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Rapporto annuale sulla caccia 2020

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Academic year: 2022

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Uffizi da chatscha e pestga dal Grischun Ufficio per la caccia e la pesca dei Grigioni

Ringstrasse 10 7001 Coira Tel. 081 257 38 92 info@ajf.gr.ch www.ajf.gr.ch

Rapporto annuale sulla caccia 2020

I Sintesi

La pandemia da coronavirus ha comportato molti cambiamenti radicali nel 2020, complicando fortemente le condizioni generali della convivenza umana, in particolare per quanto riguarda il lavoro e il tempo libero. Non sorprende, dunque, che anche la caccia e la pesca ne siano state colpite direttamente. Sebbene a marzo gli esami d’idoneità per la caccia, da svolgere fisica- mente, siano stati sospesi con brevissimo preavviso, a giugno è stato possibile svolgerli rego- larmente. Le regole per le attività di conservazione e l'addestramento al tiro hanno dovuto essere ridefinite e adattate varie volte. È stato necessario annullare anche l’attestato di tiro e i corsi di formazione per la pesca (SaNa). A partire da marzo, tutte le riunioni con i collaboratori sono state annullate d’ufficio. Per la vendita delle licenze, il controllo d ei cacciatori e dei pe- scatori, nonché per l’esame delle prede, si sono dovut i attuare i criteri di sicurezza anti Covid.

Per quanto riguarda la caccia speciale, all’inizio della seconda ondata, l’esame degli animali abbattuti è stato ridotto al minimo esse nziale. Infine, la caccia speciale ben avviata ha dovuto essere interrotta a causa del Covid19. L’Ufficio per la caccia e la pesca (UCP) si ritiene molto fortunato per il fatto di poter contare in questa difficile situazione su collaboratrici e collabora- tori motivati.

Il 2020 è stato, insieme agli anni precedenti, tra i più caldi mai registrati, ma rispetto ai due anni precedenti la neve è stata più scarsa. Specialmente nei mesi di febbraio e aprile la tem- peratura è stata di quasi 4 gradi superiore ai valori medi. Nell’inverno 2019/20 si sono contati molti meno casi di selvaggina perita. Da settembre in poi sono state registrate a livello regio- nale nevicate abbondanti che, specialmente nelle zone più elevate, a ottobre hanno annunciato l’arrivo dell’inverno. Tuttavia, a dominare sono state di volta in volta condizioni più miti, ad esempio da novembre fino all’inizio di dicembre.

L’effettivo di selvaggina è stato stimato in primavera da buono (capriolo, camoscio) a elevato (cervo, stambecco) o, in determinate zone, troppo elevato (cervo, capriolo, in parte anche ca- moscio). L’effettivo di cervi è leggermente calato a 16 300 capi e in alcune regioni ha superato il limite di sostenibilità. L’obiettivo di un effettivo di cervi primaverile di 16 000 unità, nonostante l’aumento della mortalità, non è stato raggiunto. Il buon calo ottenuto grazie alla caccia nell’au- tunno del 2019 è stato in parte compensato dal miglioramento delle condizioni di vita in inver no.

Nella Mesolcina si registra un aumento degli effe ttivi di cinghiali. Inoltre, i cinghiali sono riap- parsi anche nella Val Poschiavo. Con la pianificazione della caccia del 2020 si è puntato ad una riduzione, mantenendo il piano di prelievo dei cervi a 5 560 ca pi e aumentando il numero delle femmine di cervo da abbattere ad almeno 3 160 unità. Nelle regioni con i più gravi pro- blemi causati dalla selvaggina nei boschi, la quota minima di femmine da abbattere è stata portata al 60%. Solo con un intervento maggiore sulla popolazione femminile , infatti, è possibile raggiungere una riduzione dell'effettivo complessivo. Grazie alle ottime condizioni della caccia a settembre, alla gestione accorta delle zone di protezione della selvaggina e alle prescrizioni più liberali per l’esercizio della caccia ai cerbiatti, la caccia alta a settembre ha portato ad un bottino molto elevato di cervi. 5 428 cacciatori e 41 cacciatori ospiti hanno abbattuto 9 763 cervi, caprioli, camosci e cinghiali. Gli elevati effettivi di cervi e quelli, in aumento, di caprioli, hanno richiesto in tutte le regioni lo svolgimento di una caccia speciale. Nel corso di tale caccia, differenziata a livello regionale, i 2 467 partecipanti hanno abbattuto 1 053 cervi, 102 caprioli e 13 cinghiali. Gli obiettivi di abbattimento non sono stati raggiunti o vunque. Con i prelievi effettuati dai guardiani della selvaggina sono stati abbattuti in totale 5 691 cervi, 2 717 caprioli, 2 952 camosci, 444 stambecchi e 51 cinghiali (in totale 11 855).

Per avere un’idea più chiara sugli spostamenti dei cervi, in stretta collaborazione con il Parco Nazionale Svizzero (PNS), i cantoni e paesi confinanti (Ticino, Tirolo, Vorarlberg e il Principato del Liechtenstein), nei Grigioni un certo numero cervi nobili sono stati muniti di trasmettitor i

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GPS e altri saranno muniti di tale dispositivo anche in futuro . Due progetti, "Ingiovia” in Enga- dina Bassa e “TIGRA” nella Mesolcina, si trovano nella fase conclusiva. Inoltre, nella Surselva i cervi sono stati marcati per mezzo d i collari e marche auric olari.

L’attuazione delle disposizioni della legislazione svizzera in materia di derrate alimentari, in- trodotte nel 2018, è stata ottimizzata per quanto riguarda il trattamento della carne di selvag- gina. Con l’attuazione (cd. “LARGO”), sono i cacciatori a d assumersi più consapevolmente la responsabilità per la sicurezza alimentare e la tracciabilità dei prodotti di selvaggina nei Gri- gioni.

A seguito delle indagini condotte nel 2019 sull’utilizzo e sull’effetto letale di munizioni con e senza piombo, tramite l’Ordinanza sull’esercizio della caccia del 2020 il governo ha varato l’obbligo di utilizzo delle munizioni senza piombo. È stato previsto un periodo di transizione fino al primo settembre 2021.

Come in passato, nel Voralberg sono stati diagnosticati c asi di tubercolosi nei cervi e negli allevamenti bovini. Per il monitoraggio dell’epidemia, su incarico del veterinario cantonale nelle zone a nord dei Grigioni, sono stati analizzati altri campioni di cervi abbattuti e periti per cause diverse, al fine di verificare la presenza della tubercolosi. Finora, fortunatamente, non sono stati riscontrati casi positivi. Il divieto di foraggiamento per gli ungulati è stato attuato in tutto il cantone.

Nel 2020 sono stati riportati avvistamenti isolati di orsi. Cinq ue branchi di lupi (Ringelspitz, Piz Beverin, Val Gronda, Stagias e Muchetta) hanno registrato 30 nascite ( vedi il rapporto sui lupi del 2020). Nei territori dei branchi del Calanda e del Morobbia non si sono registrate cucciolate . L’UFAM ha respinto una richiesta di regolazione del branco del Beverin a causa di attacchi a capre, ad un vitello e ad un asino. Dieci cuccioli sono rimasti vittime del traffico e delle lotte tra branchi. La popolazione di linci ha continuato a crescere. Due cuccioli rimasti orfa ni e for- temente denutriti hanno dovuto essere soppressi.

La legislazione sulla caccia contiene importanti disposizioni sulla protezione dell’ambiente che devono essere attuate dall’UCP. La divisione per la conservazione dell’ambiente e delle specie protette, l’anno scorso, ha valutato ben 606 progetti sulla compatibilità con gli animali selvatici ed i pesci. Inoltre, il piano di gestione dei castori nei Grigioni è stato concluso dal gruppo di lavoro e si trova già in fase di attuazione.

In stretta collaborazione con il BKPJV, il salvataggio dei capretti di capriolo dalla morte per sfalcio è stato continuato su di un’area molto più vasta ed i metodi convenzionali sono stati rafforzati tramite l'uso di droni.

È stata portata avanti anche la riorganizzazione dell’UCP. Due nuove posizioni sono state oc- cupate nelle regioni dai collaboratori accademici Regula Bollier, ricercatrice in scienze ambien- tali, e Lukas Walser, biologo della selvaggina. Con la creazione di quest e due nuove figure l’UCP ha risposto all’aumento del lavoro osservato negli ultimi anni in riguardo alle prese di posizione su progetti di vario genere.

Nell’ambito della politica venatoria, l’anno passato è stato interamente nel segno delle consul- tazioni sulla revisione della legge federal e sulla caccia e sulla protezione dei mammiferi e degli uccelli selvatici. Sebbene la popolazione grigionese sostenesse la facilitazione della regola- zione della popolazione dei lupi con una maggioranza abbondante (67.3% di sì), la popolazione svizzera ha respinto questa revisione della legge (51.9% di no).

Qui di seguito viene dato un resoconto dettagliato del rapporto annuale sulla caccia nella forma tradizionale.

II Specie selvatiche cacciabili e andamento della caccia

a) Effettivo di selvaggina

Come gli anni precedenti, anche il 2020 è stato tra gli anni più caldi dall’inizio delle misurazioni.

Rispetto ai due anni precedenti, d’inverno la neve è stata più scarsa e sono state registrate temperature più miti, per cui il numero di morti di animali selvatici causate dal freddo invernale

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è stato molto inferiore. Specialmente i mesi di febbraio e di aprile sono stati molto soleggiati e più caldi, con quasi quattro gradi al di sopra della media. Alla primavera calda è seguita un’estate altrettanto calda, con due moderate ondate di calore. Da metà agosto in poi, la com- binazione di diversi fattori meteorologici da nord a sud ha prodotto diverse precipitazioni vio- lente sotto forma di pioggia e neve. A settembre si sono alternate giornate di sole e di neve, creando le condizioni ideali per lo svolgimento della caccia. A ottobre e dicembre nella zona della catena alpina principale, sul declivio meridionale e, verso la fine dell’anno, le nevicate sono state abbondanti anche al nord dei Grigioni.

Gli effettivi di ungulati si presentano negli stessi ordini di gr andezza degli anni precedenti.

Nell’anno di caccia statistico 2019, che va dal primo giugno 2019 al 31 maggio 2020, con 2 765 (3 947) unità, nei Grigioni sono stati trovati periti oltre 1 000 ungulati in meno rispetto all’anno precedente, ossia 652 (1 096) cervi, 1 398 (1 996) caprioli, 515 (634) camosci e 200 (221) stambecchi. Responsabili di ciò sono state le buone condizioni di pascolo nell’autunno del 2019 e le condizioni meteor ologiche meno rigide nell’inverno 2019/20. Ciò è anche indice del fatto che la selvaggina è sana e resistente.

Nella tabella seguente sono riportate le stime degli effettivi.

Specie selvatica Effettivo primaverile 2020 (2019)

Rapporto tra i sessi (RS) maschi : femmine Cervi

Caprioli Camosci Stambecchi

16 300 (16 500) 14 000 (13 000) 23 000 (23 000) 6 500 (6 500)

1 : 1.5 1 : 1.8 1 : 1.5 1 : 1.2

Totale 59 800 (59 000)

Oltre agli ungulati, sono stati monitorati con metodi standardizzati anche gli effettivi di altre specie di mammiferi e uccelli cacciabili, come la lepre, il fagiano di monte e la pernice bianca.

Gli effettivi di queste specie hanno potuto essere ancora un a volta classificati da buoni a ottimi.

b) Regolazione degli effettivi di selvaggina

Il presupposto per una regolazione sostenibile degli effettivi di selvaggina è la pianificazione della caccia. Essa si poggia s ulle rilevazioni sistematiche, sulle perizie e stime dei guardiani della selvaggina per quanto riguarda gli effettivi, sull’osservazione pluriennale della loro evo- luzione, sull’esame della cacciagione e degli animali selvatici trovati morti, sui risultati dei pro- grammi di marcatura, sul monitoraggio veterinario degli effettivi di selvaggina e sulle valuta- zioni nel campo delle attività forestali, agricole e sull’impatto delle specie selvatiche sull’am- biente.

Obiettivi

L’obiettivo della pianificazione della caccia è stabilizzare su un livello sostenibile gli effettivi di selvaggina, riducendoli a livello regionale in base alle necessità. A causa degli elevati effettivi di ungulati e della forte pressione esercitata regionalmente dalla selvaggina sui boschi, spe- cialmente nelle zone coperte da abete bianco, ma anche nelle zone coltivate, la pressione venatoria è stata intensificata a livello regionale su cervi e caprioli nonché, in determinate aree, sui camosci. Per quanto riguarda le specie altamente prolifiche del cervo e del capriolo, la regolazione degli effettivi deve avvenire con l’abbattimento degli animali di sesso femminile. In tutte le regioni con forti conflitti tra bosco e selvaggina è stata aumentata la quota de i cervi femmina da abbattere. Per quanto riguarda il cervo, oltre ai precedenti interventi venatori, sono stati fissati nuovi interventi nelle zone di Domleschg e Surses. Nonostante il sensibile sviluppo degli effettivi, in determinate regioni boschive dev e essere intensificata anche la regolazione del camoscio. Oltre ai territori già esistenti in cui sono previsti interventi venatori particolari, ora è stata intensificata la caccia al camoscio nei boschi protetti dei Comuni Bergün Filisur, Surses e quasi in tutto il distretto di caccia XI Herrschaft-Prättigau. Sulla base delle esperienze raccolte con il progetto pilota nel distretto di caccia XI Herrschaft -Prättigau, dal 2017 e con le aperture rigorosamente disciplinate delle zone di protezione, la gestione delle stesse, nel 2019, è stata adattata a tutto il territorio cantonale. Sono state effettuate aperture permanenti e tem- poranee degli asili, nonché il permesso di abbattimento contingentato dei fusoni senza limiti

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della lunghezza delle corna durante gli ultimi 4 giorni di caccia. In tutto il cantone sono state in qualche modo gestite 86 zone di protezione. Il numero di giorni in cui i cervi hanno potuto essere cacciati nelle zone di protezione è stato, con 1 676 giorni, pari all’anno precedente (1 673). Nell’evoluzione successiva si è tenuto conto del fatto che con le rigorose aperture delle zone di protezione per due giorni lo scorso anno sono state alterate soprattutto le zone di protezione di piccole dimensioni al punto tale che nella seconda fase non si è trasferito più quasi nessun cervo nel territorio aperto di caccia e non è più stato possibile abbattere nessun animale. Per tre giorni è stato possibile cacciare il cervo con corona su ambedue le aste . In queste giornate di caccia sono stati abbattuti 32 (31) cervi con corona su ambedue le aste. La caccia ai piccoli di capriolo negli ultimi quattro giorni della caccia alta è stata praticata nell’in- tero cantone. Il prelievo di 99 (77) piccoli di capriolo è risultato leggermente più alto rispetto all’anno precedente ma è comunque inferiore agli anni antecedenti al 2018, con effettivi di capriolo ancora più elevati.

Risultati della regolazione

In totale sono stati abbattuti 21 379 capi (contro i 20 649 dell’anno precedente). La differenza rispetto all’anno precedente deriva soprattutto dai risultati inferiori della caccia alla volpe, alla marmotta e alla faina. I bottini della caccia agli ungulati sono stati pari a 11 855 (10 850) capi, ovvero 1 005 o l’8.5% in più rispetto all’anno precedente. Il maggior numero di caprioli e cervi abbattuti si rispecchia in questa differenza.

Prelievo venatorio 2020 2019 2018 2017

Ungulati in totale 11 855 10 850 10 900 14 272

Cervi Caprioli Camosci Stambecchi Cinghiali

5 691 2 717 2 952 444 51

5 470 1 933 2 949 464 34

5 055 1 972 3 378 460 35

6 515 4 195 3 016 513 33 Totale altra

selvaggina da pelo

7 928 8 256 10 399 8 134

Marmotte Lepri

Lepri bianche Volpi

Tassi Faine Martore

3 614 1 252 917 1 706 220 184 35

4 203 1 060 766 1786 193 220 28

4 643 1 063 778 3 339 175 357 44

3 370 1 093 765 2 437 236 223 10 Totale selvaggina

da penna

1 596 1 543 1 371 1 908

Fagiano di monte Cormorano Pernice bianca Germano reale Folaga

Corvo imperiale Cornacchia Cornacchia grigia Gazza

Ghiandaia Colomba

143 12 381 129 22 81 464 2 115 234 13

92 15 159 147 11 65 424 3 91 525 11

99 15 207 154 17 59 350 6 105 344 15

103 5 266 154 10 54 411 1 120 770 14

Totale 21 379 20 649 22 670 24 314

La caccia alta a settembre si è svolta anche nell’anno del rapporto in due fasi ( dal 03 al 13 e dal 21 al 30 settembre 2020). Il risultato complessivo della caccia alta agli ungulati è stato di 9 763 capi, corrispondenti al 7% in più rispetto alla media 2010 -2019. Nel caso del capriolo e del camoscio, il prelievo è stato leggermente inferiore alla media decennale. Per quanto ri- guarda i cervi, invece, il bottino è stato molto più abbondante, ossia il 35% in più di animali maschi e l’8% in più di femmine abbattute rispetto alla media decennale.

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Cervo

La caccia alta del 2020 è iniziata per la prima volta dopo molti anni con condizioni venatorie ottime, dopo un sensibile abbassamento delle temperature a fine agosto. Il bottino del primo giorno è risultato elevato, nel caso dei maschi dei cervi maschi il migliore dal 1992. Questi risultati sono stati, per quanto riguarda i maschi di cervo, del 26% superiori, mentre per le femmine di cervo, del 3% inferiori rispetto alla media dal 2007. La prima fase di caccia ha conosciuto condizioni di bel tempo, mentre nella seconda fase più breve ha dominato la neve, creando buone condizioni per la caccia al cervo. La liberazione degli fusoni negli ultimi quattro giorni di caccia ha fatto ulteriormente registrare un aumento con circa 270 animali abbattuti. In definitiva, a settembre è stato registrato il terzo bottino di caccia al cervo più alto mai ottenuto.

A ciò hanno sicuramente contribuit o la rete di zone di protezione della selvaggina , le misure di gestione in tali zone e la parziale liberazione dei fusoni. Anche la caccia alta del 2020 ha dimostrato chiaramente i limiti di ciò che è possibile raggiungere . I piani di prelievo molto ele- vati, che derivano soprattutto dall’alto numero di cervi in inverno e primavera nei Grigioni, non possono essere realizzati soltanto con gli anim ali presenti nelle zone di estivazione.

La regolazione conclusiva, nell’ambito di un breve intervento coordinato con precisione a livello spaziale e temporale, è stata effettuata anche quest’anno con la caccia speciale a novembre e dicembre in tutte le 21 regioni. A causa dell’arrivo della seconda ondata della pandemia del Covid19, è stato necessario adeguare le cond izioni di analisi degli animali. Nello specifico, la registrazione dei dati degli animali abbattuti è stata ridotta al minimo. Tuttavia, si è osservato con piacere che nonostante le condizioni più difficili il numero di partecipanti alla caccia spe- ciale ha raggiunto un nuovo record. Il piano di prelievo del cervo, con 2 195 (2 315) cervi da abbattere, è stato dunque inferiore a quello del 2019 di sole 120 unità. Dopo l’ottima partenza di novembre, all’inizio di dicembre le condizioni di caccia sono peggiorate a causa delle con- dizioni di bel tempo e di siccità. Solo poco più tardi, alle maggiori altitudini, quantità di neve eccezionali hanno nuovamente creato condizioni critiche. A ciò si è aggiunto il fatto che dal 12 dicembre il Consiglio federale ha varato il divieto di manifestazioni pubbliche a seguito della situazione critica del Covid19. In tali circostanze e anche sulla base delle valutazioni dell’UFAM e del dipartimento cantonale responsabile, a partire da quel momento si è dovuta sospendere la caccia speciale. Successivamente, i guardiani della selvaggina hanno compiuto qualche altro intervento, sebbene non fosse possibile attendersi ad un pieno raggiungimento dei piani di prelievo.

Dal punto di vista quantitativo, i piani di prelievo sono stati ampiamente raggiunti nelle valli meridionali, nell’Engadina, Mittelbünden, Hinterprättigau e nella Surselva . Nell’anno del rap- porto, dal punto di vista qualitativo, ovvero del numero minimo di femmine di cervo abbattute, il raggiungimento dei piani di prelievo non è stat o assolutamente soddisfacente a causa della necessità di interrompere precocemente la caccia speciale. È stato possibile rispettare questi criteri soltanto nelle regioni Bregaglia, Val Poschiavo, Alta e Bassa Engadina (eccetto la re- gione di Zernez-Ardez), Val Müstair, Surses, Mittel-/Hinterprättigau e Heinzenberg. Tutte le battute di caccia sono state eseguite professionalmente, si sono svolte senza problemi e senza sollevare particolari critiche.

In totale sono stati abbattuti 5 691 cervi (2 546 femmine, 3 145 maschi) con una quota di cerbiatti del 16%. Durante la caccia alta sono stati prelevati 4 310 cervi, nella caccia autunnale 1 053 e dai guardiani della selvaggina 328 (animali feriti, orfani o animali che arrecavano danno). Il maggior numero di maschi di cervo, con 745 unità, si contrappone al numero inferiore di femmine di cervo abbattute, pari a 614 capi. Dal punto di vista quantitativo, il piano di pre- lievo di 5 560 cervi è stato raggiunto al 102% in generale e all’81% se riferito alla quota di femmine di cervo. Date le condizioni generali difficili dovute al Covid19, l’intervento dei cac- ciatori e guardiani della selvaggina grigionesi può essere giudicato ottimo.

Capriolo

Per quanto riguarda i caprioli, durante la caccia alta sono stati abbattuti 2 502 capi. In base al piano specifico per il capriolo, la caccia speciale è stata ap erta in 13 regioni per 203 caprioli, mentre i piani di prelievo specifici sono stati già realizzati nel territorio restante con la caccia alta. In due regioni sono rimaste differenze poco significative. In diversi territori colpiti da pro- blematiche legate alla fauna selvatica, i piani di prelievo per la caccia speciale sono stati ulte- riormente incrementati. I cacciatori hanno abbattuto 102 animali, mentre i guardiani della sel- vaggina hanno soppresso 103 caprioli orfani, feriti o animali che arrecavano danno. In totale

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sono stati abbattuti 2 717 caprioli, 784 in più dell’anno precedente. Il piano di prelievo generale cantonale è stato dunque raggiunto.

Camosci

Il bottino di caccia del camoscio risulta, con 2 932 animali, pari a quello dell’anno precedente e simile a quelli degli anni 2011-2017, nonché vicino all’obiettivo di abbattimento di 3 000 capi.

La ripartizione tra i sessi è stata di 1:1.05 e, dunque, equilibrata, mentre la quota di animali giovani del 24.3% (22.3%) corrisponde agli obiettivi fissati. I guardiani della selvaggina hanno abbattuto 20 (22) animali feriti, rimasti orfani o che arrecavano danno, i quali sono stati som- mati alla cifra dei prelievi. Nel camoscio si sono registrati numerosi casi di cecità (cheratocon- giuntivite) in autunno nella Valsertal, a Lugnez e nella Safiental.

Cinghiale

I cinghiali abbattuti sono stati nella Mesolcina e nella Val Poschiavo (un animale) durante la caccia alta 19 (18) e 13 (2) nella caccia speciale, mentre durante l’intero anno sono stati regi- strati 18 (14) animali abbattuti o trovati morti (1) dai guardiani della selvaggina.

Stambecchi

Rispetto al piano di prelievo di 498 (498) animali, con la caccia allo stambecco sono stati abbattuti 444 (464) capi, con un rapporto sessi di 1:1.06 (1.01). Il prelievo compiuto dai cac- ciatori è stato di 418 (443) animali, a cui s e ne sono sommati 26 (21) abbattuti dai guardiani della selvaggina. La quota di successo dei cacciatori è stata nettamente inferiore rispetto agli anni scorsi anche a causa delle condizioni meteorologiche fortemente avverse di quest’anno.

Per maggiori dettagli, consultare il rapporto annuale sulla regolazione degli effettivi di stam- becchi nei Grigioni del guardiano della selvaggina e amministratore degli stambecchi Armando Janett (www.ajf.gr.ch).

Marmotta

Il bottino della caccia alla marmotta è stato leggermen te inferiore rispetto agli anni precedenti a causa di nevicate di diversi giorni nel mese di settembre. Sono stati abbattuti 3 614 (4 203) animali. Gli effettivi di marmotta nei Grigioni sono ancora una volta buoni/alti e permettono un prelievo venatorio dello stesso ordine di grandezza degli anni precedenti. In numerose zone sono risultati necessari anche prelievi, sia da parte dei cacciatori che dei guardiani della sel- vaggina, per la protezione dei danni arrecati dalla fauna selvatica.

Selvaggina minuta cacciabile durante la caccia bassa

Quest’anno per quanto riguarda la caccia bassa, il numero di cacciatori è aumentato di 77 unità (6%) per arrivare a 1 421 partecipanti. Anche i bottini di caccia sono aumentati per la maggior parte delle specie. Rispetto all’anno precedente è stato abbattuto un numero molto maggiore di lepri comuni e bianche, volpi e tassi.

Rispetto alle cifre complessive (inclusa la caccia d’agguato dell’ultimo anno venatorio), il bot- tino di caccia della volpe è rimasto sul livello dell’anno precedente e, a causa del cimurro, a un livello molto inferiore rispetto agli anni antecedenti al 2018. Nel caso del tasso, invece, il bottino è stato leggermente superiore.

Per quanto riguarda la maggior parte delle specie di uccelli, il bottino de lla caccia bassa è aumentato rispetto agli anni precedenti, in particolare per il fagiano di monte, la pernice bianca e la folaga, di cui sono stati registrati ottimi effettivi primaverili. Rispetto all’anno precedente è aumentato anche il bottino di cornacchie, corvi imperiali e gazze. Poiché non sono avvenute consistenti invasioni da nord-est, il bottino della ghiandaia è stato inferiore. Anche il numero di germani reali abbattuti è stato inferiore . Per quanto riguarda il cormorano e le altre specie, il prelievo è rimasto fermo ai livelli degli anni precedenti. Nel complesso, lo sfruttamento della caccia bassa, grazie alla pianificazione della caccia, può essere ancora una volta giudicato sostenibile.

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c) Danni della selvaggina

Per il risarcimento dei danni causati dalla selvaggina sono stati pagati in totale 209 125 franchi (contro i 154 312 franchi dell’anno precedente) e in particolare 82 202 franchi per i danni alle colture agricole e 126 923 franchi per i danni agli allevamenti. I danni alle colture si sono concentrati ancora una volta nella zona a ridosso dal Parco Nazionale Svizzero, nella Val Po- schiavo e nella Mesolcina.

Secondo le stime dell’Ufficio delle foreste e dei pericoli naturali (UFP) dei Grigioni, i danni al bosco causati dalla selvaggina sono ulteriormente aumentati, specialmente nella metà setten- trionale del cantone. Al fine di documentare la situazione in tempo reale, l’UFP ha elaborato un nuovo strumento di monitoraggio per la valutazione annuale dei danni causati dalla selvag- gina.

La revisione dei rapporti bosco-selvaggina (RBS) è stata portata avanti con l’RBS Herrschaft- Prättigau. Nell’RBS sono stati definiti i territori dove il ringiovanimento naturale del bosco è a rischio a causa della selvaggina e sono stati indicati i provvedimenti per risolvere tali problemi.

Ciò rappresenta una base importante per la pia nificazione della caccia.

III Grandi predatori

Orso

Nel 2020 sono state documentate presenze sporadiche di orsi solo nell’Engadina Bassa. Per- tanto, anche nel 2020 la tematica degli orsi ha impegnato molto scarsamente l’Ufficio per la caccia e la pesca (UCP). Tuttavia, è possibile prevedere un cambiamento futuro della situa- zione, date le alte cifre della riproduzione dei circa 70 orsi del Trentino. Nel 2019 in questa regione 9 orsi femmina hanno allevato 16 cuccioli, che nel 2021 potrebbero iniziare a spo starsi.

In totale, dall’UCP sono state dedicate agli orsi 36 ore lavorative. Il dispendio totale ammonta a 23 160 franchi, ottenuti anche con il contributo federale. Tale importo include anche le spese per i cassonetti per i rifiuti a prova di orso per la prevenzione dei danni e per l’allestimento del nuovo sistema di monitoraggio e comunicazione Greo Data.

Lupo

Si rinvia al rapporto annuale sul lupo 2020.

Lince

Anche nel 2020 la presenza della lince si è concentrata nella parte occidentale del cantone, prevalentemente nella Surselva e nel territorio Heinzenberg -Safien-Schams e, meno consi- stentemente, nel Prättigau, Schanfigg, nella valle del Reno grigionese, nell’Engadina e, in casi sporadici, nei distretti di caccia limitrofi. Nel 2020 sono state registrate prove certe di riprodu- zione nella Surselva, Safiental e Schams. Contrariamente al ritorno del lupo, l’avanzata della lince appare molto più discreta ma costan te. Al momento si ritiene che gli effettivi di lince nei Grigioni siano pari a 20-30 unità.

Sciacallo dorato

Nel 2020, per la prima volta dopo molti anni, non sono state segnalate tracce della presenza dello sciacallo dorato nei Grigioni.

IV Specie protette e protezione dell’ambiente

a) Ulteriori specie protette

Uccelli

Un monitoraggio sistematico degli effettivi è stato garantito anche per diverse specie protette come il gallo cedrone, l’aquila reale, il gufo reale, il re di quaglie, la moretta e l’ upupa. Con l’attuazione di questi programmi, spesso in stretta collaborazione con la stazione ornitologica

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svizzera e l’associazione degli ornitologi grigionesi (Ornithologische Arbeitsgruppe Graubün- den), è stato prestato un importante contributo al contro llo e al sostegno di specie di mammiferi e d’uccelli la cui esistenza è a rischio.

Castoro

Il piano di gestione dei castori nei Grigioni è stato adottato dal gruppo di lavoro cantonale sui castori. La procedura ivi definita per i conflitti con i castori è già stata applicata con succes so.

A Pradella in Scuol è stato necessario rimuovere una diga di castori a causa della minaccia alle infrastrutture. Non è stato presentato nessun reclamo contro l'ordinanza dipartimentale in questione. Il piano di gestione d ei castori nei Grigioni ha così superato la sua prima prova.

Lontra

I potenziali siti di marcatura delle lontre sono stati identificati e registrati digitalmente per tutto il territorio cantonale. Pertanto, la presenza della lontra dovrebbe ora essere monitorata rego- larmente. Ciò permette di documentare passo dopo passo la possibile diffusione di questa specie nel cantone. Attualmente, la maggior parte delle presenze di lontre si registra ancora nell'Engadina, dove si può ipotizzare una distribuzione completa lungo tutto il fiume Inn. Nel semestre estivo, sono state documentate presenze anche lungo gli affluenti fino alle valli late- rali. L'inizio del progetto di ricerca sull'influenza delle lontre sul patrimonio ittico dell'Alta En- gadina ha dovuto essere posticipato di un anno a causa delle limitate possibilità di lavoro in relazione alle misure di protezione anti Covid19.

b) Protezione dell’ambiente

L'UCP è responsabile dell'applicazione della legislazione federale e cantonale in materia di caccia e pesca. Per molti progetti di pianificazione e costruzione, nonché per gli e venti, occorre verificare se tali iniziative possano essere conciliate con la protezione della selvaggina e delle specie ittiche e dei loro habitat. I pareri tecnici dell'UCP possono anche portare all’impedimento di un progetto che avrebbe un impatto molto negativo sull'habitat della fauna selvatica. Nella stragrande maggioranza dei casi, tuttavia, essi portano a un'ottimizzazione dei progetti e com- plessivamente all’ottenimento di situazioni vantaggiose per tutti in termini di sviluppo sosteni- bile. In questo contesto, l'Ufficio fornisce un importante contributo all'ottimizzazione di questi progetti e alla protezione degli habitat.

L'anno scorso sono stati valutati dall'UCP 606 progetti in totale, strutturati a livello esemplifi- cativo come segue: 242 domand e per edifici al di fuori delle zone edificabili, 84 progetti di pianificazione territoriale, 53 progetti ferroviari e stradali, 41 progetti di costruzione e sviluppo agricolo/forestale, 23 progetti di pianificazione delle strutture, 30 progetti di grandi eventi e sport/tempo libero, 12 costruzioni per la protezione dai rischi naturali e vari altri tipi di progetti.

La mole di lavoro necessario per esprimere pareri è aumentata considerevolmente negli ultimi anni, anche a causa del fatto che i potenziali c ostruttori e le organizzazioni autorizzate a pre- sentare obiezioni sono diventati più sensibili alle questioni ambientali. Per essere in grado di far fronte al lavoro in questo crescente ambito di responsabilità, l'area interna di competenza è stata dotata di risorse aggiuntive e riorganizzata. La valutazione dei progetti di costruzione e di pianificazione viene ora compiuta dal personale scientifico delle regioni in stretta collabo- razione con i guardacaccia e i guardapesca locali. A questo scopo, due nuove posizioni sono state create nel 2020 e ricoperte da Regula Bollier ( ricercatrice in scienze ambientali, respon- sabile della zona del Mittelbünden) e Lukas W alser ( biologo della selvaggina, responsabile della regione Nordbünden). Oltre alla formulazione dei pareri (valutazione dei progetti) nelle regioni, entrambi svolgono anche funzioni sovraregionali nell'ambito dei dipartimenti "Caccia"

e "Pesca". In termini di gerarchia, entrambe le posizioni sono subordinate alla divisione di nuova creazione "Protezione dell’ambiente e delle specie". Il nuovo dipartimento è diretto da Andrea Baumann, che lavora all’UCP dal 2015 ed è responsabile anche per la formulazione delle prese di posizione. La riorganizzazione aumenterà l'efficienza nel processo di lavoro della divisione responsabile per la stesura delle prese di posizione e migliorerà ulteriormente la qualità delle valutazioni dei progetti. Il dipartimento mira anche a rafforzare le competenze specialistiche regionali e, non da ultimo, a sostenere e alleggerire il c arico di lavoro del perso- nale della sede centrale e delle regioni interessate.

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c) Attività di cura della selvaggina

Cura dei biotopi, salvataggio dei piccoli di capriolo

Anche quest’anno, nell’ambito della cura dei biotopi, i cacciatori hanno fornito un importante contributo alla cura dell’ambiente della selvaggina e di numerose altre specie di animali e uc- celli.

In stretta collaborazione con il BKPJV è stata compiuta un’operazione di salvataggio dei piccoli di capriolo dalla morte causata dalla mietitura. Per gli anni successivi si prevede di utilizzare, oltre ai metodi convenzionali, ancora più droni per trovare i piccoli di capriolo deposti nei prati da sfalcio. Alle diverse centinaia di piccoli di capriolo salvati con i metodi tradizionali si sono aggiunte altre centinaia di piccoli di capriolo salvati grazie all'uso dei droni.

Salvaguardia della tranquillità dell’habitat

Nei singoli comuni, le zone di quiete sono state riviste o cambiate da zone volontari e a zone legalmente regolamentate e segnate sul terreno. La registrazione digitale dei sentieri e dei percorsi che possono essere utilizzati è stata proseguita. Ci sono attualmente un totale di 287 zone di quiete per la fauna selvatica nel Cantone dei Grig ioni. Questa importante misura di intervento non solo serve a tenere al riparo da attività di disturbo gli ungulati, ma anche nume- rose specie di uccelli protette.

Le zone di quiete, insieme ad altre informazioni, si trovano anche su Internet all'indirizzo (www.wildruhe.gr.ch e www.wildruhezonen.ch). Questa offerta riscontra grande interesse, ad esempio per la pianificazione delle escursioni. In vari progetti come la revisione delle cart ine delle ciaspole e dello sci-alpinismo (ottimizzazione dei percorsi per motivi di sicurezza), le guide allo sci ecc. è stato possibile integrare il tema delle e sigenze della selvaggina.

V Esercizio della caccia

a) Licenze, permessi, esami d’idoneità

Il numero totale di licenze staccate è notevolmente aumentato rispetto agli anni precedenti, specialmente per la caccia speciale e la caccia bassa. Una possibile spiegazione di tale evo- luzione si trova nella forte limitazione della libertà di movimento a l ivello internazionale regi- strata nell’anno del rapporto a causa della pandemia del Covid19. Nella caccia alta hanno staccato licenze per ospiti 41 (43) cacciatori; 6 (2) licenze per un giorno e 35 (42) per due giorni. Nell’anno venatorio 2020 sono stati 5 756 (5 729) i cacciatori che hanno esercitato attivamente almeno una caccia.

In totale sono state rilasciate le seguenti licenze e permessi:

Licenze e permessi 2020 2019 2018 2017

Caccia alta Ospiti caccia alta Caccia bassa

Caccia speciale al cervo e al capriolo

Caccia allo stambecco Caccia d’agguato Impiego cane da caccia

5 428 41 1 421 2 467

237 32 684

5 386 43 1 344 2 083 239 32 697

5 483 47 1 436 2021 241 34 730

5 532 26 1 499 1 918 263 29 730

Totale 10 310 9 824 9 992 9 972

Nell’anno in questione hanno acquisito il diritto a esercitare la caccia nei Grigioni 23 (34) cac- ciatrici e 146 (142) cacciatori, in totale di 169 (176). Per i nuovi esami d’idoneità 2021/22 si sono iscritti 286 (195) candidati di entrambi i sessi.

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b) Ricerche

Tutte le attività di caccia si sono svolte in modo ordinato. I 203 (193) conduttori di bracchi da sangue hanno effettuato con i loro cani 1 063 (976) ricerche. Questo aumento rispetto all’anno precedente rispecchia anche l’aumento complessivo de gli animali abbattuti nell’anno a cui si riferisce il rapporto. Nel 62% (59%) dei casi le ricerche hanno avuto un esito positivo. In 314 (246) casi si è trattato di ricerche di controllo e 77 (66) ricerche sono state necessarie a seguito di incidenti stradali e sono state prevalentemente svolte dai guardiani della selvaggina.

Per quanto riguarda le discussioni pubbliche di queste cifre, le valutazioni dettagliate nella relazione annuale 2018 sono ancora valide.

c) Contravvenzioni

La procedura di multa disciplinare applicata per le trasgressioni semplici del diritto venatorio si è confermata valida anche nell’anno del rapporto. Per infrazioni alla legge sulla caccia sono state emesse 1 173 (998) multe disciplinari e sporte 68 (106) denunce. 980 (767) cas i riguar- dano abbattimenti illeciti. Di questi il 96% (98%) sono stati autodenunce dei cacciatori. Anche l'aumento delle contravvenzioni rispetto all'anno precedente corrisponde all'aumento del nu- mero totale di animali abbattuti nell'anno in questione.

Quando si classificano gli abbattimenti illeciti, è importante tener conto che far cacciare libe- ramente 5 500 cacciatori per tre settimane su 7 100 km² rappresenta una grande sfida. È certamente comprensibile che questo richieda delle regole che devono essere rigorosamente rispettate. In generale, gli abbattimenti ill eciti non riguardano specie protette.

d) Legislazione sulle derrate alimentari

Con l'inizio della caccia alta del 2018 e sulla base della revisione della Legge federale sulle derrate alimentari (LARGO), l'ispezione delle carni degli ungulati è diventata obbligatoria. L’in- troduzione del 2018 ha avuto un andamento positivo e sono state necessarie soltanto modifiche di scarsa entità per le attività di caccia del 2019 e 2020.

In collaborazione con i rappresentanti dell'Ufficio per la sicurezza delle derrate alimentari e la salute degli animali (ALT) e la Commissione per la formazione e l’ aggiornamento dei cacciatori (KoAWJ) dell'Associazione cantonale grigionese dei cacciatori con licenza (BKPJV), a gennaio e febbraio si sono svolti a Coira eventi rivolti agli interessati. L'obiettivo della manifestazione è stato di offrire ai candidati dell'esame d’idoneità, che hanno ottenuto la licenza di caccia grigionese nel 2020 dopo aver superato con successo l'esame di caccia, così come agli altri cacciatori grigionesi interessati, l’occasione di familiarizzare con il trattamento professionale della selvaggina e di spiegare e mostrare nella pratica le nuove norme igieniche e procedurali.

Nel Canton Ticino già da anni i cinghiali cacciati sono sottoposti all’analisi della radioattività.

La ragione di questa misurazione è il noto riversamento della nu be di Chernobyl sul Ticino dopo il disastro nucleare del 1986. I cinghiali sono particolarmente a rischio a causa del loro comportamento alimentare (scavare e ingerire determinati funghi contaminati radioattiva- mente). Pertanto, nell’anno in esame è stato lanciato un programma di monitoraggio. Le misure di radioattività sono state effettuate su ogni cinghiale abbattuto nelle valli della Mesolcina e Calanca sotto la responsabilità dell'ALT. 12 cinghiali (il 35%) hanno superato il limite massimo e sono stati pertanto sequestrati e smaltiti. L’UCP ha regolato il risarcimento per i cinghiali sequestrati in modo analogo al Canton Ticino.

e) Controllo delle armi

Gli organi di sorveglianza della caccia hanno controllato 705 (720) armi per quanto concerne la loro funzionalità e sicurezza.

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VI Pubbliche relazioni

Le pubbliche relazioni acquistano un’importanza sempre maggiore per la caccia, la pesca e la protezione dell’ambiente. Per onorare questo impegno, nel 2019 sono state ampliate le risorse di personale. Il nuovo direttore dei servizi centrali, Marc Hosig, è un esperto di comunicazione e sin dai primi mesi ha ampliato notevolmente lo spettro dei mezzi di comunicazione impiegati.

A partire da luglio sono stati pubblicati regolarmente post corrispondenti su i social network Facebook e Instagram, che in generale hanno ricevuto un riscontro molto positivo. All’interno del cantone hanno ricevuto picchi di attenzione fenomenali.

Anche nell'anno in esame, un lavoro attivo di pubbliche relazioni a favore della selvag gina e della caccia è stato di nuovo realizzato nel quadro delle risorse disponibili. I collaboratori dell’UCP hanno tenuto numerose conferenze. Sia i media elettronici che quelli della carta stam- pata hanno regolarmente proposto fatti e temi inerenti alla caccia grigionese. I rappresentanti dei media hanno regolarmente incontrato e accompagnato i rappresentanti del BKPJV e i guar- diani della selvaggina, consentendo così di acquisire una visione dei compiti e delle sfide della caccia moderna.

Ufficio per la caccia e la pesca del Cantone dei Grigioni

Coira, 22 febbraio 2021 Adrian Arquint, Hannes Jenny,

Andrea Baumann

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