• Non ci sono risultati.

E se provassimo ad educare all’incertezza? Mauro Maggi,

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Condividi "E se provassimo ad educare all’incertezza? Mauro Maggi,"

Copied!
1
0
0

Testo completo

(1)

Fonte: r

E se provassimo ad educare all’incertezza?

Mauro Maggi,

piano giovani del gruppo abele)

Esperienza comune è il ricordo di quando papà ci insegnò a pedalare. Come possa aver fatto mio padre a fare un’operazione formativa tanto memorabile davvero non so. Però so che dalla bici non sono più sceso. Altrettanto profonda, ma questa volta posso parlare solo per me, fu quella volta che il mio maestro delle elementari ci prese da parte, un gruppetto di noi piccoli studenti e ci spiegò come si fanno i bambini. Lo ricordo ancora! Sia quel giorno, che penso fosse un giovedì, sia come si fanno i bambini…

Sono milioni gli agenti esterni che influiscono nel corso della vita. Ognuno di noi rielabora questi stimoli: li seleziona, li sceglie e poi agisce riproducendo il suo immaginario di riferimento. Dalla famiglia ai contesti più sociali (come vivere in un periodo di crisi economica o internet) tutti siamo in questo interscambio comunicativo continuo.

Il mondo dell’educazione è inserito in questa coazione a ripetere di informazioni, esperienze, racconti (ricezione-produzione-ricezione-produzione). Insomma anche noi educatori a vario titolo riceviamo, rielaboriamo e riproduciamo messaggi, contenuti, immaginari.

Tutto ciò vale anche per il contesto scolastico? Forse no, perché la scuola non è un contesto come un altro. La scuola è un territorio delle contaminazioni per eccellenza. I giovani sono portatori di pensiero innovativo. Gli scienziati, gli artisti, i maestri sono persone di ingegno e capaci di nuove scoperte nei diversi campi. Il mix che nasce in ciascuna classe in più aiuta e facilita l’apprendimento moltiplicando le possibilità educative/formative.

La scuola non è lo specchio della società, bensì un luogo incerto, sempre in mutamento, capace di far germogliare le idee, di facilitare la scoperta di nuove risposte ai soliti problemi. Ma è così? La scuola si concede di cambiare continuamente? Di concepirsi in continua evoluzione? Di raccogliere gli stimoli innovatori di chi la abita?

Sognare una scuola così è più che legittimo, una scuola dove forma e sostanza procedono di pari passo, ovvero dove lo stesso contesto/scuola ha in sé dei dispositivi educativi. Una scuola dove non è tutto preordinato e quindi dove si insegna a sviluppare un ruolo attivo nelle persone che realmente possono cambiare le cose.

La scuola si deve riscoprire magnifica. Usando termini correnti: la scuola deve essere una

“fabbrica” di esperienze, un “social network” relazionale in circolo, un “talent” dove ognuno è protagonista. La scuola funziona ed è riconosciuta come fondamentale quando fa sentire speciali le persone che la vivono. Perché il far sentire speciali le persone è parte di un processo educativo che valorizza e che non sminuisce.

Ovviamente ogni cosa detta vale anche all’opposto. E’ memorabile allo stesso modo sentirsi un numero. Sentirsi ripetere la stessa lezione negli anni e pensare che nulla apparentemente si collega alla vita reale. Aspettare su di un banco che arrivi la campanella. Passare tanti anni in scuole senza di fatto lasciarci dentro traccia. E purtroppo tutto questo è altrettanto educativo.

Riferimenti

Documenti correlati

- Scuola paritaria con un significato sociale e civile con cui afferma il principio di sussidiarietà, accolto dalla Costituzione Italiana, infatti con la sua

La maggior parte degli studenti deve affrontare anche lunghi viaggi per arrivare a scuola e ciò comporta una fase di accoglienza nella didattica della prima ora, per i ritardi

La crescita educativa dei ragazzi avviene quindi in un clima formativo in cui docenti, studenti e genitori, in reciproca collaborazione e nel rispetto dei propri ruoli, progetta

Il sogno della scuola può essere allora un sogno ad occhi aperti e può coincidere con l’utopia di un mondo diverso, come è accaduto negli anni Sessanta, quando le guide a

A decorrere dall’anno scolastico 2020/2021 la valutazione periodica e finale degli apprendimenti è espressa, per ciascuna delle discipline di studio previste dalle

Fermi (con il supporto di AICA) ha introdotto tra i contenuti didattici curriculari del triennio Sistemi Informativi Aziendali , i moduli previsti dalla certificazione Eucip

Col passare degli anni, poi, un’attitudine spiccata alle innovazioni ha portato lo Zuccante sia a introdurre e approfondire discipline e procedimenti:

Dall’analisi degli esiti del monitoraggio si è passati alla strutturazione ed erogazione di un corso di formazione, avviato nell’anno scolastico 2016-2017, rivolto