con q u ella m oneta che voi econom izzate, ci verrà fatto di fornir il p an e ad un povero giovane di p iù, che sarà accolto n elle nostre C ase d i beneficenza ; facendo il sacrificio di q u alch e cosa non n ecessaria co ntribuirete a d ar a lla C h iesa un ministro di p iù, a lle nostre M issio n i un buon operaio, un salvatore a tante anim e in perico lo di p erd ersi.

M a v ’è ancora di più. P arlan d o v i cuore a cuore, com e si usa tra il p ad re ed i suoi figli, debbo svelarv i che d a q u alche tempo mi preoccupa e m’in q u ieta im m ensam ente lo stato finanziario d e ll’O ratorio di T orino. Q u esta C a s a per m olte ragio n i, m a sp ecialm ente p er aver somministrato m er­

can zia ad altre C a se si trova oppressa d ai d eb iti in modo d a sentirne perfino gravissim o nocum ento nel com m ercio.

D opo av erci pensato lungam ente, io non trovo che tre mezzi per uscire d a questa penosissim a situ azio ne; 1° il fare la più stretta econom ia ; 2° p raticare ciò che prescrivono le

D e l i b e ­

razioni,

che nel p agare i d eb iti si d ia la preferenza a q u elli ch e si hanno verso le C a se S a le sia n e e per conseguenza sp ecialm en te verso l ’O ratorio che è la C a sa M a d r e ; 3° in viare

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per mezzo d e ’ vostri Ispettori soccorsi al C ap ito lo S u p erio re, affinchè possa anche farne parte a ll ’O ratorio.

V i prego, o carissim i figli, di non considerare queste m ie espressio n i com e uno d ei soliti lam enti che si fanno su lla tristizia dei tem pi che corrono ; è un ap p ello che in diffici­

lissim e condizioni il p adre fa al buon cuore d ei figli. V o ­ glio sperare che l ’affetto che voi portate al S u ccesso re di Don Bosco, non perm etterà che più lungam ente io mi porti qu esta spina nel cuore.

4 . O ra m i tocca darv i una notizia ch e, se av essi potuto, ben volentieri avrei p assata sotto silenzio, pensando quanto essa d eb b a tornarvi dolorosa. I d iletti nostri co n fratelli d el l’E q u ato re, per ragioni che potete facilm ente im m agin are, furono o b b lig ati ad abbandonare le loro C ase e rifu giarsi con im m ensi d isag i n e lla R e p u b b lic a d el P erù . V o i sap ete come uno di essi, il nostro carissim o D . G iovanni M ila n o , venne meno ria le sofferenze d e lla sua m alferm a salu te e gli in ­ com odi di lungo viaggio , e son certo che ap p en a ricev este l ’annunzio d e lla sua morte, voi vi affrettaste a suffragare l ’a ­ nim a sua. Frattanto, oltre 1 C o n fratelli add etti a lla missione d e g li Jiv aro s, due soli S a le sia n i rim angono n e ll’E q u ato re, ivi trattenuti da u rgenti affari. M i consola però il potervi annun­

ziare che i C onfratelli originari d el p aese, com e pure gli ascritti, sebb en e potessero rim anere tran q u illi n e lla loro p a ­ tria, fed eli a lla loro vocazione, preferirono quasi tutti di segu ir i loro superiori.

S e mi addolorò la narrazione dei loro gravissim i patim enti, mi fu pure di gran de conforto il sapere, che, ap p en a posto p ied e a L im a, da veri figli di D . Bosco, sebb en e sfiniti d i

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forze e i presero coraggio, ed incontanente rim iserò mano al lavoro. Q uanto deve am arli il Sign o re, avendoli creduti d egn i di p atire per L u i ! L a loro ero ica pazienza ci serva d ’esem pio per sopportare anche noi con m erito le pene in e ­ vitab ili nel com piere i nostri doveri.

Intanto vivam ente si d esid erava nel P erù la fondazione di p arecch ie C a se S a le sia n e , e la P ro v vid en za, sem pre am m i­

rab ile ed am ab ile n elle sue v ie, esau d ì i d e sid e ri di q u ei buoni catto lici provvedendo così il p ersonale con cui si po­

terono realm ente fondare alcu n e C ase ed O ratorii festivi.

5. R eggen d o il timone d e lla nostra cara C ongregazione verrei meno al mio dovere, se non avessi grandem ente a cuore lo sviluppo ed il progresso d e lla m edesim a. Q uesto è il motivo che ognora mi sprona a rivolgere tutti i m iei pensieri e le m ie sollecitudin i a lla cura d e lle vocazioni, senza di cui la P ia S o cietà di S an F rancesco di S a le s lan gu ireb b e, e non corrisponderebbe a l fine che D . Bosco si propose nel fon­

d arla. E ’ ben consolante per me il constatare che molti buoni C o n fratelli e zelanti D irettori si mostrano ognor disposti a secondare i m iei sforzi per raggiun gere questo scopo. Il Sign o re ha benedetto le loro fatiche, ha dato increm ento a lle p ia n ­ tic e lle da loro co ltivate, sicché poterono in v iare un numero considerevole di A sc ritti ai nostri noviziati. M a non m’è dato d i afferm are la m edesim a cosa di alcu n e nostre C a se , fortu­

natam ente ben poco num erose, le q u ali n e ll’anno testé sp irato non died ero frutto alcuno per la C ongregazione. D io voglia che quei C o n fratelli si facciano prem ura di rip arare ta le defi­

cien za coltivando con m aggior zelo le vocazioni in avvenire.

V o i non farete le m eraviglie, se io vi confesso, che, formato

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a lla scuola di Don Bosco, non so chiam are vero zelo quello di un religioso o d 'u n sacerdote, il q u ale si tenesse pago d ’istru ire ed ed u care i gio van i d el suo Istituto o d ella sua scuo la, e non cercasse d ’av viare verso il santuario q u e lli in cui scorgonsi segni di vocazione e che sogliono essere i m igliori.

6 . P el carattere poi che è proprio d e lla nostra P ia S o ­ c ie tà , non solo è riserb ata abbondantissim a m esse per gli e c c le sia stic i, ma i nostri carissim i confratelli coadiutori son essi pure chiam ati ad esercitare un vero apostolato in favore d e lla gioventù in tutte le nostre C a se e sp ecialm ente poi n elle nostre scuole pro fessio n ali; p erciò fa d ’ uopo siano col­

tivate le vocazioni religio se anche frammezzo i nostri g io ­ vani artigian i e coadiutori.

E g li è sp ecialm ente per tali scuole professionali che la S o ­ c ie tà S a le sia n a è tanto d esid erata n e ll’ A m e ric a , A fric a , A s ia ed in varie nazioni d ’E uropa. S i fu appunto an ch e p er p re­

p arare fra i nostri operai d e i coadiutori S a le sia n i esem plari che il I V C ap ito lo G en erale ha tracciato molte regole im ­ prontate di zelo, carità e prudenza per l ’indirizzo m orale, in tel­

lettu ale e professionale d ei nostri alunni. M a a che servi­

reb b e l ’av erle nel libro d e lle D

elib era z io n i,

se coloro che sono add etti a lia direzione dei nostri a rtig ia n i, non le le g ­ gessero sovente, e non se le riducessero, per così d ire, in succo e in san gu e? A lla perfine n e ll’insistere p erchè siano co ltivate le vocazioni, n u lla io propongo di nuovo, n u lla do­

mando di straordinario, vi prego solam ente d ’im itare gli esem p i di D. Bosco e d ’osservare q u elle le g g i che noi stessi, nel d esid erio di m aggior b en e, ci siam o im poste n ei nostri C a p ito li G en erali.

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E ’ di assoluta necessità osservare q u a li giovani a itig ia n i mostrino qualche segno di vocazione, co ltiv arli come asp iran ­ ti, farli p artecip are ag li esercizi spiritu ali durante le vacanze, ricev ere e facilm ente esau d ire le dim ande di q u elli che d e si­

derano essere ascritti quando hanno raggiunto l ’età di 16 o 17 anni. A llo ra conviene per quanto è p o ssib ile, m an d aili prontam ente a lla C asa di noviziato, dove si possano .'acco ­ g lie re frequentem ente a conferenza per loro sp iegare la S an ta R e g o la , istruirli intorno a q u elle virtù che un buon religioso d ev e p raticare e intorno a quei difetti che deve ev itare. O ve questi siano in numero lim itato, tali conferenze dovrebbero tenersi a g li ascritti ch ierici ed artig ian i ad un tempo. Non così se gli ascritti artigian i e coadiutori sono num erosi, poiché allora converrebbe procurar loro una c asa apposita, e, previa approvazione d el C ap ito lo S u p erio re, form are un noviziato a p arte, come si p ratica a S an B enigno, e com e g ià s’inco- m in cia con m ia grande soddisfazione a p raticare altrove.

M i prem e infine farvi notare, o carissim i figli, che se è questo un dovere che incom be sp ecialm ente ai D irettori, tutti i S a le sia n i S acerd o ti, ch ierici e coadiutori possono ancor essi suscitare fra i loro allie v i, conservare e conso­

lid a re d e lle vocazioni a lla P ia S o c ie tà S a le sia n a coi loro buoni consigli ed ancor più col loro buon esem p io ; e questo è il motivo che m ’indusse a trattarne in una circo lare d e ­ stinata a tutti i C onfratelli.

7. E poiché si tratta qui d e lla formazione d el personale d i cui abbisogna la nostra P ia S o c ie tà, mi torna gradito farvi p artecip i di una consolazione, che ebbero lo scorso anno i S up erio ri, loro procurata dallo splendido esito ottenuto

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qui in Italia d ai C o n fratelli che si presentarono a g li esam i di licen za lic e a le , gin n asiale e di patente da m aesti elem en ­ tari. Sp ero sarà questo non solo di consolazione, ma altresì d’incitam ento a tutte le C a se dove si preparano d ei nostri C o n fratelli a sim ili esam i.

A ltr a sorgente di com une gaudio sarà pure la notizia che si finì in T orino il processo informativo intorno a lla vita e virtù d el nostro buon P ad re D . Bosco. P regh iam o con m aggior fervore affinchè la sua cau sa possa continuare a p ro ced ere con a la c rità per le v a rie fasi, per cu i deve a n ­ cora p assare.

T en go per certo che se sarem o fed eli n e lla p ratica d e l­

l’ub b id ien za, q u ale ci venne in cu lca ta da D . Bosco, n e l­

l’osservanza d e lle nostre R e g o le e D elib erazio n i, e se inoltre uniremo una pregh iera um ile, fervorosa e pien a di confidenza, interponendo l ’intercessione di M a ria S S . A u s ilia tric e , non sarà troppo lontano il giorno in cui vi si potrà d are la lieta notizia che la P ro vviden za ci è venuta in aiuto n elle nostre n ecessità, e si ved rà crescere in modo consolante il numero d ei C o n fratelli anche fra i C o ad iu to ri ed artigian i ; ed infine saranno soddisfatti i vivi nostri d esid eri di v ed ere il nostro buon P ad re d ich iarato

V enerabile.

Non so porre term ine a questa m ia lettera senza riv o l­

gere un mesto pensiero a q u ei com pagni di viaggio che noi lasciam m o indietro n el corso d e ll’anno or ora trascorso. M i addolora profondamente il v ed ere che son assai num erosi, e che m olti caddero stilla b re c c ia ancor gio van i e robusti, m entre noi avevam o sì gran bisogno di personale. P reghiam o per loro e inchiniam oci dinanzi ai d ecreti di D io, che ce li

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to lse ; e poiché q u est’anno sarà certam ente l ’ultim o per a l­

cuni di noi, affrettiam oci co ll’aiuto di M a ria S S . a p rocurarci un bel corredo di m eriti pel P arad iso . — C red etem i sem pre q u ale godo professarm i

Vostro a f f . m o in G. e M .

S a c . Mi c h e l e Ru a.

V o c a z io n i - V III C ap ito lo G e n e ra le . D ecen nio d e lla m o rte di D on Bosco.

N . 18.

Torino, li 20 gennaio 189B.

C a riss im i F ig li in G. C.

So ven ti volte il nostro D . Bosco di sem pre cara e v e ­ n erata m em oria, sp ecialm ente n egli ultim i anni d e lla preziosa sua vita, fu sorpreso da q u elli fra i S u p e rio ii che più l ’a v ­ vicinavano tutto assorto in gravissim i p en sieri ed in profonde m editazioni. Interrogato con q u ella figliale confidenza che sa­

peva isp irarci co lla sua bontà, se m ai fisicam ente soffrisse, o se q u alche m orale afflizione opprim esse il tanto tenero suo cuore, e g li, com e se si fosse in q u e ll’istante risvegliato dal sonno, con tutta sem p licità rispondeva av er fatto in ispirito una visita a lle sue case anche più lontane, ed aver conosciuto di ciascun confratello la buona volontà, lo zelo ed i m eriti, non meno che le p en e ed i bisogni. E non è da m eravigliarn e, poiché D . Bosco viveva d e lla vita d ei suoi figli. Dopo Dio essi erano ad ogni momento l’oggetto d e ’ suoi p ensieri e

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d e lle sue più vive so llecitu d in i. E d io non cted o di andar errato nel pen sare che in tali visite la m ente d el nostro buon P a d re fosse illu m in ata da superne illustrazioni.

A b b assan d o ora lo sguardo su di me, suo indegno su c­

cesso re, non ravviso in me stesso alcu n lum e e neppure a l­

cu n a di q u e lle rare doti che adornavano l’anim o del nostro carissim o D . B o sco ; solo io sento che è arden te in m e il desid erio di cam m inare sulle sue tracce, e che vivo quanto m ai è pure l ’affetto che io porto a tutti i m iei cari S a le sia n i.

E queste sono le due a li co lle q u ali sovente an ch ’io volo in ispirito a visitarvi, ovunque la mano d ella P ro vviden za vi a b b ia condotti, rallegrandom i del bene che an d ate facendo e affliggendom i con voi se m ai q u alch e cosa vi affligga. Q uesta volta però son persuaso che la m ia visita sarà per tornarvi più profittevole, prendendo essa la forma sensib ile d ’una le t­

tera circo lare, n e lla q u ale, secondo il solito, col cuore a lla m ano vi darò alcun i avvisi e vi rivolgerò alcu n e parole d ’e d i­

ficazione e d ’incoraggiam ento.

1. A nzitu tto fa d ’uopo ch e io vi m anifesti di q u al soave conforto mi sia in mezzo a lle pungenti spine che io devo incontrare sul mio sentiero, il v ed ere che voi continuate a circo n d are di figliale rispetto e di veram ente re lig io sa carità il vostro R etto r M a g g io re , com e ne fanno fed e, fra le altre co se, le molte b ellissim e lettere, co llettive ed in d iv id u ali, ch e ricev etti n e lla ricorrenza d e lle F este di S . G iovanni B at­

tista, d i S . M ic h e le A rc a n g e lo e d el S S . N ata le. O ltrem odo g rad ite mi giungono queste dim ostrazioni d ’affetto, perchè sem pre vanno accom pagnate da prom esse di ognora m iglior condotta, di fervorose p regh iere e com unioni secondo le m ie

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