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che da Parmaarrivava in Sicilia

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Academic year: 2022

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DOMENICA 4 OTTOBRE 2015

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CARABINIERI

L'INDAGINE PARTITA DOPO UNA RAPINA IN UNA GIOIELLERIA

Quel fiume di eroina che da Parma

arrivava in Sicilia

Operazione «Triglie Rosse»: cinque arresti e quattro chili di stupefacente sequestrati

Laura Frugoni

II La sporcizia si deposita a stra- ti: più gratti a fondo e più scovi le vecchie incrostazioni.

E' capitato qualcosa di simile ai carabinieri del Comando provin- ciale di Parma alle prese con un'indagine per un brutto assalto a una gioielleria - la Montelupo di Langhirano, la mattina del 2 maggio 2014: dando la caccia a una banda di rapinatori si sono accorti che erano (anche) dei traf- ficanti di droga. Dovevano recu- perare un carico di gioielli rubati e sono arrivati (anche) a metter le mani su quattro chili di eroina.

Cominciamo dal fondo, ossia dalla notizia di ieri: cinque or- dinanze di custodia cautelare in carcere firmate dal gip del tri- bunale di Parma su richiesta del- la procura, eseguite dai militari all'alba di giovedì.

L'indagine è del Nucleo investi- gativo, che ha così messo in gi- nocchio un'organizzatissima banda di trafficanti e spacciatori di droga che veniva acquistata al- l'ingrosso a Parma, in gran parte approdava in Sicilia ma ce n'era

anche una fetta per la piazza par- migiana, un mercato che non co- nosce crisi. Il canale siciliano por- ta dritto a Canicattì: non è un caso che i personaggi chiave di questa storia fossero tutti originari di quel paese dell'Agrigentino.

Di Canicattì è Francesco Liuzza, 43 anni, che però aveva traslocato a Parma e qui risiedeva da qual- che tempo: gli investigatori riten- gono fosse l'uomo che comprava la droga all'ingrosso per riven- derla ai compari siciliani. Giove- dì non hanno neanche dovuto ar- restarlo: è già in via Burla e più avanti vedremo perché. In Sicilia a Ravanusa, altro Comune del- l'Agrigentino, sono andati invece andati a prendere il compratore locale: Antonino Gattuso, 43 an- ni, personaggio già ben conosciu- to dai carabinieri agrigentini che hanno collaborato all'indagine insieme ai colleghi di Varese.

A Saronno è stato arrestato Servet Gjini, 33 anni, il fornitore albanese da cui Liuzza acquista- va la droga. Chiudono il cerchio due personaggi di casa nostra:

Andrea Villa, 47 anni, nato a Fio- renzuola e residente a Parma e

Vittorio Canetti, 49 anni, nato e residente a Langhirano, anche quest'ultimo si trova già in car- cere. Villa e Canetti sono ricon- ducibili a una parallela rete di spaccio al dettaglio per la ven- dita di eroina e metadone tra Parma e provincia.

Particolare che dà una pennel- lata di colore all'indagine: l'ope- razione è stata chiamata dai ca- rabinieri «Triglie rosse», perché così chiamavano in gergo la dro- ga gli affiliati della banda nelle conversazioni telefoniche. Se l'ordinazione era di triglie rosse voleva dire che avevi bisogno di eroina, ma c'erano anche ordi- nazioni di triglie bianche e in quel caso si parlava di cocaina.

E la rapina alla gioielleria di Langhirano che c'azzecca con il traffico di droga? In pratica, era stata la prima indagine ad aprire il vaso di Pandora. In quel piovoso venerdì mattina alla Montelupo s'erano presentati in tre, due uo- mini e una donna, a volto sco- perto (lei perfino con un tatuag- gio ben visibile sul collo) armati di pistole e bastone. L'orefice fu mi- nacciata, spinta in un angolo, pol-

si e caviglie bloccati con le fascet- te da elettricista. Stessa sorte per un corriere rumeno che si era pre- sentato con un pacco da conse- gnare nel bel mezzo della rapina.

Fuggirono con 100 mila euro di preziosi. Su quel colpo i carabi- nieri della stazione di Langhira- no hanno indagato per mesi, con- frontando gli identikit con mon- tagne di foto segnaletiche. Arri- varono a Liuzza e con le inter- cettazioni e gli appostamenti in- dividuarono anche il secondo uo- mo del blitz, un albanese di 25 anni. A un certo punto accadde qualcosa che impresse lo scatto in avanti: dalle intercettazioni fu chiaro che l'albanese era in par- tenza per la Sicilia, con sé aveva un grosso plico. Porta via i gioielli, pensarono gli investigatori. E in- vece, quando lo bloccarono per arrestarlo, scoprirono il suo trol- ley gonfio di eroina. Arrestati i tre autori della rapina - l'albanese, Liuzza e la giovane donna, guarda caso anche lei di Canicattì - riu- scirono a recuperare circa metà della refurtiva: in parte nelle abi- tazioni dei tre arrestati e in parte già piazzata nei «compro oro» di Canicattì e dintorni. L'indagine era chiusa. Ma intanto c'era un'al- tra pista che s'era aperta insieme a quel trolley: quella della droga.

Anche il secondo teorema si è fatto via via più chiaro: gli in- vestigatori hanno appurato che la banda finanziava l'acquisto degli stupefacenti con le rapine a mano armata. E nel traffico di eroina e cocaina era lo stesso Liuzza il punto di contatto tra le due organizzazioni parallele, quella siciliana e quella parmi- giana. Un personaggio sicura- mente abile, legato a doppio filo ai suoi compaesani e spregiudi- cato nel muoversi su vari fronti.

Da notare che quando era an- dato a rapinare la gioielleria di Langhirano doveva avere una certa fretta di tornare a casa. In quel periodo era agli arresti do- miciliari. u

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