Diverticolite acuta* 26
P ER -O LOF N YSTRÖM
Pensate alla diverticolite acuta come ad una appendicite acuta sinistra che, comunque, viene di solito trattata senza intervento chirurgico.
I diverticoli del colon non sono dei “veri” diverticoli bensì delle erniazioni della mucosa attraverso un punto debole della parete muscolare dell’intestino.
Possono formarsi ovunque nel colon anche se sono più frequenti nel sigma. La mucosa sporge dai punti di penetrazione dei vasi sanguigni che attraversano la parete intestinale su entrambi i lati, dove il mesentere si unisce all’intestino. Si ritie- ne che la pressione all’interno del sigma, che può essere molto elevata, causi l’e- spulsione della mucosa. La muscolatura liscia del colon sigmoideo interessato, a dif- ferenza di quella del resto del colon e del retto, è spesso ipertrofica. Questa iper- trofia è sempre localizzata nella parte superiore del sigma e raramente si estende per più di 15 cm. I diverticoli compaiono principalmente in questo segmento ispes- sito di ansa sigmoidea, ma non si limitano ad esso. L’ipertrofia muscolare può inte- ressare la giunzione retto-sigmoidea, ma non si estende mai al retto (15 cm dalla rima anale) è invece frequente riscontrare dei diverticoli che si estendono nel colon discendente. Sappiate che la diverticolosi – la semplice presenza di diverticoli nel sigma – è più frequente in individui che seguono una dieta di tipo occidentale, mentre la diverticolite acuta – l’infiammazione del segmento colico contenente diverticoli – è relativamente più rara.
Patologia chirurgica
Il termine “diverticolite acuta” copre un ampio spettro di condizioni patolo- giche, ognuna delle quali è correlata ad uno specifico quadro clinico che a sua vol- ta richiede un trattamento selettivo.
In corso di intervento per diverticolite acuta, il sigma appare come una massa fusiforme ispessita, contenente soltanto qualche diverticolo, ma ci sono anche casi in cui vi è un ispessimento minore e numerosi diverticoli, uno dei quali, perforandosi, è causa della flogosi acuta. Tali osservazioni fanno riflettere sulla patologia di base della diverticolite acuta. B.C. Morson, il famoso patologo del St. Mark’s Hospital di
*Al termine del capitolo troverete un commento dei curatori.
Londra, ha evidenziato come l’ipertrofia della parete intestinale sia la patologia pri- maria. Ora, noi siamo inclini ad accettarlo, aggiungendo che anche il tessuto adipo- so mesenterico ha un ruolo importante: difatti esso, “risalendo” lungo la parete inte- stinale, va incontro a flogosi, determinando un flemmone o un ascesso e, guarendo, una fibrosi. Secondo la nostra esperienza sarebbe più corretto definire molti casi di diverticolite acuta delle sigmoiditi acute – riconoscendo che si tratta di una infiam- mazione acuta della parete intestinale e del mesentere ispessiti. Quando è un diver- ticolo ad essere eroso da un coprolita, si riscontra una flogosi localizzata che indivi- dua la sede della perforazione mentre, se ci troviamo di fronte ad una peritonite ster- coracea diffusa, l’agente causale è un diverticolo perforato. Frequentemente in que- sti casi il mesentere, le appendici epiploiche, sbarrano la perforazione favorendo così la formazione di un ascesso peri-colico. A volte poi la perforazione si fa strada nel solo mesentere, con conseguente flemmone o ascesso mesenterico. Quest’ultimo può successivamente perforarsi nella cavità peritoneale libera dando però segni addomi- nali e sistemici minori; altre volte può causare invece una setticemia – di solito in pazienti in cui non è possibile circoscrivere ed isolare la perforazione. La diverticoli- te e la sigmoidite tendono facilmente a formare aderenze locali e a fistolizzare. Il mec- canismo che determina la formazione di fistole è ignoto; la maggior parte dei pazien- ti con questo tipo di problema, non si presenta in urgenza e spesso non riferisce neanche all’anamnesi di aver avuto precedenti attacchi di diverticolite acuta. Molto spesso la fistolizzazione avviene in vescica. Il paziente si rivolge al medico per una pneumaturia o una infezione persistente del tratto urinario.
Le fistole possono anche comunicare con le tube di Falloppio, l’utero, l’inte- stino tenue o la cute. Di solito si ritiene che la fistola sia la sequela di un ascesso ma, spesso, non vi sono segni di ascesso associato e comunque, se realmente presente, sicuramente doveva essere stato silente o essersi drenato spontaneamente attraver- so il tratto fistoloso.
Caratteristiche cliniche, diagnosi ed approccio
È clinicamente pragmatico pensare ad una diverticolite acuta o ad una sig- moidite acuta come ad una “appendicite acuta sinistra”. Tuttavia, a differenza del- l’appendicite, la maggior parte degli episodi di diverticolite acuta si risolve senza un intervento chirurgico (così come in realtà potrebbe risolversi la maggior parte degli episodi di appendicite acuta. Vedi ●
❯Cap. 28 – i curatori).
Di fatto, riteniamo utile inquadrare gli scenari clinici della diverticolite acuta in ordine di gravità crescente:
– diverticolite flemmonosa semplice e FORME COMPLICATE:
– ascesso peri-colico
– perforazione libera con peritonite purulenta
– perforazione libera con peritonite stercoracea
Diverticolite flemmonosa
La maggior parte dei pazienti ricoverati in ospedale per diverticolite acuta ha un flemmone ed è ancora in grado di avere una risposta anti-infiammatoria che soffoca l’infiammazione. Questi pazienti sono in buone condizioni generali, ma sono affetti da dolore acuto e da dolorabilità alla palpazione in fossa iliaca sinistra ed ipogastrio. Sempre all’esame clinico dell’addome o all’esplorazione rettale è pos- sibile palpare una massa. Ci sono segni di flogosi sistemica con febbre, aumento della PRC (proteina C-reattiva) e leucocitosi con formula leucocitaria spostata a sinistra. A questo stadio la diagnosi è clinica. Il paziente viene trattato con terapia conservativa e, di solito, risponde positivamente.
Trattamento conservativo della diverticolite acuta
Generalmente i pazienti con diverticolite flemmonosa “lieve” sono ricoverati in ospedale, dove sono trattati con digiuno assoluto, infusione di liquidi per ev, anti- biotici ad ampio spettro che vengono protratti fino a quando i segni dell’infiamma- zione sistemica non si riducono. Tuttavia il colon contiene le feci e continuerà a con- tenerle anche dopo qualche giorno di digiuno. Perciò qual è la base logica del regi- me “tradizionale”? Controbattiamo che, in assenza di ileo intestinale associato, pote- te nutrire il paziente o almeno somministrargli liquidi per os piuttosto che per endo- vena. Lo stesso vale per gli antibiotici: potete ottenere una “copertura” perfettamen- te adeguata per batteri anaerobi ed aerobi del colon con farmaci per os quali il metronidazolo e la ciprofloxacina. Perciò se la terapia endovenosa non è necessaria, perché ricoverare il paziente? Difatti è possibile trattare la diverticolite acuta lieve ambulatorialmente, con la semplice somministrazione di antibiotici per os.
Diverticolite complicata
In una minoranza di pazienti con diverticolite i segni locali e sistemici di flo- gosi persistono o si accentuano dopo un paio di giorni. A questo punto dovreste iniziare a considerare la presenza di forme complicate di diverticolite: è il momen- to di prescrivere una TC addome ( ●
❯Cap. 5) per definire meglio il quadro clinico anatomo-patologico.
P. Ambrosetti di Ginevra ha individuato dei criteri per classificare in manie- ra clinicamente significativa la diverticolite acuta alla TC
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– Attacco lieve: ispessimento della parete intestinale >5 mm con segni di flogo- si del grasso peri-colico;
– Attacco grave: in aggiunta ai segni suddetti, presenza di ascesso, di gas extra- luminale o spandimento del mezzo di contrasto.
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