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Madre Linda Lucotti

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Madre Linda Lucotti

Circolari N° 269-41 6

1943-1957

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I s t i t u t o f i q l i e M a r i a A u s i l i a t r i c e N. 269

Opera S. G. Bosco . Casanova, 2 4 settembre 1943

C arissim e,

riportando il pensiero alla n ostra A m a tissim a M adre che continua, ne sono certa, a vivere in m ezzo a noi, non soltanto nel ricordo filia le e nella preghiera, m a so p ra ttu tto n e ll’im ita­

zione dei sa n ti esem pi di virtù cristiane e religiose che ci ha lasciati, m i fa c c io un caro dovere d i m andarvi la p rezio sissim a conferenza ten u ta ci dal Veneratissim a Superiore nel gio rn o d o ­ loroso dei fu n e ra li, e della quale s i è g ià dato un breve cenno nella lettera m ortuaria. A bbiam o in essa ritratta, con mano m aestra, la cara fig u r a della n ostra M adre che il cuore ha bi­

sogno di vedere ancora e d i sen tirsi vicina, ed abbiam o, insie­

me, tante efficaci lezioni che ci vengono dai su o i insegnam enti e dalla sua vita. O gnuna la legga, anche privatam ente, p e r m e­

g lio g u sta rla e fa r la sua, a conforto del cuore e a beneficio d e ll’anima.

Che il ricordo di chi ha tanto lavorato, so fferto e o fferto p e r il nostro am ato Istitu to sia sem pre vivo nel nostro cuore e ci sproni a quelle virtù d i sacrificio, di dedizione, d i amore che ci fa ra n n o vere fig lie della n ostra cara C ongregazione.

Ora, vi com unico un altro p re zio so regalo del nostro Vene- ratissim o P a d re : la venerata lettera che ebbe la bontà d i in­

viarci a chiusura delle fe s te del suo fa u s to giubileo d ’oro. La s i trascrive p e r intero affinchè tutte sentano d i quanta p a te rn i­

tà è so ffu sa e ne ricevano conforto ed incoraggiam ento a con­

tinuare n ell’apostolato catechistico e delle vocazioni a cui, con tanto generoso im pegno, si è lavorato, particolarm ente in que­

st'a n n o giubilare.

P ur fr a le triste zze d e ll’ora p resen te e le d iffico ltà che in­

ceppano opere e iniziative, E g li ci invita non so lta n to a d apri­

re il cuore alla speranza in un p iù fru ttu o s o dom ani, ma ci

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m ostra anche, p e r larghi cam pi d i bene p e r il nostro zelo . A ccendiam olo, du n q u e, questo zelo e non ci m ancherà il bene da com piere. Eccovi il prezioso e caro docum ento:

Torino, 24 lu glio 1943

R e v e r e n d i s s im a M a d r e S u p e r io ra ,

q u a n lu n q u e a b b i a g ià rivolto p e r s o n a lm e n te il mio viv o r in g ra z i a m e n to a l ei e alle R. R. M a d r i de! C o n s ig lio G en e ra li- zio e, per m e z z o S u o , a tutto il c a ris s im o Istitu to d elle Figlie di Maria A usiliatric e, per la p a r t e c i p a z i o n e così c o r d ia le e g r a n ­ d io sa alla mia M e s s a G iu b ila re, tu tta v ia se n to il b i s o g n o di r in n o v a re a tu tte la m a n if e s ta z io n e della mia r i c o n o s c e n z a a n ­ che per iscritto.

In questi giorni ho vo lu to r ile g g e r e u n a a d u n a le ar tistic h e p a g i n e nelle quali s o n o riversa ti i se ntim e nti d i s t a n t i nobili o n o r i e i tesori v e ra m e n te mirabili della v o s t r a p ie tà e g e n e r o ­ sa c a r it à . Mi s o n o se ntito p a r ti c o la r m e n te c o m m o s s o di fronte ai v o s t r i p ro p o siti di p e r p e tu a r e , fin ch é a v r e te f o rz a e vita, il m a g n ifico e vitale a p o s t o l a t o delle v o c a z io n i e la s e m p re più n e c e s s a r ia C ro ciata C a te c h is t ic a , e s t e s a o r a a n c h e a lla c l a s s e la v o r a tr ic e .

S o n o q uesti c e r ta m e n te gli o m a g g i più g ra d iti che voi p o s ­ siate lare al c u o re del n o s t r o S a n to F o n d a t o r e e i più v a n t a g ­ gio si alla s a l v e z z a delle anime.

D evo a g g i u n g e r e che la mia a m m ir a z io n e c r e b b e a mille d o p p i , a llo rch é e bbi la g io ia d ’i n a u g u ra r e e visita r e la m a g n i ­ fica M o stra C a te c h is t ic a . Il m a teria le p r e z i o s o in e s s a d ili g e n ­ te m e n te r ac co lto e a rti s tic a m e n te d i s p o s t o te stific a e l o q u e n t e ­ m e nte dello zelo c h e in fiam m ò i cuori v o stri e c h e voi av e te s a p u to tanlo e ff ica ce m en te in fo n d e r e nei cuori delle v o s tr e a l u n ­ ne. Voglia il Cielo c o n s e r v a r e e a c c r e s c e r e in voi tu tte così m irabile slancio di c a r ità o p e r o s a e r ic c a di sacrifizi.

M eulre p e rta n to r in n o v o a Lei, R e v e r e n d i s s im a M a d r e S u p e ­ riora , alle R . R . M a dri del C o n s ig lio G e n e ra liz io , e alle R . R . Ispettrici e Direttrici, a tutte le S u o r e , alle E x-allieve e d Allieve la t e s tim o n ia n z a della m ia p r o f o n d a g r a ti tu d in e , in v o c o l ' a b ­ b o n d a n z a delle b e n e d iz io n i sulle v o s t r e r iso lu z io n i e sul v a ­ s ti s s im o c a m p o del v o s tr o a p o s t o l a t o .

P r e g h e r ò e farò p r e g a r e n o n s o lo a ta le s c o p o , ma a n c h e p e r c h é vi m a n te n ia te se re n e e f id u c i o s e in q u e s te ore di p r o v a .

N iente vi turbi: in alto i cuori. M a, m e ntre v iv rete fidenti

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tra le b ra c c ia d e lla D iv in a P r o v v i d e n z a , p r e p a r a te v i , p e r c h è le m è ssi che b io n d e g g i a n o mai f u ro n o così a b b o n d a n t i . P r e g a t e , p r e g a t e m olto il S ig n o r e d ella m è s s e , a c c i o c c h é v o g l i a molti­

plic are le b r a c c ia e r e n d e r le e ff ica ce m en te g a g l ia r d e .

I n v o c a n d o su! v o s tr o ta n to c a ro Istitu to, su tu tte le S u o re ed a l u n n e e sulle v o s tr e attiv ità le b e n e d iz io n i di D io, lo s g u a r ­ d o m a te r n o di M a ria A usiliatrice e la p r o t e z i o n e c o s t a n t e di S. G io v a n n i B o s c o e della B e a t a M a ria M a z z a r e l l o , mi p ro f e s s o

vostro obbl.m o in G. e M.

firm ato: Sac. PIETRO RICALDONE

D opo questa lettura sorgerà sicuram ente spontaneo n e ll’a n i­

mo di tutte noi un sentim ento di rinnovata riconoscenza al S i­

gnore che ci abbia d a ti Superiori così p a tern i e così in teressa ti al nostro bene. M a questo sentim ento sia accom pagnato dalla preghiera p iù fe r v id a e dal rinnovato p ro p o sito d i e sse re p iù attaccate a g li insegnam enti ed a g li esem pi che ci vengono da loro, affinchè E ssi abbiano ognora a confortarsi nei n o stri p o ­

veri s fo r z i e a sentirci fig lie fed elissim e del com une Padre D on B osco Santo.

Maria S a n tissim a A usiliatrice ci benedica tu tte e ci aiuti a essere, calme, p ru d en ti e fid u c io se nel Suo aiuto e nella Sua p ro tezio n e. D a p a rte nostra sfo rzia m o ci p e r essere tali e p re­

ghia m o m olto p e r implorare la divina m isericordia.

Vi saluto d i cuore anche per le altre Superiore e vi sono

aff.ma sorella Suor LINDA L U C O T T I

P . S. — Era già pron ta la presente, quando giunse la venerata lettera del Rev.mo Signor Don Ricaldone, recante le disposizioni in essa contenute.

Adoriam o in tutto e sem pre la santa Volontà di D io, siam o rico­

noscentissime al nostro Ven.mo Superiore e P adre del prezioso interessamento che ha sem pre p e r noi e perm ettete che m i racco­

mandi caldamente alle vostre preghiere p e r ottenere g li aiuti e le g ra zie che m i sono necessarie a ll’adempimento di un dovere im­

mensamente superiore alla mia insufficienza e miseria. Il Cuore SS.

di Gesù, la nostra cara Mamma Celeste M aria SS. Ausiliatrice ed i nostri Santi suppliscano a tutto e siano con noi sem pre! E voi accontentatevi del desiderio sincero che ho di esservi utile in quel che so e p o sso , secondo lo spirito del nostro diletto Istituto.

M i ripeto vostra ' aff.ma sorella

Suor Linda Lucotti

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Is t i t u t o « Fi g l i e Ma r ia Au s i l i a t r i c e » (Fondato da S. Giov. Bosco)

Casanova, 2 4 ottobre 1943

Carissime,

era g ià pronta la solita circolare, quando una decisione suggerita dai tem pi che attraversiam o m i f a venire a vo i con u n ’altra com unicazione. Eccovela: date le particolari circostanze attuali, dietro anche il sapiente consiglio e l’esem pio dei R e v .m i Superiori Salesiani, che in tutto ci sono sem pre di patern a g u id a , di sostegno e di conforto, si è stabilito che due Superiore del Consiglio G eneralizio, e precisam ente la Vicaria Generale M adre Elvira R iz z i e la Consigliera M adre A ngela Vespa, si stabili­

scano a R o m a , Via D alm azia, 12, p e r il m om ento che attraver­

siam o e vi rim angano fin c h é ce ne sarà bisogno. Così le Ispet­

trici, D irettrici e Suore che non potessero presentem ente o in seguito comunicare qui, potranno f a r centro a d esse, averne consiglio ed aiuto e dare e ricevere le tanto desiderate notizie d i fa m ig lia .

La R e v . M adre Elvira, date appunto le circostanze eccezio­

nali, rim ane investita di tu tti i p o te ri della M adre Generale e del suo Consiglio, perciò la sua parola e le sue disposizioni, prese in pieno accordo con la R ev. M adre A n g ela , hanno lo stesso valore di quelle che vi darebbe la so tto scritta se lo p o ­ tesse fa r e ; tanto p iù che, trovandosi pure a R o m a il P refetto Generale R e v.m o Sig. D on B erruti con due C onsiglieri del Ca­

p ito lo , p o trà avere d a i m edesim i quel consiglio e q u e ll’aiuto che le circostanze richiederanno.

R ingraziam o ancora una volta il Signore p er tutto l ’appog­

g io , la sicurezza m orale, l’ indirizzo che in og n i occasione ci viene dai R e v .d i Superiori e, in m odo tu tto diretto e speciale^

dal Ven.m o Superiore, sem pre p iù vero nostro P adre.

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Sono certa che sarete g ra te al Signore d i questa disposi­

zione che vi dice tutto il desiderio, tutto lo sfo rzo , m algrado le difficoltà e i pericoli d e ll’ora attuale, di m antenere p e r quanto è possibile efficiente e viva quella bella unità fa m ilia re che è tutta la nostra fo r z a .

Teniam oci unite nella preghiera, anche al d i là d i og n i bar­

riera, unite nello spirito di totale dedizione alla n ostra santa vocazione, unite nel costante amore delle nostre sante C ostitu­

zio n i e nelle p o ssib ili opere di a p ostolato e di bene.

A bbandoniam oci in Dio senza turbam ento, p u r f r a le oscu­

rità e le incognite d e ll’ora presente: le Sue Braccia paterne sono l ’asilo più sicuro ove attendere con filia le sicurezza l ’im ­ mancabile ora della Sua m isericordia.

Sentitem i vicina con le altre Superiore che sono qui con me, preghiam o a vicenda e Maria Santissim a A usiliatrice benedica

tutte con la vostra

aff.m a M adre Suor LINDA L U C O T T I

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I s t i t u t o F i g l i e M a r i a A u s i l i a t r i c e

Opera S. G. Bosco

N. 270 Casanova, 24 ottobre 1943

C arissim e,

sento il bisogno ed il dovere d i fa r g iungere a tu tte il mio vivo ringraziam ento p e r la devota dim ostrazione d i attaccam ento a ll’Istitu to che avete voluto e saputo darm i con le vostre con­

fo rtevo lissim e lettere, venutem i in seguito alle com unicazioni del Ven.m o nostro Superiore e Padre. E sse hanno m a n ifesta to una volta di p iù lo spirito d i fe d e che vive nell’ Istitu to , la religiosità da cui siete anim ate e le disp o sizio n i sante che sono in ciascuna di voi. D i tutto siano rese g ra zie al Signore, m entre, con tutte le Superiore, dopo che a l B uon D io, alla nostra Celeste Madre e ai n o stri S anti, ci affidiam o alla vostra preghiera, che cosi generosam ente ci avete assicurata.

M i è sta to pure di sensibile conforto il constatare come tutte avete saputo apprezzare V interessam ento p aterno dello stesso nostro Ven.mo Superiore e P adre. A nche in questa circostanza, E g li ci ha fa tto sentire quanto veram ente segua il nostro Isti­

tuto e com e lo consideri in realtà una sola e d unica Fam iglia con quella Salesiana. Il nostro S a n to F ondatore e la nostra B eata, ai Q uali sta va tanto a cuore questa p erennità di unione, Gli dicano tutta la nostra sem pre p iù /d ia le e devota riconoscenza.

N o n ho m inore m otivo d i ringraziarvi e d i confortarm i di­

n a n zi ai vo stri gen ero si p ro p o siti d i attenervi pienam ente al program m a tracciatoci, con tanta bontà, dal Venerato Superiore.

Ciò varrà a cem entare sem pre p iù quella bella unità d i spiriti che è la gloria p iù cara del nostro Istitu to , a rispondere sempre m eglio alla nostra santa vocazione e a dare al Signore una non dubbia prova del nostro amore.

N o n m i rim ane perciò che esortarvi a voler accrescere sempre più quello spirito d i fe d e , di cui avete dato p ro va , e a lasciarvi in tatto e sem pre guidare da esso.

I ricordi dei sa n ti E sercizi ci spronano precisam ente a questo, ed è questo spirito una caratteristica speciale e una tradizione vissuta nell’ Istitu to . Il nostro S a nto F ondatore ce ne ha lasciato il più lum inoso esem pio, e i su o i Successori ne hanno sem pre f a tto tem a di p a te rn i richiam i; il Servo di D io D on Michele

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Rita e il com pianto S ig n o r D on A lbera, a d esem pio, fa n n o della vita di fe d e il so g g e tto di una loro m agnifica circolare.

Spirito d i fe d e , dunque, e vivo spirito d i fe d e !

E p e r non restare nel vago, vediam o di concretarlo n ell’a ­ dempimento sem pre più fedele dei nostri doveri, perchè essi so n o l ’espressione della volontà d i D io p e r noi, e nelle nostre relazioni con le Superiore, con le Consorelle e con le anime a noi affidate: sappiam o vedere in tutte l ’im m agine d i D io, altri L ui stesso che, rispettivam ente, ci trasm ettono la sua volontà o aspettano le m a n ifesta zio n i della nostra carità e del nostro zelo.

P ratichiam o infine lo spirito d i fe d e n ell’accettazione gen erosa e cordiale delle piccole o g ra n d i croci in eren ti alla nostra vita.

A ccogliam ole come una preziosa particella della Croce stessa di N ostro Signore, come un salutare m ezzo di espiazione per noi e p er l ’um anità, intera, come u n ’efficace im plorazione che valga a placare la D ivina G iustizia e come una p ro va concreta del nostro am ore al Signore.

Maria S S . Ausiliatrice aiuti tutte e ciascuna a vivere secondo questo program m a e in questo spirito, e le nostre Case non p o ­ tranno non divenire la com piacenza del Signore, non potranno non attirare quella D ivina M isericordia d i cui abbiam o tanto bisogno.

La nostra Celeste M adre vi ripeta anche, in m aterne benedi­

zioni, it mio g ra zie, mentre g o d o dirm i con il più a ffe ttu o so p ensiero .vostra

aff.ma M adre Suor LIN DA L U C O T T I

Siam o in ottobre, e, in ottobre, tornano le fig liu o le alle Case d i loro educazione, riprendono vita g li O ratori, i C onvitti, g li O rfanotrofi. S ia nostra cura preparare alle fig liu o le un ambiente accogliente, f a tto di ordine, d i p ietà , di serenità. E, poiché nelle nostre Case, si è in m olte a contatto delle g iovani, perm ettetem i, care Sorelle, che vi ricordi di leggere con particolare amore quanto è prescritto dai n o stri R eg o la m en ti sulle R ela zio n i fr a Sorelle, a fin e di anim arci a d una p ien a osservanza di quanto è stabilito, p e r il trionfo del buon esem pio che è una delle g ra n d i nostre forze form ative.

B isogna che noi ci am iam o m olto, carissim e Sorelle; che ci portiam o vicendevolm ente m olta stim a e rispetto, che siam o accondiscendenti, conciliative, e assai com prensive verso le S o ­ relle che vivono al nostro fia n co , nell’insegnam ento o nei lavori più um ili della C asa; bisogna che ci fo rm ia m o l ’abitudine d i sostenere sem pre le nostre Sorelle, e, se è il caso, anche g iu sti­

fic a re , difendere, coprire col m anto della carità quanto d i meno piacevole p o te sse essere sta to rilevato dalle allieve che hanno

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occhi d i A rg o , e sem pre aperti, p e r stu d ia rci e giudicarci.

E sse devono vederci e sentirci fe d e lm e n te unite e costante- m ente tese al conseguim ento d i un solo fin e : la corrispondenza um ile e g enerosa alla nostra sa n ta vo ca zio n e; la loro fo r m a ­ zione religiosa, m orale, intellettuale. T u tto ciò che esce da que­

sta via m aestra, e che in n o i è fr u tto d i una um anità egoista, non ancora ben v in ta, od elevata dalla fo r z a soprannaturale della g ra zia , deve scom parire, affinchè il nostro contatto colle fig liu o le sia, come deve essere, e come è nostro preciso dovere,

sem pre fo rm a tivo .

E poiché la fo rm a zio n e della coscienza delle fig liu o le, la fo rm a zio n e della volontà e del cuore p e r la vita, in una parola, la fo rm a zio n e del loro carattere cristiano è il p iù sacrosanto dei doveri che noi abbiam o d i fr o n te al buon Dio e alle fa m i­

glie, ne consegue che og n i a tto e parola nostra deve essere da noi ben vagliata e im prontata alla p iù dolce e m ansueta carità di N o stro Signore, perchè operi quale stim olo benefico. N è d o b ­ biamo nasconderci o dim enticare che, purtroppo, o g n i esem pio egoisticam ente interessato, o meno che lineare nella g iu stizia e rettitudine, p u ò incidere nei loro cuori non solo im pressioni poco buone, m a anche operare disorientam ento e d eviazioni dannose.

P er scendere a l pratico dirò che, som m am ente nocive potrebbero riuscire certe reticenze o certi biasim i che qualcuna si lasciasse sfu g g ire a carico d i Sorelle a ven ti una qualche autorità sulle fig liu o le ; certi contrordini su g g eriti dalle vedute m eschine o da vanità rin tu zza te ; certi riferim enti inopportuni su f a t t i g u a rd a ti con lente di ingrandim ento. E p o sso n o essere pure d i vero im pedim ento alla form azione retta della loro coscienza le coc­

ciutaggini piccine d i chi volesse sostenere vedute personali, quando una larga indulgenza, u n ’ accondiscendenza um ile, cor­

diale, spontaneam ente affettuosa, darebbe invece alle fig liu o le, em inentem ente intuitive, l ’idea del com e si vive p raticam ente la carità; del come ci s i vu o l bene; del come ci s i tende am ore­

volm ente la m ano, e ci s i aiuta cristianam ente, salesianam ente.

T u tti sappiam o che il personale di una C asa: D irettrice, M aestre, Suore, ognuna, non solo p e r quel che dice o f a , ma p e r quel che vale, agisce in una m aniera differente, m a reale sul cuore e sulla volontà delle fig liu o le . Purtroppo però n o i p en ­ siam o troppo p o co a tu tto ciò: eppure questa è una verità che dovrem m o tener presente il p iù possibile, tradurla a n zi in idea- fo r z a , ai f i n i d i una vigilanza ininterrotta su n o i stesse, e sui n o stri pensieri, onde conservarci, quali dobbiam o essere, anche nel nostro intim o: educatrici cristiane.

Conviene inoltre essere m olto, ma m olto rem issive nelle rela­

zio n i fr a Sorelle; p resta rsi con m olta disinvoltura alle eventuali supplenze o so stitu zio n i, nascondendo delicatam ente il piccolo sacrificio che ci o ffre il sovraccarico im previsto di lavoro, o il

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superam ento d i una veduta personale nella distribuzione d e ll’o­

rario o altro; conviene avere umile concetto delle nostre attività;

non introm ettersi sulla via altrui, non avere vanità o am bizioni di prim eggiare, m a confessare e riconoscere um ilm ente e corag­

g iosam ente, ove sia necessario, i n o stri sbagli, le nostre lim ita­

zio n i anche di fr o n te alle alunne ; portarne serenam ente, ove non po ssa n o essere ovviate, anche le conseguenze ; e inoltre anche assum ere volentieri, p e r amore di carità, g li strascichi d i fa lli delle Sorelle che non devono essere com prom esse.

N on stiam o m ai su l “ chi va là ! „, nè teniam o un contegno sostentilo, tale da togliere la confidenza alle Sorelle. Term inate le nostre ore di scuola o le poche occupazioni che ci sono a ffi­

date, non ritiriam oci nel nostro g uscio, nè scherm iam oci dal donare aitilo a d d ic e n d o a scusa le nostre necessità vere o im­

m aginarie. Con mi procedim ento sim ile n o i potrem m o aggravare Sorelle già troppo affaticate e consacrate ininterrottam ente, senza un filo di respiro, al buon andam ento educativo della Casa. La carità vuole che ognuna fa c c ia sinceram ente, effettivam ente, da­

vanti al giu d izio d ella propria coscienza, e anche un p o ’ a quello delle proprie Sorelle, tutto quello che p u ò .

l ‘allunilo con le allieve in iscuola e fu o r i, m ettiam o volentieri in evidenza le virtù didattiche, i doni di cui sono fo r n ite le nostre Sorelle; approviam o, lodiam o sem pre cordialm ente quanto esse fa n n o ; non crediam o che tu tti i doni siano n o stri o che solo noi abbiamo capacità d i fa r e bene, di vedere nella luce g iu sta . N on lasciam oci vincere dalla dabbenaggine d i predicare a fa tti, se non a parole, che solo n o i p ossediam o il m etodo o fa ccia m o egregiam ente ; oh no! Lodiam o con larghezza d i cuore l'operato altrui tutte le volte che p o ssia m o fa r lo rettam ente e in coscienza; e se, qualche rara volta dovesse cadere so tto il nostro occhio qualcosa di m eno encomiabile, oh, allora, parliam o a viso aperto con la Sorella che, fo r s e inconsideratam ente, ha com m esso lo sbaglio, e, gu a rd a n d o la bene negli occhi, diciam ole la nostra schietta, m a indulgente p arola: la parola benevola, voglio dire, che ristora e lascia ognuna sem pre p iù consapevole della propria responsabilità, e p iù vicina al cuore di tutte.

Prendiam o p e r norm a di agire ognora con sem plicità e ret­

titudine, e d i non dire m ai, quando la p erso n a interessata è assente, quello che non avrem m o coraggio o che sarebbe m an­

canza di p rudenza e rispetto dire in sua p resen za .

Con l ’augurio di un santo anno scolastico ricco di virtù e di m eriti p er il Cielo m i p ro fesso

aff.m a Sorella Suor A N G E LA VESPA

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I s t i t u t o F i q l i e M a r i a A u s i l i a t r i c e N. 271

Opera S. G . Bosco Casanova, 2 4 novembre 1943

C arissim e,

a n zitu tto sento il vivo bisogno d i f a r g iungere a tu tte il più sentito ringraziam ento p e r la dim ostrazione f iliale che, nella vostra bontà, avete voluto dare, nella mia povera p erso n a , a tutte le Superiore nella f e s ta d i S . Erm elinda. Il vostro a ffe t­

tuoso attaccam ento m anifestato n eg li auguri, nelle p rezio se pre­

ghiere e nelle generose offerte, tanto più apprezzate perchè fr u tto di veri sacrifici, ha detto a me ed a tutte, ancora una volta, il buono spirito che vi anim a, e ci è stato di vero conforto f r a le m olte pene e preoccupazioni d i questi tristi tempi.

A lla mia volta, anche a nom e delle Superiore, v i ricambio di cuore, anticipandovi i p iù sa n ti auguri p er il N atale. É vero che nei tem pi dolorosissim i che attraversiam o la parola augurio sem bra un controsenso, ma n o i ci auguriam o le divine gra zie e le divine benedizioni, quelle d i cui abbiam o bisogno, p e r accet­

tare generosam ente le prove e fa rle servire alla nostra sa n tifi­

cazione e al bene delle anime che il Signore ci affida.

So n o p o i lieta d i p o te rv i com unicare che le nostre carissim e M. Elvira e M. A n g ela sono arrivate bene a R o m a e, nonostante l'in terru zio n e delle com unicazioni, hanno trovato m odo d i fa r c i g iungere loro buone notizie. R in g ra zia m o n e il Signore e conti­

nuiam o a seguirle con la preghiera. Scrivevano anche che sa­

rebbero andate a rappresentarci presso la venerata Salm a del­

l ’E m .m o com pianto nostro Cardinale P ro tetto re, Card. Vincenzo La P um a, deceduto, come sapete, in R o m a il 4 p . p . , e avreb­

bero partecipato ai fu n e ra li, rappresentando così /’ Istitu to intero.

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N oi, uniam oci d i qui, con la preghiera d i su ffra g io p e r l ’Emi- nentissim o Principe, tanto benevolo al nostro Istitu to , e dicia­

m ogli la n o stra riconoscenza p e r quanto ha fa t t o p e r n o i con l’ invocare alla sua A nim a benedetta l ’eterna fe lic ità in D io.

Le ore dolorose che attraversiam o ci spronino a d u n ’osser­

vanza sem pre p iù esem plare delle nostre sante C ostituzioni, ben persuase che solo con la pratica di una vita veram ente santa a gli occhi del Signore potra n n o esse rg li g ra d ite le nostre p re­

ghiere e le offerte dei n o stri piccoli e g ra n d i sacrifici.

Infine, aum entiam o la nostra fid u cia nella D ivina P rovvidenza e non perdiam o la calm a e la serenità anche nei m om enti p iù tristi: M aria Santissim a Ausiliatrice ed i n o stri S a n ti interce­

deranno p e r n o i e ci aiuteranno in tu tti g li eventi; affidiam oci alla Loro p o ten te p ro tezio n e e preghiam oli d i cuore.

E d ora ho il g ra n d e piacere d i unire a queste sem plici esor­

ta zio n i il tesoro p rezio so della bellissim a m editazione f a t t a dal V eneratissim o nostro Superiore e P adre, il S ig n o r Don R ical- done, alla C om unità di Casanova il 2 9 u. s.

E gli, in quel g iorno, si è davvero p ro d ig a to con patern a larghezza, fa c e n d o c i sentire, ancora una volta, con quale inte­

resse di P adre ci segua. A l m attino ci regalò la celebrazione del S . Sacrificio e l ’unita m ed ita zio n e; nel pom eriggio altra preziosa conferenza diretta, in m odo particolare, alle n o vizie; e p o i trattenne in una non breve adunanza, satura d i p rezio si consigli, indirizzi, direttive, Superiore e Ispettrici. Tale aum ento di benefici aum enti, d i p a ri p a sso , anche la nostra sem pre più grande e fa ttiv a riconoscenza.

Accogliam o tutte, con venerazione filiale, la parola del Ve­

neratissim a Superiore, m editiam ola e cerchiamo di renderla fru ttu o sa p er l ’anim a nostra.

Prim a d i chiudere non p o sso non rivolgere un pensiero alla nostra B eata d i cui il 2 0 p . p . ricorse il quinto anniversario di Beatificazione. Sono sicura che a nessuna sarà p a ssa ta inos­

servata la ricorrenza; ma vediam o di intensificare preghiere e suppliche per affrettare l ’ora della piena glorificazione della nostra Madre.

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R in n o va n d o vi il g ra zie più affettuoso p e r tutto e ripetendovi il mio più cordiale ricambio di sa lu ti e preghiere, g o d o dirm i con effusione di cuore vostra ■

aff.m a Madre Suor LINDA L U C O T T I

P . S. — N el ricordo sem pre più vivo della nostra com pianta Madre, sono a invitarvi caldam ente a volere con filiale sollecitudine scrivere e mandare qui al Centro, indirizzando alla Segretaria G enerale Rev. M- C lelia G enghini, quelle care m em orie che ognu­

na con servasse della ste ssa Ven.ma M adre Vaschetti, specialm ente quegli ep isod i, quei tratti, q u elle parole che m eglio ne rivelano la cara figura. Vi invito anche a mandare le lettere (originali o copie) che aveste di lei, desiderando farne, com e ha detto il Ven.mo Superiore, una preziosa raccolta.

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I S T I T U T O F I G L IE M A R I A A U S I L I A T R I C E N. 272

Opera S. G. Bosco Casanova, 2 4 dicembre 1943

C arissim e,

ringrazio tu tte e di cuore, non soltanto p e r me m a anche p e r te altre Superiore, dei f iliali auguri na ta lizi che ci avete fa tto giungere, e p iù sentire, con la vostra affettuosa e fe rv o ro sa preghiera. Vi abbiamo ricam biate e vi ricam biam o tanto cor­

dialm ente, invocando p e r tutte e p e r ciascuna da G esù B am bino sem pre m a g g io ri g ra zie e D ivina G razia p e r la santificazione personale e p e r quelle opere d i bene che tu tte, con tanta dedi­

zione, sta te svolgendo.

Ho ora il piacere d i com unicarvi, come tradizionalm ente, la Strenna che il Veneratissim a Superiore e P adre, con p a tern a bontà, ci ha dato p e r il nuovo anno. N o n potrebbe essere p iù conform e ai bisogni del m om ento e più rispondente alle necessità delle anim e nostre e d i tutti, nelle ore tristi che attraversiam o.

Ve la p resento con le stesse sue parole che sono g ià un p r e ­ zioso com m ento e un indirizzo a ben intenderla e pra tica rla :

« Il S ig n o re , nei suoi im p e rsc ru ta b ili d is e g n i, h a p e r m e s s o ch e si m o lt ip lic a s s e r o e a g g r a v a s s e r o a n c o r più i mali che afflig g o n o la p o v e r a u m a n ità . M e n tr e tutto cro lla in to r n o a noi, è g iu n to il m o m e n to di a p p o g g i a r c i e a g g r a p p a r c i alla b a s e s o li d a e in c o n c u s s a della F e d e . A n c h e a noi, travolti dai m a ­ rosi di q u e s to o c e a n o in te m p e s t a , p a r e c h e G e s ù r i v o l g a le sue c o n fo rta n ti p a r o l e : “ Uomini di poca fed e, perchè dubitate?

Confidate, io ho vinto il m ondo „ .

P e r ta n t o , a c c i o c c h é noi p o s s i a m o sentirci c o n fo rta ti e s o s t e ­ nuti sino al te rm in e orm ai p r o s s i m o d ella p r o v a , p r a ti c h e r e m o , d u r a n te il n u o v o a n n o 1944, la s e g u e n te S t r e n n a :

ACCOSTIAMOCI A DIO CON PIENEZZA DI FEDE.

D o b b ia m o a n z itu t to a c c o s ta r c i a D i o : u r g e p e r c iò c h e d i s t a c ­ c h i a m o il c u o r e d a tu tto ciò c h e p o s s a a n c o r a te n erci a t ta c c a ti e d av vinti a q u e s t a m is e r a te r r a : so lo così p o tr e m o a c c o s ta r c i a Lui. M a a D io n o n b a s t a a c c o s t a r s i in m o d o q u a l s i a s i . . . con fede l a n g u i d a e i n o p e ro s a , m a co n f e d e a r d e n te , r ic c a di o p e r e , im p e r la ta di sacrifizi, e p e r c iò c o n p i e n e z z a di fe d e ». (Atti del C a p ito l o S u p e r io r e N. 119).

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Ecco mirabilm ente tracciatoci il program m a p e r il nuovo anno. Vediam o di entrare tutte nello spirito d i questa Strenna e di diffonderlo attorno a noi affinchè questa nostra viva fe d e e quella che saprem o infondere negli altri a ttiri su l m ondo quelle g ra zie dell’onnipotenza divina che tu tti attendiam o e che la fe d e sola può strappare.

G uardiam o a l nostro S a nto F ondatore e P adre che, nelle ore più dolorose della sua vita e f r a le prove cui f a so tto p o sto , non affievolì m enom am ente la sua fe d e , a nzi, proprio allora la fe c e brillare p iù vivida a g li occhi di tutti. Siam o m eno indegne fig lie di tanto P adre! Con questo augurio che fa c c io a me ed a voi per il 1944 che si avanza, g o d o dirm i con sentita e reli­

g io sa affezione vostra

aff.m a Madre Suor LINDA L U C O T T I

In questo approssim arsi del nuovo anno, m i è caro rifarm i alla p reziosa lettera con la quale il nostro Veneratissim a Supe­

riore e P adre ci com unicava la desideratissim a n o tizia della no­

mina della nostra Veneratissim a M adre Generale, e richiamare a tutte uno dei p u n ti del santo program m a che ci proponeva.

Il Ven.m o Superiore, nella sullodata lettera, ci esortava fr a l ’altro a dare il nostro umile contributo nel p r e p a ra re le f o rz e del n o s tr o Istituto a l l ’ im m an e la v o ro di r i c o s t r u z i o n e del diffi­

cile do m a n i ; vediam o perciò d i continuare, con sem pre crescente ferv o re, il lavoro com piuto l ’anno scorso p e r la Crociata “ Pro vocazioni „ e fa re m o opera p rezio sissim a d i g lo ria a D io, di vantaggio alle anime e a ll’istitu to e d i grande conforto alla n o s t r a V e n e r a ti s s i m a e am atissim a M adre.

A tale scopo vi indico alcuni dei m ezzi, la cui pratica diede così consolanti risultati l’anno testé decorso, come lo attestano le relazioni delle diverse Case.

Procurare d i f a r regnare in noi e attorno a n o i la bella virtù della carità m ediante la stim a vicendevole, la dolcezza, le belle maniere con tu tti, specialm ente con le g io va n i che ci avvicinano.

Pratica del Sistem a Preventivo nelle nostre relazioni con le alunne, ex alunne ed oratoriane, fa c e n d o loro gustare la bella vita di fa m ig lia, che è una delle m igliori caratteristiche d e ll’a t­

tuazione d e l Sistem a Preventivo d i Don B osco S anto.

Dare p a rticolare im pulso ed accudire bene le Com pagnie ed A sso c ia zio n i religiose, m em ori che il nostro S anto F ondatore e Padre te considerò sempre quali m e zzi d i fo rm a zio n e dei g io ­ vani alla p ietà e suscitatrici d i buone vocazioni.

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N elle “ buone n o tti „ proporre esempi, citare f a t t i che portino a riflettere sulla scelta dello stato.

Prom uovere la “ G iornata delle V ocazioni „ e chiuderla, dove è possibile, con l ’accadem ia d i circostanza.

N e g li annuali sa g g i catechistici o gare intercalare dialoghi o poesie relativi alla vocazione.

Un altro m ezzo dei più efficaci p e r ottenere buone vocazioni, è quello della cura assidua delle alunne che lasciano il collegio o l ’oratorio, attraverso l' A ssociazione delle E x Allieve.

Infine, il m ezzo che abbraccia tu tti g li altri è la preghiera fa t t a con particolare intenzione d i ottenere dal D ivin Padrone della M èsse E vangelica buone operaie alla sua vigna. L ’inter­

m ediaria sia M aria S a n tissim a a Cui rivolgerem o og n i giorno, con particolare fervore, la santa invocazione: “ P rom uovete le sante vocazioni „.

Che il nuovo anno accenda in tutte un vivo ferv o re p e r que­

sto santo im pegno e seg n i un sensibile p a sso in avanti in un buon reclutam ento di nuove fo r z e p e r il nostro am ato Istituto.

M aria S a n tissim a ci benedica tu tte!

Vostra aff.ma Suor ELVIRA R IZ Z I

D alla Circolare del 2 4 settem bre della nostra Veneratissim a M adre avrete p o tu to rilevare tutta la p aterna com piacenza che il Ven.m o Superiore s i degnò m anifestare p e r la m ostra del

“ Concorso Catechistico S. G iovanni B osco „.

Il p lauso p aterno, m entre è caro prem io p e r il lavoro com ­ p iu to , deve essere sprone efficace p er un crescente fe rv o re di

attività catechistica e di conseguente fo rm a zio n e religiosa della cara gioventù che allieta i nostri Oratori.

L a tristezza dei tem pi, le difficoltà d e ll’ora p resen te, anziché arrestare o com unque ritardare il nostro lavoro, devono fa r c i sentire più che m ai urgente il bisogno d i giungere alle anime.

Se la dolorosa necessità dello sfollam ento ha reso quasi deserti alcuni n o stri centri, ha aperto, però, alla nostra attività nuovi cam pi di lavoro. P oniam oci quindi a ll’opera con p a rtico ­ lare fe rv o re , p e r p o te r giungere, con l ’aiuto del buon D io, al m assim o numero di anim e, onde prepararle, attraverso a una so d a fo rm a zio n e religiosa, ai doveri e alle responsabilità del nuovo dom ani.

P alestra di questa form azione è l’O ratorio F estivo ; m ezzo infallibile / ’ insegnam ento catechistico.

N o n dobbiam o m ai dim enticare che fin e principale degli O ratori Festivi f u , nella m ente e nella p ratica del nostro Santo

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Fondatore, la form azione cristiana della gioventù. P er questo Egli li chiam ò “ O ratori „, luogo che ha la caratteristica d ell’o­

razione, d e l raccoglim ento, d e ll’istruzione religiosa, che sono te basi necessarie della nostra vita cristiana. I divertim enti, le recite, le ricreazioni a n im a te , le lotterie, e c c ., sono soltanto m e zzi per ra ggiungere il fin e : “ imparare a vivere cristianam ente,,.

N e l su o “ R egolam ento d e ll’ O ratorio F estivo „ S . G iovanni Bosco scrisse: “ Entrando un g iovane in questo O ratorio, deve p ersuadersi che questo è luogo d i religione in cui s i desidera fare dei b u oni cristiani e degli onesti cittadini „.

A quale trem enda responsabilità, quindi, andrem m o incontro se, dim enticando la fin a lità precipua dell’ O ratorio, lo riducessim o a un sem plice luogo di d iv e rtim e n to . . . « Chi ciò f a c e s s e , scrive il Veneratissim a S ig n o r D on R icaldone nel suo aureo libro

“ Oratorio F estivo , Catechism o, Form azione religiosa „ , non solo si a l l o n t a n e r e b b e dalla via s a p ie n t e m e n te t r a c c i a t a dal n o s tr o S anto F o n d a t o r e , m a t r a d i r e b b e le fam iglie e gli alu n n i, e fini­

r e b b e col v e d e r e ro v in ata l’o p e r a affidatagli dai S u p e r io ri, p e r c h è il S i g n o r e n o n p u ò b e n e d ir e i viola tori d ello sp irito del P a d r e » .

Dio non p e rm e tta m ai, p e r nessuno dei nostri O ratori una simile d isg ra zia !

Il fe r v o r e d i lavoro catechistico che negli anni sco rsi diede tanti c o n so la n ti risultati deve continuare a intensificarsi sempre più anche se m anca, q u est’anno, lo stim olo esteriore di un Con­

corso C atechistico N a zionale, perchè rim ane sempre vivo, og g i più che m ai, il bisogno di una p ro fo n d a istruzione religiosa della gioventù, la necessità di u n ’azione di preservazione e di difesa di tante care anim e dalle fu n e s te conseguenze d e ll’errore, un serio e illum inato lavoro d i fo rm a zio n e religiosa e morale delle coscienze. A tu tto ciò non s i p o trà g iungere che attraverso una p ro fo n d a , a ssid u a e conveniente istruzione catechistica.

Oh, se i n o stri O ratori sapessero dare alla Chiesa e alla Patria g io v a n e tte praticam ente consapevoli dei loro doveri di cristiane, c o sta n ti contro g li allettam enti del m ondo, invincibili nella lotta contro le p a ssio n i, disposte a tutto sacrificare p u r di conservare in ta tta la loro fe d e e illibata la loro coscienza, come ci sentirem m o ripagate ad usura degli im m anchevoli sacrifici che l Oratorio richiede da chi attende ad esso con cuore e con zelo!

Ci aiuti il n o stro buon P adre D on B osco a penetrare sem pre meglio lo sp irito che l ’anim ò nell’ istituzione di u n ’Opera tanto provvidenziale, e s i degni com unicarci la fia m m a del suo ardore apostolico p e r la salvezza delle anim e!

Vostra aff.ma

Suor CAROLINA N O V A S C O N I

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Is t i t u t o Fi g l i e Ma r i a Au s i l i a t r i c e O p e r a S . G . B o s c o

N. 273 Casanova, 2 4 gennaio 1944.

Carissim e,

sono da p o co trascorse le sa n te Feste N atalizie ed io sono sicura che nessuna d i noi le avrà lasciate passare sen za aver fa tto i s u o i p ro p o siti p a rtico la ri d i rinnovam ento spirituale p er una p iù fe r v o r o s a ascesa verso la sa n tità . Veramente è proprio dello spirito della Chiesa che le F este liturgiche servano, non solo a com m em orare i D ivin i M isteri che s i celebrano, m a a rinnovare le anim e e a renderle sem pre p iù sim ili a N o stro w re , specialm ente con l im ita zio n e delle virtù che più riful- o nei M isteri com m em orati e celebrati.

I tem pi tristi che viviam o e il lavoro di ricostruzione che ci attende, quando la pace so sp ira tissim a avrà confortato tu tti i cuori, ci debbono, altresì, spronare alla sa ntità, persuase, come dobbiamo essere, che solo con la b o ntà e la sa n tità potrem o fa r e alle anime il bene che il S ig n o re vuole e attende da noi, p e r coope­

rare a ll’avvento del Suo regno d i p a ce e d i am ore in tu tti i cuori.

A nim o, adunque, e co sta n za nella p ratica dei nostri buoni propositi.

E p e r venire a qualche cosa di concreto, ricordiam o che condizione indispensabile p e r l ’acquisto della nostra santità religiosa e salesiana e per fa r e il bene alle anime a n o i affidate è la pratica d ell’arm onia e dell'unione dei cuori e degli spiriti nelle nostre care Comunità.

Unione prim a d i tutto col capo d i casa, con la D irettrice che il Signore ha m esso a g u id a della nostra fa m ig lia religiosa.

Ella è il cuore e il centro da cui tu tte devono m uovere e a cui tutte debbono convergere. Come dicono le C ostituzioni e il M anuale, ella è la responsabile di tutto l ’andam ento religioso, morale ed educativo delle Suore e delle alunne, interne èd* esterne. O gnuna, quindi, deve fa c ilita rn e il com pito, e com por­

tarsi in m odo che abbia la p ie n a aureola d e ll’autorità, la po ssa esercitare senza ostacoli e siano risp etta ti e seg u iti cordialm ente i desideri e g li ordini suoi, che saranno, certo, in conform ità

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dei n o stri R egolam enti. E non si esiti a f a r vedere chiaram ente che si ha q u e st’adesione cordiale a ll'autorità costituita, perchè ciò è conform e alla Volontà di D io, d i buon esempio vicende­

vole e fa v o risc e la stim a d i chi s i m ostra così aderente alla propria Superiora.

La D irettrice, da parte sua, sostenga le proprie dipendenti, ne fa v o risc a l ’arm onia e il buon accordo, s ’interessi di tutto ciò che le riguarda, le aiuti a superare le d iffico ltà inerenti a ll’u f­

ficio d i ognuna, preveda e predisponga con precisione anche i m inuti particolari dell’andam ento della casa, perchè non avven­

g a n o equivoci e tutte sappiano quel che debbono fa r e e come 10 debbono compiere.

Veda, inoltre, la D irettrice d i valersi delle a ttitu d in i ed abilità delle sue a iutanti e Consorelle, abbia e m o stri loro fid u ­ cia, ne rispetti le attribuzioni particolari, ma tenga la direzione di tutto perchè nella casa vi sia unità d ’indirizzo.

R accom andi in particolare e in generale la cordiale e santa dilezione, il com patim ento vicendevole, la stim a reciproca, ed anim i sempre alla confidenza. Faccia insom m a che ognuna si senta membro attivo e fa ttiv o della nostra bella fa m ig lia reli­

g io sa salesiana.

Così vivendo ed operando da tutte le Suore, le nostre C om u­

nità saranno delle vere B efanie, ove Gesù troverà le sue com ­ piacenze, vi stabilirà la sua dim ora e ove le anime a noi affi­

date si fo rm era n n o alla vera vita cristiana e in m olte sboccerà 11 bel fio re della vocazione religiosa.

S. Francesco d i Sales e il nostro Santo Fondatore e Padre Don B osco ci ottengano, nelle loro prossim e fe s te , la g ra zia d i p o te r praticare i n o stri sa n ti propositi.

Con q u e s t’augurio vi saluto di cuore anche p e r le M adri nostre vicine e lontane e vi sono

aff.m a M adre Suor LINDA L U C O T T I

P er finire l ’argom ento sulle relazioni f r a Sorelle, e in con­

fo rm ità di quanto raccom anda la nostra V eneratissim a M adre, nella presente circolare, dirò che, essendo la D irettrice diretta- m ente responsabile della fo rm a zio n e morale e religiosa delle ra g a zze, il cuore palpitante e l ’occhio sem pre vigile della casa, le insegnanti e le a ssisten ti devono coadiuvarla affettuosam ente nel suo im portante lavoro, vivendo, con generosità, la propria Consacrazione alla Santissim a Vergine e al caro Istitu to . E la prim a virtù ad esse necessaria è la docile sottom issione, e

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l ’um iltà che eseguisce serenam ente, con g ioia. È vero, a volte è necessario, a n zi doveroso, f a r conoscere alla D irettrice le ne­

cessità di ordine culturale e disciplinare riguardanti il p rofitto delle allieve o il buon andam ento della casa: m a ciò deve essere fa tto con linguaggio sem plice, sebbene schietto, avendo di mira soltanto l ’osservanza del R egolam ento e il m antenim ento dello spirito d i fa m ig lia .

S i espone il proprio pensiero e sentim ento con grande sem ­ plicità, p o i si abbraccia la decisione presa in com une, oppure la indicazione avuta, come l 'espressione della Volontà di Dio in “ ubbidienza d i volontà e di g iu d izio „ come dicono le nostre C ostituzioni, nella certezza che là, ove sboccia il sacrificio della rinuncia è presente il buon Dio con la Sua luce e il Suo am ore.

E come noi tutte desideriam o trovare nella D irettrice la carità affettuosa e la sollecitudine che il Santo F ondatore aveva p e r i suoi, così dobbiamo sfo rza rci di acquistare e coltivare le virtù che risplendettero in quei prim i su o i fig li, onde trovare nella Superiora la tenerezza della M adre.

Voglia la M adonna preservarci d a l pericolo che sia accettata nelle nostre case qualche vanitosetta con idee troppo m oderne sulle virtù cristiane, o con una fo rm a zio n e errata, acquistata in certe scuole ove si coltiva troppo lo spirito di critica a danno del buon senso. Tenga E ssa lontana dai n o stri am bienti Sorelle che, nel disim pegno delle proprie attribuzioni, s i perm ettono disapprovare piano e fo rte raccom andazioni e ordini avuti, insi­

nuando che la D irettrice, a nziana p er età, non p u ò comprendere la gioventù nuova, le idee nuove, le esigenze nuove e che, d ’al­

tronde, non potendo essa essere sem pre presente non conosce, non p u ò conoscere. La Direttrice gio va n e? oh, essa è senza e sp e rie n za !. . . E così s i vive col cuore chiuso, non si ha fiducia, ci si sottrae ad o g n i dipendenza, e p o i si giustifica la propria condotta afferm ando d i aver bisogno di una fo rm a zio n e spiri­

tuale che com prenda m eglio; d ifa tti, si dice, come s i p u ò lavo­

rare quando non s i è com presi, quando si devono subire tante lim itazioni e ristrettezze di R egolam enti, di relazioni scam bievoli, di indulgente sopportazione di caratteri?

Care Sorelle, guardiam oci bene da s ifa tti d ife tti; ricordiamo la nostra B eata, le m olte nostre Sorelle che ci hanno dato esem pio mirabile di so tto m issio n e, d i um iltà generosa, semplice, serena, e di m olto spirito d i fe d e . N o i siam o certam ente sopra una via fa ls a quando, so fistica n d o , tentiam o sottrarci a quello che è lo spirito n ostro: sem plicità um ile, ubbidienza a tutta prova, m ortificazione serena, allegria com unicativa.

Come potrem m o attendere a l grande dovere della fo rm a zio n e

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cristiana delle fig liu o le se noi, p e r le prim e, non sappiam o vivere in unione di sen tim e n ti e di pensieri con le nostre Superiore e Sorelle, in ispirito di adattam ento generoso al carattere altrui, rintuzzando il troppo um ano che vive ancora in noi? Se non vogliam o accogliere nessuna o sserv a zio n e ?

Dice il Lam bruschini: “ L ’educatore non p u ò suscitare la nuova vita di cui Gesù Cristo parla va a N icodem o, se prim a l ’alito di Dio non l ’abbia ispirata e nutrita in lui stesso „. N o n lasciam oci vincere da im pressioni e fa n ta stich erie vane: la via cristiana della fo rm a zio n e altrui è prop o rzio n a ta a ll’adesione intim a che noi diam o a D io ed alla nostra condiscendenza al­

l ’invito delle nostre Superiore e dei n o stri R egolam enti. N o i in questi R egolam enti, non dobbiam o scoprire nulla di nuovo, ma sem plicem ente dobbiam o accettare lo spirito, am arli e praticarli.

Evitiam o d i essere nel numero di quelle che, col p retesto di evitarsi noie, sfu g g o n o g l ’incontri con le Sorelle nelle ricreazioni e altrove, p er non aver occasione d i discutere; d i quelle che si isolano insom m a e intanto vengono a creare in casa, un am biente di fr e d d e z z a contrario allo spirito d i fa m ig lia , un am biente ove può insinuarsi il serpe d e ll’egoism o : “ ognuno p e r sè „. Cerchia­

mo, care Sorelle, che il nostro g iu d izio interiore sia il p iù p o s ­ sibile conform e alla carità, ed esprim iam olo questo nostro p e n ­ siero f a tto di fiducia e d i chiarezza alle Sorelle o g n i qual volta lo spirito d i fa m ig lia lo richiede; m a esprim iam olo con linguag­

g io umile, conciliativo, condiscendente fin dove è possibile : saranno sven ta ti così m o lti equivoci, e risparm ierem o alle Sorelle Ir dolorose sorprese di sentire, a volte, esporre da te rzi le p ro ­ prie deficienze. Lavoriam o il nostro solco con fe d e ltà e con

m olto rispetto verso le attribuzioni altrui: siam o delicate e prudenti.

E se qualche volta stim iam o essere un bene saper tacere e attendere l'ora d i D io, allora ricordiam o la sa g g ia norm a che ci dà la nostra B ea ta :S i edifica più tacendo e operando, che predicando sen za o p e r a r e ... N on am bite di essere preferite, disprezzate a n zi tali sciocchezze; siate le prim e a dim ostrare che il vostro cuore è fa tto solam ente p e r amare il Signore e le creature nel Signore „.

In queste parole è racchiusa una sapienza p ro fo n d a , che raccoglie ed esprime come deve essere la carità che deve re­

gnare nelle relazioni f r a Superiore e Sorelle ai fin i d e ll’educa­

zione e del proprio perfezio n a m en to .

Aff.m a Sorella Suor A N G E LA VESPA

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Is t i t u t o Fi g l i e Ma r i a Au s i l i a t r i c e O p e r a S . G . B o s c o

N. 274

Casanova, 2 4 febbraio 1944.

C arissim e,

siam o entrale da p oco nel caro mese di S . G iuseppe, P atrono della Chiesa Universale, Patrono speciale del nostro caro Istitu to , M odello delle anime che vogliono vivere la vita d i unione con D io, P rotettore delle Fam iglie cristiane e religiose, perchè E g li f u il Capo della F am i­

glia D ivina sulla terra, la Sacra Fam iglia.

Le nostre C ostituzioni art. 8 8 ed il M anuale art. 114 e 2 2 3 ci dicono quel che dobbiam o fa re, nel limite del po ssib ile, p e r onorare questo gra n Santo nel m ese a L u i consacrato.

Il nostro S a nto F ondatore e Padre, la sera del 17 feb b ra io 1864 esortava i su o i g io va n i cosi: « D o m a n i in c o m in c ia il m e s e di S. G iu ­ s e p p e e io d e s id e r o c h e voi tutti vi m ettiate s o tt o la s u a p r o t e z i o n e : se voi lo p r e g h e re te di c u o r e Egli vi o tte r r à q u a l u n q u e g r a z i a sia sp ir itu a le sìa t e m p o r a le d ella q u a l e p o s s i a te a v e r b i s o g n o . F ra le p r a ti c h e di p ie tà in o n o re di q u e s to g ra n P a tr ia r c a , S p o s o di M a ria , P a d r e p u ta tiv o e C u s to d e di G e s ù C r isto , S. T e r e s a m olto r a c c o m a n d a , c o m e efficace a o tte n erci la su a p r o te z io n e , il d e d i c a r e a Lui il m e s e di m a rz o nel q u a l e c a d e la s u a f e s t a . . . S e poi v o le te c h e vi s u g g e r i s c a q u a l c h e c o s a di più, fate q u a l c h e C o m u n io n e p e r q u e ll ’a n im a del P u r g a t o r i o che in vita fu più d e v o t a di S. G iu s e p p e . P o t r e s t e e z ia n d io in v o c a r l o c o n q u a lc h e g ia c u la to r ia . . . ». (v. M. B. voi. VII p a g . 636 e 637).

E nella p refa zio n e che E g li fe c e a d un fa sc ico lo delle L etture C atto­

liche sulla vita d i S. Giuseppe scrisse f r a l'altro: « S. G i u s e p p e a v e v a rice vuto d a D io u n a m is s io n e tu tt a o p p o s t a a q u ella degli A p o s to li : qu es ti a v e v a n o p e r in c a r ic o di far c o n o s c e r e G e s ù ; G i u s e p p e d o v e v a te n erlo c e la to ; quelli d o v e v a n o e s s e r e fiaccole c h e lo m o s t r a s s e r o a!

m o n d o ; questi un velo che lo c o p r i s s e . Q uindi G i u s e p p e n o n e r a p e r s è m a p e r G e s ù . E ra d u n q u e nell’e c o n o m ia d ella D ivina P r o v v i d e n z a che S. G i u s e p p e si m a n t e n e s s e o s c u r o ; . . . tu tta v ia noi a r g o m e n tia m o c h e p e r la g lo ria del su o D iv in o P u p illo , p e r la g lo r ia d ella su a S p o s a ce le ste , d o v e v a G i u s e p p e riunire in s e s te s s o un cu m u lo di g r a z i e e di doni c e le sti.

(27)

S ic c o m e la p e r f e z io n e c r is tia n a c o n s i s t e nel c o m p a r ir e ta n to gran d i d av a n ti a D io q u a n t o più piccoli a v a n ti agli uom in i, S. G iu s e p p e , che p a s s ò la s u a vita nella più umile o s c u r it à si tr o v a in g r a d o di fornire il m o d e llo di q u elle virtù che s o n o il fio re d e lla s a n tità . . . ». (v. M. B.

Voi. V ili p a g . 568)

Dunque, il nostro S a nto Padre D on B osco ci conduce alla scuola di S . Giuseppe. Im pariam o a tale scuola anche la p ratica d e ll’um iltà, d i cui il caro Santo f u m odello insuperabile. E dell’um iltà pratichiam o special- m ente q u ell’aspetto che ci f a prendere bene le osservazioni, sen za attri­

buirle a d incom prensione, a m ancanza d i benevolenza, a interpretazioni inesatte del nostro operare. Tali ripiegam enti d e ll’anim a sono inganni d e ll’ am or proprio o del dem onio che vogliono im pedire il nostro avanza­

m ento spirituale, chiuderci il cuore alla fiducia nei Superiori, lim itare il nostro slancio nel bene e toglierci quella bella sem plicità e quella serena confidenza che, mentre sono le caratteristiche della vera F iglia di Maria Ausiliatrice, sono anche so ste g n i efficaci nel cam m ino della religiosa p erfezio n e. Preghiam o S. Giuseppe a darci la luce e la fo r z a d i cui ab­

biamo bisogno p er im itarlo nella virtù d ell’um iltà che Lo rese tanto accetto al Signore.

A d onore, p o i, di questo gran S a nto che p a ssò tutta la sua vita nel­

l ’umile condizione di operaio, vorrei invitare tutte a darsi con amore e generosità alle opere d i carità che ci s i p resentassero a vantaggio della classe operaia o, com unque, p o vera e disagiata. Sono tante le miserie spirituali, m orali e tem porali del doloroso periodo che attraversiam o -, ebbene quando ci s i presen ta u n ’opera buona da compiere ed è nelle nostre possibilità, com piam ola generosam ente, con la carità stessa di N ostro Signore, e sarem o sicure d i fa r e opera g ra d ita anche al nostro S a nto Padre D on B osco che ebbe sem pre il cuore aperto a tutte le miserie spirituali e temporali.

L ’insegnam ento del catechism o, proprio specialm ente della santa Qua­

resim a, che abbiam o testé incom inciata, ci trovi sem pre pro n te ad impar­

tirlo con il m assim o slancio e con il p iù vivo im pegno ; la diffusione dei fo g lie tti c dei libretti della p rovvidenziale Collana L u x, d estin a ti a fa re un gra n bene; la collaborazione alla m edesim a Collana p e r quelle che ne sono in g ra d o ; la nostra generosa dedizione alle varie fo r m e d i a s­

sistenza al ceto povero ed operaio con le m ense aziendali, le refezio n i scolastiche e p er i poveri, l ’a ssisten za alle fig liu o le negli oratori, nei convitti, ai bim bi d e ll’asilo, anche oltre l ’orario scolastico, ecc. ecc. sono tu tti m e zzi di f a r del bene, d i aiutare chi soffre e di illuminare le anime più bisognose di luce e di conforto.

La Quaresim a è altresì tem po particolare di preghiera e di p en iten za . La S a nta Chiesa, M adre tenera e provvida, anche q u e st’anno ha dispen­

sato dal solito digiuno, p u r lasciando ad ognuno di supplire con altre opere buone. N o i fa cc ia m o m eglio del solito le nostre pratiche religiose,

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