Sardegna – Pag. 15 17 aprile 2007
CARBONIA, INIZIATIVA A QUATTRO PER METTERE A PUNTO E REALIZZARE IL PROGETTO «FINE CO2»
Dal carbone energia pulita rispettando l’ambiente
UNA SINERGIA CHE COINVOLGE I RICERCATORI DELL’ANSALDO,SOTACARBO,ENEA E ITEA
CARBONIA. Cordata a quattro (Ansaldo Energia, Sotacarbo, Enea e Itea) per realizzare il progetto “Fine CO2 “ - Flameless Italian No Emission- di anidride carbonica.
L’impegno dei ricercatori mira a produrre energia elettrica con l’uso pulito del carbone senza immettere in atmosfera i gas serra.
Il protocollo di Kyoto impone ai paesi, compresa l’Italia, che hanno sottoscritto l’accordo di ridurre le emissioni di anidride carbonica nell’aria e la soluzione sembra a portata di mano. Con la nuova tecnologia «Near Zero Emission» che sfrutta sistemi di produzione di energia caratterizzati da emissioni di prodotti che non inquinano l’ambiente e non alterano il clima. Ed è la CO2 a tenere alto l’interesse dei paesi industriali del pianeta per le alterazioni climatiche mentre le polveri sottili, le ceneri, e gli ossido e le anidridi di solfo e di azoto sono l’incubo degli abitanti che abitano nei centri che gravitano nei centri dove sono istallate termocentrali alimentate a carbone. La ricerca ha messo a punto il progetto Isotherm, presentato ieri pomeriggio, a Carbonia, nella miniera di Serbariu alla presenza dell’assessore regionale all’industria Concetta Rau dal pool tecnico delle quattro società coinvolte nell’iniziativa. «Questo processo - ha chiarito ad un pubblico attento, Alvise Bassignano, amministratore delegato di Sofinter (Ansaldo-Energia) - consente di utilizzare carboni di basso rango (Carbone Sulcis o carboni di qualità anche inferiori rispetto a quelli usati nelle centrali Enel) senza immettere in atmosfera i gas della combustione. Brevemente, in un combustore ad alta pressione è possibile catturare l’anidride carbonica e produrre contemporaneamente residui solidi inerti. Scomparsa totale dei metalli pesanti perché, alle alte temperature di processo, si ottiene una sostanza amorfa (vetro) che può essere allocata in discarica». Conti alla mano, oltre alla separazione e allo sconfinamento dell’anidride carbonica i costi di produzione dell’energia elettrica sarebbero inferiori a quelli correnti di oltre il 30 per cento. «Nel combustore - ha spiegato Giuseppe Girardi dell’Enea - viene prodotta una combustione senza fiamma (flameless) ma è un processo perfetto perché all’interno dell’impianto la temperatura, altissima 1500-1800 gradi, è uniforme in tutta la camera di reazione. Quindi si ottiene il massimo rendimento termico e il composto organico totale è 1000 volte inferiore alle tecnologie tradizionali. Insomma si ottengono scorie vetrificate alla base del reattore». I vantaggi di questa tecnologia sono molteplici e i tecnici presenti hanno voluto segnalare anche la possibilità di utilizzo del carbone con una granulometria decisamente superiore a
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quella che attualmente viene sfornata dai frantoi delle centrali Enel. L’impianto Isotherm, per marciare ha necessità di disporre di maggiori quantità di ossigeno rispetto ai bruciatori tradizionali. «Ebbene i prezzi di questo comburente - ha aggiunto Giuseppe Girardi - sono compatibili con i costi d’esercizio dell’impianto ma i vantaggi sono decisamente importanti». L’unico inconveniente è dove stoccare l’anidride carbonica sequestrata agli impianti. «La ricerca - ha sostenuto Mario Porcu, presidente della Sotacarbo - ha individuato la possibilità di immagazzinare il gas responsabile dell’effetto serra nei giacimenti di carbone non estraibile, nei giacimenti petroliferi esausti e commercialmente inutilizzabili Si ottiene in questo modo la risalita di metano». Per realizzare il progetto occorrono 60 milioni di euro e 60 mesi di tempo per la realizzazione- A disposizione, per la prima fase sono disponibili 1.5 milioni di euro mentre per le due fasi successive si richiedono fondi regionali e Cerse a sostegno della ricerca nel settore elettrico. La presenza dell’assessore regionale all’industria Rau e di Giuliano Murgia, presidente di Sardegna Ricerche lasciano intendere che il progetto seguirà un iter rapido.
Erminio Ariu