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(1)APPENDICE A Il carteggio con Gaetano Savi (1789-1827) Lettera di Gaetano Savi a Giuseppe Raddi, Pisa 2 marzo 1789 [BNCF, Autografi Gonnelli, cart

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APPENDICE A

Il carteggio con Gaetano Savi (1789-1827)

Lettera di Gaetano Savi a Giuseppe Raddi, Pisa 2 marzo 1789 [BNCF, Autografi Gonnelli, cart. 36, n. 281]

Carissimo

Ricevei Domenica una vostra lettera, ed oggi ho ricevuta la cassetta con i bulbi dell’Helleborus hyemalis in buonissimo grado trovati vi ringrazio.

I bulbi dell’Erythronium non vegli posso ancora mandare, perché è troppo presto, mentre essi fioriscono verso la metà d’Aprile. Come gli trovo assicuratevi che vegli manderò. Vi farò gli scheletri delle piante esotiche di quelle cioè che fioriranno prima ch’io parta di qua. Semi rari per ora non ce ne sono, e non son neppure venuti quelli che furon commessi in Inghilterra. Alcuni che avevo raccolti per questa campagna dei meno comuni gl’ho dati a un Signor inglese, il quale mi ha promesso di mandarmi dei Semi e delle Piante d’Inghilterra onde vi darò di questi come gl’avrò avuti. Io ho trovata l’Ixia bulbocodius e ne ho raccolti molti bulbi, se gli volete ve li manderò.

Vedrò in qualche maniera d’accomodare la Vallisneria per potervela mandare;

siccome è pianta acquatica, e molto delicata, bisogna che ve la mandi nell’acqua; se mi riesce d’accomodarla vi manderò insieme la Marsilea, e qualche altra pianta di simil natura. Quello che credevo Convolvulus soldanella è l’Hydrocotile vulgaris pianta acquatica, ad esso simile nelle foglie, ma i fiori mi hanno tolto dall’errore. Trovando in quantità della Serapias lingua vi manderò anco i bulbi.

Ho raccolto e di continuo raccolgo Piante Cryptogame. Ne ho nominate molte, ma con grandissima fatica per aver pochi libri, onde non poche son restate senza battesimo, mi rincresce di non poterle far cristiane, ma ci vuole pazienza. Delle Jungermannie ne ho trovate molte, ma una sola specie in fiore. Trovai la Clavaria pistillaris ed il Phallus esculentus la prima si putrefece, e la seconda farà il simile.

Non me ne do gran pena perché non voglio ammattir dietro ai funghi, non avendo né tempo né libri.

Giacché sono adesso occupato con i Muschi, ed ho pazienza da dare e da serbare, prima dico che questa pazienza mi scappi, o che il tempo mi manchi, voi mi farete piacere, se mi mandaste una mostra di ciascuna specie di quei Muschi e di quelle Jungermannie che avete trovato in fiore. Vedendone in questa maniera delle specie nuove, ed avendone un maggior numero sotto gl’occhi, può darsi che mi riesca di sormontare certi maledetti intoppi che ho ritrovati. Voi potete a ciascuna specie porre un numero, il quale confronti con altro numero posto a quelle che sono presso di voi.

Io allora riferirò quali sono quelle a me cognite e ve ne manderò il nome. Vi prego a farmi questo piacere.

Allorché erborizzate voi potreste segnare il giorno in cui trovate per la prima volta fiorite le piante, e segnare anco il giorno nel quale gl’alberi aprono le loro gemme.

Ciò servirà a fare il “Calendarius Florae”, per la Toscana, ma bisogna per parecchi anni ripetere tali osservazioni, e in luoghi diversi. Io faccio l’istesso nella campagna pisana. Presto perché è tardi. Salutate chi vi domanda di me; state certo che vi manderò delle piante come sarà tempo. State sano, scrivetemi e credetemi

Vostro Amico Gaetano Savi

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Lettera di Gaetano Savi a Giuseppe Raddi, 9 marzo 1789 [BNCF, Autografi Gonnelli, cart. 36, n. 282]

Carissimo

Ho gradito i vostri Muschi, e gradirò se me ne manderete degl’altri, ma non mi fate più la coglioneria di mandargli per la posta. Farmi spendere 11 soldi? Questo è l’istesso che farmi fallire. Siccome mi scriveste che me ne avreste mandati degl’altri, così subito vi avverto ad aspettare qualche occasione più comoda, che potrete trovare, o che io vi accennerò.

La vostra pianta è la vera Ixia bulbocodium, non già il Crocus vernus. Io ho trovato anco quest’ultimo, e differisce da quella per la grandezza e color dei petali, e per la figura dei bulbi. Io ho per ora data una semplice occhiata ai vostri Muschi, non avendo avuto tempo per esaminarli bene. Torno giusto adesso dai Monti e son stracco, ed ho molta roba da rivedere. Vi scriverò con più comodo. State sano.

Conservatemi la vostra amicizia e sono

Vostro Vero Amico Gaetano Savi

Lettera di Gaetano Savi a Giuseppe Raddi, Pisa 13 aprile 1791 [BNCF, Autografi Gonnelli, cart. 36, n. 283]

Carissimo

Ho ricevuto le vostre piante, le quali gratias ago quam plurimas. Mi rincrescerebbe molto che la povera Lawsonia dovesse passar da questa all’altra vita. Voi siatele buon medico e abbiate cura della sua salute. Vi manderò quam primum l’Oxalis pes- Caprae, e la Phoenix. Mi sapresti trovare due piante d’Ananassi? Che fa quel caro abatino? Dite vegeta? Lo vedete mai? È ancora in forma di crisalide o veramente rotto il guscio è sortito immagine perfetta a respirare l’aria pura e serena?

Salutatemelo.

Voi sarete ripieno di allegrezza e contento per le feste costà eseguite. Buon per voi.

Io sono in un paese di gente seria che non si rallegrerebbero neppure a furia di cazzotti, confinato in un Giardino che vuol essere sempre sudicio a dispetto di tutte le premure possibili, e di tutte le benedizioni, e maledizioni che al capo al giorno gli mando, e che gente che non sanno, sto per dire piantare un carciofo. Pure coraggio, e allegri.

Addio vogliatemi bene

Vostro Amico Gaetano Savi

Lettera di Gaetano Savi a Giuseppe Raddi, Pisa 22 marzo 1792 [BNCF, Autografi Gonnelli, cart 36, n. 284]

Carissimo

Di grazia scusatemi. Ricevei l’Aloysia e non vi scrissi, è un pezzo che ebbi una vostra lettera, e non vi ho risposto. Siccome voi vi troverete alle volte si occupato da scordarvi di tutto perdonerete a uno che si trova in simili circostanze.

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O il rammarico di non potervi mandare il Ginko. Di tutti i rami messi in serra un anno fa, neppur uno preso, ed io mi trovo in necessità di mancarvi di parola. Non vi chiedo nulla, perché non ho nulla da mandarvi.

Fra i Semi che avrete ricevuti, ne troverete alcuni con nomi falsi, voi avrete la pazienza di raccomodarli. Io non sto l’estate in Pisa non vedo tutte le piante in fiore, e però non è da meravigliarsi se in alcune si perpetuano i nomi apocrifi.

Intanto amatemi e sono

Tutto Vostro Gaetano Savi

Lettera di Gaetano Savi a Giuseppe Raddi, Pisa 14 marzo 1794 [BNCF, Autografi Gonnelli, cart. 36, n. 285]

Carissimo

Ieri 13 Marzo consegnai al Navicellaio Venturi le piante che vi avevamo accennate, coll’indirizzo al Signor Attilio Zuccagni.

La Betula lenta, il Viburnum dentatum e il Mespilus arbutifolia hanno bisogno di stare in luogo fresco e umido, altrimenti periscono presto. Mandateci più presto che potete quella che ci prometteste. Quando verrà a Firenze qualche scolare, vi manderò gli scheletri degl’alberi forestieri. Non l’ho fatto ora perché non ho avuto tempo di trovargli, intanto ce ne potrò unire qualche d’un’altro ora quando metteranno le foglie.

Ricordatevi delle piante del Geranium multifidum, sulla vostra parola le ho promesse, e convien che possa uscirne con onore. Dirigetele a me non al Giardino, perché ci sono troppi vogliosi, ma così in via Santa Maria in Casa Broccardi.

Addio i miei ossequi al Signor Attilio e sono

Vostro Affezionatissimo Gaetano Savi

Lettera di Gaetano Savi a Giuseppe Raddi, Pisa 9 giugno 1794 [BNCF, Autografi Gonnelli, cart. 36, n. 286]

Carissimo

Il Signor Professor Genti vi porterà una scatoluccia con entrovi una mostra di Lichen pusillum venuto di Londra, e mandato a bella posta per vedere se fosse possibile il trovarne qua in quantità. Se ne servono per uso della tintoria ed entra nella formazione del color rosso. Ci è a Livorno un mercante che ha tutte le instruzioni per stabilirne un commercio, nel caso che in Toscana se ne potesse trovare in qualche copia. Mi pare di averne veduto all’Impruneta e a Fiesole; ma voi che avete molta più pratica di me delle piante del territorio fiorentino potrete dirmi se li o altrove trovar se ne possa. Voi vedete bene che trovandosene sarebbe cosa di qualche utilità, perché è una produzione che non costa nulla. Vedete un poco se mi potete dare qualche notizia su questo particolare. Converrebbe poi insegnarla ai villani ed animarli a cercarla, e raccoglierla, il che si otterrebbe facilmente facendoli toccare qualche denaro. Mi hanno detto che riescendo ben la cosa ancor io sarei ricompensato. Non so quanto ci sia da fidarsi a questa promessa, ma in ogni caso ce la divideremo, e riescendo e non avendo nulla avremmo il piacere di avere introdotto

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un traffico utile per la nostra patria. Io ne cercherò qua a Pisa, e nel senese abitato ove vado quest’anno.

Direttamente a voi col recapito in Bottega Spulcioni per un uomo del Navicellaio Taddei, spedii un involucro di scheletri di Frutici e Alberi Americani, del che non mi avete detto nulla.

Scrivetemi dunque qualche cosa, vogliatemi bene e sono

Vostro Amico Gaetano Savi

Lettera di Gaetano Savi a Giuseppe Raddi, Pisa 6 gennaio 1798 [BNCF, Autografi Gonnelli, cart. 36, n. 287]

Stimatissimo Signor Giuseppe

Eccomi finalmente a rispondere ad una sua lettera da me fin da un gran pezzo ricevuta.

Principiando dal Lichene che ella mi favorì, degnandosi di consultarmi sul di lui nome, le dirò che questa specie, da me altre volte trovata nel Monte Pisano, non è descritta dai Sistematici. Così almeno apparisce a me, avuto riguardo ai libri che ho potuto consultare. Per altro io credo di trovarla descritta nel Micheli per Lichen minimum Mich: N: Pl: Gen: pag. 84. Variano nella figura, e molto più nel colore, che è o verde giallo, verde, o cenerino; solo nelle estremità, o fino a mezzo, e qualche volta in tutta la pianta, e ciò secondo l’età. Così almeno ho osservato. Lo descriverò nel Tomo seguente della mia “Flora”. Mi favorirà, dicendomi se il mio giudizio le par giusto, e se ha nessuna osservazione in contrario.

Avrei bisogno di avere qualche esemplare dei seguenti Muschi:

Bryum undulatum, B. glaucum in fiore, B. pellucidum, B. flexuosum, B.

heteromallum, B. paludosum, B. verticillatum, B. carneum;

Hypnum taxifolium, H. triquetrum in fiore, H. proliferum in fiore, H. loreum, H.

dendroides in fiore, H. alopecurum in fiore, H. illecebrum;

Mnium pellucidum, M. androgynum, M. fontanum, M. capillare, M. polytrichoides in fiore.

Se dunque ha qualche specie di quelle da me ricercate mi farebbe sommo piacere a concedermele, e si potrebbe far dei baratti, specialmente colli scheletri delle specie da me descritte nel primo Tomo della “Flora Pisana”, nel caso che a lei qualcheduno ne mancasse.

Passo a servirla mi comandi, mentre pieno di stima mi dico

Devotissimo Affezionatissimo Gaetano Savi

Lettera di Gaetano Savi a Giuseppe Raddi, Pisa 23 luglio 1806 [BNCF, Autografi Gonnelli, cart. 36, n. 288]

Carissimo Amico

Nella prossima settimana riceverete dal Procaccia di Pontedera un involto di scheletri di Piante dell’agro-pisano. Le ricordo di principiare a mettermi in ordine le Crittogame, e fatemi delli scheletri delle Singenesie del Giardino. Gradirei qualche scheletro della Vicia cracca. Vi raccomando il disegnatore. Spero che il disegno della

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Genziana sarà già stato fatto e bene. Fatemi far quello del Veratrum album deve occupare tutta una tavola, e però una foglia al naturale, e un pezzo di spiga lungo quanto comporta la carta. Credo che avrete portato il Persoon al Zuccagni, che mi scrisse sabato richiedendomelo, nella supposizione che l’avessi portato a Pisa. State sano e salutatemi il Piccioli.

Addio.

Vostro Affezionatissimo Savi

Lettera di Gaetano Savi a Giuseppe Raddi, Pisa 8 settembre 1806 [BNCF, Autografi Gonnelli, cart. 36, n. 289]

Carissimo Amico

Per il solito Procaccia di Pontedera riceverete un involto di Piante. Rimandatemi più presto che potete le tavolette. Vedrete che sonovi delle specie dubbie sulle quali interpello il vostro giudizio, ed altre di cui vi chiedo che me le riscontriate colle figure che vi indico. Risponderete a tutto ciò con vostro comodo. Mi preme che mi diciate subito sotto qual direzione sono state fatte nella “Flora Danica” le figure di Tav. 558 Trifolium agrarium e Tav. 796 Trifolium procumbens, cioè se sotto Oeder, o Müller o Vahl. Voi sapete che ciò rilevasi dal frontespizio dei fascicoli. Troverete fra le piante sei esemplari d’una lettera botanica da me stampata. Uno è per voi, uno ne darete al Zuccagni, e quattro a Fabbroni, salutando l’uno e l’altro distintamente. Sono arrivato nell’accomodatura alla Classe XXIV, e qui ho fatto punto. Terminati alcuni altri lavori, principierò le Crittogame. Addio.

Se posso servirvi comandatemi. I due ultimi disegni fatti sotto la vostra direzione mi piacquero.

Vostro Savi

Lettera di Giuseppe Raddi a Gaetano Savi, Firenze 26 settembre 1806.

[BUP, ms. 940.40]

All’Illmo. Eccmo. Sig. Dott. Gaetano Savi

Professore di Fisica Sperimentale nella Reale Università di Pisa

Amico Carissimo

Fino di mercoledì vi ho spedito per il solito Procaccia di Pontedera due involti di Piante, uno di Singenesie e l’altro di Crittogame. Non vi faccia caso se tra le Singenesie troverete qualche sbaglio nella denominazione delle medesime, poiché non avendo avuto il tempo di riscontrarle tutte, ho applicato alle non riscontrate il nome con il quale le ho ritrovate in questo Giardino. Se ci fosse qualche errore nella denominazione delle Crittogame vi prego d’avvisarmelo, e di comunicarmene nel tempo istesso il vostro giudizio. Non vi scordate delle Fontinale come pure di altre Crittogame che non sieno fra quelle mandatevi. Se avete la Fontinalis antipyretica con la fruttificazione la gradirò nonostante.

Ho riscontrato le vostre Piante, ed eccovene il mio debol giudizio. Il Peucedano sembra corrispondere alla figura del silaus dalla qual figura differisce soltanto dall’avere l’involucro universale polifillo, invece d’essere d’una, o due foglie conforme alla figura medesima, e la frase linneana; differisce inoltre nel numero delle

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umbellule (differenza la quale costituisce soltanto una varietà, e non una specie) le quali ascendono nel vostro da 10-23, mentre che nella figura non oltrepassano il numero di dieci. Il Ginco da voi ritrovato nel Palude di Bientina mi sembra ancora a me, anzi direi sicuramente, l’aquaticus. Circa alla Crepis tectorum ambedue le figure differiscono alquanto nella figura delle foglie radicali, poiché nel Curtis sono della figura qui occlusa, e nella “Flora Danica” corrispondono più alla vostra; onde qualora non si volesse considerarla per la vera Crepis tectorum, almeno sicuramente una varietà della medesima, giacché lo stesso Curtis dice, che a cagione delle grandi varietà alle quali questa Pianta è soggetta, meriterebbe il nome specifico di varia, e che di più la medesima Pianta sia stata descritta da alcuni botanici sotto vari nomi per la ragione sopraindicata. La Festuca duriuscula vi corrisponde perfettamente.

Della Medicago vi sono due esemplari diversi l’uno dall’altro, poiché uno ha i legumi irsuti, e sarebbe a mio parere la Medicago gerardi W., l’altro ha i legumi glabri, e mi sembra la Medicago tribuloides, della quale vi è un’ampia descrizione nel Lamarck. Il Cisto lo credo sicuramente nuovo, e somiglia moltissimo nel suo portamento alla figura del Cistus oelandicus che ne da Jacq. Egli è alquanto peloso, extipulato, e con le foglie opposte, mentre il vostro è piuttosto irsuto, stipulato, e con le foglie alterne.

Questo è quanto presentemente posso dirvi.

Frattanto continovatemi la vostra amicizia unitamente al piacere dei grati vostri comandi, e credetemi

Vostro Affezionatissimo Amico Giuseppe Raddi

Firenze, li 26 Settembre 1806

P.S. Ho creduto bene d’includere nell’involto dei Muschi le descrizioni di Jacquin, che appartengono ai Peucedani, silaus e alsaticus e ciò per vostro maggior schiarimento.

Addio.

Lettera di Gaetano Savi a Giuseppe Raddi, Pisa 5 gennaio 1807 [BNCF, Autografi Gonnelli, cart. 36, n. 290]

Carissimo Amico

Vi ringrazio del Musco che mi mandaste. Io son poco ben provvisto a libri di Crittogame, ma ragionando sulle cognizioni che su questa Famiglia vi dico che anche a me sembra una specie nuova. Fra pochi giorni avrò a mia disposizione un Microscopio, e allora l’esaminerò meglio per conoscerne la figura e il numero del peristoma e suoi denti. Intanto ne ho mandato una porzione al mio amico Bertoloni, perché me ne dica il suo parere. Ho disposte le Crittogame che mi favoriste, e dietro alla vostra dimanda che vi comunicassi le mie operazioni sulle medesime vi dico che l’Jungermannia platyphylla è l’Jungermannia laevigata di Roth. Il Bryum techorum è l’Orthotricum nudum Smith. L’Hypnum trichomanoides è l’Hypnum complanatum Lin.

Hypnum delicatulum è Hypnum recognitum Roth e Smith. Il vostro Hypnum praelongum non somiglia punto né alla figura di Dillen, né a quella di Vaillant. Smith dice che l’H. praelongum ha l’opercolo subulato et longitudine fere capsulae, e l’opercolo nel vostro esemplare è corto e ottuso. Io lo credo una varietà dell’H.

vutabulum. L’Hyoseris lucida è H. radiata. L’Aster hyssopifolius è A. punctatus W.

L’Inula hirta è una I. britannica che varia a foglie intieramente seghettate. La Rudbeckia laciniata è R. digitata W. Nelle prossime vacanze del Carnevale, che avrò un poco di tempo libero, vi metterò da parte delli scheletri. Ma se voi avete il

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Catalogo del vostro Erbario, dovreste mandarmelo, che allora potrò mettervi a parte tutto ciò che ho io, e che manca a voi, e chiedere a voi quel che manca a me. Vi ringrazio anticipatamente del Lichene che mi avete messo a parte, e se possibile mandarmene due esemplari sarebbe meglio. Presto vi manderò un’altra mia Memoria su i Trifogli. Le lezioni mi confinano in Pisa nell’inverno, e non ho tempo di raccogliere una Borraccina. Son già due mesi che non ho potuto uscir fuori di una porta, onde bisogna che stia alle carità degli amici che mi mandino qualche specie. A estate però si rimedierà il tempo perso, perché conto di starmene almeno tre mesi in campagna. Intanto conservatemi la vostra amicizia e credetemi qual sinceramente mi dico

Vostro Affezionatissimo Savi

Lettera di Gaetano Savi a Giuseppe Raddi, Pisa 2 febbraio 1807 [BNCF, Autografi Gonnelli, cart. 36, n. 291]

Carissimo Raddi

Ricevei la vostra lettera con l’Hypnum pusillum, e poi ricevei un grosso involto con molte specie di Crittogame, e ieri finalmente un’altra vostra lettera con un Hypnum, ed io non vi avevo ancora risposto. Non ve la prendete meco, ma con i malanni che mi perseguitano. Appunto sul finir delle lezioni, quando potevo avere un poco di tempo da impiegare a modo mio, un maledetto romatismo nel collo, e nelle spalle, male che altre volte mi ha visitato, mi ha obbligato a starmene qualche giorno in letto, e più di sei giorni in casa, senza poter studiar. Ora è molto diminuito, ma posso poco applicare. S’invecchia fratello, e bisogna crederci. Bertoloni cui avevo mandato il vostro Hypnum pusillum, mi scrive che gli giunge affatto nuovo. Io devo ricevere nella settimana un’eccellente Microscopio di Dollond, e allora l’esaminerò di bel nuovo e vi saprò dir che caratteri ci rinvengo. Di quel Lichen verrucarius che mi avete mandato ce ne ho diversi esemplari, parte da me trovati in Maremma, parte avuti da Campiglia, e ne trovai ancora sul Mar Pisano, ma lo credevo dapprima il Lichen rubinus di Lamarck o L. ventosus di Lin., poi non mi parve più, e lo credei il Lichen aeruginosus. Nei miei Crittogamisti non trovo un Lichen verrucarius. Di chi è questo nome? Forse di Gmelin? Dimani lo guarderò. Intanto voi che avete la “Flora Austriaca” di Jacquin, guardate se corrisponde punto alla Tavola 275 che sarebbe allora l’aeruginosus. Se ci son costì le “Plantae Lichenosae” di Hofman guardate la figura della Verrucaria ventosa Tab. 27 Fig. 1, o la figura del Lichen flavescens Jacq.

Miscellaneae Tav. 2 Tab. 9 Fig. 1 per vedere quanto ne differisce. L’Hypnum che è nella vostra ultima lettera io l’ho per Hypnum loreum, e la Fig. 2 della Tav. 25 di Vaillant è appunto riportata al loreum nell’Enciclopedia, e nella “Flora” di De Candolle mi torna per loreum, anche secondo Roth, ma non ho presso di me ora, né Smith, né Dillen, e non posso riconfrontarlo con essi, ma presto li riavrò. Se sto un poco bene, darò sollecitamente risposta a tutte le vostre domande, ben inteso che non ho nessuna pretensione in questa Famiglia di piante, per la ragione che sto male a libri, sicché farete la grazia di considerare quel che vi dico come semplici dubbi sui quali mediterete a vostro agio. Ho lavorato finora a mettere insieme le descrizioni per una nuova “Centuria” che fra qualche anno conto di stampare. Sono sempre alle Gramigne, sulle quali ho lavorato molto, e ne son piuttosto ben provvisto. Vi invito a fare il Catalogo della Classe Terza del vostro Erbario, e mandarmelo, che vi metterò a parte ciò che vi manca, e spero di trovar da chiedere qualche cosa anche a voi.

Lavorandoci la sera in una settimana lo fate. Animo dunque e metteteci mano. Nel Catalogo nuovo del vostro Giardino ci trovo notate di belle specie di Gramigne; io

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credo che i nomi saranno giusti, e a stagion buona vi manderò una notarella di quelli di cui desidero lo scheletro. Intanto state bene. Rammentate la mia servitù al degnissimo Signor Fabbroni, salutate Geppino, e credetemi

Vostro Affezionatissimo Savi

P.S. Ho svoltato ora un foglietto che era nel vostro involto senza nome, e ci trovo scritto Lichen abietinus nobis. Questa è una specie rarissima Raddi mio. È la Parmelia venusta di Acharius ce l’avevo, ma non l’avevo trovata io. Il sinonimo di Micheli è giustissimo. Di nuovo addio.

Lettera di Gaetano Savi a Giuseppe Raddi, Pisa 13 febbraio 1807 [BNCF, Autografi Gonnelli, cart. 36, n. 292]

Carissimo Amico

Io seguito a star bene, e le buone e belle giornate tiepide che ci godiamo mi assicurano dal ritorno del romatismo. Spero che domani avrò un’occasione per spedirvi un involto in cui troverete due esemplari di una mia Memoria Botanica, che uno per voi, e uno per il Signor Fabbroni, e alcuni pochi scheletri di Felci, Muschi e Licheni. Qui vi includo le mie osservazioni su gl’Hypni. In quanto ai Porii che mi mandaste, non ho il coraggio di mettermi a studiarli, perché ce gli ho ancor io, e son senza nome, non essendo mai riescito di nominarli bene. Per il Lichen verrucarius se non si vede la figura di Hofman, o non se ne trova una descrizione minuta e dettagliata, son persuaso che non riescirà mai il determinarlo giustamente. La frase di Gmelin è una specie d’Ista confessor che può adattarsi a molte specie. Guardate se fosse il Lichen icmadophila Flor. Dan. Tab. 472 Fig. 4 ovvero l’elveloides Weber Spicilaz. Flor. Goett. p. 186. mi par che Targioni abbia quest’opera. La Parmelia venusta me la nominò Bertoloni confrontandola con la figura e la descrizione di Acharius perché io non ho quest’opera, quantunque da lungo tempo l’abbia commessa. La capsula piriforme, con opercolo ottuso e conico, foglie ovato lanceolate dentate acuminati, ma nessuna delle capsule avea il peristoma in stato da far vedere i denti.

Ricordatevi del Catalogo della Triandria. State bene e credetemi

Vostro Affezionatissimo Savi

Lettera di Giuseppe Raddi a Gaetano Savi, Firenze 18 luglio 1807 [BUP, ms. 667.380]

All’Illmo. Eccmo. Sig. Dott. Gaetano Savi

Professore di Fisica Sperimentale nella Reale Università di Pisa

Amico Carissimo

Le due Poe pratensis e trivialis non appartengono alle tavole 90 e 841, ma bensì alla 5 e 6 del Fascicolo Secondo, come potrete osservare dalle qui annesse descrizioni, dalle quali rileverete ancora, che la ligula nella Poa trivialis è lunga e acuminata, nell’altra poi non è addirittura troncata, ma bensì ottusissima e assai corta. Ho creduto bene unire alla frase specifica ancora la descrizione dettagliata tale quale è

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nel Curtis, ad eccezione peraltro delle figure citate nella medesima, perché non ho avuto tempo per copiarle.

Profitto della libertà da voi accordatami per pregarvi di un piacere, e sarebbe quello di pregarvi di un esemplare, ancor che sia senza fruttificazione delle due Fontinali juliana e squammosa descritte nella vostra “Flora Pisana”, come pure dell’Jungermannia quinquedentata, ben inteso peraltro che ne abbiate dei duplicati.

Sembra dalla Flora suddetta che abbiate ritrovato in fruttificazione l’Jungermannia nemorea, in tal caso vi pregherei di un piccol esemplare della medesima, ma se poi ne è priva non melo mandate.

In ultimo vi pregherei ancora di un poco del vostro Bryum truncatulum per confrontarlo col mio, poiché ne avevo due varietà, una delle quali avendola potuta meglio osservare l’ho ritrovata essere il Mnium latifolium L. o Dicranum latifolium Hedw.

Frattanto se vi occorre, valetevi di me in quel che mi credete capace di prestarvi qualche servizio, e siate certo della mi più sincera amicizia

Vostro Affezionatissimo Amico Giuseppe Raddi

Firenze, li 18 Luglio 1807

P.S. Quanto prima vi manderò quelli scheletri che ho potuto farvi, i quali vi prevengo che non saranno molti. Il motivo è stato, in parte la mancanza avuta del tempo e alcuni accidenti accaduti, i quali mi hanno sconcertato non poco, e in parte il sistema tenuto in questo Giardino, da qualche anno a questa parte, di non risementare le Piante Annue. Fra queste piante ne troverete ancora diverse senza nome le quali non posso per ora mettermi a riscontrarle, e nel Giardino son tenute così male, che non si ritrova quasi più un nome.

A proposito non mi sono ricordato di vedere a quale tavola appartenga la Poa rigida, se vi preme scrivetemelo, che allora tornerò alla Magliabecana per servirvi.

Lettera di Giuseppe Raddi a Gaetano Savi, Firenze 5 febbraio 1808 [BUP, ms. 940.40]

All’Illmo. Eccmo. Sig. Dott. Gaetano Savi

Professore di Fisica Sperimentale nella Reale Università di Pisa

Amico Carissimo

Avete ben ragione di lagnarvi, s’io non ho ancora risposto alla grata vostra lettera ricevuta già da qualche tempo, ma siccome aspettavo di farlo con l’occasione di mandarvi la mia Memoria, e ch’io non ho ancora avuta mediante il ritardo della pubblicazione del Tomo, nel quale è inserita, perciò supplirò adesso all’involontario errore commesso.

Ricevei dunque due bellissimi esemplari del Laurus borbonica, come pure della Conferva, e dei quali vi ringrazio tanto.

Vi ringrazio ancora del Catalogo di Schleicher, ed ho già preparato una Nota di Crittogame per chiederli all’occasione di mandargli la mia Memoria.

Per l’Elleboro statene sicuro, come se l’aveste già presso di voi, circa poi alla Gramigna ho creduto bene di trascrivere ed includervi qui la sinonimia riportata da ambedue gl’Autori indicatemi, giacché, come osserverete il Schreber da la Poa eragrostis ed anche la Briza; vi dirò peraltro che il vostro esemplare confronta

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perfettamente alla tavola 92 di Cavanilles, ed alla tavola 39 di Schreber, mentre la tavola 38 dello istesso Autore diversifica un pochino. Inoltre osserverete che Cavanilles riunisce ambedue le suddette Piante sotto il nome di Poa eragrostis.

Frattanto vi ringrazio dell’interesse che prendete per me, senza ch’io lo meriti, col citarmi nella descrizione di alcune delle vostre Piante, attestato veramente d’un vero Amico, quale voi siete. La Nota delle Piante da me trovate nell’agro-fiorentino, meno che alcune non ancora determinate per mancanza di tempo ed altre perdute, ve la farò fra qualche poco di tempo, poiché adesso non posso pensarvi per motivo di disgrazie accadute nella mia famiglia, le quali mi hanno dissestato al sommo.

Compiacetevi dunque, e credetemi sempre

Vostro Affezionatissimo Amico Giuseppe Raddi

Firenze, li 5 Febbraio 1808

P.S. Siate sicuro, ch’io non mancherò di servire il vostro raccomandato qui al Museo, conforme egli merita.

Lettera di Gaetano Savi a Giuseppe Raddi, Pisa 1 settembre 1808 [BNCF, Autografi Gonnelli, cart. 36, n. 293]

Carissimo Amico

Vi accludo tre o quattro esemplari della Fontinalis juliana. Se De Candolle non è partito, salutatemelo caramente, auguratele un buon viaggio, ditele che ho ricevuta la sua lettera, e che a Montpellier troverà il “Botanicum Etruscum” insieme con una nota di desiderati. Col mezzo poi del Bertoloni gli manderò delli scheletri e dei Semi.

Mi farete grazia a mandarmi le seguenti piante.

Carduus palustris gli esemplari da me raccolti nel Monte Amiata mi sono intarlati.

Cnicus ferox ho una pianta che credo C. ferox, ma con del dubbio, così vedrò se combina colla vostra.

Ho principiato a disporre gli scheletri preparati in quest’anno, a fine di questo lavoro vi manderò il solito tributo. Se avete qualche altra cosa da mandare a me, mettete tutto insieme e mandatelo, ma non me lo mandate per il Procaccia di Pontedera:

aspettate qualche occasione particolare che in caso vi potrò additare io.

Avrei dato volentieri il “Trattato degli Alberi” a De Candolle, ma non ne ho che un solo esemplare. Molini non ne ha nemmeno esso. Potrebbe darsi che ne avesse qualche copia il Piatti, che in quel tempo ne acquistò molte dal Molini.

Il primo volume del “Botanicum Etruscum”, quanto prima vi sarà recapitato. Addio.

De Candolle si trattiene due soli giorni in Pisa, e benché si stesse quasi sempre addosso all’Erbario, pure non ebbi tempo di fargli veder tutto; ma a ciò rimedierò col mandargli a Montpellier quel che non gli detti a Pisa. Diteglielo perché non creda che fosse una voglia d’esser misterioso, quel che fu affetto di mancanza di tempo.

Addio.

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Lettera di Gaetano Savi a Giuseppe Raddi, Pisa 27 settembre 1808 [BNCF, Autografi Gonnelli, cart. 36, n. 294]

Carissimo Amico

Ieri ricevei il vostro involto di piante, dl quale vi ringrazio di cuore. La vostra Hypochaeris, è l’H. dimorpha descritta da Brotero nella “Flora Lusitanica”, e riportata anche da Persoon nella sua “Synopsis”. Il Cnicus ferox è appunto l’istessa pianta che io credo Cnicus ferox. Lo Cnicus ferox di Allioni è sicuramente diverso da questo, ma secondo me Allioni prese un granchio non piccolo. Mi par comprovato che lo Cnicus ferox di Linneo, quello cioè da esso additato nella specie sia questa pianta che mi mandate. Allioni descrisse Cnicus ferox un’altra pianta, e siccome diede una figura, cos’ è stata poi citata la sua figura francamente e si è preso per Cnicus ferox una pianta ben diversa da quella cui Linneo intese di appor questo nome. Lo Cnicus ferox di Allioni è quella specie, che da alcuni è stata descritta per Carduus boujarti, e io l’ho trovata al Monte Amiata, e lungo l’Arno in vicinanza del mare; è molto simile allo Cnicus eriophorus con cui da alcuni è mal a proposito confusa. Il Cnicus ferox linneano è comunissimo nei campi bassi intorno a Pisa. Il Bertoloni il cui giudizio stimo moltissimo è della stessa mia opinione. Nel secondo Tomo del mio

“Botanicum”, troverete l’illustrazione di questa specie. Trovo tra i vostri scheletri l’Inula pulicaria, senza nome. La Peplis trovata dal Piccioli, non è certamente la portula. Per il frutto par che sia Peplis, ma converrebbe esaminare il fiore in stato di freschezza. Chi sa che non sia un’Elatine ma qualunque cosa sia per me la credo specie nuova. L’ha portata nel Giardino il Piccioli? Avete voi punto seme dell’Hypochaeris dimorpha?

Quando arrivò il vostro foglio, era da me Carmignani il quale vedendo la vostra Memoria sulle Crittogame, perché anch’esso s’occupa molto di queste piante, me la prese per leggerla. Sicché vi ringrazio ma non posso dirvene altro.

Non vi mando ancora delli scheletri perché non ho ancora finito di metterli in ordine.

Se piacerà a Dio che abbia un poco più di tempo libero sbrigherò anche questa faccenda. Salutate caramente il Signor Giovanni. State bene e credetemi.

Conoscete voi il Pacchiani? Se lo conoscete, e lo vedete ditegli che si ricordi di informarmi di quei libri che gli ho spediti, e a proposito dei quali gli ho scritto.

Vostro Savi

Lettera di Gaetano Savi a Giuseppe Raddi, Pisa 12 novembre 1808 [BNCF, Autografi Gonnelli, cart. 36, n. 295]

Carissimo Amico

Appena ricevuta ieri mattina la vostra lettera, ne consegnai l’acclusa al Cancellier Mazzuoli il qual mi disse che dopo averne parlato col Rettore del Collegio, avrebbe esso risposto al Signor Antoir. Intanto posso dirvi, che se al suddetto amico vostro non importa di riscuotere o no la sovvenzione mensuale passata ai Collegiali, può stare pur assente tre o quattro mesi senza dimandarne licenza; ma se stando assente vuol percepire la sovvenzione, ci vuole allora una grazia, e questa non può farsi né dal Rettore, né dall’Auditore, ma dal Governo, a cui converrà che si diriga.

Son dolentissimo nel sentire che ancora la vostra sorte non sia cangiata, benché son persuaso che sia una semplice dilazione fino all’organizzazione dell’Istruzione Pubblica e delli Stabilimenti ad essa appartenenti.

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Prenderò la Nota delle Piante a tutto vostro comodo, e alla prima occasione vi manderò il Trifoglio nuovo. Intanto credetemi sempre

Vostro Affezionatissimo Savi

Lettera di Gaetano Savi a Giuseppe Raddi, Pisa 5 ottobre 1811 [BNCF, Autografi Gonnelli, cart. 36, n. 296]

Carissimo Raddi

Non potete immaginarvi lo sbalordimento che mi cagionò la trista nuova della disgrazia accaduta al Signor Giovanni. Non volendo crederlo in nessuna maniera. Ma purtroppo è stata la verità. Se può servir di consolazione il sapere in un caso simile che si è compianti, egli può alquanto consolarsi perché anche quelli che appena lo conoscono, lo compiangono, e partecipano al suo dolore. Son sensibilissimo alla bontà che ha di avvisarmi di aver ricevute quelle carte, in un tempo così tristo. Non intendo però quel che intendete di dire scrivendomi, ch’Ei suppone che sarò stato rimborsato della spessa fatta. Feci francar il plico, perché egli non ci avesse spesa.

Che forse non gli pervenne il franco di porto? Se così fosse, fatemi il piacere di informarmene, e di quanto ha speso per poterlo rimborsare. Gradirei ancora che mi dicesse se il suddetto Signor Giovanni va a Roma, e se ripasserà di Firenze per andare a Parigi. Vi prego a salutarmelo caramente. Il Tilli vi saluta. E io sono

Vostro Affezionatissimo Gaetano Savi

P.S. Vi prego a rispondermi più presto che potete, perché io sappia se realmente per un plico francato a Pisa colla spesa di L. 8:11:8; si è fatto pagare anche a Firenze per riceverlo.

Lettera di Gaetano Savi a Giuseppe Raddi, Pisa 18 ottobre 1811 [BNCF, Autografi Gonnelli, cart. 36, n. 297]

Carissimo Amico

Col mezzo del mio cognato Bombicci, Giudice nel Tribunale di Prima Istanza, ho mandato a Firenze un fagottino a voi diretto, e ve l’avrei fatto recapitare fino a casa se mi fossi ricordato della vostra direzione. Bisogna dunque che abbiate la bontà di andare a prenderlo da questo mio cognato, il quale abita in Piazza, ove una volta era il Romolo. Ci troverete un esemplare della nuova edizione del mio “Trattato degli Alberi”, che è destinato per voi, e che vi prego ad accettare come un segno della mia stima ed amicizia.

Ci troverete anche un involto e una lettera per il Signor Giovanni Fabbroni, che vi prego a consegnarli quando ritornerà a Firenze. Io lo prevengo, che nel caso che non potesse portar seco a Parigi i libri che gli mando, gli lassi allora a voi, che me ne avviserete, ed allora gli manderemo per la posta. Scusate l’incomodo e comandate anche a me.

Schleicher, cui mandai il vostro Hypnum erectum, mi scrive che è il brevirostre di Ehrhart. Io non so se abbia ragione.

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Gradiresti voi delle Uredo, Puccinie, Accidium, Xyloma, e altri simili Funghi microscopici? Gli ho adesso fra le mani e ve gli posso mandare, se mi avvisate di accettarli.

State sano, e credetemi

Vostro Affezionatissimo Savi

P.S. Gradirei che mi avvisaste di aver ricevuta questa lettera.

Nota Ricevuta il dì 18 Ottobre 1811

Lettera di Gaetano Savi a Giuseppe Raddi, Pisa 25 novembre 1811 [BNCF, Autografi Gonnelli, cart. 36, n. 298]

Carissimo Amico

Vi scrivo per avvisarvi che presto vi manderò dei Semi e Piante per il Signor Fabbroni, da esso commessami quando fu a Pisa, e però è necessario che voi m’inforniate della strada, e numero della Casa che voi abitate per farvele recapitare. Di più ci è un certo Bonjean che sta a Chambery, Botanico molto appassionato, da parecchi anni mio corrispondente il quale vorrebbe ch’io gli trovassi qualchedun altro in Toscana con cui corrispondere per far baratti di piante. Però ve lo propongo, che se voleste, potreste scrivergli direttamente a Monsieur Bonjean Botaniste a Chambery e dirgli che ve n’ho scritto io. Mi ha mandate delle bellissime Piante del Mont Cenis e della Francia meridionale. Scrivetegli però in francese, perché l’italiano non lo intende. Io sto ora accomodando nel mio Erbario le piante acquistate quest’anno, e metto a parte i doppi, dei quali manderò anche a voi, quando questa operazione sarà finita.

State bene e credetemi

Vostro Affezionatissimo Savi

Lettera di Gaetano Savi a Giuseppe Raddi, Pisa 25 maggio 1814 [BNCF, Autografi Gonnelli, cart. 36, n. 299]

Carissimo Amico

Non vi scrivo per il Procaccia, perché il Passerini mi disse che avevi mutato Casa, in conseguenza non ho più il vostro indirizzo, che voi farete bene a mandarmelo.

Vi scrivo per dirvi che Persoon al quale mandai le vostre Crittogame vi riverisce, e desidera sapere se vi occupate sempre di queste piante, e se voi gradireste di entrare in commercio con lui. Io sono in continuo carteggio con il medesimo, onde, qualora voi non vogliate scrivere a lui direttamente, potrò scrivere io a lui ciò che vorreste. Mi dice che se volete Crittogame o altre piante della sua raccolta volentieri ve le manderà.

Gradirei di sapere come vanno le vostre cose. Speravo che il Liceo sarebbe stato presto organizzato. Spero che si rimettan le cose come eran nel 1798 e allora ci avrei gusto per voi, che sareste ben collocato. Sarebbe bene anche per me che i Professori dovessero pagati dietro il metodo allora in vigore. Staremo a vedere. Mi voglio lusingare che le cose debbano andare un po’ meglio.

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Mi pare che nelle vicinanze di Firenze si trovi l’Andropogon contortum. Se non vi fosse di grande incomodo vorrei che me ne mandaste qualche spiga, quando sarà prossimo a fiorire. Le potete racchiudere in una lettera, e consegnarla al Procaccia di Pontedera.

Il famoso Rafinesque mi ha scritto da Palermo e mi ha mandato tre numero di un Giornale di cui egli è il Redattore ed un libro su i caratteri dei nuovo generi e specie d’animali e piante; ed ha scoperto quaranta Mammali, duecento Uccelli, cinquecento Pesci, ventimila Insetti……tutte cose nuove. Sentirete sentirete. E ci è un Genere dedicato a voi chiamato Radiana che deve associarsi al genere Portulaca nella famiglia Tulinia ordine Polistimia, classe Eltroginia.

Avete capito?

Avete voi nuove del Sig. Giovanni Fabbroni? Se gli scrivete non vi scordate di fargli i miei ossequi.

Addio caro Raddi. State bene e credetemi

Vostro Affezionatissimo Savi

Lettera di Gaetano Savi a Giuseppe Raddi, Pisa 29 gennaio 1815 [BNCF, Autografi Gonnelli, cart. 36, n. 300]

Carissimo

Profittando della gentilezza del Signor Professor Frullani, vi scrivo all’occasione della di lui venuta a Firenze. Non vi domando dell’Igrometro e Termometro che doveva fare il Gori, perché son persuaso che non avrà fatto nulla, e procuro di disporre il Torrigiani a far di meno di tali strumenti.

Ho ricevuta una lettera di Persoon il quale scrive: Je vous prie d’engager Monsieur Raddi de me comuniquer d’autres Plantes Cryptogamigues de votre pays, dont il a si heureusement fait connoitre quelques espèces interessantes. Dunque tocca a voi. Se poi voi non lo sapeste vi dirò che la vostra Memoria è tradotta e inserita nel Giornal di Botanica che stampasi a Parigi.

Come vanno le vostre cose? Vi hanno aumentato provvisione? So che oltre l’esser Consegnatario, vi hanno anche dichiarato Conservatore degli animali. Informatemi delle vostre cose che mi interessan moltissimo. Io ho voglia di dar presto a stampare il secondo Tomo del mio “Botanicum Etruscum”. Se avete trovato qualche cosa di nuovo nelle vostre erborizzazioni, informatemene, perché ho altro lavoro per il terzo Tomo e ce l’includerò

Salutate caramente i Signori Fabbroni padre e figlio. Se posso servirvi comandatemi, e credetemi

Vostro Affezionatissimo Savi

Lettera di Gaetano Savi a Giuseppe Raddi, Pisa 5 giugno 1815 [BNCF, Autografi Gonnelli, cart. 36, n. 301]

Carissimo Amico

Io risposi alla vostra lettera, non mi ricordo in qual giorno, ma è certo che risposi. Sul timore che siasi smarrita di nuovo rispondo che in quanto alla provenienza di quell’esemplare di Jungermannia, non ho nessuna idea sicura. Come sapete io non ne avevo più dei fioriti. Quello lo ripresi dall’Erbario del Giardino, cui ne avevo dato

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qualcheduno allorché trovai questa specie, ma siccome in quell’Erbario vi son Crittogame che avevano avute anche da altre persone, così l’esemplare in questione, non so di qual razza sarà; tanto più che il Billi ha fatto dei baratti, gli ha accomodati a suo modo.

In quanto al Gori che si mandi gli strumenti in una cassetta bene accomodati perché non si guastino, e ben raccomandati a un Navicellaio galantuomo; che la cassetta sia diretta a me in via Santa Maria, che mi scriva il prezzo delli strumenti e che subito sarà dato ordine a persona in Firenze acciò gli sia pagato il danaro. Così mi ha detto Torrigiani. Addio.

Se Dio vuole presto ci rivedremo

Vostro Affezionatissimo Savi

Lettera di Gaetano Savi a Giuseppe Raddi, Pisa 19 ottobre 1821 [BNCF, Autografi Gonnelli, cart. 36, n. 302]

Amico Stimatissimo

Non posso darvi alcuna risposta precisa relativamente al numero delle tavole che si accorderanno a ciascheduna perché il Direttore del Giornale è assente da Pisa, e bisogna che ne parli con lui. Per altro io vi dirò che non credo che non vorranno accordar più d’una, per ragion della spesa. Mi pare per altro che facendosi le figure in una proporzione il doppio più piccola si possa benissimo far entrar in una tavola quel che dovrebbe entrare in due. Voi conoscete benissimo le tavole di Mirbel e di Gaertner, e voi sapete che ci son dei frutti del diametro di un sesto ed anche di un decimo del naturale, e malgrado ciò benissimo riconoscibili. Non ci è qua né torchio litografico né chi disegni sulle pietre, e però le tavole saranno incise. Ma per togliervi la spesa dei disegni, mio figliolo mi autorizza a dirvi, che se voi site contento del suo saper fare, voi gli mandiate gli oggetti colle necessarie istruzioni, ed egli ve gli disegnerà. Questo è quanto posso dirvi per ora. Intanto vi ringrazio della buona disposizione in cui siete di darci qualche vostra produzione, che ci sarà carissima, e di cui ci onoreremo. Passiamo ad altro.

Ho ricevuto in questi giorni una lettera di Persoon, ove si parla di voi. Dopo avermi dimandati diversi esemplari delle Piante da me descritte mi dice “Je dois vous solliciter ancore pour un Genre Cryptogamique, la Corsinia que Monsieur Raddi a decrit avec plusieurs autres Cryptogames nouvelles au peu connues des environs de Florence dans les Opuscoli Scientifici di Bologna. Monsieur (Trevirames?) Professeur de Botanique a Breslau, a aussi fait connoitre cette Hepatique sous le nom de Guentheria (Annales de Botanique de Berlin) peut être par votre entremise amicale je pouvrois sier une correspondence avec cet excellent auteur de Plantes Cryptogamyques, et nous comuniquer mutuellement ces sortes de vegetaux”. Io credevo che voi foste in corrispondenza col Persoon, ma non l’essendo non posso se non che stimolarvi a voler contentarlo, collo scrivergli e mandandogli le vostre Piante nuove. Egli come sapete è un bravissimo uomo, ed oltre a ciò è cortese, e corrisponde generosamente. Non vi sarà difficile trovar da Firenze un’occasione per mandargli un pacchettino, e avendola voi in vista, mi fareste veramente piacere ad avvisarmene, perché vi manderei un involtino di piante che devo mandargli, e vi avviserei allora della direzione.

Voi dovete conoscere il Signor Antoir, giacché gli avete dedicato un genere di piante.

Or dunque mi dovete fare il piacere di reverirlo, e dirgli che Persoon non ha ricevuto ancora quelle Conferve che per mezzo gli promesse. La lettera di Persoon è del 29

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Settembre. Io presto gli scriverò, e se ha qualche cosa da fargli sapere, volentieri me ne incaricherò.

Quando mi scrivete mandatemi la vostra mansione, perché se mi occorre di trasmettervi qualche cosa, sappia ove dirigerla.

Paolo vi saluta caramente, e con tutta la stima e amicizia sono

Vostro Affezionatissimo G. Savi

Lettera di Gaetano Savi a Giuseppe Raddi, Pisa 27 ottobre 1823 [BNCF, Autografi Gonnelli, cart. 36, n. 303]

Carissimo Amico

Per il Procaccia di Pontedera che parte oggi vi spedisco un scatoletta la quale contiene delle Salamandre perspicillatae vive che devono essere rimesse al Signor Schreber dell’Imperiale Museo di Vienna. Fatemi il piacere di darla al Segretario di Legazione vostro amico, e dirli che il Signor Direttore fece grandissima premura a mio figliolo per avere questi animalucci vivi, e che ci attacca una grandissima importanza, cosicché se non ci è una sollecita occasione, io credo che converrebbe gli glieli mandassi per la posta, tanto più che il volume è piccolo. Io poi vi ringrazio moltissimo per le interessanti Memorie vostre che mi favoriste, e spero di mandarvi presto qualche cosa di mio. Circa ai Semi desiderati dal Signor Fabbroni io gli manderò quelli di Gladiosa, e quelli di Crataegus monogyna, e della varietà bella, quella cioè di fior rosso. Del Acer platanoides e Rhamnus paliurus non glieli posso mandare perché non ho individui che fruttifichino, e per la campagna non ci si trovano. Se vuol dei Semi d’Acer pseudoplatanus, di questi più o meno potrò mandarglieli. Quando favorirete di rendermi inteso del ricevimento della scatoletta, sappiatemi dire se il suddetto Signor Fabbroni è tornato in Firenze, che gli spedirò i Semi. Paolo vi saluta caramente. State bene e credetemi

Vostro Affezionatissimo G. Savi

Lettera di Gaetano Savi a Giuseppe Raddi, Pisa 4 febbraio 1827 [BNCF, Autografi Gonnelli, cart. 36, n. 304]

Carissimo Amico

Vi ringrazio della Memoria che mi mandaste, che ho gradito moltissimo.

Sappiatemi dire se v’ho mandato un pezzo dell’Appendice al Trattato degli Alberi.

L’ho stampata a pezzi nel Giornale; ora è finita: se ve ne mandai posso completarla, altrimenti ve la manderò per intiero.

Il Procaccia di Vico vi porterà un involto nel quale ci sono quattro Pine di Cedro del Libano. Sono per quel Medico Russo da cui mi conduceste in Firenze. Egli fu qua e gli detti le gramigne che mi chiedeva per Trinnius. Mi chiese detti scheletri per se e de’

semi per portare a Fischer, fra i quali que’ del Cedro. M’ha scritto di Roma che presto sarà in Firenze, e desidera di trovare questa roba. Io non ho avuto tempo di mandargli nulla. Sono stato malazzato come segue quasi tutti gli inverni: ho avuti malati de’ figlioli, e fra una cosa e l’altra non ho avuto ne testa, ne ozio per occuparmi di tal faccenda. Ditegli tutto questo e salutatelo caramente. Dovevo mandar questa roba presso il Passerini, ma siccome egl’è malato e mi dicono che non

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riceve, e sicuramente verrà da voi il Russo, così spero che mi farete voi il piacere d’incombensarvi di questo.

Nella prossima settimana vi farò pervenire un pacchetto di Semi per il Giardino di Parigi, che mi farete il piacere di raccomandarli al Signor Antoir.

Paolo vi saluta. Ha in ordine le cassette di latta, il preservativo e la carta, di quest’ultima non ha ancora ricevuto il conto, e subito che lo riceverà ve lo manderà, e intanto la roba è a vostra disposizione. Ma perché non cercate di andare piuttosto al Brasile che in Egitto? Chissà quando questa spedizione si farà, e facendosi anche per un Naturalista non vi può esser gran campo per farsi onore, e portar raccolta interessante. È di questa opinione anche Ruppel, il quale ci ha detto che ormai le produzioni dell’Egitto fin al Mar Rosso son tutte ben conosciute, e che non c’è Museo in Europa, ove non si trovino, e che c’è da raccogliere più e migliori oggetti al Brasile in due mesi, che nell’Egitto in un anno. Son persuaso che se chiedeste al Gran Duca d’andare al Brasile ve l’accorderebbe.

Ho ripreso in mano il mio Erbario per aggiungere i nuovi acquisti e in quest’occasione vi metterò a parte i Muschi che mi chiedete, e ve gli manderò, e spero presto.

Addio. State bene e credetemi

Vostro Affezionatissimo G. Savi

Lettera di Gaetano Savi a Giuseppe Raddi, Pisa s.d.

[BNCF, Autografi Gonnelli, cart. 36, n. 305]

Mio Caro Amico

Ho ricevuto un altro involto dei vostri Muschi. Non vi mandai nulla per l’istesso Navicellaio perché egli di lì a poche ore partì. Non crediate che io vi voglia mancar di parola, se fino ad ora non vo ho mandato niente. Io sono stato occupato e per mancanza di tempo ho commesso mille inciviltà non rispondendo a molte altre lettere.

Io non ho potuto che di volo esaminare i vostri Muschi; pure vi dirò che i numeri 1, 2, 5, 16, 19, 26, 31, 34, 35, 36, 37, 38, 38, 43, 44, 55, 60 confrontano con in nomi che io vi ho dati ai miei. Il n.° 17 è l’Hypnum sciuroides, il 32 l’Hypnum crista- castrensis, il 7 è un’Hypnum che non è conosciuto e descritto né da Linneo, né da Dillenio, né da altri autori a me cogniti, io l’ho descritto chiamandolo Hypnum circinnatus. La sua calyptra alquanto pelosa lo richiamerebbe fra i Politrichi, ma il perichezio evidentissimo mi ha persuaso a porlo fra gli Hypni; tanto più che i suddetti peli ora son numerosi ed evidenti e talora vi è bisogno di lente per vedergli. Il 63 io credo sia l’Hypnum alopecurum la figura del Dillenio è più grande, ma i rami terminali curvi me lo fanno credere l’alopecurum, e non già il dendroides come una volta lo credevo. Non l’ho mai trovato con le capsule fresche, ciò deciderebbe la questione.

Ne ho veduti alcuni, fra i vostri, che io non ho, altri mi appariscon dubbi e bisogna che con comodo gl’esamini.

Vi includo in questa lettera alcuni Muschi che non ho veduti fra i vostri, alcuni saranno accomodati in quella maniera con la quale gl’accomodo per me, se non vi piacciono con un po’ d’acqua li potete staccare dai fogli ove sono.

Ho trovato l’Erythronium anco in gran copia. In due volte ne ho portato molto a Pisa.

Ma i suoi bulbi son così delicati che oltre quegli i quali mi si rompevano nell’estrargli, alcuni perirono prima che io gli piantassi, ed altri son periti dopo che gl’ho piantati.

Pure ne ho una quantità sufficiente che per ora promettono bene. Io stimerei bene il fargli venire a Firenze quest’autunno nel qual tempo saranno assicurati, altrimenti adesso temo che anderanno male. Se però gli volete ora ve gli manderò.

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L’Aloysia ve la manderò allorché manderò certe piante al Targioni, vi manderò altre che costà credo non avrete.

Addio è tardi.

Il Vostro Amico Gaetano Savi

P.S. il Lichene non attaccato è il Lichen paustulatus e il Musco Hypnum crispi.

Lettera di Gaetano Savi a Giuseppe Raddi, s.l. e s.d.

[BNCF, Autografi Gonnelli, cart. 36, n. 306]

Carissimo Amico

Bravo, bravissimo! Ho ricevute le vostre piante e vi ringrazio di cuore perché le ho gradite moltissimo. Voi mi avete mandate tante Crittogame che credo che io non avrò che poco o nulla da mandarvi di questa Famiglia; pure vi manderò tutto quello che potrò, purché mi accordiate ancora un poco di tempo, tanto da poterle ordinare.

Di piante non Crittogame spero di mandarvene presto un altro involto. Vi ringrazio delle riposte che rendete alle mie domande, e ho il piacere di vedere che non ero andato molto lontano dal vero. Mi ricordo che vi mandai la Medicago tribuloides, e si vede che mi scordai di mettervi il nome, e la mescolai colla M. gerardi. Non vi date pensiero per i nomi non giusti che posson essere fra le Singenesie mandatemi, perché fra gli amici non ci dobbiamo giudicare con rigore, e non si può pretendere di studiare tutto con esattezza. Bisogna fare ad avvertirsene reciprocamente nell’occorrenze; poi in tutti i giardini ordinariamente ci son dei nomi falsi, e non può essere diversamente, attese le nuove semente per lo più nominate male. Sento che il Signor Zuccagni venga presto a Pisa. Reveritemelo distintamente, e diteli che lo pregherei a voler portar seco il suo Haller “Hist. Stirp. Helvetic” che mi farebbe veramente piacere, porgendomi così l’occasione di studiar un pò con comodo questo libro. Intanto credetemi

Vostro Affezionatissimo Savi

Lettera di Gaetano Savi a Giuseppe Raddi, s.l. e s.d.

[BNCF, Autografi Gonnelli, cart. 36, n. 307]

Carissimo Raddi

Mi scrive il Sig. Fabbroni che voi avrete la bontà di dirigere il disegnatore che deve rivedere un disegno già fatto per la mia Materia medica, e ne deve far dei nuovi. Egli dunque verrà da voi colla presenza, e principierà dal rivedere le figure della Genziana lutea, e dell’asclepiadea, la prima è copiata dalle piante officinali di Plenck, l’altra dalla tavola 328 della Flora Austriaca di Jacquin. Abbiate pazienza per queste seccature, e riceverete i miei ringraziamenti.

Ho avuto le notizie sul Trifolium repens della Flora Danica, e vedo che dite non esser l’hybridum, eppure ho in testa di averlo veduto; è vero che questa figura non è citata, ma mi sembra sicuramente che vi sia. Fatemi la grazia, per discredere la mia testardaggine, di scorrere tutti gli indici dei nomi delle figure che sono in codest’opera, per esser matematicamente sicuro se vi sia o no.

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Se nella libreria del Gabinetto vi è la storia delle Stirpi Helvetiche di Haller fatemi il piacere di trascrivermi tutto quel che Ei riporta di sinonimi e osservazioni al Trifolium caulibus subrectis, spicis depressis, siliquis tom. I, n. 367.

Qualche scolare venuto di Firenze, che or non mi ricordo chi fosse, mi disse da parte vostra che avreste desiderato che io vi mandassi delle piante crittogame. Sono sei anni che non mi sono punto occupato di questa famiglia, quantunque ne abbia raccolte, avendo dovuto occupare il mio tempo per la maggior parte in altre cose, e quel poco che potevo dare alla botanica, l’ho impiegato nell’accomodare il mio erbario che era un vero caos. Nel futuro inverno, se piace a Dio, mi metto addosso alle crittogame, e allora vi manderò di tutto quello che ci ho. Intanto se volete delle piante di altre classi, ditemelo, che vi servirò come potrò.

Vi mando una lettera botanica che ultimamente ho stampata. Ditemi se vi mandai le mie Due Centurie, che non me ne ricordo.

Se volete essere in corrispondenza con il Signor Bertoloni di Sarzana, gli farebbe piacere, e potrebbevi anche essere utile, perché si occupa molto di Crittogame, ed è un bravo Botanico. Adesso è qui da me, e mi impone di proporvi la sua relazione.

Rispondete.

Io vengo a Firenze nel futuro Giugno, e condurrò meco un altro Botanico che è un Signore siciliano, il quale ha seco il suo Erbario, ed è pure appassionato di Crittogame, onde anche con lui potrete far dei cambi.

Intanto credetemi

Vostro Affezionatissimo Savi

Lettera di Gaetano Savi a Giuseppe Raddi, s.l. e s.d.

[BNCF, Autografi Gonnelli, [cart. 36, n. 309]

Carissimo Amico

Mi dispiace di non potervi servire per la Mantispa della “Fauna Entomologica” del Rossi. Ne ho cercata da tutti i librai e non si trova. Mi dicono che ne possa avere il Molini in Firenze.

Mandai al Dottor Bertoloni l’ultima copia della vostra Memoria su i Muschi, giacché mi fu regalato il Tomo degli Atti dell’Accademia di Siena, e però detta Memoria a parte mi si rendeva inutile. L’ho gradita moltissimo e gradirebbe avere qualche esemplare dell’Hypnum erectum, e mi dice ancora che ha prossima un’occasione per mandar delle piante a Römer nella Svizzera, e che se fosse possibile avere un altro esemplare di detta Memoria, gli sarebbe di grandissimo piacere per mandarla al suddetto Römer che l’annunzierà nelle sue “Collectanea”. Io gli ho risposto che essendo prossima l’occasioni mandi a Römer quella che io gli mandai e che avrei fatto il possibile di trovagliene un’altra copia. Mi dice di più che mi manderà una nota dei doppi delle sue Crittogame perché io ve la faccia pervenire, acciò che scegliate quel che vi manca, per entrar in corrispondenza con voi. L’istesso farò ancor io che giusto sto mettendo in ordine questa classe. Se posso servirvi comandatemi.

Intanto Buona Pasqua e addio

Vostro Affezionatissimo Savi

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Lettera di Gaetano Savi a Giuseppe Raddi, s.l. e s.d.

[BNCF, Autografi Gonnelli, cart. 36, n. 310]

Carissimo Amico

Ricevei le vostre Memorie su i Funghi, e ne consegnai una al Signor Zuccagni, come dal medesimo potete aver riscontro. Vi ringrazio cordialmente del vostro dono, che sperò mi potrà un giorno essere utile, ma per ora non solo non ho nessuna amicizia, ma nemmeno una conoscenza con gli individui di questa Famiglia. Ho già principiato ad erborizzare e mi contento del resultato. Nell’entrante settimana vado a stabilirmi in una campagna, ove farò varie gite botaniche, e spero in tutta l’estate di far gran raccolta, di cui ci sarà la vostra parte anche per voi. Io poi vi prego a far delli scheletri anche per me di codesto Giardino, e segnatamente di Gramigne, Syngenesie e Leguminose. Spero che nel futuro inverno avrò le opere di Hofman si i Licheni, che ci saranno do grande aiuto. In qualunque cosa possa servirvi, ricordatevi di agir meco con libertà e confidenza. Salutate caramente il Signor Zuccagni, e Geppino, e credetemi

Vostro Affezionatissimo Amico Gaetano Savi

P.S. Relativamente a Bivona, se non volete mandar a me la lettera e la memoria, e non avete furia, mi incaricherò di fargliela pervenire.

Lettera di Giuseppe Raddi a Gaetano Savi, s.l. e s.d.

[BNCF, Autografi Gonnelli, cart. 34, n. 330]

Amico Carissimo

Profitto della vostra cara amicizia per pregarvi di volere il qui accluso Musco, il quale mi sembra nuovo, e ch’io ho decifrato col nome d’Hypnum pusillum. Se potrò avere una buona Lente, o Microscopio, vedrò allora a qual genere possa riferirsi secondo la nuova Teoria di Hedwig. Intanto vi prego d’esaminarlo, e di comunicarmene il vostro sentimento. Vi serbo un esemplare d’un bellissimo Lichene, che ho portato due settimane fa da Montesanario, e che non vi accludo nella presente, poiché farebbe troppo ingombro. Egli mi sembra il Verrucario di Linneo. Vi prego di farmi al tempo opportuno qualche scheletro di Felci, che non abbiamo qua, e particolarmente dell’Onoclea sensibilis, Polypodium thelipteris con la fruttificazione, e Osmunda spicant (Blechnum boreale Swartz) parimenti con la fruttificazione, qualora non ne abbiate già.

Non sto al solito a farvi i complimenti in occasione dell’approssimazione del nuovo anno, poiché queste sono inutili cerimonie, che non hanno luogo fra amici veri, i quali devono scambievolmente desiderarsi ogni giorno, anzi per tutto il corso della loro vita, quel bene che gl’altri affettano di bramare soltanto in occasione di qualche solennità. Or dunque siate certo della mia leale sincerità, comandatemi, e credetemi sempre il

Vostro Amico Giuseppe Raddi

(21)

Lettera di Giuseppe Raddi a Gaetano Savi, s.l. e s.d.

[BNCF, Autografi Gonnelli, cart. 34, n. 330]

Amico Carissimo

Prima del prossimo Mercoledì non trovo un’occasione per mandarvi i richiestimi scheletri, allora gli consegnerò al solito Procaccia di Pontedera. L’Hedysarum onobrychis l’ho solo perciò non posso darvelo. Per l’Helleborus hyemalis sarete servito a suo tempo, e ve ne manderò in copia, giacché tutti i campi prossimi a Firenze sono impestati di questa Pianta. Circa poi alla Gramigna da riscontrarsi nel Cavanilles, scorgo bene nella vostra scusa una specie di rimprovero per me, poiché non so trovare una ragione per la quale dobbiate fare meco dei complimenti, servendovi dell’espressione (mi avrete perdonata la libertà che mi presi) ciò non ha luogo fra amici. Il Bibliotecario è in campagna, il quale fino alla fine del mese presente non tornerà, e subito ch’egli sarà di ritorno non mancherò di servirvi, come pure, se posso esservi qua utile in qualche altra cosa, comandatemi con tutta libertà, e senza complimenti, poiché mi troverete sempre qual mi protesto d’essere con tutta sincerità

Vostro Affezionatissimo Amico Giuseppe Raddi

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