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“stress” dell’organismo, sono state negli ultimi anni valutate nell’ambito di numerose patologie umane molto frequenti nel contesto della medicina interna e della medicina d’urgenza.

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Academic year: 2021

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6. Il Nostro Studio 6.1. Background

Le variazioni della copeptina, in quanto indice di un quadro di

“stress” dell’organismo, sono state negli ultimi anni valutate nell’ambito di numerose patologie umane molto frequenti nel contesto della medicina interna e della medicina d’urgenza.

- Diabete Mellito: elevati valori di copeptina correlano con un aumentato rischio di sviluppare diabete mellito, indipendentemente da altri già prestabiliti fattori di rischio, comprendenti glicemia a digiuno ed insulinemia. Queste considerazioni potrebbero influenzare la valutazione del rischio globale dell’individuo, eventuali nuovi trattamenti e nuovi effetti collaterali metabolici determinati dalla modulazione del sistema ipotalamo-ipofisi-surrene.

- Insufficienza Renale: l’associazione tra i valori plasmatici di copeptina e microalbuminuria suggeriscono che la vasopressina, e quindi la copeptina, potrebbero avere un ruolo nella disfunzione renale agendo sulla permeo-selettività dei glomeruli e/o sul riassorbimento tubulare dell’albumina.

- BPCO Riacutizzata: copeptina, PCR e procalcitonina sono state

valutate in un nuovo approccio per stimare la gravità delle

riacutizzazioni di BPCO. I livelli plasmatici di questi markers, sono

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stati presi in considerazione come potenziali parametri prognostici nella valutazione della severità della riacutizzazione e nell’outcome dei pazienti ospedalizzati. La copeptina è stata quindi suggerita come marker prognostico a breve e lungo termine nei pazienti con riacutizzazione di BPCO tale da richiederne l’ospedalizzazione.

- Sepsi: i dosaggi plasmatici di AVP e copeptina sono stati valutati in pazienti con infezioni, sepsi grave o stati di shock settico. E’

stato riscontrato che un quadro di sepsi severa determina una maggiore risposta dell’AVP rispetto ai quadri di infezione che non comportano un interessamento sistemico dell’organismo. Tuttavia il fatto che non si verifichino differenze sostanziali tra i livelli plasmatici di AVP di pazienti con e senza shock settico indica che il sistema dell’AVP non funziona normalmente in condizioni di sepsi.

E’ questo aspetto potrebbe rappresentare uno dei meccanismi responsabili del mancato ripristino del tono vascolare in condizioni di shock settico.

- Patologia cardiovascolare: per quanto riguarda lo scompenso

cardiaco, alcuni ricercatori dell’Università di Vienna hanno

valutato il valore predittivo della copeptina nell’insufficienza

cardiaca, confrontandolo con gli attuali marker ovvero BNP

(peptide natriuretico di tipo B) e NT-proBNP (peptide natriuretico

di tipo pro-B N-terminale). E’ noto che la vasopressina aumenti

con la gravità dell’insufficienza cardiaca cronica. Entrambi gli

ormoni, vasopressina e copeptina, hanno una breve emivita in

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vivo in modo simile a BNP, ma al contrario della vasopressina, la copeptina è molto stabile in vitro. Il valore predittivo della copeptina è stato dimostrato nell’insufficienza cardiaca avanzata, dove è superiore al BNP nel predire la mortalità a 24 mesi anche se i marcatori appaiono essere strettamente correlati. Ulteriori ricerche sono state portate avanti negli ultimi anni per attribuire un ruolo alla copeptina come mezzo adiuvante nella diagnosi precoce di IMA in associazione al dosaggio della troponina T.

- Stroke acuto: negli ultimi anni un gruppo di ricercatori

dell’Università di Basilea ha prodotto diversi studi intesi ad

approfondire il ruolo della copeptina in pazienti vittime di ictus

(sia ischemico che emorragico) con ottimi riscontri riguardo la

stratificazione del rischio dei pazienti, la loro gestione e quindi

l’outcome ad un anno in termini di funzionalità residua e

mortalità.

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