IL MEDICO DELLA LISTA SPECIALE E VISITE DOMICILIARI
DI CONTROLLO DELLO STATO DI SALUTE DEL LAVORATORE.
IL SISTEMA DELLE FASCE DI REPERIBILITÀ
Dr. Egidio Galli∗Vorrei presentare alcuni aspetti della problematica del medico per le liste speciali per le visite domiciliari di controllo ai lavoratori da parte dell’INPS, ai sensi della legge 638 del 1983, modificata e integrata con decreto dell’aprile ’96 e in ultimo del 8/11/2000. Tali liste dei medici di controllo nascevano da un accordo fra Inps e Federazione degli Ordini dei Medici per affrontare le urgenze da una parte dell’Inps di effettuare le visite domiciliari e dall’altra quella di fronteggiare la disoccupazione della pletora dei medici neolaureati.
Anch’io, come quasi tutti entrai a far parte, allora si lavorava una settimana ogni 3 – 4 mesi. Progressivamente man mano che i medici trovavano altri impieghi o attività di lavoro o studio o a causa di incompatibilità con altre attività lavorative comportanti rapporti non solo dipendente ma anche di tipo coordinato e/o continuativo con enti sia pubblici che privati, la lista si sfoltì progressivamente e i turni di convocazione si fecero sempre più frequenti sino a circa una settimana al mese. Finché col decreto del Ministero del Lavoro e Previdenza Sociale del 96 si stabilì una graduatoria per titoli, anzianità e attività svolta per l’Inps.
Oggi sono sei, ad esempio, i medici incaricati nel distretto di Messina, in attività quotidiana, per circa 18 – 21 visite settimanali, nelle fasce orarie di reperibilità 10 – 12 e 17 – 19.
Evidente l’impegno veramente occasionale che era all’Inps, è diventato oggi molto più impegnativo e anche notevolmente vincolante rispetto ad ogni altra attività libero professionale svolta, le limitazioni imposte dalla legge 638 ha praticamente tagliato fuori i medici della lista speciale dalla possibilità di fare guardia medica o sostituzione di specialistica ambulatoriale con acquisizione di
∗ Medico di Controllo Domiciliare Lavoratori INPS, Messina
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relativi punteggi tenendo conto che sono concessi solo 60 giorni di assenza dal lavoro, nei quali dovrebbero rientrare ferie, malattie, assenze per convegni, concorsi, aggiornamento, specializzazione e per motivi personali vari, pena l’esclusione dalla lista e quindi la perdita del lavoro, che dopo tanti anni e con questi limiti è diventato per molti la fonte di reddito principale se non esclusiva.
A fronte di tanto impegno e restrizioni, tuttavia la legge mantiene lo status di medico fiduciario dell’Inps su rapporto totalmente libero professionale, retribuito forfetariamente in base al numero di visite svolte senza alcuna forma di tutela sociale; non è riconosciuto in alcun modo il ruolo specifico del medico di controllo, un medico che non ha un passato, in quanto gli anni trascorsi facendo questo lavoro non danno esito ad alcun titolo o diritto, per cui praticamente potremmo essere “sfiduciati” dall’Inps da un giorno all’altro; è in ugual misura un medico che non ha un futuro, in quanto al lavoro svolto, l’esperienza, la competenza specifica sviluppata non conferisce nessuna forma non dico di carriera ma neanche di gratificazione o sicurezza per il futuro.
Mentre i colleghi delle guardie o della medicina dei servizi, aventi inizialmente uno status lavorativo simile al nostro, sono tutti ormai integrati nel sistema sanitario delle Asl, l’Inps continua a considerarci degli elementi estranei alla sua struttura, nonostante il ruolo svolto sia indispensabile per la gestione della previdenza sociale, la prevenzione e il controllo degli abusi e quindi con un notevole ritorno economico per le casse dell’Istituto. Si tenga anche conto che si tratta di un’attività al quanto usurante, ad esempio i 6 medici (ultra quarantenni) del distretto di Messina devono coprire un territorio molto vasto comprendente i comuni di Messina, Villafranca, Rometta, Scaletta, Alì Terme, Alì, Itala, Furci, Fiumedenisi, Mandanici, Nizza di Sicilia, Pagliara, Roccalumera, con tutte le relative frazione, villaggi e contrade che si può immaginare. Ci scontriamo quotidianamente con le assurdità della toponomastica, gli indirizzi errati e incompleti, possiamo fiscalizzare il funzionario nei quartieri residenziali ma molto più spesso ci rechiamo in quartieri periferici degradati dove ai “normali” problemi della viabilità, del parcheggio o delle multe, del tempo insufficiente, incontriamo il rischio di incidenti, scippi, aggressioni da persone o animali, per non dire del continuo venire a contatto con malati, affetti da malattie infettive e contagiose.
Da qui nasce l’assoluto paradosso del medico di controllo domiciliare:
verifica e sorveglio per conto dell’Inps, l’applicazione corretta del giusto diritto di
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quei lavoratori in corso di malattia o infortunio, ma egli stesso non vede riconosciuto dall’Istituto il diritto alla malattia, all’indennità in corso di infortunio, alle ferie retribuite, alla pensione ecc. ecc. senza garantire almeno una copertura assicurativa quantomeno per i rischi, danni o patologie conseguenti all’esercizio del compito attribuitogli.
Se in un prossimo decreto legge la lista speciale fosse abolita o venissero inseriti altri criteri oppure i posti messi a concorso, magari con priorità per i medici specialisti in Medicina Legale o del Lavoro, noi potremmo essere messi da parte non avendo acquisito col lavoro svolto né titoli né punteggio o diritti, potendo così perdere il lavoro per il quale abbiamo rinunciato ad altre opportunità.
In questi senso è nostro desiderio poter svolgere dei corsi di aggiornamento o perfezionamento nelle tematiche di pertinenza, come peraltro le recenti disposizioni del decreto Veronesi impongono, pena delle sanzioni.
Alcuni di noi hanno anche chiesto, nell’intento di specializzarsi in Medicina del Lavoro, e quindi di ottimizzare al propria competenza, di consentire la frequenza dei corsi di specializzazione senza dover rinunciare all’attività fiscale, riconoscendo questa come frequenza o tirocinio equiparato, come ad esempio dei colleghi hanno ottenuto di fare a Catania.
Ci auguriamo infine che l’Inps e gli Ordini dei Medici si attivino per consentire a tutti i medici di controllo di continuare a svolgere nel modo più qualificativo e professionale le loro mansioni tutelando nel contempo i diritti sociali e civili di una figura da cui si richiedono impegno, responsabilità e capacità cliniche indiscusse, per poter giudicare al domicilio del malato, nelle condizioni e nei tempi consentiti, la diagnosi e la prognosi emessa dal medico curante.
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