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La PRIMA. L'editoriale. Lasciarsi fare da Cristo che accade. di Andrea Antonuccio. Is 45,1.4-6

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(1)

N° 36 Anno CXLI - 1€

la V OCE

UN GIORNALE CHE RACCONTA QUELLO CHE GLI ALTRI

NON DICONO Sped. Abb. Post. - D.L. 353/2003

(conv. in L. 27/2/2004 n. 46), ar

t. 1, comma 1, DCB/

AL

Tessitori di fraternità

Giovedì 15 ottobre

2020

pag. 11

Speciale p arrocc hie di Valenza: tr

a missioni e centr i estivi 2 020

Una pa gina in terame nte dedi cata alle atti vità de lla com unità v alenzan a

È possibile an

dare a Messa ? E quant e

person e a un fun erale?

Tutti i p rovved imenti d el nuov o Decr eto fi rmato p er limit are il co ntagio d a Covid -19 pag. 4

a pag. 8 e 9

La dem ocrazia

alla Set timana di studi sulle aut onomie locali

Intervis ta al pr ofessor Renato Balduz zi:

«Ad Ale ssandr ia un ev ento pe r i territ ori»

pag. 6

VO O O VO

VOCE

Intervista a f ra Matt eo Giov anni Mar ia e fra Cr istoforo Mar ia

Due vocazioni,

un solo carisma

Francesco incontra il cardinal Pell:

«Un piacere rivederla»

ERA ACCUSATO DI PEDOFILIA

«Son contento, è un piacere rivederla». Così papa Francesco ha ricevuto in udienza il cardinale australia- no George Pell. «Grazie per la sua testimonianza» ha poi continuato Francesco, visibilmente emozionato. Erano tre anni che il porporato 79enne non metteva piede in Vaticano, quando era stato congedato per tornare in Australia e difendersi dalle accuse di pedofi la dell’Alta Corte di Canberra. Sono stati 13 i lunghi mesi trascorsi da Pell dietro le sbarre con l’accusa di aver abusato di un minore, secondo le indagini, in due diverse occasioni (nel 1996 e nel 1997). Un lungo processo che ha visto il porpo- rato condannato in primo grado a sei anni di carcere, poi rinchiuso in due penitenziari a Melbourne e Barwon per 400 giorni, e infi ne prosciolto nell'aprile di quest’anno. «È andata molto bene! Molto molto bene» commenta Pell, dopo una mezz'ora trascorsa con il Pontefi ce.

Lunedì 12 ottobre 2020

(2)

Paolo e Silvano e Timòteo alla Chiesa dei Tessalonicési che è in Dio Padre e nel Signore Gesù Cristo: a voi, grazia e pace.

Rendiamo sempre grazie a Dio per tutti voi, ricordandovi nelle nostre preghiere e tenendo continuamente presenti l’operosità della vostra fede, la fatica della vostra carità e la fermezza della vostra speranza nel Signore nostro Gesù Cristo, davanti a Dio e Padre nostro.

Sappiamo bene, fratelli amati da Dio, che siete stati scelti da lui. Il nostro Vangelo, infatti, non si diff use fra voi soltanto per mezzo della parola, ma anche con la potenza dello Spirito Santo e con profonda convinzione.

1Ts 1,1-5 Seconda lettura

Dalla prima lettera di S. Paolo apostolo ai Tessalonicési Grande è il Signore e degno di ogni lode Cantate al Signore un canto nuovo, cantate al Signore, uomini di tutta la terra.

In mezzo alle genti narrate la sua gloria, a tutti i popoli dite le sue meraviglie.

Grande è il Signore e degno di ogni lode, terribile sopra tutti gli dèi.

Tutti gli dèi dei popoli sono un nulla, il Signore invece ha fatto i cieli.

Date al Signore, o famiglie dei popoli, date al Signore gloria e potenza, date al Signore la gloria del suo nome.

Portate off erte ed entrate nei suoi atri.

Prostratevi al Signore nel suo atrio santo.

Tremi davanti a lui tutta la terra.

Dite tra le genti: «Il Signore regna!».

Egli giudica i popoli con rettitudine.

Salmo responsoriale

Sal 95 Dice il Signore del suo eletto, di Ciro:

«Io l’ho preso per la destra,

per abbattere davanti a lui le nazioni, per sciogliere le cinture ai fi anchi dei re, per aprire davanti a lui i battenti delle porte e nessun portone rimarrà chiuso.

Per amore di Giacobbe, mio servo, e d’Israele, mio eletto,

io ti ho chiamato per nome,

ti ho dato un titolo, sebbene tu non mi conosca.

Io sono il Signore e non c’è alcun altro, fuori di me non c’è dio;

ti renderò pronto all’azione, anche se tu non mi conosci,

perché sappiano dall’oriente e dall’occidente che non c’è nulla fuori di me.

Io sono il Signore, non ce n’è altri».

Is 45,1.4-6 Prima lettura

Dal libro del profeta Isaìa

Dom enica 18 ot tobr e - X XIX Dom enica del T empo Or dinar io

A chi appartengo io? Prima di tutto noi apparteniamo a Dio

Cari fratelli e sorelle, buon- giorno!

Il Vangelo di questa dome- nica (Mt 22,15-21) ci presenta un nuovo faccia a faccia tra Gesù e i suoi oppositori.

Il tema aff rontato è quello del tributo a Cesare: una questione “spinosa”, circa la liceità o meno di pagare la tassa all’imperatore di Roma, al quale era assoggettata la Palestina al tempo di Gesù.

Le posizioni erano diverse.

Pertanto, la domanda rivolta- gli dai farisei: «È lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?» (v.

17) costituisce una trappola per il Maestro. Infatti, a se- conda di come avesse rispo- sto, sarebbe stato accusabile di stare o pro o contro Roma.

Ma Gesù, anche in questo caso, risponde con calma e approfitta della domanda maliziosa per dare un in- segnamento importante, elevandosi al di sopra della polemica e degli opposti schieramenti. Dice ai farisei:

«Mostratemi la moneta del tributo». Essi gli presentano un denaro, e Gesù, osser- vando la moneta, domanda:

«Di chi è questa immagine e l’iscrizione?». I farisei non possono che rispondere:

«Di Cesare». Allora Gesù conclude: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Ce- sare e a Dio quello che è di Dio» (cfr vv. 19-21). Da una parte, intimando di restituire all’imperatore ciò che gli ap- partiene, Gesù dichiara che pagare la tassa non è un atto di idolatria, ma un atto dovu- to all’autorità terrena; dall’al- tra – ed è qui che Gesù dà il

“colpo d’ala” – richiamando il primato di Dio, chiede di rendergli quello che gli spetta in quanto Signore della vita dell’uomo e della storia.

Il riferimento all’immagine di Cesare, incisa nella mone- ta, dice che è giusto sentirsi a pieno titolo – con diritti e doveri – cittadini dello Stato; ma simbolicamente fa pensare all’altra immagine che è impressa in ogni uomo:

l’immagine di Dio. Egli è il Signore di tutto, e noi, che siamo stati creati “a sua im- magine” apparteniamo anzi- tutto a Lui. Gesù ricava, dalla domanda postagli dai farisei, un interrogativo più radicale e vitale per ognuno di noi, un interrogativo che noi possia- mo farci: a chi appartengo io?

Alla famiglia, alla città, agli amici, alla scuola, al lavoro, alla politica, allo Stato? Sì, certo. Ma prima di tutto – ci ricorda Gesù – tu appartieni a Dio. Questa è l’appartenenza fondamentale. È Lui che ti ha dato tutto quello che sei e che hai. E dunque la nostra vita, giorno per giorno, possiamo e dobbiamo viverla nel ri-co- noscimento di questa nostra appartenenza fondamentale e nella ri-conoscenza del cuore verso il nostro Padre, che crea ognuno di noi sin- golarmente, irripetibile, ma sempre secondo l’immagine del suo Figlio amato, Gesù. E’

un mistero stupendo.

Il cristiano è chiamato a impegnarsi concretamente nelle realtà umane e sociali senza contrapporre “Dio” e

“Cesare”; contrapporre Dio e Cesare sarebbe un atteg- giamento fondamentalista.

Il cristiano è chiamato a impegnarsi concretamente nelle realtà terrene, ma illu- minandole con la luce che viene da Dio. L’affi damento prioritario a Dio e la speranza in Lui non comportano una fuga dalla realtà, ma anzi un rendere operosamente a Dio quello che gli appartiene. È per questo che il credente guarda alla realtà futura, quella di Dio, per vivere la vita terrena in pienezza, e rispondere con coraggio alle sue sfi de.

La Vergine Maria ci aiuti a vivere sempre in conformità all’immagine di Dio che por- tiamo in noi, dentro, dando anche il nostro contributo alla costruzione della città terrena.

Piazza San Pietro Domenica, 22 ottobre 2017 Dall'Angelus di

papa Francesco

Rendete a Cesare quel che è di Cesare quel che è di

In quel tempo, i farisei se ne andarono e tennero consiglio per vedere come cogliere in fallo Gesù nei suoi discorsi.

Mandarono dunque da lui i propri discepoli, con gli erodiani, a dirgli: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità. Tu non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno. Dunque, di’ a noi il tuo parere:

è lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?».

Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose:

«Ipocriti, perché volete mettermi alla prova?

Mostratemi la moneta del tributo». Ed essi gli presentarono un denaro. Egli domandò loro:

«Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?».

Gli risposero: «Di Cesare».

Allora disse loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio».

Dal Vangelo secondo Matteo

Mt 22,15-21

Da qualche settimana si chiamano fra Cristoforo Maria e fra Matteo Giovanni Maria. Sono i due giovani alessandrini che lo scorso 19 settembre hanno svolto il Rito della Vestizione, iniziando così il percorso di noviziato nell'Ordine Do- menicano nella Basilica e convento di Santa Maria delle Grazie a Milano (nella foto in alto). Nonostante il “silenzio”

con l'esterno (uno dei punti centrali delle Costituzioni dell’Ordine) siamo riusciti a contattarli per farci spie- gare meglio da dove nasce la loro vocazione. Prima, però, facciamoli presentare.

Fra Cristoforo Maria (nel tondo in alto): «Sono Stefano Grassi e ho 38 anni. Sono nato a Valenza, dove ho vissuto fi no al 2018.

Ho conseguito il baccalaureato e la licenza in Teologia presso la Facoltà teologica dell'Italia settentrionale di Milano, e ho insegnato Religione cattolica per 11 anni: i primi due in una scuola statale, gli altri nove all'Angelo Custo- de di Alessandria».

Fra Matteo Giovanni Ma- ria (nel tondo in basso): «Io sono Matteo Belloni, ho 23 anni, e sono residente a Villa del Ferro nel comune di Val Liona, in provincia di Vicenza. Ad Alessandria ho conseguito la triennale in Scienze Biologiche all'Università del Piemonte Orientale».

Matteo, Stefano, come è nata la vostra vocazione?

Matteo: «È nata in seguito a eventi che mi stavano interrogando, dai più semplici e familiari ai più “particolari”: poi ho capito che ciò che diventava un semplice ricordo rimaneva un segno profondo di qualcosa di più grande, ovvero di un Dio che tramite l’evento interpella, accende il desiderio di seguirlo e attende la libera risposta».

Stefano: «La mia vocazione ha origini

“remote”, dall'età di 16 anni inizio a in- terrogarmi sulla chiamata al sacerdozio e alla vita religiosa. Ma ho dovuto atten- dere l'estate del 2017 per iniziare a intra- vedere e approfondire la Sua chiamata all'interno dell'Ordine dei Predicatori.

L'evento “scatenante” credo sia stato la partecipazione a una Messa feriale nel- la chiesa di Nostra Signora di Loreto e Santa Rita ad Alessandria: non ero mai entrato in quel luogo prima d'allora, e sono rimasto colpito vedendo come il sacerdote celebrava. Un modo che non aveva nulla di eccezionale ma che nel suo raccoglimento, compostezza e devozione trasmetteva una profonda fede. Da qui è nato il mio desiderio di confessarmi, di tornare nei giorni successivi e di cercare in tale Ministro quella guida spirituale di cui necessitavo da tempo».

Perché l'Ordine Domenicano?

M: «Ho scelto l’Ordine Domenicano perché, nel periodo in cui stavo chiedendo al Signore “di che colore dovessi vestirmi”, ho partecipato casualmente, ma dovrei dire provvidenzialmente, a una Santa Messa nella chiesa di Nostra Signora di Loreto e Santa Rita. La sacralità era pal- pabile: uscii entusiasta e tornai sempre

in quella chiesa che conobbi essere domenicana».

S: «Su suggerimento del mio Padre spirituale, ho aderito

all'iniziativa di monsignor Gallese di dare vita a una comunità di discernimento nel centro di Alessandria.

Grazie a questa esperienza di Chiesa mi si sono aperti, con sempre maggiore chiarezza, gli orizzonti di fede, preghiera e ca- rità necessari per mettere a fuoco quella

volontà divina. Così, a fi ne gennaio del 2019, ho deciso di parteci-

pare agli incontri vocazionali organizzati dalla “Provincia San Domenico in Italia”, e a ottobre sono entrato uffi cial- mente nel prenoviziato che si trova a Bergamo».

Stefano, ci racconti come avete vissuto il vostro “ingres- so” di sabato 19 settembre?

«Il Rito della Vestizione del 19 settembre è stato preceduto dai cinque giorni di Esercizi spirituali previsti dalle Costituzioni dell'Ordine, ed è servito a disporre l'animo di tutti noi a vivere nel modo migliore il grande evento che ci attendeva. La prostrazione iniziale, con la faccia a terra, le braccia a forma di croce e la spogliazione degli abiti secolari, ha si- gnifi cato la nostra richiesta di misericordia a Dio e ai frati. Così che, deponendo l'uo- mo vecchio, potessimo essere rivestiti di San Domenico e venire accolti con abiti e nomi nuovi all'interno dell'Ordine. Vorrei dire che per noi sono state fondamentali l'esempio e le parole di un grande santo piemontese, San Giuseppe Cafasso, il quale diceva che con la vestizione occorre prendere la deliberazione di farsi Santi, ricordarsi che ci si vende al Signore, e rice- vere il nuovo abito come se lo si ricevesse dalle mani stesse del Signore».

Matteo, cosa farete durante questo anno prima dell'ingesso nella vita reli- giosa? Quanti novizi siete?

«A vivere questo percorso siamo nove novizi. Quest’anno canonico lo dovre- mo passare anelando, come la cerva ai corsi d’acqua, a Colui che è “Amore” (Gv 4,16), per imparare a vivere in comunità nella carità. Per questo è indispensabile lasciarsi rivestire dal Signore, e quindi ci sarà di aiuto seguire la perfetta osservanza regolare alle Costituzioni dell’Ordine, che constano, in ordine d’importanza, della vita comune, della liturgia comunitaria e della preghiera personale, dell’osservanza dei voti, dello studio e del ministero apo- stolico. Oltre ai servizi in Basilica, faremo

catechismo in parrocchia e in un’unità pastorale. Per vivere i suddetti elementi costitutivi della nostra vita è di aiuto osservare le pratiche ausiliari: clausura, silenzio, abito e opere di penitenza».

La carenza di vocazioni è un tema mol- to attuale. Per alcuni il problema è legato alla mancanza di figure carismatiche in grado di favorire nuovi religiosi. Nel vostro caso qualcuno vi ha guidato in questa decisione?

M: «Ho avuto come guida preziosa il mio confessore e direttore spirituale. Essendo poi i carismi, come è il “linguaggio di sa- pienza” (1Cor 12,4) di cui credo che la mia vocazione abbia assai benefi ciato, doni dello Spirito Santo per l’edifi cazione della Chiesa, mi pare corretta l’idea che siano utili per far crescere le vocazioni, sebbene l’origine di una vocazione risieda anzitutto nell'off rire preghiere al Signore affi nché mandi operai per la sua messe (Lc 10,2)».

S: «Più che di assenza di fi gure carisma- tiche, preferirei parlare della necessità di riscoprire nella Chiesa il rilievo ordinario di una fede che si respira a pieni polmo- ni nei Sacramenti, nella Parola di Dio, nella sacra predicazione e nelle svariate forme di carità che vengono praticate. La presenza di Dio è quello che i cristiani e gli uomini di oggi faticano a vivere: non occorrono grandi invenzioni e intuizioni teologiche per praticare la ricerca di Dio, basta il desiderio di stare sempre davanti a Lui e con Lui. Sono convinto che nel mo- mento in cui i pastori e i fedeli riuscissero a rimettere al centro la Verità trasmessaci dalla tradizione della Chiesa del Suo esse- re con noi, così come avviene nello Spirito Santo consegnatoci dal Padre per mezzo di Gesù Cristo, il problema delle vocazioni troverebbe molte risposte e risoluzioni, mostrando la bellezza e grandezza della chiamata alla santità che il Vangelo ci ha portato».

Un consiglio a un giovane che è in- deciso sulla propria vocazione alla vita consacrata?

M: «Rispondete con un atto di fede a questa chiamata, ancora presunta, dando la disponibilità a Dio dicendogli, a imi- tazione della Beata Vergine Maria: “Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola” (Lc 1,38). Sono poi convinto che pregare ogni giorno il Santo Rosario permetta alla Madre che Cristo dalla croce ci ha lasciato di essere anzitutto Lei la guida ai nostri passi».

S: «Non ho consigli particolari da dare, se non quello di vivere quotidianamente la preghiera personale ed ecclesiale, pre- diligendo la frequentazione assidua dei Sacramenti, in particolare l'Eucarestia e la Confessione. Nonché quella sana dottrina e vita morale che un buon direttore spiri- tuale saprà sempre indicare, per compiere quelle scelte che il Signore stesso richie- derà per vivere il compimento della carità che Lui stesso dona e alla quale abilita».

Editrice Voce Alessandrina s.c.

via Vescovado, 3 - 15121 Alessandria Direttore responsabile Andrea Antonuccio Vice direttore don Fabrizio Casazza

Don Valerio Bersano, Silvio Bolloli, Sabrina Camilli, Marina Feola, Mara Ferrari, don Vittorio Gatti, Enzo Governale, Marco Lovisolo, Zelia Pastore, Carlo Re, Daniela Terragni, don Stefano Tessaglia, Alessandro Venticinque. Elaborazione grafi ca a cura di Giorgio Ferrazzi

Hanno collaborato a questo numero:

Settimanale di informazione e di opinione della Diocesi di Alessandria fondato nel 1879

la

la VO OCE

Direzione e redazione Via Vescovado, 3 - Alessandria Tel. 0131 512 225 - Fax 0131 512 224 redazione@lavocealessandrina.it www.lavocealessandrina.it Impianti e stampa

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direttore@lavocealessandrina.it

Catechesi nelle nostre comunità

a pagina 5

L'approndondimento di don Vittorio Gatti sull'iniziazione cristiana

Alessandro Venticinque Care lettrici,

cari lettori,

apriamo Voce con l'intervista doppia a Stefano e Matteo, due ragazzi che han- no iniziato la strada vocazionale domenicana.

Li abbiamo raggiunti via email e loro hanno risposto con grande sincerità alle nostre domande. Le parole che leggerete sono un soffi o di aria fresca: si capisce come la fede, lungi dall'essere una costruzione intellettuale di cui piano piano ci si autoconvince, è davvero frutto di un incontro con Qualcuno che, attraverso qualcun altro (padre Angelo Bellon, in questo caso) ti chiama a Sé nel modo più corri- spondente. Lo stesso credo si possa dire per la Giornata missionaria mondiale di domenica 18 ottobre, preceduta dalla Veglia di sabato 17 in Cattedrale (ne parliamo nel paginone). La prima missione è che l'altro, dentro a un aiuto concreto, veda un uomo in cui Cristo ha vinto. «La Chiesa antica dopo la fi ne del tempo apostolico sviluppò come Chiesa un’attività missiona- ria relativamente ridotta» diceva Joseph Ratzinger nel 1986, «non aveva nessuna strategia propria per l’annuncio della fede ai pagani e ciononostante il suo tempo divenne il periodo del più grande successo missionario. La conversione del mondo antico non fu il risultato di un’attività ecclesiale pianifi cata, bensì il frutto della verifi ca della fede, verifi ca divenuta visibile nella vita dei cristiani e nella comunità della Chiesa. L’invito concreto da esperienza ad esperienza e nient’al- tro fu, umanamente parlando, la forza missionaria della Chiesa antica» (leggete l'articolo di don Valerio Bersano a pagina 9). E an- cora Ratzinger: «La nuova evan- gelizzazione, di cui abbiamo tanto bisogno, non la realizziamo con teorie astutamente escogitate: l’in- successo catastrofi co della catechesi moderna è fi n troppo evidente…»

(leggete l'articolo di don Vittorio Gatti a pagina 5). Quanti spunti, in un giornale di sole 16 pagine...

Lasciarsi fare da Cristo

che accade

L'editoriale

di Andrea Antonuccio

2 laaVO OCE

Settimanale della Diocesi di Alessandria - n° 36 - 15 ottobre 2020

La DOMENICA La PRIMA

n° 36 - 15 ottobre 2020 - Settimanale della Diocesi di Alessandria

laaVO OCE 3

Stefano: «Deponiamo l'uomo vecchio per essere rivestiti di San Domenico»

Matteo: «Entrai nella chiesa di N. S. di Loreto e Santa Rita e ne uscii entusiasta»

Due vocazioni, un solo carisma

Intervista a fra Cristoforo Maria e fra Matteo Giovanni Maria

(3)

Don Santiago Ortiz, diacono, sarà ordina- to sacerdote sabato 31 ottobre nella Catte- drale di Alessandria alle ore 21.

Don Domenico Dell'Omo, diacono, sa- bato 7 novembre sarà ordinato sacerdote, sempre in Cattedrale alle 21.

Il 25, 26 e 27 ottobre si terranno tre serate di Adorazione Eucaristica, alle 21, per pre- gare per Santiago e Domenico, con queste modalità: il 25 a Valenza in Duomo (piazza XXXI Martiri), il 26 ad Alessandria nella par- rocchia Cuore Immacolato di Maria (via Monteverde, 49), e infi ne il 27 nella parroc- chia San Giovanni Evangelista (corso Acqui, 58, Alessandria).

È stato liberato padre Pierluigi Maccalli. Il 59enne missionario della provincia di Crema, della Società Missione Africane, era stato ra- pito in Niger, nel 2018, da miliziani jihadisti.

Con lui, venerdì 9 ottobre, è tornato a casa anche Nicola Chiacchio, scomparso in Mali nel 2019 durante un viaggio turistico. Sull'a- ereo con i due italiani, anche altri due ostag- gi liberati: Soumaïla Cissé, ex ministro delle fi nanze del Mali, e la cooperante francese, Sophie Pétronin.

Dire che la catechesi si svolge in una comunità potrebbe sembrare una banalità: è abituale che siano le parrocchie oppure gruppi, associazioni e movimenti a proporre a ra- gazzi ed adulti cammini di scoperta ed approfondimento della fede. Eppure l’accento posto da “Ripartiamo insieme”, documento dell’Uffi cio Catechistico Nazionale sulla ripresa della catechesi, non è un semplice richiamo a qualcosa di noto. Il testo ricorda che «la comunità è prima di tutto un luogo interiore e poi relazionale di ascolto, di narrazione, di confronto con la Parola di Dio e di annuncio». La catechesi necessita di questa trama di relazioni, che attinge alla litur- gia e si dipana nel tessuto della vita quotidiana.

Il documento citato lo sottolinea con forza: non dobbia- mo dare per scontato che strutture, territorio, programmi e calendari siano automaticamente generatori di comunità;

neanche le persone che frequentano abitualmente l’Euca- ristia domenicale sono tout court una comunità. È neces- sario invece passare dalla concezione di parrocchia come

‘luogo di servizi ed attività’ a quella di un cammino percorso

insieme, di persone capaci di attenzione reciproca, di rap- porti che crescono nell’ascolto della Parola e nella celebra- zione dei Sacramenti.

Proprio la catechesi è interpellata: si tratta di una vera con- versione dai programmi annuali scanditi dal calendario sco- lastico e rivolti prevalentemente ai ragazzi ad un itinerario che coinvolga famiglie e adulti, che segua il ritmo dell’anno liturgico, che non si preoccupi di numeri e frequenze, ma resti capace di fare proposte anche a quelli che sembrano lontani o disinteressati. Di conseguenza non è possibile pensare al catechismo come un settore a sé della vita par- rocchiale, con i suoi addetti ed i suoi programmi; è neces- sario che diventi impegno e compito di tutta la comunità.

La nostra catechesi sarà generativa se sarà liberante, cioè se mostrerà il volto evangelico di un Dio che non si arrende mai, che cerca, stima e ama ogni persona (cf Is 43,4). E que- sta sarà la vera ripartenza per le nostre comunità.

SERVIZIO PER LA CATECHESI

Catechesi e comunità

Vittorio Gatti Sono passati già

nove anni dal- la scomparsa del vescovo Fe r n a n d o , ricordato sa- bato scorso in cattedra- le, e rievoca- re gli anni del suo ministero in mezzo a noi, ci spinge ad andare a momenti importanti della vita personale e della nostra comunità locale.

Chi ha conosciuto a fondo Charrier sa bene che la sua immagine quotidiana era l’esatto opposto di quella comunemente ritenuta:

il pastore che in pubblico appariva serio e riservato, parlava invece volentieri e a lungo, senza fretta, era capa- ce di ascolto e di confronto;

sapeva ridere spesso e di gu- sto, e molto sorridere di sé e dei suoi tratti caratteriali.

Tutti poi, nella sua predi- cazione pubblica e nei suoi scritti, possiamo ricordare un pastore ricco di umanità

e di spiritualità, at- tento ai proble- mi complessi

d e l n o s t ro tempo e in

particolare del mondo del lavoro, delle famiglie e dei poveri, per cui ha speso tutto se stesso. Vi erano davvero fervore e passione umana e cristiana nelle sue parole, pronuncia- te a voce alta e con calore davanti all’altare della cat- tedrale, come molte foto ce lo restituiscono.

Il vescovo Fernando ha lasciato alla Chiesa italiana e alessandrina un’eredità preziosa di insegnamenti e di testimonianze, un mi- nistero vissuto sempre con competenza, autorevolezza, equilibrio e profondo spes- sore culturale e pastorale.

Ha insegnato a generazioni uno stile rispettoso e discre- to di vicinanza agli uomini nei luoghi in cui vivono, lavorano e costruiscono la

loro esistenza.

Questo “primato dell’uo- mo” faceva sì che fosse in lui naturale la tolleranza, il rispetto di tutte le idee: non per nulla il suo motto epi- scopale era «Radicati nella carità», tratto dal cap. 3 della lettera agli Efesini. Secondo questo stile, certamente Charrier proponeva le pro- prie posizioni e quelle della Chiesa, ma ascoltava sempre e addirittura onorava le idee degli altri, anche distanti, con amicizia, con una sen- sibilità che lo portava a non imporsi mai, ma a vivere le vicende di tutti con parteci- pata aff abilità e a volte con angosciata condivisione.

Erano state certamente le sue origini povere e mon- tanare a donargli quel suo caratteristico senso della giustizia, del sacrifi cio, della comunione, visibili sempre nel suo impegno per il lavo- ro, per i giovani e per l’ini- ziazione alla fede cristiana.

A volte frainteso nelle sue intenzioni profonde di cristiano e di padre, erro-

neamente interpretare da qualcuno come prese di posizioni politiche, Charrier è stato un maestro per noi, soprattutto per i preti gio- vani, dei quali cercava co- stantemente la compagnia e il parere, cosciente delle diffi coltà sempre più grandi che nei nostri anni si susse- guono nel ministero, nella vita sociale e comunitaria.

Un amore appassionato e non privo di sofferenze quello del vescovo Fernan- do per la sua diocesi e per la comunità degli uomini, espresso da parole a volte intrise di amarezza, ma mai di sconforto.

Così, in ogni momento, anche negli ultimi gior- ni della sua vita, abbiamo ascoltato un uomo appas- sionato, forte e competente, attento alla persona e ai suoi problemi, pieno di spirito profetico e di coraggio, sem- pre aperto a relazioni fatte di schiettezza e dolcezza insieme.

IN RICORDO DI MONSIGNOR FERNANDO CHARRIER

«Ha lasciato a tutti un'eredità preziosa»

Ascoltava le idee degli altri con sensibilità, senza imporsi mai

Stefano Tessaglia

Orari Sante Messe

Cattedrale • feriale 10-18 - pref. 18 - fest 8.30-10.30-12-18 N. S. del Carmine • feriale 9.30 - pref. 18 - fest 11-18 Cuore Imm. di Maria •feriale 17 - pref. 17 - fest. 9.30-17 Madonna del Suff ragio •mar e gio 8.30 - pref. 18

fest. 8.30-10.30 S. Alessandro • feriale e pref. 18.30 - fest. 10.00-11.30 S. Baudolino •feriale 8.30 - pref. 18 - fest. 9-11-18 S. Giovanni Evangelista • feriale e pref. 17 - fest. 9-11-17 S. Giuseppe Artigiano • feriale 9-18 - pref. 18

fest. 8.30-10-11.30-18

S. Lorenzo • fest. 19

S. Maria della Sanità • mar, gio e pref. 18.30 - fest. 11 S. Maria di Castello • pref. 18.30 - fest. 10-21 S. Paolo • feriale 9 - pref. 18.30 - fest. 9.30-11-18.30 S. Pio V • feriale 18.30 - pref. 18.30 - fest. 11-18.30 S. Rocco • martedì 18 - fest. 10.30

S. Stefano • giovedì 18 - pref. 18 SS. Annunziata •pref. 18 - fest. 10 Santi Apostoli • pref. 17.30 - fest. 11 Casalbagliano • pref. 17 - fest. 11 Villa del Foro • pref. 16 - fest. 10

B. V. di Lourdes • feriale 18 - pref. 18 - fest. 10 B. V. delle Grazie • fest. 9.30

Carmelo di Betania • feriale 7.30 - fest. 8 Madonna di Fatima • venerdì 18 N. S. della Misericordia •fest. 9

N. S. di Loreto (Domenicani) • feriale 8.30 e 18 - pref. 18 fest. 9-10.30-18 Ospedale SS. Antonio e Biagio • pref. 17.30 - fest. 10.30 S. Giovannino •pref. 16.30 - fest. 9.30

Sacro Cuore (Cappuccini) • feriale 7.30-18.00 - pref. 18 fest. 8-10.30-18

SS. Sebastiano e Dalmazzo •feriale 6.45; fest. 8.45

Zona Alessandria

Bassignana • mar, mer, ven, sab 9 - fest. 11.15 Montevalenza • feriale e pref. 17 - fest. 10.15 Montecastello • pref. 16.30

Mugarone • gio 15.30 - fest. 09.30

N. S. della Pietà (Madonnina) - Valenzapref. 18.30 fest. 9-10-11.30-18.30 Pavone • pref. 16.30

Pecetto • feriale e pref. 16.30 - fest. 11 Pietra Marazzi • fest. 10

Rivarone • feriale 17.30 - fest. 10

S. Antonio - Valenza • feriale e pref. 18.15 - fest. 9-10-18.15 S. Bernardino - Valenza • pref. 17

S. Maria Maggiore (Duomo) - Valenza

feriale e pref. 18.30 - fest. 10-18.30-21.15 S. Rocco (Annunziata) - Valenzafest. 8

Sacro Cuore- Valenzapref. 17 - fest. 11.30-17 SS. Trinità- Valenza fest. 8.30

Valle San Bartolomeo • fest. 10.30 Valmadonna • fest. 11.15

Zona Valenza

Alluvioni • feriale 16.30 - fest. 11.15 Bettale • fest. 8.30 - 10.30 - 18.00 (inv. 17.00) Bosco Marengo • feriale e pref. 16 - fest. 11.30 Cascinagrossa • feriale 9 e 18 - pref. 17 - fest. 11

Castelceriolo* • mer. 16 - pref. 17 (S. Rocco) - fest. 11 (S. Giorgio) Frugarolo • feriale 18 - pref. 17 - fest. 10

Grava • feriale 9.00 - fest. 10.15

Isola S. Antonio • mar-ven 18 - pref. 18 - fest. 11 Levata • pref. 17

Litta Parodi • pref. 17 - fest 11 Lobbi • pref. 17.00 - fest. 11 Mandrogne • fest. 10.30 Piovera • fest. 9.30 Pollastra • fest. 9.45 Quattrocascine • pref. 18

S. Giuliano Nuovo • lun e mer 8.30 - fest. 11.30 S. Giuliano Vecchio • mar e ven 8.30 - fest. 9.30 Spinetta* • lun, mar, mer 8.30, gio-ven 18.30

pref. 18.30 - fest. 9-11

Zona Fraschetta-Marengo

Borgoratto • pref. 17 Cabanette • pref. 17 - fest. 10 Cantalupo • pref. 16

Capriata • feriale e pref. 17 - fest. 10 (Pratalborato) - 11.15 - 17 Carentino • fest. 10

Casal Cermelli • mar-ven 18 e sab. 16 (casa di riposo) sab. 18 (B. V. Assunta) - fest. 11 (B. V. Assunta) Castelferro • fest. 10

Castellazzo - Santuario • feriale 9 - fest. 10 e 17 Castellazzo - S. Maria • feriale 18 - fest. 11 Castellazzo - S. Martino • pref. 18

Castellazzo - S. Carlo • fest. 9 - 10.30 (com. rumena) Castelspina • feriale 8 e pref. 16.15 (Suore) - fest. 9 (parr.) Felizzano • feriale 8.30 - pref. 17 - fest. 9 e 11

Frascaro • fest. 11.30

Gamalero • fest. 11.30 a Frascaro Mantovana • pref. 17

Oviglio • pref. 16 - fest. 10

Pasturana • gio 18 - pref. 16.30 - fest. 10

Portanova • pref. 16 (S. Antonio) - fest. 9.45 (S. Antonio) Predosa • pref. 18 - fest. 10

Quargnento • feriale e sabato 8.30 (casa di riposo “madre Teresa Michel”)-18.15 - fest. 10

S. Rocco di Gamalero • fest. 11.30 a Frascaro S. Michele • feriale 18 - fest. 8-11.15

Cornaglie 9-Gerlotti 9.30 Solero • pref. 17 - fest. 11.30

Tassarolo • lun, ven 18 - pref. 18 - fest. 11.30

Zona Fiumi

Gli orari della tua parrocchia sono cambiati?

Invia una mail a redazione@lavocealessandrina.it Domenica 4 ottobre, festa di San

Francesco, a Spinetta, il nostro Vescovo ha presieduto la Santa Messa e nel cor- so della celebrazione fra Lorenzo, fra Giorgio e fra Daniele, hanno rinnovato i voti annuali di povertà, castità e ob- bedienza nelle mani del loro Pastore.

Alcuni laici hanno iniziato un cammino di fraternità nell'as- sociazione Santa Montagna. Monsignor Gallese nell'omelia ci ha fatto battere forte il cuore quando ci ha spronato a vivere l'Amore, l'amore dell'Agnello. Ci ha sottolineato che il solo

marchio di questa nuova esperienza di fraternità, nella Chiesa, deve essere questo: l'Amore, che dovrà insaporire e colorare tutto ciò che faremo. Che bello! Se la Chiesa è fatta di semplici e piccole relazioni, beh, grazie Eccel- lenza, perché abbiamo percepito con la sua vicinanza e aff etto, l'appartenenza alla comunità dei Figli di Dio. E grazie ai nostri Padri Francescani, instancabili operai nella vigna del Signore!

Una parrocchiana

SANTA MONTAGNA

Vivere l'amore dell'Agnello

Agenda del Vescovo

Giovedì 15

Presentazione Lettera pastorale - Zona Alessandria

Ore 21 - Parrocchia Cuore Immacolato Alessandria

Venerdì 16

Presentazione Lettera pastorale Zona Fraschetta-Marengo

Ore 21 - Parrocchia di Bettale Spinetta Marengo, Alessandria

Sabato 17

Veglia Missionaria

Ore 21 - Cattedrale di San Pietro Alessandria

Martedì 20

Presentazione Lettera pastorale - Zona Valenza

Ore 21.15 - Parrocchia S. Maria Maggiore Duomo di Valenza

Giovedì 22

Assemblea del Presbiterio

Ore 9.30 - Collegio Santa Chiara Alessandria

Presentazione Lettera pastorale - Zona Alessandria

Ore 21 - Parrocchia Cuore Immacolato Alessandria

Il marito ed i parenti tutti la ricordano nelle Sante Messe che verranno celebrate:

- Domenica 18 ottobre alle ore 11.30 nella Chiesa Parrocchiale di Vignale Monferrato;

- Domenica 18 ottobre alle ore 18 nella Cattedrale di Alessandria.

Si ringraziano anticipatamente quanti si uniranno nelle preghiere.

della cara

SANTA MESSA IN RICORDO

professoressa FRANCA RICCI in BELLO

ALESSANDRIA, 15 OTTOBRE 2020

SERVIZIFUNEBRI AVALLE

Il Vescovo ha nominato Canonici effetti- vi del Capitolo Cattedrale i sacerdoti Ma- rio Cesario (assegnandogli il Titolo di San Giuseppe) e Mauro Bruscaini (assegnan- dogli il Titolo dei Santi Pio e Baudolino), che mantengono gli incarichi precedenti.

In data 12 ottobre 2020 il Vescovo ha nominato Prevosto della Parrocchia del- la Madonna del Suffragio in Alessandria don Luigi Abele Belloli, fi nora Collabo- ratore parrocchiale di Valenza. Verrà uf- fi cialmente presentato alla comunità da S.E. Mons. Guido Gallese domenica 25 ottobre alle 16.

Notizie dalla Curia

Luciano e Lorella Zanon sono due coniugi di Valmadonna che da anni tengono corsi pre-matrimoniali, indirizzati al ma- trimonio cristiano. Abbiamo sentito Luciano per avere infor- mazioni sulla storia di questi corsi e sull'inizio di quello nuovo che partirà a novembre.

Luciano, dove e da quanto tempo lei e sua moglie organiz- zate questi appuntamenti?

«Ormai è da 25 anni che facciamo questi corsi. Avevamo co- minciato con don Biagio in zona Tanaro, che comprendeva San Michele, Quargnento, Solero, Felizzano, Oviglio e Valma- donna. Io e mia moglie siamo cresciuti a San Michele e in par- rocchia svolgiamo altre attività, pur abitando a Valmadonna.

Attualmente svolgiamo i corsi nel salone polifunzionale nell'o- ratorio della chiesa di San Michele Arcangelo. I primi tempi a San Michele, con don Biagio, ci aiutavano i coniugi Como, poi siamo andati avanti da soli. Dopo don Biagio, c'è stato don Mario e poi soprattutto don Giuseppe Bodrati, con il quale ci conosciamo da tanti anni».

In quali date si sviluppa il corso di quest'anno?

«Ci saranno sei incontri in totale: il primo il 5 novembre, poi proseguiremo il 12, 19, il 26 e i primi due giovedì di dicembre.

Covid permettendo, ovviamente: a causa del lockdown, ave- vamo già dovuto interrompere gli incontri del corso iniziato a febbraio concludendolo con due appuntamenti dopo la ri- apertura».

Da dove vengono i partecipanti ai vostri incontri?

«Prendiamo parrocchiani da diverse chiese della zona: da Solero, da Quargnento e da Alessandria. Abbiamo avuto an- che alcune guardie carcerarie della Casa di reclusione di San Michele. Spesso sono i sacerdoti che indirizzano a noi i fedeli, specialmente in periodi come novembre e febbraio se non ci sono altri corsi di questo tipo. Magari in qualche parrocchia

non fanno il corso o lo fanno una sola volta l'anno, mentre noi lo prepariamo due volte l'anno».

Quante coppie si aspetta che aderiscano? C'è una sorta di iscrizione al corso?

«A febbraio avevamo 6 coppie. Per novembre ci hanno già contattato telefonicamente 6/7 coppie, magari leggendo questo articolo altre si aggiungeranno. Comunque, non c'è iscrizione, all'orario prefi ssato nel giorno stabilito le coppie si incontrano e si raccontano le loro esperienze».

Come si svolgono gli incontri?

«I futuri sposi condividono il loro vissuto e i ricordi, come per esempio il momento in cui si sono incontrati per la prima vol- ta. Anche io e mia moglie ci mettiamo in gioco per sciogliere il “ghiaccio” iniziale. Affrontiamo ovviamente temi importanti per le coppie e in particolare per gli sposi cristiani, che sono chiamati a fare una scelta importante. Spesso il corso riserva sorprese e pur partendo in sordina riesce ad assicurare dav- vero una bella atmosfera anche tra i vari partecipanti, che spesso fanno amicizia. Se c'è un buon numero di coppie, su whatsapp facciamo un gruppo per dare comunicazioni di va- rio tipo e tramite cui si può chiarire qualche dubbio. Questo gruppo lo creano sempre le coppie stesse, non lo facciamo mai io e mia moglie, e ci consente di frequente di tenere i rap- porti con i nostri “alunni” anche per anni».

Quale obiettivo vi prefi ssate con questo corso?

«L'obiettivo che ci prefi ssiamo è quello di far passare il con- cetto che il matrimonio cristiano è tra due persone in carne ed ossa più un terzo individuo, Dio. Sposarsi in chiesa non è come sposarsi in Comune, c'è un cammino particolare da fare, e bisogna esserne consapevoli. I matrimoni cristiani sono una cosa seria, non mi sposo in chiesa per far piacere a ai parenti:

bisogna credere in quello che si fa».

PREPARAZIONE AL MATRIMONIO

«Bisogna credere in quello che si fa»

A San Michele, al via il corso verso il sacramento nuziale

Marco Lovisolo Nella notte tra lunedì 12 e martedì 13

ottobre, dopo un tira e molla tra Re- gioni e governo, il premier Giuseppe Conte e il ministro della Salute Rober- to Speranza hanno fi rmato il nuovo Decreto del presidente del consiglio dei ministri per contrastare il con- tagio da Covid-19. Questo decreto ha una validità di trenta giorni dalla data dell'emanazione. Vediamo insieme i principali punti che ci riguardano.

Cerimonie religiose. Per quanto ri- guarda le cerimonie religiose (Messe, matrimoni, comunioni, cresime e funerali) le regole non cambiano, si potranno celebrare seguendo i proto- colli già esistenti. Ma i ricevimenti, al termine delle funzioni in chiesa, non dovranno avere più di 30 invitati.

Mascherine. La prima novità del nuovo Dpcm riguarda l'uso delle ma- scherine. È obbligatorio avere sempre con sé i dispositivi di protezione, in- dossarli nei luoghi al chiuso (diversi dalle abitazioni private) e in tutti i luoghi all’aperto (eccetto luoghi in cui

è possibile tenere il distanziamento sociale). Dall'obbligo è escluso chi fa attività sportiva, i bambini sotto i 6 anni, i soggetti con patologie e disa- bilità. Inoltre, c’è poi la «raccoman- dazione» a indossare le mascherine in casa in presenza di amici e parenti non conviventi.

Bar e ristoranti. La stretta princi- pale di questo decreto riguarda bar, ristoranti, pub e altri locali simili. «Le attività dei servizi di ristorazione sono consentite fi no alle 24 con servizio al tavolo e sino alle 21 in assenza di ser- vizio al tavolo» si legge nel testo. Resta consentita la ristorazione con conse- gna a domicilio e d'asporto ma «con divieto di consumazione sul posto o nelle adiacenze dopo le 21».

Feste e ospiti a casa. Sono vietate le feste in tutti i luoghi al chiuso e all'aperto. Nelle abitazioni private è

«comunque fortemente raccomandato di evitare feste e di ricevere persone non conviventi in numero superiore a 6» per feste, cene o altre occasioni.

Spettacoli all'aperto. Gli spettacoli all’aperto non subiscono variazioni:

restano invariati i limiti di 200 perso- ne per gli eventi al chiuso e di 1.000 all’aperto, nel rispetto delle regole di distanziamento sociale. Restano chiuse discoteche e sale da ballo, mentre sono permesse fi ere e congressi.

Gite scolastiche. Sospesi anche i viaggi d'istruzione, le iniziative di scambio o gemellaggio, le visite guida- te e le uscite didattiche programmate dalle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado. Inoltre, per ora, non è prevista la didattica a distanza, nep- pure per le Scuole superiori.

Sport di contatto. Stop a tutto lo sport amatoriale di contatto, come le partite di calcetto o di basket. Possono invece continuare le società sportive dilettantistiche iscritte al Coni e al Comitato paraolimpico. Si salvano tennis, padel, footing, running, nuoto e palestre, sempre rispettando le regole già varate. Resta fi ssata a quota mille la presenza di tifosi negli stadi.

È possibile andare a Messa? E quante persone a un funerale? Le risposte del Dpcm

Firmato il nuovo Decreto:

ecco i provvedimenti

PER LIMITARE IL CONTAGIO DA COVID-19

4 laaVO OCE

Settimanale della Diocesi di Alessandria - n° 36 - 15 ottobre 2020

La CHIESA LOCALE La CHIESA LOCALE

n° 36 - 15 ottobre 2020 - Settimanale della Diocesi di Alessandria

laaVO OCE 5

Vocazioni diocesane

Santiago e Domenico sacerdoti

Missionari

Padre Maccalli

e Chiacchio

tornano a casa

(4)

COLTO DA UN MALORE IMPROVVISO

Alessandria saluta lo storico giornalista Franco Capone

Da quarant'anni volto e voce di Telecity

Un nuovo arrivo per il nostro ospedale. Entra nella squadra dell’Azienda Ospedaliera di Alessandria il dot- tor Carlo Vecchio (nella foto), nuovo responsabile di Senologia per implementare e potenziarne il percorso, proprio nel mese di ottobre dedicato al tumore al seno.

Da vent’anni dirigente di Senologia Chirurgia Avanzata all’Istituto Nazionale per la ricerca sul cancro dell’Irccs Aou “San Martino” di Genova, dopo un percorso forma- tivo e lavorativo che lo ha portato a condurre ricerche sulla patologia mammaria oncologica anche all’Hospital Saint Joseph di Marsiglia, il dottor Vecchio si è sempre occupato di chirurgia oncologica e senologica. Con nu- merosi studi e pubblicazioni all’attivo, anche su riviste di grande rilevanza internazionale come “Jama”, Carlo Vecchio rafforza quindi con la sua esperienza la squadra dell’ospedale di Alessandria dal punto di vista sia clinico sia scientifico, permettendo all’Azienda di diventare un riferimento importante per le donne.

Il dottor Vecchio viene accolto con le parole del direttore generale dell’Azienda Ospedaliera di Alessandria: «Siamo davvero lieti di poter contare su una figura di così altro profilo ed esperienza - dichiara Giacomo Centini - al dottor Vecchio diamo il nostro benvenuto e siamo certi che la sua grande professionalità e competenza andrà a tutto vantaggio delle pazienti. Buon lavoro al dottore, che siamo certi potrà essere un riferimento per le pa- zienti e che andrà ulteriormente a qualificare il percorso scientifico intrapreso dalla nostra Azienda Ospedaliera grazie alle sue numerose pubblicazioni».

Tanti i traguardi in “cantiere” del neoarrivato: «Il mio obiettivo - spiega il responsabile di Senologia - è quel- lo di sfruttare le grandi potenzialità già possedute da questo Ospedale per creare una breast unit (dall'inglese centri multidisciplinari di senologia, ndr), ovvero ac- compagnare la donna in un percorso di cura completo, corretto e preciso grazie al coinvolgimento multidisci- plinare di Oncologia, Radiologia, Senologia Chirurgica, Radioterapia, Psicologia e Chirurgia Plastica». Un nuovo arrivo in Azienda che si inserisce proprio all’interno del

“mese rosa” di ottobre per la prevenzione del tumore al seno: Vecchio e il suo team, infatti, hanno già incontrato le volontarie di “Bios - Associazione donne operate al seno”, al fine di garantire il supporto necessario a tutte le donne che accedono all’Ospedale di Alessandria anche mediante attività come la colazione offerta ai pazienti del Day Hospital Oncoematologico (in attesa di nuove normative legati al Covid-19 per il riavvio), e le volontarie della “Lilt” (Lega italiana per la lotta contro i tumori) con cui in questo mese sono state organizzate specifiche visite dedicate.

Alessandria perde una grande figura del giornalismo, in questo brutto e pesante 2020.

È morto mercoledì 7 ottobre Franco Capone, 79enne giornalista di Telecity, colto da un malore improvviso in un bar del centro città.

È stato la colonna portante dell'emittente ales- sandrina, dove ha lavorato per quarant'anni.

Aveva iniziato la sua carriera giornalistica negli Anni 70, diventando anche corrispondente de

“Il Secolo XIX”. «Franco è stato la storia di questa emittente» ricorda, com- mossa, in un servizio il direttore di Telecity, Ketti Porceddu. «“Lo ha detto Franco Capone a Telecity”:

è stata la frase che ha accompa- gnato per anni la gente. Perché lui era l'informazione locale. È facile pensare che quando era in fasce abbia voluto un taccuino e una penna, ancor prima del latte.

Era un giornalista della vecchia guar- dia, capace di tessere legami con le For- ze dell'ordine come nessun altro. Le “soffi ate” al telefono non si possono contare... E c'era anche chi asseriva che lui riuscisse ad arrivare anche prima degli agenti sulla scena di un crimine»

prosegue il direttore, che poi aggiunge: «Se si lasciavano aperte le fi nestre all'ora di pranzo, la voce che riecheggiava nell'aria era solo quella

di Franco che leggeva le notizie». Capone negli ultimi mesi era andato in pensione, ma il ricordo dei colleghi è sempre rimasto vivo:

«In redazione è rimasto il suo angolo, fatto di calendari delle Forze dell’ordine, di ritagli di giornali e di foto segnaletiche dei latitanti italiani. Perché questo era lui. Abbiamo perso un collega ma anche un amico. Ci mancherà il suo accento pugliese, le sue barzellette e il suo modo di fare particolare e unico» ricor-

dano i colleghi di Telecity. Il funerale è stato celebrato sabato 10 ottobre alle 11, in Cattedrale. A presiede-

re le esequie don Ivo Piccinini (insieme con don Giampaolo Orsini) che nell'omelia ha ri- cordato: «Franco Capone era una parte importante di questa città, di questa comunità. Un viso che tutti conoscevamo e che ci ha fatto compagnia giorno dopo gior- no». «Oggi la famiglia di Telecity 7Gold lo piange, nel ricordo di un'icona che ha fatto la storia della tv locale, accompagnando per mano la gente in quella che è sempre stata la sua più grande passione: essere un giornalista di provincia» conclude nel suo servizio Ketti Porceddu.

Gran fi nale per la Stagione sugli organi storici

La Stagione sugli organi storici della provincia di Alessandria si concluderà con una serie di eventi. Il 18 ottobre alle 16.15 nel- la chiesa Madonna del Suffragio ci sarà la presentazione del volume di don Fulvio Berti “Mi voglia bene...”, epistolario fra il compositore Lorenzo Perosi e il conte Francesco Lurani Cernu- schi. Seguirà il racconto della storia dell'organo costruito nel 1945 dai prigionieri del campo di prigionia di Rimini-Bellaria e poi andato distrutto. Alle 17 inizierà il concerto in memoria del maestro Paolo Perduca, tenuto da Daniela Scavio (nella foto).

In aiuto dei bisognosi con “Dona la spesa”

Il 17 ottobre in 55 negozi della rete Nova Coop in Piemonte e Lombardia sarà possibile donare prodotti alimentari di prima necessità in favore delle realtà che sostengono le persone in condizioni di disagio. Aderirà anche il punto vendita di Alessan- dria, che consegnerà alla Caritas i beni raccolti. Lo scorso anno l'iniziativa ha permesso di accumulare alimenti per un valore superiore ai 100 mila euro. Quest’anno è possibile donare anche nelle giornate precedenti quella di raccolta, conferendo le con- fezioni in un carrello dedicato presente nei punti vendita.

Castellazzo Bormida alle Giornate Fai

Il Gruppo Fai di Castellazzo Bormida parteciperà alle gior- nate Fai del 24 e 25 ottobre dalle 10 alle 17. Ci sarà l'apertura al pubblico della pieve della Santissima Trinità, costruita nel 1130, che sorge a 3 km da Castellazzo Bormida. La pieve è stata recentemente restaurata dopo l'incendio provocato da un atto vandalico nella primavera del 2019. Lo stile della costruzione risale al tardo romanico. La chiesa è a tre navate con un'abside centrale. All'interno vi sono bellissimi capitelli romanici scolpiti e tracce di affreschi del ‘400 sull’abside.

Alla scoperta di Sezzadio: tra abbazia e fornace

In occasione delle giornate Fai il Gruppo Giovani e il Gruppo Emilia Scauri guideranno le visite all’abbazia di Santa Giustina (nella foto), che avverranno il 17, il 18, il 24 e il 25 ottobre dalle 10 alle 17. L'abbazia si presenta con forme romaniche della prima metà dell’XI secolo e con elementi trecenteschi e quattrocente- schi. Interessanti gli affreschi dell’abside e della volta. Il 18 ottobre dalle 10 alle 18 si potrà ammirare anche la fornace di Sezzadio, che produce mattoni fatti a mano avvalendosi della lunga esperienza maturata in duecento anni di attività.

a cura di Marco Lovisolo e Daniela Terragni

Le brevi tra Alessandria e paesi

L'Università del Piemonte Orientale ha prorogato la data per imma- tricolazioni e trasferimenti per i corsi di laurea del Digspes e del Disum, per l’anno accademico 2020/2021, fi no a venerdì 23 otto- bre senza il pagamento di mora.

Per i corsi del Disit e del Disei servirà una conferma dal diret- tore. È stato anche prorogato

al 30 ottobre il termine per ri- chiedere all'Inps l’attestazione

Isee 2020.

UPO

Prorogate le iscrizioni ai corsi di laurea

Allungata anche la data per l'Isee

IN PRIMO PIANO

Intervista al professor Renato Balduzzi al termine della Settimana di studi sulle autonomie locali:

«Ad Alessandria un evento utile ai territori»

Il professor Renato Balduzzi (nella foto), Ordinario di Diritto costituzionale all'U- niversità Cattolica del Sacro Cuore di Mi- lano, è ideatore e direttore scientifi co della Settimana di studi sulle autonomie locali, che si tengono ad Alessandria. L'edizione di quest'anno, la 12a, si è appena conclusa.

Professore, che cos'è questa “Settimana di studi”?

«È nata 12 anni fa quasi come una scom- messa. Ci siamo chiesti se in una media città di provincia come Alessandria fosse possi- bile fare un evento di una intera settimana, dedicato a un tema specifi co di rilievo na- zionale ma che avesse anche un interesse locale. Oggi è un appuntamento costante, importante da mantenere. Da quest'anno poi l'organizzazione è stata presa in carico dal Centro di cultura dell'Università Catto- lica, l'istituzione culturale più longeva della nostra città e del territorio, nel suo 50° anno di presenza ad Alessandria. Le Settimane sono nate all'interno dell'Università del Piemonte Orientale, e un aiuto importante ce lo dà l'Università Cattolica».

Il tema di quest'anno è stato la democra- zia locale. Ce lo spiega?

«Noi siamo abituati a parlare di democra- zia in modo molto generico, ma se la os- serviamo più da vicino vediamo che quella che chiamiamo democrazia si compone di almeno tre momenti. Uno è il momento del voto: la democrazia del consenso, del- la rappresentanza, dove noi conferiamo fi ducia ad alcuni rappresentanti. A livello locale, per esempio, eleggiamo il Consiglio comunale e il sindaco. Poi c'è anche un aspetto di democrazia in cui qualche volta i cittadini sono chiamati direttamente a esprimersi, a dire “sì” o “no” a una certa cosa: è la democrazia referendaria. E poi

c'è un'altra forma, la più difficile ma la più aff ascinante, che viene chiamata dagli studiosi democrazia deliberativa. Qui si discute, si fa in modo di avere un'idea non di “pancia” o istintiva, ma che abbia a che fare con i dati, con la conoscenza. Perché la conoscenza delle cose è indispensabile».

Che cosa è emerso dagli incontri?

«Queste tre forme, rappresentativa, di- retta e deliberativa, a livello locale sono tutte da reinventare. Ma è importantissimo quello che è venuto fuori dalla Settimana, perché grazie a livello locale possiamo radicarle di più e viverle anche a livello di comunità regionale e nazionale. Durante l'incontro sul tema “Infiltrazioni della criminalità organizzata e della corruzione come ostacolo alla democrazia locale”, gli autorevolissimi partecipanti hanno tutti condiviso che una vera democrazia locale aiuta a porre un ostacolo alla criminalità organizzata e alla corruzione. Che, come sappiamo è un male endemico del nostro Paese, e non è solo confi nato in alcune regioni».

Quindi, sostanzialmente, avete lavorato anche per il nostro territorio.

«Sì, le Settimane sono nate proprio con questo intento. Siamo partiti fi n dall'inizio volendo fare qualcosa di utilizzabile dal cit- tadino e dagli amministratori locali: infatti abbiamo avuto una presenza rilevante di sindaci, specialmente dei paesi più piccoli».

Da costituzionalista, lei ha ben presente che esiste una dicotomia tra il governo centrale e chi sul territorio si trova a dover applicare decisioni alle quali magari non ha nemmeno contribuito...

«Abbiamo infatti dedicato proprio un mo- mento, dei tanti della Settimana, sul tema della cooperazione tra livelli territoriali, che funziona se ci sono due condizioni. Una è

che sia leale: se mi siedo a un tavolo non devo giocare sporco, devo evitare di fare lo spot pubblicitario sabotando il tavolo a cui ho partecipato. Una leale collaborazione, che vale per tutti: dal governo nazionale ai governi locali. L'altro requisito è che all'interno di ciascuna comunità si faccia l'impossibile affi nché i problemi della co- operazione non siano solo degli esecutivi, dei sindaci o dei presidenti di Regione;

ma che siano ragionati dentro le proprie fi liere con gli organi collegiali: il Consiglio comunale non può essere una zavorra dove bisogna passare perché la legge vuole così.

No, il Consiglio comunale è la tua ricchez- za, se sei un sindaco attento».

Se lei oggi fosse ministro della Salute, ruolo che ha ricoperto nel Governo Monti qualche anno fa, cosa farebbe di fronte alla pandemia?

«Devo dire, in tutta onestà, che ho mol- ta stima del ministro in carica Roberto Speranza, che conosco perché siamo stati parlamentari insieme. Lui era allora gio- vanissimo ma già molto bravo, attento ed equilibrato. Ho una valutazione comples- sivamente positiva di come il governo e il parlamento, sia pure con fatica, si sono mossi, riuscendo a mantenere una linea di saggezza. Certo, il cittadino è un po' scon- certato perché a volte il governo nazionale dice una cosa, i presidenti delle Regioni un'altra e i sindaci, in alcuni momenti, un'altra ancora. Come stare di fronte a un'e- mergenza di questo tipo? Le norme sono chiarissime, e dicono che quando un'emer- genza è nazionale anche la competenza è nazionale, anche se poi dev'essere esercitata una leale collaborazione e un'attenzione ai territori».

Andrea Antonuccio

I tre momenti della democrazia

AZIENDA OSPEDALIERA

Un nuovo arrivo per il nostro ospedale

Carlo Vecchio è diventato responsabile di Senologia

A Mantovana gli abitanti hanno inviato una lettera di protesta al sindaco di Predosa, Maura Pastorino, e al prefetto Iginio Olita. Le lamentele sono rivolte all’ordinanza che ha istituito il senso unico

in via XXV aprile. Non appena sarà installata la segnaletica, si potrà percorrere questo tratto per immettersi nella piazza, ma sarà vietato il percorso inverso. Gli abitanti di via XXV aprile dal civico 52 per tornare a casa dovranno fare inversione in piazza e percorrere la via fi no allo stop, svoltare a destra in direzione Carpeneto e di nuovo a destra fi no al terzo incrocio e procedere sulla salita. Il sindaco Maura Pastorino potrà fornire un permesso per circolare contromano. «Segnaliamo la preoccupazione riferita a eventuali incidenti che in un prossimo futuro una situazione del genere potrebbe provocare» si legge.

MANTOVANA

Caos sulla viabilità in via XXV aprile

Presto saranno in funzione altri autovelox fi ssi a Bosco Ma- rengo. «Abbiamo già fatto una valutazione con la Provincia per installare altri rilevatori in automatico senza presenza del vigile – dice il sindaco Gianfran- co Gazzaniga rispondendo alle polemiche sull’eccessivo nume- ro di sanzioni – per limitare la velocità i dissuasori sono poco efficaci». Sembrano tante 800 multe in sette mesi e altri 200 verbali in lavorazione da inviare agli automobilisti, che non si fermano quando scatta il rosso

al semaforo, posizionato all’in- crocio delle scuole. «Sarebbero più utili apparecchiature mobili e piani di intervento diversifi cati per svolgere controlli sulle stra- de a rischio. Circa 600 sanzioni sono state comminate durante il lockdown, a scuole chiuse» spie- ga il consigliere capogruppo di minoranza Ugo Cavallera. Il sin- daco è irremovibile: «La priorità è la sicurezza in prossimità delle scuole, ci stupisce l’interpellanza.

È sanzionato solo chi passa con il rosso».

IN ARRIVO NUOVI AUTOVELOX

A Bosco si fanno troppe multe?

D. T.

Daniela Terragni

A. V.

6 laaVO OCE

Settimanale della Diocesi di Alessandria - n° 36 - 15 ottobre 2020

In ALESSANDRIA e dai PAESI

n° 36 - 15 ottobre 2020 - Settimanale della Diocesi di Alessandria

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