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Introduzione
“The 'Plautine elements' continue to be the foundation of most discussions of Roman contribution to the New Comic tradition”. Questa frase di Eric Csapo
1riassume molto bene una caratteristica fondamentale di gran parte degli studi plautini successivi al 1922, anno della pubblicazione del classico Plautinisches im Plautus di Eduard Fraenkel
2.
Le geniali intuizioni dello studioso tedesco, così come l'apparato metodologico da lui messo a punto, non solo hanno generato una grandissima mole di studi esplicitamente volti a completare la catalogazione degli “elementi plautini” in tutte le commedie superstiti, ma hanno anche esercitato un'influenza enorme sui contributi critici di argomento e finalità differenti
3. Accade così che, soprattutto per un'opera per
1
Csapo, p. 149.
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In realtà le basi di questo tipo di approccio erano già state gettate, ma con minore impatto sulla ricerca, da Leo tra il 1902 e il 1911-12, sia nelle Plautinische Forschungen che in una serie di lavori specifici su Stichus, Pseudolus e Amphitruo. La terza pietra miliare della critica analitica plautina sarebbe stata poi costituita dal libro di Jachmann Plautinisches und Attisches, del 1931.
Una prima opposizione a questo approccio, facente capo a Kuiper ed Enk, si sviluppò in Olanda nella seconda metà degli anni '30.
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Lo stesso Csapo, che pure – come si intuisce dalla citazione – è abbastanza critico rispetto
all'ossessione per gli “elementi plautini”, finisce per dedicarvi tutto il suo articolo, non a caso
2 certi versi “anomala” e indubbiamente complessa come i Captivi, quasi tutti gli interpreti abbiano provato a vivisezionare il testo cercando di isolare i contributi
“originali” di Plauto rispetto ai materiali di origine greca
4.
Questa operazione è ovviamente legittima, e senz'altro utilissima ai fini della ricostruzione dei rapporti tra la scena romana e il vasto – e per molti versi tuttora sconosciuto – repertorio comico greco. E tuttavia essa non può costituire l'unico orizzonte di lettura di testi così variegati, così ricchi di spunti di riflessione a tutti i livelli di analisi.
Questo studio proverà a gettare luce sulla figura del parassita Ergasilo, tra le più interessanti dei Captivi. Ci confronteremo, certo, con l'annoso problema della discussa paternità plautina del personaggio. Ma la questione, già tanto vexata anche per l'intervento di nomi illustri, resterà a margine, o meglio sullo sfondo, di un'analisi più squisitamente drammaturgica e soprattutto letteraria.
Cercheremo di inquadrare Ergasilo innanzi tutto nel contesto dello specifico dramma in cui è inserito, analizzandone il ruolo e le problematiche modalità di intervento nello sviluppo dell'azione; esploreremo il suo mondo attraverso l'analisi della sua lingua; proveremo infine a collocarlo all'interno della Parasitenliteratur, filone tematico che attraversa lungo un arco di svariati secoli tanto la letteratura greca quanto quella romana.
intitolato “Plautine Elements in the Running-Slave Entrance Monologues?”.
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