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SOS VILLAGGI DEI BAMBINI FORUM

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Academic year: 2022

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HIV/AIDS: vivere una vita positiva

FORUM

Nr. 40 - 2010 - SOS Villaggi dei Bambini International – Sviluppo del programma

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CONTENUTI

02 IMPRINT

03 EDITORIALE - Christian Posch

05 HIV/AIDS: VIVERE LA VITA IN POSITIVO

05 SOS Villaggi dei Bambini sposa la causa della lotta all’HIV e l’AIDS- – Evelyn Winkler 07 Cosa pensano gli altri – Evelyn Winkler

09 UGANDA : una semplice chiacchierata – Karin Demuth, Evelyn Winkler 18 ZIMBAWE: Tutti i nostri diritti – Karin Demuth

22 Una panoramica sulla policy HIV/AIDS di SOS Villaggi dei Bambini 29 INDIA: Con le mie mani – Karin Demuth

32 GUATEMALA : Chi, se non noi? – Sulma Gálvez, Karin Demuth 36 KAZAKHSTAN: vivere una vita migliore – Karin Demuth 42 er ulteriori riferimenti – Karin Demuth

IMPRINT

FORUM è un giornale per lo scambio internazionale di opinion e informazio- ni in materia socio-educativa, psicologica, e socio-politica. FORUM è pub- blicato due volte all’anno in Inglese, Francese, Spagnolo, Russo e Tedesco.

E’ proibito l’uso commerciale. Gli articoli possono essere riprodotti se viene citata la fonte. Data di pubblicazione : Marzo 2010.

Editore :

SOS-Kinderdorf International Programme Development

Hermann-Gmeiner-Strasse 51 A-6010 Innsbruck Austria

Tel.: +43/512/3310-0; Fax: +43/512/3310-5087

e-mail: forum@sos-kd.org - www.sos-childrensvillages.org

Responsabile dei contenuti : Christian Posch

Editor-in-chief:

Karin Demuth Editore associate : Evelyn Winkler Guest author:

Sulma Gálvez Traduttori :

Servizio linguistico del Segretariato Generale e Ann Drummond

Graphic design, typeset:

Camilla Monteleone volntaria Foto di copertina :

Patrick Wittmann Stampa :

eps – edi’s printservice, Österreich

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EDITORIALE

Cari lettori,

Nel 2008 ho avuto l’opportunità di visitare un Pro- gramma di Rafforzamento Famigliare in Sud Africa.

Ciò che mi ha colpito di più è stato il fatto che delle quasi 200 famiglie che partecipavano al programma, tutti gli altri bambini vivevano con nonni, parenti o fratelli principalmente a causa dell’AIDS. Al mondo ci sono 2,1 milioni di bambini con meno di 15 anni contagiati dall’HIV1. SOS Villaggi dei Bambini aiuta e sostiene migliaia di bambini affetti da AIDS e le loro famiglie, oltre a migliaia di bambini i cui genitori hanno contratto l’AIDS o ne sono già morti. In questo nume- ro di FORUM di SOS Villaggi dei Bambini voglia- mo far luce su quello che SOS Villaggi dei Bambini sta facendo in quest’area e imparare dalla vasta gam- ma di esperienze acquisite durante i progetti indi-

             ha presentato la Politica su HIV/AIDS di SOS Vil-

      !"#

AIDS”. Vorrei ringraziare sinceramente i membri del team!

Gli articoli

L’articolo introduttivo di questo numero descrive come SOS Villaggi dei Bambini sia sceso in campo nella lotta contro HIV e AIDS e come questo coinvolgimento si sia sviluppato negli ultimi due anni, e riassume i prin- cipi chiave della nostra Politica su HIV/AIDS.

Potete trovare una panoramica della politica nella parte

centrale di questo numero di FORUM. Il 24 novembre 2009 diversi esperti si sono incontrati a Vienna per il simposio su “Children and HIV/AIDS in Africa” organiz- zato da Caritas Austria. L’articolo “Quello che pensano gli altri” riassume i messaggi chiave di due dei parteci-

% &'%( ' )'     

presentate corrispondono alle esperienze di SOS Vil- laggi dei Bambini e confermano che siamo sulla giu- sta strada. L’Uganda è considerato il modello africano nella lotta contro AIDS e HIV. SOS Villaggi dei Bam- bini sostiene gli sforzi del governo ugandese e fornisce educazione adeguata all’età oltre a terapie e cure nei Programmi di Rafforzamento Famigliare, scuole e cen- tri ospedalieri. Una grande varietà di interventi si in- trecciano e si completano l’un l’altro. L’intento è quel- lo di superare il noto schema ABC (Abstinence, Being faithful, Condoms) che prevede l’astinenza, la fedeltà e l’uso dei preservativi, per includere altri fattori im- portanti come la consapevolezza del proprio stato HIV, e il vivere con positività.

dell’infanzia, annesso alla Convenzione Internaziona- guardante i bambini e l’HIV/AIDS viene percepita per lo più come un problema medico o sanitario, sebbene in realtà copra un raggio molto più ampio. L’HIV/AIDS condiziona così pesantemente la vita di tutti i bambini

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vili, politici, economici, sociali e culturali». Dato che la gente tende a dimenticarlo, lo Zimbabwe ha sviluppato un programma integrato per garantire che bambini e gio- vani crescano in buona salute e dignità e vivano bene.

Il Programma di Rafforzamento Famigliare a Latur, in India, incoraggia le famiglie a rimanere insieme, collaborando al contempo con altre autorità e servi- zi locali al sostegno di coloro le cui famiglie rischia- no di dividersi. Insieme alla AIDS Control Society dello stato del Maharashtra e altre ONG, SOS Villag- gi dei Bambini lavora principalmente alla prevenzione dell’AIDS e fornisce corsi di formazione, terapia e assi- Uno degli obbiettivi principali dei Programmi di Raf- forzamento Famigliare e dei gruppo di auto-aiuto è la produzione di reddito. I gruppi di auto-aiuto sono ciarie dei Programmi di Rafforzamento Famigliare

?  '  ' ' 3  %%   J- to, le donne risparmiano il proprio denaro, lo deposi- tano collettivamente in un conto e forniscono prestiti agli altri membri del gruppo a interessi molto bassi.

Una caratteristica particolare delle attività HIV/

AIDS di SOS Villaggi dei Bambini Guatemala sono le cosiddette “Scuole Famiglia” gestite da SOS Villaggi 400 famiglie, soprattutto donne, hanno partecipato ai laboratori nelle scuole famiglia. Tuttavia, non solo madri ma anche padri, giovani e altri membri delle famiglie frequentano queste scuole. L’enfasi è po- sta su prevenzione e modi di trasmissione, e l’obbietti- vo principale è di evitare che le madri infette contagino detto approccio “Educación Popular”, una metodologia in cui apprendimento e acquisizione della conoscenza sono basati sulle esperienze pratiche di singoli e grup- pi. In Guatemala si da grande importanza alla coope-

  >X> #     7   )

impegnato nell’organizzazione di due conferenze nazio- nali su HIV e AIDS, e ha partecipato ai preparativi per

il CONCASIDA (Congresso del Centro America su HIV e AIDS), che si è tenuto in Costa Rica nel marzo 2010.

Temirtau, città industriale di circa 180.000 abi- tanti nel Kazakistan Orientale, è caratterizzata dall’alto tasso di disoccupazione e dal più alto numero di decessi dovuti ad AIDS e droghe del paese.

Il Programma di Rafforzamento Famigliare aspira

e sostenere la comunità nella cura di bambini e famiglie affetti da HIV/AIDS o con problemi di alcool e droghe.

Obiettivo principale del JLICA (Joint Learning Initiative on Children and HIV/AIDS) è di migliorare la situazio- ne dei bambini affetti da HIV/AIDS. L’organizzazione si basa su quattro “gruppi d’apprendimento” interdisci- po. La JLICA sottolinea l’importanza di mettere bambini e famiglie al centro dei nostri sforzi. L’accesso generale alle cure mediche deve andare di pari passo con la previ- denza sociale. Solo allora saremo in grado di creare le con- dizioni necessarie a fare in modo che gli interessati pos-

Karin Demuth ed Evelyn Winkler sono responsabili del contenuto di questa edizione di FORUM e hanno scritto e curato la maggior parte degli articoli. Un grazie a loro e agli altri autori. Possa questo numero di FORUM SOS Villaggi dei Bambini essere un ulteriore passo avan- ti sulla strada di una comprensione più profonda di HIV e AIDS e della lotta contro di essi, e delle possibilità di convivenza con l’AIDS.

Vostro,

Christian Posch

1Fonte: UNAIDS, www.unaids.org

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Oltre venticinque anni dopo l’inizio della pande- mia di AIDS l’impatto sui bambini è reso evidente in modo particolarmente drammatico dal numero crescente di minori resi orfani dall’AIDS. Si stima che nel mondo oltre 15 milioni di bambini abbiano perso uno o entrambi i genitori a causa dell’AIDS.

La maggior parte di questi bambini vivono nei paesi in via di sviluppo, e soprattutto nell’Africa sub-sahariana.

Ognuno di questi 15 milioni di bambini affronta gravi rischi per la sua educazione, salute e benes- la, ci sono meno cibo e vestiti a loro disposizione in casa o sono vittime di depressione, ansia e abusi.

L’HIV/AIDS è entrato nell’ordine del giorno di SOS Villaggi dei Bambini, impegnata a livello globale

nella protezione e sostegno dei bambini privi di adegua- a numerose piccole iniziative di supporto a livello loca- le nell’Africa sub-sahariana. Nel 2002 è stato preso un grande impegno di leadership globale dedicando il pre- mio in denaro del Conrad Hilton Prize alla creazione che vivono nella comunità con alta incidenza di HIV.

Di conseguenza sono stati sviluppati nei paesi suda- fricani programmi di supporto per bambini che vivo- no con genitori malati, bambini che hanno perso uno o entrambi i genitori e bambini di famiglie orfane in comunità affette da HIV/AIDS. Lo sviluppo di que- sti programmi è stato ispirato alle linee guida del Se- gretariato generale, chiamato “HIV/AIDS Framework

SOS VILLAGGI DEI BAMBINI SPOSA LA CAUSA DELLA LOTTA ALL’HIV/AIDS

© Benno Neeleman

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for Action, 2003”. L’esperienza ottenuta e le lezioni imparate da questi primi programmi hanno poi contribu- di Rafforzamento Famigliare che sono oggi parte integran- te dei programmi d’azione di SOS Villaggi dei Bambini.

Per rafforzare l’impegno dell’organizzazione e in ri- sposta agli effetti devastanti della pandemia globale di AIDS sulle vite di bambini e famiglie, le linee gui- de sono state sostituite da una politica globale su HIV e AIDS nel 2008. Riconoscendo il fatto che la lotta a HIV e AIDS richiedono un grande sforzo combina- to degli interlocutori locali e internazionali, la politica )              !"# 

AIDS”. La politica esprime la posizione dell’orga-

    ' '' ? 

È stata sviluppata attraverso un processo partecipativo da un team internazionale, sulla base di analisi esterne e interne e in conformità con la Convenzione Interna- zionale sui Diritti dell’Infanzia delle Nazioni Unite.

Con la messa in atto di questa politica, SOS Villag- gi dei Bambini si assume le proprie responsabilità come agente globale nell’attenuamento dell’impatto dell’AIDS sulle vite di bambini e adolescenti.

Evelyn Winkler

SOS Children’s Villages International Programme Development

Un’occhiata alla politica su HIV e AIDS:

       - giare bambini, giovani, comunità locali, altre ONG e i governi nella lotta contro HIV e AIDS. L’AIDS è una malattia che si può evitare, e in questo la prevenzione è il fattore chiave: la prima li- nea d’azione è assicurarsi che bambini e gio- vani abbiano accesso a informazioni ed educa- zione adeguate alla loro età, perché possano fare scelte di vita sicure e proteggersi dall’HIV.

Vivere con l’AIDS non deve più essere una condanna a morte: attraverso un ade- guato sostegno medico, economico e psico- sociale le persone che vivono con HIV e AIDS possono vivere una vita “positiva”. Tutti pos- sono essere contagiati o colpiti: è necessario che venga fatto ogni sforzo possibile per ridurre lo stigma e la discriminazione affrontate dalle persone sieropositive.

SOS Villaggi dei Bambini sostiene bambini, fami- glie, comunità e governi nell’assumere insieme la responsabilità di rendere l’AIDS una cosa del passato. (V. pag. 22)

© Joris Lugtigheid

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Al simposio “Bambini e HIV/AIDS in Africa”, orga- nizzato da Caritas Austria a Vienna il 24 novem- bre 2009, diversi esperti si sono incontrati per discutere dell’argomento. Ecco i messaggi chia- ve di due dei partecipanti.

La ricerca trova la conferma che gli orfani dell’ AIDS hanno più probabilità degli altri bambini di vivere in povertà che i bambini orfani per altre cause o quelli che non sono orfani. Gli orfani dell’AIDS hanno anche una maggiore probabilità di sviluppare problematiche psicologiche.

solo sul sostegno psicologico e sul trattamento medico, ma a che sul sostegno economico.

La “Joint Learning Initiative on Children and HIV/

AIDS (JILICA)”1 chiude il suo resoconto conclusivo ai bisogni psico-sociali dei bambini affetti da AIDS.

Enfasi sul rafforzamento familiare invece che su strutture di assistenza all’infanzia

Organizzazione o servizi di sostegno integrato al posto di materiale indipendente o servizi di sostegno psico-sociale

di progetti a breve termine;

Concentrazione sulle attività di normalizzazi one piuttosto che sui servizi legati all’AIDS (es. misure di sostegno post-trauma).

L’approccio auspicato è di sottolineare la “normali- `j     ?"=> %   '  '' - trarsi esclusivamente su di esso. Inoltre è importan- te rafforzare l’invisibile rete sociale di cura e di vita in comunità e in famiglia. Molti nuclei familiari colpiti riescono a tenere testa, e la responsabilità della società civile deve quindi essere di rafforza- re questi meccanismi di lotta. È dunque essenziale rafforzare la famiglia allargata e le reti di comunità.

alle famiglie e alle comunità, e non solo ai singoli bam-

bini», sottolinea Geoff Foster.Dato che la ricerca scien- degli adulti ci sono pochissimi strumenti diagnostici e possibilità terapeutiche a disposizione dei bambini.

Questa è una grave violazione del diritto dei bambini alla vita.

Caritas Internationalis sta al momento conducendo

@3      E `      '  di diritto alla vita. Se i bambini non vengono curati in tempo, un terzo di loro non sopravvive al secondo. Dobbiamo quindi combattere per fare in modo che ogni bambino abbia un accesso tempestivo a diagnosi e cure», sottolinea Robert Vitillo.

Secondo le statistiche circa il 40% degli adulti che hanno bisogno di terapia antiretrovirale vi ha davvero accesso.

Per i bambini la percentuale è solo del 20%. I bambini ven-

COSA PENSANO GLI ALTRI

“Andare incontro ai bisogni psicosociali dei bambini affetti da AIDS”

Geoff Foster, medico, esperto di HIV/AIDS e fondatore del Family AIDS Caring Trust, Zimbabwe

per i bambini che vivono con HIV o AIDS”

Robert Vitillo, Caritas Internationalis

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gono principalmente infettati attraverso la trasmissione ne per proteggere i bambini dall’infezione è ovviamente di aumentare progressivamente e rafforzare l’accesso delle donne alle cure prenatali, soprattutto in aree remote.

È dimostrato che cure tempestive e adeguate sui bam- bini li possono tenere in vita e aumentare in modo

'    E `        - Il metodo d’analisi sui neonati più accessibile al mo- mento consiste nel cercare gli anticorpi invece che il virus stesso. Tuttavia, l’infezione da HIV può essere confermata solo da un vero test HIV, che può essere ese- guito solo dopo il compimento del diciottesimo mese.

Un test HIV per bambini più piccoli, seppur disponibile, )   '     '  ''  "   

molti dottori diagnosticano l’HIV su base sintomatica.

Tuttavia, in alcuni paesi questo approccio è vietato dal- bambini contagiati dall’ HIV soffrono anche di tuber- colosi.

In questo caso, la scienza deve investire di più in ter- mini di ricerca pediatrica sulla diagnosi e la terapia di bambini coinfetti. SOS Villaggi dei Bambini si impegna allo sviluppo di programmi basati sulle conoscenze e gli studi più aggiornati. Solo allora potremo affrontare le

 ''  E   '

Evelyn Winkler

SOS Children’s Village International Programme Developmentt

1 La “Joint Learning Initiative on Children and HIV/AIDS (JLICA)” era un’alleanza indipendente di ricercatori, esecu- tori, attivisti e persone sieropositive. Nel corso di due anni si sono occupati di scambio di informazioni, attività di ricerca e apprendimento. Il gruppoha concluso formalmente il proprio lavoro con il resoconto conclusivo “Home Truths: Facing the Facts on Children, AIDS and poverity” nel giugno 2009. V. an- che “Approfondimenti”, page 42.

© Patrick Wittmann

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L’Uganda è spesso descritto come il modello africano nella lotta contro HIV e AIDS. Le misure prese negli anni Novanta la leadership del governo, di educazione pubblica – hanno aiutato a ridurre il numero di persone che vivono con HIV e AIDS.

Anche la percezione della società è cambiata.

Le persone che vivono con l’HIV si sentono più sicure e vivono vite “normali”. Invece di nascondere la loro condizione, hanno cominciato a parlarne pubblicamen- te. Il numero di coloro che si sottopongono al test sta crescendo. Dato che l’ARV viene ora prodotto anche in Uganda, sempre più persone si possono ormai permet-

Il diritto del lavoro ugandese proibisce espressa- mente ogni discriminazione basata sulla condizione di sieropositivà. Ad esempio, a nessuno può esse- devono essere trattati equamente, senza tener conto della loro condizione. Nonostante ciò, le conseguenze della pandemia sono devastanti a livello personale, sociale ed economico. Oggi in Uganda ci sono circa 940.000 persone che vivono con l’HIV, e 1,2 milioni di bambini resi orfani dall’AIDS1. Di conseguenza, non sorprende che SOS Villaggi dei Bambini Ugan- da veda HIV e AIDS come una questione da affron- tare in modo trasversale. Le attività di SOS Villaggi dei Bambini Uganda nella lotta contro HIV e AIDS

UNA SEMPLICE CHIACCHIERATA

Il governo in Uganda prende sul serio la lotta all’AIDS. SOS Villaggi dei Bambini Uganda sostiene questi sforzi con un’istruzione appropriata all’età e il counselling attraverso il Programma di Raffor- zamento Familiare, scuole e centri medici.

© Thomas Schytz Larsen

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spaziano dalla prevenzione alle misure terapeutiche, una serie di interventi che si intrecciano e si com- pletano l’un l’altro. L’obiettivo è quello di superare lo schema ABC che prevede l’astinenza, la fedeltà la “D” di “divulgazione” che include l’essere al corrente za il proprio comportamento e vivere con positività.

DIFFONDERE IL MESSAGGIO

I giovani, e in particolare le ragazze, sono consi- derati un gruppo ad alto rischio di infezione HIV.

L’obiettivo di ogni iniziativa è fare in modo che i giovani adottino un comportamento sessuale sicuro che sia nostro compito sensibilizzare bambini e fami- glie su HIV e AIDS, raggiungendoli attraverso diver- si canali e gruppi di coetanei» spiega Caleb Magara, direttore del Villaggio dei Bambini di Kakiri.

@>  '% '    - teressi diversi nel discutere i vari problemi legati all’AIDS.

Al momento conduciamo sessioni informative per adulti

e giovani insieme al centro medico. Abbiamo però avuto l’impressione che i giovani a volte si sentissero a disagio, e stiamo quindi progettando la fondazione di un Centro Giovani per poter fornire servizi adatti alla loro età».

Parlare di argomenti delicati come corpo, sessualità e malattie potenzialmente mortali richiede un am- biente rassicurante. Per molti bambini questo di informazione è per lo più svolta in modo informale mali chiacchierate familiari raccontando storie, perché i bambini ascoltano di più quando racconti loro storie».

Questo presuppone ovviamente che gli adulti sia- no per primi informati su questi argomenti. È per questo che membri dello staff e assistenti ricevono una formazione costante su questioni legate all’AIDS.

Che i bambini vengano a sapere di HIV e AIDS in fa- miglia è importante tanto quanto il fatto che riceva- no il messaggio da esperti, come medici e insegnanti, o da persone che vivono con HIV e AIDS. Come dice

ƒ@  ' %(E - ste persone esterne». È quindi parte del lavoro dei centri medici SOS ospitare attività regolari, come i cosiddetti

“campi medici”, volti a raggiungere un vasto numero di persone. Creano consapevolezza, promuovono la pro- tezione, offrono terapie e analisi; ma organizzano anche laboratori su scala più piccola per informare e scambia- re idee sull’argomento in un ambiente più personale.

gi sociali, economici e legali che subiscono, ragazze e donne sono più vulnerabili all’HIV.

Particolare importanza è data quindi al creare misure a loro rivolte. Sensibilizzare i bambini è strettamente collegato a un’educazione sanitaria generale e a precauzioni capita un incidente, non toccare il sangue”, “Non avere rapporti sessuali da piccolo”, “Non condividere rasoi per temperare le matite], “Evita di tagliarti quando gio- chi”. Simili discorsi sulla salute fanno parte del cur- riculum delle Scuole SOS Hermann Gmeiner e degli Asili SOS.

I bambini sviluppano i propri meccanismi di gestio- ne delle informazioni, tra cui i “nomi in codice”.

Ad esempio “DIMAGRIRE” “questa persona è dimagrita” si riferisce al fatto che essere sieropositivi può farti perdere peso. Tuttavia è altrettanto impor-

© SOS Archives

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tante insegnare ai bambini che non tutte le persone sembrare molto in salute e allo stesso tempo vivere col virus. Il messaggio principale per tutte le forme di sensibilizzazione e prevenzione è in linea- con la strategia nazionale dell’Uganda, ovvero dal messaggio “evitare sesso precoce e non protet- to”. Durante la distribuzione dei preservativi ai gio- vani il consulente dimostra come usare e gettare via i preservativi. Norman Cwinyaai, capo del Centro zione dev’essere ininterrotto. Siamo esseri umani, tendiamo a rilassarci, a dimenticare. È nostro compito continuare a di fondere le informazioni tra la gente».

LA NUOVA GENERAZIONE AL COMANDO

I bambini che hanno accesso all’educazione sono con- sapevoli delle responsabilità che hanno verso sé stessi

"  '  '   >  - nerazione più giovane, piangiamo per i nostri anziani.

L’AIDS, l’AIDS è pericoloso, molte persone buone sono morte”. I Programmi di Rafforzamento Famigliare in Uganda aiutano e incoraggiano i bambini a fondare circoli AIDS dentro e fuori dalle scuole. SOS Villaggi dei Bambini organizza corsi di formazione speciali per gli insegnanti che devono guidare e consigliare i bambi- ni nella creazione di un circolo.

Questi circoli costituiscono un luogo di discussione dove i bambini posso parlare apertamente dell’impatto dell’AIDS e dell’HIV sulle loro vite e del sostegno di

© SOS Archives

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cui hanno bisogno per proteggere sé stessi in modo ef- AIDS. Inoltre, i circoli sono modi pratici in cui i bambini possono esercitare attivamente i propri diritti di parteci- pazione. Viene dato loro il potere di organizzarsi, espri- mere la propria opinione su questioni che li colpiscono e contribuire positivamente alla comunità.

Dato che i bambini non vogliono tenere queste cono- scenze per loro organizzano sessioni di coinvolgimento sotto forma di canzoni, danze e rappresentazioni teatrali per raggiungere persone di comunità remote e analfabeti.

I membri del circolo di educazione tra coetanei di Nak- yerongoosa2 si incontrano settimanalmente.

La partecipazione attiva è uno dei principi fondamentali del circolo, e quindi ogni settimana un diverso membro del circolo prepara un discorso su un dato argomento e conduce l’assemblea. In questo modo tutti quanti diventano man mano dei buoni educatori per i coetanei.

HIV e AIDS, ma anche altri problemi che li riguardano, come abilità e opportunità per cercare lavoro, il matri- monio, le relazioni tra ragazzi e ragazze, come prendersi cura di un sieropositivo, e come vivere con positività.

zio di scambio onesto ma anche delle attività ricrea- tive. Fanno giochi e preparano sketch, rappresenta- zioni teatrali e danze per le attività di coinvolgimento della comunità. Interrogato sulle sue motivazioni perso- la formazione organizzata dal Programma di Raffor- diventare come il formatore e parlare agli altri di HIV e AIDS. Ogni famiglia ne è affetta, e vogliamo ferma- re l’AIDS. Voglio fare una differenza e combatterne i miti». Uno dei miti prevalenti è che avere un rappor- to sessuale con una persona vergine può curare l’AIDS,

o che il virus sia dormiente di notte, e che quindi i rap- porti sessuali notturni non siano a rischio contagio.

Uno dei circoli educativi di una scuola di Kakiri ha una in un presidente, un tesoriere, un segretario e altri membri. Interrogato su come vede il futuro del circolo, il presidente risponde che spera di reclutare nuovi membri tra le fasce d’età più basse, dato che al momento i mem- bri hanno tutti dai 9 ai 15 anni. Vorrebbero anche essere più creativi, ad esempio progettare poster per la sensibi-

© SOS Archives

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1             

sala d’aspetto, che è fornita di video e materiale in- formativo.

2 Il counselling pre-test è svolto individual- mente, insieme se si tratta di una coppia, o di una famiglia. Questa sessione è utilizzata per discute- re le implicazioni comportate dall’essere sieropositivi con la persona coinvolta, ma di norma si trattano anche altre problematiche correlate come le relazioni, il counselling pre matrimoniale, violenza e anche i trascorsi sessuali che possono aver portato il sog-       !"          - mato un contratto di assenso per il test dell’HIV.

I dati mostrano che circa il 90% di chi si rivolge al counselling pre-test, dopo, effettivamente,

vi si sottopone.

3 Il test vero e proprio, condotto in labora- torio, ha bisogno di dieci minuti per dare i risultati (= test rapido).

4 I risultati vengono forniti in una sessione di counselling post-test. Se il soggetto è sieropositivo, riceve informazioni e consigli circa le misure medi- co-sanitarie e pratiche da adottare . Si sottolineano i principi di una “vita serena”, inclusa una dieta ali- mentare bilanciata, esercizio regolare e relazioni sane. Se il soggetto non è sieropositivo, vengono

          #  - ne negli ultimi tre mesi, i risultati potrebbero non mostrarlo. Chi è coinvolto tiene informato e ritorna per sottoporsi nuovamente al test , per essere certo.

Il counseling post test è utilizzato come opportunità per informare la gente su come rimanere sieronegativa.

è affrontata e considerata in maniera sensibile, come il fatto che i risultati di questo test possono potenzialmente cambiare la vita. Al centro medico SOS i passi per il counselling volontario e il test

 ##  >

I QUATTRO PASSI PER IL COUNSELING E IL TEST VOLONTARIO

© SOS-Archiv

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lizzazione a HIV e AIDS, scrivere poesie e organizzare altre attività di coinvolgimento sull’AIDS.

SAI COME STAI?

Il counselling e il test volontario sono presenti in tutti i progetti di SOS Villaggi dei Bambini.

Il signor Norman Cwinyaai, capo del centro me- dico SOS di Kakiri e la sua squadra, garantiscono che esistono le infrastrutture, il materiale e la capacità per fornire tali servizi, ma anche per organizzare atti- vità all’esterno, come il “servizio di test mobile”.

Chi risulta positivo al test riceve un pacchetto infor-    % ''   '       

ad esempio, quando e come accedere al trattamento antiretrovirale, se ce ne dovesse essere bisogno, come adattare la propria dieta alimentare ed il proprio stile di vita, per affrontare “serenamente” la questione.

Si ricevono informazioni sui diritti umani, con par- di offrire questo sostegno olistico a chi risulta sieropo- sitivo, i centri medici SOS lavorano a stretto contatto con altri progetti SOS e partner locali e nazionali.

Ad esempio, tutti i bambini che frequentano le scuo- le gestite da SOS Villaggi dei Bambini vengono in-

coraggiati asottoporsi al test. Di recente 130 bambini della scuola SOS Hermann Gmeiner di Kakiri lo hanno fatto ed il risultato

ne familiare del bambino, è stato fornito l’appropriato sostegno attraverso il programma locale di Rafforza-

mente questioni correlate alla sessualità. Ovviamente, di dire la verità. Di conseguenza è necessario parlarne.

Il signor Cwinyaai è convinto che il counselling deb- ba sempre includere una chiacchierata sulle “capaci- tà di comunicare e comportarsi ”, per esempio come affrontare lo stress e la pressioneo come relazionar- si ai coetanei. Sostiene che i giovani, generalmente, sono meno sotto pressione degli adulti, alla scoperta della eventuale sieropositività.

“Sono più informati,hanno accesso alla terapia ART e sanno di poter proseguire gli studi. Continuano a sentirsi ‘sani’- la sieropositività non è più vista come una condanna a morte”.

Per assicurare il migliore sostegno possibile, i bambini ricevono informazioni e sono incoraggiati a fare il test.

Secondo la legge Nazionale, i bambini dai 12 anni

© Christian Lesske

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FORUM: L’ HIV/AIDS è un grosso problema in Uganda. Come lo spiegate nella vostra famiglia?

Goreth: Devi parlare in maniera diversa ai bambini dell’HIV/AIDS, e della sessualità. Devi prendere in considerazione la personalità del bambino. Vengo- no da diversi background. Alcuni possono aver vi-

sono completamente innocenti. Una madre deve es- sere molto attenta verso ogni bambino, per esempio notare il linguaggio che usa, o i tipi di giochi che fa.

Il messaggio principale da veicolare ai bambini è che la vita di un adulto o di un bambino ha diverse realtà .E’ un bene che proprio ora due sorelle si stia- no sposando e noi abbiamo colto la palla al balzo

to e vi sposate”. Usiamo anche proiezioni educative nell’ambiente familiare e usiamo misure di preven- zione anche in casa, come mettere targhette con i nomi sui rasoi e gli spazzolini. E diciamo loro di ‘te- mere’ il sangue.

Kezia: Parliamo loro anche della possibilità di esse-

Posso raccontarvi la storia di Jim, un dodicenne del Villaggio SOS. Dopo aver parlato dell’argomento, da solo è andato al centro medico per fare il test dell’HIV. Da allora ha consigliato a tutti i bambini a scuola e al villaggio di farsi il test.

FORUM: Nelle vostre famiglie, ci sono bambini sieropositivi?

Kezia: Ho una bambina di nove anni nella mia fa- miglia, sieropositiva. Sa di non essere forte come gli altri bambini, deve bere molto e prendere una barretta ogni giorno per rafforzare il suo sistema im- munitario. Sa anche che deve andare in clinica se

farla sentire “avvantaggiata” in qualunque modo. La tratto come qualsiasi altro bambino con una situa- zione clinica particolare. In termini di dieta alimen- tare, non prepariamo menu particolari per i bambini sieropositivi. In generale abbiamo un dieta bilancia- ta per tutti i componenti della famiglia.

“Come tutti gli altri bambini ”

Goreth e Kezia, due madri SOS di Kakiri, parlano dell’HIV/AIDS, e delle sue implicazioni nella vita di una famiglia SOS .

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in su possono fare il test anche senza il consenso dei loro tutori legali.

Il signor David Yiga, assistente del VCT del Centro Medico è fortemente convinto che i bambini hanno il diritto di sapere. “Quando assisto i bambini, par- lo in un linguaggio a loro comprensibile”. Ammette che a volte rivelare ai bambini la loro sieropositivi- `%‚   ' % '     nella quale la madre non è d’accordo.

ASSISTENZA E PROTEZIONE SOTTO TRATTAMENTO MEDICO

@"   '   ' ?!"#  

di un ambiente di sostegno con misure igieniche appropriate, una dieta bilanciata, e relazioni stabili tutti aspetti che contribuiscono a rafforzare il si- stema immunitario», dice il sig. Magara, direttore del Villaggio SOS di Kakiri. Per quanto sia importante che le persone contagiate dall’HIV ricevano terapie me- diche adeguate, il sostegno deve andare oltre e includere aspetti economici, psicosociali, medici e legali.

In particolare, i bambini che vivono col virus hanno bisogno di sostegno completo a seconda dello stato affetti da AIDS includono in particolare gli interventi per prolungare la vita di coloro che si prendono cura di loro, se sieropositivi, e per migliorare gli standard di vita delle famiglie in modo che possano fornire cure adeguate ai bambini. Questo è anche il credo principale dei Programmi di Rafforzamento Famigliare in Ugan-

da. L’obbiettivo è di occuparsi di ogni aspetto dello svi- luppo salutare del bambino, ovvero educazione, salute e cure, attraverso il rafforzamento di chi si prende cura di loro. Le scuole hanno un ruolo importante in tutto ciò.

Devono essere viste come partner nell’assicurarsi '      %%  '   @&? - gnante» dice Joseph Wanyama, preside delle strutture tano l’apprendimento, non solo l’insegnamento».

6‚ ' '    %        

del cibo a scuola in modo che riescano a concentrarsi.

A volte i bambini chiedono di restare a casa da scuola per aiutare i genitori ammalati. In questo caso la scuola interviene al posto del bambino per cercare un sostegno alternativo, ad esempio attraverso il Programma di Raf- forzamento Famigliare o organizzando lezioni di recu- pero dirette ai bisogni individuali del bambino.

La storia seguente mostra come la sensibilizzazione e le cure siano inscindibili. Due bambini vivevano con la zia dopo la morte dei genitori a causa dell’AIDS, e sono risultati sieropositivi. La zia non li mandava a scuola perché credeva che tanto sarebbero morti.

Quando la famiglia ha ricevuto sostegno attraverso il Programma di Rafforzamento Famigliare, le creden- ze sbagliate sull’HIV sono state corrette e ai bambini hanno seguito lezioni di recupero perché potessero frequentare la scuola.

È stato fornito loro anche del sostegno medico adegua- to. Oggi sono pieni di energie e non si direbbe nemmeno che sono sieropositivi.

© SOS Archives

(17)

COMBATTERE

LA DISCRIMINAZIONE

A proposito di stigma e discriminazione, David Yiga e Norman Cwinyaai del Centro Medico SOS hanno un’opinione leggermente diversa da quella di molte tante che l’informazione non venga divulgata.

Molte persone sono ancora riluttanti ad essere aper- ti sulla loro condizione». Poco lontano dal Centro Medico SOS ci sono le caserme militari. Nonostante le caserme abbiano il loro VCT (Centro Volontario di Terapia e Test) molti soldati vengono al Centro Me- dico SOS per essere più “anonimi” quando si sottopon- gono al test.

Il vantaggio del Centro Medico SOS è che i servizi VCT sono integrati ai servizi medici normali.

automaticamente sospettato di andare a sottoporsi a un test HIV/AIDS. La gente non vuole essere associata alla sieropositività perché se ne vergogna come con la bancarotta, ad esempio, che non è una condizione di cui si parla volentieri con gli altri.

È la varietà dei servizi offerti e il fatto che tutti i program- mi di supporto collaborino da vicino che rende il lavoro

>X>#  €'“ '  

prevenire il contagio, combattere lo stigma e la discri- minazione, e fornire protezione e sostegno a bambini e famiglie affette dall’AIDS.

Karin Demuth, Evelyn Winkler SOS Children’s Village International Programme Development

Vorremmo ringraziare i membri dello staff di SOS Villaggi dei Bambini Uganda che ci hanno parlato del loro lavoro.

1 UNAIDS (2008): Report sull’epidemia globale dell’ AIDS

2 Parish a Kakiri, dove SOS sta sostenendo un Programma di Rafforzamento Familiare

© Seger Erken

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TUTTI I NOSTRI DIRITTI

Lo Zimbabwe è uno dei paesi più colpiti dalla pan- demia di HIV. Secondo le stime più recenti, c’è stato

 '' !"# %% - ta, da picchi del 29,3% del 1997/98 al 15,6% del 2007.

Tuttavia, tra oggi e il 2018 il numero di persone infette rimarrà vicino ai 1,8 milioni se la diffusione rimane alta. Il 90% delle persone infette sono adulte, e i bambini vanno dal 7% al 9%. Anche se la popolazione del paese sta diminuendo, il numero di orfani dell’AIDS sta crescendo. In risposta a questa crisi, il nostro model-

>X>#    '%('- e servizi è passare da un approccio assistenzialista a uno basato sui diritti.

MISSIONE E STRATEGIA

Il lavoro di SOS Villaggi dei Bambini è svolto in rife- rimento all’ambiente in cui operiamo. Il contesto poli- tico, economico e sociale del paese viene già tenuto in considerazione in fase di progettazione. Questo estrat-  ^3 –J| )  %

costruire famiglie per i bambini dello Zimbabwe e rafforzare le famiglie dello Zimbabwe. Entram- be sono importanti perché crediamo che il nostro modello sia l’alternativa migliore per i bambini che hanno perso la famiglia. Rafforzare le famiglie è importante per via del particolare ambiente socia- le dello Zimbabwe, che è stato devastato da HIV/

SOS Villaggi dei Bambini Zimbabwe si è posto l’obiettivo di sostenere i suoi gruppi target affetti da HIV/

AIDS nel rivendicare i diritti di cui sono stati privati. Questo comporta non soltanto sostenere gli adulti nell’adempimento dei loro compiti ma anche rendere capaci i bambini di difendere meglio questi diritti.

© Solveig Vinamont

(19)

AIDS e ha quindi bisogno di sostegno”.

SOS Villaggi dei Bambini sostiene i bambini su due

 

costruendo una rete di sicurezza per i bambini che sono caduti attraverso la rete di sicurezza del nucleo

famigliare e della famiglia estesa aiutando i bambini della comunità che vivono ancora in famiglia (es.

nonni, genitori single, famiglia estesa o fratelli che fungono da capofamiglia).

RISPONDERE

AI DIRITTI PER L’INFANZIA

La nostra visione, che ogni bambino appartenga a una famiglia e cresca con amore, rispetto e sicurezza, ha generato degli approcci sistematici nell’analisi dei modi in cui i diritti dell’infanzia possono essere violati, specialmente nel contesto HIV/AIDS.

I servizi di SOS Villaggi dei Bambini Zimbabwe sostengono i vari gruppi target nel rivendicare i diritti di cui sono stati privati. È essenziale sostenere chi di dovere nell’adempimento delle loro responsabilità, e rendere capaci i bambini di rivendicare questi dirit-    %( ''  " 6   7    : ;

HIV/AIDS e diritti dell’infanzia, annesso alla Conven- zione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia, guarda

% %(' ' 

AIDS viene percepita per lo più come un problema medico o sanitario, sebbene in realtà copra un raggio molto più ampio. L’HIV/AIDS condi- ziona così pesantemente la vita di tutti i bambini civili, politici, economici, sociali e culturali.

I diritti compresi nei principi generali della Conven- zione il diritto alla non-discriminazione (art. 2), l’inte- resse superiore del bambino (art. 3), il diritto alla vita, alla sopravvivenza e allo sviluppo (art. 6), il dirit- to a vedere rispettate le proprie opinioni (art. 12) dovrebbero pertanto essere considerati le linee guida nel considerare l’HIV/AIDS a tutti i livelli di pre- venzione, trattamento, cura e assistenza.»

I gruppi target del rafforzamento famigliare sono bambini orfani e vulnerabili (che hanno perso uno

lute compromessa. Vivono in nuclei guidati da nonni, genitori single, zie e zii, fratelli, parenti o persone con cui non sono imparentati affatto. Molte famiglie sono disoccupate o hanno redditi molto bassi e sopravvivo- no col commercio informale. Sono spesso grandi fami- glie allargate che vivono in case affollate, sono spesso malate, hanno alti tassi di mortalità e mobilità.

Problemi e bisogni psicosociali che non vengono affrontati conducono spesso all’abuso.

La sopravvivenza, protezione e sviluppo salutare dei bambini e la salute riproduttiva degli adolescenti.

Che i bambini acquisiscano le basilari abilità d’apprendimento perché comprendano il proprio potenziale e contribuiscano allo sviluppo loro e della famiglia.

Che i bambini vivano in case sicure e salutari.Mag- gior sicurezza alimentare e reddito familiare per mi- gliorare il benessere del bambino.

I servizi offerti sono i seguenti:

Salute: Le misure sanitarie includono accesso a terapie e cure presso cliniche e farmacie locali, invio a ospedali e cliniche dentistiche, giardini e orti, pacchi di cibo, invio ad altre organizzazioni come Africare, programmi di igiene personale e ambientale, visite e assistenza infermieristica domiciliare.

Tutto questo dovrebbe migliorare lo stato nutriziona- le della famiglia, la disponibilità di rimedi alternativi più economici e l’abilità di affrontare la perdita.

Nel corso degli anni c’è stata una buona risposta alle terapie. Sono diminuiti i bambini ricoverati pres- so le cliniche ed è migliorata la capacità di rispondere alla malattia. Il miglioramento delle abilità di base permette agli apprendisti di aiutare i malati con sicu- rezza.

Per i bambini che vivono in famiglie SOS le tappe viene determinato lo stato HIV dei bambini dopo l’accettazione

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       '% '  è stata assunta un’infermiera di consulto pe assistere i bambini e i giovani del villaggio

sono stati avviati corsi per il supporto dei bambini in terapia ARV

vengono monitorate le immunizzazioni

Sostegno psicosociale: I bambini hanno il diritto al benessere emotivo stabile. Offriamo quindi labo- ratori di abilità di vita quotidiana con informazioni su HIV/AIDS, salute riproduttiva, lavoro sul lutto, autostima, costruzione di sicurezza, consulenza di rap- presentanti degli insegnanti e della comunità.

La base informativa è migliorata, anche se è dif-

lenza per lo staff, consulenza a giovani e bambi- bini di consulenza ai coetanei, invio di bambini a specialisti di consulenza clinica, partecipazione

ad attività culturali e sportive. L’impatto che voglia- mo raggiungere è un maggior benessere emozionale, sviluppo di autostima e rafforzamento, maggior sicu- rezza e partecipazione le voci dei bambini vengono ascoltate e loro sviluppano abilità e identità.

Supporto legale e cultura: Include terapia ricreativa attraverso la partecipazione a circoli e giochi, colle- gando i bambini ai fornitori di servizi legali.

Con la perdita dei genitori, i bambini perdono il benes- sere legale. L’impatto positivo del servizio è una larga base informativa e una capacità maggiore di collegare

zi specializzati come consulenza, terapie domestiche e servizi legali gratuiti.

Impresa e sicurezza alimentare (sostentamento):

Include progetti di produzione del redditto e di cibo, avicoltura, e abilità casalinghe. Cerchiamo sempre

© Bo Holmberg

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nuove opportunità di accrescere il redditto domestico con progetti come artigianato e abilità casalinghe.

Il redditto familiare spendibile è leggermente aumen- tato, per esempio, attraverso la produzione di divise.

I servizi e programmi illustrati sopra sono offerti senza badare a genere, religione, abilità e stato HIV del bam- bino. Ai bambini sieropositivi viene fornito un sup- porto continuativo che include consulenza e accesso a terapie mediche. Ai tutori vengono insegnate le abi- alle terapie.

INSIEME SIAMO FORTI

Le alleanze con organizzazioni governative e non

   '  %    % - tivo, la cooperazione col Dipartimento dei Servizi Sociali è d’aiuto quando si tratta di ammettere nuovi ulation Services International) ci ha fornito consu- lenza riguardo alla politica su HIV/AIDS nel posto di lavoro e sulla sensibilizzazione ad HIV/AIDS.

Offriamo inoltre un programma di supporto psicoso- ciale che comprende la formazione di madri SOS e altri collaboratori che diano il necessario sostegno ai bambini. I bambini vengono informati su HIV/

AIDS, perché la consapevolezza serve a cambiare il comportamento. Sono stati coinvolti altri sistemi di supporto come l’Unità Sostegno Vittime della polizia sulla sensibilizzazione ai diritti dell’infanzia e Childline, un numero d’emergenza per bambini vittime di abusi.

I bambini vengono coinvolti in attività di sensibiliz- zazione della comunità, come dimostrato dalla loro partecipazione al Giorno delle Nazioni Unite sui Dir- itti e la Protezione dell’Infanzia.

A causa di HIV e AIDS, i bambini non sono al sicuro, non sono protetti e non hanno il sostegno continuato dei genitori. I bambini perdono le proprietà alla morte dei genitori, e la povertà si insidia nelle famiglie quan- do coloro che portano a casa il pane muoiono e la pres- sione passa ai più anziani che spesso sono a loro volta malati. Le visite a domicilio servono ad aumentare la nostra consapevolezza della situazione dei bambini e ci permettono di valutare l’impatto dei nostri inter- venti rispetto ad HIV/AIDS e attività correlate.

A livello sociopolitico cerchiamo di promuovere svi- luppi positivi collaborando ad esempio con il Minis- tero dell’Educazione e con insegnanti che fungono da tramite con ogni scuola nella nostra area opera- a fondo perduto, formazione di insegnanti-tramite, una giornata d’orientamento al lavoro e una di premi- azione per bambini orfani e vulnerabili, per consigliare libri e divise. La collaborazione con la città di Harare è risultata nella loro offerta di spazi per la distribuzione e per incontri con la comunità. Le ONG che col- laborano con noi offrono formazione alla consulen- za, informazioni sui problemi psicosociali e terapie familiari, oltre a rappresentanza legale gratuita

Continued on page 25

© SOS Archives

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PANORAMICA SULLA POLITICA HIV/AIDS DI SOS VILLAGGI DEI BAMBINI

QUELLO PER CUI CI BATTIAMO

SOS Villaggi dei Bambini riconosce l’effetto deva- stante della pandemia di AIDS sulle vite di bambini e famiglie e promuove il pieno rispetto e la protezio- ne dei diritti di bambini e parenti a prescindere dal loro stato HIV. Crediamo che l’AIDS sia una malattia evitabile e ci impegniamo quindi nel favorire la par- tecipazione di bambini e ragazzi e nella creazione e mantenimento di un ambiente solidale che riduca la vulnerabilità di bambini e tutori all’HIV. Concen- triamo i nostri sforzi su programmi che permettano ai bambini resi orfani e vulnerabili dall’AIDS di cre- scere in una famiglia premurosa, di avere accesso a educazione e altri servizi essenziali, e di essere protetti da stigma e discriminazione. Collaboriamo con altri per rafforzare la reazione della comunità e chiedere un impegno più forte a livello nazionale e internazionale per andare incontro ai bisogni e ai diritti dei bambini che crescono nelle comunità colpite dall’AIDS. Coinvolgiamo bambini e giovani in tutte le nostre attività perché crediamo che siano la chiave della reazione alla pandemia.

GRUPPI TARGET

X bambini che convivono con l’HIV

X bambini che vivono con genitori, parenti o tutori che convivono con l’HIV

X bambini orfani, compresi i bambini che vivono in nuclei guidati da nonni, fratelli o altri bambin bambini che vivono in nuclei familiari che ospi- tano orfani

PRINCIPI GUIDA DELL’AZIONE DI SOS VILLAGGI DEI BAMBINI

1

 Y#       ['

bambini, giovani e tutori sono parte integrante di tutti i programmi creati e sostenuti dall’organizzazione.

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L’ HIV E L’ AIDS

2

Tutti i programmi SOS, dalla fornitura di ser- vizi all’appoggio, lavorano attivamente per la ridu- zione dello stigma sociale e della discriminazione contro le persone sieropositive.

3

Misure di supporto e protezione di bambini e famiglie affetti da AIDS sono integrate nei program- mi SOS per ridurre il peso sulle vite dei bambini e migliorare le loro possibilità di sopravvivenza e svi- luppo.

4

Il coinvolgimento di bambini e ragazzi è fon- damentale nell’affrontare l’epidemia. Essi vengono resi capaci di assumere ruoli guida come educatori e sostenitori, e partecipano allo sviluppo, attuazione e valutazione di programmi a loro rivolti. Le opinioni dei bambini vengono ascoltate e considerate in tutte

   \# !

5

La collaborazione con tutti gli attori chiave assicura una risposta forte e collettiva ai bisogni di bambini e famiglie e accrescono la responsabilità di coloro il cui ruolo è di assicurare il rispetto dei diritti dell’infanzia.

© Patrick Wittmann

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VEDERE ATTRAVERSO GLI OCCHI DI UN BAMBINO

Anche se non possiamo provvedere a tutti i bisogni dei bambini, è importante ascoltare la loro voce. Guardando il nostro lavoro in Zimbabwe dal punto di vista dei diritti dell’infanzia, abbiamo scoperto questo:

Diritti

dell’infanzia

Voce dei bambini

Diritto al cibo I bambini apprezzano la distribuzione di cibo, priorità numero due nell’ana lisi dei loro bisogni.

I bambini pensano che beni come riso, olio, sapone, vaselina e burro d’arachidi dovrebbero essere inclusi nei pacchi di cibo.

Diritto alla salute Le voci dei bambini vengono ascoltate riguardo ai bisogni più generali ma alcuni problemi rimangono irrisolti, es. accesso alla terapia ARV, cure spe- cialistiche come quelle oculistiche e medicine, dato che la farmacia è troppo lontana.

Diritto al rifugio Assistenza limitata è stata offerta per migliorare gli alloggi. I bambini vogliono vivere in case abitabili e sicure. Né i bambini né le organizzazioni hanno il controllo su alcuni problemi legati al rifugio. Tuttavia alcuni vengono assistiti attraverso il Justice for Children Trust.

Diritto all’ascolto e alla partecipazione

I bambini hanno partecipato all’analisi dei bisogni all’inizio del programma.

I bambini hanno partecipato alle revisioni trimestrali e annuali e alle as- semblee consultive. Completano questionari di valutazione ed esprimono le proprie opinioni nel linguaggio che comprendono meglio.

Partecipazione alla Giornata contro gli Abusi sull’Infanzia e ai Global Pe- ace Games. I bambini hanno espresso da tempo il desiderio di giocare.

Sono state usate diverse metodologie per incoraggiare la partecipazione dei bambini, ad es. attraverso teatro, scrittura e gruppi formativi.

(25)

di nascita e di morte, proprietà, abuso e mantenimento.

IL RUOLO DELL‘EDUCAZIONE

Sotto il titolo di “Il ruolo dell’educazione”, il Commen- 7   ' 

“L’educazione svolge un ruolo determinante nel fornire ai bambini le informazioni pertinenti e corrette in materia di HIV/AIDS. È in grado di sviluppare la consapevolezza e una miglior comprensione di questa pandemia e prevenire atteggiamenti negativi verso le vittime dell’HIV/

AIDS. Inoltre, l’educazione è in grado e dovrebbe dal rischio di contrarre l’HIV. A tal proposito, il Co- mitato desidera rammentare agli Stati parti il loro obbligo di assicurare che l’educazione primaria sia accessibile a tutti i bambini, che siano malati, orfani o colpiti in altro modo dall’HIV/AIDS.

In molte comunità dove l’HIV è ampiamente dif- fuso, i bambini le quali famiglie sono state colpite dall’ HIV/AIDS, in particolare le bambine, si tro-

frequentare la scuola, e il numero degli insegnanti e di altri impiegati scolastici morti a causa dell’AIDS limita e minaccia di distruggere la capacità dei bam- bini di accedere all’istruzione.”

Che cosa sta facendo SOS Villaggi dei Bambini Zimbabwe? Negli asili i bambini vengono educati a HIV/AIDS attraverso un approccio tematico rivolto alla sicurezza. Ai bambini viene insegnato come ge-

    '   ' 

consapevoli di potenziali situazioni d’abuso.

A scuola, il Ministero dell’Educazione ha introdot- to l’educazione all’AIDS come parte del Curriculum di Studi Sociali per sensibilizzare all’HIV/AIDS e as- dei modi di trasmissione, dei sintomi, delle abitudini alimentari sane e dei sistemi di prevenzione.

Alle scuole primarie il Curriculum è rivolto ai bambini dai 9 ai 12 anni e 30 minuti a settimana sono dedica- ti all’argomento. I bambini imparano attraverso varie attività, esercizi scritti, teatro, poesia e musica.

Spesso le scuole raccolgono poster informativi proget- tati appositamente perché bambini e giovani possano appenderli nelle aule e nelle bacheche.

© Benno Neeleman

(26)

Dato lo scarso tempo a disposizione, alcune scuole hanno Circoli d’Azione contro l’AIDS dove i bam- bini si incontrano per due pomeriggi a settimana per parlare di argomenti come la gestione della pressione dei compagni, igiene, pulizia e condotta. Durante questi incontri, i ragazzi hanno maggiori opportunità di discutere apertamente. La nostra Scuola Secondaria a Bindura ha un Circolo Giovanile sull’AIDS condotto da un insegnante con un diploma in Terapia che prepa- ra alcuni giovani come educatori per i propri coetanei.

C’è anche un Circolo a Kwanatete rivolto alle ragazze e incentrato sull’insegnamento dei diritti dell’infanzia e sullo sfruttamento sessuale in materia di HIV/AIDS.

Buona parte del materiale usato viene da una ONG locale, Girl Child Network, che fornisce anche forma- zione per gli insegnanti. Questi Circoli si riuniscono ogni mercoledì dalle 14 alle 16.

Tuttavia c’è ancora grande carenza di materiale adatto ai bambini. È necessario che negli asili gli educatori siano più innovativi nella progettazione di materiale rivolto ai bambini molto piccoli, e alcuni insegnanti ancora non sono liberi di discutere tematiche legate alla sessualità nonostante siano appositamente prepa- rati a questo.

Di conseguenza dobbiamo creare più materiale per provvedere al grande numero di bambini delle nostre scuole e asili. Dobbiamo dedicare più tem- po a staff e bambini per discutere dei problemi legati a HIV/AIDS. Inoltre dovremmo coinvolgere genitori e persone della comunità perché divulghino l’informa- zione.

Il nostro obiettivo è migliorare l’integrazione dei bambini nella società attraverso l’educazione formale nelle nostre scuole e in quelle esterne, attraverso lezio- mento, e fornendo risorse educative come biblioteche, educazione terziaria e professionale e orientamento al lavoro. L’impatto che cerchiamo di ottenere è una maggiore autostima, sicurezza di sé, salute psicologi- ca, socializzazione e la capacità di integrarsi con gli al- professionale e terziaria e l’integrazione nella società.

Le voci dei bambini vengono ascoltate quando scelgo- no cosa fare nella vita a livello lavorativo.

Il sostegno alla famiglia d’origine include il pagamen-     ' '     % - duto, servizi di consulenza da parte di rappresentanti

© SOS Archives

© Christian Lesske

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delle scuole e della comunità, divise scolastiche, gior- nate d’orientamento al lavoro, giornate di premiazione per migliorare la sicurezza interiore e facilitare l’in- contro tra le scuole e i tutori.

Il risultato auspicato è che i bambini abbiano più op- portunità di completare la scuola primaria e seconda- ria, più autostima e migliore preparazione agli esami, oltre a un più alto livello di alfabetizzazione per i loro tutori. I giovani hanno bisogno di migliori occasioni L’impatto di HIV/AIDS ha forti conseguenze sull’ab- bandono scolastico, e il pagamento delle tasse assicura l’iscrizione e il completamento del percorso.

STAFF E COMPETENZE

Dopo l’ammissione ai Villaggi SOS i bambini fanno un test HIV. Lo scopo è quello di guidare le madri

SOS e i loro colleghi nella scelta delle cure e soste- gno più adeguati a ogni bambino.

Quelli a cui è raccomandata la terapia antiretrovi- rale cominciano subito la terapia. Quelli che hanno semplicemente bisogno di rafforzare il sistema immunitario ricevono integratori alimentari.

dali pubblici e privati per aiutarli a comprendere e affrontare la loro situazione. Questo da loro l’occasione di accettare e adattarsi alle convivenza con l’HIV.

Le madri SOS e i loro colleghi ricevono una forma-

 % ''% '  ' %- no sostenere se stesse e i bambini.

L’organizzazione lavora con diversi partner per assi- curarsi che i bambini ricevano il sostegno migliore.

Lavoriamo con il Consiglio Nazionale sull’AIDS, che ci fornisce supporto materiale e non.

Gli ospedali locali sono nostri partner strategici nella cura dei bambini infetti dal virus o da infezio-

© SOS Archives

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ni collegate all’HIV. Nel 2003 e 2004 tutto lo staff di SOS Villaggi dei Bambini Zimbabwe ha ricevuto training intensivo, sensibilizzazione ed educazione su HIV/AIDS. I corsi sono stati tenuti da Population Services International e si sono incentrati sull’au- mentare la consapevolezza di HIV/AIDS, svilup- pare una Politica su HIV/AIDS sul posto di lavoro    '

La formazione delle madri SOS comprende moduli sulla cura dei bambini sieropositivi. Per rafforzare le nostre capacità di affrontare HIV/AIDS, lo staff in Project management strategico su HIV/AIDS e frequenta corsi di Terapia Sistemica. Un membro dello staff del Centro Sociale SOS di Bindura studia per un corso di laurea in terapia.

L’obiettivo della Politica per HIV/AIDS sul posto sca con chiarezza la posizione dell’organizzazione su HIV/AIDS sul posto di lavoro. L’intento è non

solo quello di prevenire la diffusione dell’HIV e ridur- re lo stigma e la discriminazione ma anche di creare un ambiente comprensivo e compassionevole che sia di sostegno ai colleghi con HIV o malattie correlate. Vogliamo fare in modo che tutti i lavora- tori siano trattati equamente e che lo staff abbia tutte le conoscenze e le informazioni necessarie riguardo ad HIV e AIDS. La Politica su HIV/AIDS sul posto di lavoro contiene informazioni di base sulla malattia e propone programmi di educazione, sensibilizzazione e informazione come la creazione di un Comita- to d’Azione AIDS in ogni Villaggio SOS o l’offerta di terapia approfondita per i lavoratori e le loro famiglie.

SOS Villaggi dei Bambini tratta i lavoratori che hanno contratto l’AIDS esattamente come quelli che hanno malattie gravi come cancro e diabete. Questa Politica dichiara che i lavoratori sieropositivi saranno produttivi e in salute più a lungo se ricevono il sostegno medico, sociale e psicologico di cui hanno bisogno.

Questo articolo si basa sul rapporto “HIV/AIDS Policy Development. SOS Children’s Village Internal Analy- sis Zimbabwe” Riassunto: Karin Demuth

1

with the HIV impact in Zimbabwe, http://data.unAIDS.org/pub/

ExternalDocument/2009/20090402_ilozimbabwe_en.pdf

© SOS Archives

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a causa dell’AIDS nell’Aprile del 2007. Dopo la sua morte è stata costretta a fare lavori saltuari al mercato cile lavorare alla giornata. La sua salute ne ha risentito '“  ' E'   %  

le risultava impossibile.

Sangeeta vive a circa 3 chilometri dal Villaggio SOS di Latur. È stata notata dal Programma di Rafforza-  ‰  '    &–

Durante una chiacchierata nei primi giorni del pro- gramma si è scoperto che la sua salute andava peg- giorando di giorno in giorno. Le è stato consigliato di fare il test HIV dato che suo marito ne era morto.

Sangeeta è risultata “reattiva” all’HIV, e la Società di Controllo AIDS di Latur le ha quindi sommini- strato il test degli anticorpi. Anche i suoi bambini

sono risultati “reattivi” e stanno ora ricevendo le cure appropriate.

INTERVENTI SU MISURA

Per sostenere Sangeeta e la sua famiglia nel modo

Le sono stati offerti dei corsi formativi sulle capacità di vita che puntano a insegnare alle persone come modi- pratici e teorici di essere felici, essere in forma dal punto tecniche respiratorie, dieta bilanciata, buon sonno, pen- siero positivo e musica.

Inoltre vengono loro insegnati l’asana, il pranayama, esercizi, yoga, meditazione e metodi per stimolare il cervello e risolvere problemi. Questo viene otte-

SOLO CON LE MIE MANI

PROGRAMMA DI RAFFORZAMENTO FAMIGLIARE LATUR/INDIA

© SOS Archives

(30)

nuto tramite attività come il completamento di frasi, risoluzione di scenari, risposte brevi, narrazione, clas- comprende anche l’uso bilanciato di aria, acqua, cibo, sonno, pensiero positivo, musica classica, recitazio- ne di Omkar, abilità comunicative, valutazione, abilità di chiarimento, abilità decisionali, abilità di gestione dello stress.

In collaborazione col centro locale dell’Organizza- zione Nazionale per il Controllo dell’AIDS, a San- geeta è stata data consulenza speciale. Il centro fa in modo che riceva consulenza professionale sul vivere positivo. Diversamente dai corsi sulle abilità di vita, la consulenza sul “vivere positivo” consiste in una guida individuale fornita spesso da una persona più anziana e molto stimata dalla comunità.

La consulenza sul vivere positivo include il parla- re di paure, preoccupazioni e problemi e insegna a ri- conoscere i sintomi delle infezioni più comuni e come possano essere prevenute e gestite. Si discute anche di come vivere positivamente e ridurre la paura di ri- velare il proprio stato HIV a causa dello stigma socia- le. Questa forma di consulenza punta anche ad educare alla prevenzione, al rischio e a metodi di rieducazione, nonché ad incoraggiare all’uso delle risorse disponibili nella comunità.

golare attraverso il Programma di Rafforzamento Famigliare, ovvero sostegno in materia di nutrizio- ne, igiene o questioni amministrative. Alla famiglia di Sangeeta è stato consigliato di seguire la terapia an- tiretrovirale dell’ospedale pubblico di Latur e gli assi- stenti si assicurano che assumano le medicine corrette prescritte dai dottori..

Nonostante la diagnosi di sieropositività, Sangee- ta non si è lasciata scoraggiare e ha deciso di investire sul suo futuro professionale. Il Programma di Raffor- zamento Famigliare l’ha sostenuta durante un corso di sartoria e adesso ha un diploma dell’Istituto di For- mazione Industriale del governo. Dopo aver comple- tato il corso Sangeeta ha preso in prestito una macchi- na da cucire dalla sorella e ha cominciato ad eseguire dei lavori di sartoria per i vicini. Al momento guadagna circa 1000 INR (più o meno 14€) al mese.

Inoltre Sangeeta riceve un sostegno economico di 900 INR al mese dal Programma di Rafforzamento Famigliare di Latur. È stata anche incoraggiata a tro- vare un programma di previdenza sociale per vedove indigenti, e ora riceve una pensione mensile di 200 INR al mese dalla Provincia.

© Dominic Sansoni

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OBIETTIVO:

PRENDERSI CURA DEI BAMBINI

Ci sono molte storie simili a quella di Sangeeta, e sono il motivo per cui nel 2003 è nato il Programma di Rafforzamento Famigliare di Latur.

Scopo del programma è sostenere le famiglie che rischia- nere unite. SOS Villaggi dei Bambini collabora quindi con le autorità locali e alti fornitori di servizi per aiu- tare le famiglie e permettere loro di prendersi cura

 " "=>6 >' š   

del Maharashtra e altre ONG, SOS Villaggi dei Bam- bini lavora principalmente nell’ambito della prevenzio- ne dell’HIV, organizzazione di laboratori, programmi per le persone sieropositive. Per ridurre la discrimina- zione e lo stigma verso di esse, SOS Villaggi dei Bam- bini incoraggia le autorità governative ad aumentare ne e cura di HIV/AIDS. Insieme ai suoi partner, SOS fa appello ai governi perché favoriscano l’accesso a consulenza e test, alle cure di infezioni opportuni- stiche, accesso universale alla terapia antiretrovirale e a cure di base, educazione e servizi di protezione sociale. Per migliorare l’atteggiamento generale verso le persone sieropositive, campagne di sensibilizzazione ed educazione locale vengono organizzate in coopera- zione coi gruppi locali, come circoli giovanili, organiz- zazioni femminili e scuole. All’interno dei programmi SOS vengono organizzate assemblee dove i bambi- ni possono parlare apertamente dell’impatto di HIV e AIDS sulle loro vite, e ricevere il supporto di cui han- la vita con HIV e AIDS. I bambini vengono consultati e coinvolti direttamente nella programmazione, rea- lizzazione e valutazione dei programmi di protezione e prevenzione in risposta a HIV e AIDS. Molti sforzi sono diretti a migliorare la capacità delle organizzazio- ni e dei governi locali di rispondere in modo adeguato a bisogni e diritti di bambini e famiglie colpiti dall’AIDS.

Inoltre il Programma di Rafforzamento Famigliare di Latur offre sostegno alimentare, educativo e sanitario nonché formazione e consulenza professionale e aiuto nella ricerca di un lavoro.

Lo scopo è quello di sensibilizzare all’igiene e ai diritti dei bambini e di migliorare le abilità genitoriali.

Le famiglie vengono messe in contatto con gruppi di auto-aiuto già esistenti o appositamente creati to Famigliare e altri membri della comunità.

Dato che la produzione di reddito e la promozione dell’auto-sostentamento sono gli obiettivi principali dei Programmi di Rafforzamento Famigliare, i gruppi dei Programmi diventino economicamente indipenden- ti. Le donne dei gruppi di auto-aiuto mettono da parte i risparmi e li depositano in un conto a nome del gruppo e forniscono prestiti agli altri membri a interessi mol- to bassi per aiutarli coi loro bisogni lavorativi e non.

Per il futuro è prevista la creazione di opportunità di lavoro autonomo di gruppo. Inoltre è questo l’am- biente dove possono esprimere liberamente i loro sen- timenti. Ora Sangeeta riesce a nutrire la sua famiglia.

& )     '- la. C’è speranza, e c’è un futuro.

Karin Demuth

SOS Children’s Village International Programme Development

Vorremmo ringraziare la squadra del Programma di Rafforzamento Famigliare del Villaggio SOS di Latur per le informazioni che ci hanno fornito.

1 Asana è una posizione del corpo, tipicamente associate alla pratica dello Yoga.

2 Pranayama è spesso tradotto come controllo della forza vitale (prana). Usato come termine tecnico nello yoga,

3 Omkar è la recitazione della sillaba Aum (meglio conosciuta come Om), una sillaba mistica delle religioni Indiane .

© Dominic Sansoni

Riferimenti

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