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Come chiedere aspettativa retribuita legge 104

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Come chiedere aspettativa retribuita legge 104

written by Redazione | 06/09/2019

Sono molti i diritti riconosciuti dall’ordinamento ai disabili ed ai loro parenti stretti.

Essere disabile significa avere minori possibilità di accesso al mondo del lavoro e minori opportunità. Inoltre, essere lavoratore disabile significa anche avere bisogno di maggiori tempi di riposo rispetto agli altri dipendenti. La legge si rende perfettamente conto del fatto che la disabilità rischia di tradursi in esclusione sociale e disagio. Per questo, ci sono molte norme che hanno introdotto una serie di diritti e di tutele a favore della disabilità. Tra questi diritti, c’è la possibilità di chiedere un lungo periodo di aspettativa, detto anche congedo straordinario. Ma come chiedere aspettativa retribuita legge 104? Il diritto a questo lungo periodo di stop dal lavoro non compete solo al lavoratore disabile ma anche ai suoi parenti più stretti che devono svolgere attività di cura ed assistenza del disabile.

Non è necessario il consenso del datore di lavoro, in quanto a riconoscere questo diritto è direttamente l’Inps.

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Che cos’è la legge 104?

La tutela dei disabili trova il proprio fondamento già nei principi costituzionali ma sono state soprattutto le leggi dello Stato ad introdurre nel nostro ordinamento tutta una serie di diritti a tutela della disabilità. In particolare, la cosiddetta legge 104 [1] ha introdotto un corpo organico di tutele e di diritti per i disabili ed ha fornito la definizione legale di disabile. In base a tale definizione, si definisce persona handicappata colui che presenta una minorazione fisica, psichica o sensoriale, stabilizzata o progressiva, che è causa di difficoltà di apprendimento, di relazione o di integrazione lavorativa e tale da determinare un processo di svantaggio sociale o di emarginazione.

La legge prevede che la persona handicappata abbia diritto alle prestazioni stabilite in suo favore in relazione alla natura e alla consistenza della minorazione, alla capacità complessiva individuale residua e alla efficacia delle terapie riabilitative.

La legge fornisce anche la definizione di disabilità grave che ricorre quando la minorazione, singola o plurima, abbia ridotto l’autonomia personale, correlata all’età, in modo da rendere necessario un intervento assistenziale permanente, continuativo e globale nella sfera individuale o in quella di relazione, la situazione assume connotazione di gravità.

La disabilità in condizione di gravità è maggiormente tutelata rispetto ai casi ordinari di disabilità. Infatti, il disabile grave ha priorità nei programmi e negli interventi dei servizi pubblici e certi diritti sono riconosciuti solo al disabile grave.

Cos’è l’aspettativa retribuita legge 104?

Si sente parlare spesso dei cosiddetti permessi 104. E’, infatti, noto che la legge 104 riconosce sia al lavoratore disabile che a quei parenti che devono assisterlo degli speciali permessi retribuiti che consentono a chi ne beneficia di assentarsi dal lavoro pur mantenendo il diritto ad essere pagato. Accanto ai permessi 104 esiste, però, anche la possibilità di fruire di un periodo di assenza retribuita molto più lungo che va sotto il nome di congedo straordinario o aspettativa retribuita legge 104.

Il diritto al congedo straordinario consente al lavoratore di assentarsi dal lavoro per

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un periodo complessivo massimo di due anni di assenza dal lavoro indennizzata.

Tale periodo complessivo può essere fruito tutto insieme o in modo frazionato. Per quanto concerne la tutela economica, durante il congedo straordinario l’avente diritto percepisce a carico dell’Inps una indennità pari alla retribuzione che le è stata versata l’ultimo mese di lavoro precedente la fruizione del congedo straordinario. Il periodo massimo di due anni riguarda l’arco dell’intera vita lavorativa del dipendente.

Se vi sono più figli in condizione di disabilità grave, il beneficio spetta per ciascun figlio ma con il limite di due anni pro-capite che abbiamo visto. Dunque, in nessun caso il dipendente può ottenere un “raddoppio” dell’aspettativa legge 104. Ciò in quanto solo l’altro genitore può, eventualmente, fruire di un ulteriore periodo di due anni per assistere altri figli in condizione di disabilità grave.

Come detto, il dipendente può fruire dell’aspettativa in un’unica soluzione oppure frazionandola a giorni interi. Non può, invece, prenderla ad ore. Il congedo straordinario e le prestazioni economiche ad esso correlate decorrono sin dalla data di presentazione della relativa domanda.

Chi può richiedere il congedo straordinario?

La fruizione dell’aspettativa legge 104 è consentita solo a specifiche categorie di soggetti che hanno un rapporto di parentela con un disabile in condizione di gravità. Esiste una sorta di priorità nella fruizione: dapprima, ne hanno diritto i parenti più prossimi. Se questi non ci sono o non sono in condizione di fruirne, la possibilità è offerta ad altri livelli di parentela e così via. Il tutto nel seguente ordine di priorità [2]:

coniuge convivente o parte dell’unione civile convivente della persona 1.

disabile in situazione di gravità;

padre o madre (compresi genitori adottivi o affidatari) della persona 2.

disabile in situazione di gravità, in caso di mancanza, decesso o in presenza di patologie invalidanti del coniuge convivente o della parte dell’unione civile convivente;

uno dei figli conviventi della persona disabile in situazione di gravità, nel 3.

caso in cui il coniuge convivente, la parte dell’unione civile convivente ed

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entrambi i genitori del disabile siano mancanti, deceduti o affetti da patologie invalidanti;

uno dei fratelli o sorelle conviventi della persona disabile in situazione di 4.

gravità, nel caso in cui il coniuge convivente,la parte dell’unione civile convivente, entrambi i genitori ed i figli conviventi del disabile siano mancanti, deceduti o affetti da patologie invalidanti;

un parente o un affine entro il terzo grado convivente della persona 5.

disabile in situazione di gravità, nel caso in cui il coniuge convivente, la parte dell’unione civile convivente, entrambi i genitori, i figli conviventi e i fratelli/sorelle conviventi del disabile siano mancanti, deceduti o affetti da patologie invalidanti.

Le seguenti categorie di lavoratori sono escluse dalla possibilità di fruire dell’aspettativa legge 104:

lavoratori domestici;

lavoratori a domicilio;

lavoratori agricoli giornalieri;

lavoratori autonomi;

lavoratori parasubordinati;

lavoratori con part-time verticale, durante le pause di sospensione contrattuale non retribuita.

Inoltre, al di là della tipologia contrattuale con cui è assunto il parente del disabile, il diritto è escluso se la persona disabile in situazione di gravità da assistere è ricoverata a tempo pieno. Lo stesso si dica nelle giornate di fruizione dei permessi 104.

Come chiedere aspettativa retribuita 104?

Chi ritiene di avere tutti i requisiti per richiedere la fruizione del congedo straordinario legge 104 può inoltrare la relativa domanda in modalità telematica attraverso uno dei seguenti canali:

via web accedendo ai servizi telematici riservati direttamente al cittadino tramite Pin attraverso il portale dell’Istituto nazionale della previdenza sociale (Inps) – servizio di “Invio onLine di domande di prestazioni a sostegno del reddito”;

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recandosi presso uno dei patronati convenzionati con l’Inps e accedendo alla domanda attraverso i servizi telematici offerti dagli stessi;

c h i a m a n d o i l c o n t a c t c e n t e r m u l t i c a n a l e a t t r a v e r s o i l numero 803164 gratuito riservato all’utenza che chiama da telefono fisso e il numero 06164164 con tariffazione a carico dell’utenza chiamante abilitato a ricevere esclusivamente chiamate da telefoni cellulari.

Quanto spetta nel periodo di congedo straordinario?

Come abbiamo detto, l’aspettativa legge 104 è retribuita. Ciò significa che, nonostante il dipendente sia assente dal lavoro e, in situazioni normali, non avrebbe dunque in teoria diritto ad essere pagato, riceve comunque una indennità a carico dell’Inps.

L’indennità copre integralmente il reddito che il lavoratore avrebbe comunque percepito se avesse normalmente lavorato. Infatti, tale assegno è uguale alla retribuzione percepita nell’ultimo mese di lavoro che precede il congedo, restando esclusi solamente gli emolumenti variabili della retribuzione entro un limite massimo di reddito-annualmente rivalutato secondo gli indici Istat.

A ben vedere, però, tale indennità non è del tutto identica alla retribuzione poichè non è utile ai fini della maturazione delle ferie, della tredicesima e/o quattordicesima laddove previste nel Ccnl applicato al rapporto di lavoro, nè del trattamento di fine rapporto.

Ciò che, invece, resta garantito è il diritto ai contributi previdenziali essendo i periodi di aspettativa retribuita legge 104 coperti da contribuzione figurativa.

Per quanto concerne le modalità di pagamento dell’indennità relativa al congedo straordinario, tale indennità viene anticipata dal datore di lavoro, che provvede materialmente a pagarla all’avente diritto nella busta paga. Successivamente, il datore di lavoro può portare le somme anticipate al lavoratore per conto dell’Inps a conguaglio con i contributi dovuti all’istituto previdenziale.

In alcuni casi, è previsto anche il pagamento dell’indennità di congedo straordinario direttamente dall’Inps a seguito di domanda dell’interessato.

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Il pagamento diretto si applica a:

operai agricoli a tempo determinato (cosiddetti Otd) e a tempo indeterminato (cosiddetti Oti);

lavoratori dello spettacolo saltuari o con contratto a termine.

Sono i datori di lavoro a dover determinare il periodo di congedo straordinario massimo fruibile dagli interessati tenendo in considerazione gli altri eventuali periodi di congedo già richiesti.

Una volta che l’avente diritto ha inoltrato la domanda all’Inps, il diritto al congedo ed alle relative prestazioni decorre in automatico dalla data della domanda. Infatti, il datore di lavoro non può negare al dipendente il congedo straordinario nè è lui a doverlo autorizzare.

L’azienda riceve, infatti, una pec dall’Inps con il nome del beneficiario ed il periodo di fruizione senza che possa in alcun modo condizionare la concessione di questo beneficio.

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