INDICE
1 - DESCRIZIONE DELL'AZIENDA
1a – Localizzazione, suddivisione in corpi fondiari e loro distanza, giacitura terreni, sistemazioni idraulico- agrarie, irrigabilità e sistemi di irrigazione.
1b – Produzioni e servizi
-Produzioni erbacee e Piantagioni -Allevamenti
-Descrizione dell’allevamento -La produzione colturale
-Verifica della capacità teorica del fondo agricolo di coprire quota parte delle necessità foraggiere degli animali ANTE-AMPLIAMENTO
-Verifica del rapporto di copertura dei fabbricati ad uso allevamento zootecnico, della superficie del relativo corpo aziendale ANTE-AMPLIAMENTO
-Verifica della conformità alla norma sullo stoccaggio, il trattamento e la distribuzione delle deiezioni ANTE-AMPLIAMENTO
-Verifica rapporto Peso Vivo su superficie in utilizzazione agronomica ANTE-AMPLIAMENTO
1c – Fabbricati e/o strutture per l’attività aziendale 1d – Organizzazione di vendita
1e – Parco macchine 1f – Manodopera
2 – DESCRIZIONE DELL’INTERVENTO IN PROGETTO
-Descrizione dell’intervento
-Tipo, codice di area, riferimenti catastali su cui e’ effettuato l’intervento
3 di 60 -Giustificazione tecnica dell’intervento
-Descrizione dei dimensionamenti per specifica categoria di animali
-Verifica della capacità teorica del fondo agricolo di coprire quota parte delle necessità foraggiere degli animali POST-AMPLIAMENTO
stima delle unita' foraggere “standard” prodotte
-Verifica della quota minima approvvigionamento di unità foraggere
-Verifica del rapporto di copertura dei fabbricati ad uso allevamento zootecnico, della superficie del relativo corpo aziendale post-realizzazione del progetto
-Verifica della conformità alla norma sullo stoccaggio, il trattamento e la distribuzione delle deiezioni post- realizzazione del progetto
superficie a disposizione per l'utilizzazione agronomica degli E.A.
Stima della quantità di azoto utilizzabile
Descrizione della gestione delle deiezioni e indicazioni sulla comunicazione di smaltimento/PUA
-Verifica rapporto Peso Vivo su superficie in utilizzazione agronomica POST-AMPLIAMENTO Vulnerabilità ai nitrati delle superfici in utilizzazione agronomica
Calcolo rapporto Peso Viso su superficie in utilizzazione agronomica POST-AMPLIAMENTO
-Verifica delle distanze del nuovo insediamento da confini, case sparse, centri abitati calcolo del peso vivo allevato
calcolo del punteggio in base alla gestione dei reflui, della ventilazione, dello stoccaggio reflui, ponderato in base al peso viso per ogni categoria allevata in riferimento alla tabella precedente riepilogo distanze rilevate e distanze minime in base alla norma
3 – REDDITO AZIENDALE
3a – Definizione dell’ordinamento tecnico economico e della zona in cui ricade l’azienda 3b – Redditività aziendale
3c – Deroghe al raggiungimento del reddito minimo
4 – CALCOLO DELLA SUPERFICIE AZIENDALE DA SOTTOPORRE A VINCOLO DI NON EDIFICAZIONE
5-RIEPILOGO ASPETTI GENERALI DI VERIFICA
-Prerequisiti
-Sussistenza del nesso funzionale -Conformità alla normativa sulle distanze
-Conformità della modalità di realizzazione degli allevamenti zootecnici intensivi:
6-ASSOGGETTABILITA' ALLE NORME AMBIENTALI
-Autorizzazione Integrata Ambientale -Procedura di VIA
-Verifica dell'assoggetabilita' alla procedura di VIA
7-ALLEGATI
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Legge regionale 23 aprile 2004, n. 11, art. 44
PIANO AZIENDALE PER L’EDIFICABILITÀ IN ZONA AGRICOLA
RELAZIONE TECNICA
Il sottoscritto tecnico CALLIMAN ALESSANDRO, Agronomo, nato a Treviso il 15/08/1978, residente in via Dello Sport 1, Loreggia (PD), [email protected], ufficio 0422 312915, segreteria 0422 312811, cell 335 492542 iscritto all’albo dei Dottore Agronomi e Dottori Forestali della provincia di Treviso numero 380, incaricato dal sig Merlo Luigi titolare della AZIENDA AGRICOLA SUINAL DI MERLO LUIGI, a completamento dei dati analitici riportati nel Fascicolo aziendale, espone quanto segue.
1 - DESCRIZIONE DELL’AZIENDA
L' AZIENDA AGRICOLA SUINAL con C.F. MRLLGU64C26C743A e con partita IVA 02201270283, risulta regolarmente iscritta all’elenco delle imprese agricole presso la CCIAA di Treviso, con codice REA TV - 345469.
L'azienda è caratterizzata dagli indirizzi produttivi cerealicoli e di allevamento, nello specifico suini da riproduzione. L'azienda viene condotta in forma diretta dal Titolare Merlo Luigi. Presenta una superficie utilizzata di circa 200 Ha in conduzione di cui 178 di SAU. I terreni sono individuati catastalmente presso in Comuni di Roncade (TV), Quardo d'Altino (VE), Massa Fiscaglia (FE), Comacchio (FE), Portomaggio (FE), Argenta (FE), mentre allevamento è situato nel Comune di Roncade (TV), caratterizzato dalla presenza media di circa 1276 scrofe da riproduzione, verri, scrofette, suinetti sottoscrofa, suinetti 7-30kg che permettono la chiusura del ciclo produttivo. L’allevamento risulta attivo dagli anni ‘60 con una diversa compagine sociale, acquisito dall’attuale gestore nel 1996; l’allevamento è del tipo a ciclo aperto. Dal 2015 è stato intrapreso un percorso di ristrutturazione (parere Avepa Prot.44589 del 26/05/2015) ed ampliamento dei fabbricati ad uso allevamento; dal 2020 la costruzione di un fabbricato ad uso ricovero attrezzature agricole (approvazione AVEPA Prot. prot. 118376/2020 del 16.06.2020 - rep. 213/2020 - class. IV/2 - fasc. 2020-IV/2.76).
Si chiarisce pertanto che l’azienda sta provvedendo alla conclusione delle strutture di allevamento da precedenti autorizzazioni AVEPA e edilizie Comunali, pertanto l’esamina POST/ANTE viene elaborata considerando quanto autorizzato, vista la situazione ancora transitoria degli interventi.
1a – Localizzazione, suddivisione in corpi fondiari e loro distanza, giacitura terreni, sistemazioni idraulico-agrarie, irrigabilità e sistemi di irrigazione.
L'azienda agraria è suddivisa sostanzialmente in tre corpi fondiari:
-al primo corpo appartengono terreni ricadenti nei Comune di Roncade, terreni contigui con le strutture di allevamento. La natura dei terreni è prevalentemente argillosa, ben dotati di sostanza organica e degli elementi minerali della fertilità. I terreni coltivati presentano una sistemazione idraulica che vede pendenza del 1-3 per mille, delimitati lateralmente alle testate da capezzagne. I terreni vengono irrigati mediate aspersione con rotolone e pescaggio ai capifossi perimetrali.
-al secondo corpo cade nel Comune di Quanto d'Altino, dista circa 4km dalla sede dell'allevamento. La natura dei terreni è prevalentemente argillosa, ben dotati di sostanza organica e degli elementi minerali della fertilità. I terreni coltivati presentano una sistemazione idraulica che vede pendenza del 1-3 per mille, delimitati lateralmente alle testate da cavedagne. I terreni non vengono irrigati.
-al terzo corpo cade nei Comuni di Massa Fiscaglia (FE), Comacchio (FE), Portomaggio (FE), Argenta (FE),.
La natura dei terreni è prevalentemente argilloso-sabbiosa-limosa. I terreni coltivati presentano una sistemazione idraulica che vede pendenza del 1-3 per mille, delimitati lateralmente alle testate da cavedagne. I terreni non vengono irrigati.
Tavola 2 - planimetria stato di fatto
7 di 60 1b – Produzioni e servizi
Produzioni erbacee e Piantagioni
Nell'azienda vengono coltivate sia coltivate prevalentemente cereali, per una minima parte colture arboree e forestali. Nella seguente tabella vene riportata la ripartizione colturale per l'anno 2020-21
Allevamenti
L'allevamento di suini da riproduzione Fabbricato “SCROFAIA” è caratterizzato dalla presenza media di 1276 scrofe, ripartite nelle fasi fisiologiche di “allattamento/parto”, “gestazione/ricerca calori”, verri, suinetti allevati assieme alla scrofa (suinetti sottoscrofa 0-7kg) e il reparto “svezzamento” dei suinetti da 7-30kg. Vi sono inoltre scrofette in fase di attesa calore e gestazione.
Le scrofette in accrescimento allevate nel Fabbricato “QUARANTENA” vengono trasferite a circa 150kg al fabbricato “scrofaia” dove rimangono in box nella fase di attesa calore/fecondazione (primo mese) fino alla settimana prima del parto.
A seguito vengono riportate le tipologie le categorie di animali allevati seguendo lo schema proposto dalla Regione Veneto e dagli applicativi informatici.
CODICE SANITARIO AZIENDALE ALLEVAMENTO Suini da riproduzione 0 6 9 T V 0 2 2
Quarantena 0 6 9 T V 6 0 0
*Il peso vivo medio dell’allevamento (colonna cinque) viene calcolato moltiplicando i dati delle colonne 1, 2, 3 e 4: (n° capi) * (peso/capo) * (giorni ciclo/365) * (n° cicli).]
Si vuol chiarire che le categorie di suinetti riportare nella tabella sono diverse rispetto a quelle previste nella pratica nitrati revisione 622476/03 del 02/12/2021 nella quale viene riportata la consistenza dei suinetti 7-30kg (7800 capi) e non riportando i suinetti sottoscrofa (5050 capi). Le scrofette sono state inserite come “suini da ingrasso”.
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La seguente tabella riporta la consistenza alla presenza media ed alla capacità massima potenziale:
Descrizione dell’allevamento:
Il processo di allevamento prevede le fasi di:
1: gestione degli approvvigionamenti quali gli alimenti zootecnici acquistati, l’approvvigionamento idrico, l’approvvigionamento degli animali, l’approvvigionamento dell’energia elettrica e termica, l’approvvigionamento dei farmaci, dei disinfettanti, dei derattizzanti, dei sanitizzanti e dei combustibili.
2: gestione degli impianti e delle attrezzature, che consiste nella manutenzione, monitoraggio e verifica del corretto funzionamento.
3: Fasi produttive
3.1: sottofase produttiva: produzione alimenti zootecnici aziendali
3.2: sottofase produttiva: preparazione e stoccaggio degli alimenti zootecnici (stoccaggio e distribuzione) 3.3: sottofase produttiva: gestione degli animali riproduttori; in questa fase vengono individuate delle sottofasi quali il razionamento, l’identificazione dei capi, la cura (trattamenti terapeutici) e la profilassi delle patologie. In questa fase vengono eseguiti spostamenti degli animali dai reparti in funzione della fase fisiologica riproduttiva;
Vi è la gestione riproduttiva delle scrofe (produzione del seme, fecondazione, diagnosi gravidanza), la gestione delle cure differenziali agli animali in gestazione, al parto, allo svezzamento, dei verri e della rimonta.
4: gestione degli output di processo; in questa fase viene raggruppata la gestione dei reflui zootecnici, la gestione delle carcasse degli animali morti, la gestione dei rifiuti, delle emissioni (sonore, in atmosfera, in acqua). Vi è la gestione dello stoccaggio e distribuzione dei reflui zootecnici.
5: gestione del prodotto finale; in questa fase vengono gestiti gli aspetti relativi alla commercializzazione, vendita del prodotti finale, del suino lattone da ingrasso.
Il sistema di alimentazione degli animali:
-suinetti fino ai 30kg: il sistema prevede una distribuzione dell’alimento tal quale tramite
catenaria di anelli di plastica a mezzo di una catena di acciaio che corrono in un tubo di
acciaio (distribuzione di mangime finito secco) dai silos verticali a guscio d’uovo alle
strutture di ricovero degli animali. L’impianto di distribuzione è di tipo discontinuo, è
operativo ogni giorno per circa 2 ore, non esercita in pressione e alla temperatura
ambientale. La distribuzione avviene sostanzialmente mediante il riempimento di cassoni
in acciaio con blocco automatico del sistema al termine dell’operazione di carico per
l’alimentazione a volontà degli animali.
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-scrofe in sala gestazione e sala parto: il sistema prevede una distribuzione dell’alimento a liquido, la distribuzione della “broda” quale miscelazione del mangime solido con la fase liquida (acqua); vi è una vasca di miscelazione e la tubazione in acciaio per la distribuzione nei box di allevamento e nei truogoli multipli nel reparto di gestazione a gabbia singola, a mezzo di calate coordinate da elettrovalvole. L’impianto di distribuzione è di tipo discontinuo, è operativo ogni giorno per circa 2 ore, esercita in pressione e alla temperatura ambiente.
-Scrofe in gestazione in in branco: il sistema prevede una distribuzione dell’alimento tal quale tramite catenaria di anelli di plastica a mezzo di una catena di acciaio che corrono in un tubo di acciaio (distribuzione di mangime finito secco) dai silos verticali alle strutture di ricovero degli animali in apposite postazioni “autoalimentatori” che attraverso il riconoscimento del singolo animale, distribuiscono la razione.
L’impianto di distribuzione è di tipo discontinuo, è operativo ogni giorno per circa 2 ore, non esercita in pressione e alla temperatura ambiente.
Il sistema di riscaldamento dei ricoveri:
Il sistema di riscaldamento ambientale è costituito da bruciatori a gas collegato alla cisterna posizionata esternamente ai capannoni; l’acqua calda viene veicolata a mezzo di tubazioni alle sale parto, svezzamento dove sono installati tubi radianti. I controlli ambientali (temperatura) sono effettuati tramite apposite centraline elettroniche poste nei corridoi esterni di ogni singola stanza.
L’impianto ha vita utile in funzione al struttura di ricovero al quale deve servire, essendo continuamente manutentato; la frequenza di manutenzione non segue un programma definito, ma è in funzione allo stato di usura dei materiali d’uso e non oggettivamente quantificabile in modo specifico. La manutenzione riguarda sostanzialmente dei materiali usurati (elettrodi, motori, ventole, valvole del gas, sonde di rilevamento, centraline).
Il sistema di ventilazione degli ambienti:
ventilazione naturale: sistema continuo che riguarda esclusivamente la gestazione in box
e verri; viene eseguita con finestre a vasistas alle pareti, il tutto gestito da centraline
elettroniche.
ventilazione forzata: sistema continuo che riguarda gli altri capannoni (sale parto, svezzamento, gestazione in gabbia singola); viene eseguita con ventilatori posizionati a soffitto da una centralina elettronica che ne controlla la velocità in relazione alla temperatura richiesta in ambiente di allevamento.
L’impianto ha vita utile in funzione al struttura di ricovero al quale deve servire, essendo continuamente manutentato; la frequenza di manutenzione non segue un programma definito, ma è in funzione allo stato di usura dei materiali d’uso e non oggettivamente quantificabile in modo specifico. La manutenzione riguarda sostanzialmente dei materiali usurati (motori, ventole, sonde, centraline).
Il sistema di abbeveraggio degli animali:
Per quanto riguarda l’abbeveraggio degli animali, l’acqua dopo essere stata prelevata da posso artesiano, viene convogliata in autoclavi che attraverso la rete di distribuzione porta l’acqua ai singoli abbeveratoi di tipo antispreco. La fornitura di acqua viene garantita in continuo.
L’impianto ha vita utile in funzione al struttura di ricovero al quale deve servire, essendo continuamente manutentato; la frequenza di manutenzione non segue un programma definito, ma è in funzione allo stato di usura dei materiali d’uso e non oggettivamente quantificabile in modo specifico. La manutenzione riguarda sostanzialmente dei materiali usurati (tubazioni, succhiotti, pompe).
L’impianto ha vita utile in funzione al struttura di ricovero al quale deve servire, essendo continuamente manutentato; la frequenza di manutenzione non segue un programma definito, ma è in funzione allo stato di usura dei materiali d’uso e non oggettivamente quantificabile in modo specifico. La manutenzione riguarda sostanzialmente dei materiali usurati (tubazioni, rubinetti).
Tutte le acque di lavaggio delle eventuali perdite degli abbeveratoi e quant’altro, sono sempre veicolate alle vasche di stoccaggio del liquame.
Impianto elettrico:
L’allevamento vede l’allacciamento a cabina elettrica esterna all’impianto per la trasformazione della energia elettrica per l’uso aziendale sia per l’illuminazione interna e/o esterna dei singoli capannoni che per la forza motrice.
Tutte le linee sono protette da differenziali settoriali.
13 di 60
Il sistema di gestione dei reflui di allevamento:
Sistema di gestione del refluo zootecnico: ogni struttura di ricovero vede collegato le strutture sottogrigliato tramite delle tubazioni che convoglia il liquame in una pre-vasca pompandolo in modo discontinuo alle vasche esterne di stoccaggio. L’allontanamento del refluo dal sottogrigliato è discontinuo e a comando manuale. L’impianto di pompaggio è controllato da galleggianti situati nella pre-vasca.
La manutenzione riguarda sostanzialmente dei materiali usurati (sensori galleggianti, pompe, giranti della pompa).
Risultano presenti le seguenti tipologie di gestione del refluo:
-Suinetti lattoni: parte sono in box o gabbie con Pavimento Totalmente Fessurato (PTF) e sottostante fossa di raccolta delle deiezioni a scarico per soglia di tracimazione; parte in box con Pavimento Totalmente Fessurato (PTF) con vaschetta ridotta sottostante ed allontanamento metodo vaccum system.
-Scrofe in gestazione in gabbia singola: Pavimento Totalmente Fessurato (PTF) con fossa di stoccaggio sottostante a soglia di tracimazione.
-Scrofe e scrofette in gestazione branco: Pavimento Totalmente Fessurato (PTF) con vaschetta ridotta sottostante ed allontanamento metodo vaccum system.
-Scrofe in lattazione: parte in box singolo con Pavimento Totalmente Fessurato (PTF) con fossa di stoccaggio sottostante a soglia di tracimazione, parte in box singolo con Pavimento Totalmente Fessurato (PTF) con vaschetta ridotta sottostante ed allontanamento metodo vaccum system.
-Scrofe in lattazione: parte in box singolo con Pavimento Totalmente Fessurato (PTF)
con fossa di stoccaggio sottostante a soglia di tracimazione, parte in box singolo con
Pavimento Totalmente Fessurato (PTF) con vaschetta ridotta sottostante ed
allontanamento metodo vaccum system.
La situazione attuale delle strutture di allevamento è graficamente rappresentata in Tavola 4 - stato di fatto – pianta
Tavola 5 - stato di fatto - copertura
Tavola 6 - stato di fatto - prospetti e sezioni
15 di 60 La produzione colturale
Nell'azienda vengono prodotte colture per parte destinate alle produzioni zootecniche, nonché al reimpiego nell'allevamento aziendale:
Verifica della capacità teorica del fondo agricolo di coprire quota parte delle necessità foraggiere degli animali ANTE-AMPLIAMENTO:
Si riporta l'elenco dei terreni in conduzione presenti nelle visure catastali:
17 di 60
Si è proceduto alla stima del fabbisogno di U.F. Dell'allevamento ANTE realizzazione della nuova struttura, assumenti che, in mancanza del dato specifico, le scrofette abbiano pari fabbisogno del “suino da ingrasso” , mentre i verri apri alle scrofe.
La valutazione risulta complessiva tra il fabbricato SCROFAIA e il fabbricato QUARANTENA.
Risulta dall'elaborazione che con l'attuale consistenza di allevamento la percentuale di copertura delle UF prodotte rispetto al fabbisogno è pari al 34,8%, perciò superiore al limite minino del 25% previsto per la categoria di animali allevata.
Verifica del rapporto di copertura dei fabbricati ad uso allevamento zootecnico, della superficie del relativo corpo aziendale ANTE-AMPLIAMENTO:
Il rapporto di copertura esistente ANTE-AMPLIAMENTO:
- 4% se considerata la superficie del corpo aziendale;
- 0.6% se considerata tutta la superficie aziendale totale
- 0.6% se considerata tutta la superficie aziendale coltivata estrapolata da fascicolo aziendale - 0.6% se considerata tutta la superficie aziendale coltivata estrapolata da visura catastale
Risulta in tutti i casi inferiore al limite massimo del 60%.
19 di 60
Verifica della conformità alla norma sullo stoccaggio, il trattamento e la distribuzione delle deiezioni ANTE-AMPLIAMENTO:
Il volume di refluo prodotto nel fabbricato “scrofaia” dagli animali allevati è pari a 16543m^3/anno che sommato alle acque meteoriche ricadenti su stoccaggi scoperti pari a 1407m^3/anno, si stima una produzione di E.A.
(effluente di allevamento) pari a 17950m^3 .
L’attuale disponibilità di stoccaggio dell’azienda risulta pari a 11.000mc di stoccaggio scoperto, con copertura in paglia galleggiante, senza recupero dell’acqua meteorica.
Considerato che l’impianto deve disporre almeno di un volume di stoccaggio pari alla produzione di 180gg di effluente stimata in 8975m^3;
Considerato che per gli allevamenti che producono più di 6000kg azoto/anno tale volume minimo deve essere ulteriormente diviso in almeno due contenitori pari ad almeno 4487m^3,
si riscontra che lo stoccaggio presente risulta pari a 11.000m^3 e diviso in più di due unità di 5500m^3; si rileva un volume aggiuntivo pari a 2025m^3 rispetto al minimo previsto dalla norma, pari alla produzione di 224gg di effluente.
A fronte della produzione di 33.686 kg azoto/anno, ridotti a 24.910 kg azoto/anno qualora considerato il bilancio alimentare dell’azoto, l'azienda ha la disponibilità di utilizzazione agronomica di 195.499 kg azoto/anno All.5-Pratica di utilizzazione agronomica
21 di 60
La disponibilità di terreni per l'utilizzazione agronomica è pari a 591Ha (superficie catastale-5% di tare) dei quali ben 162Ha in conduzione all'azienda. L'azienda avrebbe una disponibilità maggiore di terreni in conduzione per l'utilizzazione a fini agronomici ma, per motivazioni tecnico-economiche e logistiche, ha limitato la disponibilità ai terreni limitrofi all'allevamento.
Visto che l'azienda produce più di 6000kg azoto/anno, la comunicazione nitrati è provvista del Piano di Utilizzazione Agronomica (PUA) in base al quale viene giustificata la distribuzione del E.A. per zona omogenea, per coltura, in base all'epoca di distribuzione che ne influisce sull'efficienza di utilizzazione, verificato il limite di 170/340 kg azoto medio/Ha e il non superamento del MAS (parametro massimo di azoto efficiente per coltura /Ha, tra apporto organico e chimico).
Descrizione della gestione delle deiezioni e indicazioni sulla comunicazione di smaltimento/PUA:
Sistema di gestione del refluo zootecnico:
Ogni struttura di ricovero vede collegato le strutture sottogrigliato tramite delle tubazioni che convoglia il liquame in una pre-vasca pompandolo in modo discontinuo alle vasche esterne di stoccaggio. L’allontanamento del refluo dal sottogrigliato è discontinuo e a comando manuale. L’impianto di pompaggio è controllato da galleggianti situati nella pre-vasca. le strutture sottogrigliato hanno profondità di circa 60-80cm, hanno una soglia di tracimazione che può essere totalmente aperta e allontanare il refluo al riempimento ogni 30gg, sistema che verrebbe equiparato al sistema VACUUM. Pertanto si ritiene che, modificando la frequenza di allontanamento, tale tecnologia non MTD sia paragonabile al sistema Vacuum MTD per volume stoccato e per frequenza di allontanamento.
23 di 60
Verifica rapporto Peso Vivo su superficie in utilizzazione agronomica ANTE-AMPLIAMENTO:
Si è proceduto alla stima del Peso Vivo totale dell'allevamento ANTE-AMPLIAMENTO considerando il peso vivo medio per le categorie di animali considerando la presenza media.
Considerato che l'azienda, dei 591 Ha a disposizione per l'utilizzazione agronomica, ben 558 Ha sono in Zona Non Vulnerabile (Zona Ordinaria “ZO”), visto che la norma prevede il limite differenziato per tale categoria allevata tra zona vulnerabile ed ordinaria, si è ritenuto opportuno procedere con la stima ponderale del coefficiente tra le due aree.
Si rileva pertanto che, considerando il limite per tale categoria allevata di 1,7 ton/Ha in zona vulnerabile, il limite per tale categoria allevata di 3,4 ton/Ha in zona non vulnerabile, calcolato il coefficiente ponderale di 3,30 ton/Ha, si rileva che i carico ad Ha è pari a 0,76 ton /Ha pertanto inferiore al limite ponderale calcolato.
Attività connesse: □ sì X no
• Attività di trasformazione Nessuna
PRODUZIONE SAU
(ettari, are, centiare) Tn di trasformato/anno
Uva in vino - -
Latte in burro - -
Latte in formaggio - -
Altro (descrivere) - -
• Attività agrituristica Nessuna
• Attività di prestazione di servizi Nessuna
• Fattorie sociali Nessuna
• Altre attività connesse Nessuna
Impianti per la lavorazione, trasformazione e conservazione dei prodotti Nessuno
tipo anno
costruzione
capacità di lavoro
(prodotto lavorato /unità di tempo) (1)
Essiccatoio - -
Impianti lavaggio ortaggi - -
Celle frigo - -
Impianti confezionamento prodotti - -
Altro (descrivere) - -
(1) indicare il valore e l’unità di misura Kw – m – mq – mc – hl –
25 di 60 1c – Fabbricati e/o strutture per l’attività aziendale
(Da compilare e descrivere solamente se non presenti in Fascicolo Aziendale)
tipo anno
costruzione volume superficie descrizione mappali vincolati (1)
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(1) campo da compilare solo per le residenze: sussistenza di vincoli ex LR n. 24/1985 o LR n. 58/1978 Nell’azienda non esistono edifici recuperabili ai fini richiesti dal presente piano.
1d – Organizzazione di vendita
Tale aspetto non costituisce elemento di valutazione del progetto.
1e – Parco macchine
Tale aspetto non costituisce elemento di valutazione del progetto.
Macchine semoventi:
classe sottoclasse anno costruzione
potenza o capacità lavoro (1)
ingombro
(mq) titolo di possesso
- - - - - -
- - - - - -
- - - - - -
- - - - - -
- - - - - -
(1) indicare il valore e l’unità di misura – Prodotto lavorato in t/unità di tempo
Attrezzature:
tipo anno
costruzione capacità lavoro (1) ingombro
(mq) titolo di possesso
- - - - -
- - - - -
- - - - -
- - - - -
- - - - -
(1) indicare il valore e l’unità di misura – Prodotto lavorato in t/unità di tempo
1f – Manodopera
L'organigramma dell'azienda è composto da n°1 titolare, n° 6 operai a tempo pieno (OTI), n° 3 apprendisti e n° 6 operai a tempo determinato (OTD). Relativamente agli operai risultano un totale di 3.019 giornate/anno lavorate mentre, nella tabella specifica, vengono riportare le giornate retribuite/anno.
Unità lav.
donna
di cui < 40 anni
Unità lav.
uomo 2020
di cui < 40
anni totale N° giornate
anno* 2020
Titolari: 0 0 1 0 1
Coadiuvanti:
tempo pieno 0 0 0 0 0
part time 0 0 0 0 0
Operai:
tempo pieno 0 6 6 1706
O T D 0 6 6 726
APPREND. 0 3 3 587
Nell’azienda sono regolarmente occupati i seguenti familiari e/o addetti:
cognome e nome posizione contributiva
INPS numero dal in qualità
di (*) giornate/anno**
Zhani Pietro CIDA 113675 aziendale 02606901 302
Qorni Fani CIDA 113675 aziendale 02606901 202
Singh Bagail CIDA 113675 aziendale 02606901 314
Papaj Daniel CIDA 113675 aziendale 02606901 293
Milani Francesco CIDA 113675 aziendale 02606901 313
Sekou CIDA 113675 aziendale 02606901 0
Maiga CIDA 113675 aziendale 02606901 270
Obinwa Gabriel CIDA 113675 aziendale 02606901 282
Dansoko CIDA 113675 aziendale 02606901 281
Drame CIDA 113675 aziendale 02606901 278
Vecchiato CIDA 113675 aziendale 02606901 34
Kone CIDA 113675 aziendale 02606901 280
Mori CIDA 113675 aziendale 02606901 103
Geromel CIDA 113675 aziendale 02606901 28
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2 – DESCRIZIONE DELL’INTERVENTO IN PROGETTO
Descrizione dell’intervento
TIPO, CODICE DI AREA, RIFERIMENTI CATASTALI SU CUI E’ EFFETTUATO L’INTERVENTO -Censito al Catasto terreni, Comune di Roncade foglio 51, mappali 21-22-88-89-240-257.
-Indirizzo: via Principe, Roncade (TV)
L'inquadramento territoriale è graficamente rappresentato in Tavola 1-estratti planimetrici con estratto di mappa 1:2000; planimetria scala 1:1000, estratto P.I. con riferimento strutture oggetto o meno di ristrutturazione ed ampliamento
DESCRIZIONE DEI NUOVI FABBRICATI DI ALLEVAMENTO L’intervento in progetto riguarda:
-ampliamento dell’allevamento fabbricato “scrofaia”
-installazione di n.5 nuove vasche circolari coperte per lo stoccaggio reflui adiacente al fabbricato “scrofaia”
-installazione fabbricato a magazzino adiacente al fabbricato “scrofaia”
29 di 60 A) AMPLIAMENTO FABBRICATO “SCROFAIA”
L’ampliamento del fabbricato “scrofaia” viene rappresentato graficamente nella porzione colorata di rosso nella seguente planimetria; riguarda una superficie coperta di 35122m^2 ed interessa tutti i settori di allevamento (gestazione, lattazione, svezzamento).
La rappresentazione grafica delle strutture di allevamento, planimetria e sezioni è stata riportata in:
Tavola_3-stato_di_progetto
Considerato le vecchie strutture e considerato la nuove realizzazioni, saranno allevati i seguenti capi:
A fronte di una capacità massima di 5428 scrofe, si prevede di allevare 5000 scrofe alla presenza media ripartite tra gestazione in gruppo (3800), in gabbia singola (400), in sala parto (800), nonché i suinetti sottoscrofa, i suinetti in svezzamento. Le scrofette tra i 30 e i 150kg vengono allevate nel fabbricato
“quarantena” esterno all’impianto, successivamente vengono trasferite al fabbricato “scrofaia” per attesa fecondazione, fecondazione e gravidanza.
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A maggior dettaglio dell’occupazione degli spazi interni, viene riportata la tabella che mette in evidenza la superficie di allevamento nonché la superficie minima a benessere, nonché la capacità massima potenziale:
A seguito degli interventi in progetto, la ventilazione sarà totalmente forzata: sistema
continuo che riguarda tutti i capannoni (sale parto, svezzamento, gestazione in gabbia
singola ed in gruppo); viene eseguita con ventilatori posizionati a soffitto da centraline
elettroniche che ne controlla la velocità in relazione alla temperatura richiesta in ambiente di
allevamento.
La rappresentazione grafica della distribuzione degli animali per categoria fisiologica allevata è riportata in:
Tavola 10 - stato di progetto- dimensionamento
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Dal riferimento alla numerazione dei box, sarà possibile ricondurre alla planimetria in Tavola 7 - stato di progetto – pianta:
Sono ricompresi nell’ampliamento del fabbricato “scrofaia” anche la realizzazioni del fabbricato “uffici/
servizi/spogliatoi” posizionato tra l’abitazione del custode e i fabbricati di allevamento. La gestione dei flussi entrata/uscita degli operatori addetti interni ed al personale esterno risulta fondamentale al fine del mantenimento e miglioramento della biosicurezza sanitaria considerato le epidemie cogenti (peste suina africana). E’ prevista infatti l’installazione di una batteria di docce, ognuna per ogni persona in entrata/uscita, l’area di passaggio tra l’area “pulita” interna all’allevamento e quella “sporca” esterna all’allevamento.
A seguito degli interventi in progetto, le pavimentazioni in ampliamento saranno totalmente fessurate e l’allontanamento a mezzo vacuum system,
fatta eccezione per le porzioni di capannoni non ristrutturate (gestazione gabbia singola e settore 7-sala parto) dove le strutture sottogrigliato hanno profondità di circa 60-80 cm, con una soglia di tracimazione che può
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RIEPILOGO DEGLI ELEMENTI CARATTERISTICI DELL’IMPIANTO
Stazione di auto alimentazione: Sala Parto tradizionale e sala parto libera:
B) NUOVE VASCHE DI STOCCAGGIO REFLUI ADIACENDE AL FABBRICATO “SCROFAIA”
Si intende realizzare N.5 vasche circolari coperte al fine di permettere lo stoccaggio centralizzato dei reflui prodotti dagli animali allevati al fabbricato A “scrofaia” , diametro interno 16,19m e altezza 6m (effettiva 5,80 per franco di sicurezza di 0,20m), per un volume utile di 4773mc e complessivamente pari a 238689mc totali.
A seguito degli interventi in progetto, tutti gli stoccaggi dei reflui di allevamento saranno totalmente coperti. La
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D) NUOVA REALIZZAZIONE FABBRICATO A MAGAZZINO ADIACENTE AL FABBRICATO SCROFAIA
La realizzazione dell’intervento in progetto trova necessità nel ricovero di macchine agricole e attrezzature agricole nonché di altri beni che rientrano nel processo produttivo colturale e di allevamento; si riscontra infatti oggi la presenza di ricoveri di tipo emergenziale “sottotelo” oppure in alloggiamento non idoneo alla buona conservazione del bene stesso.
Il dimensionamento dell’edificio (80mx12m) risulta comunque sovrastimato per conseguire una maggior disponibilità di superficie relativa l’acquisto previsionale di macchine ed attrezzature agricole, opportunità che tutt’oggi l’azienda risulta altamente limitata.
Superficie utile del nuovo fabbricato:
La necessità di un magazzini con spazi coperti, deriva dalla necessità di ricovero di scorte e attrezzature dal gelo invernale e dal deterioramento da umidità con particolare riferimento a lettiere destinate alla sala parto ed alle sementi.
Nell’elenco delle attrezzature presenti in fascicolo UMA risultano disponibili altre attrezzature in comodato d’uso;
considerato che l’azienda gestisce una significativa superficie di 140ha in Comune di Roncade e 23ha nel comuni limitrofo di Quarto d’Altino, l’affrancato rapporto pluridecennale con la ditta di lavorazioni agricole in contoterzismo vede la necessità di utilizzo di parte delle superfici del nuovo magazzino per attrezzature di terzi ma ad utilizzo del fondo. A tal proposito si è provveduto a caricare in fascicolo aziendale tale attrezzatura caratterizzato come “in comodato” quale titolo di possesso.
Si è provveduto poi alla stima della superficie di movimentazione interna al capannone (circa 300m^2).
Si chiarisce che si è ritenuto inserire nell’elenco delle attrezzature anche i mezzi di proprietà del terzista in quanto sono da sempre utilizzati per la lavorazione dei 140 ha contigui e/o limitrofi alla struttura in progetto. Si è consolidato un rapporto di collaborazione stretta in vent’anni di lavorazione dei terreni dell’azienda SUINAL, tale che l’azienda contoterzista negli anni ha adeguato il proprio parco macchine alle esigenze agronomiche dell’azienda SUINAL, ha provveduto in sostanza all’acquisto dell’attrezzatura che volta per volta l’azienda SUINAL ha fatto presente dell’esigenza.
Si ribadisce che la mancata disponibilità di spazi a ricovero e custodia delle attrezzatura ha limitato la possibilità di acquistare un parco macchine aziendale, nonché e la formazione del personale aziendale verso la loro utilizzazione nonché il loro l’impiego alla lavorazione dei fondi, anziché solamente nell’attività di allevamento.
L’azienda Suinal intende comunque negli anni ridurre il legame di dipendenza stretta da meccanizzazione esterna mediante l’acquisto progressivo, graduale, delle paritetiche attrezzature oggi elencate in “comodato” ma di proprietà del terzista,
si chiarisce ulteriormente che tale rapporto cliente/fornitore si servizi risulta documentato da specifica fatturazione per lavorazioni conto-terzi all’azienda Suinal.
Pertanto, nella specifica dell’occupazione degli spazi nell’ipotetico scenario futuro, si ritiene possa essere ben rappresentato e sovrapponibile all’elenco delle attrezzature a seguito riportato:
Attrezzatura in fascicolo aziendale:
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Altri beni immagazzinati:
A specifica ed integrazione della precedente tabella “altri beni immagazzinabili”:
Si riscontra pertanto la necessità della superficie a magazzino per 960m^2.
DESCRIZIONE TEMPI E FASI DI REALIZZAZIONE
I tempi e le fasi di realizzazione delle strutture in progetto sono molteplici, articolate e al momento in fase di organizzazione, comunque ultimati non oltre 3 anni dall'inizio lavori.
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GIUSTIFICAZIONE TECNICA DELL’INTERVENTO
MOTIVAZIONI ETICO-COMPORTAMENTALI
-Il sistema a gabbia fissa in box convenzionale limita l’espressione comportamentale della scrofa, si sviluppano comportamenti stereotipati di irrequietezza. Inoltre non potendo muoversi la scrofa non sempre riesce ad ottimizzare la sua termoregolazione; la scrofa gradisce temperature non superiori ai 22° i suinetti abbisognano di circa 34°C alla nascita con conseguenti limitazioni dell’ingestione e produzione di latte.
-evitare effetti negativi che si registrano su unghioni e zampe oltre che sul tono muscolare e sull’apparato scheletrico che subiscono gli effetti collaterali tipici della scarsità di movimento data dalla costrizione in gabbia con l’aumento delle zoppie.
-evitare lo stress da adattamento nel passaggio da gestazione in box collettivo (scrofa libera per parte della gestazione dal 2013) alla gabbia convenzionale; infatti la condizione di mobilità limitata che dura tutto il periodo dell’allattamento impatta specialmente sulle primipare con conseguente aumento della criticità al parto
-vantaggio della ridotta mortalità dei suinetti grazie ai sistemi anti-schiacciamento sulle transenne laterali -A gabbia aperta la scrofa può girarsi alzarsi e coricarsi liberamente
-Permette l’espletamento dei bisogni comportamentali basilari riducendo lo stress della scrofa e quindi i comportamenti aggressivi della stessa e migliorando lo stato di salute riducendo la produzione di cortisolo -La scrofa può socializzare con i suinetti
-La scrofa può creare un nido in presenza di paglia
-La scrofa può decidere dove mangiare, dove dormire, dove defecare -I suinetti dispongono di una zona distinta per il riposo e l’alimentazione
-La presenza della gabbia apribile consente di confinare la scrofa al momento del parto, migliorando la capacità di assistenza dell’operatore e riducendo la mortalità dei lattonzoli.
-Promuove il rilassamento durante le ultime fasi della gestazione quando naturalmente la scrofa ricerca maggiore solitudine
-Aumenta la sicurezza della scrofa nei confronti dell’operatore
-La scrofa può essere confinata nella gabbia in caso di necessità operative veterinarie
MOTIVAZIONI LEGISLATIVE
-INDIRIZZI COMUNITARI: negli ultimi anni partendo dalla direttiva europea 2001/93/CE la quale prevede che le scrofe siano libere di alzarsi e coricarsi senza difficoltà, lo spazio a disposizione delle scrofe è passato da 200 cm medi a 220cm medi. Inoltre la direttiva indica che anche i suinetti devono poter disporre di uno spazio sufficiente per allattarsi senza difficoltà. Ciò si traduce nel prevedere almeno 56 cm di spazio fra il lato della gabbia parto e le transenne del box e 30 cm sulle teste. Inoltre parte della pavimentazione deve essere piena o costituita da materiale idoneo al riposo come paglia. Tutto ciò porta il box parto ad assumere dimensioni di almeno 5,6 m2.
-NORMATIVA NAZIONALE: si sottolinea che in Italia la normativa vigente (D.L. 07-07-2011 n.122 attuazione della direttiva 2008/120/CE) non indica le dimensioni minime dei box parto; tuttavia sviluppi recenti dei paesi nord-europei cominciano a delineare obbiettivi cogenti per il benessere animale. In particolare la legislazione
tedesca indica in 6,5 m2 lo spazio minimo da garantire per ogni box parto facendo di fatto da apri fila alle future normative UE.
-NORMATIVA IN GERMANIA:
Scrofe al parto: entro 15 anni dovranno essere adottate le gabbie parto libere, in modo da confinare la scrofa al parto per un massimo di 5 giorni a protezione dei suinetti, anziché 35 giorni come in precedenza. Le gabbie parto devono essere di almeno 6,5 metri quadrati. Durante il periodo di svezzamento, le gabbie devono essere progettate in modo tale che le scrofe possano allungare gli arti in posizione laterale senza incontrare ostacoli strutturali.
Scrofe in gestazione: entro 8 anni, le scrofe in gravidanza non possono più essere ospitate in gabbie, ma solo in gruppi. Il confinamento sarà consentito solo per brevi periodi, cioè per inseminazione artificiale o esami medici.
Scrofe in attesa fecondazione: durante il periodo successivo allo svezzamento fino alla successiva fecondazione, una sistemazione utile di almeno 5 metri quadrati per scrofa deve essere disponibile nella sistemazione del gruppo. Gli scompartimenti di alimentazione possono ancora essere utilizzati, ma in aggiunta deve essere fornita un'area di esercizio per gli animali.
Pertanto in un ottica di programmazione degli investimenti economici, si ravvede l’esigenza di anticipare non solo secondo la chiara indicazione normativa ma evitare meccanismi di concorrenza commerciale sleale e soprattutto la condizione di impossibilità di modifica qualora la necessità di ammortamento di spese affrontate per l’installazione della gabbia convenzionale.
In definitiva, nonostante l’utilizzo di più superficie, il box parto LIBERA costituisce un efficace leva virtuosa per una crescita più sostenibile sia a livello etico che economico, riducendo gli sprechi di risorse legati all’allevamento, ed al contempo migliorando in modo considerevole il benessere animale.
43 di 60 All.6-scheda_tecnica_gabbia_parto_LIBERA
Verifica della capacità teorica del fondo agricolo di coprire quota parte delle necessità foraggiere degli animali POST-AMPLIAMENTO:
STIMA DELLE UNITA' FORAGGERE “STANDARD” PRODOTTE
In riferimento alla tabella che mette in evidenza la qualifica catastale dei terreni in conduzione riportato per la situazione ANTE-AMPLIAMENTO, si è proceduto al calcolo delle unità foraggere mediante il metodo delle UNITA' FORAGGERE STANDARD in base ai terreni in conduzione presenti nelle visure catastali.
Considerato il calcolo del fabbisogno di unità foraggere per il sostentamento dell'allevamento POST- AMPLIAMENTO (12.162.800 U.F.), risultano necessarie 3.040.700 UF pari al 25% di quota minima prevista dalla norma per la specie suina.
Si assiste pertanto alla produzione di 1.359.610 U.F Totali secondo la stima delle U.F. “standard”
con una copertura del 11,2 % delle unità foraggere prodotte rispetto a quelle necessarie.
Non si configura pertanto la connessione tra allevamento e autoproduzione aziendale.
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Verifica del rapporto di copertura dei fabbricati ad uso allevamento zootecnico, della superficie del relativo corpo aziendale POST-AMPLIAMENTO:
Tenuto conto delle superfici coperte nell’area “scrofaia”, pertanto comprensive di Fabbricato “scrofaia” e nuovo fabbricato “magazzino” ,considerato che il rapporto tra superficie coperta e superficie aziendale deve essere al massimo del 60%,
considerato poi che le superfici di riferimento sono diverse (corpo aziendale / totale / coltivata da fascicolo / da visura catastale )
Il rapporto di copertura esistente POST-AMPLIAMENTO:
- 12,1 % se considerata la superficie del corpo aziendale in cui verrà edificato la nuova struttura;
- 1,8 % se considerata tutta la superficie aziendale totale
- 2,0 % se considerata tutta la superficie aziendale coltivata estrapolata da fascicolo aziendale - 1,7 % se considerata tutta la superficie aziendale coltivata estrapolata da visura catastale
Risulta in tutti i casi inferiore al limite massimo del 60%.
Verifica della conformità alla norma sullo stoccaggio, il trattamento e la distribuzione delle deiezioni POST-AMPLIAMENTO:
Il volume di refluo prodotto dagli animali allevati nel fabbricato “Scrofaia” è pari a 54454m^3/anno e considerato che non verranno prodotte acque meteoriche meteoriche ricadenti su stoccaggi scoperti a seguito della copertura della vasca esistente e della copertura delle nuove n.5 vasche circolari coperte in progetto, si stima una produzione di E.A. (effluente di allevamento) pari a 54454m^3 .
47 di 60 All’attuale stoccaggio disponibile,
vasca di stoccaggio pari a 11.000mc che sarà coperta con telo in materiale plastico mediante l’installazione di due piloni entro la vasca e caratterizzata da due settori indipendenti,
si aggiungerebbe la disponibilità delle nuove n.5 vasche coperte in progetto della capienza di 23.868mc (4773mc per ogni vasca)
per una disponibilità complessiva di 34.868mc.
Tenuto conto della necessità complessiva di stoccaggio minimo semestrale pari a 27227mc, risulterebbe una disponibilità aggiuntiva di 7641mc, corrispondenti alla quantità di refluo prodotta in 234gg giorni
Considerato che per gli allevamenti che producono più di 6000kg azoto/anno, il volume minimo semestrale deve essere ulteriormente suddiviso in almeno due volumi pari ad almeno 13613mc,
tenuto conto della suddivisione in 2 settori per la vasca esistente ed una n.1 vasca nuova in progetto, e considerando le altre n.5 vasche nuove in progetto,
risulta soddisfatto il requisito qualora idealmente aggregabili in 2 ripartizioni, una pari a 15.774mc e l’altra pari a 14.321mc.
A fronte della produzione di 132.000 kg azoto/anno, riducibili a 97.609 kg azoto/anno qualora considerato il bilancio alimentare dell’azoto, l'azienda ha la disponibilità di utilizzazione agronomica di 195.499 kg azoto/anno All.5-Pratica di utilizzazione agronomica
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La disponibilità di terreni per l'utilizzazione agronomica è pari a 591Ha (superficie catastale-5% di tare) dei quali ben 162Ha in conduzione all'azienda. L'azienda avrebbe una disponibilità maggiore di terreni in conduzione per l'utilizzazione a fini agronomici ma, per motivazioni tecnico-economiche e logistiche, ha limitato la disponibilità ai terreni limitrofi all'allevamento.
Visto che l'azienda produce più di 6000kg azoto/anno, la comunicazione nitrati è provvista del Piano di Utilizzazione Agronomica (PUA) in base al quale viene giustificata la distribuzione del E.A. per zona omogenea, per coltura, in base all'epoca di distribuzione che ne influisce sull'efficienza di utilizzazione, verificato il limite di 170/340 kg azoto medio/Ha e il non superamento del MAS (parametro massimo di azoto efficiente per coltura /Ha, tra apporto organico e chimico).
Descrizione della gestione delle deiezioni e indicazioni sulla comunicazione di smaltimento/PUA:
Dalla struttura di allevamento, il refluo viene allontanato ogni 40 giorni a mezzo dell'apertura delle valvole del sistema “vacuum system”, per tumultuosità allontanate per caduta alla pre-vasca e poi sollevate alla vasca esterna di stoccaggio a mezzo di pompa centrifuga relativamente al Fabbricato “scrofaia.
Per il reparto di sala parto tale allontanamento avviene all'uscita delle scrofe e dei suinetti dal reparto, ogni 28- 35gg.
Il riempimento della struttura di stoccaggio esterno, essendo divisa in più comparti come previsto dalla normativa, avviene prima in un comparto, poi il successivo; lo scarico avviene analogamente al carico.
I reflui di allevamento stoccati vengono distribuiti a mezzo di carrobotte munita di interratori per l'interramento del refluo sulle colture ad arativo; sulle colture a cotico erboso la distribuzione avviene a bande.
Verifica rapporto Peso Vivo su superficie in utilizzazione agronomica POST-AMPLIAMENTO:
Si è proceduto alla stima del Peso Vivo dell'allevamento considerando il peso vivo medio per le categorie di animali considerando la presenza media.
Considerato che l'azienda, dei 591 Ha a disposizione per l'utilizzazione agronomica, ben 558 Ha sono in Zona Non Vulnerabile (Zona Ordinaria “ZO”), visto che la norma prevede il limite differenziato per tale categoria allevata tra zona vulnerabile ed ordinaria, si è ritenuto opportuno procedere con la stima ponderale del coefficiente tra le due aree.
Si rileva che, considerando il limite per tale categoria allevata di 1,7 ton/Ha in zona vulnerabile, il limite per tale categoria allevata di 3,4 ton/Ha in zona non vulnerabile, calcolato il coefficiente ponderale di 3,30 ton/Ha, si rileva che i carico ad Ha è pari a 2,47 ton /Ha pertanto inferiore al limite ponderale calcolato.
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Verifica delle distanze del nuovo insediamento da confini, case sparse, centri abitati in base alla legge regionale:
In base all'A al Dgr n°856 del 15/05/2012, atti di indirizzo ai sensi dell'art.50 della L.R. N°11/2004 “norme per il governo del territorio e in materia di paesaggio”, gli allevamenti risultano classificati in funzione del peso vivo presente:
Calcolo del Peso Vivo allevato:
Fabbricato “SCROFAIA”:
Calcolo del punteggio in base alla gestione dei reflui, della ventilazione, dello stoccaggio reflui, ponderato in base al peso viso per ogni categoria allevata in riferimento alla tabella precedente:
Relativamente agli stoccaggi degli effluenti, si chiarisce che a seguito della copertura della vasca esistente e l’installazione delle nuove vasche coperte, si è provveduto all’assegnazione di 10 punti riferito alla “vasca coperta senza arieggiatori”.
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In funzione di classe dimensionale e punteggio per la “scrofaia” Classe dimensionale 3 e Fascia punteggio 1 vengono riportate le seguenti distanze minime reciproche limitanti.
La tabella che segue, riporta il confronto tra quanto disciplinato dalla D.G.R. 856/2012 e s.m.i. per allevamenti intensivi (che non trova però applicazione nel nostro caso, trattandosi di una struttura agricolo produttiva - allevamento non intensivo), le norme comunali per strutture agricolo produttive (artt. 41-42 N.T.O.) e quanto previsto nel progetto di variante in corso d’opera – parzialmente a sanatoria:
verifica conformità distanze allevamento – fabbricato A DGR 856/2012
P.I. Comune
distanze minime dai confini di proprietà degli insediamenti
zootecnici suddivisi per diverse “classi numeriche” > 25 m > 10 m distanze minime reciproche degli insediamenti zootecnici dai
limiti della zona agricola > 300 m
distanze minime reciproche tra insediamenti zootecnici e residenze civili sparse (abitazione custode allevamento confinante)
> 150 m > 50 m
distanze minime reciproche tra insediamenti zootecnici e
residenze civili concentrate (centri abitati) > 300 m
L'applicazione della normativa regionale relativamente alle distanze è subordinata alla mancanza del nesso funzionale, caso contrario vengono applicati i vincoli previsti dalla normativa comunale. La verifica del nesso funzionale viene riportata al capitolo
“ 5-RIEPILOGO ASPETTI GENERALI DI VERIFICA”.
3 – REDDITO AZIENDALE
3α Definizione dell’ordinamento tecnico economico e della zona in cui ricade l’azienda
Per indicare l’ordinamento tecnico economico (decisione 85/377/CEE della Commissione) e la zona in cui rientra l’azienda contrassegnare con una X, nel riquadro sottostante, la casella corrispondente.
Cod Ordinamento Produttivo Pianura
Pianura svantaggia
ta
Collina Montagna
1 Agricoltura generale, seminativi - - - -
2 Ortofloricoltura - - - -
3 Coltivazioni permanenti - - - -
4 Erbivori - - - -
5 Granivori - - - -
6 Policoltura - - - -
7 Poliallevamento - - - -
8 Colture ed allevamenti x - - -
3β Redditività aziendale
Si riporta in allegato il foglio di calcolo sviluppato a seguito della Dgr n. 1450/2019 in All.4-Conto economico da foglio di calcolo
Viene riportato il reddito netto come ottenuto dalla compilazione della tabella da foglio di calcolo sviluppato a seguito della Dgr n. 1450/2019.
€ 520.427,62
Pertanto tenuto conto che i parametri reddituali minimi prescritti dalla regolamentazione comunitaria in materia di sviluppo rurale e dall’art. 18 della legge regionale n. 40/03 risultano finalizzati al riconoscimento di provvidenze contributive e non già di permessi ad edificare, ai fini e per gli effetti di cui al punto 1), lett. d) comma 1, dell’art. 50 della legge regionale n. 11/04,
il requisito della redditività minima è assicurato in quanto viene superata l'entità minima di 12300€ come previsto dalla Giunta Regionale con riferimento alla zona “pianura” a seguito dell'applicazione della Dgr n.
1450/2019 (estratto a seguire):
55 di 60 3χ Deroghe al raggiungimento del reddito minimo Nessuna deroga
4 – CALCOLO DELLA SUPERFICIE AZIENDALE DA SOTTOPORRE A VINCOLO DI NON EDIFICAZIONE:
In riferimento al computo della superficie minima da sottoporre a vincolo di non edificazione come risultante dal provvedimento della Giunta adottato ai sensi del punto 7, comma 1 dell’art. 50, qualora l’intervento riguardi l’edificazione di fabbricati ad uso abitativo, si ritiene che le strutture in progetto non abbiano destinazione abitativa.
Superficie da vincolare
=
redditività minima
x mc in progetto + mc esistenti
x superficie aziendale reddito da situazione
economica aziendale
1.200
Le particelle catastali concorrenti alla formazione di tale superficie e per le quali si provvede alla costituzione del vincolo mediante apposito atto presentato alla conservatoria dei registri immobiliari sono le seguenti:
comune foglio numero particella Superficie (ettari)
Dette particelle sono libere da vincoli ex LR n. 24/1985 o LR n. 58/1978.
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5-RIEPILOGO ASPETTI GENERALI DI VERIFICA
Prerequisiti:
L’articolo 44 della legge regionale n. 11/04 considera ammissibili, nelle zone agricole, esclusivamente gli interventi edilizi che risultano funzionali all’esercizio dell’attività agricola, siano essi destinati alla residenza che a strutture agricolo-produttive.
In aggiunta, il comma 2 del medesimo art. 44, riconosce il diritto all’edificazione in zona agricola esclusivamente all’imprenditore agricolo titolare di un'azienda agricola in possesso di tutti i sotto indicati requisiti minimi:
Iscrizione all’Anagrafe regionale, nell’ambito del Sistema informativo del settore primario (SISP):
l'azienda è iscritta con CUAA MRLLGU64C26C743A
occupazione regolare e permanente di almeno una unità lavorativa a tempo pieno, regolarmente iscritta nei ruoli previdenziali agricoli presso l’INPS, con la sola eccezione delle aziende ubicate nelle zone montane: il titolare dell'azienda MERLO LUIGI è iscritto ai ruoli INPS con numero 00335820 come da All.2-iscrizione INPS
redditività uguale o superiore ai valori di riferimento determinati sulla base dei parametri determinati dalla Giunta Regionale provvedimento di cui al punto 1, lettera d), comma 1, art. 50, per la relativa zona altimetrica ed ordinamento produttivo: vedere quanto esposto al punto 3b.
Sussistenza del nesso funzionale:
Ai fine delle verifica della congruità del loro dimensionamento rispetto alle attività aziendali come definito nel provvedimento di cui al punto 3, lett. d), comma 1, art. 50, si è provveduto alla verifica dei seguenti aspetti:
-all’utilizzo, in termini di rapporto di copertura dei fabbricati ad uso allevamento zootecnico, della superficie del relativo corpo aziendale: vedere quanto elaborato nella sezione precedente, verifica ANTE e POST AMPLIAMENTO: requisito soddisfatto.
-alla capacità teorica del fondo agricolo di coprire quota parte delle necessità foraggiere degli animali, tenuto anche conto - per talune tipologie d’allevamento - del quasi completo ricorso all’approvvigionamento esterno:
vedere quanto elaborato nella sezione precedente, verifica ANTE e POST AMPLIAMENTO: requisito NON soddisfatto.
-alla esigenza di ottimizzare lo stoccaggio, il trattamento e la distribuzione delle deiezioni, anche su suoli non direttamente in conduzione dell’azienda, al fine di evitare impatti negativi sull’ambiente: vedere quanto elaborato nella sezione precedente, verifica ANTE e POST AMPLIAMENTO: requisito soddisfatto.
Conformità alla normativa sulle distanze:
Preso atto della mancanza di sussistenza del nesso funzionale con l’azienda e quindi che l’allevamento in questione non risulta qualificato come struttura agricolo produttiva ma ALLEVAMENTO INTENSIVO, sulla base dell’allegato A alla D.G.R. 856 del 15/05/2012 e s.m.i. – atti di indirizzo ai sensi dell’art. 50 della L.R.
11/2004.
Si evidenzia pertanto che la verifica di conformità delle distanze dell’allevamento NON dovrà essere a carico dell’Amministrazione Comunale sulla base delle norme previste dalla strumento urbanistico vigente – P.I. nella fattispecie,
ma a carico di AVEPA sulla base della “normativa delle distanze nella realizzazione di nuovi allevamenti”
derivante dalla D.G.R. 856/2012 e s.m.i..
Conformità della modalità di realizzazione degli allevamenti zootecnici intensivi:
Relativamente all'adozione delle MTD specifiche per il settore suinicolo che riguardano la riduzione delle emissioni di ammoniaca dagli allevamenti, i trattamenti aziendali degli effluenti, la riduzione delle emissioni dagli stoccaggi e dallo spandimento agronomico, si precisa che l'allevamento in progetto sarà soggetto alla pratica di Autorizzazione Integrata Ambientale, pertanto saranno valutati in via preliminare tutti gli aspetti di conformità alle MTD.
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6-ASSOGGETTABILITA' ALLE NORME AMBIENTALI
AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE
L'AZ AGR SUINAL per l'attuale capacità massima potenziale è soggetta alla norma AIA ed ha avuto l'AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE in data 10/06/2014 Reg.Decr. N°252/2014, n°prot.59809/2014 da parte della Provincia di Treviso e successivamente revisionata per l’attuale capacità autorizzata in data 30/10/2015 Reg.Decr. N°380/2015, n°prot.103042/2015 e successivamente rinnovata con l’applicazione delle BAT Conclusion in data 17/07/2019 n°reg. Decr. 296/2019.
L'azienda a seguito dell'accettazione della richiesta di autorizzazione edificabilità in zona agricola, scopo del Piano Aziendale, predisporrà e presenterà il progetto agli Uffici della Provincia di Treviso sia per l’ottenimento dell’AIA, che per la procedura di VIA.